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Autore: LadyVaderFrancy    09/04/2015    9 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~Capitolo 22 Complicazioni

 Dopo un'orribile notte passata quasi del tutto in bianco, pensando ad un modo per risolvere il problema del suo figlioccio, Severus decise che doveva affrettare i tempi, e c’era un solo modo per farlo: certo questo avrebbe reso tutto più complicato ma andava fatto, e andava fatto in fretta. Così si alzò dal letto; era pronto ad uscire dall’infermeria quando vide la medi strega guardarlo in cagnesco.

“Dove pensi di andare?” sibilò la donna.

“Non sono affari tuoi, donna! Come hai giustamente detto, IO sono il preside qui, ho molti impegni e non ho bisogno di giustificarmi con nessuno!” ringhiò il pozionista ((Ieri ero stanco, e non avevo la forza di impormi né tantomeno di affrontare te o Minerva, ma oggi le cose sono molto diverse)). “Mi aspetto estrema riservatezza sugli argomenti trattati la scorsa notte. Se sento una sola parola in merito, oblivierò te e tutta la dannata scuola, se necessario".

 La strega alzò gli occhi al cielo: da quando Albus era stato ucciso, o meglio, da quando aveva commissionato la sua morte, le cose andavano a rotoli. Così, borbottando frasi indistinte sui Mangiamorte che presto faranno una brutta fine per via della loro superbia e sui giovani che non hanno rispetto per gli anziani, se ne tornò nel suo ufficio, sperando che nulla di male sarebbe accaduto all’uomo che Silente aveva considerato e amato come un figlio.
 

 Una volta raggiunto il suo ufficio, Severus chiamò via camino Minerva, e le chiese di inviargli immediatamente Simon Weasley, e di dare al ragazzo la coppa.

 In poco meno di quindici minuti vide la testa rossa spuntare da dietro la porta del suo ufficio.

“Buongiorno Signore”

L’uomo dai capelli corvini lo fissò severamente “Perché ci hai messo tanto? Muoviti, dobbiamo andare nella camera dei Segreti”.

“A-Adesso? Ma io avrei lezione di Arti Oscure. Se lui non mi vede…”

 “Ceto che dobbiamo andare adesso, altrimenti perché ti avrei fatto chiamare con urgenza? Ragiona Potter, ragiona invece di fare domande senza alcun senso! Del resto non devi preoccuparti, manderò a quell’idiota di Carrow una breve nota, dove lo informo che ti sto torturando personalmente per puro divertimento; credo che sarà soddisfatto. Forza, muoviti. Adesso” .

 Il Grifondoro era molto confuso, Piton sembrava essersi perfettamente ripreso del tutto, ma sembrava anche molto molto impaziente e questo non era di certo un bene, specialmente se sei il ragazzo che è sopravvissuto. ((Meglio che lo segua non sembra essere di buon umore oggi, anche se ora so che è dalla mia parte, non mi conviene sfidare la sorte… Con lui non si sa mai, non ho intenzione di grattare calderoni per i prossimi giorni...)). Mentre camminavano verso l’ingresso della camera di Salazar, Harry aveva notato che l’uomo appariva piuttosto nervoso, e questo era un comportamento molto strano: Piton non lasciava mai trapelare i suoi sentimenti, era sempre così controllato. L’unica emozione che riusciva a distinguere chiaramente nell’uomo era la rabbia, in particolar modo quando era stata rivolta a lui. Una volta giunti nel bagno delle ragazze del secondo piano, Severus sigillò le porte con un incantesimo e poi disse al ragazzo di procedere senza indugiare. Harry sibilò alcune parole in Serpentese davanti al lavandino, che immediatamente si aprì, svelando l’ingresso della Camera dei Segreti. L’adolescente stava per infilarsi nel buco quando si sentì afferrare per la spalla destra.

“Dove pensi di andare?”

((Ma è impazzito? Merlino, lo ha detto lui … oggi non gli va bene assolutamente niente!!)) “Ehm… giù. Lo ha detto lei che dovevamo andare...”

 “Scenderai dopo di me Potter, e verrai giù solo dopo che ti avrò chiamato” sibilò freddamente, poi prese la bacchetta, spostò il ragazzo da un lato e si infilò nel passaggio senza esitare.

 Harry alzò gli occhi al cielo, Piton era a dir poco un maniaco del controllo, lui c’era già stato lì sotto quando aveva solo dodici anni, a quel tempo c’erano un basilisco e il ricordo di Tom Riddle ad aspettarlo; stavolta invece non c’era nessun pericolo, eppure doveva avere il permesso dell’uomo per scendere. Sbuffò un po’ contrariato: ormai era un uomo, non un bambino di cinque anni, ma poi pensò che se quella volta, invece di quel cretino di Allock ci fosse stato Piton al suo fianco, lui non avrebbe mai affrontato il basilisco e nemmeno Voldemort, o almeno non lo avrebbe fatto da solo. Ne era certo. Fu bruscamente interrotto dai suoi pensieri quando sentì la voce furiosa del pozionista “Allora Potter dannazione vuoi scendere o devo venire a prenderti per il colletto?”

 “No… no … arrivo!” e poi si lanciò nel vuoto, finchè non finì con il sedere per terra su di un mucchio di ossa.

 Piton era davanti a lui che lo fissava con le braccia incrociate, un sopracciglio alzato e un’espressione poco felice. "Di grazia vorresti spiegarmi cosa diavolo aspettavi? Un invito per il tè delle cinque?”

Harry si tirò su e dopo essersi spazzolato i vestiti un po’ imbarazzato per l’ingresso goffo, rispose “Mi dispiace… io”

 “Ahhh lascia perdere, stavi di nuovo sognando ad occhi aperti vero? Il fatto che non ci sia un basisco in questo momento non è una motivazione per presumere che non ci sia nessun pericolo, Potter. Forza andiamo”

Harry sospirò ma non disse nulla, rassegnato a dover ascoltare le critiche dell’uomo, poi prese la bacchetta lanciò un Lumos e fece strada. Una volta giunti alla porta circolare, il Grifondoro pronunciò nuovamente alcune parole in serpentese. I due maghi attesero che l’enorme serpente raffigurato sul pesante portone di metallo scivolasse sull'asse sbloccando l’ingresso, infine la porta si aprì per rivelare l’enorme sala. Severus entrò nella Camera dei Segreti. Era immensa, ma molto diversa da quello che si era aspettato ((Uhmm certo, è enorme, ma poco raffinata e poco sontuosa)). Si prese ancora un attimo per dare un occhiata in giro e poi vide la carcassa del basilisco. Si avvicinò con meraviglia a quello che era stato il mostro che aveva terrorizzato tutta la scuola solo tre anni prima, staccò una delle sue zanne, poi si rivolse al Grifondoro che era a pochi passi da lui. “Potter, la coppa”

Il ragazzo d’oro prese la miniatura dalla sua tasca e la ingrandì e poi la passò all’uomo. Con suo grande stupore vide il suo professore scuotere la testa e poi dire solennemente “Questo compito spetta a te, prendi la zanna e colpiscilo con tutta la forza che hai”. Così Harry mise lentamente la coppa dorata a terra: era molto agitato, ma anche molto impaziente, stava realmente compiendo un atto che concretamente avrebbe indebolito il suo nemico, ma la cosa più importante è che quel mostro non ne aveva la minima idea. Per la prima volta da quando la sua lotta era iniziata, era consapevole delle sue azioni, non era stato buttato in una situazione assurda senza informazioni, senza una guida, stavolta, non era solo. Se qualcosa fosse andato storto c’era qualcuno proprio lì al suo fianco che poteva aiutarlo. Sorrise ironicamente, pensando che aveva sempre sperato una cosa simile, ma non avrebbe mai immaginato che quel qualcuno sarebbe stato Severus Piton, ex Mangiamorte, formidabile spia, odiato professore di Pozioni… e ora ritrovato mentore del ragazzo d’oro. Era grato ad Hermione e Ron per la loro amicizia e per il loro sostegno incondizionato, ma Piton era addestrato, sapeva sempre cosa fare e come farlo, questo era confortante e rassicurante. Così senza indugiare oltre su quei pensieri si inginocchiò davanti all’antico oggetto, alzò le braccia fino a sopra la testa e stringendo la zanna del basilisco chiuse gli occhi un istante e poi la colpì con tutta la forza che aveva in corpo. ((Questo è per voi, mamma, papà, Sirius…)) poi pensò a Silente ((Io farò di tutto per sconfiggerlo preside… so quanto è importante)).

 In quel preciso istante sentì una profonda paura invaderlo, qualcosa dentro di lui si agitava, qualcosa in una parte remota e profonda di lui urlava per il dolore e la rabbia di quel gesto. Poi un fumo denso e nero si sprigionò dalla reliquia. Lentamente vide un immagine formarsi davanti ai suoi occhi: era Voldemort, stava in piedi davanti a lui, lo scherniva e sibilando lo accusò di esser un vigliacco. Lo incolpava della morte dei suoi genitori, di quella di Cedric, di Sirius e di Silente. Sentiva quel mostro ripetere che lui era la disgrazia del mondo magico, che chiunque gli si fosse avvicinato avrebbe sofferto immensamente, e infine gli disse che presto si sarebbe preso le vite di tutte le persone che amava e di molti altri innocenti.

  
 Harry si portò entrambi le mani alla testa, vide le immagini dei suoi amici soffrire e morire ai piedi del Mago Oscuro, mentre quest'ultimo continuava a sussurrare cose orribili, non voleva sentire, non riusciva più a respirare dall’angoscia “No, NO, lasciali stare… loro non c’entrano!” Chiuse gli occhi, ma la le immagini non si fermarono, anzi sembravano più nitide, più reali e nemmeno quella voce spietata smise di accusarlo “… loro soffriranno e moriranno, solo a causa tua…”

Poi all’improvviso si sentì catapultare all’ indietro, e udì un’altra voce nella sua testa, una voce familiare che sussurrava qualcosa per aiutarlo… il suo tono era rassicurante “Chiudi la mente Potter… Potter, puoi sentirmi? Quello che sta dicendo non è reale… Avanti, apri gli occhi… le immagini che vedi sono solo illusioni… apri gli occhi e guardami”. La seconda voce si faceva sempre più forte di quella del suo nemico, ma non riusciva a capire di chi fosse, era tutto così confuso, l’unica cosa che voleva era che il sibilare di Voldemort sparisse dalla sua testa.

 La voce “amica” continuava a incoraggiarlo, “Forza, guardami Potter… so che puoi farlo …” La conosceva, ne era certo più che mai, ma si sentiva strano, senza forze e il solo pensiero di aprire gli occhi sembrava uno sforzo troppo grande da fare in questo momento, e poi Voldemort non voleva… diceva che le cose sarebbero andate meglio per tutti… se lui avesse smesso di combatterlo, che tutto sarebbe andato a posto, che nessuno avrebbe più sofferto, quelle parole erano così liberatorie, il tono con cui le sussurrava era così confortante quasi una nenia. Poi la quiete dello stato in cui si trovava fu bruscamente interrotta da un grido “POTTER, non farmi pentire di essermi fidato di te!! Dannazione… apri gli occhi!!”. L’aveva riconosciuta finalmente ((Piton, è-è la voce di Piton…)) così con uno sforzo non indifferente, si costrinse a fare quello che il pozionista gli diceva.

 Severus fece un sospiro di sollievo quando vide il ragazzo aprire gli occhi, anche se aveva un’espressione smarrita e confusa. “Potter mi riconosci?” ((Merlino questo marmocchio sarà la mia morte. Se Potter avesse assecondato la voce del signore Oscuro, non si sarebbe più svegliato… Una maledizione di straordinaria potenza, mi chiedo se ogni Horcrux racchiude qualcosa di simile, la prossima volta dobbiamo stare più attenti)).

“Si signore, lei è il Professor Piton”

 “Stai bene?”

 “Uhmm, credo di si”

 “Pensi di poterti alzare?”

Il Grifondoro solo allora si accorse che era seduto a terra e che Piton lo sosteneva tutt’ora per le spalle, sentiva la testa molto pesante, sembrava quasi come se fosse caduto dalla scopa, ma non aveva dolori, così annuì e lentamente si tirò in piedi sotto lo sguardo vigile dell’uomo. Poi, portandosi una mano sulla cicatrice, chiese “Cosa è successo?”

Piton lo guardò con la sua solita faccia inespressiva “Compimenti Potter, hai distrutto con successo il primo Horcrux”

 “Con successo? Ma- ma… sono stato posseduto e poi sono svenuto?”(( Forse sto peggio di quanto immaginassi: si è complimentato con me? Davvero? No, devo aver capito male…))

“Non sei stato posseduto, sei stato colpito da una potente maledizione. Prima di procedere con gli altri Horcrux dovrai dirmi esattamente cosa è successo e poi vedremo come comportarci di conseguenza” sentenziò l’uomo, poi dopo un attimo aggiunse “Pensi che possiamo uscire di qui?”

Il ragazzo annuì e vide l’uomo porgergli il braccio “Afferralo”

 “Io… veramente… preferirei… un altro sistema”

Piton alzò il sopracciglio e scandì severamente “AFFERRA –IL-MIO-BRACCIO”

Harry sospirò sconfitto e fece come ordinato un secondo dopo era in ginocchio nell’ufficio del preside, e a stento riuscì a non vomitare.

“Credevo avessi imparato a materializzarti” disse beffardo il pozionista

“Si, ma … lo odio. Preferisco volare con la scopa” ringhiò mentre si alzava in piedi per la terza volta per quella mattinata. ((Quasi quasi, preferivo la lezione di Arti Oscure))

 Piton allora chiese al Grifondoro di sedersi alla scrivania di Silente, gli offrì un tè molto zuccherato che Harry accettò con gratitudine, poi parlarono a lungo di quello che era accaduto poco prima. Piton aveva visto il frammento di anima distrutto assumere la forma del Signore Oscuro e aveva sentito alcune delle sue parole almeno finchè la visione non aveva iniziato a sibilare in serpentese. Dopo aver ascoltato il racconto nel dettaglio ribadì più di una volta all’adolescente che quello che aveva sentito e visto erano solo le sue paure più profonde, e che niente di quello che era stato detto era reale, e che in alcun modo doveva ritenersi collpevole. Poi ascoltò il resoconto dell’effetto che la distruzione dell’Horcrux avevano avuto sia fisicamente che mentalmente su Harry.

“Potter, da stasera inizierai una formazione speciale, porta la bacchetta del preside. Ti voglio nell’ufficio della Professoressa Mc Grannit alle 19 e 30 in punto ogni sera, senza nessuna eccezione” il moro in risposta annuì semplicemente “Ah e un'altra cosa: voglio che prima di andare a dormire svuoti la mente e provi ad occludere. Pensi di ricordare come fare?”

 “Si signore… ci proverò” rispose inorridito il moro ((Merlino, non ancora occlumanzia… per favore …))

Poi vide l’uomo allungargli un foglio con delle istruzioni precise e dettagliate su come farlo e per quanto tempo. “Ora va”

Harry annuì e prima di alzarsi sussurrò “Grazie… per tutto”, poi uscì in fretta.

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 Harry era nervoso mentre camminava per i corridoi del castello, sicuramente Ron ed Hermione erano nella Sala Comune ad aspettarlo preoccupati, e lui avrebbe dovuto trovare un modo per raccontare ai suoi due migliori amici cosa era successo, senza menzionare Piton e un altro milione di cose che non poteva rivelare. Avrebbe dovuto inventare scuse su scuse per giustificare la sua assenza della mattinata e per ogni singola notte avvenire. Non gli piaceva, non gli piaceva affatto questo alone di mistero che era costretto a mantenere: un conto era non dire cosa erano di preciso gli Horcrux, un conto era mentire su ogni singola azione. Diavolo! Loro erano il trio d’oro, Ron e Mione gli erano sempre stati accanto nel bene e nel male, come poteva escluderli da tutto questo? Non era giusto, anzi era assolutamente sbagliato. ((Piton è matto se pansa che possa o voglia gestire la cosa a lungo senza dirlo ai miei amici, prima o poi lo scopriranno comunque, posso dire che mi sto allenando con la Mc Grannit e Remus, ma si chiederanno perché non possono venire anche loro. E allora, cosa risponderò? Che sono un pessimo amico, ecco cosa… Ahhh, Ron mi ucciderà quando saprà di Piton… per non parlare di Hermione… Merlino, dovrò lanciare un silencio su di lei per farla smettere di urlarmi addosso))

 Come da copione, i due Grifondoro erano nella Sala Comune in attesa del loro compagno, e quando lo videro, la ragazza lanciò un incantesimo silenziante per concedergli la privacy di cui necessitavano.

“Harry! Per l’amor di Merlino… dove sei stato? Eravamo preoccupati!!”

 “SI amico, non eri a lezione, ti abbiamo cercato per tutto il castello”

((Per Godric è come dopo il medaglione, quante volte dovremo passare attraverso queste discussioni? Attraverso gli stessi pensieri e le stesse paure)) Harry si passò nervosamente la mano tra i capelli e rispose “Ehm ero con la Mc Grannit, sai, per gli oggetti”, il moro non aveva nemmeno potuto avvertirli, dato che era stato convocato all’improvviso.

“Eri con la Mc Grannit per tutto questo tempo? Perché non ce lo hai detto!!” sputò in tono accusatorio la riccia.

“Scusate è solo… ecco… non ho potuto. Comunque tutto bene”

Hermione nelle vesti di Sarah sbuffò esasperata “Bene? Harry, non va bene… ultimamente non si sa mai dove sei… e cosa fai. Come possiamo guardarti le spalle se non ci dici le cose?” disse la ragazza con le lacrime agli occhi.

 Harry si sentì orribile e profondamente in colpa, non voleva far preoccupare i suoi amici, e non voleva raccontar loro un cumulo di bugie, non se lo meritavano, ma non poteva nemmeno dir la verità “Scusate, è solo che è complicato, ma va tutto bene. Anzi, guardate nei prossimi giorni, ecco … sarò molto occupato … con la Mc Grannit e forse Remus, me lo hanno detto oggi”

 “Occupato a fare cosa?” chiese sospettoso Ron

“Remus viene qui ad Hogwarts? Come?” chiese incredula la riccia

 Harry era sempre più in difficoltà “Ehm cose… con gli oggetti” ((Ahhh basta!! Ogni volta finisce così…))

“Amico non mi piace…Da quel poco che ci hai detto siamo venuti per cercare quegli … oggetti come li chiami tu. E sei sempre in giro da solo per la scuola, forse dovresti andare via di qua. Sai c’è sempre il rischio che quel viscido bastardo scopra chi sei, sai che ci metterebbe meno di due secondi a consegnarti a Tu-Sai-Chi!”

Harry contemplò i loro visi. Erano tesi, preoccupati, e come poteva dar torto loro, non avevano idea di come stavano le cose in realtà, in questo momento Hogwarts era il posto più sicuro, nessuno si aspettava che Harry Potter fosse sotto il naso del Signore Oscuro, protetto e formato da niente di meno che il suo braccio destro. ((Una spiegazione gliela devo… e poi non è una vera bugia… in fondo sono la stessa persona)).
“Ragazzi non avrei dovuto dirvi nulla, ma… ecco, la Mc Grannit sta seguendo gli ordini di Alexander, e io sto facendo quello che dicono. Ecco tutto… mi dispiace ma non posso dirvi altro.”

 “Cosa? Perché non ce lo hai detto? E da quando fai quello che ti dicono senza nemmeno condividerlo con noi?” disse la riccia quasi in lacrime “Non ti fidi più di noi, Harry!”

 “NO, Mione!” disse disperato il moro “NO... non puoi pensarlo sul serio… E’ solo, che davvero non posso… ma prometto che farò il possibile per condividere le informazioni… ma vi prego, datemi un po’ di tempo… e sistemerò tutto”

Lei lo guardò davvero affranta “Non è quello che sembra… comunque, fa pure come credi ” e poi si ritirò nella sua camera in lacrime, seguita a ruota da Ron.

 Non era riuscito a buttare giù granché a cena, la discussione con i suoi amici gli aveva davvero fatto passare l’appetito e lo aveva messo di pessimo umore. Si ritrovò davanti l’ufficio della sua capo casa e dopo aver bussato attese.

“Avanti”

 “Buonasera Professoressa”

 “Buona sera Potter, appena in tempo. Il professor Piton ti sta aspettando nel suo ufficio, passerai dal mio camino ogni sera per non destare sospetti, se non ci sono, immagino sai cosa fare. Va, non farlo aspettare. Sembrava impaziente di vederti”

((Ah magnifico... davvero ci mancava un Piton di pessimo umore, per concludere questa orrenda giornata)) ma invece rispose garbatamente “Si Professoressa, grazie e buona serata” poi prese la metropolvere e dopo averla lanciata nel camino urlò “Ufficio del preside Piton” e poi sparì tra le fiamme verdi. Una volta uscito dall’altra parte in maniera del tutto goffa, vide il pozionista in piedi a pochi passi da lui che lo fissava a braccia incrociate.
“Potter”

 “Ehm buonasera signore”

 “Hai portato la bacchetta?”

 “Si signore”

 “Bene, allora seguimi” l’uomo chiuse la porta impostando dei reparti protettivi e poi lo vide dirigersi verso il salottino che Silente aveva creato appositamente per permettergli di parlare con i suoi amici. Una volta aperta la porta rimase a bocca aperta, il salottino accogliente non c’era più, era stato sostituito da un enorme stanza, divisa in due parti, una simulava uno spazio aperto, c’era una radura, una bosco e perfino un laghetto, e nell’altra c’era una pedana per duellare, molto simile a quella che avevano usato Allock e Piton al loro secondo anno. Il ragazzo rimase a stupefatto mentre contemplava quel nuovo spazio predisposto per l’occasione, poi si accigliò vedendo che non erano soli.

“Che ci fa lui qui?” sputò furioso.

“E’ qui su mio ordine” sibilò il pozionista affiancandolo.

“Cosa?! Perché?” chiese incredulo.

 L’uomo lo guardò freddamente “Perché lo dico io. Forza, ora cominciamo, non abbiamo tempo da perdere in chiacchiere inutili”

Nel frattempo Draco si era avvicinato cautamente: “Non ho chiesto io di essere qui, sfreg-Ehm Potter” ((per fortuna mi sono corretto appena in tempo, altrimenti credo che Severus mi avrebbe fatto un'altra predica su quanto è necessario collaborare con lo sfregiato, e tutti i vantaggi che possono derivare … sì, certo la fa facile lui… guarda che faccia che ha, vorrei solo dargli un pugno… o affatturarlo… beh credo sia reciproco a giudicare dalla sua espressione… la cosa gli piace ancora meno che a me… beh meglio così, almeno non sarò l’unico ad essere insofferente)).

 Piton allora guardò i due ragazzi e disse severamente “Voi due, sentitemi bene perché non ho intenzione di ripetermi. Non voglio sentire lamentele o discussioni inutili o peggio. Siamo qui per uno scopo comune e che vi piaccia o no collaborerete, altrimenti sarete due marmocchi molto dispiaciuti” ((e che Merlino vi aiuti se non fate come dico, o mi causate qualsiasi fastidio)).

“Collaborare a cosa? Lui è un Mangiamorte! Ho visto il marchio!" urlò il moro

 Piton si avvicinò minaccioso ad Harry “Potter, dannazione!! Ricordi cosa ti ho detto sulla situazione di Draco?”

 “Si, ma io non mi fido. E poi, cosa dovrebbe fare qui?” ((No, no no io non lo voglio qui! Tutto questo è assurdo!))

 Il biondo a quella domanda guardò incuriosito il suo padrino ((Bella domanda davvero sfregiato, vorrei saperlo anche io a dire il vero, l’unica cosa peggiore di stare qui con te, è stare di fronte all’Oscuro a baciargli la veste)), ma non disse nulla, rimase tranquillo e in silenzio, vedendo l’irritazione di Piton crescere di minuto in minuto.

“Ci aiuterà con la tua formazione, e con altre cose che riterrò utili”

 “NO!!” sbottò il Grifondoro incrociando le braccia

“Come hai detto?” sibilò Piton

“Ho detto no! Io non voglio avere niente a che fare con lui!”

Il pozionista gli lanciò un occhiata che avrebbe terrorizzato schiere di studenti “Non mi pare che abbia chiesto la tua opinione. Ora smettila di blaterare e dammi la Bacchetta di Sambuco.”

Il moro era riluttante ad obbedire, in quanto altamente infastidito dalla presenza del suo arci-nemico, ma vedendo l’espressione di Piton decise che era meglio non rischiare di essere affatturato, così prese la bacchetta che era appartenuta a Silente e la porse al pozionista, che la prese con grazia e rispetto, ma subito dopo si voltò verso il suo figlioccio dicendo “Draco, per il momento userai questa."

 Sia il Serpeverde che il ragazzo d’oro avevano sul volto stampate diverse espressioni: sgomento, disgusto, indignazione.

“Questo è un insulto!! Non può darla a lui!!” ringhiò Harry, cercando si afferrarla prima che finisse nella mani del biondo.

“Potter, ne ho abbastanza!! Se non sei in grado di controllare i tuoi istinti da idiota Grifondoro, sarò costretto a prendere provvedimenti.”

Draco si avvicinò e prese la bacchetta dalla mani del pozionista “Zio Sev, ma sei sicuro? Io non credo …” ((Mi ha dato la bacchetta del vecchio pazzo? Per Salazar guarda Potter… non gli va giù e... Beh questo forse sarà divertente, dopo tutto)).

 Harry guardò l’uomo di traverso, ma non aggiunse una parola, sapeva che Piton era furioso ((Non è giusto!! Perché l’ha data a quel furetto, poteva darla a Voldemort in persona, visto che c’era!))

 Severus era sul punto di esplodere, far collaborare le due teste di legno sarebbe stato più difficile del previsto. “Silenzio!! Ora mettetevi sulla pedana vi do esattamente tre secondi dopo di che vi incollerò io stesso ai vostri posti!” vedendo che la minaccia aveva ridimensionato l’animosità dei due ragazzi aggiunse “Voglio che vi alleniate a disarmare e sugli scudi. Nessuna maledizione che provochi danni all’avversario. Se sento anche solo l’intenzione da parte di uno qualsiasi di voi due di ferirvi a vicenda, state pur sicuri che vi punirò entrambi. Sono stato chiaro?”

I due adolescenti annuirono ma si lanciarono occhiate di sfida, poi si voltarono e presero posto sulla pedana.
 Una volta raggiunta la sua posizione Harry tirò fuori la sua bacchetta dalla veste, mentre Piton prese posto ai piedi della pedana proprio a metà strada tra lui e Malfoy, da quella posizione poteva osservarli entrambi senza problemi, arbitrando lo scontro. ((Si certo come se il furetto fosse in grado di rispettare un accordo, finirà come al secondo anno… sarà scorretto e Piton se la prenderà con me. Uffa tutto questo è ingiusto, perché Malfoy deve stare qui? E poi con la Bacchetta di Silente. Perché io non posso dire niente a Ron e Mione ma lui è qui? Sarebbe davvero tutto più facile se ci fossero loro due ad aiutarmi… Sempre ammesso che Malfoy voglia aiutare realmente…e se sta fingendo per consegnarmi a Voldemort? Sarebbe proprio da lui… In fondo potrebbe aver ingannato Piton? ….uhm beh….ok, non è possibile, quell’uomo fiuta una bugia ancora prima di averla pensata... ))

 Dall’altro lato della padana anche Draco rifletteva su alcuni pensieri ((Ma perché devo aiutare lo sfregiato a prepararsi? Uffa! Non è sufficiente che devo fargli da balia durante le lezioni? Non poteva chiedere alla Mezzosangue e a lenticchia di farlo? Zio Sev stavolta ha esagerato… Merlino ha ancora la vena sulla tempia che pulsa, meglio fare come dice… non piace come ci guarda. Ahhhh dannazione non posso nemmeno stordirlo quello scemo di Potter)).

“Bene. Inchino e poi al mio tre iniziate” disse severamente Severus.

 I ragazzi erano molto tesi, tutti e due avevano le bacchette puntate sul proprio avversario, quando sentirono la fine del conteggio, Draco lanciò una maledizione gambemolli, ed Harry lanciò un protego, quest’ultimo fece un passo laterale e lanciò un furnunculus, e Malfoy lo parò a sua volta. Dopo diversi scambi, iniziarono a volare insulti reciproci oltre alle maledizioni, ma nessuno dei due riuscì a colpire l’altro e l’atmosfera si fece sempre più calda. La frustrazione di combattere con la propria nemesi senza giungere a nulla di concreto stava agitando i due avversari.
 Dopo un insulto particolarmente odioso da parte del ragazzo sopravvissuto, Draco urlò con rabbia “Stupeficium”, Harry parò con un protego e immediatamente urlò a sua volta “Expelliamus!”. Il giovane Serpeverde non si aspettava una risposta così immediata della sua nemesi, e non riuscì ad alzare la sua protezione abbastanza velocemente, così fu disarmato e la bacchetta di sambuco volò direttamente in mano al ragazzo d’oro che urlò “Hai imbrogliato!! Non potevi usare quell’incantesimo. Lo sapevo sei un vero…”

 “Silenzio razza di idioti” urlò il Piton furibondo. Poi con passo spedito si avvicinò al biondo e con aria gelida disse “Cosa avevo detto Draco? Dopo l’allenamento resterai qui. Dobbiamo parlare nuovamente di alcune cose che non ti sono abbastanza chiare, vedo.”

Il Serpeverde strinse i pugni e in maniera del tutto disinteressata rispose “Se è proprio necessario”. Draco detestava essere rimproverato dal suo padrino, e il fatto che Harry era presente aveva peggiorato di gran lunga la situazione. Vedendo il suo l’atteggiamento del tutto fuori luogo Severus lo afferrò per il colletto e lo trascinò giù dalla pedana in malo modo, poi si voltò verso Harry “Se vuoi scusarci per alcuni minuti Potter, credo che il sig. Malfoy abbia bisogno di un chiarimento immediato” e lo strattonò fuori dalla stanza di allenamento. Harry era allibito, Piton non si era mai comportato con Malfoy in quel modo, era la prima volta da quando lo conosceva che non gli addossava la colpa di quello che era successo. ((Se non fossi stato presente non ci avrei mai creduto… certo se lo avessi fatto io avrei ricevuto una serie di testa di legno e dannato Grifondoro… ma non penso che il furetto la passerà liscia stavolta… ah quanto vorrei sentire…)).

Una volta entrati nel suo ufficio lanciò un silencio e poi lasciò andare il uso figlioccio “Allora, spiega”

 “Allora cosa zio Sev? Mi ha provocato lo hai sentito anche tu!”

 “Lo avete fatto entrambi, ma Potter non ha usato incantesimi non permessi nel duello”

 “Quante storie! Non l’ho nemmeno sfiorato il tuo prezioso Grifondoro” sputò con rabbia.

 Severus allora si avvicinò a lui, i suoi occhi color ossidiana fissarono intensamente quelli grigi del ragazzo, e con un tono glaciale disse “Draco hai fatto una scelta tempo fa e se rammento bene hai detto tu stesso che è stato un grande errore. Quando mi hai chiesto di aiutarti, ti ho detto che opzioni avevi e hai deciso liberamente. Hai cambiato idea? Perchè se preferisci tornare dal Signore Oscuro credo che allora … dovresti andare con tuo padre” ((Merlino sa quanto mi duole dire questo proprio a te, ma devi capire che le scelte che hai fatto in passato porteranno delle conseguenze con la quale dovrai imparare a convivere per il resto della tua vita, e devi essere sicuro di voler andare fino in fondo senza ripensamenti di alcun genere, speravo lo avessi compreso la volta scorsa… mi sbagliavo)).

 Il ragazzo impallidì al suono di quelle poche semplici frasi, e con molta ansia si affrettò a rispondere “V-Vuoi mandarmi indietro? Avevi detto che … mi avresti aiutato” l’ultima frase gli morì in bocca.

“Non ho cambiato idea, ma se vuoi stare dalla parte di chi combatte il Signore Oscuro, dovrai cambiare il tuo atteggiamento. Potter non di fida di te, e credimi lui è il solo che ti darà una possibilità se farai uno sforzo per andargli in contro. La tua unica speranza di salvezza è dimostrare la tua lealtà al alto della luce e questo vuol dire dimostrarlo a Potter, un domani ai suoi stucchevoli amichetti Grifondoro e infine ai membri dell’ordine della Fenice. Non voglio mentirti dicendo che sarà facile o … piacevole, a volte vorrai strozzarli uno a uno per la loro idiozia, per la loro ingenuità, per la loro mancanza di pianificazione, per la loro eccessiva fiducia. Ma resterai comunque al loro fianco sopportando i loro infiniti difetti, perché quelle persone nonostante il tuo passato, ti daranno un futuro libero dalle grinfie del tuo padrone e perché ti accetteranno per quello che sei, per quello che sei stato, e ti aiuteranno ad essere l’uomo che diventerai” poi si avvicinò ulteriormente “Fa la scelta che ritieni più giusta Draco”

 “Se decido di andare con mio padre potrei rivelare quello che so su di te, il Signore Oscuro mi ricompenserebbe, potrei forse riscattare il nome dei Malfoy con un’informazione simile … perché mi stai lasciando una scelta?”

Piton rise senza gioia, deluso nel profondo da quelle parole “Il Signore Oscuro ha piena fiducia in me, non ti crederebbe mai. Ad ogni modo pensi che sarei così sprovveduto Draco? Ovviamente ti oblivierò e non ricorderai nulla di ciò che ci siamo detti da quel giorno nel mio laboratorio. Ma farò in modo che tu torni a lui con ottime referenze, in modo da darti una remota possibilità di essere tra le sue grazie … ma poi dovrai cavartela da solo, io non potrò aiutarti, perché sarai al fianco di tuo padre, e io ho una missione importante da compiere qui.”

Il biondo rimase in silenzio ((Non posso crederci l’ho minacciato di tradirlo… e lui...))

“Dimmi. Vuoi restare suo schiavo per sempre, Draco? Vuoi che un domani i tuoi figli vivano nel terrore come che hai fatto tu in questi mesi?”

Il biodo chinò il capo e mormorò tristemente “No”

 “E’ finito il tempo in cui potevi fare ciò che volevi senza curarti delle conseguenze, è finito il tempo dei ripensamenti. Prendi una decisione e portala avanti fino in fondo. Ora guardami e dimmelo di nuovo Draco, come un uomo e non come un marmocchio viziato.” ((Avanti dimostrami che quello che abbiamo visto in te, io e Albus non era un semplice abbaglio, un nostro desiderio. Io so chi sei, ricordo ancora l’espressione felice di quel bambino che mi correva incontro ogni volta che venivo al Manor, so anche che non sei come Lucius dimostramelo Draco, dimostrami che non mi sono sbagliato su di te))

 Draco alzò il viso e guardò Piton dritto negli occhi “NO non ho cambiato idea! Ma non voglio essere nemmeno schiavo di Potter e dei Grifondoro”

Severus fece un ghigno divertito “Credimi di tutte le persone che potrebbero trarre vantaggio della tua situazione, Potter è l’ultimo che proverebbe ad approfittarsi del povero Serpeverde pentito. Il nostro eroe è troppo nobile e disgustosamente compassionevole per simili vili azioni” poi la sua espressione si fece di colpo seria “Pensa seriamente a cosa vuoi. Domani voglio una risposta ma poi dovrai confermarla con i fatti Draco, non basteranno più le semplici parole per me”.

Il biondo annuì, Piton lo prese per una spalla e poi rientrarono fianco a fianco nella stanza di allenamento “Potter per stasera abbiamo finito. Ti aspetto domani alla stessa ora non tardare”.

Harry guardò i due Serpeverde per cercare di capire cosa fosse successo nell’ufficio, l’unica cosa che aveva notato era un volto preoccupato di Malfoy.
Stava per dire al pozionista che preferiva allenarsi da solo con lui, quando sentì un dolore infernale alla testa. Riuscì ad alzare il capo a fatica solo per vedere Piton che si teneva il braccio sinistro con forza mentre faceva una smorfia orribile.
Infine cadde in ginocchio urlando disperatamente, mentre teneva tra le mani la cicatrice a forma di fulmine.

Ciao a tutti,
prima di tutto ringrazio la mia beta che è stata velocissima a sistemare la punteggiatura che era quasi nulla questa volta. (grazie grazie grazie).
Vi annuncio che questo credo sia il capitolo più lungo che ho scritto fino ad oggi, ne vado molto fiera, spero sia di vostro gradimento.
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, cosa vi ha trasmesso. Forse un pò me lo merito stavolta (faccina con labbro che sporge).
A presto Lady V

   
 
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