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Autore: mlegasy    10/04/2015    3 recensioni
Storia interrotta fino a nuovo ordine.
Eustass Kidd, Scratchman Apoo, Basil Hawkins, tre fra i più terribili nomi della Peggior Generazione, formano un’alleanza che metterà a ferro e fuoco il mondo, ribaltando i precari equilibri tra gli imperatori formati dopo la battaglia di Marineford. La loro formula? Sangue, clamore e, suggerisce Killer, un minimo di razionalità.
E la Marina? Dai bozzetti inutilizzati del Maestro Oda il Viceammiraglio Momousagi, donna di spirito e di polso, ha un piano in mente, ma ha bisogno di portare fra le due file alleati del calibro di Smoker, Hina, Magellan, vecchie e nuove conoscenze; i piani alti forse non approveranno, ma in fondo basta informarli a cose fatte.
La vera guerra sta per cominciare…
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Basil Hawkins, Eustass Kidd, Killer, Smoker, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
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The end of the concert
 
Il fumo ti offusca la vista mentre il suono ti ottenebra la mente. La percezione dello spazio viene stravolta dalle appariscenti ed evocative note della Smoke on the Water, una canzone unica i cui mistici toni puntano a confondere i sensi del nemico. Ad esserne maggiormente toccato è l’istinto, punto focale di ogni sopravvissuto, centro nevralgico di ogni combattente.

Più sei esperto nell’arte della guerra, più ti affidi a quella capacità primordiale che ti spinge a prendere la decisione giusta al momento giusto, più ne sei dipendente. Con il tempo affini le tecniche e il tuo corpo impara a reagire autonomamente, con il tempo l’istinto diviene la tua arma principale in ogni battaglia, con il tempo ne divieni schiavo e quando questo ti viene brutalmente strappato… la logica non ha il tempo di rimettersi alla pari.

A volte si tratta di secondi, minimi attimi d’incertezza che ti portano a domandarti: posso ancora fidarmi di me stesso? La domanda è legittima ma le tempistiche del tutto sbagliate; ormai stai già combattendo ed il tuo più prezioso alleato si è appena trasformato nel tuo peggior nemico. Ti suggerisce male spingendoti ad eseguire azioni che altrimenti non compieresti. Hai bisogno di una fredda e rapida azione di logica, di riacquistare il controllo di te stesso.

Smoker stava vivendo questa lezione sulla sua pelle, nella sua mente. Apoo non gli aveva concesso nessuna spiegazione ma ormai era diventato tutto estremamente palese. La Smoke on the Water l’aveva scombussolato e finché le note avrebbero continuato a diffondersi nell’aria, il viceammiraglio non avrebbe mai potuto riprendere in mano lo scontro.

«Troppo vecchio per reggere un concerto?» lo schernì Apoo agitando le mani a pochi metri di distanza dal Marine. Ad ogni movimento il suono pareva seguirlo mutando i suoi schemi per adattarsi alla sua figura.

«Credi davvero che una cosa del genere possa spaventarmi?» ringhiò Smoker con espressione cattiva stringendo tra i denti il suo immancabile duo di sigari. Aveva già subito una decina di colpi e, a parte i primi due, non era più riuscito a metterne a segno nessuno.

«Tu tra tutti, schiavo dell’istinto» seguito da una ritmata e orecchiabile melodia, il capitano dei pirati On Air apparve misteriosamente a pochi metri del viceammiraglio. «Non potrai mai sopravvivere al mio capolavoro» terminò con un sorriso caricando l’avversario a testa bassa.

«Se credi d’impensierirmi ti sbagli di grosso» conscio di non potersi permettere mosse false ma, d’altro canto, di non poter dare tempo al pirata musicale di attuare una contromossa, Smoker partì alla carica a sua volta scagliandosi, armatosi del proprio Jitte, contro il volto dell’uomo.

Ancora una volta il Marine mise a segno l’attacco non trovando tuttavia alcunché di fisico ad interrompere la sua avanzata. Proprio come accadrebbe ad un qualsiasi colpo fisico privo di ambizione diretto contro il corpo del Cacciatore Bianco, Smoker aveva attraversato il corpo di Apoo come fosse formato da vapore.

«Ancora una volta quello sbagliato» ricomponendosi come un’immagine nel fumo, il corpo di Apoo riprese la sua forma alle spalle di Smoker «Dev’essere frustrante…» aggiunse scrollando le spalle come se stesse compatendo un amico.

Il Marine digrignò i denti seccato, aveva bisogno di cambiare strategia. «Basta con questi trucchetti Scratchmen… Non hai la forza per combattermi e ti affini a questi mezzucci?» 

«TRUCCHETTI?!» ringhiò il pirata «MEZZUCCI?!» replicò ringhiante mentre la voce che si diffondeva uniformemente da ogni lato del ponte. «È un concerto. Il più bel concerto a cui assisterai in TUTTA vita tua» una decina di sosia di Apoo apparvero contemporaneamente, formati dal fumo di scena, tutt’intorno a Smoker circondandolo completamente «Nonché l’ultimo»

Caricarono tutti la propria arma seguendo il crescendo musicale. L’istinto del Marine gli impediva di reagire accuratamente ma la sua logica urlava alla vittoria.
«Credi che qualche pallottola possa spaventarmi?»

L’esperienza non è solo pronta reazione, l’esperienza è anche tattica, l’esperienza è anche logica.

«Forse non il piombo in se…» sibilarono i tanti Apoo «Ma l’ambizione che lo accompagna dovrebbe…»

Le bocche di fuoco spararono contemporaneamente verso il viceammiraglio. Smoker non mosse un muscolo attendendo il momento propizio. I numerosi proiettili perforarono le carni del Marine senza provocare il minimo danno, tutti i colpi illusori… tranne uno.

Smoker venne colpito sul fianco sinistro da una pallottola di ambizione, una sfera di caldo piombo che la sua forma gassosa non avrebbe potuto evitare in alcun modo. In uno spasmo di dolore il viceammiraglio digrigno di denti sputando in terra l’adorato duo di sigari.

Doveva muoversi, doveva agire. A volte in battaglia bisognava essere disposti ad uno scambio di colpi.

«Ora tocca a me» ringhiò lanciando uno sguardo malvagio verso Apoo. Anche uno sciocco avrebbe capito da che parte era arrivato il colpo giusto. Ora conosceva la posizione del nemico e questo Scratchmen non l’aveva previsto.

Durò appena un’istante il terrore negli occhi del pirata. Abbastanza a lungo da permettergli di vedere il tornado di fumo denso di rabbia che aveva causato. Con un gesto della sinistra il Cacciatore Bianco assorbì tutto il fumo presente nell’aria, pur sapendo che in pochi secondi i bocchettoni artificiali avrebbero potuto riempiere nuovamente la zona. Ma a lui non serviva altro tempo. Pochi secondi erano più che sufficienti per concludere lo scontro.

«White Snake» dalla destra del Marine un serpente di fumo raggiunse Apoo in un battito di ciglia, cingendolo in una morsa per impedirgli di scappare. Lo stesso rettile fece poi da corda elastica per Smoker che si lanciò verso Scratchmen colpendolo, ancora una volta in pieno volto, con il Jitte dalla punta di agamatolite.

«A-almeno restiamo in tema di musica» rantolò mugugnante il capitano dei pirati On Air mentre si trovava bloccato a terra dal peso di Smoker che, in piedi, teneva il piede sul suo petto e la punta del Jitte premutagli sul volto.

Appena l’arma si soffermò sul capitano, la musica cessò di suonare.

«Capitano!» Castaña Rilago, munito di un’irresistibile sorriso a trentadue denti, spuntò improvvisamente da una botola sul ponte poco distante dal luogo ove il sanguinante Smoker teneva fermo in terra Apoo. «Abbiamo trovato i dent-!» Una smorfia di terrore comparve sul suo volto proprio mentre stava alzando vittorioso la destra nella quale stringeva due tasti di pianoforte. «C-Capitano!» balbettò prima di scomparire nuovamente all’interno della botola.
 
Smoker non diede peso all’accaduto. La nebbia aveva smesso di fuoriuscire dai bocchettoni disseminati sulla nave eppure la sua vista si stava facendo sfocata a causa del proiettile carico d’ambizione che gli aveva perforato il fianco.

«L-lasci stare il maestro!» Armato di fucile, Castagna accompagnato da un nutrito di sottoposti strappati alle loro postazioni sulla macchina del fumo, era emerso da un’altra botola puntando l’arma direttamente verso il Marine.

Il Cacciatore Bianco si limitò a voltarsi appena per poi sbuffare sconsolato. «Anche in questi casi… un pirata resta sempre un pirata!» pronto ad atterrare i subordinati di Apoo, Smoker alzò il braccio ma Castagna premette il grilletto colpendolo in pieno.

Fu un attimo, ancora stordito dalla Smoke on the Water, Smoker aveva sottostimato il pericolo. Chi avrebbe mai potuto immaginare che questi pirati possedessero proiettili di agamatolite?

Sputando un rivolo di sangue il Marine cadde sul ponte dell’Ammiraglia.
 
---

A bordo della Blackjack, l’elegante brigantino di Basil Hawkins, l’atmosfera era molto agitata. Sul ponte, i mozzi stavano armeggiando con le cime mentre il navigatore urlava ordini per gestire l’improvvisa decisione del capitano, nel contempo, all’interno, la cabina adibita ad accogliere l’ex membro della flotta dei sette, stava ospitando un delicato scontro verbale.

«E questo cosa dovrebbe significare?»

Disteso su uno stuolo di morbidi cuscini, Gekko Moria troneggiava come un sultano avvolto dalle ombre. Ogni oblò era stato oscurato in modo che la luce del sole non potesse penetrare le vetrate, solo le numerose fiammelle che danzavano su altrettante candele scarlatte illuminavano la stanza.

«Allora?» ripeté, incitando il suo interlocutore ad una risposta immediata.

Anche se sdraiata la figura di Moria non era meno imponente di quella di un gigante. Dall'alto dei suoi quasi sette metri d'altezza, l’enorme immagine del pirata ispirava timore a chiunque la vedesse; anche Hawkins non poteva non essere colpito dalla sua presenza, anche se il suo naturale distaccamento e la sua indole glaciale gli permettevano di restare impassibile alla cosa.

«Nulla di diverso da quanto detto» rispose con tono neutro quest’ultimo.

Nonostante egli non possedesse una stazza spaventosa o la presenza agghiacciante tipica di molti colleghi, era comunque in grado di scuotere gli animi ed incutere timore, attraverso una snervante compostezza, ed un'inquietante perfezionismo nel comportamento. «Nessuna delle parole che ho utilizzato ha modificato il proprio significato mentre veniva pronunciata»  

«Quindi intendi che...»

«Che ci ritiriamo. Questo è quanto consigliano le carte»

Freddo come il ghiaccio, e soddisfatto per il breve colloquio, il supernova si voltò e si diresse verso l'esterno. Le reazioni di Gekko Moria, al momento, non erano il primario dei suoi interessi; aveva effettuato la sua imbasciata sprecando anche fin troppo del proprio tempo.

«FERMO QUI! Chi ti credi di essere... Novellino?»

L'ombra di Moria si lanciò verso l'uscita, bloccando la strada al veggente.

«Non ti permetterò di venir meno al nostro patto, solo perché delle stupide carte ti hanno ORDINATO di scappare. IO voglio distruggere Kaido e se sono qui oggi è solo perché mi hai assicurato che con il TUO piano avrei potuto ridere mente soffriva agonizzante ai miei piedi»

Il supernova rimase impassibile per qualche istante, fermo a fissare l'ostacolo. Un attimo dopo si voltò, con un'espressione per nulla seccata, dirigendo il proprio sguardo su Moria.

«Se sei qui oggi è solo perché, quel giorno, le mie "stupide carte" mi hanno condotto da te e mi hanno suggerito di portarti in salvo»

A quella frase, l'enorme pirata deglutì l'amaro boccone, scurendosi in volto.

«Questo...» Facendo cadere le braccia lungo i fianchi, Moria sbuffo sonoramente, spingendo il suo sguardo lontano dagli occhi di Hawkins. «Questo non vuol dire un bel-»

«Inoltre... » lo interruppe Basil avanzando di un singolo passo. «Non ti ho mai detto che avresti potuto ridere sul corpo agonizzante di Kaido, ti ho solo assicurato che il piano, oltre una certa probabilità, avrebbe condotto alla sua disfatta»

Il gigante dall'aspetto demoniaco s'infiammò gonfiandosi. Sentendosi ingannato, Moria assorbì le ombre della stanza ingrandendo la sua dimensioni, fino a raggiungere un picco tale da costringerlo a chinare il capo, premendo la nuca lungo il soffitto.

«Tu... Piccolo...Insignificante... »

Almeno metà delle fiammelle nella stanza si spensero, cancellate dal movimento delle ombre di Moria. Questi si fermò un’istante a fissare Hawkins, poi avanzò in un ringhio, pronto a sfogare la sua ira sul minuscolo pirata.

«Non fraintendermi... » reagì pacatamente Basil, impassibile allo scatto d’ira del compagno. «Anche se non sarai tu ad infliggere il colpo finale, il desino di Kaido ora è più segnato che mai»

L'enorme pirata si bloccò sul posto, passando dalla rabbia alla confusione più totale.

«La nostra ritirata è solo un contrattempo passeggero. Un'altra forza si è messa in movimento e questo ha modificato il futuro quel tanto che basta da metterci in pericolo. La guerra ci sarà e Kaido cadrà a prescindere, ma noi dobbiamo ritirarci e lasciar passare questa tempesta»

«Quindi…» borbottò confuso il pirata demoniaco.

«Kaido morirà. Non sarai lì per vederlo ma potrai ugualmente gioire del suo destino…»

La rivelazione non era più dettata da una semplice probabilità, per Hawkins quella ora si trattava di una certezza assoluta.

«Ma ora…» proseguì il filibustiere. «Sistema la ragazza di Big Mom e preparati ad abbandonare queste acque per un po’ di tempo»

Non ammettendo ulteriori sprechi di tempo, Basil si diresse verso l'uscita dove l'ombra, tuttavia, lo bloccò nuovamente.

«NO!» ringhio, rosso in volto, l'ex membro della flotta dei sette. «No. No. NO! VOGLIO vederlo morire. DEVO vederlo morire! Dovrà passare l'ultimo istante della sua vita a vedermi ridere. Voglio che sappia che dietro la sua morte c'è il possente Gekko Mor-»

«Non preferiresti prendere il suo posto?»

Con le braccia ancora alzate, nel momento della propria esclamazione, l'enorme pirata si paralizzò dalla sorpresa. Le parole di Basil bloccarono sia il discorso che la sua rabbia,  lasciandolo nuovamente in una stasi di riflessione confusa.

«Che intendi dire?» ringhiò, ancora dubbioso delle parole del suo socio.

«Che per noi non è sicuro assistere alla sua morte. Ma che, tuttavia, nulla c'impedisce di raccogliere i frutti di quest'ultima»

Moria strabuzzo gli occhi sgonfiandosi gradualmente fino a tornare alla sua dimensione originale e, nel mentre, far tornare le ombre della stanza al proprio posto originale.

«Vendicati strappandogli il posto che avresti sempre voluto» batté il ferro Hawkins.

«Spiegati»

«Tu limitati a disfarti della ragazzina di Big Mom come abbiamo stabilito e lascia gli altri dettagli a me» replicò il veggente accennando un leggero sorriso. «Alla fine di questa storia diverrai imperatore» annunciò dandogli le spalle, avviandosi verso l’uscita. «Un’alternativa interessante, non è vero?»

«Kishishishishi» la risata di Moria rivelò la sua cieca estasi. Si era immedesimato nell’immagine di se stesso che vestiva i panni di uno dei quattro al punto da non accorgersi nemmeno che Basil si era congedato, lasciandolo solo.

Nei corridoi della nave, Hawkins si dirigeva verso il ponte, esaminando le carte ancora una volta.

Il futuro gli avevano concesso una visione magnifica. Le probabilità erano a suo favore, avrebbe condotto Moria verso la gloria, l’avrebbe reso uno dei quattro Imperatori lasciandogli un posto che avremmo potuto tenere per se… ma quel ruolo gl'importava poco... non aveva senso desiderare di diventare imperatore, visto che lui sarebbe divenuto Re.
 
---
 
Lungo i corridoi del G-1, costeggiati da enormi finestroni che affacciavano sul cortile esterno, il viceammiraglio Momousagi avanzava con andatura tranquilla, in direzione del proprio ufficio. Accanto a lei, un Marine d'alta statura, con degli stravaganti ricci verde scuro ed un paio d'occhiali da sole sul naso a coprirgli gli occhi, del tutto inutili vista la totale mancanza di sole in quella nuvolosa giornata, che la tampinava ormai già da diversi minuti.

«Quante volte ancora te lo dovrò ripetete, Brandnew?» nonostante fosse seccata, Momousagi riusciva sempre ad essere perfetta. La sua voce si esibiva unicamente in toni dal gradevole impatto, capaci di ammaliare ed ammansire qualsiasi animo.

«Finché non sarò completamente convinto della tua risposta» borbottò l'altro portando le mani nelle tasche del pantalone rosa che era solito portale in compagnia di camicie bianche o azzurre dal dubbio gusto.

Dolcemente, Il viceammiraglio rallentò il proprio passo fino a fermarsi. Si voltò di lato, scostandosi i capelli dal collo con un gesto delicato, quindi scrutò attraverso una delle grandi finestre che stavano costeggiando e condusse la propria attenzione verso il cortile, dove un manipolo di cadetti di stava esibendo in un addestramento fisico in compagnia di un maggiore. «E quando sarai convinto della risposta?»

Il commodoro Brandnew si era fermato alle sue spalle e, del tutto disinteressato dai militari in addestramento, aveva preferito perdersi nello spettacolo offerto dalle curve posteriori di Momousagi, prima di venir richiamato dalla domanda di quest'ultima.  

«Eh..?» bofonchio riprendendosi. «Ah, si... Sono semplicemente dubbioso di questi tuoi ultimi comportamenti» i toni si abbassarono radicalmente ed il Marine si avvicinò abbastanza da poter appena sussurrare «Sengoku vuole essere sicuro che la sua fiducia sia ben riposta»

Momousagi si voltò con uno scatto, finendo faccia a faccia con Brandnew. Rimase così per qualche istante finché il Marine, imbarazzato del contatto visivo, si ritirò di qualche centimetro solo per venir bloccato da un cenno della provocante ragazza.

«Aspetta» gli intimò impedendogli di scostarsi. Momousagi quindi avvicinò il proprio volto a quello dell'imbarazzato interlocutore, prendendosi solo un'istante per specchiarsi nel riflesso sugli occhiali. «Bene. Grazie, puoi spostarti» sorrise allontanandolo appena con fare giocoso.

«Mi sai prendendo in giro, Momo?» ringhio il commodoro, paonazzo in volto, che evidentemente si aspettava tutt'altro da quel contatto.

«Perché?» si avvicinò nuovamente con uno scatto fin quasi a sfiorargli il naso con il proprio. «Ti aspettavi altro?» sorrise maliziosa prima di allontanarsi nuovamente, tornando alla sua posizione iniziale.

«Mi piace scherzare, Brandnew. Ma non mischio il lavoro con il piacere» lo sguardo di Momousagi mutò, abbastanza da fale abbandonare quell'aria da coniglietta e farle acquisire l'aspetto di una tigre a caccia.  «Dì a Sengoku di stare tranquillo. È tutto sotto controllo»

«E la tua collaborazione con Akainu, anche quella è sotto controllo?»

«Tutto, mio caro, vuol dire tutto» sorrise maliziosa inquietando il commodoro.

«E... cos'hai intenzione di fare?» domandò Brandnew, deglutendo.

Lo sguardo del viceammiraglio si accese in una fiamma d'ambizione, subito dopo scosse la testa tornando la stessa Momousagi di sempre «Se-gre-to» rispose facendo un cenno di dissenso con la mano. «Piuttosto» riprese a camminare all'improvviso, sicura di essere seguita dal Marine «Sei poi riuscito a farmi quel favore? Non era urgente ma, presto o tardi, potrebbero servirmi quelle informazioni»

«Parli della ricerca che mi hai chiesto?» domandò il commodoro ricevendo subito in risposta un segno affermativo. «Ci stiamo ancora lavorando, ma direi che siamo quasi riusciti a scovarlo» avanzò Brandnew scrollando le spalle «Anche di quello volevo parlarti, perché ti serve rintracciare quei ribelli dopo due anni di latitanza?»
«Abbi fiducia, Brandnew» replicò entusiasta Momousagi «Tutti meritano una seconda possibilità, ed io ho grandi idee in mente»
 
 
Il relitto abbandonato – L’angolo dell’autore.
 
A diversi mesi di distanza ecco che riprende l’epopea. Mi sento in colpa per aver lasciato Smoker e Apoo a pestarsi per parecchi mesi così come mi è davvero dispiaciuto lasciare Momo e tutta la combriccola di pirati ma, purtroppo, una serie interminabile di sfortunati eventi mi ha costretto a rimandare a ripetizione mandandomi in latitanza da efp e da qualsiasi altro progetto avessi in porto.
 
Anyway, eccoci qui, c’è ben poco da dire se non che sono tornato!
 
Spero vi piaccia questa ripresa e voi adoratori di Kidd e Killer non temete, presto li rivedrete su queste pagine… non ho la minima intenzione di svanire ancora una volta XD
 
Ah ricordate: I commenti fanno felice l’autore.

mlegasy
  
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