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Autore: Soly_D    11/04/2015    9 recensioni
#05. Speranza – It’s [not] a matter of genetics
...allungò una mano verso il visino addormentato di Ace, così liscio e paffuto che doveva per forza essere fatto di gomma e che sarebbe stato indubbiamente in grado di allungarsi. Insomma, si trattava di Monkey D. Ace: era o non era suo figlio?
[Raccolta RuNami partecipante alla Challenge "One Piece... emotions" indetta da Emanuela.Emy79]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Rufy/Nami
Genere: commedia, sentimentale, slice of life
Rating: verde
Prompt: speranza
Note: questa fanfiction partecipa alla Challenge One Piece... emotions indetta da Emanuela.Emy79 sul forum di EFP.

Captain & Navigator
[every king needs a queen]



#05. It’s [not] a matter of genetics

Rufy si richiuse la porta alle spalle e con passo felpato attraversò la stanza illuminata solo dall’abat-jour posto sul comodino.
Arrivato di fronte alla culla, non potè fare a meno di sorridere intenerito di fronte al piccolo Ace che dormiva beato con i pugnetti stretti ai lati della testa e una piccola bolla che usciva dal naso gonfiandosi e sgonfiandosi ad ogni respiro, mentre ai suoi piedi giaceva il lenzuolo stropicciato, reduce da una lotta all’ultimo sangue. Rufy aveva ormai perso il conto di quante volte Nami gli avesse ripetuto quella noiosa tiritera a proposito della genetica, ma lui non riusciva proprio a perdere le speranze. Voleva, doveva ottenere conferma delle proprie convinzioni. 
Dopo aver gettato un’ultima occhiata in direzione della porta – la navigatrice non lo avrebbe mai perdonato, se lo avesse scoperto − allungò una mano verso il visino addormentato del piccolo, così liscio e paffuto che doveva per forza essere fatto di gomma e che sarebbe stato indubbiamente in grado di allungarsi. Insomma, si trattava di Monkey D. Ace: era o non era suo figlio?
Più determinato che mai, afferrò tra l’indice e il pollice la guancia del bambino. Stando attento a non esercitare troppa pressione e rischiare così di fargli male, cominciò a tirare lentamente la pelle fresca e vellutata: come previsto, la guancia si allungò di qualche millimetro.
A Rufy brillarono gli occhi. , stava funzionando! Ace era davvero fatto di gomma, proprio come lui!
Spinto da un moto d’orgoglio, tirò ulteriormente. «Forza, figliolo, un ultimo sforzo...».
La guancia, tuttavia, rimase ferma lì dov’era, ma in compenso gli occhietti vispi di Ace si aprirono e il suo pianto riecheggiò forte e chiaro tra le pareti della stanza, attirando l’attenzione della sua dolce mammina.



«Come diamine ti è venuto in mente di fare una cosa del genere mentre dormiva, razza d’idiota?!».
Nami fissava Rufy con aria furibonda, cullando Ace tra le proprie braccia nel tentativo di farlo riaddormentare.
«Ma Nami, avevo bisogno di vedere se è fatto di gomma! Altrimenti come posso insegnargli il Gom Gom Pistol? E il Gear Second? Eh? Come faccio?».
Nami lo avrebbe volentieri picchiato se solo non avesse tenuto Ace tra le braccia.
«Rufy...». Tentò di mantenersi calma. «Quante volte devo ripeterti che Ace non è fatto di gomma?».
Il capitano gonfiò le guance, quasi fosse lui il bambino, lì. «Ma ne sei proprio sicura? È mio figlio, dev’essere per forza fatto di gomma!».
Nami si schiaffò una mano in faccia per l’esasperazione. «Ma tu non sei nato così, lo sei diventato per aver mangiato il frutto Gom Gom! E i tuoi poteri non sono trasmissibili di genitori in figli! Te l’ho detto mille volte, dannazione!».
Rufy, dopo un attimo di esitazione, sollevò le spalle in segno di resa. «Okay».
«Okay?», ripetè la navigatrice, perplessa. «Non sei deluso?».
«No. Qualunque cosa Ace voglia diventare, io sarò sempre orgoglioso di lui... perché è nostro figlio, il frutto del nostro amore».
Di fronte alla spontaneità di quelle parole
, Nami sorrise emozionata e si strinse il bambino al petto, lì dove il cuore batteva forte.
Ah, quello stupido di un capitano...




Rufy calò un’altra volta la mano nella culla di Ace e questa volta afferrò un braccino, tirandolo con delicatezza verso di sé.
«E dai, piccolo, tieni contento papà...». Perché era vero che sarebbe stato orgoglioso di lui in qualunque caso, ma niente lo avrebbe reso più felice di potergli insegnare il Gom Gom Pistol o il Gear Second. In fondo la speranza era l’ultima a morire, o no?
Tuttavia... «Rufy». Una voce vagamente minacciosa riecheggiò dietro di lui, agghiacciandolo.
«N-Nami! Ti giuro che non è come pensi! Posso spiegarti tutt−AAAAAAH!».















Note dell'autrice:
Mi diverte tantissimo l'idea che Rufy sia convinto del fatto che suo figlio sia di gomma :'D
Spero che il capitolo vi abbia strappato un sorriso. Grazie a coloro che mi seguono e che vorranno farmi sapere la loro opinione! ♥

Soly Dea
  
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