Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: UiHamayu    11/04/2015    1 recensioni
Avete presente quando uno di quei sassolini fastidiosi vi si incastrano nelle fessure sotto la suola della scarpa?
"A furia di passare tempo con Marco avevo imparato a conoscerlo meglio, e lui aveva fatto lo stesso con me, 'riusciamo ad intenderci con una sola occhiata', conoscevo le sue abitudini, molto di lui, se avessi avuto un minimo di talento artistico avrei potuto disegnarlo qui su due piedi, ad occhi chiusi, semplicemente ricordandolo."
(art's by Gidan- Kuroki ; http://gidankuroki.tumblr.com/ )
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Marco, sorpresa, siam... Ehy, tu!

Mi guardo attorno perplesso, scioccato, confuso, esitante, scettico e, soprattutto, imbarazzato.
'Uccidetemi, adesso'.

-Sì, tu! Chi diavolo ti ha dato il permesso di girare come mamma ti ha fatto per casa mia?!
-C-casa..tua?

-Ah, ehm, ahahah- 'ora svengo, ora svengo, ora svengo'

-Allora? Vedo che le palle ce le hai, no?- mi copro istantaneamente la parte bassa del corpo con i vestiti che avevo preso, tutti appallottolati tra le mie mani -allora, ti decidi a darmi una spiegazione?- davanti ai miei occhi vi è un ragazzo dalla carnagione e il colore dei capelli similissimi a quelli di Marco 'anche fisicamente non è particolarmente diverso.. solo un po' più alto.. l'espressione e gli occhi, azzurri, però sono diversi'
-Isaac!- vedo il suo volto, affascinante e spaventoso, raggrinzarsi in un'espressione sofferente, quindi la sua mano raggiungere il retro della propria nuca, massaggiandola. Dopodichè, dalle sue spalle, illuminata dalla flebile luce dell'atrio, spunta, quasi come un fungo può comparire in autunno sotto agli alberi, un viso da me chiaramente riconoscibile: la madre di Marco.

-Oh, buonasera Jean, vedo che ti tieni in forma~- mi osserva compiaciuta

'E ora? Cosa dovrei rispondere? Avrà capito? Oh, a differenza di Marco è una persona estremamente intuitiva, di certo avrà capito.. allora perchè non è arrabbiata? E quel ragazzo.. quel nome, Isaac, Isaac.. Isa.. ISAAC E' IL FRATELLO DI MARCO, OH MERDA'

-Ah, che sta succ- Oh Isaac! Sei tornato anche tu con la mamma! Non me lo aveva detto!
-Volevamo farti una sorpresa, Marco- risponde sua madre sgomitando il fratello minore, ancora rigido e che, finalmente, distoglie lo sguardo truce dalla mia persona.
-Sì, già, proprio così, e vedo che anche tu ce ne hai fatta una, eh- indicandomi svogliatamente con un pollice, per poi avvicinarsi al suo “fratellone”.
C'è da dire che in tutto questo trambusto, però, l'unica cosa che riesco a notare è Marco, ancora totalmente nudo, che mi sculetta davanti abbracciando la propria famiglia appena rientrata da un lungo viaggio.
-Ah, ecco, quello è, ehm.. eheh- Marco arrossisce grattandosi con un dito la guancia, dando conferma e certezza di ciò che entrambi gli appena giunti avevano sicuramente pensato.
-Beh, io vado a spegnere la macchina, Isaac, tu vieni ad aiutarmi con i bagagli?

-Certo ma'

-Sarai stanco dal viaggio, vado io, d'accordo?- sorride Marco al proprio fratello, pieno di visibile gioia ed orgoglio nei suoi riguardi.
-Oh, allora ok

-Bene, torno sub-

-Fra', i vestiti.

-Uh?.. Oh, ah, oddio, sì, giusto!- corre verso di me che continuo incessantemente a fissargli il pacco che sbatacchia da una parte e dall'altra, arrossendo, ma senza riuscire a distogliere lo sguardo 'Sul serio c'è stato un tempo in cui disgustavo tutto questo e mi concentravo sulla vagina? Oh, Marco, quanto mi hai cambiato, cazzo!'
-T-tieni!- gli spingo contro tutto l'enorme ammasso di abiti, vergognandomi di me stesso.

-Oh, ma non servono tutti a me- mi sorride sfilando via dalle mie mani, con una delle sue, solo alcuni degli indumenti e stringendomi, con l'altra, un polso, come per reggersi in equilibrio 'anche se forse sta, più che altro, reggendo me'.
-Ahahah, giusto- mordendomi un labbro
-Senti, mi aspetti in bagno? Dobbiamo lavarci lo stesso.
-Ah, sì, vado in bagno- dopo essermi infilato inconsciamente la biancheria, resto imbambolato fino a che Marco non inizia a scendere le scale, mostrandomi così le sue meravigliose natiche lentigginose. Man mano che scende si infila su gli indumenti alla bell'e meglio, per poi correre, scalzo, verso l'auto della madre, posteggiata appena oltre il vialetto di casa Bodt.
Mi faccio coraggio e, tenendo lo sguardo basso, mi dirigo verso la mia meta.
-A-allora io vado in bagno, Isaac.- passo velocemente davanti a lui
Un colpo sulla parte bassa della mia schiena.

-Ahio!
-Che gridolino da femminuccia, mi piace.- si avvicina a me, da dietro, ponendomi una mano all'altezza del cuore, per poi iniziare, senza titubanza, a scendere; l'altro braccio è stretto attorno al mio petto. Il suo corpo è così schiacciato al mio da permettermi appena di respirare -anche il tuo odore da animale mi piace, che ne dici di fare una scopata anche con me?- mi morde leggermente la zona superiore dell'orecchio, mentre con la mano posta più in basso delle sue mi sfiora il ventre con un dito; lascio cadere a terra il resto dei vestiti che mi erano rimasti tra le mani.
-Ma cosa..!
-Andiamo, uno con la faccia come la tua non può fare sul serio con quello scemotto di Marco.- accenna una risata maligna
-Ma cosa, ehy, lasciami..- 'se opponessi resistenza forse si farebbe una brutta opinione di me e non mi lascerebbe frequentare Marco.. cosa dovrei fare?'
-Allora? Cosa ne dici? Però io sto sopra, eh, ma a quanto pare non hai problemi a fare il sottomesso, giusto? E' il tuo culetto che me lo ha detto. Ho davvero insegnato bene a quello lì, no?- lascia uno sguardo verso la porta, dalla quale è impossibile vedere ciò che sta avvenendo qui all'interno.
-Porca puttana,fermati e chiudi quella fogna del cazzo, cazzo!
-Eh?- lo spingo via, voltandomi verso di lui.
-Marco ti aveva descritto come una persona fantastica e meritevole di attenzioni, non mi aspettavo fossi questo genere di merda! Lui non è uno “scemotto”! Come ti viene da pensare questo del tuo fratello? Il maggiore per di più, ma non ti vergogni?! E poi che diamine significa che gli hai insegnato bene?! Sono certo che in ciò che ha fatto lui- istintivamente lo prendo per il collo del gilet di stoffa morbida posto al di sopra della sua camicia e lo sbatto contro la parete a me anteriore -in..- arrossisco leggermente, poi riprendo, in maniera decisa, il fiato e, involontariamente sputando fuori un po' di saliva, anche il mio discorso rabbioso -in ciò che ha fatto, che abbiamo fatto, non c'è di certo nulla di tuo, nulla del tuo essere viscido mi ha raggiunto attraverso le sue dolci, dolci mani! Lui ti ha descritto come una persona splendida e invece..- batto un pugno contro la parete -e invece.. che diavolo gli passa per la testa a quell'altro.. sei disgustoso, nulla a che fare col mio Marco, nulla a che vedere.- stringo i denti, tenendo senza fatica il confronto con quegli occhi dal colore del cielo che mi osservano -ora me ne vado nel cesso, non mi importa di quello che dirai poi agli altri- 'già, non mi importa' lo lascio andare -so per certo che Marco si fiderà di me comunque, Isaac.

-Splendido..- lo sento sussurrare appena voltategli le spalle

-Che cazzo hai detto?!- innervosito ruoto nuovamente verso di lui, pronto a sganciargli un pugno in pieno volto. Davanti a me una persona totalmente differente da quella contro la quale avevo appena sbraitato 'è un suo gemello, vero? Non può essere altrimenti! Quello sguardo sveglio eppure benigno.. non può appartenere ad Isaac'

-Prova superata, puledrino- mi strofina una mano tra i capelli, la scaccio via con un gesto brusco, incapace di detestare quel volto tanto simile a quello del mio Marco.
-Puledrino, un cazzo! Guarda che sono più grande di te!- lo fisso ancora una volta, perplesso su come possa essere la stessa persona di qualche momento prima

-Ahahah, va bene, va bene. “Cavallone” è approvato allora? O forse preferisci stallone?
-Ma che cazzo, vuoi le botte?- scrocchiandomi le nocche
-No, no, assolutamente, è che mi somigli troppo ad un cavallo di volto e, essendo più basso di me, mi è sembrato corretto utilizzare un diminuitivo, in tutti i sensi.
-...

-Dai, dai, non te la prendere. E.. scusa per prima.- ancora una volta la sua espressione si modifica totalmente: ora è una persona infinitamente seria.
-Perché mai dovrei scusarti, ah?

-Perché dici? E' che Marco tende a fidarsi troppo facilmente delle persone, per quanto sia ben più grande di me, è ancora ingenuo come un bambino..

-Questo lo sò anche io..

-..In passato lo trasformai in qualcosa che non era mai stato e che tutt'oggi non è, non so se te ne ha parlato..

-Sì, m-me ne ha parlato- 'ohhh, me ne ha parlato eccome. Ma perché un coglione simile doveva venirmi a rovinare l'atmosfera della prima volta?! Mi ricorda tanto una certa persona dagli occhi smeraldo che conosco.. se non fosse per quel viso e per quelle lentiggini.. dannazione'

-..beh, insomma, da quando è morto nostro padre, almeno è quello che mi ha raccontato la mamma, ha sofferto come un cane e si è chiuso in se stesso per un lungo periodo, quindi io, appena presa realmente coscienza delle mie “capacità” ho tentato di risolvergli il problema.. anche se nel modo sbagliato, e lui infatti ne è uscito.

-Ma ogni volta che ho visto il suo sguardo ridente tramutarsi in uno deluso e ancora più triste di prima al mattino, quando la ragazza o il ragazzo che fosse lo lasciava solo dopo una notte di sesso.. ancora non riesco a perdonarmelo. Non mi sei sembrato un tipo affidabile, poi il tuo nome, “Jean”, insomma, tutte queste cose..

-Cos'ha il mio nome che non va??- 'se non fosse il fratello di Marco lo avrei già pestato a sangue, dannazione.'
-N-nulla- deglutisce -ad ogni modo.. volevo testarti..

-Cha cazzo significa? Non ti giustifica.

-Non capisci? Non voglio che qualcun altro ferisca il mio fratellone!- 'anche se nel modo errato, è davvero preoccupato per suo fratello.. mh, che bambinone' sospiro

-Devi.. puoi stare tranquillo. Io.. sono- guardo dritto nelle palle dei suoi occhi- io sono innamorato di lui, innamorato terribilmente, è una sensazione che mi avvolge completamente tra le sue fauci, eppure è piacevole, non posso fare a meno di provarla, lo amo con tutto me stesso, non ho intenzione di abbandonarlo, mai.

Vedo gli occhi del ragazzone davanti a me illuminarsi, quindi me lo ritrovo improvvisamente aggrappato a me.

-Grazie Jean, grazieee~ ohhh JeanJeanJean~ JeanJeanJean~
-Vedo che avete fatto amicizia!- riesco a stento a volgere il mio capo per inquadrare Marco, con un paio di enormi bustoni in mano, che sorride amabilmente.

-Ah, ehm, g-già- tentando invano di scrollarmelo di dosso.
-Ohi, Marco, come lo avete fatto?

-E-eh?- faccio io nel totale imbarazzo

-Isaac, ma che domande sono!- lo vedo arrossire a sua volta, ora il fratello minore è con un braccio attorno al suo, di collo -vedi di comportarti più da uno della tua età, senza strafare come al tuo solito, e ricorda di-

-“di non fare sciocchezze, che la vita è difficile e non può andarti sempre tutto liscio.”- lo cita il fratello; poi all'unisono -“Anche se lo spero!

Entrambi ridono. Come ogni volta che accade, la risata di Marco risuona nelle mie orecchie come potrebbe farlo un coro angelico.

-E-entro in bagno.

-Arrivo, eh- mi rassicura Marco

-F-fai con calma- mi chiudo dietro la porta del bagno, senza però mandate.

'Cosa ho appena detto, iddio'

Arrossendo mi copro il volto con entrambe le mani, quindi sorrido guardandomi allo specchio, sentendomi un completo idiota.

'Va bene così'.

Dopo qualche minuto di osservazione di me allo specchio sento dei passi avvicinarsi.

'Oh, sarà Marco' mi metto con il sedere accostato al lavello, le braccia incrociate e una gamba leggermente flessa, quindi, con sguardo seducente osservo la vasca fumante, pronto a voltarmi, con la stessa espressione, verso colui che sta per entrare.

La porta si apre, aspetto che sia del tutto spalancata per voltarmi, con fare teatrale.

-Ehy Marco- inclinando leggermente il capo

-Jean, di nuovo buonasera!

-O-oh! Signora Bodt! B-b-buonasera! Mi scusi infinitamente per tutta questa situazione- chinandomi in avanti, tentato di prostrarmi a terra per tutti i disagi creati.

-Sù, su, tranquillo, nessun problema.- mi sorride caldamente, per poi posare sopra ad una piccola mensola bianca alcuni asciugamani -ho pesato che ti sarebbero potuti servire, dato che Marco ha già qui i suoi- istintivamente mi pongo una domanda, che fuoriesce dalle mie labbra

-Davvero non le da fastidio?

-Affatto.

-Wow..

-Cos'è? Ti aspettavi una scenata sferzante?

-S-sferzante..

-Sì, insomma, furiosa..

-No, no, questo lo sò, solo.. è proprio ciò che mi aspettavo effettivamente!- con una sincerità altra da me rispondo, grattandomi la parte più corta dei miei capelli.

-Solo.. sinceramente sò questa storia dei ragazzi di Marco da un bel pezzo e.. oddio, ammetto che all'inizio ho provato un grande sconforto ma.. sì, ecco, dopo aver capito che è qualcosa che può renderlo felice, facendomi due conti, non c'ho pensato due volte a lasciargli fare in santa pace- mi pone una mano sulla spalla, ancora sorridente, quindi mi scompiglia i capelli -e poi, nonostante le apparenze, tu mi sembri davvero un bravo ragazzo.- mi bacia la fronte per poi andarsene; passo, subito dopo, una mano tra i miei capelli, tirandomeli il più possibile sul viso.

Non ho idea di che espressione avessi in quel momento ma Marco, sì, proprio lui, appena entrato in bagno subito dopo la madre, scoppia in una grossa risata.

-Jean!

-Ah? Ah! Ah?! Cioè!- continua a ridere

-Ma che hai?? Ahahahahah- senza smettere
-No! Nulla!

-Rilassati!- ora si calma dal suo riso, senza però perdere il buon umore, mi accarezza i capelli

-Ma allora è un vizio di famiglia, eh?- brontolo per sviare il discorso, tornando ad aggiustarmi i capelli, ora davanti lo specchio

-Che intendi?

-Mettermi i capelli a merda intendo!

-Lo faceva mio padre.

-D-dici sul serio?

-Già- guardo il suo riflesso attraverso la specchiera, ancora sorride -ehy Jean, io non so ancora nulla sulla tua famiglia, lo sai?

-Davvero?

-Praticamente sì..
-Beh, niente di che, figlio unico, madre, padre e.. beh, prima c'era anche un seguito ma, lasciamo perdere- 'è una ferita ancora aperta questa per me' ne prendo coscienza solo ora, nel momento in cui i sorrisi sinceri e fraterni di Petra, Oluo, Ghunter e Erd mi ritornano, come un flashback, per la mente -Mio padre vive all'estero, mia madre si prende cura di me: loro si amano tanto da poter sopportare la distanza, ogni volta che si riincontrano sono felicissimi.. e se mia madre avesse l'utero avrei di certo un fratellino per ogni volta che si incontrano, se capisci cosa intendo.- sorrido e al tempo stesso sbuffo bonariamente terminando il breve riassunto.

-J-Jean!- arrossendo

-Lasci che tuo fratello dica quelle cose e io non posso permettermi neanche questo?
-Ho rimproverato anche lui, infatti..

-Hai ragione.. forse sono un po'..

-Un po'?

-N-nulla!

-...- fa lo sguardo triste 'e come potrei mai resistergli se fa così?'

-Geloso, HO DETTO GELOSO! Contento?!

-Ah, grazie Jean- si avvicina a me
-E per che cosa..

-Grazie per esserci- mi bacia improvvisamente 'avrei dovuto intuirlo' penso 'non sono abbastanza allenato', approfondendo il bacio.
-F-facciamo il bagno?- asciugandoci dalle labbra e dal mento la saliva, appena separati, gli chiedo

-Va bene, Jean- chiude la porta a chiave
-C-come ci mettiamo?

-Come preferisci!

-E' che.. un po' mi vergogno..

-Ma davvero?

-Cioè, lo sò che abbiamo scopato e tutto ma.. forse anche per questo..
-Prova a non pensarci, uhm..

-A-allora io.. mi metto qui?

-Come vuoi- faccio per entrare nella vasca -J-Jean hai acora indosso la biancheria..

-Ah? Dici davvero? Che sbadato!- sudando freddo. Mi levo la biancheria e, il più in fretta possibile, mi ficco nella vasca in un punto a caso.
-Se stai al centro non so proprio come mettermi- si sfila intanto il vestiario.

-Oh! Scusami..- chiudo gli occhi per preservare quel poco di casto che resta in me 'eccolo! E' entrato! E adesso? Come funziona?'

-Posso sciacquarti la schiena? E i capelli?- sembra davvero emozionato nella prospettiva di farlo 'come potrei mai rifiutargli anche questo?'

-C-certo..- mi volto, tentando di non far strabordare l'acqua, praticamente arrivata al bordo dopo esserci immersi entrambi all'interno.
-Grazie mille- lo sento allungarsi per afferrare i saponi, poco lontani, quindi ritornare alla sua posizione precedente

-Se vuoi puoi allungarle le gambe.

-Oh, dici sul serio? Grazie ancora!- le sue gambe si stendono al lato dei miei fianchi, un brivido mi percorre -sicuro che stai comodo anche così? -mi domanda notandolo

-Nessun problema- mi volto leggermente per sorridergli

-Sei pronto?

-Come sempre, capitano!

 

Passammo delle ore nella vasca, nonostante la maggior parte del tempo lo impiegammo per ridere, scherzare, fare umorismo sulla nostra oramai iniziata relazione e giocare alla nave o all'attacco dello squalo, e non tanto per lavarci fattivamente.

'Pensavo sarebbe stato un momento imbarazzante e difficile da affrontare senza disagi, ciò nonostante Marco rende tutto molto più semplice nella mia vita, dalle cose più stupide a quelle più importanti, riesce sempre a mettermi di buon umore..'

 

Eppure sapevamo entrambi, durante quello che restava della notte, dopo aver parlato un po' nel suo letto nel quale avevamo dormito assieme abbracciati, che il mattino sarebbe arrivato e che io avrei dovuto necessariamente prendere l'autobus per tornare alla mia dimora.

 

-Buongiorno Marco.- ho sussurrato, per svegliarlo, nel momento in cui mi sono finalmente arreso all'idea che fissarlo mentre dorme è sbagliato.

-Oh, b-buongiorno Jean- arrossendo senza alcun motivo in particolare mi risponde, stropicciandosi gli occhi

-Devo alzarmi se non voglio fare tardi a casa..

-Mmh, lo so sigh- pronuncia una sottospecie di onomatopea che da poco gli avevo insegnato 'ma che scemo..'

-Ma come faccio ad alzarmiii, aiutami tu, Marcoooooo

-Ti aiuterei pure se non fossi diventato l'eucalipto del koala Jean- sorride. Mi rendo finalmente conto di essere del tutto avvinghiato a lui.

-Uaaaah, ma non voglio lasciare il mio albero..!

-Se fai tardi dovrai passare il resto delle tue ultime vacanze da liceale a quei campi estivi dei quali mi hai detto ti ha parlato tua madre..- come per motivarmi

-Allora non torno a casa mai piuuuù- mi lamento in maniera infantile, non riuscendo a farne a meno

-Ma Jean..- mi rimprovera con lo sguardo

-Va bene, va bene, ho capito..!- strofino la testa contro il suo petto -ma ricorda che sei il mio eucalipto, mio e basta, chiaro?- borbotto

-Certamente- ride rassegnato

-Ook, è il momento di alzarsi, Jean- mi metto seduto, sbadigliando e stirandomi. Messo un primo piede a terra incontro una strana consistenza, una voce si solleva.

-Altri cinque minuti..!- ma questo è

-Oh..- si alza anche Marco, e si piega su di me per controllare e dare riprova a ciò che avevamo appena realizzato.

-Isaac..!- Marco si affaccia di sotto e gli bacia una guancia

-A lui dai i bacetti del buongiorno e a meno, eh?

-I-io.. è che.. Jean io- in panico farfuglia qualcosa di incomprensibile

-Mh, tranquillo, dai- un po' ammaccato nel profondo 'infondo è una mia sciocca fissazione, che diamine sto diventando..' compatendomi

-Ugh..- un po' rattristato Marco torna ad osservare il fratello, disteso sul pavimento all'interno di un sacco a pelo fucsia fuori e arancio all'interno.

-Gnuaaaah- si contorce quello “sotto osservazione”, pieno di sonno.

-Devi alzarti, dai..- Marco lo scuote con estrema delicatezza.

'Forse è la mia occasione si riscattare il mio onore'

-Posso?- domando a Marco che striscia nuovamente col suo intero corpo sul letto

-E' tuo.. in tutti questi anni non sono riuscito neanche una volta a farlo mettere in piedi senza l'aiuto di mia madre..

-Ehy, tu- gli assesto un colpo a mano chiusa a pugno sul braccio

-Ahi! Ma che modi!- si mette seduto bruscamente 'tutto al contrario di Marco si muove 'sto qui' neanche il tempo di concludere le lamentele che stavo programmando di esprimere, che la sua testa collide violentemente con la mia.

-Questo è troppo!- prendo il primo cuscino che mi capita sotto mano e lo scaravento con forza contro all'appena sorto Isaac. Come se la cosa non lo avesse scalfito, possibilità non possibile data la forza di collisione dell'oggetto a quella distanza ravvicinata, mi guarda.

-Buongiorno Jean!- con occhi sfavillanti -buongiorno anche a te, fratellone!

-Buongiorno un cavolo! Mi hai distrutto la faccia!- tocco la zona che mi aveva colpito e noto, con poca sorpresa, che vi era un rigonfiamento

-Scusamiiii!- mi abbraccia in maniera violenta

-Così peggiori la situazione!

-I-Isaac..

-Oh, scusami, non volevo!- allargando le braccia in senso di scuse nei miei riguardi colpisce l'occhio di Marco con un dito -scusa fratelloneeee!- gli salta addosso e lo stringe

-Tranquillo, ci sono abituato- fa la linguaccia 'MARCO HA APPENA FATTO LA LINGUACCIA. LO HA FATTO DAVVERO. OMMIODDIO, ORA LA MIA GIORNATA SI' CHE HA UN SENSO!'

-Uff, che antipatico!

-E' solo la verità, e lo sai bene.- 'però non è giusto che il MIO ragazzo con lui sia così accondiscendente e con me così ferreo..!'

-C-che cazzo ci facevi qui, comunque?- tirando al minore una leggera gomitata per attirare la sua attenzione e farlo, al tempo stesso, separare da Marco.

-Mi sentivo solo! Non mi andava di starmene dillà nella mia camera buia quando voi, qui, potevate pomiciare! Oramai di questo buco di città me le sono fatte tutte tante di quelle volte da poter indicare a memoria la posizione di ogni loro neo!

-Isaac!

-Ma che motivazione del cazzo!

-Jean!

-Che c'è?- rispondo simultaneamente con quello col quale stavo bisticciando.

-Che modi volgarissimi di parlare che avete..- scuotendo la testa in senso di diniego

-Umpf- fa il primo che era stato richiamato.

-Scusa Marco- rispondo.
-Ad ogni modo sono rimasto deluso, non avete fatto altro che stare abbracciati e strofinarvi l'uno all'altro durante tutta la durata della notte! Non mi sono divertito affatto! Il mio pisello è triste!

-Ma che diavolo ti aspettavi?!! E poi che diamine, Marco, perchè non compri un bel video porno a 'sto qui?!!- sospira

-Jean, guarda che è tardi..

-Tsk, giusto, per questa volta ti risparmio, piccoletto- faccio alzandomi in piedi e risultando quindi imponente rispetto all'altro, rimasto seduto -ma la prossima volta non avrai scampo!- lo minaccio osservandolo dall'alto in basso. Di scatto un bruco colorato si erge di fronte a me, superandomi di gran lunga nell'altezza.

-Sei davvero fico, Jean!- 'Ma quanto diamine è alto?? grrr'

-M-mh, ovviamente, lo so, non c'è bisogno che tu stia qui a ricordarmelo! E ci vorrà sicuramente molto tempo prima che tu possa raggiungermi!- aprendo le spalle e gonfiando d'aria il petto.

-Marco voglio farmi i capelli come Jean!- guardando, carico di aspettative, il fratello maggiore, appena alzatosi in piedi.

-Beh, devi chiedere alla mamma Isaac! Inutile che cerchi di raggirare gli ostacoli..

-Va bene, vado~- dopo avermi fatto l'occhiolino inizia, saltellando all'interno del suo caldo involucro, a dirigersi vero la camera della madre. Dopo qualche istante lo vediamo passare nella direzione opposta.

-Sarà già in cucina~- mette in chiaro rivolgendomi nuovamente un'occhiolino 'ma che diavolo vuole questo marmocchio??' rosso di rabbia resto fermo impalato a guardare fuori dalla porta.

-Jean, penso che i tuoi vestiti si siano asciugati, andiamo a prenderli?

-Ah! Certo Marco!- mi volto verso di lui tutto pimpante, senza alcun motivo in particolare, se non la gioia di averlo vicino. Mi rivolge uno dei suoi dolcissimi sorrisi di tutta risposta.

 

Entrambi ci dirigiamo a prendere i vestiti, a lavarci e a cambiarci 'Marco ha anche voluto pettinarmi i capelli.. vorrei restassero così per sempre.. e poi gli abiti che indosso odorano proprio come i suoi, di sapone al mughetto, così familiare..'.

Infine, dopo aver salutato tutti, mi avvio, accompagnato del più alto, alla fermata del bus.
-Sai Jean.. anche se prima ce l'avevo con te.. ora.. anche se provo una sorta di rancore nei tuoi riguardi, sento di non poter fare a meno di provare a stare con te.. è che.. Non vorrei ammetterlo, ma ho un po' paura di “innamorarmi” di nuovo di te.- guardando i larghi blocchi che compongono il trasandato marciapiede di quella località di campagna

-Grazie per avermi dato questa ulteriore possibilità Marco, davvero..- non riuscendo a fare a meno di osservare i suoi tratti, oramai fissati sulla mia retina, illuminati dalla calda luce della mattina.

-Mi hai dato troppo, e non sarei comunque riuscito a dimenticarti, purtroppo, quindi..- 'Che si senta intrappolato in questa situazione che gli impongo di vivere?'

'Lui mi rende felice, ma forse io non faccio lo stesso per..'

-Ma come purtroppo? Marco!- brontolo scherzosamente, per mandare via quel peso di cui mi si era riempito il cuore anche solo per quelle sue poche parole, urtandogli con tutto il corpo e sbilanciandolo leggermente verso la strada, occupata soltanto da veloci macchine di passaggio, incuranti del paesaggio e di ciò che accade al di fuori dei loro finestrini.

'Chissà come fanno a restare così impassibili nonostante fuori ci sia.. ci siano così tante belle cose'.

-Marco sono così felice di averti incontrato, non riesco.. non riesco più ad immaginare un futuro senza di te..- guardando verso la recinzione alla mia destra

-Mmh, capisco- non faccio in tempo a guardare l'espressione del suo volto, quelle parole sono state pronunciate con un tono assolutamente apatico.

'Cosa vorrà significare..?'

-Siamo alla fermata, Jean!- mi sorride bloccando la sua camminata

-Di già..- mi distraggo nuovamente dai miei precedenti e torno a guardarlo

-Uff, che palle..

-Dai, infondo non sarà per sempre, no?

-No ma.. come farò a stare tutti quei giorni senza vederti??- scuotendolo atrocemente
-A-ah.. non saprei, dai, non fare così..- abbracciandomi, avvolgendomi

-M-Marco ma che fai, qui i mezzo, ehm..- reprimendo i miei contrastanti istinti di respingerlo e di ricambiare la stretta, resto fermo.

-Va tutto bene.

-Marco io.. credo..- lo guardo 'devo farlo' -ti amo- riesco a leggere la profonda sorpresa nei suoi occhi, che subito iniziano a riversare fuori le emozioni che sta provando attraverso delle lacrime impressionantemente voluminose, nonché copiose nel loro susseguirsi.

-J-Jean..!- piagnucola con voce tremante, continuando a strofinarsi la parte superiore della mano sugli occhi.

-.D-dai, i-insomma, non fare così..- 'è tremendamente carino, così attenta al mio cuore..'

-M-ma tu hai detto.. davanti a me.. e io.. guaaah- continuando ad allagare le sue guance lentigginose 'non posso trattenermi oltre'

-Marco- lo chiamo, mi guarda ancora in lacrime, quindi lo bacio, spingendolo contro il sostegno della tettoietta che ricopre la panchina affiancata al cartello che indica la fermata. Le sue spalle, che urtano alla superficie liscia e fredda per la notte appena trascorsa, si incurvano. Prendo a baciargli il collo, lasciandovi qualche succhiotto, lui lascia fare lievemente ansimante, muovendosi come un'uccellino in cerca di cibo per incontrare nuovamente la mia bocca, che per qualche istante aveva abbandonato la sua. Torniamo quindi a baciarci: lui mantiene entrambe le mani sul mio petto, stringendo la mia maglia tra i palmi e le dita, spingendomi a continuare a consegnargli le mie labbra, ancora e ancora, allungo. Dopo qualche decina di minuti riprende a piangere, senza però interrompersi nell'agire.

-Mar..co- pronuncio riuscendo ad interromperlo, ad interromperci. Posa allora il suo mento sulla mia spalla e mi stringe nuovamente a se.

-Non voglio che te ne vada via..- mi sussurra, quasi come se avesse paura che io possa sentirlo.

-Marco..- lo stringo a mia volta, carezzando la sua schiena attualmente ricurva in avanti.

In lontananza il rumore del motore del pullman che si avvicina a noi.

 

Quella mattina ci è stato imposto di separarci per un periodo che sarebbe durato abbastanza da farci sentire entrambi infinitamente soli, abbastanza da farci sentire quanto la vicinanza dell'altro possa essere necessaria, abbastanza da darci, per l'appunto, una conferma dei nostri sentimenti reciproci.

In questo periodo, però, ci sentimmo ogni giorno via telefono o attraverso le videochiamate, nonostante l'iniziale difficoltà di Marco a comprenderne il più basilare meccanismo.

 

-Sai Jean, devo dirti una cosa- indossando uno sguardo titubante mi annuncia, con tono intriso di timidezza 'o forse timore?' durante una giornata come tante altre, mentre guardavamo assieme la tv nel salotto di casa, aspettando che mia madre portasse la cena, che si era ripromessa di preparare per “Marcobo, il più migliore amico in assoluto di Jeanbo” aveva detto.

-Parla pure, Marco- rispondo sorridente, senza spostare lo sguardo dallo schermo luminoso difronte a noi, privo della possibilità di sapere che cosa aspettarmi da quel sassolino tanto piccolo e al tempo stesso tanto ingombrante nella mia vita, che col tempo aveva preso man mano sempre più importanza all'interno della mia vita, trasformandosi in qualche modo sempre più in una piacevole compagnia me e per le mie giornate.

'Come può una singola persona regalare così tanto? Come può un ragazzo d'oro come lui aver scelto uno come me? Sono così fiero del mio uomo, delle sue lentiggini, della sua bellezza, delle sue azioni estremamente dolci, di camminare al suo fianco, della sua a dir poco enorme innocenza nel modo di pensare.. lo amo così tanto, il mio Marco.. nonostante siano passati questi.. Quanti? Quattro anni? Non riuscirei mai e poi mai ad annoiarmi dei suoi piccoli e grandi gesti, della sua risata, dei suoi movimenti inconsulti, delle nostre abitudini, dei nostri bisticci.. credo di non voler mai più cambiare il paio di scarpe che ho indosso da quando lo conosco, credo di non aver bisogno di alcun arnese per togliere dalla loro suola questo piccolo grande amore'.

-Credo proprio che questa storia non possa avere un seguito se..



spazio dell'autrice
Ed eccoci giunti all'ultimo capitolo di questo progetto durato probabilmente fin troppo(?)
Sono davvero soddisfatta dei miglioramenti fatti andando aventi nello scrivere questa fic ;v; e ringrazio infinitamente ogni singolo lettore che mi ha seguita fino a questo punto!~ <3
Sarei davvero felice se qui voleste lasciare una recensione dicendomi ciò che vi è parso di questo capitolo o del tutto in generale! uvu
(Ad ogni modo, spero il prima possibile, di riuscire a poter mettere davvero il punto a questo progetto attraverso l'epilogo che ho intenzione di inserire eve)
 

  
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