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Autore: Biohazard    11/04/2015    3 recensioni
"Non riesci proprio ad immaginare perché siamo qui?" chiese sempre più divertito l'uomo.
"No, non riesco proprio ad immaginarlo".
"Commodoro Smoker, lei è in arresto perchè colpevole di intrattenere una relazione con il Comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca, Portuguese D. Ace, detto Pugno di Fuoco. Tra una settimana sarà processato e sarà stabilita la sua condanna."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ace/Smoker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo


 
 
 

Ace percorreva la strada che attraversava il villaggio dell’Isola di Tenjima avvolto da un mantello nero e i suoi pesanti occhiali arancioni sotto i raggi del caldo sole di mezzogiorno. Il cielo azzurro era limpido e terso, e una leggera brezza marina attenuava la calura della giornata. Come al solito gli abitanti del villaggio si giravano sussurrando al suo passaggio. Per il giovane pirata non era una novità quel comportamento, succedeva spesso che gli stranieri diventassero subito l’argomento centrale delle conversazioni degli abitanti delle isole della Grand Line. Tuttavia l’interesse scemò quasi subito, appena si resero conto che non c’era niente d’interessante all’orizzonte. Un semplice ragazzo non poteva di certo sostituire il maggior argomento di conversazione che da lì a mese aveva scosso l’intera Grand Line e dominato le prime pagine di tutti i giornali: l’attacco ad Eines Lobby da parte di Portugese D. Ace e della ciurma di Cappello di Paglia, con la conseguente semi distruzione dell’Isola e la morte del Commodoro Smoker.
Era già trascorso un mese e molte delle ferite di Ace non si erano ancora rimarginate del tutto, nonostante l’assistenza di Chopper. Dopo quasi tre settimane in cui era stato costretto praticamente ad una degenza forzata, una sera Ace aveva deciso che non aveva più bisogno di cure – fisicamente parlando almeno – e aveva chiesto a suo fratello di accompagnarlo ad una delle isole più vicine, per procurarsi un mezzo di trasporto e riprendere il largo per sistemare una questione che aveva lasciato in sospeso. Adesso si trovava nuovamente sull’isola di Tenjima per chiudere un piccolo conto in sospeso. Sapeva già dove trovare il suo uomo.
Con passo deciso si diresse verso il bar e, una volta varcata la porta del locale, si fermò sulla soglia per individuare la preda. Non gli ci volle molto, stava seduto ad un tavolo, sbraitando a causa del troppo alcool e delle carte che a parer suo non erano state distribuite tutte nello stesso modo.
Il barista di là dal bancone aveva già visto dal passo dello straniero che a breve si sarebbe ritrovato a pulire cocci sul pavimento, per questo corse subito ad armarsi di scopa e secchio.
L’uomo era assolutamente rilassato e non si accorse del ragazzo che stava arrivando alle sue spalle, neanche quando i suoi compagni di tavolo erano ammutoliti.
“Ehi, ma che vi prende?” domandò, quando una mano incandescente gli si posò con poca delicatezza sulla spalla. Craig lanciò un urlo, alzandosi di scatto e afferrando la pistola per puntarla verso lo sconosciuto, la cui mano stava andando a fuoco. Basto quel semplice dettaglio per far capire a Craig chi era il suo avversario e rabbrividì ricordandosi di quello che era accaduto l’ultima volta che si erano incontrati. Si era vantato di aver dato una bella lezione a Pugno di Fuoco ed era stato altrettanto sicuro che dopo gli eventi di Eines Lobby sarebbe rimasto ben nascosto, oppure si sarebbe di nuovo rintanato dietro le brache di Barbabianca. Ma ora che lo aveva di nuovo davanti con gli occhi neri che saettavano fiamme come il suo corpo, si rese conto di essersi tremendamente sbagliato.
“Cosa ci fai qui?”
“Mi sembra ovvio Craig, voglio le informazioni su   Barbanera e poi prendere a calci il tuo flaccido sedere!”
In un millisecondo il locale si era svuotato. Craig deglutì, sapendo che questa volta non avrebbe potuto sottrarsi alla mano di Ace Pugno di Fuco.
 

La sera stava calando e Tashiji si apprestava a terminare l’ultimo giro di ronda sulle mura della città, quando vide qualcosa saettare in mezzo all’oceano. All’inizio era solo un piccolo punto indistinto, ma a mano a mano che si avvicinava, riconobbe lo striker di Ace-san e con un sorriso stampato in faccia corse ad avvertire il Dottor Shikara, affondando i piedi nella neve gelida.
“Sta arrivando!” disse tutta d’un fiato “Lui è ritornato a casa?”
“Sì nonostante le accese proteste. Con tutto quello che ha passato ha la testa ancora dura come quella di un toro.”
Tashiji rise alla battuta “Devo dire che non mi sono ancora abituata del tutto a questa situazione se devo dirle la verità.”
“Nemmeno io mia cara, ma adesso siamo dei ricercati e la gente dell’isola di Drum ci protegge e noi facciamo lo stesso con loro dagli attacchi dei predoni, cosa potrebbero chiedere di meglio?” il dottore sorrideva “Non credo ci troveranno tanto facilmente, devo dire che il dottor Chopper ha avuto veramente un’idea geniale. Sotto la custodia di Dorton non abbiamo niente da temere.”. Si alzò avvicinandosi alla finestra, osservando il castello che svettava sulla cima del monte centrale “E se devo dirti la verità, è un vero onore potermi confrontare con un medico del livello della dottoressa Kureha.”
“Forse ha ragione, alla fine troveremo anche noi un nostro equilibrio.” Disse sedendosi su una sedia “Certo che ancora non riesco a credere a quello che abbiamo fatto, abbiamo sfidato una potenza imponente come il Governo mondiale e siamo riusciti a scamparla. Devo dire però che è un bene che tutti credano che il Commodoro sia morto quel giorno, noi siamo bersagli secondari, forse non ci stanno neanche più cercando. In fondo volevano solo che l’onore della Marina non fosse più infangato.” Concluse, mentre sfogliava a caso pagine di alcuni libri di medicina.
“Sono d’accordo con te ragazza mia. Se ripenso alla paura che mi ha fatto prendere quando l’ho visto cadere tra le braccia di Ace. Nemmeno io sapevo della sua particolarità, ma Ace sì, e questo ci da solo una vaga idea di come quel ragazzo sia riuscito ad avvicinarsi a Smoker, forse più di quanto non abbia mai fatto nessun altro.” Continuando a sorridere, osservò il cielo plumbeo cominciare a far cadere i primi leggeri fiocchi di neve. “Da adesso in poi tutto andrà bene.”
 
 
 
Ace correva sulla neve, avvolto dallo stesso pesante mantello che solo qualche ora prima lo proteggeva dai forti raggi solari. Piccoli sbuffi di condensa gli uscivano dalla bocca, mentre la neve gli si appiccicava al volto e ai capelli. Attraversò il villaggio di Robelle al cui limitare sapeva avrebbe trovato una piccola casa, nascosta tra gli alberi. Le finestre erano illuminate dalla calda luce del cammino acceso e un denso fumo grigio svettava dalla sommità del piccolo comignolo. Una volta di fronte alla porta si scrollò la neve dai capelli e aveva appena alzato la mano per bussare che la porta si aprì. Smoker stava in piedi sulla soglia con lo sguardo truce.
“Hai fatto presto” disse spostandosi e facendo entrare il giovane pirata “Non gli hai fatto troppo male vero?”
“Non troppo” rispose, con un ghigno malefico stampato sulla faccia.
“Hai avuto le informazioni che volevi?” Smoker prese un sigaro e, avvicinandolo al fuoco del camino lo accese.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, pensò il ragazzo tra se e se.
“Sì, ma credo che per adesso mi fermerò un po’ qui.”
“Mpf… quindi dovrò sopportare la tua fastidiosa presenza ancora per molto?” domandò ironico il commodoro.
“Suvvia vecchio, non farla tanto lunga” e detto ciò si avvicinò all’uomo abbracciandolo “Lo sai che devo tenerti d’occhio”.
Un leggero pugno si abbatté sulla giovane testa corvina, mentre Smoker lo cingeva con un braccio.
Ace appoggiato contro il petto dell’uomo non poteva fare a meno di ascoltare i battiti del suo cuore che però provenivano dal lato destro del suo torace.
Com’è che aveva detto il dottor Shikara? Solo pochissime persone presentavano quella particolare condizione detta situs inversus, dove gli organi della persona erano totalmente o parzialmente situati nella parte destra del corpo. Erano rimasti tutti a bocca aperta quando Ace aveva spostato lo stetoscopio sul lato destro del torace, facendo strillare la renna dallo stupore, così come tutti gli altri. Nel caso di Smoker l’unico organo sulla destra era il cuore, un cuore veramente speciale, pensò ridendo.
“Che hai da ridere moccioso?”
“Nulla” rispose incontrando lo sguardo di disapprovazione di Smoker e con un ghigno furbesco a fior di labbra, si alzò in punta di piedi per incontrare la bocca dell’uomo per cui aveva rischiato la vita, e che rispose senza alcun indugio, stringendolo ancora più forte a se.
 
Tutto andava bene.
 

 
 


 
Fine

 
 

 
 
NdA: Beh, eccoci arrivati alla fine di questa fan fiction, che spero vi sia piaciuta. Ringrazio tutti coloro che hanno commentato, letto e seguito la storia fino a qui. Grazie davvero tanto.
Non so come mi era venuta in mente l’idea del cuore a destra, ma mi era piaciuta subito e da Wikipedia mi sono documentata sul nome di questa condizione particolare del corpo umano. Insomma mi sembrava un colpo di scena originale e spero sia stato così.
Se vi piacciono le mie storie, nei prossimi mesi mi troverete attiva sul fandom di Dragon Ball con la fic “Being Human” e con un nuovo lavoro in progettazione per lo stesso fandom, e una volta concluso quello, mi dedicherò a quello di Harry Potter.  Questi vorranno essere lavori più completi e maturi rispetti ai miei racconti precedenti.
Insomma sono tornata all’opera e oltre a dedicarmi a lavori nuovi, terminerò quelli che avevo lasciato in sospeso. Che dire, spero che abbiate voglia di leggere ancora altri miei lavori.
A presto e grazie ancora.
Baci.
P.S. se notate errori segnalatemelo, provvederò a correggere al più presto!
  
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