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Autore: kuma_g    12/04/2015    1 recensioni
Tarik e' un principe troppo bravo e bello per trovare interesse in qualcosa o in qualcuno. Un giorno conquistato un villaggio incontra un ragazzino. Sarà lui la cura per la sua noia?
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Contesto generale/vago
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Tarik lo fece entrare con uno strattone. Il ragazzo cadde a terra, i polsi ancora legati e ancora ricoperto di fango. "Anche se ho accettato di venire con te non pensare che ti renderò le cose facili." "Se avessi voluto le cose facili avrei preso tua sorella" -rispose Tarik chiudendo a chiave la porta della sua stanza. Era una stanza non grandissima ma ben arredata in un tono rosso cupo illuminata solo da qualche candela. Al suono della porta chiusa a chiave il ragazzo indietreggiò fino a toccare il muro con la schiena e si alzò a fatica, il dolore delle frustrate ancora si faceva sentire. Il principe Tarik iniziò a slacciarsi la camicia avvicinandosi a lui. Il ragazzo indietreggiò fino a trovarsi all'angolo. Il principe allungò una mano per toccarlo. Con le mani legate il ragazzino cercò di scansarlo per corrergli affianco, ma il principe gli tiro' una ginocchia nello stomaco, costringendolo ad accartocciarsi al suolo. Lo afferrò per la casacca sollevandolo come fosse un uccellino e lo sbatte' sul letto a pancia in giù. Con sforzo il ragazzo si girò e si ritrovò il principe sopra, che gli afferrò i polsi portandoglieli sopra la testa, fu inutile ogni tentativo di sciogliere la presa. Il principe posò un bacio lascivo sulle sue labbra e il ragazzo colse l'occasione per morderlo, lasciandogli una ferita lieve. Il principe si leccò il sangue dal labbro. "Devi imparare alcune cose... La prima lezione è: non mordere!" Detto questo iniziò a mordicchiargli le labbra, poi passò alle orecchie, per scendere sul collo e assaporare la clavicola, lasciando piccoli segni di morsi su tutto il percorso. Il ragazzo cercava di dimenarsi ma il principe lo teneva ben bloccato, così quando lo sentì rilassarsi pensò si fosse rassegnato al suo destino. "Ti sei già arreso? O speri che così ti faccia meno male?" lo apostrofò deridendolo. Quando alzò la testa vide che era svenuto. Lo lasciò andare e si riallacciò la camicia. Lo coprì con una coperta e se ne andò. L'avrebbe preso quando fosse stato cosciente. L'avrebbe sentito urlare.
   
 
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