Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lullaby1992    12/04/2015    1 recensioni
Una misteriosa donna, vestita con gli abiti della gendarmeria, arriva nell'ufficio di Erwin, citando una vecchio patto che ci sarebbe stato tra i due, e incitandolo a mantenere la parola data, pena, la sua vendetta.
Inoltre, tra lei, una bellissima e affascinante donna, di nome Astrid e il Capitano Levi sembra esserci una certa conoscenza, nonchè forse, vecchi rancori. è forse un amore andato a male, o solo incomprensioni dovute alla separazione delle scelte di vita?
I membri del corpo ricognitivo non conoscono per niente questo nuovo personaggio, eppure il capitano sembra conoscerla piuttosto bene. E il suo improvviso trasferimento dalla gendarmeria al corpo ricognitivo solleva alcuni sospetti, eppure il comandante sembra fidarsi di lei...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irvin Smith, Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Astrid si ritrovò a cavalcare nella formazione meno di una settimana dopo il suo arrivo.

Era stata una settimana intensa, dove reclute e ufficiali avevano lavorato sodo. Sia per mostrare 'i trucchetti' alle reclute, che per prepararli alla sortita.

Gli spiegarono come si doveva tenere la formazione, come era formata, come reagire agli imprevisti, come segnalare e tutte quelle cose che dovevano sapere per restare in vita.

Erwin aveva escogitato un ottimo sistema di segnalazione con i fumogeni, ma in caso di pioggia, dovevano orientarsi con dei particolari segnali acustici.

Astrid poi si impegnò con dovizia all'addestramento anti-titano con le reclute.

Era stata troppi anni nella gendarmeria. Non voleva ritrovarsi 'arrugginita' una volta fuori, per cui doveva riprendere la mano alla svelta.

Levi osservava senza dire nulla l'impegno della donna. Si limitava a guardare, con l'aria di un falco incerto su quello che sta vedendo.

Astrid faceva da apri pista agli altri, mentre l'addestratore stillava consigli dal bordo del bosco, dove erano state portate delle sagome con il collo fatto di un materiale apposito per simulare la carne dei titani da tagliare.

Hanji li guardò con il binocolo, seguendone i movimenti.

Da dopo che i suoi due titani erano stati uccisi e il colpevole non era stato trovato, si erano messi d'accordo con Erwin di uscire dalle mura il prima possibile.

Waaa che manovra. Certo che Astrid ci sa fare con il dispositivo per la manovra tridimensionale” commentò ammirata Hanji. La donna eseguiva curve strette e manovre agili ingranandole una dopo l'altra senza sprechi di gas.

Per chi è nato con le ali, volare non è difficile” disse impassibile Levi, rendendosi solo conto troppo tardi di esserselo lasciato sfuggire.

Sento ammirazione nella tua voce?” lo punzecchiò Hanji con un sorriso.

Tsk” sbuffò l'altro.

Che razza di risposta sarebbe?”

Piantala Hanji. Lo sai bene che eravamo cadetti nello stesso gruppo, e siamo stati in Ex-equo sul primo posto. La conosco abbastanza da sapere che probabilmente anche dentro la gendarmeria non si sarà lasciata impigrire. Si sarà allenata negli spazi stretti tra gli edifici, per cui trovo naturale che sia abile.

Ne abbiamo discusso con Erwin solo l'altro giorno l'hai dimenticato?” rispose lui annoiato.

Hanji mise un finto broncio “Certo che sei proprio noioso eh... con te non si ha mai un minimo di soddisfazione...”

Se per te farti gli affari altrui è una soddisfazione...” rispose scuotendo leggermente le spalle lui.

La tua risposta però include che in effetti qualcosa di cui impicciarmi c'è...” ghignò lei.

Pensala come ti pare” fu la pacata conclusione, forse un po' scocciata di Levi.

Detestava Hanji quando faceva così!

Astrid però dimostrò che il suo grado aveva motivo d'essere. Sebbene fossero anni che non si allenava contro i titani, e quindi avesse perso un po' la mano nell'usare le lame, compensava ciò con manovre agili e disinvolte anche negli anfratti più stetti o difficoltosi, e la capacità di adattarsi velocemente alle situazioni nuove.

Inoltre, sebbene il suo ingresso nella legione fu movimentato, il rispetto che presto si trovò a provare nei confronti della mente laboriosa di Hanji o alle ciniche strategie di Erwin, fecero sì che si comportasse in modo educato e rispettoso, facilitando anche il compito degli altri ad accettarla.

I cadetti la trovavano una tipa eccentrica ma forte. Eren la prese in simpatia, aiutato anche dal fatto che il più delle volte Astrid non badava molto alla formalità. Esigeva rispetto, ma non gli importava poi così tanto di essere chiamata 'Capitano' o 'Signora' in continuazione.

Armin diffidava ancora di lei, come anche Mikasa, ma il biondo comprendeva anche il valore che aveva come soldato, e dunque, anche se aveva dei dubbi comprese presto perché Erwin aveva rischiato di prenderla con sé, anche con il rischio di ritrovarsi una spia della gendarmeria tra le mani.

Altri, come Christa, che era più timida di carattere e tendente a essere introversa e a ritenersi debole, la vedevano quasi come un modello da seguire. Una donna ufficiale che almeno all'apparenza non aveva paura di niente.

Quando quindi partirono per la missione, e le porte si spalancarono di fronte a loro, mentre le enormi grate si sollevavano, Astrid sentiva il suo cuore battere all'impazzata.

Il mondo. Il vero mondo oltre le mura.

I suoi occhi si spalancavano mentre le zampe del cavallo baio che aveva macinavano metri su metri, portandola sempre più lontano. Erano ancora dentro i territori perduti del Wall Maria, ma pensare che lì non avrebbe trovato più tracce di umanità... li facevano sembrare diversi.

Astrid aveva vissuto gli ultimi anni tra gli intrighi della gendarmeria, e trovava quasi nauseante, il casino degli umani. Pensare di un luogo totalmente privo di essi... le fece provare un brivido di gioia. Di libertà. Una sensazione di non avere né legami né obblighi.

Solo il suo desiderio, da seguire nella più totale libertà. Era lei a voler essere lì. Era stata lei a sceglierlo, a volerlo. E anche se obbediva a ordini dei superiori... si sentiva leggera come il vento. Quello era il suo posto.

Era forse quella la sensazione del possedere le 'ali della libertà'?

Il lottare per un domani migliore, per sé, per gli altri. Per un domani senza mura e senza confini. Se era così, allora voleva provare quel brivido. Ancora e ancora.

Si trovava nel cuore della formazione. Con Eren e Levi.

Non è da te rimanere zitta così a lungo...” considerò Levi. Si pentì quasi subito di aver parlato, quando i due occhi blu si posarono su di lui.

Era impossibile ignorarla dannazione!

Lei gli sorrise, risvegliando ricordi in lui che avrebbe preferito lasciare sopiti.


Una ragazzina magra, smunta, con ormai solo più la pelle tirata sulle ossa come se tutto il resto del suo corpo fosse andato consumato altrove.

Merita davvero la pena?” gli chiese lei, lo sguardo cupo, quasi rassegnato.

Lui comprese però la domanda. Merita davvero la pena vivere?


Scosse leggermente la testa per togliersi il ricordo dal cervello prima che diventasse troppo invadente.

Mi stavo godendo le mie ali della libertà...” rispose lei, tornando a puntare lo sguardo verso l'orizzonte. Sgombro da case, fabbriche, fattorie, o qualsiasi altra costruzione umana.

Prese un profondo respiro, quasi di soddisfazione o di sollievo. Sia Eren che Levi la guardarono.

Dovessi morire oggi, sono felice di aver visto il mondo fuori dalle mura. Certo, siamo ancora dentro al wall Maria, ma ora è diverso. L'aria è diversa è...”

...libera” completò pacatamente Levi, ritornando a guardare davanti a sé.


Sta succedendo qualcosa sul fianco destro” commentò un soldato in coda con noi.

è troppo tempo che non mandano segnalazioni, e onestamente non mi sento così ottimista da pensare che stia andando tutto a meraviglia” ammise Astrid.

Proseguiamo. Siamo ormai in vista della foresta degli alberi giganti” ordinò Levi.

Fumo nero a ore cinque signore!” c'avvisò una vedetta nel retro.

Fu poco dopo che giunse al galoppo, in tutta fretta un uomo con il viso disperato.

Un titano anomalo signore! Ha falciato via tutto il nostro fianco destro! È un titano femmina. Capelli biondi di media lunghezza, una quindicina di metri d'altezza”

Astrid imprecò tra i denti, Levi strinse un poco gli occhi, mentre il viso di Eren si faceva all'improvviso scuro e rabbioso.

Gli altri si fecero invece solo più seri. Erano stati scelti per la protezione e il controllo di Eren. Erano tutti soldati d'élite. Scelti per la loro abilità. Non era la prima volta che vedevano amici e commilitoni sbranati dai giganti, sapevano come funzionava la cosa.

Astrid però sentì il cuore prendere a palpitare più irregolare, preso a metà tra paura ed eccitazione. La sensazione non era poi tanto diversa dal solito. La possibilità di rimanere uccisi, di vedere ferito chi si ha accanto è sempre un'eventualità da considerare. Sebbene il più delle missioni della gendarmeria avesse un tasso di morte drasticamente inferiore a quello della legione ricognitiva.

Prese quell'emozione e la trasformò in brama da battaglia. Fare a pezzi il nemico. Questo era il suo obbiettivo. Tanto più che ora i nemici non erano solo quelli di un governo ladro e che si faceva solo i fatti propri.

No, i giganti erano il male dell'intera umanità. Spazzarli via era un bene.

Ho il permesso di lasciare la formazione?” domandò piatta.

Levi soppesò la domanda prima di rispondere “no”.

Sapeva il valore individuale di lei, e sapeva che lavorava bene da sola ma, se le cose andavano come credeva Erwin, doveva tenere la formazione compatta.

Lei non si perse d'animo, né la ebbe a male, si limitò a lasciare un po' le briglie del suo cavallo, così che corresse assieme agli altri in formazione e a ruotarsi sul busto per tenere lo guardo puntato sulla presunta posizione del titano femmina che li stava raggiungendo.

Quello che accadde di lì nei seguenti cinque minuti sembrò più lungo di una giornata intera.

La gigante fece la sua comparsa all'orizzonte, in rapido avvicinamento. L'ordine di Levi però rimase immutato. Correre più veloce, senza voltarsi indietro.

La titano si faceva sempre più vicina, mentre loro s'inoltravano nella foresta, squadre spuntavano da sulle cime degli alberi solo per essere sistematicamente ammazzati da quella maledetta. Precisa, pulita, avveduta.

Cazzo, Levi quella titano sta sterminando tutti gli uomini! È... è intelligente dannazione!” dissi senza più riuscire a trattenermi.

Lui mi guardò con espressione piatta ma compresi e mi zittii.

Loro sapevano! Loro lo aspettavano!

Capisco...” disse solo Astrid, tornando a fissare davanti a sé.

Proseguite! In fretta!” ordinò infatti lui.

Le grida strazianti di uomini lasciati in fin di vita senza neppure la carità di ricevere un colpo di grazia però era una cosa che penetrava dalle orecchie, al cervello sino nei meandri più profondi per petto. Dove ristagnava, scuotendo l'anima e facendoti sentire un meschino maledetto a proseguire la strada senza far nulla.

Astrid digrignava i denti in silenzio, i suoi occhi blu stranamente fissi e brillanti, come se li avesse induriti per renderli zaffiri di una tonalità stranamente scura.

Alcuni degli uomini che circondavano Eren piangevano in silenzio, senza smettere di galoppare e senza osare perdere la concentrazione. Se ne andava della vita di tutti. Però non riuscivano neppure a trattenere le lacrime.

Eren invece si guardava la mano. Come incerto di volergli staccare un morso e trasformarsi in titano per affrontare quella stronza che decimava i suoi compagni.

Perché ormai, pure lui doveva aver capito che era troppo strana per un titano classificato come 'anomalo'.

No, quella era troppo intelligente. Quella era un umana trasformata a titano.

Levi con la sua voce pacata consigliò a Eren di prendere una decisione.

Non sta a me dirti cosa è sbagliato cosa è giusto, perché non lo so neanche io. Ma prendi una decisione e perseguila. L'esitazione farà finire ammazzati tutti” disse semplicemente con voce piatta Levi.

Ma fu Petra quella che infine lo fece decidere di fidarsi dei suoi compagni e proseguire.

Spalancai gli occhi assieme a Eren e alla squadra nel vedere le salve di cannone che vennero lanciate verso la gigante, che le trafissero la pelle, ancorandosi.

Erano tante punte uncinate legate a corde fissate ai grandi alberi.

Neppure la forza di un titano poteva sradicare tante corde insieme.

Erwin osservò la scena soddisfatto, anche se era ancora presto per cantare vittoria. La femmina di titano, era per il momento immobilizzata, e questa era una piccola vittoria!

  
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