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Autore: Sanae78    24/12/2008    1 recensioni
Storia di un bambino che desiderava solo festeggiare il Natale
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale a tutti!

Sanae78



Aspettava il Natale

di Sanae78



C' era una volta un bambino che viveva in un paese dell' est europeo con la sua mamma, il suo papà e svariati fratelli e sorelle. Non erano ricchi, ma quel poco che avevano bastava loro e non desideravano avere di più.

Per Natale avevano l' abitudine di riunirsi tutti insieme con gli altri parenti a festeggiare, e per ogni bambino c' era un piccolo regalo, di solito qualcosa che potesse tornargli utile.

Era la vigilia di Natale di due anni prima ed aveva salutato sua madre dicendole che sarebbe tornato per cena e con un suo amico, era andato a giocare con la neve in un posto che conoscevano soltanto loro.

Era così ansioso di poter festeggiare il Natale con i suoi che non stava più nella pelle ed attendeva con ansia l' arrivo del giorno dopo.

Aspettava il Natale con gioia, ignorando che da quel momento in poi quel giorno purtroppo avrebbe assunto anche un altro significato per lui.

Si era fermata una macchina ed erano scesi due uomini a loro sconosciuti, si erano avvicinati, li avevamo afferrati all' improvviso, tramortiti e caricati di peso sul veicolo.

Con il suo amico si era risvegliato in una gelida prigione ... era Natale!



Erano passati due anni ed un bimbo, quello stesso bimbo, si aggirava con i vestiti logori e tutto sporco per le vie del centro di Milano elemosinando.

Quello era il suo lavoro e doveva sperare che la gente che incontrava, fosse abbastanza generosa con lui, perché se non avesse guadagnato una certa cifra, al suo ritorno ci sarebbero state le botte e non avrebbe potuto nemmeno mangiare quel poco che gli veniva dato.

A volte tirava fuori quella figurina che gli aveva lasciato in custodia il suo amico prima di morire. Si era spento solo pochi mesi prima e fino ad allora si erano sempre sostenuti a vicenda giurandosi che sarebbero tornati insieme alle loro case non appena avrebbero potuto.

Quel piccolo oggetto era l' unica cosa che lo legasse alla sua vita passata ... lo avevano portato via dalla sua terra, dalla sua famiglia e gli avevano imposto anche un altro nome.

Il suo amico non ce l' aveva fatta, si era ammalato ed i loro aguzzini avevano deciso di negargli le cure ... chissà, forse, se l' avesse visitato un medico avrebbe potuto salvarsi?

Si era spento tra le sue braccia e prima di andarsene in cielo gli aveva fatto promettere di trasmettere per lui un messaggio ai suoi genitori ed alla sua famiglia, se mai lui fosse riuscito a fare ritorno.

Ignorava perfino se l' avessero sepolto. Il giorno dopo quegli uomini cattivi erano semplicemente venuti a prenderlo ed avevano portato degli altri bambini spaventati.

Ne arrivavano spesso di nuovi, come lui rapiti e costretti all' accattonaggio, alcuni di loro erano diventati suoi amici, mentre altri all' improvviso sparivano e non facevano più ritorno.

Anche in Italia le persone si stavano preparando a festeggiare il Natale e la gente passeggiava allegra per le vie della città illuminate ed addobbate a festa.

Gli capitava spesso di vedere dei bambini accompagnati dalle loro famiglie e di pensare alla sua.

Quante volte avrebbe voluto andare da uno di quegli uomini in divisa per dirgli il suo nome vero e chiedergli aiuto, ma non poteva.

Forse i suoi genitori lo stavano cercando chiedendosi dove fosse finito! All' inizio aveva tentato perfino di ribellarsi, di fuggire e per risposta gli era stato puntato un coltello alla gola e detto: 'Se fossi in te, me ne starei buono buono e non tenterei di scappare ... ricordati che tu non ci conosci, ma noi sappiamo chi è la tua famiglia ... non si sa mai, magari potrebbe anche succedere qualcosa di brutto a qualcuno di loro!' Per punizione l' avevano pestato a sangue.

Pensare che lui desiderava solo festeggiare il Natale, forse proprio quel Natale, come era concesso a tanti bambini nel mondo circondato dai suoi cari ... non desiderava altro.

Non gli importava nulla dei regali, voleva solo sentirsi libero! Libero di essere un bambino.

Nonostante tutto non riusciva ad odiare quella festa, perché in fondo al suo cuore il pensiero che quel giorno potesse nascere un bambino in grado di rendere migliori le persone, gli dava la forza di resistere.

Aveva cambiato talmente tante città ed imparato un pochino di Italiano chiedendosi sempre se tutto ciò prima o poi sarebbe finito.



Una sera aveva sognato che degli uomini buoni sarebbero venuti a liberare lui e gli altri bambini da quella terribile prigionia. Faceva freddo, nel tugurio dove vivevano, non avevano il riscaldamento e aveva una coperta per tentare di riscaldare il suo corpicino martoriato.

Si era svegliato all' improvviso e gli uomini che aveva visto nel suo sogno erano lì e stavano portando via i loro carcerieri in manette. Anche loro erano stati portati via. In una casa calda, dove erano stati visitati, avevano potuto rifocillarsi e mangiare tante cose buone.

Le sue preghiere finalmente erano state esaudite e forse presto avrebbe rivisto le persone che più amava anche, se sapeva, che l' esperienza che aveva vissuto, avrebbe lasciato delle ferite profonde nel suo animo che solo il tempo avrebbe alleviato.

Aveva avuto così tanta paura e ne aveva ancora talmente tanta! Non era ancora sicuro di poter dire a quelle persone come si chiamava in realtà, affinché potessero aiutarlo a tornare a casa sua.

Solo il giorno dopo aveva capito che i suoi rapitori non avrebbero più potuto fargli del male e che se voleva potevano aiutarlo.

Aveva detto loro il suo vero nome. Con l' aiuto di un interprete aveva raccontato a loro la sua storia. Uno di quei signori in divisa, aveva messo all' opera i suoi uomini, perché gli aveva promesso che l' avrebbe riportato a casa sua per Natale.

In poche ore erano riusciti a rintracciare la sua famiglia e aveva potuto salutarli per telefono, riuscendo a biascicare solo poche parole, tra le lacrime: era da così tanto tempo che non sentiva la loro voce e il cuore che gli scoppiava in petto per l' emozione.



Quel signore tanto buono e generoso, aveva mantenuto la promessa e con un aeroplano lo aveva accompagnato nella sua terra: ora stavano percorrendo in macchina l' ultima parte del tragitto che conduceva fino alla sua abitazione, dove tutti lo stavano aspettando ansiosi.

Dal finestrino poteva scorgere quei paesaggi che gli erano così tanto familiari e dove aveva trascorso tanti momenti sereni.

C' erano stati dei momenti in cui pensava che non li avrebbe mai più rivisti e che nessuno avrebbe mai saputo che fine avesse fatto.

Erano tutti lì, anche la sorellina nata dopo la sua scomparsa a cui sentiva già di volere un gran bene e sua sorella maggiore, nel frattempo si era sposata. Aveva in braccio il figlio di pochi mesi che portava il suo stesso nome. Era diventato zio e non lo sapeva.

L' auto si era fermata: di colpo era saltato giù correndo ad abbracciare sua madre che non la finiva più di piangere e lo teneva stretto stretto a sé temendo che qualcuno potesse portarglielo via di nuovo. Suo padre piangeva ed anche tutti i suoi fratelli e le sue sorelle. Sapeva che quelli erano pianti di gioia.

Ma non c' era solo la sua famiglia. In disparte con i visi tristi c' erano anche i genitori ed i fratelli del suo amico. Per loro purtroppo c' era tanto dolore!

Aveva detto a sua madre 'Devo andare!' e si era staccato da quell' abbraccio per dirigersi verso quella mamma disperata, sperando di lenire in qualche modo il suo dolore, tenendo fede alla parola data ad una persona a cui entrambi avevano voluto bene.

La signora in lacrime lo aveva accarezzato e gli aveva detto 'Grazie per essergli stato vicino ... almeno ora possiamo piangerlo e pregare per lui'. Il bimbo aveva tirato fuori dalla tasca la figurina che aveva custodito con tanta cure e l' aveva messa tra le mani della mamma del suo amico dicendole 'Questa l' ho conservata per voi ... prima di morire vostro figlio mi ha fatto promettere di dirvi che vi voleva bene e che era dispiaciuto per averla fatta arrabbiare prima di essere rapito. Avrebbe tanto voluto dirglielo di persona e chiederle scusa. E' stato coraggioso fino alla fine e non si è mai lamentato nemmeno quando soffriva per il male!'

La signora piangeva, mentre l' ascoltava: 'Mi ha detto di dirvi che ora è diventato un angelo custode e da lassù veglierà su tutti noi!' e lui sapeva che era così, l' aveva capito quand' era rimasto solo che c' era qualcuno, che non vedeva, che lo proteggeva.

Sapeva di fare la cosa giusta, rendendo felice anche quel suo amico che ormai non c' era più.



Era quel giorno che aveva sempre sognato, era Natale, anche se temeva di aprire gli occhi per timore di ritrovarsi di nuovo prigioniero.

La sera prima era stato perfino alla messa della vigilia ed aveva ringraziato il Signore per averlo salvato da quel grande pericolo.

Era al calduccio e sentiva vicino la presenza di persone che l' amavano, si era fatto coraggio ed aveva aperto gli occhi piano piano, trovandosi di fronte la sua sorellina che l' osservava con due occhietti curiosi.

Un momento, non era da sola, c' erano anche tutti gli altri suoi fratelli e sorelle che gli dicevano che tutti lo attendevano con ansia per festeggiare con lui.

No, era tutto vero, il Natale che aspettava da tanto tempo, era arrivato e il suo desiderio si era realizzato. Quel bimbo sentiva di essere al sicuro ed ora desiderava solo che a tutti i bambini del mondo fosse concesso il diritto di vivere da bambini.



Fine



  
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