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Autore: dalguelooks    12/04/2015    0 recensioni
"Avresti dovuto guardare meglio le mie braccia Charlie".
Charlie rimase spiazzata da quella frase. Forse per l'alchool presente in quel momento nelle sue vene, o forse per la potenza della voce con la quale Peter pronunciò quelle parole. Sentì letteralmente il mondo distruggersi attorno a lei.
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Peter non sapeva chi fosse quella ragazza, non l’aveva mai vista, ma soprattutto non capiva perché si stesse prendendo cura di lui senza nemmeno conoscere il suo nome.

Si sentiva veramente nervoso e non smetteva di stringere la mano chiusa in un pugno, facendo così diventare il palmo rosso fuoco, finché decise di alzarsi dal pavimento per andarsene.

“Dove stai andando?” chiese incredula Charlie. Charlie a pronunciare quelle parole si sentì per un momento in preda al panico, visto il conseguente sguardo inceneritore di Peter. Sembrava veramente incazzato. 

“A spaccare la faccia a quel coglione” rispose lui con fermezza. 
Charlie pur vedendo la convinzione sul volto di Peter non riuscì ad evitare una piccola risata divertita. 
Quel tipo era veramente buffo. Era appena stato pestato, era seduto a terra con il naso sanguinante e non si voleva arrendere. 
"Che cazzo hai da ridere?” 
"Nulla, scusa. Ma per favore, non fare cazzate. Lascialo stare quello lì, non ne vale la pena e magari cerca di sbollire un po’ la tua rabbia prima di combinare un casino rischiando anche di farti espellere”. 
Peter rimase decisamente sconvolto dalle parole di quella ragazza. Quasi ammaliato.
Lei stava cercando di aiutarlo ed evitargli degli altri casini. Non sapeva nulla di lui, eppure Peter sentiva come se lei avesse capito esattamente cosa fare e dire con lui. 
Per questo, decise di ascoltarla ed evitare di riempire di botte Mark per quella volta. 
Si sarebbe vendicato in un altro momento, in un altro modo.   
Charlie lo aiutò a medicare il taglio che Mark gli aveva causato sul naso che non cessava di perdere sangue, sentendo dentro di sé un filo di imbarazzo nel trovarsi così vicina al viso di Peter. 
“Comunque piacere, io sono Charlie”, aggiunse per distrarre la sua mente dall’imbarazzo. 
“Peter” , disse lui con tono abbastanza freddo e deciso.
Charlie stava iniziando a sentirsi decisamente a disagio. Quel ragazzo era così ambiguo. 
C’era un alone di mistero attorno a lui che Charlie non riusciva a fare a meno di notare. 
Era affascinante.
Finita l’operazione ‘Croce Rossa’, Charlie fece per alzarsi e andarsene, siccome la seconda campanella della giornata era suonata già da qualche minuto e lei non voleva arrivare in ritardo e stare fuori anche quell’ora. 
“No aspetta”, disse a gran voce Peter “Grazie, davvero”. 
“Non preoccuparti” rispose Charlie sorridendo. 
Peter non sapeva cos’altro dire, ma si sentiva sollevato. 
La frustrazione dovuta all’accesa lite con Mark e a tutti i suoi problemi personali era calata. 
Si sentiva in debito con quella ragazza.
Quella misteriosa “Charlie” aveva qualcosa, un qualcosa che affascinò Peter.
Non l’aveva mai vista prima, ma dopo tutto non frequentava troppo spesso la scuola. 
Su cinque giorni di lezioni, lui si presentava solamente a due. 
Peter aveva vent’anni ormai e non ne poteva più del liceo.
Frequentava ancora l’ultimo anno poiché purtroppo era stato costretto a ripeterlo. 
Odiava tutto e tutti lì dentro; i compiti, i professori, i compagni. 
Non gli interessava andare bene e non gli interessava nemmeno avere contatti con le persone. 
Peter era sempre stato un ragazzo scontroso, spavaldo, sfacciato. 
Negli ultimi anni però era diventato misterioso, silenzioso e poco socievole. 
Era un ragazzo davvero particolare, con una concezione del mondo tutta sua. 
Peter da qualche anno aveva chiuso i rapporti con moltissime persone a causa della fine della lunghissima relazione con Sophia, Sophia Downey, la ragazza più bella e popolare della scuola. 
Cosi ché il ragazzo si era ritrovato solo, tra una sigaretta e i mille pezzettini del suo cuore. 
Lui la amava, la amava davvero. Non aveva mai amato nessuno quanto aveva amato lei. 
O almeno questo era ciò che le faceva credere e che diceva agli amici.
Purtroppo non aveva mai perso l’occasione di andare a letto con altre ragazze ogni volta che poteva credendo fosse qualcosa da fighi , di cui però si pentiva ogni volta, dopo essersi reso conto che in quel modo la poteva perdere. Così tornava da Sophia implorandola di perdonarlo. 
Lei, ingenua e innamorata, ogni volta riusciva a passarci sopra; l’ultima volta però, era stata la goccia che aveva fatto traboccare definitivamente il vaso. 
Peter non era affatto bravo a mantenere le promesse e si era rovinato la vita con le sue stesse mani. 
Dopo la rottura infatti, per amara conseguenza tutti coloro che si definivano suoi amici erano magicamente spariti. Completamente dissolti nel nulla, eccetto Luke, Matthew e John.
Questi tre ragazzi erano stati gli unici ad aiutare Peter restando al suo fianco.  SI conoscevano da quando erano bambini ed erano tutti ragazzi particolari, con storie diverse alle spalle. Era per questo che avevano legato molto. 
Si riunivano spesso per una birra, una partita alla Play o semplicemente per andare in giro con le loro macchine sportive a fare casino per le strade. 
“Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Questo era ciò che gli ripeteva continuamente Luke , cercando di farlo ragionare e riflettere sui suoi sbagli.
Allo stesso tempo però, l’amico cercava di fargli capire che nella vita non ci si può fermare per un errore, anche se Peter ne aveva commessi ben più di uno, ma comunque è necessario andare sempre avanti, imparare dall’esperienza per cercare di non ripeterla più. 
Luke era davvero un ottimo amico, ed era solo grazie a lui che Peter aveva ritrovato se stesso. 
La rottura con Sophia lo aveva trasformato; Peter aveva perso la cosiddetta retta via  attraversando un periodo veramente buio, trovando conforto nella droga. 
Fumare erba lo faceva sentire rilassato, senza pensieri. Dimenticava ogni problema, ma quello di cui non si rendeva conto era che questo sollievo temporaneo lo stava portando solamente a sprofondare sempre di più. Durante questa fase Peter aveva instaurato un forte legame con Mark , il quale era diventato il suo punto di riferimento, uno dei suoi migliori amici.
Mark e Peter avevano in comune molto più di ciò che immaginavano.
Entrambi avevano passato un’adolescenza abbastanza travagliata e ormai alle soglie dei vent’anni si ritrovavano ad essere due ragazzi completamente coperti da maschere.
Mark era stato abbandonato dalla madre quando aveva tredici anni.
La donna aveva deciso di scappare in Africa per seguire il proprio sogno di pittrice, lasciando così Mark e il padre da soli senza più nessuna traccia. 
Peter fortunatamente, o sfortunatamente, aveva entrambi i genitori ancora intorno. 
Sua madre non era mai stata capace di trasmettergli dei valori, suo padre ancora meno. 
I genitori erano entrambi assenti, indifferenti. Lavoravano continuamente; si facevano vivi solamente un giorno alla fine del mese, quando arrivava lo stipendio che la madre trasferiva direttamente sul conto del figlio, credendo che quello fosse il modo giusto per renderlo felice. 
In realtà non si era mai preoccupata di come stesse davvero lui.
I due ragazzi erano così cresciuti alla deriva. Nessuno gli aveva insegnato a distinguere il bene dal male, nessuno si era mai interessato davvero a loro e questo li aveva portati entrambi sulla stessa strada, la via della droga. 
Mark vendeva e consumava allo stesso tempo. A lui piaceva la sua vita e amava soprattutto combattere contro il sistema. 
Peter era diverso, lui preferiva altro e quando aveva iniziato a rendersene conto grazie all’aiuto di Luke , aveva deciso di smettere con quelle cose e di conseguenza, smettere di frequentare Mark e il suo gruppo. 
Mark e Peter avevano iniziato ad odiarsi senza un vero e proprio motivo, probabilmente a causa delle prese in giro rivolte a Peter da parte dell’altro. La situazione era degenerata portandoli all’odio estremo quando Mark aveva cominciato a frequentare l’ex ragazza di Peter. I due si punzecchiavano spesso nei corridoi della scuola e, probabilmente la lite a cui Charlie aveva assistito quella mattina, era solo una delle tante. 
Erano le dodici e venti e finalmente l’ultima campanella prima del pranzo era suonata. 
Charlie si diresse verso la mensa per incontrare l’amica Tara che la stava aspettando al tavolo come concordato. 
“Charlie !” urlò la ragazza per attirare l’attenzione dell’amica che si stava guardando attorno spaesata e imbarazzata. 
“Oh grazie al cielo, Tara,sei qui. Pensavo te ne fossi andata chissà dove..”
“Dai siediti, ti ho preso un hamburger” 
“Grazie mille. Allora, come stai? Devi assolutamente raccontarmi come è andata la vacanza” 
“Ma certo. Sto molto bene e, Dublino era davvero bella, ho fatto talmente tanto shopping che per il ritorno ho dovuto comprare una valigia in più. Gli irlandesi sono davvero strani, tutti rossi, niente di che, ah. . . poi mio padre ha una nuova fidanzata. Una bionda cotonata e con un seno che sarà una settima, ma in fondo è gentile e sembra una a posto. Lui l’ho trovato dimagrito, sembra felice della sua nuova vita e sì, insomma. . sono contenta per lui. Tu invece? Non mi dici nulla? Charlie mi stai ascoltando?” 
Charlie aveva lo sguardo perso attorno a sé. 
“Scusa, mi ero un attimo distratta. Cosa stavi dicendo?” 
“Charlie. Ti conosco, non me la conti giusta. A cosa stai pensando?”  
 “Io? Cosa? A niente. Cosa ti salta mai in mente? Cosa? Nessuno. Niente” rispose Charlie con un tono di voce chiaramente nervoso.
La verità è che stava cercando di trovare da qualche parte lì intorno il ragazzo di quella mattina. 
Non poteva fare a meno di pensare a quello che era successo. Era così strano. 
Avrebbe voluto capire cosa era successo tra i due. Sarebbe voluta andare a fondo. 
Peter era seduto ad un tavolo in fondo alla mensa da solo e stava fissando fuori alla finestra con uno sguardo perso. Charlie avrebbe voluto tantissimo avvicinarsi a lui,ma le sembrava inopportuno. 
“Charlie?” 
“Eh?” 
Tara le aveva fatto ondeggiare una mano  davanti al viso per attirare la sua attenzione,occupata nel fissare Peter e pensare all’accaduto invece di ascoltare l’amica. 
“Scusami tanto, oggi sono molto distratta. Pensa che stamattina ho dimenticato che sarei dovuta andare in gita con la classe di matematica e , mi sono ritrovata da sola nell’aula”.
Tara scoppiò in una rumorosa risata. “Charlie, amica mia, ti giuro che in questi momenti capisco perché siamo amiche. Penso che dovrebbero inventare un Premio solo per noi per quanto siamo rincoglionite il ‘Chara Award’, che te ne pare?”. 
Charlie non poté fare a meno di sorridere divertita. “Hai ragione. Tra l’altro stamattina nella mia ora di cazzeggio totale mi sono imbattuta in una rissa tra il tuo amato Mark e un altro ragazzo”. 
“Cosa? Cosa ? C O S A ? Stai scherzando? Quando pensavi di dirmelo? Omiodio , Mark, il mio piccolo Mark. Cosa gli hanno fatto? Cosa è successo?” Tara era follemente innamorata di Mark. 
“Tara, calma. Mark è un grandissimo stronzo. Ha pestato di botte un povero ragazzo , non ho capito perché a dir la verità, vorrei tanto scoprirlo. Non so chi sia quell’altro ragazzo però. Non lo avevo mai visto qui prima di oggi”. 
“Beh  avrà di sicuro avuto le sue ragioni per prenderlo a pugni, tu che dici?”Tara , spinta dalla sua enorme crush cercava in ogni modo possibile di difendere Mark, ma Charlie non lo sopportava neanche un po’ ed era convinta che in quel caso Mark era dalla parte del torto. 
“Tara, qualunque siano i suoi motivi, la violenza non è la giusta arma per affrontare i problemi. E poi no, Mark mi sta sul cazzo a pelle, quindi ha torto in ogni caso per me” disse Charlie ridendo. 
“Oh andiamo, tu non me la conti giusta. Chi era questo “misterioso ragazzo” che ti ha tanto affascinato?”.
“Hey, io non ho mai detto di essere affascinata da lui!” Cercò di difendersi Charlie. 
In realtà l’amica aveva davvero fatto centro. Le due ragazze non potevano nascondersi niente. Si conoscevano l’un l’altra così bene che riuscivano a capire anche ciò che non volevano ammettere. 
“E comunque è seduto lì in fondo. Quello con i capelli neri e il maglione blu. Si chiama Peter, è l’unica cosa che so di lui, a parte che a quanto pare non è in buoni rapporti con Mark”. 
Mentre Charlie cercava di far notare a Tara in che posto era seduto Peter, un altro ragazzo dai capelli chiari si sedette di fronte a lui, oscurando la vista di quest’ultimo alle due ragazze. 
“Che palle, proprio adesso doveva mettersi quello davanti? Che cazzo”.
“Non importa, me lo farai vedere domani. Ma piuttosto, stavo pensando, domani sera andiamo alla festa di Anna? Ha invitato tutta la scuola.” 
“Beh considerando che dopodomani iniziano le vacanze, direi che potrebbe essere una buona idea. È un po’ che non esco a far serata,con tutto quello che devo studiare non ho praticamente più una vita sociale”.   
“Allora dai, una sana serata fuori a sballarci ce la meritiamo”.  
 
Ciao a tutti, ecco finalmente dopo un po' troppo tempo il secondo capitolo della nostra storia. Spero che vi piaccia anche se l'ho scritto un po' tirato via dato che non riesco mai a trovare del tempo per concentrarmi a scrivere in questo periodo causa scuola. Vi ringraziamo per tutte le recensioni e speriamo sempre che aumentiate ogni volta. A presto, baci. 
M&E 
   
 
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