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Autore: Melany Potter    12/04/2015    2 recensioni
Questa è la mia seconda storia a capitoli su una nuova coppia: James e Lily. Sono la coppia che apprezzo di più e J.K.Rowling non ne parla molto, quindi ho provato a immaginare la loro storia ai tempi del settimo anno. Perché la Rowling ha detto semplicemente che James è cambiato, ma non credo che lui sia cambiato, lui è sempre stato un ragazzo dolce, solo che non voleva dimostrarlo. Quindi in vari capitoli vorrei raccontare la loro storia e vorrei anche dire grazie alle persone che scrivono le Fan Fiction su questa coppia perché sono stata ispirata da loro. Leggete e commentate!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Mary MacDonald, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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19) Chiacchierate serie.

Era inverno. Non un normale inverno. Niente neve. Niente pioggia. Qualche raggio di sole arriva sulla casetta dei Potter, lontana da Londra, e da tutte le altre cittadine. Quella casa così familiare, ma diversa, in pochi dettagli, pochi piccoli dettagli che solo chi ci viveva da anni poteva notare. Le  tende della stanza superiore sono blu, il colore preferito di mio padre, e quello che da quando lui non c’è più mia mamma ha abolito. Il giardino era ben curato, segno che la mamma a quei tempi era felice, e lo curava con tutto il suo amore. 

“No, Jamie! Torna qui!” urlava papà. La sua voce, un tempo così familiare, ora è quasi estranea.

Un piccolo me volava sulla scopa giocattolo, ci sapeva andare anche bene.

Una voce ancor più straniera ma perfino cattiva penetra nelle mie orecchie.

“Non tornerà mai.”

È la mia coscienza, ne sono certo, solo con una voce mascherata. Lei mi fa rendere conto che non c’è più speranza. 

Nel mio ricordo, ormai distrutto da quella voce, vedo due donne stese a terra.

Mi avvicino a loro, curioso. Sono immobili a terra, i volti scuri.

Sono morte.

Solo ora mi rendo conto chi sono. Mia madre e Lily.

Sono morte.

E la voce che riprende “Non torneranno mai” e ride.

 

 

Mi sveglio di soprassalto. Sono tutto sudato. Lily accanto a me e dorme ancora. La lascio dormire e mi alzo. Vado in cucina per prendere un bicchiere d’acqua per potermi calmare.

Trovo mia madre in cucina, indaffarata a cucinare la colazione.

“Mamma.”

Lei si gira sorpresa “Jamie? Sono le sei e tu sei sveglio? Non ci credo.”

Rido, mi conosce davvero bene, d’altronde ho passato con lei tutta la mia vita.

“Mamma…” ho bisogno di parlarle. “Posso parlarti di una cosa?”

“Oh Jamie certo!” Mi sorride felice, sono sicuro che dopo la nostra chiacchierata perderà quel sorriso, e mi dispiace, ma devo parlarle.

“Mamma, so che soffri e ti ringrazio di fingere che non sia così davanti a me e ai miei amici. Ma vorrei che ti aprissi con me. Sono tuo figlio. Posso consolarti, apriti con me! Piangi con me!”

La mamma si toglie il grembiule, smette di cucinare e si avvicina a me. Mi guarda.

Il suo sguardo è triste, quasi vuoto.

“Tesoro, non posso piangere con te, non posso crollare davanti a te.”

“Sì, mamma. Ci rialzeremo insieme.”

La vedo tremare, si appoggia alla sedia.

“Jamie, non chiedermi di soffrire quando cerco di non farlo.”

“A volte serve piangere, serve a sfogarsi!”

Lei mi abbraccia, non piange, non singhiozza, mi abbraccia e basta.

 

 

“Dorea, sei una dea del cibo!” grida Remus entusiasta.

“Rendi la colazione un pasto non opzionale!” concorda Frank.

Siamo seduti tutti attorno al tavolo, Jody sembra di buon umore, e anche la mamma.

“Oh, cari! Sono felice che vi piaccia!” Mia madre ha i capelli marroni raccolti in una coda, fatta svogliatamente. Indossa il grembiule rosa che le avevamo regalato io e papà, quello con scritto “Alla migliore moglie e mamma”. Glielo avevamo regalato al suo compleanno, lei lo aveva visto ed era saltata in aria con gioia. Era felicissima.

“Io e Lily oggi non ci siamo!” dico con del cibo ancora in bocca.

“Oh, meglio non sapere dove andrete…o cosa farete!” ride la zia Jody.

Lily arrossisce, io le sorrido.

Quella mattina io e Lily avevamo parlato, negli ultimi giorni di vacanza era stata strana, stanca e finalmente le avevo chiesto cosa c’era che non andava.

Lei si era stretta nelle coperte.

Avevo cercato di abbracciarla, lei si era allontanata ma poi mi aveva spiegato “Volevo…ecco…parlare con mia sorella, avrei dovuto parlare anche con il mio ex ragazzo, ma non ce la faccio, voglio solo parlare con mia sorella e con i miei genitori.”

“Vuol dire che oggi io e te ci faremo una bella gita dai tuoi genitori!” 

“Sei sicuro? Cioè..sarà un’impresa!” lei sospira e si butta nel letto esausta.

“Essere stanca di mattina è un brutto segno, lo sai?” scherzo.

Odio vedere Lily così, certo non dico che non sia tenera e bellissima con il broncio avvolta nelle coperte, però so che è triste, so che soffre. Uno dei miei sogni fin da quando ho capito di essermene innamorato era quello di consolarla e di farla ridere, anche quando l’unica cosa che riesce a fare è piangere.

“La vecchiaia fa brutti scherzi!” continuo io, e finalmente i lati della sua bocca si alzano, il sorriso non dura molto, però è un sorriso vero.

“Comunque ho conosciuto i tuoi genitori, sono delle brave persone!”

“Lo so, sono adorabili…”

“…come la figlia!” la interrompo e le do un bacio sulla guancia.

“Il problema è mia sorella.”

La guardo, nei suoi occhi verdi vedo dolore, ripenserà a ricordi solo a lei e a sua sorella conosciuti, a quanto si volevano bene.

“Ci…ci considera mostri.” trattiene le lacrime.

“Sai che non lo siamo, vero? Non siamo mostri, tu in particolar modo.”

Lei mi sorride “Davvero, verresti con me?”

Mi avvicino a lei e le sussurro sulla sua guancia “Certo.”

 

 

Siamo arrivati a casa di Lily con una passaporta.

Dall’esterno è meravigliosa. Una normale casetta inglese.

“Sei pronta?” chiedo a Lily.

“Per niente.” I capelli si sono scompigliati, e lei ha un che di selvaggio.

Mi avvicino a lei, e la bacio. Le sussurro sulle labbra “Sei forte, Evans.”

Lei fa uno di quei sorrisi meravigliosi e si incammina verso il cancello, io la seguo.

“Lily!” Una voce maschile urla. Mi giro subito preoccupato per chi possa essere.

Lei si gira e borbotta un “Non ci credo, non è possibile”

Il ragazzo biondo si avvicina a noi.

“Non sapevo fossi tornata Lily.”

Quel ragazzo sembra volere una spiegazione, la continua a guardare. E io faccio lo stesso, completamente confuso.

E mi scatta una domanda.

La reprimo.

Non è possibile. Non possiamo aver incontrato proprio lui.

“Mark!”

Ecco, come temevo. È il suo ragazzo. Ex ragazzo! Perché il suo ragazzo sono io.

“Io sono James.” dico completamente in imbarazzo.

Mark mi guarda appena “Lily, cosa è successo? Tu ed io stavamo assieme. Qual è stato il problema?”

“Mi dispiace. Era…difficile. Questa cosa a distanza.” dice lei con estrema difficoltà.

“E adesso stai con questo?”

Io mi avvicino a lui, in modo arrogante, quasi come se lo volessi picchiare.

“James, no!” Lily mi tira per un braccio.

“Mark. Voglio essere sincera con te.”

Vuole dirgli di Hogwarts?

La guardo preoccupato, lei annuisce come per dire di stare tranquillo.

“Mi dispiace tanto per quello che è successo. Ma non…provavo più quello che ho provato quest’estate. O forse mi sono accorta che non ho mai provato per te quello che avrei voluto provare per un ragazzo.” sospira lei.

“E stai con lui?”

“Sì. James è fantastico.” dice e io non riesco a smettere di sorridere pensando “Ha scelto me.”

“James non era quello arrogante che ti dava fastidio?” chiede Mark arrabbiato.

Sta cercando di farci litigare?

Devo intervenire. “Ho fatto degli errori, mi sono già scusato con Lily. Ora lei sta con me, e finché la rendo felice non ho intenzione di lasciarla andare. Evita di cercare di lanciare scintille per far scoppiare il fuoco.”

Che frase ho detto?

Ma lui sembra avermi capito.

“Lily, sei una stronza, stai pure con questo coglione siete fatti l’una per l’altro!” urla e se ne va.

Lily sembra triste. “No, Ev. Non pensare a quello che ti ha detto. Non è vero.”

“Ha ragione. L’ho lasciato per una lettera. Sono una stronza.” Sta piangendo.

La abbraccio, lei si scansa. “No, lasciami. Come ho potuto lasciarlo per una lettera?”

“Lily pensavi di fare bene, non lo volevi fare soffrire ulteriormente.”

“Sono stata egoista.” dice rammaricandosi con sé stessa.

“Pensare a sé stessi non vuol dire per forza essere egoisti.” la cerco di nuovo di abbracciare, e lei sta volta me lo lascia fare.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE: PERDONATEMI, DAVVERO. MI DISPIACE PER QUESTI DUE MESI DI INATTIVITÀ.

PARLIAMO DEL CAPITOLO.

AMO IL SOGNO DI JAMES, AMO QUANDO RIPENSA A SUO PADRE, E VOLEVO CHE IL PADRE RIMANESSE UNA PRESENZA IMPORTANTE PER JAMES.

HO AMATO SCRIVERE IL DIALOGO TRA DOREA E JAMES.

MARK È TORNATO, MA PENSO PER UN SOLO CAPITOLO. 

JAMES E LILY HANNO AVUTO, NON SO NEMMENO COME CHIAMARLO,  “LITIGIO” MA HANNO FATTO PACE, MOLTO VELOCEMENTE. HO PENSATO DI FARLI LITIGARE, MA QUANDO LILY ANDRÀ DAI SUOI GENITORI E DA SUA SORELLA VOLEVO CHE CI FOSSE.

CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO.

-MELANY

 

 

 
 
  
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