The
shadows come to stay
Osservò con leggerezza il riflesso di quel ragazzino
dall’aspetto pulito che percorreva nitido gli spigoli dell’amuleto.
E sorrise.
Dischiuse appena le sottili labbra rosee come a
beffarsi di se stesso, di uno sciocco.
Carezzò per un istante la perversione di torturare
ancora quei corpi che giacevano stramazzati ai suoi piedi. Era un impulso
irresistibile e primitivo.
Mantenendo lo sguardo sull’anulare sinistro dove
l’anello riluceva di un bagliore spettrale accennò un movimento fluido con la
destra, che si ritrovò a serrarsi con un gesto secco attorno alla gola di quel
fantoccio. Le unghie penetrarono in profondità, raddrizzando il capo
ciondolante in una posa grottesca.
Inclinò appena la testa fino a posare gli occhi
verdi su quel volto pallido e inerme, arricciando le labbra con disappunto.
Passò sovrappensiero le dita affusolate tra i boccoli neri con i primi fili
argentei della vecchiaia, ravvivandoli con un gesto di falsa premura fino a
quando non si ritenne soddisfatto.
Compiaciuto sfiorò con un bacio la fronte gelida e
bluastra.
“Saluta la mamma da parte mia…”
Lord Voldemort indietreggiò sulla soglia per
rimirare la sua opera.
“Mi sono decisamente lasciato prendere la mano.”
[187 parole]
NdA:
E con questa flash si conclude questa piccola raccolta che troppo a lungo è
rimasta qui, appesa. Anzi ringrazio _Falsa Pista_ e Crazymoonlight che hanno
recensito le due storie precedenti! :)
Questa
flash conclusiva si è materializzata improvvisamente, ispirata dalla citazione messa
in anteprima (e richiamata alla mia attenzione dal contest Shakespeariano
attualmente in corso di _juliet sul forum di EFP) e si è delineata lentamente
ma con estrema precisione. La frase presa da Romeo e Giulietta è emblematica: “Così, con un bacio, io muoio”. Voldemort ha appena commesso un patricidio e
si è definitivamente messo in cammino sulla strada per ottenere l’immortalità,
che lo porterà a lacerare la sua anima per formare i sei Horcrux (Harry, il
settimo, è involontario), qui avviene la creazione di quello che verrà
depositato nell’anello di Orvoloson Gaunt. In sostanza sta uccidendo la parte
più intima di sé (ecco il richiamo al “sé” adolescente) per assicurarsi la vita
eterna.
Il bacio – che ho proposto
come perno di tutte e tre le storie – è dato sulla fronte, ed è appunto
portatore nonché simbolo di morte.
L’immagine che volevo
dipingere non era solo la violenza del gesto, ma anche la sua fisicità umana
nel metterlo in pratica: Voldemort è chiaramente ricorso alla magia per
uccidere Tom Riddle Sr. e i nonni, ma ho immaginato che parlando del padre la
questione si facesse più personale e la frenesia lo travolgesse in maniera
totalitaria, fino a sopraffarlo e spingerlo ad un contatto diretto.
Spero che abbiate apprezzato
la storia, suggerimenti, complimenti e imprecazioni sono ben accetti! Aggiungo
che se siete a caccia di storie Riddle-verse vi potrebbe anche piacere “History
of violence” che ho scritto alcuni anni fa :)
Alla prossima,
Clara.