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Autore: Love_in_London_night    12/04/2015    5 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima puntata


Constance si accomodò sul divano, davanti alla televisione, eccitata e impaziente.
«Tesoro!» urlò per farsi sentire. Non era più giovanissima e le pesava alzarsi per andare in cucina e prendere una singola cosa.
«Sì?» le rispose con lo stesso tono l’uomo dalla cucina. La voce roca e piena, virile. Una carezza che la faceva stare subito meglio. Di amore ce n’erano tante forme e lei, per ben due volte, aveva conosciuto quello più totalizzante: l’amore di una madre per un figlio.
«Ti ricordi i pop corn?» sorrise nella speranza che Shannon non le rispondesse come suo solito, ovvero con una battuta sarcastica sulla sua pigrizia o – peggio – la sua ingordigia.
«Li sto facendo giusto ora» rispose il figlio, neutro e soddisfatto, mentre fissava il sacchetto gonfiarsi nel microonde. Quello era un vizio di famiglia: tutti, da sua mamma a suo fratello – e lui stesso compreso – adoravano godersi uno spettacolo con dei pop corn caldi e salati in una bacinella gigante, una dimensione decisa in proporzione alla loro gola.
«Prendi anche da bere» aggiunse dopo essersi sistemata al meglio e aver girato su MTV per essere sicura di non perdersi nemmeno un secondo del programma. Il countdown ormai ammontava a una manciata di minuti e lei era sempre più agitata. Allungò le gambe sottili per appoggiare i piedi sul tavolino davanti a lei, prima di precisare: «Solo acqua, per favore».
Shannon sbucò qualche minuto più tardi dalla cucina con i pop corn appena sfornati, un paio di bottigliette d’acqua e un’espressione contrariata sul volto: «Non sei divertente».
Grugnì accomodandosi accanto a lei sul divano con gli occhi fissi sullo schermo, ma MTV sembrava prenderli in giro: continuava a trasmettere la pubblicità.
«Oh, credimi, non è stato divertente venire a recuperarti in carcere quella sera. Non ho più l’età né la forza di ricevere queste notizie come un tempo» rispose divertita prima di bere un sorso d’acqua.
Era una faccenda chiusa quella dell’arresto di Shannon, ma qualche volta Constance si divertiva a punzecchiarlo: metterlo in imbarazzo era uguale al vederlo tornare il bambino senza difese che era stato fino al liceo, quando aveva imparato a difendersi da solo e nel modo peggiore possibile.
Shannon alzò gli occhi al cielo e si riempì la bocca senza alcuna grazia di pop corn. Se fosse stato Jared a fare una simile battuta l’avrebbe mandato al diavolo senza tanti complimenti, ma con sua mamma non si sarebbe mai permesso, quindi aveva sempre optato per non rispondere alle sue provocazioni.
Mancavano un paio di minuti prima che il programma iniziasse e Shannon si rivolse alla madre: «Mi domando come tu sia riuscita a convincerlo a partecipare».
Sì, cambiare argomento era la seconda tecnica che usava con Constance per evitare di incappare in un linguaggio scurrile che a lei non si addiceva proprio.
La madre alzò le labbra con fare furbo, gli occhi che brillavano allegri. Era inquietante come il colore fosse quello di Jared, ma il taglio l’avesse ereditato lui. Shannon e il fratello erano riusciti a spartirsi in modo equo i tratti della donna, cosa che li rendeva diversi come il giorno e la notte, ma simili in qualcosa che non poteva essere colto come un segno evidente. 
«Bambino mio…» esordì prendendolo in giro.
«Per favore, ho quarantaquattro anni!» rispose lui prima di alzare gli occhi al cielo, anche se non rifiutò la carezza che lei gli aveva lasciato sulla guancia.
«Gli ho detto la verità: che mi sarebbe tanto piaciuto vedergli fare un serio tentativo per trovare una donna con cui iniziare una relazione stabile» sorrise accondiscendente prima di riprendere: «Senza contare che gli ho detto che non è una cosa svilente. Da quando Brad Pitt ha partecipato a Dancing with the stars, Johnny Depp a Survivor e Robert Downey Jr alla versione vip di Masterchef la visione dei personaggi famosi nei reality è cambiata. Insomma, non vengono invitati perché alla fine della loro carriera e quindi in cerca di un po’ di fama riflessa, ma proprio per mantenere alto l’interesse nei loro confronti»
«Che per Jared ha significato: farsi conoscere come frontman di una band, e non come attore. Insomma, gli hai fatto capire che è un buon modo per farci pubblicità, dunque?» Shannon le rivolse uno sguardo felino, a metà tra il divertito e l’indagatore. «Specialmente ora che abbiamo iniziato la pausa per la registrazione del nuovo album. Questa cosa ci permette una certa visibilità anche in un momento così calmo in cui non saremmo molto presenti».
Lei, in tutta risposta, prese una manciata di pop corn e rispose con un’alzata di spalle, prima di mangiarli: «Forse. O, forse, ci è arrivato da solo».
Il figlio alzò un sopracciglio soltanto, scettico.
«Magari ha avuto bisogno di una spintarella».
Shannon alzò anche l’altro sopracciglio per sottolineare quanto la cosa suonasse assurda.
«O un paio». Minimizzò la madre. In effetti ci aveva messo un bel po’ di tempo a convincere Jared a partecipare, ma gli aveva ricordato che poteva solo trarre vantaggio dalla presenza in quel gioco/reality: poteva farsi pubblicità, trovare una ragazza da amare e vincere dei soldi. Il tutto senza perdere dignità agli occhi del mondo.
Jared non era particolarmente convinto, ma si era detto che tentare non sarebbe stata una cosa negativa, e in quel modo avrebbe fatto felice la madre: avrebbe provato a costruire una relazione dopo anni, dato che nemmeno Shannon sembrava intenzionato ad accasarsi e così, se la cosa non fosse andata in porto, avrebbe potuto comunque dire di averci provato. La cosa dipendeva solo da lui.
«Non vorrei essere cattivo o disfattista, ma per me Jared combinerà solo casini» rispose mettendosi comodo. Iniziavano a passare i promo dei programmi dell’emittente, segno che di lì a poco il reality sarebbe iniziato.
Mise un braccio sulle spalle della madre per farla accomodare vicino a lui, quasi avesse voluto proteggerla.
Constance accettò l’invito, ma prima gli diede un leggero schiaffo sul petto: «Sii buono con tuo fratello, si sta mettendo in gioco. E sappi che se questa cosa funziona l’anno prossimo ci finisci tu in questo game show».
Accoccolò la testa sulla spalla di Shannon con un sorriso soddisfatto.
«Ti ricordo che io ho già trovato la mia anima gemella» disse canzonandola. Sapeva che la madre non apprezzava particolarmente Kirstina, ma doveva farsene una ragione: si trovavano bene, stavano insieme e quello era tutto. Non sapeva cosa sarebbe stato di loro nel futuro, ma non voleva preoccuparsene al momento.
«Appunto». Constance gli rivolse un’occhiata furba e affilata atta a evidenziare il sarcasmo di quella situazione. Suo figlio che stava con una vegana arrampicatrice sociale senza battere ciglio, non capiva come Shannon non potesse accorgersi delle sue intenzioni poco limpide.
«Guarda, sta iniziando!» disse battendo una mano sulla coscia del figlio, eccitata. «Non vedo l’ora di sapere come vanno le cose»
«Ti rammento che non sono in diretta, che Jared è già in Jamaica da otto giorni e che la serata delle coppie è avvenuta ieri, quindi quello che sta per essere trasmesso è un riassunto della prima settimana». La avvertì Shannon.
«Ssssshhhh». Lo ammonì lei, concentrata sulla sigla del reality. «E comunque lo so. Ora silenzio»
«Deduco che le impressioni sulle ragazze ce le scambieremo a puntata finita»
«Deduci bene». Lo prese in giro Constance prima di cadere nell’assoluto mutismo per concentrarsi sulla puntata ormai iniziata. Tra sé sperò solo che Shannon le riportasse commenti da lei udibili.


 
*


Altra casa, stessa situazione.
«Ma ti rendi conto?» Vicki si girò allucinata verso Tomo. «Jared in un reality alla ricerca dell’anima gemella. È un po’ come dire che un angelo cerca la sua santità all’inferno!»
Il marito la abbracciò mentre una risata divertita si diffondeva per la stanza: «Lo so, per questo sarà divertente».
Le fece l’occhiolino, allegro come non mai. Vedere Jared in una situazione in cui non si sarebbe sentito per nulla a proprio agio per accontentare sua madre era una cosa… irripetibile. E interessante.
Prese il telecomando del lettore DVD e schiacciò il tasto rosso.
«Cosa fai?» chiese lei dopo aver fatto salire Kasha, un lupo dal pelo lungo, sul divano vicino a sé.
«Lo registro». Tomo sorrise alla moglie sempre più divertito.
«E perché?»
«Perché così sarà più facile ricattarlo a vita e prenderlo in giro con Shannon in queste settimane». Il croato prese il cellulare e iniziò a rispondere ai messaggi dell’amico che si sarebbe goduto il programma con la madre.
«Perfido!» lo apostrofò Vicki dopo aver riso.
«Un po’». La baciò veloce sulle labbra. «Ma mi ami anche per questo».
Vicki alzò gli occhi al cielo prima di restituirgli il gesto con decisione.
«Non ti posso nascondere niente». Scherzò con la testa sulle cosce del marito e le gambe appoggiate al bracciolo del divano mentre Kasha si era raggomitolata sotto le ginocchia.
«Ti immagini Jared come noi due con una donna?» domandò durante la sigla.
«No, affatto. Anche perché tra i due sarebbe lui a portare i vestiti, e lei i pantaloni!» risero entrambi.
Le accarezzava i capelli corti con fare pigro, gli piaceva coccolare Vicki con quelle piccole attenzioni.
«Tomo…» continuò lei mentre il presentatore, nella casa in cui i venti partecipanti avrebbero alloggiato, li introduceva nel gioco e al pubblico a casa. «Tu credi in lui?»
Lui sorrise solare: «Certo. Magari ci metterà un sacco di tempo per capire quale via intraprendere, ma una volta compreso il tutto avrà la certezza di percorrere la strada giusta»
«Io spero che trovi davvero qualcuna da amare, sai? Penso se lo meriti. Jared non è fatto per stare solo. A volte si vede che gli pesa»
«Sono convinto che la troverà. E se non sarà nel programma, fuori ci sarà quella giusta per lui… deve solo trovarla»
«Che marito saggio».
E Tomo lo era davvero, a modo suo. Era un uomo divertente, ma equilibrato. Ecco perché i Leto l’avevano trovato perfetto per loro e il gruppo, perché riusciva a portare un minimo di raziocinio tra i due.
«No, la vera saggia sei tu» rispose serio lui.
«E perché?»
Tomo ridacchiò divertito: «Mi hai sposato».


 
*


Jamaica.
Si immaginava sua mamma e Shannon davanti alla televisione la settimana successiva, eccitati e allegri, e Tomo e gli altri suoi amici pronti a sostenerlo. E, purtroppo, anche a deriderlo.
Lui, invece, in quel momento non sapeva cosa aspettarsi. Era nervoso e solo, perché gli avevano detto che Ryan, il conduttore, avrebbe fatto una presentazione a favore del riassunto settimanale senza di lui, per poi introdurlo alla fine di un piccolo discorso e cogliere di sorpresa gli altri partecipanti e riprendere la loro spontaneità alla scoperta che un premio Oscar si sarebbe unito a loro nella ricerca del vero amore, che Jared era convinto fosse rivolta ai cinquantamila dollari che ognuno si sarebbe portato a casa se avessero indovinato le dieci coppie perfette, e non alla loro anima gemella.
Comunque sentiva Ryan pronunciare il discorso d’apertura e invidiava gli altri fuori: tutti esaltati e avidi di scrutarsi per capire quale ragazzo o ragazza avrebbe fatto al caso loro, mentre lui era bloccato lì come un animale in gabbia. Anzi, un trofeo da mostrare.
Ma chi gliel’aveva fatto fare di partecipare a una simile follia? Dio, doveva imparare a dire di no a sua mamma, se no di quel passo si sarebbe infilato in casini più grandi di lui, anche se aveva la sensazione di averlo già fatto.


«Benvenuti all’esperimento di coppia più ambizioso che sia mai stato tentato. Questo è: Are you the one?» esordì Ryan davanti ai ragazzi fuori dalla maestosa villa che li avrebbe ospitati. «Venti single da tutte le città degli Stati uniti. Siete qui perché avete tutti qualcosa in comune: fate schifo in amore».
I ragazzi risero nervosi e colpevoli, ma anche divertiti. Si vedeva quanto fossero su di giri per quella nuova esperienza.
Ma Ryan aveva un compito preciso da portare a termine, così continuò il proprio monologo: «Ognuno di voi ha affrontato un lungo percorso di scoperta con psicologi, test di compatibilità, esperti di coppia, amici, famiglia… ed ex, e noi siamo stati in grado di trovare la vostra anima gemella. La persona è qui… il vostro compito sarà capire di chi si tratta. Avrete dieci possibilità di creare dieci coppie perfette, se ci riuscirete ve ne andrete dalla Jamaica con l’amore e non solo, perché vi dividerete il premio in denaro più grande della storia di MTV: un milione di dollari».
Scattarono urla entusiaste, battiti di mani e sguardi interessati, dato che i ragazzi erano separati dalle ragazze.
«Ma, come avrete notato, per questa seconda edizione c’è qualcosa di diverso: le ragazze sono dieci, ma i ragazzi nove. Ebbene, non ci sono due anime gemelle per un ragazzo, il decimo uomo sta arrivando, ma abbiamo pensato avesse bisogno di una presentazione particolare, volevamo farvi una sorpresa».
Aspettò le reazioni dei ragazzi che non tardarono a venire: si guardarono sorpresi e interessati, alcuni impauriti, perché una presentazione a parte non preannunciava nulla di buono, forse.
«Ho l’onore di presentarvi un uomo che, in realtà, non avrebbe bisogno di molte introduzioni… a parlare per lui basterebbe il suo Oscar vinto nell’ultima edizione degli Academy Awards. Oppure qualcuno di voi lo potrebbe conoscere come il frontman di una band di un certo successo: i Thirty Seconds To Mars. Signore e signori, vi presento Jared Leto».
Jared, sentito pronunciare il suo nome e spinto da altri addetti dello staff del programma, scese le scale d’entrata con il sorriso più accattivante che potesse cucirsi sulla labbra ostentando una certa sicurezza di sé che in realtà non aveva, ma quell’Oscar se l’era meritato in qualche modo, no?
Salutò le ragazze e si diresse nel gruppo dei ragazzi, dove ricevette un caloroso benvenuto, nonostante lo shock dei presenti.
«Jared è qui per il vostro stesso motivo. Tra le dieci ragazze si nasconde la sua anima gemella. Ora è uno di voi a tutti gli effetti: trattatelo bene, mi raccomando!» si assicurò Ryan trovando il sostegno di molti compagni d’avventura del cantante.
Jared intanto aveva iniziato a guardarsi attorno: quelle erano le facce con cui avrebbe convissuto per dieci settimane, volti che avrebbero assunto un nome, un carattere e che avrebbe reso quelle persone reali, gente in grado di cambiare la sua vita, di sicuro una. O forse di più, se i sentimenti per una ragazza fossero prevalsi rispetto a quelli per il proprio match perfetto.
C’erano ragazze bellissime e molto provocanti: alcune bionde, altre castane, che gli ricordavano le modelle che erano soliti frequentare lui e suo fratello, poi c’erano le altre ragazze. Sempre belle, ma meno seducenti, più ordinarie. Non che ci fosse nulla di male in questo, ma era strano avere a che fare con ragazze dall’aspetto così normale e puro, quasi ingenuo, non ricordava di aver avuto a che fare con una simile tipologia nemmeno al liceo.
«Bene» concluse Ryan, costringendo Jared a riportare l’attenzione su di lui. «Per me è tutto, ci vediamo per la prova da superare a breve, e poi tra una settimana per la prima cerimonia di accoppiamento. Buona fortuna ragazzi, andate a rompere il ghiaccio e sfruttate al meglio il tempo che avete a disposizione: cercate di formare più coppie perfette possibili!»
I concorrenti applaudirono e si diressero verso casa.
Ci fu chi si diresse al bancone del bar per preparare dei cocktail nonostante fosse passato da poco mezzogiorno, altri che invece si diressero a scoprire la casa e le camere in cui avrebbero dormito. Jared era tra quelli, perché aveva visto la disposizione dei letti nella prima serie, e voleva accaparrarsi l’unico singolo lì dentro, nella stessa stanza con gli altri ma leggermente distante, giusto per garantirsi la propria riservatezza. Aveva quarantadue anni e, nonostante sembrasse più giovane della sua età, la promiscuità di quel posto gli stava un po’ stretta. Certo, aveva delle preferenze sessuali a volte particolari, ma non voleva dire condividerle con il mondo. Quei ragazzi erano giovani e iniziava a domandarsi cosa c’entrasse con loro, che non avevano problemi a dormire tutti insieme, a bere nel primo pomeriggio e a chiudersi nella stanza del sesso per farlo con l’anima gemella di qualcun altro. 
Beh, sotto quel punto di vista nemmeno lui a riguardo si sarebbe fatto scrupoli se gli fosse capitata l’occasione.
Dopo essersi accomodati scesero tutti al piano di sotto e passarono alle presentazioni.
Daisy, Liam, Nick, Haylee, Larissa, Olivia, Leighton, Dylan e molti altri.
«Lo sapete che non mi ricorderò mai un nome, vero?» disse sconsolato alla persona vicino a lui. «Tu sei?»
Il ragazzo rasato gli sorrise, cordiale. «Spencer»
«Giuro che me lo ricordo» assicurò Jared, sapendo di promettere il falso. Non ricordava il testo delle canzoni che lui stesso scriveva, come poteva ricordare venti nomi in una giornata soltanto?
«Sono belle, vero?» si lasciò andare Spencer guardando le ragazze che si muovevano attorno a loro, tutte – o quasi – bramose di buttarsi su Jared per avere la sua attenzione, ma nessuna abbastanza coraggiosa per avvicinarsi, non ancora.
«Sono davvero bellissime, sì». In effetti, nonostante fosse abituato a frequentare donne che molti reputavano ultraterrene, doveva ammettere che la cerchia ristretta della casa era composta da ragazze veramente graziose. Qualunque di quelle fosse stata la sua anima gemella, sarebbe caduto in piedi.
«Ma tu sei abituato a donne anche più belle» ammise sconsolato il ragazzo, come se si fosse accorto solo in quel momento di parlare con una celebrità che aveva avuto come ex ragazza Scarlett Johansson, giusto per citarne una soltanto.
«Le donne belle sono belle e basta» rispose con un sorriso. «Non importa che siano famose o meno. Queste ragazze non hanno nulla da invidiare ad Angelina Jolie o Charlize Theron».
Spencer sospirò, quasi volesse dirgli che intanto lui le conosceva e, magari, erano pure in confidenza, quando per lui erano solo dei poster alle pareti di un cinema o delle foto in un sito di gossip.
«Ma chi è quella?» chiese Jared, di colpo interessato.
Una ragazza bionda e dal fisico perfetto, sguardo malizioso e capelli lunghi. Era sicura di sé, forse pure troppo, ma quel suo atteggiamento colpiva parecchio, tanto da non lasciarlo indifferente. Era l’esatto tipo di ragazza che avrebbe colpito suo fratello e lui, anche se non proprio per il motivo per cui si trovava in quella casa.
«Quella? È la ragazza più sexy della casa, e probabilmente dell’intero universo» rispose fiero Spencer, dato che lui l’aveva già conosciuta e Jared, a quanto pareva, no. «È Mia, e sembra attirare su di sé ogni sguardo».
Il cantante avrebbe voluto frenarsi, ma qualcosa lo spingeva verso di lei. Un copione già visto più volte, ma era più forte di lui, aveva iniziato a desiderare quella ragazza dal momento in cui aveva posato gli occhi su di lei, nella speranza di posarci presto le labbra e le mani per approfondire la… conoscenza.
«Difficile credere il contrario». Jared bevve un sorso del suo cocktail analcolico preparato da Dylan, il barman della compagnia.
«Però anche quella mi piace. Ha la faccia innocente e quasi spaurita… è strana. Diversa». Il ragazzo indicò a Jared una ragazza che stava parlando con quella che doveva essere Haylee, o forse Taylor, e un altro ragazzo di cui proprio non ricordava il nome.
Era delicata, emanava candore. Aveva i capelli castani con riflessi ramati e le punte tendenti al biondo, ma niente di esagerato, così come la pettinatura semplice: capelli lunghi fin sotto al seno, pari e dritti come spaghetti.. La bocca era piena, piccola e a cuore, e gli occhi così azzurri che a Jared sembrò quasi di specchiarsi. Erano però grandissimi e molto luminosi, nemmeno lui avrebbe potuto competere.
Parlava con gli altri due ed era strano il suo atteggiamento, perché se tutti in quella casa al momento flirtavano o cercavano di colpire, lei stava facendo amicizia. Era interessata, ma in modo sincero e naturale, normale. Era ordinaria, se così si poteva definire una persona senza conoscerla, ma aveva un qualcosa di particolare, come se avesse molte cose da dire, ma l’avrebbe fatto solo con le persone disposte ad ascoltarla.
«Chi è? È molto carina»
«Ehm… penso Janice, o Jade, o Jennifer. Non ricordo bene, anche se ci ho parlato». Si scusò Spencer, colto in fallo.  Come se fosse stato scoperto a voler una ragazza per il suo aspetto e non per come era, ma Jared non l’avrebbe giudicato. Dopo qualche ora insieme non potevano basarsi su altro, no?
Avrebbe voluto rispondere, ma fu interrotto da una mano sulla spalla.
«Scusa, non credo di aver ancora avuto il piacere di conoscerti». Voce bassa e misurata, sorriso smagliante, occhi accesi e curiosi.
Jared studiò quei dettagli in pochi secondi, e apprezzò ogni cosa che era riuscito a cogliere. Anche il seno coperto solo dalla stoffa della canotta, niente push-up a contenerlo. Non immenso, ma lui gradiva proprio per quello.
«Il piacere è tutto mio». Si girò verso di lei mentre Spencer capiva di doversene andare, era giunto il momento di conoscere qualcun altro in quella casa. «Tu sei Mia, giusto?»
«Detto così suona bene». Ammiccò lei. «Ma… come fai a saperlo?» anche se si notava quanto non fosse stupita della cosa, anzi, quanto la lusingasse sapere che Jared fosse al corrente su chi lei fosse ancor prima di aver fatto la sua conoscenza.
«A quanto pare non sono l’unico a godere di una certa fama all’interno della casa. Soprattutto tra i ragazzi»
«Ragazzi, appunto». Li guardò con una smorfia insoddisfatta, passando poi un indice sul torace scolpito di lui, nascosto da una maglietta bucherellata in più punti. «E cosa dicono gli uomini della casa?»
Jared bevve un sorso del proprio cocktail: «Beh… non possono che trovarsi d’accordo».
Gli piaceva il suo fare sfacciato, non nascondeva molto all’immaginazione o, almeno, non lasciava spazio per fantasticare sui loro fini. Lei era una gatta che girava intorno al proprio topo, lui era la tigre che studiava la propria preda. A breve avrebbero iniziato ad annusarsi e assaporare quello che avevano da offrirsi.
E così successe. Mia era stata brava a non essere troppo invadente con lui per l’intera giornata e, soprattutto, serata. Aveva scambiato con lui dialoghi pungenti e interessanti al punto giusto per poi lasciarlo sospeso e libero di conoscere le altre ragazze, ormai rilassate e – quindi – pronte per fare un passo in più verso Jared. Però si scambiavano spesso occhiate tutto, tranne che innocenti.
E, quando si erano accomodati in giardino, con Jared che strimpellava la chitarra e molti altri ragazzi pronti a cantare qualche canzone, Mia gli si era seduta accanto e gli aveva lasciato un bacio tra la mascella e l’orecchio, maliziosa e più esplicita rispetto a prima, ma mai quanto avrebbe voluto esserlo davvero.
Jared rise con gli altri uomini della casa, mentre vide alcune delle ragazze che non si erano ancora presentate, tra cui quella carina di cui Spencer non ricordava il nome, alzare gli occhi al cielo con un piccolo sbuffo, quasi quello spettacolo – oltre a darle fastidio – le sembrasse un qualcosa di già visto.
Forse non era così male trovarsi in casa, perché essere al centro dell’attenzione di tutte quelle donne non era male, dato che la maggior parte facevano a gara per far colpo su di lui. Erano pronte a offrire tutto pur di farsi notare, anche loro stesse, e la cosa lo lusingava parecchio.
«Io ora andrei a dormire». Aveva annunciato Jared seguendo l’esempio di altre persone nella casa, ancora abbastanza sobrie da decidere di smettere di bere per non dare spettacolo e dedicarsi a momenti più intimi con la persona con cui avevano avuto più feeling durante la giornata.
Jared, in realtà, aveva soltanto sonno, ma si era accodato volentieri per non andarsene da solo e dare modo a qualcuna di attaccare bottone, desiderava solo un materasso e un cuscino, al momento.
Si mise una delle canotte che usava durante i concerti con disegnate due triadi che si toccavano e un paio di pantaloni sportivi lunghi e leggeri per restare comodo. Una volta sotto le coperte rilassò i muscoli e iniziò a pensare a quella giornata, agli scambi avvenuti e alle persone ancora da conoscere, cosa a cui avrebbe voluto rimediare l’indomani.
Era nel proprio letto con le braccia incrociate dietro la testa e gli altri ragazzi sui materassi tutti uniti, intenti a scherzare in modo sommesso e tentare approcci più fisici con cuscinate e attentati ai danni delle ragazze che non facevano nulla per opporre una vera resistenza.
Le luci nella stanza era ancora accese, ma un paio di persone stavano già dormendo nonostante il casino, forse messe ko dal troppo alcool. D’altronde non era facile mettere d’accordo venti persone sui passatempi da tenere in una casa in cui si doveva cercare l’amore, tra un divertimento e l’altro.
Successe tutto in fretta: alcuni di quelli sul letto iniziarono a esibirsi in un bacio alla francese degno di un film porno, cosa che fece ridere lui e altri attorno, e che gli fece abbassare le difese. E, in quel frangente, Mia era apparsa in camera, ma al posto di mettersi a dormire si era seduta su Jared a cavalcioni. Ebbe solo il tempo di fissarla mentre si avvicinava a lui con decisione.
Sapeva cosa voleva la modella, che in quel pomeriggio gli aveva rivelato cosa faceva per vivere, e non aveva tempo per negarglielo, né tantomeno la voglia.
Al posto di aspettare che fosse lei a far tutto si allungò verso Mia e, con un colpo di reni, azzerò le distanze tra loro, dimostrando chi fosse l’uomo della situazione, per quanto gli fosse piaciuto lo spirito d’intraprendenza di lei, perché le donne così erano quelle più attive sotto le lenzuola. Magari avevano meno fantasia ed erano più remissive di quanto mostrassero, ma erano la scopata facile che gli andava sempre bene, quella che soddisfaceva il suo piacere e poco di più.
Le urla sorprese e divertite di chi era presente richiamò al piano di sopra anche gli altri concorrenti che corsero un po’ spaventati, tranne i più furbi che avevano capito di perdersi qualcosa di interessante.
Tutti gli avventori erano divisi tra il fissare la scena sul letto principale, dove Annah e Liam erano intenti in un una lotta greco-romana con le loro lingue, e quello dove dormiva Jared che – ormai conscio di stare dando spettacolo – aveva messo da parte ogni delicatezza per concorrere con gli altri due.
Tra gli spettatori di quelle scene c’erano facce sorprese, altre divertite, altre ancora allibite e alcune invidiose. Di certo si aspettavano che qualcosa la prima sera sarebbe successo, ma non erano affatto convinti che Jared rientrasse tra le prime vittime del gioco, con sommo dispiacere delle ragazze.
«A una donna non si nega mai ciò che vuole» disse a tutti con tono accattivante dopo aver smesso di scoprire ogni angolo della bocca di Mia.
«E io volevo augurargli la buonanotte» aggiunse lei tra una risata divertita e l’altra prima di alzarsi per mettere fine allo show che iniziava a essere imbarazzante. Nel rimettersi in piedi, però, aveva strusciato un po’ troppo sul bacino di Jared, giusto per fargli capire che, se avesse voluto, quella non sarebbe stata l’ultima volta.
Una mossa veloce che non diede nell’occhio di chi li stava guardando, ma che a Jared non sfuggì affatto, come l’occhiata maliziosa che lei gli rivolse. Sì, forse avrebbe dovuto ringraziare sua madre per averlo quasi costretto a partecipare a quel programma.
«Se qualcuna vuole augurare anche a me la buonanotte con la lingua nella mia trachea… beh, faccia pure e non sia timida!» sbottò Simon per cercare di riportare l’atmosfera ilare di poco prima, riuscendoci.
Tra risate e battute per rispondere al diretto interessato, l’interesse per le due coppie che si erano date da fare sotto gli occhi di tutti era scemato in fretta.
Jared avrebbe voluto aggiungere che concordava con Simon, e che se qualche altra intrepida ragazza avesse voluto augurargli la buonanotte nello stesso modo non si sarebbe certo rifiutato, ma non gli sembrava il caso di dimostrare quanto la sua mente fosse aperta, non voleva passare per la persona peggiore all’interno della casa e rivelare subito le sue carte.
Augurò una buonanotte generale a tutti e si mise a dormire davvero, contento dell’atmosfera frizzante della casa. Si addormentò con un sorriso accennato sulle labbra, convinto che sarebbe andata sempre meglio.
Peccato che a contraddirlo bastò la giornata successiva. Si era presentato ai restanti ragazzi e, soprattutto, alle ragazze, tra cui Olivia, Jade e Haylee, le figure più particolari della casa oltre a Mia, ma quest’ultima lo controllava a distanza, anche se con una certa finta indifferenza che le riusciva bene. Eppure sia lui che le ragazze sentivano un paio d’occhi puntati addosso, cosa che aveva fatto desistere in entrambi la voglia di approfondire un discorso, portando Jared a passare altro tempo con lei per non sentirsi in difetto.
Ed era arrivato il giorno della prova per guadagnarsi un appuntamento che nello show veniva definito ‘fuga d’amore’. Mia gli aveva ripetuto più volte, ormai entrata in confidenza, che avrebbe fatto di tutto per vincere la prova e guadagnarsi un po’ di tempo con lui.
Jared rimase con gli occhi spalancati perché Mia si stava prendendo troppa confidenza. Era vero, si erano baciati la prima sera ed era successo altre volte in quei giorni, ma non significava che tra loro ci fosse qualcosa, o che lei potesse avanzare pretese su di lui, erano passati solo quattro giorni dopotutto.
Forse vincere la prova non si sarebbe rivelata una scelta intelligente da parte sua, anche perché aveva sentito altri nella villa parlare del feeling tra lui e Mia, e si erano detti favorevoli a mandarli nella cabina della verità. Se si fossero rivelati una coppia perfetta, Jared e Mia si sarebbero separati dal gruppo per passare il tempo da soli in ‘Luna di miele’, raggiungendo il gruppo solo per la cerimonia di accoppiamento una volta a settimana. Quello voleva dire passare tutto il proprio tempo con Mia, e l’idea non lo allettava affatto, conscio che avrebbero esaurito gli argomenti dopo due ore, a meno che la ragazza non avesse iniziato a chiedergli le impressioni riguardo a ogni singola persona dello star system di cui lui stesso faceva parte, cosa che le interessava parecchio.
Eppure aveva sentito gli altri concordare su una loro ipotetica cabina della verità, dicendo che più coppie perfette avessero trovato nel minor tempo possibile, più avrebbero avuto accesso anche al premio. Jared però era convinto che i ragazzi, in fondo, temessero la sua presenza in casa per i loro giochi, quindi speravano di sbarazzarsi di lui il prima possibile, escludendolo dal divertimento e sentendosi così liberi dalla sua minaccia e la sua ingombrante presenza con le ragazze.
C’era solo una cosa di cui non avevano tenuto conto: Jared non era affatto stupido e anche lui avrebbe giocato, al pari di tutti gli altri.
Si era presentato insieme agli altri concorrenti convinto e determinato davanti a Ryan, ma nessuno sapeva che la sua forza era incanalata nella sfida per non vincerla.
«Eccoci qui per la vostra prima sfida. Le quattro persone che vincono andranno in fuga d’amore, ma del premio parleremo dopo. La prova che vi aspetta oggi riguarda un aspetto molto tecnologico della nostra vita: le foto. Tutti voi avrete un account facebook o instagram dove vi metterete a nudo. Beh, non letteralmente spero!» Ryan era un ottimo conduttore. Sempre neutro e obiettivo, cercava di essere chiaro e di far divertire i ragazzi in modo che l’attenzione fosse sempre alta. «Ora vi sarà consegnato questo dispositivo: dovrete fotografarvi alcune parti del corpo – niente di vietato ai minori, per favore! – e i due ragazzi e le due ragazze che indovinano più parti del corpo associate ai rispettivi proprietari vincono la sfida, chiaro?»
Ci fu un tripudio generale che fece capire a Ryan che le sue parole erano state capite e accolte. Lo staff del programma li accompagnò ognuno in una stanza diversa e consegnò loro un dispositivo per farsi delle foto.
Jared aveva perso la propria carica però: se anche lui non avesse vinto la prova, avrebbe potuto farlo Mia e sceglierlo per la fuga. Se avessero vinto entrambi non ci sarebbe stato alcun problema, ma se lui avesse vinto e lei no si sarebbe aspettata di essere la scelta del cantante, cosa che l’avrebbe messo in una posizione scomoda. Decise così di indovinare meno parti del corpo possibile, fatto non così complicato, tra l’altro, dato che non era riuscito a focalizzarsi sui particolari di ognuna con la dovizia che la prova richiedeva.
Lui, per sicurezza, fotografò dettagli del proprio corpo non molto riconoscibili: un piede, la lingua – stando però ben attento a non fotografare la barba, una parte del bacino da cui spuntava l’osso sotto gli addominali, un orecchio e una mano.
Tutte cose che non erano state sotto l’attenzione di tutti, a meno che qualcuno non fosse un suo grandissimo fan e lo seguisse su instagram.
Ognuno tornò in giardino e furono posizionati davanti a degli schermi con i nomi di ogni concorrente. I ragazzi avrebbero dovuto indovinare le parti delle ragazze e viceversa.
Tra gli uomini vinsero Scott e Drew, mentre tra le donne era ancora un mistero, perché le seguivano dalla casa senza poter sapere chi fosse in vantaggio.
Lo staff li fece accomodare fuori mentre Ryan si consultava con qualcuno della produzione per avere i risultati certi da comunicare poi ai ragazzi e al pubblico.
E così fece poco dopo.
«Dunque, con ben sei parti indovinate Drew vince la sfida al primo posto tra i maschi, mentre con cinque parti giuste Scott si aggiudica la fuga dopo di lui». Gli altri applaudirono. «Tra le ragazze, invece, la prima classificata è… Mia, mentre la seconda, con quattro parti indovinate, è Dakota! Complimenti ragazzi, voi avete vinto la prima fuga che consiste in un giro in barca a vela per poi approdare su un’isola privata, dove vi verrà servito un ottimo pranzo e potrete godere di ogni comfort. Ora dovete dirmi con chi vorrete passare questa meravigliosa giornata».
Jared avrebbe voluto chiudere gli occhi, perché Mia era arrivata prima e sapeva che sarebbe stata lei ad aprire le danze della scelta.
«Prima le signore» esordì Ryan. «Mia, tocca a te dato che sei la vincitrice della sfida».
Lei sorrise radiosa e soddisfatta mentre rizzava le spalle assumendo una postura fiera.
«Io scelgo Jared»
«Ho visto che tra voi c’è feeling». Continuò Ryan mentre Jared, tra gli applausi generali, si recava verso Mia quasi fosse stato un condannato a morte. 
Cercava di fissare le altre ragazze e percepire in loro un segnale che gli dicesse quale era la sua anima gemella, ma la gran parte di loro guardava altrove, già arrese all’idea di Mia “pigliatutto”. Solo Jade, Olivia e Leighton lo guardavano, ma Leighton gli riservava un sorriso comprensivo, Olivia uno sguardo di fuoco, come se avesse visto la propria preda sfuggirle di mano e Jade abbassare lo sguardo, quasi a disagio per quello scambio fuori luogo, dato che lui era con un’altra.
«Beh, per ora ci stiamo conoscendo e le cose vanno bene. Una fuga in questo momento può esserci d’aiuto per capire in che direzione stiamo andando». Mia aveva cercato di essere il più indifferente possibile, ma gli occhi brillavano come se avesse già avuto la vittoria in tasca.
«Bene». Convenne Ryan. «E tu Dakota chi scegli?»
Fu così che preferì CJ, mentre la scelta di Drew ricadde su Larissa e quella di Scott, dopo un lungo attimo di indecisione in cui si concentrò su Jade, su Taylor.
Tutti si stupirono di come Drew non scelse Daisy, ma la sera prima avevano litigato e quindi era stata una sorta di vendetta da parte di lui, cosa che funzionò a meraviglia, perché Daisy si mostrò veramente contrariata.
«Perfetto ragazzi, allora vi auguro buona gita per dopodomani! Ci vedremo la sera per vedere quale coppia andrà nella cabina della verità. Mi raccomando, divertitevi e fate di tutto per trovare le dieci coppie perfette e vincere il milione di dollari! A presto».
Ryan se ne andò e fino al giorno successivo Jared visse in uno stato d’ansia perenne, come se non fosse 
riuscito davvero a godersi il tempo che lo separava dalla gita.
La sera, prima di andare a dormire, da dietro la porta della camera da letto aveva origliato la conversazione tra molti altri inquilini della casa, ed era emerso che i ragazzi – la maggior parte – premevano per mandare la coppia di Jared e Mia alla cabina della verità, mentre le ragazze, più restie a perdere Jared così presto, tentennavano con la scusa di aver visto più feeling tra altre coppie, ma i ragazzi sapevano come convincerle: erano a conoscenza di ben cinquantamila motivi per ognuna per trovare un match perfetto.
Jared andò a dormire con l’angoscia di quel peso sulle spalle: da una parte le aspettative di Mia e della casa, dall’altra quello che lui desiderava che, però, passava in secondo piano, perché se la cabina li avesse dichiarati una coppia perfetta per lui il gioco sarebbe finito. Addio divertimento, tentativi e trepidazioni varie: si sarebbe dovuto dedicare alla sua anima gemella senza essere coinvolto in alcun modo, e la cosa lo terrorizzava. Si conosceva, e sapeva che per fare colpo su di lui non era questione di gesti avventati e audaci o giorni, era la costruzione di qualcosa di più profondo.
Sospirò arreso senza dare la buonanotte ad anima viva, aveva la sensazione di essersi cacciato in un bel casino.
Sperò di godersi la gita e trarne il meglio nonostante le proprie preoccupazioni. Mia non era perfetta, ma non la conosceva e non era certo il mostro che voleva intrappolarlo a tutti i costi. Inspirò a fondo e si addormentò nel giro di poco.


La mattina seguente solo alcune persone nella casa erano sveglie quando le quattro coppie uscirono per dirigersi alla barca e Jared, prima di andare, fissò ancora le ragazze – le presenti in cucina – per cercare di identificare in almeno una di loro un qualcosa che lo tenesse ancorato lì, non voleva mettere fine all’esperienza subito, non con Mia. Non era cambiato niente, non aveva fatto nuove esperienze che potessero portarlo a dire di essere maturato, non era pronto a mettere fine a quello. Sperava di cuore di non essere l’anima gemella della ragazza.
Dalla cucina gli arrivarono sguardi d’intesa, altri incoraggianti e un timido saluto con la mano da parte di Jade che, all’improvviso, abbassò il braccio destro quasi le fosse pesato troppo o si fosse scottata. Quella ragazza era strana, ma non era spudorata o esuberante come le altre, ed erano punti a suo favore. Così come per Leighton e Olivia, almeno agli occhi di Jared.
«Jared, ci sei? Ci stanno aspettando!» Mia era tornata a recuperarlo con una punta di preoccupazione nella voce quasi il cantante avesse deciso di sparire, almeno in quello sembravano essere in sintonia, dato che l’uno riusciva a capire l’altra e viceversa.
Sorrise e si allontanò più sereno.
La gita in barca a vela si era rivelata fantastica, e Mia era una buona compagnia se vissuta in gruppo, per fortuna anche le altre coppie avevano lo strano terrore di rimanere da sole, tanto che a un certo punto ci fu uno scambio in corsa: Dakota baciò Drew senza che le rispettive metà battessero ciglio, quasi avessero capito di non poter essere compatibili.
Jared, dal canto suo, si era mostrato di compagnia, ma si era tenuto più a distanza da Mia del solito, un’occasione per conoscersi senza ricorrere alla fisicità. Era bravo in quello, essere distaccato e freddo con le persone era una dote naturale che usava quando queste si avvicinavano troppo a lui e pretendevano che si aprisse. Cosa più che sbagliata, perché per farlo doveva esserci fiducia, e perché ci fosse quest’ultima doveva avere qualche elemento in più per lasciarsi andare, e la forzatura non era il metodo ideale per ottenere qualche risultato.
Inoltre pensare che in casa la gente stava votando, soprattutto per loro nella più scontata delle ipotesi, non lo aveva aiutato. O forse inconsciamente sì, dato che dopo essersi sentito spaesato per i primi giorni era riuscito a ritrovare se stesso.
Era convinto che ce l’avrebbe fatta anche quella volta.
Rientrarono al tramonto e trovarono gli altri già a buon punto per accogliere Ryan in casa per l’annuncio della coppia che sarebbe andata nella cabina della verità: Jade ed Haylee sistemavano il salotto mentre Simon e Taylor – la chef del gruppo – iniziavano a preparare la cena.
«Eccoci qui per la prima cabina della verità». Esordì Ryan un paio d’ore dopo davanti ai ragazzi seduti sul divano. «Tra poco scopriremo quale coppia avete deciso di mandare davanti alla macchina per verificare se l’accoppiamento è giusto. Ricordate: più coppie perfette indovinate, più possibilità avrete di arrivare al milione di dollari».
Poi, come Jared aveva sospettato, Ryan chiese alle coppie andate in fuga come era andata la giornata, e alla risposta positiva ma ben poco convinta di Mia indagò oltre, chiedendo approfondimenti proprio a Jared, il quale decise di optare per la verità.
«È andata bene, però è spaventoso pensare come tutto qua dentro sia amplificato e veloce. Baci una ragazza una volta e diventa la tua anima gemella, e ti assalgono mille dubbi. C’è bisogno di meno frenesia forse, per questo ho deciso di rallentare un attimo. Anche nel rispetto dell’ipotetica anima gemella di ognuno di noi se per caso non lo fossimo»
«Beh, mi sembra una cosa sensata, ma ricordate che oltre a stasera avrete solo altre nove puntate, quindi nove settimane per conoscervi, dunque fate il possibile. E ora vediamo un po’ chi avete scelto di mandare nella cabina della verità». Ryan concluse la frase facendo calare il silenzio nella stanza.
«La coppia che si presenterà davanti alla macchina è composta da…» un silenzio che sembrò rimbombare in ognuno e che aveva avuto la capacità di far tremare Jared. «Mia e Jared».
Applaudirono tutti e loro non si diedero nemmeno il tempo di pensare, volevano andare in cabina e togliersi ogni dubbio, per quanto quello di uno fosse l’opposto di quello dell’altra.
«Ora Jared e Mia si presenteranno in cabina, ma voi potrete vederli da casa. Se risultassero anime gemelle domani, dopo la cerimonia di accoppiamento, verranno trasferiti in un resort dove potranno continuare a conoscersi, altrimenti torneranno qui e rientreranno a tutti gli effetti in gara. Noi ci vediamo domani sera, buona fortuna!»
Se ne andò seguendo l’esempio della coppia per lasciare i ragazzi in attesa e con il fiato sospeso.
Jared, in uno slancio di carineria che al momento non gli apparteneva, le aveva offerto la mano che – nervosa – Mia accettò al volo. Raggiunsero la piccola cabina e si misero davanti al computer che sembrava scannerizzarli al momento, quasi in realtà non li avessero studiati per mesi con test, sedute psicologiche e quant’altro. Non che Jared fosse stato contento di quell’intromissione così invasiva e massiva nella sua vita, ma era convinto che la cosa avesse potuto aiutarlo nel comprendere almeno se stesso in maniera esaustiva, una cosa che potesse aiutarlo nella composizione dei testi e nell’affrontare futuri ruoli da interpretare. Solo alla fine di quel percorso poteva dire di aver disatteso le sue aspettative a riguardo, era stato tutto inutile.
Attimi di attesa che per loro due sembravano anni tanta era la tensione in quella piccola stanza bianca e asettica. Potevano sentire i cuori galoppare nella speranza che la macchina desse ragione al loro volere, peccato che solo uno di loro due sarebbe stato felice in ogni caso. L’esito del computer non li avrebbe mai messi d’accordo.
E, dopo quella che parve una vita, lo schermo cambiò, mostrando la scritta che venti persone aspettavano. 
Tutto si era bloccato: lo scanner, i cuori, i respiri.
NO MATCH.
Jared avrebbe voluto tirare un sospiro di sollievo, ma gli sembrava indelicato nei confronti di Mia, distrutta dalla notizia.
«Pensavo fossimo anime gemelle»
«Invece dobbiamo andare avanti». 
Le diede un diplomatico bacio sulla fronte e nell’uscire da lì per dirigersi di nuovo in casa si impose di non mostrare il suo sollievo facendo appello alle proprie doti attoriali, avrebbe trovato un momento adatto per sfogarsi con qualcuno all’interno della casa, perché sentiva davvero il bisogno di parlare con un’altra persona. In quel frangente sentì per la prima volta la mancanza di Shannon.
Nell’entrare in salotto un paio di ragazze si gettarono addosso a Mia per consolarla, gli altri diedero il bentornato a Jared rincuorati di avere il gruppo ancora unito, anche se voleva dire non avere nessuna coppia perfetta.
Jared, vittima del gioco più degli altri, si sentiva spossato.
Dio, ed era passata solo una settimana. Avrebbe dovuto trovare il modo di sopravvivere a quell’inferno.


Le ventiquattrore successive si svolsero velocemente, tanto che non diedero a Mia e Jared modo di pensare a cosa fare alla prima cerimonia di accoppiamento. Chi avrebbero scelto? Cosa avrebbero detto?
Si trovarono davanti a Ryan senza nemmeno accorgersi del come ci fossero arrivati, tutti trepidanti e tesi. Le ragazze sedute sui divanetti, e i ragazzi in piedi pronti per sceglierle e poi raggiungerle, perché quella sera sarebbero stati loro ad aprire le danze e scegliere la loro anima gemella.
Lentamente, con dovizia di particolari e domande atte a scoprire i sentimenti di ognuno e la dinamica dei triangoli o peggio, ogni concorrente prediligeva una ragazza, il match veniva registrato dai monitor che leggevano le mani e li confermavano, poi venivano fatti accomodare sui divanetti nell’attesa della scelta seguente.
«Benvenuti alla cerimonia di accoppiamento, il vostro tentativo di vincere il premio più ricco mai messo in palio da MTV: un milione di dollari. Bene, non dovete fare altro che identificare la vostra anima gemella. Ognuno di voi dovrà scegliere la persona giusta: se anche solo uno di voi sbaglia non raggiungerete il cento percento e dovrete tornare a casa a mani vuote. Stasera inizieremo con i dieci ragazzi, ma non preoccupatevi signore: ogni settimana vi alternerete tra chi sceglie e chi viene scelto come anima gemella, una volta gli uomini e una volta le donne. Ragazzi, l’ordine è stato tirato a sorte, quando chiamerò il vostro nome voglio che veniate qui e scegliate la persona. Entrambi metterete la vostra mano sul lettore del touchscreen e verrete confermati come coppia. Iniziamo».
Ryan si era preso le giuste pause per essere chiaro e dare ai ragazzi modo di apprendere ogni informazione, anche se sapeva che erano a conoscenza dei meccanismi del reality.
Fu così che Scott scelse per primo e si prese Olivia, perché era la persona con cui più aveva legato in quella settimana.
Spencer chiamò Larissa, perché si divertivano un sacco insieme.
Mark volle con sé Mia, perché era la persona con cui si era aperto, e lei aveva fatto lo stesso anche quando pensava di provare dei sentimenti per Jared.
Dylan invece scelse Haylee e non ci erano volute tante parole per capire il motivo di una simile scelta, bastavano i sorrisi di entrambi.
CJ, libero dall’ombra della fuga d’amore che per lui si era rivelata un totale fallimento, aveva scelto a cuor leggero Annah, e confessò di essere rimasto abbagliato dal suo sorriso. E forse dal suo fisico scolpito, dato che faceva la personal trainer.
Nick si buttò sicuro su Taylor. Alla domanda di Ryan sul motivo di questa sua scelta rispose che avevano un buon feeling, e gli sarebbe piaciuto conoscerla meglio.
Drew, anticipando le domande del conduttore, fece un discorso sulla propria preferenza. Aveva scelto Daisy nonostante avesse baciato Dakota in fuga d’amore perché era lei la ragazza che gli piaceva, e non sceglierla era stata la peggiore delle vendette per un litigio stupido.
Inoltre era a conoscenza del debole di Liam per Dakota, avevano instaurato un buon rapporto e non se la sentiva di ferire quello che considerava un amico; ma questo interesse non venne menzionato nel suo monologo.
Fu la scelta di Liam a parlare al posto suo e scelse, appunto, Dakota.
Erano rimasti due ragazzi, e quindi il rispettivo numero in ragazze: Jade e Leighton. Le più taciturne della casa. Non invisibili, ma di sicuro quelle che si concedevano meno.
E intanto Jared capiva il gioco dei produttori, e intanto li ringraziava in silenzio: l’avevano lasciato per ultimo per evitare una scelta scomoda a lui e innervosire gli altri ragazzi della casa che, in confronto all’attore, avrebbero potuto sentirsi snobbati, dato il suo ruolo centrale in quella settimana a causa del feeling con Mia.
«Simon» intervenne Ryan con il solito ritmo serrato. «Accomodati, è il tuo turno».
Aspettò di vedere il ragazzo nel posto giusto poi gli chiese: «Chi è – stasera – la tua anima gemella?»
Si girò brevemente a guardare le due ragazze rimaste, sedute a disagio sui propri divanetti e senza temporeggiare oltre rispose: «Jade».
Lei si alzò, rossa in viso, e lo raggiunse alla postazione, davanti allo schermo touchscreen che li avrebbe confermati.
«Come stai Jade?» investigò Ryan allegro come sempre.
«Bene, grazie»
«Addirittura scalza, eh? Come mai?»
Lei rise divertita. Era il primo ad accorgersi di quella mancanza, o almeno così credeva lei.
«Non me la cavo benissimo con i tacchi. Inoltre sono abbastanza alta di mio, indossarli mi fa sentire troppo visibile e mi mette in imbarazzo». Ammise acuendo il rosso delle guance che mise in risalto le lentiggini che contornavano gli occhi azzurri, spuntate dopo il leggero colorito che aveva assunto con il sole della Jamaica.
«Stai molto bene, comunque». Si complimentò Ryan con un’espressione solare.
«Grazie». Sorrise di rimando nella speranza di sembrare disinvolta, ma il rossore intorno agli zigomi si accentuò, anche se era chiaro come il sole che quella situazione così centrale non la faceva sentire a proprio agio.
«Ma a proposito di visibilità… non ti sei fatta ancora conoscere dai più, c’è qualche ragione?»
Si spostò i capelli dietro l’orecchio – in imbarazzo – mentre con l’altra mano si sistemava la gonna nera strech e, con essa, la camicia azzurra con il taglio largo e maschile. Solo in pochi – pochissimi – si erano accorti che non portava il reggiseno. La cosa aveva solleticato molte menti, ma non avevano avuto il coraggio di buttarsi alla cieca con lei, avevano preferito scegliere una persona con cui avevano avuto a che fare durante la settimana.
«Non sono una persona molto espansiva. O meglio: mi ci vuole un po’ per aprirmi con le persone. Ora che, bene o male, mi sono abituata a tutti loro penso che sarà più facile aprirmi e conoscerli meglio. Mi trovo bene con tutti, ho solo bisogno di un po’ più di tempo rispetto agli altri»
«Pensi che Simon sia la tua anima gemella?»
Sorrise più serena. «Beh, è difficile dirlo con certezza dato che, come hai fatto notare tu, non mi sono aperta molto. Però Simon è una bella persona e un ragazzo interessante. Di sicuro può essere una compagnia piacevole e rivelarsi una sorpresa. Quindi sì, perché no?»
La agitava parlare davanti a una telecamera, ma incominciava a farci l’abitudine.
«Perfetto. Ora mettete le mani sugli schermi di modo che possiate essere confermati».
Fecero come Ryan aveva suggerito loro, poi lo salutarono per accomodarsi al divanetto in cui Jade era rimasta seduta per più di mezz’ora.
«Jared, Leighton, accomodatevi, siete rimasti solo voi». Si ritrovarono davanti a Ryan e il cantante sentì che il peggio era passato.
«Leighton, come mai pensi di non essere stata scelta?»
«Per gli stessi motivi di Jade. Fatico ad aprirmi subito e a permettere agli altri di conoscermi. Ma giuro che le cose cambieranno, mi impegnerò per socializzare e farmi scoprire»
«Beh, non ti è andata male, cosa pensi di te e Jared come coppia?»
Leighton sorrise cordiale, in imbarazzo per essere con l’esplicito interesse di un’altra ragazza. E non solo quello di Mia, perché sapeva che molte avevano messo gli occhi su di lui.
«Potremmo essere compatibili, certo» rispose stringata per non aggiungere cose di cui avrebbe dovuto pentirsi in futuro. Il suo motto era: essere diplomatica, sempre.
«E tu cosa dici a riguardo?» Ryan si rivolse a Jared.
«Leighton, da quel che ho visto in casa questa settimana, è una ragazza adorabile e ogni ragazzo qua dentro sarebbe fortunato ad averla come metà di una coppia. Stasera il fortunato sono io».
L’applauso dei compagni gli fece capire di aver fatto centro, quindi rilassò le spalle. Ringraziò di avere tanta esperienza nei discorsi pubblici e di avere la dote naturale di saper dire la cosa giusta nel momento più adatto, la sua carriera recitativa gli aveva solo fatto affinare la tecnica.
«Mettete le mani sugli schermi per la conferma, poi accomodatevi, così vedremo quante coppie compatibili avete trovato stasera».
Leighton e Jared non se lo fecero ripetere due volte: appoggiarono i palmi sul touchscreen e poi si accomodarono alla postazione di Leighton nell’attesa che Ryan introducesse loro i famosi fasci di luce che avrebbero decretato quanto coppie giuste indovinavano di volta in volta, dichiarando così la loro ipotetica vittoria.
«E ora è arrivato il momento dei fasci di luce. Ogni fascio rappresenta un’accoppiata vincente». Spiegò Ryan con il suo fare rassicurante ma deciso. «Un fascio un’accoppiata vincente, dieci fasci sono dieci accoppiate vincenti e un milione di dollari. Ricordatevi: le luci vi diranno quante coppie perfette ci sono, ma non quali. Questo dovrete capirlo da soli. Bene, vediamo quanti di voi hanno trovato l’anima gemella».
Tra gli applausi generali le luci del gazebo adibito per la cerimonia si spensero, creando così la giusta tensione. Nel buio generale i venti ragazzi aspettavano di vedere un fascio illuminarsi: alcuni in silenzio, altri chiamando il numero, uno alla volta a partire dal primo.
E il primo si illuminò, suscitando le grida entusiaste dei concorrenti, cosa che fece animare anche i più taciturni.
«Due!»
«Avanti»
«Due, andiamo!»
Mormorii o urla poco importava, l’importante era invocare il numero successivo e continuare così fino a dieci, se possibile.
Un altro fascio si infranse nel blu del cielo di Moneto Bay, scatenando altra eccitazione.
«Tre! Tre! Tre!»
Un coro indistinto, una litania continua che – per la prima volta – era riuscita a unire il pensiero di tutte le persone della casa.
All’improvviso, però, i fasci di luce si spensero e lo studiò si illuminò di nuovo a giorno, tra i mormorii contrariati dei concorrenti.
«Due coppie soltanto». Si rivolse loro Ryan. «Siete lontani dalle dieci coppie e dal milione di dollari, ma avete materiale per iniziare a lavorare sul vostro percorso. Alla settimana prossima con la sfida».
Le telecamere si erano soffermate sullo sconcerto e la scoperta di alcuni dei ragazzi prima di trasmettere alcune immagini del rientro in casa per i telespettatori incollati agli schermi.


 
*


Shannon era rimasto con la bocca aperta e gli occhi fissi sullo schermo, incredulo. 
Si sentiva fortunato per aver tenuto il telecomando in mano nel momento giusto e aver avuto la prontezza di spirito di schiacciare il tasto del fermo immagine.
«Oh mio Dio» disse Constance con lo sguardo sbarrato. «Dove ho spedito mio figlio? Sono una madre orribile». Aveva mormorato tra sé, sconvolta, con le mani nei capelli.
«Orribile?» si girò a guardare sua mamma con un sopracciglio alzato. «Tu chiami essere rinchiuso in una casa con dieci ragazze bellissime a tua disposizione una cosa orribile? Io lo chiamerei paradiso!»
Mise un braccio dietro la nuca per rilassarsi, non dando peso all’occhiata truce che lei gli stava rivolgendo.
«Sul serio, penso tu gli abbia fatto un enorme favore». Evitò di aggiungere che aveva deliberatamente offerto a Jared un modo per farsi un sacco di ragazze con la scusa di cercare l’amore e, quindi, scaricarle nel momento in cui scoprivano di non essere una coppia perfetta. E nemmeno Jared, prima di quella settimana, doveva aver capito il potenziale della situazione.
Certo, non c’erano solo  vantaggi in un simile programma – e l’esperienza di Jared con Mia ne era la prova – ma Shannon, al suo posto, avrebbe fatto di tutto per sfruttare al meglio i pro e scansare le conseguenze, era bravo in quello. Anni di vita ai margini del lecito forgiavano e davano la prontezza di spirito per portare le cose a proprio vantaggio, o a far sì che si abbandonasse la barca prima che questa affondasse. Insomma: mors tua, vita mea.
Alzò un angolo della bocca, soddisfatto. Sì, in un simile programma si sarebbe sentito più a suo agio di suo fratello, e dopo quella registrazione ne aveva la prova.
Vedere Jared muoversi come un pesce fuor d’acqua davanti alle telecamere era motivo di godimento per Shan, avrebbe avuto materiale per prenderlo per il culo per i prossimi… mesi? Anni? Forse anche vite.
«Tesoro» lo riscosse Constance. «A te quale ragazza piace?»
«Mia è veramente bella, ma sappiamo che è fuori gioco. Sono tutte carine, ma le bellezze della casa sono Olivia e Larissa, secondo me. Però lo ammetto, le altre non le ho guardate bene perché mi sono focalizzato su di loro».
Si grattò la nuca a disagio, quasi sua mamma l’avesse colto in fallo come quando era adolescente.
Constance, ignara di quel pensiero così pudico, si accoccolò sul divano, poggiando il gomito sullo schienale e, girata verso Shannon, gli disse: «E quale ragazza trovi adatta per Jared?»
«Perché se ne innamori?» lei annuì e il figlio sollevò un solo angolo della bocca. «Tutte e nessuna. Non è impresa facile. Anzi, conoscendolo direi che non è proprio possibile».
La donna alzò gli occhi al cielo, sapendo che nelle parole di Shannon c’era più di un fondo di verità.
«Ma a te quali piacciono? E quali trovi adatte per il tuo erede minore? Illuminami, sono curioso».
In effetti il parere di una donna che per giunta conosceva Jared così bene lo interessava davvero. Sua madre aveva occhio per certe cose, forse era riuscita a vedere più in là di entrambi i fratelli.
Constance lo fissò con uno sguardo felino spruzzato di divertimento, a volte erano così simili loro due a causa del taglio degli occhi da fare quasi paura. «Di sicuro non quelle ragazze prorompenti che piacciono a voi due. Preferisco quelle più acqua e sapone. Mi piacciono le ultime due scelte, Jade e Leighton, e pure Daisy»
«Le più noiose, in pratica» rispose con fare ovvio, conoscendo già la risposta.
La madre gli diede uno schiaffo leggero sulla nuca.
«Solo per il fatto che non sono appariscenti come le altre non vuol dire che non abbiano nulla da offrire. Anzi, di solito persone simili sono quelle che, dentro, hanno un mondo da scoprire».
Shannon evitò di dire che quello che avevano dentro quelle ragazze non era poi molto interessante, finché non era lui a riempire un determinato spazio. Era ininfluente per ciò che di solito lui e suo fratello avevano in mente. Anche perché le ragazze che avevano personalità avevano anche opinioni, erano scaltre e intelligenti e, con il tempo, iniziavano a pretendere un certo tipo di coinvolgimento.
No, con Kirstina era stato fortunato. Sveglia il giusto, credeva di poter sbandierare ai quattro venti la loro relazione quando in realtà Shannon si sentiva ancora libero di fare come meglio credeva: gli bastava una moina o una parolina dolce per rimettere tutto a posto e scongiurare la crisi. Era così che piacevano ai Leto: facili da gestire e manovrare per non avere problemi.
Non dopo quelli che Jared aveva avuto con Cameron anni prima.
«Sì, ecco, quelle due lì mi piacciono molto». Constance indicò distrattamente lo schermo ancora fermo sull’immagine sgomenta di alcuni dei concorrenti, tra cui Jared.
«Abbiamo un problema, allora». Shannon tornò a concentrarsi sul fotogramma che aveva catturato, conscio di voler far recepire il messaggio a sua mamma.
«E perché? Per delle opinioni discordanti?»
Lui alzò il telecomando e indicò un punto preciso dello schermo, in alto a sinistra. Il braccio di una ragazza, o meglio: il suo interno.
Vide la madre persa, vagare sui tratti leggermente sgranati di quella specie di istantanea per poi spalancare gli occhi una volta capito cosa il figlio volesse farle notare.
«Hai notato il tatuaggio di quella ragazza?»




 
          Leggetemi:

Eccomi qui, again. 
Storia nata a ottobre, pensata tanto e con i primi capitoli scritti a novembre e dicembre. Dopo la scrittura della tesi ho ripreso la storia, spero non si senta troppo la differenza nella narrazione.
Ma veniamo a noi. La mia prima long sui mars. Ebbene sì: non una mini long, ma una long. Certo, conta poco più di 10 capitoli (uno per settimana più… beh, lo scoprirete), ma sono tutti corposi come questo. Di cose da dire e analizzare ce ne sono, e poi ci sono le parti esterne al programma, giusto per coinvolgere Tomo, Shannon e anche Constance. Con questa scusa ho potuto inserirla e ne ho approfittato.
È una storia a cui tengo, anche perché mi è costata una lunga ricerca, mi è servito per fare le cose per bene. Ho riguardato la prima stagione e poi seguito la seconda in contemporanea con gli Stati Uniti. 
Eravamo un quaderno alla mano e io. Mi sono segnata tutte le prove e le varie ricompense (nessuna prova è inventata da me, ho inserito quelle usate nel vero programma, magari variandole un po’), ho guardato quante coppie azzeccassero di puntata in puntata e anche i match della cabina, inserendo i dati in una tabella che mi permettesse di mettere il numero giusto di volta in volta. Ho plottato ogni capitolo (ma lo faccio sempre), ho messo per iscritto l’andamento delle puntate, ovvero quante coppie giuste per puntata, quanti match perfetti provenienti dalla cabina e in quali puntate inserirli. Ho inoltre studiato i 10 accoppiamenti finali di ogni puntata per far sì che ci fossero tot coppie giuste e le altre no, e che corrispondessero poi ai match perfetti che troveremo durante il corso della storia (e del programma).
E, infine, ho registrato i discorsi di Ryan, il presentatore, e alcuni li ho inseriti qui, quasi del tutto uguali, per spiegarvi la dinamica del programma. Ovvero quello iniziale prima che Jared venga introdotto, e quello fatto prima della cerimonia di accoppiamento.
Insomma, un lavoraccio assurdo e una psicopatia (la mia) non indifferente, ma così ho la certezza di avere ogni elemento sotto controllo e che nulla può intralciarmi durante la stesura della storia. 
So inoltre che il programma nella realtà va in onda DOPO essere stato registrato, ma non mi piaceva l’idea che Constance, Shannon e compagnia bella potessero vederlo con Jared di fianco e a cose già concluse, quindi ho deciso che il programma era in differita di una sola settimana per permettere alla produzione di girare la prima puntata e mandarla in onda, giusto per non inserire una puntata live settimanale come l’isola dei famosi (per intenderci) ma cmq montare una puntata riassuntiva della settimana trascorsa, una cosa che non coinvolgesse una dinamica come i reality di casa nostra ma che rendesse lo show fruibile in prima serata lo stesso. Provo a riassumerla così: ho mantenuto il format come è in realtà, ma ho soltanto fatto sì che fosse trasmesso mentre i concorrenti erano ancora nel programma, “quasi” in diretta.
Spero dunque che lo sforzo sia valso la pena e che la storia vi sia piaciuta e sia riuscita a intrigarvi.
Come con ogni mia storia l’aggiornamento sarà settimanale.
PS: Banner fatto dalla sottoscritta, ne vado fiera, scusate! E, se permettete, notate la maglietta di lei *w*
Mi trovate qui: Love Doses.
Tanta cioccolata per voi, XO, Cris.
 
   
 
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