CAPITOLO 19
Giovanni si svegliò all’alba, e posò subito lo sguardo sulla
sua amata.
Teresa stava ancora dormendo tra le sue braccia, il suo volto
era sereno e disteso. Sembrava un angelo.
Con un sorriso stampato sul volto, il brigante si mosse
leggermente, e, con una dolcezza della quale neppure lui era a conoscenza di
possedere, sfilò il suo braccio da sotto di lei. Si alzò, e prese a sistemarsi
addosso il suo pesante mantello, stando sempre attento a non fare il minimo
rumore.
Appena si fu rivestito completamente, con delicatezza
rimboccò le coperte alla sua amata, in modo che nessuna parte di lei potesse
essere esposta al freddo della casa, poi sgusciò via, soffermandosi a guardarla
per un’ultima volta solo quando fu sulla porta della stanza.
La ragazza continuava a dormire come se nulla fosse successo,
come se lui non si fosse mai allontanato. Il suo viso continuava ad essere
sereno e tranquillo.
Il brigante dovette riconoscere che era la più bella ragazza
che lui avesse mai visto, e, sempre con un sorriso stampato sul volto, si
diresse verso la porta d’ingresso ed uscì dalla casa.
Il sole stava per sorgere, e un alone rossastro stava
bruciando all’orizzonte, mentre la terra era dura e ghiacciata. Dopo una
settimana tempestosa, il bel tempo era tornato, e il clima sembrava fosse
tornato stabile.
A passi rapidi,
Giovanni giunse alla sua cascina, e si affrettò ad entrare. Solo quando stava
per sedersi di fronte ad una tazza di latte calda gli tornarono in mente le
parole della sera prima di Teresa. Le sciocchezze sul lupo e le questioni più
serie riguardanti il loro amore.
Sospirando, pensò che forse lei aveva ragione, che un passo
in più si sarebbe potuto anche fare, ma ciò che lo spaventava era il dopo. Dopo
aver fatto quel passo in più, non si sarebbe più potuti tornare indietro, e la
vita della sua amata avrebbe potuto subire danni irreparabili.
Sospirando nuovamente, trangugiò la sua colazione senza
neppure gustarsela un po’, poi andò nel retro a spaccare della legna, in modo
da poterla mettere nella stufa. Quei movimenti ripetuti e sfiancanti con
l’accetta lo facevano stare meglio, poiché gli permettevano di non pensare,
almeno per un po’, ai suoi problemi d’amore. Ma quel giorno tutto doveva andare
storto.
Dopo poco, mentre il brigante aveva già ammucchiato un bel
po’ di legna pronta all’uso, sentì aprirsi la porta d’ingresso della cascina, e
udì delle persone parlare animatamente. Giovanni provò un tuffo al cuore,
poiché riconobbe da subito di chi era quella voce; era di Marco.
Con il cuore che batteva forte, si precipitò subito nella
stanza principale, dove Gianni lo stava aspettando, in compagnia dell’uomo
grasso. Il brigante non sorrise, anzi, sul suo volto non fu in grado di
reprimere una smorfia di disgusto, mentre avanzava a passi lenti verso una
sedia, accostata al suo solito tavolo.
‘’Zvàn! Che piacere rivederti! Come stai? Sai, ho saputo che
alcune settimane fa sei stato vittima di un incidente…’’, disse subito Marco,
fingendo zelo e gioia nel rivederlo.
Giovanni lo guardò con sdegno crescente, anche perché quel
grassone gli aveva fatto tornare in mente l’agguato in cui aveva rischiato di
rimetterci la pelle.
Era ancora sicuro che in qualche modo quell’evento fosse
frutto di una qualche strategia di Aldo, anche se non ne aveva parlato più con
nessuno. E assieme ad Aldo, c’erano buone probabilità che avesse complottato
anche Marco. Eppure, il brigante accantonò quei pensieri, pensando che forse
erano solo frutto della sua fantasia.
‘’Piacere tutto mio. Tutto a posto, per ora’’, biascicò
Giovanni a denti stretti. Marco non diede molto peso al suo comportamento
burbero e scostante, forse anche perché non gliene importava molto. Il brigante
gli fece cenno di sedersi.
‘’Su con il morale, amico. Porto ottime notizie’’, continuò
l’informatore, sedendosi mentre Gianni si dileguava uscendo silenziosamente
dalla cascina.
‘’Come al solito’’, biascicò nuovamente il brigante.
‘’Hey, amico! Quasi non ti riconosco più! Cosa ti assilla?’’,
continuò Marco, imperterrito, con falso interessamento.
‘’Smettila di chiamarmi amico. Io non sono tuo amico,
grassone. Dimmi ciò che hai da dire e poi vattene’’, sibilò Giovanni,
appoggiandosi al tavolo.
Il brigante immaginava il perché di quel viaggio compiuto
dall’informatore, e sapeva che aveva a che fare con il riscatto di Teresa. E se
il riscatto stava per essere pagato, questo avrebbe significato un cambiamento
forzato della loro relazione.
Giovanni non voleva ascoltare quell’uomo, l’avrebbe voluto
ammazzare prima che avesse potuto parlare, per poi farlo sparire e, in caso che
qualcuno gli avesse chiesto qualcosa, affermare che era arrivato già ferito ed
era morto poco dopo, senza riuscire a dire nulla. Eppure doveva trattenersi.
Intanto, l’informatore finalmente si fece tetro alle parole
del brigante, e smise di mostrarsi felice e sorridente.
‘’E’ proprio vero che voi straccioni non avete rispetto per
nessuno. Ho compiuto un viaggio lunghissimo e pieno di pericoli per portarti
ottime notizie, e tu mi riempi di sguardi d’odio e di parole offensive’’, continuò
a far notare Marco, con fare aggressivo.
Giovanni non ne poteva più di quella conversazione ripetitiva
ed inutile, a tratti offensiva. In un altro momento, l’avrebbe punito per ciò
che aveva detto, ma lasciò correre, d’altronde il primo ad offendere era stato
proprio lui. E inoltre quello non era il momento adeguato per intavolare un’inutile
discussione.
‘’Dai su, dimmi quello che hai da dire e facciamola finita’’,
concluse il brigante, sospirando e conoscendo già, in cuor suo, quello che gli
avrebbe detto il suo interlocutore di lì a poco.
‘’Ciò che ho da dirti è esattamente ciò che ti starai
immaginando ora, credo. Il riscatto è pronto per essere versato nelle nostre
tasche. Parliamo di una cifra… uhm… considerevole’’, disse Marco, cercando la
parola giusta, e successivamente dando una pacca alla spalla del brigante, che
grugnì nervosamente.
‘’Beh, quello lo immaginavo’’, disse Giovanni dopo poco, con
lo sguardo fisso a terra.
‘’Hey, dovresti essere contento! Perché hai quell’espressione
torva?’’, disse nuovamente Marco, riprendendo ad utilizzare quei toni
amichevoli, quasi lo volesse deridere.
Il brigante a quel punto fu preso dai dubbi, e si chiese se
quel ciccione sospettasse qualche tresca tra lui e Teresa. Solo un istante
dopo, dovette togliersi dalla testa quell’idea bizzarra, tanto nessuno avrebbe
potuto immaginare una cosa simile.
In ogni caso, un dolore cieco e un forte senso di smarrimento
iniziarono a pervaderlo, mentre si chiedeva cosa sarebbe stato ora di loro.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, eppure non si era preparato a dovere.
Non aveva neppure un piano.
Capì che l’unica cosa che poteva fare per ora era quella di
ascoltare e allontanare il ciccione,
possibilmente in fretta, poi parlare con Teresa ed escogitare qualche possibile
piano d’azione.
‘’Boh’’, disse nuovamente Marco, che, sfruttando il breve
istante in cui il brigante si era perso in sé stesso si era messo a fissarlo
con un modo strano.
‘’Basta! Che hai da guardare? Parla, caspita. O vuoi farmi
attendere tutta la giornata? Dimmi tutto’’, disse Giovanni ad alta voce, facendo
sobbalzare il suo interlocutore.
‘’Sì, sì, hai ragione, vengo subito al punto. Dunque, la
contessina la dovrai riportare te stesso domani pomeriggio alle porte di
Ravenna, nella stessa zona dove avete teso l’imboscata un mese fa. Io e Aldo vi
consigliamo di scendere in pochi; la pianura è molto sorvegliata ultimamente, e
un grosso numero di uomini attirerebbe comunque l’attenzione di tutti. Due
uomini dovrebbero bastare per scortare te e la nostra preziosa merce…’’.
‘’Non sta a te decidere quanti uomini devo portarmi dietro,
mi assumo tutti gli eventuali rischi e pericoli. Va avanti’’, disse Giovanni,
interrompendo l’informatore, che si agitò sulla sedia.
‘’Certo, chiedo scusa. Il mio era solo un consiglio, pensavo
potesse esserti utile, ma andiamo avanti nel discorso. Mentre tu o un tuo uomo
consegnerete la ragazza al padre, che l’attenderà lungo la strada principale,
altri due di voi andranno alla capanna abbandonata, sempre lungo la strada e a
solo una cinquantina di metri dal luogo del rapimento. Lì ci sarà Aldo, che vi
consegnerà la vostra parte di bottino, che sarà stato versato poco prima della
consegna della giovane. Poi, una volta diviso il malloppo, ognuno andrà per la
sua strada’’, concluse l’informatore, strofinandosi le mani grassocce sui
pantaloni, soddisfatto.
‘’Spero che il tutto si svolga in correttezza. Non vorrei
trovarmi a Ravenna, distante dal mio rifugio, con una ventina di tagliagole che
mi inseguono per ammazzarmi. Sai, non sarebbe la prima volta che mi capita una
cosa del genere’’, disse il brigante, con una punta di nero sarcasmo,
rievocando gli eventi accaduti alcune settimane prima.
‘’Oh no, garantisco che il tutto si svolgerà correttamente’’,
disse Marco, alzando le mani al cielo in segno d’innocenza. Giovanni,
nonostante le sue paure e la rabbia crescente, sorrise.
‘’Vorrei potermi fidare ciecamente di te. Sappi che, in caso
di un qualche inconveniente, il primo a rimetterci la pelle sarai proprio tu.
Non importa dove scapperai o dove andrai, qualcuno ti prenderà e ti porterà da
me. Quindi, fa in modo che vada tutto bene, ne va della tua salute’’, disse
Giovanni, laconico.
‘’Sì, supervisionerò io stesso il tutto, e vedrai che sarà
tutto svolto con estrema regolarità’’, garantì l’uomo grasso.
‘’E se io non volessi portarvi la ragazza domani?’’, chiese
Giovanni, a bruciapelo.
‘’Questo non puoi farlo, Aldo si arrabbierebbe, anche perché
rovineresti tutti i suoi piani. Ha una gran fretta di incassare la sua parte di
bottino! E poi, grazie al bel tempo degli ultimi giorni, ora si può scendere in
pianura facilmente, ed andrà tutto bene. Gli anziani pescatori della costa
assicurano che sta per arrivare una fase molto lunga di clima avverso, e quindi
bisogna concludere il tutto in fretta. E domani sarà il giorno giusto’’, disse
l’informatore, irremovibile.
Giovanni pensò che potevano avere ragione, ma in fondo i
pescatori della costa erano la feccia della società, e spesso e volentieri
mentivano, anche perché erano sempre ubriachi. Oppure, certe cose poteva
inventarsele Aldo da solo. Però, stava di fatto che nessuno era più disposto a
dargli tempo, e domani nel primo pomeriggio avrebbe dovuto essere alle porte di
Ravenna.
‘’Perfetto. A domani, allora’’, disse il brigante tutto d’un
fiato, congedando l’informatore e liberandosi della sua scomoda ed irritante
figura. Tanto, non c’era più nulla da fare, era stato tutto stabilito senza di
lui.
Marco se ne andò in fretta, con il grosso pancione prominente
che si muoveva sotto i vestiti.
Mentre se ne andava, Giovanni restò a fissarlo per un
brevissimo momento, pensando alle punizioni che gli avrebbe potuto infliggere
nel caso qualcosa fosse andato storto, ma si trattò proprio solo di un attimo.
Subito dopo, prima di andare ad informare Mario, decise di andare a parlare con
Teresa, e chiarirsi le idee.
A passi svelti, per l’ennesima volta si trovò a percorrere il
sentiero in discesa che portava al casolare destinato alla sua amata. Il sole
era già sorto, e probabilmente a breve Lina sarebbe andata a prenderla per
accompagnarla fino a casa sua, e questo avrebbe rovinato tutti i suoi piani.
Quindi, doveva fare in fretta.
Infatti, giunse di fronte alla porta di Teresa quasi di corsa
e col fiatone, e si trovò a sgattaiolare dentro come un ladro. La ragazza si
era appena alzata ed era ancora in camera da letto, e, non aspettandosi
nessuno, quando si trovò di fronte Giovanni lanciò un gridolino spaventato.
‘’Ma che ci fai tu qui a quest’ora?’’, chiese la giovane,
cercando di ricomporsi dall’iniziale spavento.
‘’Non porto belle notizie’’, disse il brigante, continuando
ad ansare. Teresa, nel frattempo, corse ad abbracciarlo.
‘’Questo l’ho capito. E poi, sei anche sudato, ed hai il
fiatone…’’.
‘’Teresa, devo parlarti seriamente. E abbiamo poco tempo’’,
disse ancora Giovanni, interrompendola. A quel punto, la ragazza si fece seria.
‘’Dimmi, ti ascolto’’.
‘’Ecco, ho appena finito di parlare con Marco, colui che mi
ha fatto da intermediario con Aldo, l’altro tuo rapitore. Ebbene, domani pomeriggio
tuo padre ti attende. Ti dovrò riportare a casa, a quanto pare’’, disse
Giovanni, tutto d’un fiato. Il volto di Teresa divenne una maschera di emozioni
contrastanti.
‘’Non c’è alcun modo di posticipare un po’? Così potremmo
organizzarci’’.
‘’No’’, rispose Giovanni, laconico.
‘’No... ma che ne sarà di noi, Giovanni? Mi stai praticamente
allontanando da te. Se mi ami, fuggiamo subito, fintanto che siamo in tempo’’,
disse la ragazza, gettando uno sguardo verso il suo armadio.
‘’Ci avevo pensato anch’io. Ma dopo? Qui ci sarà una
guerriglia, gli uomini di Aldo attaccheranno i miei uomini, rimasti senza capo,
e sarò io a sancire la loro morte. Ci saranno solo disordini e sofferenza. E
per cosa? Per fare il morto di fame per strada. Teresa, se scappiamo, dovrai
dire addio per sempre alla vita che hai vissuto finora. Saremo costretti
all’accattonaggio, fuori di qui non c’è neppure lavoro, e moriremo in mezzo ad
una strada senza nulla in mano. E’ questo che vuoi? Se lo vuoi, facciamo
così’’, disse Giovanni.
A dirla tutta, non lo avrebbe mai fatto tutto quello, neppure
per amore. Lasciare la sua banda nei problemi per finire lungo ad una strada,
senza un tetto e neppure un tozzo di pane, e chiedere l’elemosina, sancendo
anche la perdita della sua dignità.
Sperava veramente che Teresa riuscisse a capire che quella
non era la soluzione giusta per loro, prima che fosse troppo tardi.
Probabilmente, lei si sarebbe stancata in fretta di quella vita, per tornare
indietro da suo padre ed abbandonarlo per sempre, non appena si fosse resa
conto di quella cruda realtà.
Perché lui c’era già stato una volta in mezzo ad una strada, prima
di formare la sua banda di briganti, e sapeva cosa significava stare giorni
interi senza mangiare né riposare.
‘’No, non è la soluzione giusta, hai ragione’’, disse Teresa
dopo averci pensato un po’ su.
‘’La penso come te’’, confermò il brigante, riconoscendo che
la ragazza era molto intelligente.
‘’E allora cosa proponi?’’, tornò a chiedere Teresa, con la
voce che tremava. Non voleva perderlo, e lei lo amava e questo lui lo sapeva,
ma non c’era nulla che si potesse fare, almeno in quel momento.
‘’C’è una sola cosa da fare. Ti devo riportare da tuo
padre’’, disse il brigante.
‘’No. Tu non mi ami sul serio, allora. Non allontanarmi da
te, ti prego’’, prese a dire Teresa, iniziando a piangere sommessamente.
Giovanni si aspettava quella reazione, e fu subito pronto per
spiegarle la situazione.
‘’Siamo nei guai entrambi. Se tu non torni, sai che saremo
tutti nei guai? Io, te, Lina, gli altri briganti, tutti gli abitanti della
zona. Guardie ovunque, tagliagole in ogni angolo e noi due che facciamo la fame
in chissà quale luogo, poiché non abbiamo neanche un soldo. Questa non è una
soluzione, è solo un capriccio che finirà male. Teresa, devo riportarti
indietro. Poi, seguiremo un piano che ho ideato da poco, e torneremo insieme.
Per sempre questa volta, e niente e nessuno potrà più separarci’’, disse il
brigante, la voce ammorbidita dal comportamento della giovane, che continuava a
disperarsi.
‘’E quale sarebbe, questo tuo piano? Presentarti a mio padre
come possibile pretendente? Oh, non lo conosci, è tutto d’un pezzo e non
approverebbe mai un amore come il nostro. Un amore impossibile’’, disse la
ragazza, avvicinandosi nuovamente a lui e abbracciandolo.
‘’Non ne dubito. Però ti riporterò da tuo padre, concluderemo
ogni faccenda e in seguito potrai fuggire. Questa sera tornerò, e ci
organizzeremo alla perfezione, non temere. Andrà tutto bene, e staremo per
sempre insieme. Niente e nessuno potrà più separarci’’, le disse, mostrando
sicurezza, nonostante fosse più insicuro che mai.
Poi la baciò, e se ne andò, lasciando la ragazza sola, a
confrontarsi con il suo incerto futuro.
Teresa si appoggiò al muro di casa, senza forze.
Giovanni se n’era appena andato, lasciandola sola a
combattere contro le sue paure. Il momento tanto odiato era giunto, ed ora
bisognava trovare una soluzione.
Una soluzione per mantenere vivo il loro amore, che comunque,
a dispetto dei pronostici, non aveva vacillato neppure per un solo istante fino
a quel momento. Ormai, tra loro due si era creato un legame impossibile da
spezzare.
Ma d’altronde, era vero che lei amava profondamente Giovanni,
ma era pure vero che non avrebbe mai accettato di vivere insieme a lui per strada
a chiedere l’elemosina. Forse per un mese avrebbe resistito, vivendo d’amore,
poi però avrebbero vinto la rabbia e l’abbattimento.
In più, avrebbe avuto piacere di vedere suo padre, almeno per
potergli dare un ultimo saluto. Aveva sempre fatto molto per lei, e cercava di
fare ancora tanto.
La ragazza dovette ammettere a sé stessa che l’unica
soluzione era quella di tornare, anche se per poco, da suo padre, anche una
possibile separazione momentanea da Giovanni le faceva molto male.
Sovrappensiero, Teresa non si rese neppure conto di avere
Lina di fronte a sé, che la guardava.
‘’Che faccia da funerale! Ma che hai?’’, chiese l’amica,
andandole incontro e riscuotendola dai suoi pensieri.
‘’Domani mio padre pagherà il riscatto’’, disse Teresa, senza
tanti giri di parole. Lina rimase per un attimo confusa, poi abbassò lo sguardo
e si passò una mano tra i capelli, in modo molto lento. C’era rimasta male,
indubbiamente.
‘’E adesso?’’, tornò a chiedere la donna, dopo una piccola
pausa.
‘’Non c’è nessun adesso, Lina. C’è solo un domani. Domani me
ne andrò da qui, domani tornerò da mio padre, e dopodomani tornerò ancora
qui’’.
‘’Non andrà così, Teresa. Lo sai anche tu. Se non affronti la
situazione ora, nel presente, non la affronterai più. Chi ha tempo non aspetti
altro tempo, mi dicevano sempre quand’ero più giovane. Pensa a qualcosa se vuoi
restare qui, fa qualcosa ora; domani sarà troppo tardi. Domani, sarai già
lontana sia da me che da Zvàn’’, disse l’amica, la voce rotta dalla pressione
dei sentimenti.
Teresa capì ciò che l’amica voleva dire, cioè che lei poteva
immaginarsi ogni fuga possibile da casa, oppure un finto rapimento, ma forse
non ci sarebbe mai riuscita.
E la parola ‘forse’ non la sconvolse mai come in quel
momento. Pensò che era strano dare significati così diversi e profondi ad una
sola parola.
‘’Domani… sarà come oggi. Oppure come ieri. Mi ero
affezionata a te e a questa vita libera. Ho donato il mio primo bacio ad un
uomo forte e duro, un uomo in grado di proteggermi e che amo, nonostante abbia
commesso degli errori in passato e nonostante che all’inizio mi abbia fatta
soffrire. Mi ha dato tanto amore, sai, e mi ha sempre rispettata nel mio
intimo. Eppure, ora di tutta questa parentesi resta solo il dubbio e
l’incertezza. L’unica certezza che ho è che, molto probabilmente, tornerò prigioniera
e schiava della società. Eppure, non posso richiedere a Giovanni un sacrificio
troppo grosso per lui, mi capisci? Un sacrificio che è addirittura più grande
di noi due messi insieme’’, continuò Teresa, imperterrita. Lina fece cenno
affermativo con la testa.
‘’Capisco. Non so cosa dire, Teresa’’, disse Lina, che
improvvisamente si coprì il volto con la mano destra ed uscì dalla casa,
lasciandola sola.
‘’Aspetta, Lina!’’, gridò Teresa, inseguendola, ma l’amica se
ne stava già andando, piangendo di nascosto da tutti.
Con la sua mano, voleva nascondere a tutti il suo pianto, il
nuovo dolore che provava al solo pensiero di perdere l’amica che aveva trovato
da così poco, ma alla quale si era affezionata.
Teresa questo lo capiva, e non poté far altro che lasciarsi
sfuggire una nuova lacrima, e sperare di riuscire a trovare una soluzione con
Giovanni quella sera.
Giovanni, intanto, aveva appena finito di spiegare la
questione a Mario.
Il suo braccio destro si era limitato a sostenere fermamente
le parole di Marco, e aveva più volte detto di fidarsi abbastanza del suo
giudizio. Quindi, si era preso la responsabilità di formare il gruppo che
sarebbe partito l’indomani mattina all’alba.
Il gruppo sarebbe stato composto da tre compagni, e
naturalmente da Giovanni stesso. Non c’era stato modo di nascondere nulla
all’amico, poiché Gianni, che come al solito aveva origliato, gli era già
andato a riferire tutto, e Giovanni si era trovato inconsciamente a maledirlo.
Ma d’altronde non aveva neppure detto alla sentinella di tacere, quindi non gli
poteva recriminargli nulla, ma la rabbia restava. Ora aveva le mani legate, e
ormai poteva solo fare ciò che gli veniva imposto dagli altri.
Sembrava che tutti fossero sempre pronti a strappare un
pizzico di potere dalle mani del loro capo.
Giovanni aveva lasciato Mario ad occuparsi delle rifiniture
del piano, ma non era contento. A parte il fatto che non voleva separarsi da
Teresa, tre uomini erano decisamente pochi, e lasciavano spazio ad ogni
possibile agguato.
Comunque, se Marco aveva ragione nel dire che la pianura era
particolarmente sorvegliata in quel periodo, quattro uomini e una ragazza non
avrebbero di certo dato nell’occhio, mentre dieci uomini sarebbero stati
maggiormente in pericolo.
Pieno di dubbi, il capo dei briganti non poteva far altro che
attendere la sera, quando sarebbe andato dalla sua amata per costruire un piano
valido. Un piano che avrebbe permesso loro non solo di tornare a sognare, ma di
esaudire i loro desideri.
NOTA DELL’AUTORE
Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo J
Purtroppo, i nostri due protagonisti si trovano ad affrontare
la loro prima scelta difficile. Si daranno alla fuga o riusciranno a costruire
un piano valido, che permetta loro di continuare a sognare e ad amarsi? Lo
scopriremo molto presto.
Ringrazio tutti coloro che seguono la storia!
Soprattutto, ringrazio in modo particolare tutti coloro che
si soffermano a lasciare un loro pensiero. Grazie quindi a tutti i recensori J il vostro supporto è importantissimo
per me J
Grazie ancora a tutti J a lunedì prossimo J