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Autore: RaccontiDiOmbre    13/04/2015    1 recensioni
"Questa è la storia di un individuo ibrido, mezzo eroe e mezzo criminale ma starà a voi decidere quale metà domina sull'altra. Io vi racconterò semplicemente la sua storia, senza esprimere giudizio."
Talos è un ragazzo i quali sogni sono rimasti mummificati nel suo passato che lo incatena come schiavo ai suoi ideali che vacillano tra la giustizia e la criminalità. Senza pietà versa il sangue di innocenti e colpevoli pur di proteggere qualcuno che non sa neanche più della sua esistenza. Davvero la luce che lui protegge lo sta riscaldando? Al contrario è l'unica causa dell'incendio che ha incenerito le sue radici.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un uomo vestito con una felpa grigia con il cappuccio e jeans strappati entrò nella classe. Aveva un'aria da duro e degli occhiali da sole con lenti molto spesse e voluminose, abbinate ad un grande paio di cuffie di color verde brillante che comprimevano completamente il cappuccio sulla testa; una spada completamente nera era allacciata alla cinta dei suoi pantaloni ed egli posava una delle sue mani su di essa continuamente; si trattava di Talos, con un nuovo cambiamento di stile.

“E tu chi saresti?” chiesero indispettite le alunne.

“Ragazze, per favore. Non mi dite che avevate seriamente creduto alla storia del cinese? Era solo una copertura... perché sono un agente segreto.” rispose Talos singhiozzando.

“Questo tipo non solo mi da sui nervi, ma è anche un buffone bugiardo!” Esclamò furiosa Eden.

“Ora basta! Nonostante abbia un aspetto diverso, sono sempre lo stesso Chin e così continuerete a chiamarmi. Ho bisogno di voi e voi avete bisogno di me per diventare forti! Prima di iniziare vi spiegherò a cosa state andando in contro...”

“Siamo tutte attente!” Dissero le studenti.

“Perfetto. Sto chiedendo il vostro aiuto e quello della vostra professoressa Reven perché ci sono degli individui fortissimi e pericolosi che minacciano l'autonomia della nostra città. Si fanno chiamare i Messaggeri del Nulla e posseggono armi molto potenti che donano ai loro possessori dei poteri che nessun uomo potrebbe pareggiare. Il mio compito è di introdurvi un allenamento superiore che vi faccia superare il vostro umile stato di esseri umani per diventare forti quanto un esploratore del Nulla! Adesso che vi ho spiegato la situazione, scendiamo in palestra e iniziamo la pratica. Non c'è un minuto da perdere!

“Ummm... solo una domanda, maestro Chin. Come facciamo a riconoscere questi tizi?” domandò balbettando una delle studenti.

“Vestono con una tunica monacale con il cappuccio e indossano una strana maschera divisa in due parti... ricordatevi che è disegnata un stella e una lacrima di sangue!” rispose il ragazzo, senza però aggiungere che le loro armi erano completamente nere in quanto lui stesso ne aveva una in mostra in quel preciso istante.

Le ragazze erano sbigottite e incredule, ma non obiettarono e corsero entusiaste verso la palestra, dove c'erano dozzine di strani attrezzi che neanche Reven sapeva cosa fossero.

“Dove hai trovato tutta questa roba in così poco tempo?!” Domandò sorpresa Reven

“Bhe, ho chiesto aiuto ad un mio vecchio amico...” in realtà Talos aveva chiesto il materiale a Rezi che con i suoi fondi smisurati aveva accontentato subito la sua richiesta. Gli strumenti erano circa una ventina per ogni tipologia, in quanto Talos voleva fare in modo che tutti i presenti avessero il proprio allenamento individuale senza aspettare turni o gironi.

“Adesso cercate di capire, perché non mi ripeterò... all'inizio sarà molto difficile per voi, ma dovete superare i vostri limiti. Come ho detto poco fa, le vostre abilità non sono comparabili neanche al dieci per cento di quelli dei nostri nemici. L'allenamento sarà durissimo e disumano!”

Le studenti rabbrividirono alle parole di Talos, ma nessuna di loro voleva rinunciare e così Talos poté continuare la spiegazione con tranquillità.

“Come prima cosa voglio farvi provare questo: l'ho chiamato il manichino a sei braccia. Come potete osservare da sole, è una stecca alta con tre livelli di braccia: uno medio, uno alto e uno basso. Una volta che colpirete una delle braccia, tutte le altre inizieranno a ruotare e dovete essere brave a parare tutti i colpi concatenati, altrimenti... saranno dolori. Chi vuole provare per prima?”

“Provo io!” Eden si fece avanti e con un potente schiaffo colpì il manichino, ma con altrettanta violenza la stecca le ritornò il colpo e la scaraventò per terra.

“Ehi, non va bene! Ti sei fatta colpire già dal primo colpo! Dovete combattere per almeno cinque minuti senza essere colpiti! Sono stato chiaro?!” Urlò Talos con tono autoritario.

“Ma cosa?! Aiuto!” Le ragazze, anche se con timore e poca voglia, iniziarono l'allenamento ma nessuna ebbe risultati decenti. Dopo un'ora di esercizio la più brava era riuscita appena a parare tre colpi di fila.

Eden, sudata e piena di lividi, si avvicinò a Talos e gli gridò in faccia: “Ma a cosa diavolo serve combattere con un pezzo di legno?! Ci stiamo solo rovinando le ossa!”

“Come si vede che sei una bambina viziata! I riflessi dei Messaggeri del Nulla sono cinquecento volte migliori di quelli di un qualunque esperto di pugilato. Imparare a parare i colpi del manichino è il minimo che posso consigliarti, a meno che tu non voglia morire al primo secondo di battaglia contro quei mostri!” Talos, severo e furioso, controbatté Eden che, scandalizzata e stanca, tornò dal manichino.

Dopo un'altra ora di insuccesso, Talos chiamò a rapporto le ragazze per una sgridata generale: “Non ho mai visto dei neo soldati così penosi in vita mia. Siete la razza di incapaci più triste e schifosa che mi hanno assegnato. Lasciate stare i manichini, per ora. Passiamo avanti o mi verrà da vomitare.”

“Maestro Chin, la prego! Ci dia una decina di minuti di pausa!” Talos non si voltò e iniziò a parlare del secondo strumento.

“Questo è uno spara biglie a raffica e lì ci sono delle reti. All'accensione del dispositivo, una serie di piccole sfere d'acciaio inizieranno a catapultarsi verso di voi in gran quantità e alta velocità. Dovrete pararle tutte, senza lasciarle passare nella rete. E non pensate di pararle con il corpo, perché non solo potrebbero farvi molto male ma soprattutto perché dovete immaginare che siano proiettili! Dovete afferrarle tutte con le dita! Ah, un consiglio... attente agli occhi.”

Le ragazze sospirarono e iniziarono a piangere dalla fatica, ma nessuna di loro evitò l'allenamento. Nel giro di un'altra ora, nessuna era riuscita ad afferrare una sola sfera e le studenti era tutte piene di ferite e grossi lividi.

“Ma veramente?! Siete delle perdenti! Un'ora sprecata. Basta, per oggi vi siete umiliate abbastanza! E menomale che vi avevo avvisate e detto di venire preparate e volenterose!” Talos si avvicinò alle studenti sfinite che lo guardano con occhi spenti e gonfi. Non appena Talos dichiarò la fine dell'allentamento, tutte le studenti furono felicissime di scappare via da quell'inferno di addestramento ma erano così devastate che a malapena riuscirono a trascinarsi fino alla porta d'uscita.

“Talos... non credi di aver esagerato oggi?” Domandò Reven preoccupata per lo stato delle sue alunne.

“Per niente! Devono migliorare al più presto e invece sono ad un livello minore di zero! Mi sorprendo di te! Come le hai addestrate tutto questo tempo? Con i coniglietti e le caramelle?!”

“Ascolta, io sono una normale professoressa. Insegno solo quello previsto dal programma di studio, non è colpa mia se non sono al nostro livello! Io non insegno questi metodi di battaglia estremi!”

“Bhe, ti devo dare ragione. Alla fine tu fai solo il tuo lavoro giustamente pagato. Ah, anche la scuola si fa sempre più smidollata!”

 

I disumani allenamenti di Talos proseguirono per altri due giorni, ma non si presentavano neanche lievi miglioramenti e il giovane stava perdendo la pazienza. Le ragazze tornavano ogni giorno più bendate e zoppicanti e sembravano quasi peggiorare nel tempo.

“Interrompiamo qui gli allenamenti. Riposatevi e restate a casa domani, un giorno intero!”

Alle parole di Talos un grido di gioia smisurata irradiò la palestra, ma il ragazzo interruppe immediatamente tutto l'entusiasmo.

“Dopodomani... preparatevi uno zaino da campeggio e portate più viveri che potete, ho una novità per voi. E cercate anche di venire più preparate!”

Il giorno di vacanza passò immediatamente, ma sembrò molto rifocillante per le studenti che avevano recuperato tutta la stanchezza.

“Maestro Chin, che cosa dobbiamo fare con questo equipaggiamento?” domandò una.

“Oggi andiamo ad allenarci sul monte. Visto che gli strumenti da lavoro non fanno per voi, ho pensato di sfruttare la grande natura che abbiamo a disposizione.”

“Wow, sembra interessante! Tra quanto viene il bus a prelevarci?” chiese un'altra.

“Bus?! Brutte sfaticate che non siete altro! Muovetevi ad incamminarvi perché lo scaleremo a piedi!”

Il gruppo iniziò la grande camminata verso la valle designata da Talos come meta; i pesanti e massicci zaini rendevano tutto più insopportabile e faticoso e le ragazze iniziavano a non sopportare più la spietatezza di Talos.

“Ehi, Talos...” esclamò Reven con voce bassa.

“Dimmi, cosa c'è?” rispose prontamente il ragazzo.

“Scusa se te lo chiedo così, a bruciapelo, ma come avete fatto tu ed Eden a litigare così tanto che lei non ti ha mai più voluto vedere e sentire... non rispondere se non ti va ma... credo che un amore se c'è stato non scompare con così tanta facilità, da un momento all'altro...”

“Bhe... devi sapere che litigavamo molto spesso in quel periodo e una cosa terribile e sleale mi successe solo per peggiorare la situazione... un bastardo che sapeva dei nostri litigi si è travestito molto bene da me e ha insultato e minacciato di morte lei e la sua famiglia. Lei non ha mai creduto alla mia innocenza e da quel momento non è stata più la stessa con me... ancora oggi non ho scoperto chi è stato quel vile, ma non smetto di cercare indizi...”

Reven abbassò lo sguardo e annuì, per poi poggiare una mano sulla spalla del ragazzo e scambiare con lui uno sguardo di compassione che Talos accolse con un sorriso spento ma sincero.

Tra chiacchiere inutili e fatica incommensurabile, il gruppo era giunto a destinazione: il luogo era colmo di cespugli verdissimi che circondavano un'alta e potente cascata.

“Ci fermeremo qui!” Esclamò con voce alta Talos.

“Perché siamo qui? È pieno di insetti schifosi!” Domandò scocciata Eden.

“Per il vostro prossimo allenamento... dovrete salire la cascata controcorrente e conficcare questa piccola bandierina sulla cima. Quando ci riuscirete, magari sarete pronte a tornare a scuola e vi avviso... finché ognuna di voi non avrà conquistato la cascata non torneremo in città! Anche a costo di morire di fame!”

“Cosa? Ahi, quanto è fredda l'acqua! La cascata è fortissima e le pietre su cui arrampicarci sono molto scivolose! Ci vorrebbe una ventosa!” esclamò con disperazione una studente.

“Ecco, sapevo che era proprio quello che vi mancava...” disse Talos rassegnato.

“Cosa, la ventosa?” chiese la ragazza.

“Ma no, idiota! Intendo la forza di volontà! Forza, iniziate subito!”

Passarono tre giorni di incessante allenamento e nessuno riuscì ad arrivare più in alto di un paio di piedi; il cibo scarseggiava e le ragazze soffrivano molto il freddo poiché costantemente bagnate fradicie.

Alla terza notte, Talos chiamò il gruppo intorno al falò e iniziò a parlare con rabbia.

“Non ci posso credere... in tre giorni quasi nessun avanzamento? Nessuno di voi ha messo la bandiera... basta, ci rinuncio. Siete delle schifezze penzolanti che sgocciolano di fetore e incapacità da tutto il corpo! Domani si torna a casa perché mi fate pietà e non mi rivedrete mai più, siete contente?! I messaggeri vi uccideranno in un batter d'occhio e poco dopo moriremo anche io e Reven perché noi comunque proveremo a combatterli, al contrario di voi che non ne avrete mai il coraggio! Andate a dormire, perdenti!”

“Non ci parlare così! Noi ci stiamo provando e dobbiamo solo continuare, non vogliamo arrenderci! Nessuna di noi lo vuole!” Esclamò Eden ansimante.

“Stai parlando tu, che sei quasi la più scarsa di tutte! Ne avete avuto di tempo per migliorare ma spero abbiate capito che il vostro posto è solo nell'esercito... ma a lavarne i cessi!” Talos sbraitò e si chiuse nella sua tenda. Eden e le ragazze abbassarono lo sguardo e si ritirarono anche loro mentre Reven cercava di rassicurarle e placarne gli animi.

La luna era già molto alta nel cielo, ma c'era chi ancora sveglio, era uscito di soppiatto dalla sua tenda e cercava di scalare l'insuperabile cascata. Era Eden, che ferita dalle crude e taglienti parole di Talos non aveva intenzione di risultare una perdente; cadeva continuamente ma si rialzava e riprovava, anche se era graffiata e dolorante in tutto il corpo.

L'alba era giunta e un grido di tifo e incitamento svegliò Talos dal suo sonno; Il ragazzo uscì dalla tenda e osservò con stupore, accecato dalla luce del sole, che Eden era seduta sulla cima della cascata con la bandiera tra le mani. La ragazza lo guardava con uno sguardo fiero e di sfida e Talos era a bocca aperta. Una dopo l'altra, le ragazze si lanciarono verso la cascata e in poco tempo tutte riuscirono a superare la sfida.

“Allora Talos... forse ti dovevo avvisare che non bisogna mai ferire la dignità di una donna. Ah-ah-ah!” Esclamò Reven soddisfatta delle sue studenti.

“Non riesco a crederci Reven... io saprei fare quella cosa solamente grazie ai poteri del Nulla!” replicò imbarazzato Talos.

Il gruppo scese il monte e giunse a scuola in un tempo dieci volte inferiore all'andate e nel giro di poco più di un'ora, tutte le ragazze avevano completato l'addestramento del manichino e delle biglie.

“Devo veramente scusarmi con tutte voi. Vi ho sottovalutato. Bravissime, neanche io saprei fare di meglio! Ho già finito tutto quello che potevo insegnarvi, ma che diavolo! Ah-ah-ah! Siete state grandiose.”

“Anche io ti ho giudicato male, maestro Chin! Senza il tuo caratteraccio... la mia volontà non si sarebbe mai risvegliata! Magari un giorno ci dirai anche il tuo vero nome, eh?” Eden adesso guardava Talos con occhi di ammirazione e rispetto e al giovane faceva uno stranissimo effetto e non si sentiva per niente a suo agio.

“Bene ragazze, adesso usciamo dalla palestra e torniamo in classe. Ehi... ma perché la porta non si apre.” Reven tirò con forza, ma l'uscita era serrata. La ragazza iniziò a caricare verso la porta, ma non ci fu più il bisogno di forzarla: si era sciolta in una melma grigia e appiccicosa.

“Ho un brutto presentimento...” disse Talos.

Il gruppo corse fuori dalla palestra e si trovò di fronte ad un bizzarro ma spaventoso spettacolo: dei mostri deformi stavano aggredendo tutti gli studenti dell'istituto. Le mura erano diventate sgocciolanti e il pavimento sembrava essersi trasformato in sabbie mobili. Una ragazza stava venendo costantemente trafitta da un orsetto viola deforme con un pugnale. Eden si precipito ad aiutarla e colpì violentemente il mostro che si sciolse, fino a liberare dall'interno della creatura la figura di un altro studente svenuto. Talos controllò la vittima pugnalata, ma non aveva nessuna ferita e non perdeva sangue; nonostante ciò sembrava disturbata e incosciente e non faceva che urlare a occhi spalancati.

“Reven... percepisco la presenza di un'arma dal Nulla. Tu resta qui ad aiutare e a liberare gli studenti dalla melma che li trasforma in mostri. Io controllo in giro!” disse Talos con decisione

“D'accordo... ma fa' attenzione!” replicò Reven, e il ragazzo corse via verso il corridoio principale.

“Signor Talos... la prego di seguirmi dalla mia padrona! Ih-ih-ih” Uno strano giullare bianco apparve improvvisamente e si rivolse all'assassino. Talos lo seguì coraggiosamente fino ad una strana scatola magica, come quelle alte che usano i prestigiatori per gli spettacoli di magia. Il giullare invitò il ragazzo ad entrare e Talos obbedì: l'interno della scatola era l'ascensore della scuola, già impostata per il piano superiore.

Talos scese dall'ascensore e incontrò ancora il giullare che indicava la porta della presidenza. Non appena il giovane toccò il pomello, come se fosse un sottile involucro, la pelle del lugubre mostro bianco si sciolse fino a rivelare la sua identità: il preside in uno stato di stasi psichica, sembrava quasi ipnotizzato.

Talos entrò nella stanza e vide che c'era qualcuno seduto di spalle sulla sedia possente del capo.

“Finalmente ci incontriamo da soli... assassino! Ti piace il mondo di cartoni animati che ho creato?” Una voce femminile parlò; La figura si voltò e Talos la identificò: era l'unico Messaggero femmina del gruppo; lo si notava dal fisico snello sotto la tunica e dalle corte trecce grigie nascoste dalla sua inquietante maschera.

“Lo sapevo... i Messaggeri sono arrivati molto prima di quanto pensassi!”

“Caro Talos... noi Messaggeri vogliamo solo imporre la nostra egemonia sul mondo. Non abbiamo nulla di personale contro di te, ma se qualcuno ha intenzione di fermarci... sicuramente non sarà risparmiato! Mi avevano informato che stavi crescendo dei piccoli soldati giocattolo e non posso permetterti di farlo così liberamente! Adesso questa scuola è mia e presto... lo sarai anche tu!”

La ragazza si tolse la maschera e strappò via la tunica. Il suo volto era sensuale ma minaccioso; indossava un abito con gonna che assomigliava a quello delle streghe dei racconti dell'orrore di colore celeste spento e lucente allo stesso tempo, abbinato a degli stivali altissimi e neri. Portava legato al collo un ampio e scuro medaglione piatto al cui centro era conficcata una pietra sferica completamente nera nella quale, però, tutti gli oggetti venivano riflessi.

“Il mio nome è Medea e sono la Messaggera detentrice del potentissimo Pendente dal Nulla!” Esclamò la ragazza e poi con un saltò si lanciò di fronte a Talos.

Il ragazzo osservò l'arma della sua avversaria e guardò il suo riflesso nella sfera nera, un brivido gelido percorse la sua schiena.

“Per un assassino... i posti chiusi sono i migliori!” Talos sfoderò la sua spada, che si mutò immediatamente nella sua letale lama da polso e pronto a combattere si slanciò verso la Messaggera ma il suo corpo si bloccò di scatto. Talos si guardò i piedi e notò che la melma lo aveva bloccato e radicato a terra e lentamente il liquame disgustoso saliva verso il suo volto, ricoprendo il suo intero corpo. Il ragazzo provò ad agitarsi e ad urlare per liberarsi ma era impossibile, era già stato completamente assorbito.

“Preparati a naufragare in un viaggio di sola andata verso i tuoi incubi più oscuri, Talos! Ah-ah-ah-ah!”

 

“D-dove sono finito? Sono morto?” Talos riprese conoscenza e si guardò intorno; era di nuovo a casa, la casa dove abitava prima di creare la sua tragedia con le sue stesse mani. “Ma questa è casa mia! È stato tutto un sogno, allora io...” Talos si illudeva di essere ritornato nel passato, ma non appena si guardò allo specchio si vide come era adesso, nel presente. E poi, si ricordava perfettamente di Rezi, Gina, Reven e tutte le persone che aveva conosciuto durante la sua vita da ombra.

“Cosa sta succedendo!?” Talos iniziò a correre per la casa finché non notò che una sagoma voltata di spalle gli faceva compagnia: era sua madre.

“Mamma! Sei tu... Ma cosa...” Talos le toccò la schiena ma non appena lo fece, il corpo cadde a terra; sua madre aveva il volto pieno di sangue e completamente spellato. Talos spaventatissimo scappò via da quella stanza, ma non appena si voltò, vide i due cadaveri di suo padre e suo fratello ammucchiati a terra.

In uno sbattimento di ciglia, i tre corpi comparvero davanti a lui, in piedi, e in secondo sbattimento la casa andò in fiamme. Tutto si stava ripetendo.

“Cosa volete da me?! Lasciatemi stare!!!” Esclamò Talos singhiozzando, poi si accucciò per terra.

“Perché ci eviti? Perché ci odi? Ci hai ucciso una volta, vuoi ucciderci di nuovo? Tu ci odi.” Dissero in coro i tre fantasmi e come un disco rotto ripetevano continuamente la stessa frase.

“Basta... basta... BASTA!” Quando Talos urlò, lo scenario cambiò. Adesso si trovava in una scuola, una classe per la precisione. Tutti i banchi erano vuoti, tranne uno, dove c'era Eden a sistemare la sua roba.

“Eden... aiutami tu... amore mio!” Talos corse verso la ragazza per abbracciarla, ma il giovane le passò attraverso e crollò per terra.

“Eden! Sono qui! Sono proprio di fronte a te!” Talos continuava a parlarle o a provare a toccarla ma Eden non lo considerava; sembrava che Talos stesse parlando ad un ologramma. La ragazza finì di sistemarsi e uscì dalla classe, senza alzare lo sguardo; Talos si inginocchiò, iniziò a lacrimare e anche il paesaggio scolastico scomparve per far spazio ad uno sfondo nero, totalmente muto dove solo il pianto di Talos echeggiava.

“Non può essere... non mi è rimasto più nessuno... la mia famiglia, la mia Eden... tutti mi odiano. Io sono completamente solo...”

“Non è vero. Tu non sei mai solo!” Una voce demoniaca e rimbombante parlò. Talos si voltò e vide il nuovo interlocutore: era lui stesso, ma con gli occhi che traboccavano di una melma nera.

Il secondo Talos continuò a parlare: “Io ci sono. Ci sarò sempre e insieme distruggeremo tutto questo.”

“Io non voglio distruggere il mondo che dovrei proteggere!” replicò infuriato Talos.

“Tu non decidi niente. Tu non esisti, sono IO il vero Talos. Tu non sei che l'ombra di un'ombra. Sei patetico e debole!”

“Io non voglio ascoltarti! Riuscirò ad uscire fuori da questa oscurità! Conosco anche persone che tengono a me!”

“A chi ti riferisci? Reven forse?Ah-ah-ah! Lei non ti fila perché ti vuole bene ma perché ha paura di te! Apri gli occhi! Tu sei solo un mostro! Tu sei uno del Nulla, non hai identità, non hai scopo, non hai affetti... non ha che me, il TUO ODIO! Dobbiamo ucciderli tutti!”

“Io sono stanco... di vedere morire le persone a me care... sono stanco... di uccidere...”

“Tu non decidi niente!” Il clone di Talos colpì violentemente l'originale che cadde a terra immobile per poi essere tempestato da un violente pestaggio del Talos maligno.

“Io... vorrei... solo... morire...”

 

“Ragazze! Continuate a tenere a bada questi mostri! Io adesso vado a cercare Talos! È davvero troppo tempo che è assente...” Reven si fece strada tra le creature fino a giungere di nuovo all'entrata della palestra, la cui porta si era rigenerata ed era aperta e non si trattava di un caso. Quando la ragazza entrò nella sala, la porta si chiuse dietro di lei.

Il luogo era completamente vuoto, ma al centro del campo c'era una pila di sedie sulla quale alta cima c'era Medea, con un piccolo pugnale a limarsi le unghie.

“Tu! Sei tu la responsabile, vero?!” esclamò Reven puntando il suo gladio contro la sua avversaria.

“Io ho un nome! Medea! E si... potrebbe essere colpa mia! Ah-ah-ah!”

“Per caso ti sei già incontrata con Talos? Dimmi dov'è?!”

“Ehi! Metti giù quella spada spaventosa! Perché tutta questa smania? Di cosa si tratta? Amore? Amore per uno sporco assassino?”

“Sicuramente è un sentimento che una brutta strega come te non potrà mai comprendere! E adesso dimmi cosa gli hai fatto!”

“Ripetilo... come mi hai chiamato, ragazzina?! Strega... mi hanno sempre definito così... finché non sono marciti nel loro stesso oblio. Se ti interessa tanto conoscere le condizioni del tuo fidanzatino... perché non le controlli da sola?!” Medea strofinò il suo medaglione e improvvisamente, Talos comparve alle spalle di Reven e cercò di trafiggerla, ma la ragazza schivò con facilità e si allontanò.

“Talos, perché mi stai attaccando? Cosa gli hai fatto?!” Urlò Reven minacciosa.

“Talos adesso sta facendo una battaglia, proprio come te. Adesso lui crede di star combattendo contro il suo “io” malvagio che lo affogherà nel suo passato e non avrà pietà contro di te... allora? Sei pronta a ferire una persona a cui tieni pur di evitare la tua morte? Muah-ah-ah-ah!” disse Medea, dopodiché si sedette sulla sedia in cima pronta a godersi lo spettacolo.

Reven abbassò le braccia e lasciò cadere la sua grande spada, poi si incamminò a passi lenti verso Talos.

“Lo sapevo... sei solo una sdolcinata e anche fifona! Non vuoi fare del male al tuo amico! Adesso lui ucciderà te!” Medea diede l'ordine al suo schiavo di attaccare e Talos si slanciò a lama sguainata contro Reven.

“Sai, ho visto molti stupidi telefilm con i miei fratellini dove in casi come questi bisognava fare quei patetici discorsi toccanti per risvegliare la coscienza di una persona... ma non sono mai stata brava con le parole, preferisco parlare con i miei pugni!” e dopo aver parlato Reven colpì Talos con un pugno dritto sulla guancia che lo scaraventò sul muro fino a sfondarlo. Medea si rimise in piedi di scatto e rimase a bocca aperta.

“Ma... Ma cosa hai fatto?! L'hai steso! Ma come è possibile che una semplice terrestre possa superare la velocità di un possessore di un'arma dal Nulla?!” Affermò Medea sbigottita.

“Io conosco Talos da molto tempo e se c'è un suo punto debole... bhe quello sono io, carina!” Reven raccolse di nuovo il suo gladio e lo puntò con fierezza verso Medea che iniziava a tremare.

“Tsk... smettila di darti tante arie! Adesso guarda il tuo riflesso nel mio medaglione!” Medea mostrò la sfera del Pendente dal Nulla a Reven e la ragazza la osservò con decisione. La melma iniziò a salire sui piedi di Reven ma non appena arrivò al bacino, il liquame esplose e si disintegrò e addirittura nella sfera del ciondolo si crearono delle vistose crepe.

“Cosa?! Il mio Pendente! Come puoi negare la mia magia?!” Domandò incredula Medea.

“Io non ho fantasmi del passato che mi perseguitano. Tutte le faccende in sospeso le ho nel presente e quella principale adesso... sei tu!” Reven iniziò a correre verso Medea che si trovava completamente sprovveduta.

La porta della palestra cominciò a tremolare: qualcuno cercava di sfondarla.

“Ah-ah-ah! Adesso sei nei guai! I miei servi ti uccideranno per bene!” Medea riacquistò fiducia ma quando l'ingresso crollò, ebbe una terribile sorpresa: si trattava di tutto il gruppo classe che Reven e Talos avevano allenato; le ragazze erano tutte incolumi e avevano soccorso tutti gli studenti ed eliminato tutte le melme viventi.

Medea si era distratta, Reven si slanciò verso di lei e con un netto colpo verticale si apprestò a schiacciarla, ma la Messaggera saltò via e la coraggiosa combattente riuscì a distruggere solamente la pila di sedie. Ma il salto fu imperfetto e Medea cadde sul braccio, ferendoselo gravemente; con il braccio rigido e immobile, la Messaggera non poteva che ritirarsi.

“Io Medea... un Messaggero del Nulla sconfitto da un gruppo di maledette ragazzine umane... me la pagherete cara. Ti giuro che ti ucciderò, dannata professoressa!” Medea urlò infuriata e poi scomparve in un portale del Nulla, per rifugiarsi sul tetto dell'edificio.

“Ugh... che umiliazione. Reven... mi ricorderò questo nome! Ti inabisserò nel buio molto prest...” le lamentele di Medea si interruppero quando sentì l'aria gelida scorrere nel suo corpo; Talos l'aveva trafitta nello stomaco molto profondamente con la sua Lama dal Nulla. Il ragazzo sorrise, poi sfilò con eccessiva violenza l'acciaio freddo dal corpo della sua vittima che iniziò a barcollare fino ad inginocchiarsi.

“Nessuno può permettersi di giocare con il mio passato, nessuno...” Disse Talos con un tono cupo e solenne mentre la Messaggera sanguinava copiosamente fino a che il sangue cessò di colare e al suo posto, la stessa solita melma iniziò a sciogliere il corpo di Medea fino a liquefarlo completamente.

Solo il Pendente del Nulla rimase, ma per poco, poiché Talos con un ghigno lugubre e una frenesia insolita, lo raccolse e lo assorbì velocemente nella sua arma dal Nulla mentre la pioggia eliminava tutto ciò che non era acqua.

 

“Ah... questo posto cade a pezzi...” Un magazzino abbandonato, il luogo migliore da adottare come rifugio quando si è un gruppo di criminali del Nulla in cerca di fama e potere. Il capo dei messaggeri sedeva su una pila di fieno, in silenzio a meditare, mentre il messaggero che uccise Bisio continuava a lamentarsi del luogo.

“Igor... è strano vederti camminare senza Medea al tuo fianco, state sempre appiccicati. Dove è andata?” Domandò il capo.

“Mi ha detto che andava a liberarsi di Talos una volta per tutte. Ah, che peccato! Si starà divertendo un sacco!” rispose il messaggero piagnucolone.

“Perché lo ha fatto? Vi avevo sconsigliato di fare di testa vostra!”

“Umpf, solo perché il nostro VERO capo ti ha nominato nostro leader non è detto che dobbiamo ascoltarti!

“Spero che sia almeno andata con un obiettivo e un piano... voi giovani siete troppo ribelli, dovreste calmarvi un po'...”

“Un piano? Uccidere quell'incapace di Talos! Con il suo passato tormentato è una facile preda per Medea!”

“E non ha pensato all'altra?”

“Altra? Ma che stai dicendo?”

“Parlo di Reven, la ragazza che era con lui.”

“Chi? Quella terrestre? Ma per favore! Nessun umano può combattere un'arma del Nulla!”

“Avrai una grande delusione, Igor... Medea di accorgerà troppo tardi che sottovalutare Reven è stato un gravissimo errore. Quella ragazza è più potente di un uragano e una vampata messe insieme, te lo dico per esperienza personale.”

“Certo! Stai parlando di una stupida terrestre! Sei solo una mente bacata che vuole credersi un saggio!”

“E tu Igor sei solo un ingenuo. Spero che tu abbia salutato Medea decentemente... non la vedremo ritornare.”

 

   
 
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