Due
Parte
seconda – Men che meno Kushina Uzumaki
“Ti piace
Kushina-san?”
Il tono di voce di Jiraiya-sensei
era
chiaramente provocatorio, ma Minato non parve accorgersene,
perché alzò le
spalle e lo fissò, in tutta risposta, con gli occhioni
sgranati.
“Non saprei dirle,
sensei… Ho avuto
l’occasione di parlarle poche volte. Di solito se ne sta
sempre da sola e non
vuole partecipare a nessuna attività. Mi chiedo se ci sia
qualcosa che la
turba!”
“Ehi, ehi, non volevo
arrivare a tanto!”
Il maestro rise mentre lo guardava assottigliando gli occhi. Aveva
avuto sin
dall’inizio l’impressione che Minato Namikaze fosse
troppo maturo per la sua
età, e se ne stava convincendo sempre di più da
quando l’Hokage gli aveva dato
il permesso di allenarlo da solo dopo le lezioni
dell’Accademia. Quel bambino
aveva qualcosa che gli permetteva di leggere dentro gli altri soltanto
guardandoli negli occhi, e quella Kushina Uzumaki di segreti dolorosi
da
nascondere doveva averne molti, data la fretta e la riservatezza con
cui era
stata fatta arrivare dal villaggio del Vortice.
Però Minato aveva anche
un difetto, non si
rilassava mai, ed era un po’ dura stargli dietro e fargli
capire quando
scherzasse o meno, come in quel caso. Aveva quasi deciso di rivelargli
che lo
stava prendendo in giro per divertirsi un po’, ma poi si
disse che non ce n’era
bisogno, perché tanto lui non avrebbe capito: era
concentrato soltanto sul suo
allenamento, sui suoi studi e su quella pausa che stavano facendo prima
di terminare
l’affinamento di una nuova tecnica e rientrare a casa. Il
resto non gli
interessava, men che meno Kushina Uzumaki.
Quel pomeriggio, mentre si recava
al campo
di allenamento con Jiraiya, si erano imbattuti in Kushina, ed ella li
aveva
salutati con parecchia freddezza.
Minato
era stato sovrappensiero durante tutto l’allenamento, anche
se, guardandolo,
non si sarebbe detto: non sembrava distratto, né aveva mai
sbagliato un
movimento. Di solito Jiraiya invidiava questo suo lato,
perché lo avrebbe
aiutato ad andare lontano, ma quel giorno io suo allievo gli faceva un
po’ di tenerezza:
era completamente preso da Kushina e non riusciva a pensare ad altro,
lui che
lo conosceva bene poteva affermarlo con certezza. Mentre gli anni
passavano,
aveva visto il suo alunno e i suoi sentimenti verso quella strana
ragazza
crescere in intensità giorno dopo giorno, fino a svelarsi e
non poter più
restare nascosti, anche se non ne avevano più parlato. Con
Kushina stavano
sempre insieme, facevano praticamente tutto insieme, ma ormai aveva
diciotto
anni e aveva capito molte più cose rispetto a quando era un
bambino.
“Ti piace
Kushina-san?” gli chiese,
allora, mentre erano in pausa, facendo in modo che la stessa identica
scena
accaduta anni prima si ripetesse. Il tono di voce di Jiraiya-sensei era
provocatorio allo stesso modo, ma, questa volta, Minato
abbassò gli occhi
sommessamente e annuì.
“Non devi
vergognarti!” esclamò allora per
rassicurarlo, trattenendo un sorriso: non l’aveva mai visto
comportarsi in quel
modo. Il ragazzo sospirò tristemente e sollevò lo
sguardo.
“Non so cosa fare,
sensei.” confessò
controvoglia “Credo di aver fatto qualcosa che non dovevo. Ultimamente Kushina-san è molto fredda
con me.”
“Ah.” Jiraiya
lasciò che quelle parole si
perdessero nell’aria mentre cercava di riordinare i pezzi di
quella storia. Non
credeva che Minato avesse potuto combinare davvero qualcosa di grosso,
perché
era troppo ligio al dovere e rispettoso persino per pensarci. Era lei, il problema.
Non aveva creduto a ciò
che gli aveva
raccontato l’Hokage finché non vi aveva assistito
con i suoi occhi, e ne era
rimasto intimamente sconvolto. Kushina Uzumaki era violenta, iraconda e
non
temeva nessuno. Non si era fatta problemi a dargli un pugno sul viso
quando
l’aveva scoperto a fissarle il seno più a lungo
del dovuto, anche se lui era
uno dei ninja leggendari e se si trovavano al cospetto
dell’Hokage. Capiva bene
perché Minato temesse che lei fosse di cattivo umore: da
quella ragazza non si
sapeva mai cosa ci si doveva aspettare.
“Dai, magari ti ha
guardato male soltanto
perché eri con me.” tentò di
consolarlo, glissando, però, sul perché della sua
affermazione, ma il suo alunno non gli sembrò affatto
convinto da quelle
parole. Era un peccato, perché anche a Kushina lui piaceva:
gli occhi adoranti
e splendenti con cui l’aveva guardato quando lo avevano
appuntato Jonin la
settimana prima non potevano mentire, ma Minato non avrebbe mai potuto
accorgersene,
inesperto com’era su certi argomenti. Decise di farglielo
notare, sperando che
in quel modo almeno la situazione si sarebbe sbloccata.
“Perché non
glielo dici?” gli propose
improvvisamente, guardandolo con un sorriso bonario “Quanto tieni a lei. Sono certo che anche
a Kushina-chan tu piaci.”
“Lo pensi davvero,
sensei?” gli chiese
Minato, il tono di voce stranamente concitato. “Ho paura che
lei non mi creda
se glielo dico.”
“Ti crederà.
Fidati di me.”
Jiraiya non avrebbe saputo dire in
che
momento a Minato fosse esattamente cominciata a piacere Kushina
Uzumaki,
perché, quando se n’era accorto, lo aveva
già visto talmente assorto e sospeso
tra i pensieri che aveva immaginato fosse da tanto, tantissimo tempo.
Si
ripromise che doveva chiederglielo in qualche modo, magari con una
delle sue
solite battute, mentre a passi veloci si recava verso i campi di
allenamento.
Kushina Uzumaki non era stata
mandata in
missione, quindi doveva essere ad allenarsi con i suoi compagni di
squadra, a
quell’ora. Intravide i suoi lunghissimi capelli fiammanti da
lontano e prese ad
avvicinarsi con aria oziante fischiettando, le mani ben affondate nelle
tasche.
In un attimo, come se lo avesse fiutato, Kushina interruppe la sua
serie di
mosse e si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
“Cosa ci fa lei qui?” urlò da una
parte all’altra del recinto che li divideva “Non sarà venuto per spiarci quando ci
cambiamo!”
“Kushina-chan!”
esclamò immediatamente la
sua sensei in tono disperato, mentre Jiraiya scoppiava in una fragorosa
risata.
“Scusala, Jiraiya-kun, la conosci ha un
caratteraccio…”
“Non preoccuparti,
Kurumi-chan, lo so
bene!”
La ragazza arrossì
leggermente,
guardandolo con gli occhi ridotti a fessure.
“Me la presteresti un
attimo?”
“Fai pure!”
“Assolutamente no! Non
voglio neanche
vedere uno sporcaccione come te! Non osa-”
“Ti piace
Minato?”
La bocca di Kushina si chiuse
improvvisamente
e la ragazza lo guardò, orripilata. Si voltò di
scatto a controllare la
reazione della sua sensei, ma la donna non c’era
già più. C’erano soltanto lei,
Jiraiya-sama e la sua domanda formulata in tono stranamente serio per
provenire
dalle sue labbra. Intimorita, la ragazza addirittura
balbettò.
“Cosa… Cosa
significa questa domanda?”
“Allora ti piace,
eh?” Jiraiya si lasciò
scappare quelle parole con un sorriso amaro, senza pensare al fatto che
avrebbe
potuto usare un altro approccio per farla parlare. In quel momento
pensava solo
che quei due ragazzi erano fortunati, perché i loro
sentimenti erano
ricambiati, non come per lui, che, nella sua vita, veniva costantemente
rifiutato. “Non devi vergognarti, è normale. Da
quando hai capito che ti
piaceva?”
Kushina strinse le labbra cambiando
espressione, preoccupata da quella del maestro: non l’aveva
mai visto così
abbattuto.
“Sensei, sta
bene?” gli chiese allora.
“Non cambiare argomento.
Ti prego,
rispondimi. Da quando ti piace Minato? Poi lo chiederò anche
a lui.”
“A…
A lui?” Gli occhi della ragazza si illuminarono,
pieni di una nuova
consapevolezza. “Intende forse dire” Sul suo volto
si aprì un sorriso largo,
così diverso dai suoi soliti. “che anche
io piaccio a Minato?”
Pronunciò quelle parole
con un filo di
voce, piena di speranza, e Jiraiya non se la sentì di
mantenere il riserbo
sulle parole del suo allievo.
“Certo!”
annuì con un sorrisetto, ma poi
ritornò subito serio: “Io, però, non ti
ho detto niente!”
“Sì!”
Stranamente piena di pudore, Kushina
gli sorrise timidamente e strinse le mani una nell’altra,
abbassando gli occhi.
“Da quando una sera mi ha sorriso.”
“Cosa?”
L’uomo la
fissò senza capire, e Kushina
alzò gli occhi, imbarazzata.
“Lui mi piace da quando
una sera mi ha
sorriso senza motivo.” urlò, nuovamente irritata,
e scappò verso i suoi
compagni senza avere il coraggio di dire altro.
“L’altro giorno
passeggiavo accanto ai
campi di allenamento e, per caso, ho incontrato Kushina
Uzumaki.” buttò lì
Jiraiya come se gli fosse venuto in mente all’improvviso. In
realtà ci stava
pensando da cinque lunghi giorni, ma non aveva mai trovato il modo
adatto per
dirglielo. Soltanto l’avvicinarsi dei quella data
così importante l’aveva
smosso dall’impasse. Povero Minato, non poteva immaginare
cosa lo aspettava.
“Davvero?” Il
suo allievo sembrò piuttosto
sorpreso dalla sua affermazione. “Non la vedevo da un
po’, credevo fosse in
missione. Stava bene?”
“Certo! La conosci,
è una roccia, nulla
potrebbe buttarla giù!” Il ragazzo sorrise
cercando di nascondersi alla sua
vista. “Piuttosto” Le labbra di Jiraiya si
strinsero, indugiando su di lui, ed
egli alzò lo sguardo, attento. “Da quando ti piace
Kushina Uzumaki?”
Minato si lasciò
prendere dal nervosismo
per via della sorpresa e ricambiò il suo sguardo leggermente
impacciato, ma la
sua voce era limpida quando gli rispose.
“Da quando, una volta
all’Accademia, due
dei nostri compagni l’hanno presa in giro e lei ha fatto
tutta da sola: si è
difesa, ha lottato, li ha messi a tacere. Ho pensato che fosse una
persona
splendida e che mi sarebbe piaciuta averla accanto.”
“Sei serioso anche in
questo tipo di
situazioni.” commentò Jiraiya con un sospiro,
alzando gli occhi al cielo. Il
sole stava cominciando a sparire, sostituito da una luna pallida e
lontana.
“Purtroppo devo darti una brutta notizia… Questa
notte Kushina lascerà il
villaggio per fare ritorno nel paese del Vortice.”
Minato spalancò gli
occhi, sorpreso.
“Per quale motivo? E come
mai di notte?”
Come al solito, il suo allevo aveva
capito
ogni cosa.
“Non ti si può
nascondere nulla. Ascoltami
bene, Minato.” L’uomo riabbassò lo
sguardo e lo puntò su di lui, stranamente
teso. “Kushina Uzumaki è un Jinchuriki, ha una
forza portante dentro di sé. È
stata mandata qui in segno di pace dal villaggio del Vortice e adesso
è stato
deciso, dato che non ha acconsentito a sposare qualcuno del villaggio
della
Foglia per siglare definitivamente l’alleanza, di rimandarla
a casa.”
“Era questo che la
turbava.”
Il ragazzo pronunciò
quelle parole
sovrappensiero, mentre tentava di ricostruire la linea temporale di
tutte le
volte in l’aveva vista di cattivo umore, arrabbiata o triste.
Doveva sopportare
qualcosa di distruttivo dentro di sé, eppure non
l’aveva mai confidato a nessuno
e continuava a condurre una vita normale, senza lasciare che qualcosa
la buttasse
a terra. Lo stomaco di Minato si strinse forte, facendolo scattare in
piedi
all’improvviso. Per la prima volta, capì che era
davvero innamorato di lei, che
era davvero lei che voleva avere accanto per tutta la vita.
“Jiraiya-sensei, mi da il
permesso di raggiungerla?”
Minato correva da dieci minuti,
senza
sapere dove cercare Kushina. Forse era a casa a preparare le sue cose
per il
viaggio, oppure era semplicemente da qualche parte senza che lui
riuscisse a
trovarla.
Giunto nei pressi del monumento
degli
eroi, si fermò di scatto, affannato, per riprendere fiato.
Sembrava che il suo
corpo non volesse più saperne di ragionare ed obbedire agli
ordini, tanto che
lo stava sballottando di qua e di là senza neppure dargli la
possibilità di pensare.
Si impose, allora, di respirare più lentamente per
ossigenare il cervello:
Kushina doveva essere per forza a casa a fare i bagagli, doveva partire
in
poche ore, era inutile perlustrare il villaggio. Si voltò
verso gli alberi per
lanciare un’ultima occhiata al monumento, come faceva di
solito ogni volta che
passava da quelle parti, e gli parve di vedere un riflesso rosso tra le
foglie.
Si ripeté che era impossibile che Kushina fosse
lì, ma i suoi piedi furono più
forti e lo trascinarono nello spiazzo dove c’era il monumento
di pietra. La
ragazza gli dava le spalle, rivolta verso il monumento degli eroi:
erano stati
davvero i suoi capelli a chiamarlo.
“Kushina-san!”
esclamò a voce troppo alta
per esserle così vicino, un urlo che gli uscì
dalle viscere. Lei sobbalzò e si
voltò, visibilmente sbigottita. “Cosa… cosa
ci fai qui?”
“Pensavo…
Pensavo che loro” sussurrò,
atona, indicando con la mano il monumento “loro sono riusciti
a fare qualcosa
di buono per essere ricordati. Io, invece, da quando sono qui non ho
combinato
proprio nulla.”
Il ragazzo le si
avvicinò, dispiaciuto. “Sei…
triste per la partenza?” azzardò a voce bassa
quando ormai era così vicino che
lei avrebbe potuto udirlo anche se avesse mosso soltanto la labbra. Il
battere
incessante del suo cuore, però, fu spezzato dalla voce
improvvisamente irritata
di Kushina: “Come fai a saperlo?”
“Me l’ha detto
l’Hokage.” mentì per
salvare il suo maestro. Se le avesse detto la verità, la
credibilità di
Jiraiya-sama ai suoi occhi sarebbe diminuita ancora di più e
si sarebbe
infuriata, cosa che, però, accade comunque perché
lei urlò: “Per caso ti ha
detto pure che sono un-”
“Sì.”
la interruppe Minato annuendo con la
testa. Non voleva che lei dicesse Jinchukiri ancora una volta, aveva
già
sofferto abbastanza a causa di quella parola nella sua vita.
“Ma per me non
cambia nulla.” la rassicurò, fissandola con occhi
penetranti “Per me sei sempre
Kushina-san. Mi dispiace molto che tu debba andare via… Non voglio che tu vada via, Kushina.”
Trafelato e stanco come se avesse
corso
per ore senza mai fermarsi, sentì che lo stomaco gli si
stringeva nuovamente
mentre le afferrava delicatamente la mano. La ragazza non disse nulla,
ma lo
guardò senza riuscire a mascherare la sorpresa.
Mentre si avvicinava lentamente al
suo
viso, le labbra socchiuse come se avesse difficoltà a
respirare, Kushina lo
sentì davvero vicino a sé: per la prima volta
Minato non l’aveva chiamata
Kushina-san.
Si era formata una strana atmosfera
tra di
loro, e il silenzio si era fatto innaturale. Lo guardò,
rapita, come sentendosi
nuda sotto i suoi occhi, e appoggiò la fronte sulla sua. I
loro respiri
divennero uno solo mentre entrambi inalavano una il fiato
dell’altro, poi
Minato staccò la fronte e cominciò ad avvicinarsi
alle sue labbra.
Minato le piaceva da morire. Lo
capì in
quel momento, mentre il suo stomaco continuava a rintanarsi e a
espandersi
senza sosta, facendola sentire male. Capì che era lui una
delle motivazioni per
cui, quel pomeriggio, era corsa al palazzo dell’Hokage e gli
aveva urlato in
faccia, infuriata, che non sarebbe ritornata al villaggio del Vortice,
che non
avrebbe continuato ad obbedire alle loro parole, che avrebbe vissuto la
sua
vita come più desiderava.
Quando era ritornata in strada,
però, si
era sentita smarrita, incapace, e si era rifugiata presso quel
monumento che
tanto le piaceva, perché celebrava gente forte, che aveva
lottato ed era
arrivata a morire per i suoi ideali. Minato le piaceva da morire, ma,
quella
sera, non si sentiva pronta per perdere anche il punto fermo della sua
amicizia.
Il loro rapporto era già perfetto così, non
voleva che cambiasse trasformandosi
in qualcosa che aveva il timore di definire.
Kushina Uzumaki era sempre bastata
a se
stessa, non aveva mai ricevuto amore, perché Minato avrebbe
dovuto dargliene?
Era fiduciosa del fatto che, se il loro rapporto non fosse cambiato, la
sua
vita sarebbe continuata come al solito. Nulla si sarebbe incrinato. La
loro
amicizia era troppo importante per rischiare in quel modo.
Così, mentre una piccola
parte di lei
lottava con le unghie e con i denti perché facesse il
contrario e lo stomaco le
si stringeva per l’ultima volta, si scansò da quel
bacio e abbracciò il ragazzo
con tutta la forza che aveva. Sbigottito, Minato
s’immobilizzò tra le sue
braccia. Kushina l’aveva respinto abbracciandolo, e non
avrebbe potuto farlo in
modo peggiore. L’urlo che avrebbe voluto lanciare gli si
mozzò in gola, e
lasciò che la sua testa ciondolasse nell’aria, la
vista appannata e l’udito
ovattato.
“Non me ne vado, Minato.
Resto qui.”
Come te
Con questa paura d’amare per
Due minuti, due ore o un’eternità
(Due – Raf)
Note:
Ecco qui il secondo capitolo, fresco fresco (insomma XD), ma condito della mia immensa felicità per essere arrivata prima a questo contest! *______*
Ringrazio di cuore Maiko per il giudizio preciso ed accurato in ogni punto, per le correzioni e per l'immensa pazienza nel leggere questo lavoro lunghissimo! Sei una giudicia da incorniciare! Copio-incollo il tuo giudizio sotto tutta questa manfrina! XD
Tornando a parlare del capitolo, anche qui, finalmente, fa il suo ingresso la tanto famigerata friendzone: dopo tutte le cose allucinanti che si sentono in giro non potevo non inserirla! Questi due me la ricordano troppo! XD Come andranno le cose? Si risolveranno per il meglio o moriranno tutti? XD L'unico modo per saperlo è attendere il prosimo capitolo!
Spero davvero che valga la pena continuare a leggere questa fic! Per questo motivo, ci tengo a ringraziare l'unica persona che mi ha lasciato un parere sullo scorso capitolo, nemi 23. Ciao, e grazie di cuore per aver rotto il ghiaccio, la tua recensione mi ha reso molto felice! Sono contenta che questa "apertura" ti sia piaciuta e che tu l'abbia trovata veritiera e condita da personaggi ben riusciti. Era molto che non scrivevo su Minato e Kushina ed ero un po' preoccupata. ^^ Spero che questo capitolo possa piacerti quanto il primo, fammi sapere cosa ne pensi! ^^
Lo stesso dico a voi, o lettori innominati: se vi è piaciuta, se vi ha fatto schifo (XD), fatemi sapere qualunque impressione! ^^
Al prossimo ed ultimo capitolo! ;)
Primo Classificato: Ayumi Yoshida
Grammatica e stile: 9,5/10 punti
Sei stata quasi perfetta! Il tuo stile mi piace molto, è scorrevole e ogni parola è al suo posto, non ho trovato niente da doverti contestare. Anche la grammatica è perfetta anche se, purtroppo, ho trovato nel testo due piccoli errori – sviste di poco conto, delle sciocchezuole che avrebbero potuto essere eliminare con una maggiore cura – che ti sono valsi questo punteggio e li elenco qui sotto:
“[...] Non fece in tempo a riodinare i pensieri [...]” → riordinare.
“[...]in che momento a Minato fosse esattamente cominciata a piacere Kushina Uzumaki, perché, quando se n’era accorto [...]” → n'era.
Originalità: 10/10 punti
Ho trovato questa storia molto originale, poiché anche come tu stessa hai fatto presente sei riuscita a rendere Kushina e Minato molto più normali, delle persone che vivono per diventare ninja fortissimi. Ho trovato anche molto singolare il fatto che tu non abbia voluto parlare di destino: sarebbe stato un tremendo cliché per questa coppia! Ti sei assolutamente meritata il punteggio pieno ;D
IC: 10/10 punti
Io amo Kushina e Minato e tu sei riuscita a renderli tali che non ho riserbo a dire che Kishimoto potrebbe benissimo prendere spunto da questa storia per un piccolo racconto su loro due. Li ho trovati umani, con i loro dubbi e le loro sofferenze, con Minato sempre serio e concentrato con quel suo sorriso che fa innamorare Kushina e lei, buffa e spontanea – lamentosa, anche, e manesca. Insomma ho adorato tutte le sfaccettature che gli hai dato!
Trama: 9,5/10 punti
Anche qui sei stata eccellente. Ho trovato una trama molto ben congeniata, ogni pezzo del puzzle era al posto giusto. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è stato il finale un po' brusco: lì mi sono chiesta se non avresti potuto dire di più.
Uso pacchetti: 9/9 punti
I pacchetti sono stati tutti usati benissimo, ho trovato tutto molto originale e ogni prompt è stato sfruttato al meglio. Hai fatto un ottimo lavoro, non ti sei smentita! Mi sono piaciuti particolarmente i momenti in cui hai adoperato “scottature” e “divano”, mi sono divertita ed emozionata!
Giudizio personale: 5/5 punti
E, per finire in bellezza, l'ultimo parametro. Davvero forse non dovrei dilungarmi troppo – mi sembra di aver già parlato troppo AHAHAHA – ma voglio ribadire quanto mi sia piaciuta questa storia. L'ho trovato molto bella e realistica, tutto quel destino ed etcetera iniziava a darmi sui nervi xD Minato mi ha fatto innamorare e Kushina... beh quando l'ha respinto avrei voluto prenderla a sberle ù-ù Ma li ho adorati entrambi, come adoro questa storia. E la canzone che hai aggiunto era azzeccatissima, ha dato un tocco di classe al racconto *_* Ti sei superata, i miei complimenti!
Totale: 53/57 punti
P.S. Nel punteggio non è stato conteggiato il punteggio della citazione (3 punti) poiché non ve n'è stata usata alcuna.
Premi Aggiuntivi!
Miglior IC - Ayumi Yoshida
Premio della Giuria: Ayumi Yoshida
Miglior Pairing: Ayumi Yoshida