E lei, cosa avrebbe dovuto fare? Dire tutto alla figlia di Atena? Provare a parlare con Nico e Percy? O ignorare il tutto e far finta di niente? Piper non sapeva proprio come muoversi.
Qualcuno bussò alla sua camera.
“Avanti!” urlò.
“Ehy Miss Mondo!” esclamò Leo entrando. Ormai era diventata abitudine del figlio di Efesto andar a trovare la migliore amica, soprattutto quando Jason era al Campo Giove.
“Ciao Leo” salutò Piper, pensierosa.
“Ti vedo giù… come puoi essere giù se è appena entrato in camera tua il semidio più sexy di questo pianeta?” esclamò Leo, sedendosi affianco a Piper.
“Ti hanno anche proclamato semidio più idiota del pianeta?” rispose Piper, ridendo.
“Ha ha ha. Davvero divertente. Dai su spara, cosa affligge la mia migliore amica?”
“Niente di che, stavo solo pensando a una cosa…”
“Di che colore fare le tovaglie al tuo matrimonio con Jason? Perché io ti proporrei il rosso…”
La figlia di Afrodite prese un cuscino e colpì Leo in piena faccia.
“Ehy! Questo era sleale!” commentò Leo.
“Te lo meritavi”
“Okay, forse è vero. Ora puoi spiegarmi cosa non va?”
“Sei tu che interrompi!”
“Giuro che non ti interrompo più!” Piper squadrò l’amico, sospirando.
“Tanto non posso dirtelo lo stesso…”
Di certo non poteva andar sbandierando la sua semi-scoperta, di qualunque cosa si trattasse.
“Come mai?” chiese Leo, guardando Piper curioso.
“E’ un segreto!” esclamò Piper facendo l’occhiolino.
“Okay, come vuoi. Ora però devo andare al Bunker 9. Ciao ciao Miss Segreto” e detto questo, Leo se ne andò.
La figlia di Afrodite si sdraiò di nuovo sul letto. Quelle domande le ronzavano ancora in testa. Sbuffò, pensando che uscire un po’ le avrebbe fatto bene.
Nico se ne stava nella sua cabina, seduto sul suo letto. Stava pensando al giorno prima. Ma non ai momenti passati con Will, come faceva all’inizio, ma a quando aveva incontrato gli occhi di Percy. Non riusciva a decifrare l’espressione del figlio di Poseidone, nonostante ci pensasse da ore. Nico ci aveva visto un misto di dolore e amore. Era possibile? No, non lo era. Lo aveva visto, era stretto a Annabeth, come sempre.
Nico sbuffò, stendendosi. Jason, Reyna, Hazel e Frank erano al Campo Giove, e non se la sentiva per niente di andare a vedere Will al poligono di tiro con l’arco. Non aveva niente da fare, ma stare chiuso in quelle mura lo opprimeva, soprattutto quando aveva certi pensieri in testa. Era come se le sue idee fossero ingabbiate. Decise allora di fare una passeggiata. Magari la sua mente sarebbe stata più libera.
Si alzò, mise una felpa tirandosi su il cappuccio e uscì.
Nel frattempo, Percy era seduto sul pavimento della cabina di Poseidone con la schiena contro il letto. Pensava al giorno prima, a Annabeth che gli aveva parlato fuori alla mensa e a come si stringeva a lui al falò. Poi la sua mente andò a Nico, al suo sguardo. Ma insieme a quello, non potè far a meno di ricordare come il figlio di Apollo lo teneva stretto a se, con fare protettivo. Sentì la rabbia salirgli… no, era gelosia. Lui era geloso. Si prese la testa tra le mani, facendo dei grossi respiri. Quando si calmò, circa cinque minuti dopo, sentì qualcosa di bagnato e caldo scendergli lungo la guancia. Ma prima che potesse asciugarsi quella lacrima, ne scese un’altra.
Di nuovo. Sto di nuovo piangendo.
Prima che il pianto potesse prolungarsi, andò al bagno, sciacquandosi la faccia con dell’acqua fredda. Si guardò allo specchio: i capelli erano ancora come quando era sceso dal letto, circa un’ora fa. Gli occhi erano leggermente rossi. Sospirò, ritornando in camera sua. Le tende erano ancora chiuse. Le aprì, guardando fuori dalla finestra. Fu allora che vide una figura incappucciata seduta su una panchina che guardava nella sua direzione.
Nico doveva essere completamente assorto nei suoi pensieri, visto che non si era nemmeno accorto che i suoi piedi lo aveva condotto sempre più vicino alla cabina di Poseidone. Si sedette su una panchina li vicino, guardando la cabina. Le tende erano ancora chiuse, e quindi Percy era ancora lì dentro.
Starà dormendo? Oppure si sta preparando?
Le tende si aprirono, mostrando il volto del figlio di Poseidone. Dire che Nico rimase sorpreso è dire poco. Strabuzzò gli occhi, diventando leggermente rosso e nascondendosi di più col cappuccio. Purtroppo non servì a nulla. Percy lo aveva riconosciuto. Lo stava guardando, sorpreso quanto lui. Ma nella sua mente si formò un largo sorriso. Si guardarono, come la sera prima. Percy da dietro le tende e Nico da sotto il cappuccio.
Piper stava passeggiando, pensando a cosa fare. Aveva mentalmente classificato le varie opzioni:
- Ignorare. Ma questa opzione l’aveva subito scartata. Sarebbe stata una cosa molto ingiusta.
- Dire tutto a Annabeth. Le avrebbe fatto male, ma forse poteva chiarire le cose con Percy. Forse.
- Provare a far mettere insieme Percy e Nico. Questa opzione era saltata fuori da sola (Piper pensava che ci fosse lo zampino della madre) ma sembrava la più giusta e allo stesso tempo ingiusta delle tre. Entrambi i ragazzi erano fidanzati, però…
Piper guardò meglio la cabina. Percy era alla finestra, mezzo nascosto dietro una tenda turchese. E guardava verso Nico. Sembravano così assorti l’uno dall’altro… nonostante ci fosse qualche metro di distanza, loro riuscivano a guardarsi negli occhi, ignorando tutto il resto.
Okay… e che terza opzione sia.
*ANGOLO AUTRICE*
MA salve! :D Allora, questo è il terzo capitolo… un capitolo di passaggio per lo più. Nico e Percy iniziano a capire qualcosa, forse… e Piper sta per passare all’azione!
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Sciao sciao
-Animalia