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Autore: Ram92    14/04/2015    1 recensioni
Sono passati circa dodici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
(Storia ideata ai tempi di Punk Hazard)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benn Beckman, Ciurma di Shanks, Nuovo personaggio, Shanks il rosso, Yasopp
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo quaranta.

Quando finalmente decise di uscire dal nascondiglio, Yasop era scomparso.
Aki sospirò profondamente.
Ci era mancato davvero poco. Era così lontano quando l’aveva chiamata, come aveva fatto a vederla? Sapeva che era un bravo cecchino, però…
E comunque anche rubare non era per niente facile. Riku aveva detto che la cosa importante era non farsi notare, non essere visti da nessuno. Però, quando passava per strada, la gente del villaggio si voltava sempre verso di lei, chi con un saluto chi con un sorriso. Non era per niente facile passare senza essere visti. E ora ci si metteva anche quel ficcanaso di Yasop! Non poteva certo tornare nel bosco a mani vuote, però. Riku non le avrebbe dato niente da mangiare e poi l’avrebbe anche presa in giro come aveva fatto la sera prima. Forse si sarebbe persino rifiutato di insegnarle ad andare a caccia!
Allarmata da questo pensiero, la bambina decise di concentrarsi. Scrutò furtivamente i dintorni e si diresse verso le cassette della frutta a passo deciso.

- Tua figlia si comporta in maniera strana, capitano.
Aprì la porta con la schiena, le braccia impegnate a tenere a bada il grosso sacchetto di frutta e verdura che l’ortolana, vedendolo aggirarsi nei dintorni del negozio e riconoscendolo come compagno dell’eroe locale, si era prodigata per offrirgli.
Fu soltanto quando riuscì a voltarsi che notò che Shanks non era solo.
- Buone notizie! – annunciò questi, in un tono che non lo convinse affatto.
- Di che tipo? – chiese cautamente il cecchino, squadrando Toshi con sospetto.
Shanks esibì il sorriso che tipicamente preannunciava una serie potenzialmente infinita di guai.
- Del tipo che richiede una nave. – disse.

- Tutto qui? – chiese Riku gettando un’occhiata al magro bottino che Aki gli mostrava orgogliosa.
- Ma io…! – cominciò la bambina, arrabbiandosi.
Le proteste le morirono in gola, però, quando notò l’enorme “cosa” che Riku era riuscito a sistemare sul girarrosto del falò.
- Che cos’è? – chiese dimentica della discussione.
Riku ghignò soddisfatto.
- Credo sia un cinghiale.- disse ostentando una certa noncuranza.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti alla ragazzina, era la prima volta che riusciva a catturare una preda tanto grande e robusta.
- E che cos’è un cinghiale? – chiese lei cercando di indovinarne il sapore.
- Una specie di maiale selvatico.
Di certo non le avrebbe nemmeno detto che, essendo un esemplare un po’ anziano, la caccia era stata più facile del previsto.
Allontanò questo pensiero tornando a osservare altezzosamente la frutta e verdura che la bambina aveva ammonticchiato vicino al fuoco.
- Penso che per oggi dovrebbe bastarci. – annunciò soddisfatto.
Aki si illuminò, felice di aver contribuito. Il grasso cominciava già a sfrigolare sopra al fuoco diffondendo un odore che parlava alla bambina di arrosti, prosciutti e altre leccornie.
Riku si sedette accanto al fuoco esaminando con discrezione i graffi, vecchi e nuovi, che si era procurato sulle braccia e sulle gambe. Quelle sottili linee rosse erano il suo orgoglio. Nessuno dei bambini del villaggio ne aveva tanti quanto lui. Del resto, nessuno di loro valeva granché quando si trattava di andare a caccia.
Alzò lo sguardo sulla ragazzina che sedeva poco distante, come ipnotizzata dal piccolo falò pomeridiano. Come era successo? Come aveva potuto permetterle di restare? E poi quella promessa, insegnarle a cacciare… Quella scema non sarebbe mai stata in grado di prendere niente e con il rumore che faceva avrebbe fatto scappare ancora tutti gli animali. Sarebbe stata una spina nel fianco.
- Da quando la mamma se n’è andata… non è lo stesso.
Riku aggrottò la fronte e si affrettò a distogliere lo sguardo.
Per un po’ se la sarebbe cavata con la scusa della frutta. Era stata una buona idea, quella: gli toglieva dai piedi la ragazzina e gli evitava di dover andare in paese. Tra i negozianti, del resto, si era ormai fatto una certa fama e procurarsi qualcosa era diventato davvero difficile. Forse, se la ragazzina avesse imparato a prendere qualcosa di più di un paio di mele e qualche carota, quella strana alleanza avrebbe anche potuto finire per rivelarsi di qualche utilità, in fondo.
- E’ pronto?
O forse no.
- No. – rispose seccato.
Forse quella sua petulanza da ragazzina viziata avrebbe finito per fargli perdere la pazienza.
- Ma io ho fame!
Forse si sarebbe mangiata molto più di quello che sarebbe mai stata in grado di prendere.
Riku chiuse gli occhi e sospirò stancamente. Come aveva potuto permetterle di restare?

- Tutto bene?
Midori distolse lo sguardo dall’oceano.
- Trovo quasi comico che me lo chieda uno semiparalizzato dalle bende. – rispose ironicamente.
Benn abbozzò qualcosa di simile a un sorriso.
- Se anche fosse stato possibile fare qualcosa, Shanks non ti avrebbe mai permesso di andare, lo sai, vero?
- E io non lo avrei fatto, in ogni caso. – ribatté lei, con voce calma. – Dovevo pensare a mia figlia. Aki era comunque più importante.
Rimasero in silenzio per qualche istante, l’acqua del mare che scivolava sciabordando appena lungo i fianchi della nave.
- Che cosa facciamo adesso? – chiese lei, alla fine.
- Non penso che il ragazzo possa rappresentare una minaccia.- rispose Benn senza indugiare. – I Rivoluzionari non hanno certamente alcun interesse a far favori al Governo Mondiale. Al massimo potrebbero venire a chiederti di partecipare a qualche piccola missione per loro.
Midori tacque.
Un tempo non sarebbe stato un problema, ma adesso…
- Penso che dovremmo riportare il ragazzo dai suoi. – proseguì Benn, non facendo caso a quel silenzio. – Se anche dovesse parlare, a quel punto la cosa migliore sarebbe apparire come loro alleati. Non pensi?
Il ragionamento, come al solito, non faceva una piega.
La donna sospirò, guardò Benn e scosse la testa.
- Tu dovresti riposare. Non farmelo ripetere di nuovo. – disse soltanto, prima di sparire sottocoperta.
Il pirata lasciò la presa sul pacchetto di sigarette che teneva in tasca. Per un po’ avrebbe fatto meglio a darle retta.
  
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