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Autore: succubus98    14/04/2015    0 recensioni
Chi siamo noi in questo mondo?
È davvero tutto come ci viene insegnato sin da piccoli?
Io ho dovuto fare la decisione più importante della mia vita andando incontro ad un destino che nessuno si sarebbe mai immaginato.
Bene o Male? Luce o Oscurità?
Io ho già scelto e tu?
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzi, questo è il secondo capitolo, vi prometto che dal prossimo diventerà un vero e proprio fantasy. Lasciate recensioni per favore XD Buona lettura, spero vi piaccia. XOXO Succubus98.

Notai come i due fratelli si assomigliavano finché il mondo intorno a me crollò. Joshua scese dalle mie gambe e saltò in braccio a Ryan. Il moro e l’uomo anziano si scambiarono un sguardo fugace, il sangue mi si gelò in vena. Rimanemmo soli nella stanza.
“Ti stanno bene i capelli castano chiari.” Disse talmente piano da sembrare un sussurro. Mi alzai e feci per andarmene, la sua mano calda mi afferrò il braccio. “Dove vai?”
“Lasciami andare, ho sbagliato a venire qua.” Mi dimenai violentemente perdendo l’equilibrio e sbattendo il ventre contro il tavolino all’angolo. Gli occhi cominciarono a pizzicare, tenni duro e mi alzai.
“Papà lasciala stare, lei è brava.” il viso innocente del bambino fece capolino dalla porta della cucina. Una lacrima mi solcò il viso, uscii sbattendo la porta.
In macchina Diana e Jennifer mi aspettavano. I jeans si stavano macchiando di sangue mentre delle fitte atroci si propagavano dal ventre a tutto il corpo, ma erano nulla rispetto alle fitte al cuore.
“Jè, parti!” urlò la mora. La macchina partì sgommando poi… buio.
 
Angel’s Pov
Mi lasciai l’edificio grigio alle spalle e mi accesi una sigaretta. Strano che fosse così grigio il cielo, eravamo in Agosto. Decisi di scrivere a Diana.
                                                                                   
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Angel  
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Ciao, stasera allora si esce? Io ora chiamo Albert e ti faccio sapere se c’è pure lui.
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Diana
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No, scusa ma ho avuto un impegno con Jè e la sua amica, ci sentiamo per la prossima volta. Baci.
 
Uff. Sta ragazzina mi stava rovinando la vita. Che palle, mi sedetti su una vecchia panchina in legna, in lontananza due ragazzi si tenevano per mano e chiacchieravano, probabilmente fantasticavano sul loro futuro. Tze, l’amore non esiste. Chiamai Albert.
“Ehy, ieri sei sparito, dove cazzo eri? Avresti almeno potuto chiamarmi stamattina.”
“We, scusa ma ho avuto un imprevisto con Sophia e poi so che tu la Domenica mattina sei sempre impegnato con Giulie.”
“Sì, ma anche se lei mi sta facendo un pompino io posso parlare lo stesso al cellulare eh.” Feci un tiro. “Comunque per stasera nulla, Diana e la sua tipa non ci sono, hanno avuto un imprevisto con l’amica di Jessica.” Dissi con un tono acido.
“Che è successo?” la voce gli uscì più preoccupata di quanto avrebbe dovuto essere.
“Non lo so, e non mi interessa. Ora vado a far compere da Zakaria, ciao frate.”
“Ciao.” Riattaccai la chiamata e mi incamminai verso la fermata del bus.
 
Zak era in ritardo di cinque minuti e sta cosa mi innervosiva, odiavo i ritardatari. Buttai la bottiglia di birra ormai finita in un bidoncino poco lontano da me. Che palle.
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Angel 
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Ciao Stefanie, stasera sei libera?
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 Stefanie
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Certo, per te sempre. Ci vediamo per le nove e mezza.
 
In lontananza vidi apparire una figura poco più alta di me, finalmente era arrivato.
“Ciao bro.”
“Ciao Zak. Sei in ritardo lo sai vero?”
“Sì, scusami ma i controllori mi hanno fatto scendere dal pullman. Quanta?” mi domandò cambiando discorso.
“Dammene due già rollate.” Gli sporsi i cinque euro che prontamente afferrò. Fece finta di far cadere un pacchetto di sigarette, lo raccolsi. “Ora vado, ho del business da fare.” Gli dissi ridendo. Mi salutò e mi incamminai verso casa di Stefanie, non era molto lontano da qua, così avrei potuto fumare tranquillamente andando da lei, così magari avrei sopportato la sua voce stridula.
 
Arrivai sotto casa sua alle nove e ventinove. Bussai alla porta e davanti a me si presento lei solo con un intimo striminzito.
“Ti stavo aspettando.” Disse con fare sensuale, ma diciamoci la verità, di sensuale non aveva proprio nulla. Mi afferrò per la felpa e mi scaraventò sul divano. Mi baciò il lato della bocca e mi tolse la maglia scaraventandola a terra, seguita dai pantaloni e dai boxer.  Si sfilò il piccolo bustino che indossava, ah… il push-up fa davvero miracoli. Si abbassò sulla mia erezione e comincio a ricoprirla di piccoli baci delicati, le scostai i lunghi capelli biondi. Dopo pochi minuti di lavoro di bocca si mise a cavalcioni sopra di me, la alzai e la portai in camera, il letto dei suoi era molto più comodo di uno stupido divano del tutto rovinato. La girai a novanta e dal comodino del padre estrassi un preservativo.
“Che fai?” mi domandò spaventata.
“Non voglio avere figli.” Le risposi seccato. Lo aprii e lo misi, lentamente la penetrai.
 
Era stesa qua accanto a me che dormiva, stupida ragazzina, scopa e poi si addormenta. Mi alzai e andai a rivestirmi, non facevano per me le coccole e i baci dopo al sesso, troppo impegnativi. Ancora dormiva, uscii di casa e decisi di fumare anche l’altra, la testa si fece più leggera mentre vagavo per le strade della città ormai addormentata. 
   
 
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