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Autore: Shannara_810    16/02/2005    7 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 7: He Sees Only You

You complete me, like any caring boy I need be
And when I’m in your arms I feel free
Fallen
My heads up in the clouds

In love I’m proud to say it loud
Like an accident it happened
Out of nowhere it just happened
And I ain’t mad at all
Because...


I’ve fallen
Head over heels
I’ve fallen
In love with you
I’ve fallen
And I can’t get up, don’t want to get up
Because of love

"Ehi! Io non avevo ancora finito di leggere!" Uno schiaffo deciso sulla mano destra. Rigirò la pagina. Uno sguardo corrucciato e due occhi dorati che splendevano illuminati dal fuoco. Sembrava proprio che la bella moretta, che poggiava dolcemente la testa sulla sua spalla, avesse davvero deciso di provocarlo.

"Non è colpa mia se sei lenta!". Le aveva messo il broncio, le labbra strette strette, nel vano tentativo di non ridere. Era trascorso poco più di un mese da quella sera di pioggia e sangue, un mese che per Draco Malfoy era stato il più bello della sua vita. Non gli importava che questa espressione fosse un luogo comune: era felice, felice come non lo era mai stato! Non gli importava di essere evitato dai Serpeverde come la peste... anzi questo era davvero un problema loro perché senza il suo aiuto i voti della casa del grande stregone Salazar stavano precipitando miseramente... Non gli importava di essere l'oggetto di scherno delle altre case... perché le sue frecciatine, anche se avevano perso tutta la loro cattiveria, continuavano ad essere pungenti... non gli importava di essere guardato con furia dai Grifondoro, Lenticchia per primo...

Avrebbe potuto sopportare tutto per questo. Essere qui dopo una dura giornata, davanti al camino acceso, con una coperta per tenersi al caldo, una buona cioccolata calda ed un ottimo libro.  E, naturalmente, lei... la persona che più amava tra le braccia, accoccolata di fianco a lui con i suoi folti e ricci capelli che gli solleticavano le guance. Stava bene, per la prima volta in vita sua si sentiva bene con se stesso. La presenza di Hermione era molto più di un semplice conforto: lei lo rincuorava, lo aiutava, lo coccolava... si prendeva cura di lui senza mai lamentarsi o tirarsi indietro. Quante volte lo aveva sentito urlare o piangere nel cuore della notte? Quante volte era corsa in camera sua per svegliarlo e prenderlo tra le braccia, mormorandogli che sarebbe andato tutto bene? Quante notti avevano trascorso su quel divano a parlare del più e del meno, tutto pur di distrarlo da quegli orribili incubi? Quante volte aveva dormito con il capo sul suo petto, dolci dita che gli carezzavano i capelli argentati, in un caldo rifugio dalla sua vita spezzata? Oramai, Draco aveva davvero perso il conto. Tutto ciò che sapeva era che l'amava ancora di più. Se prima doveva accontentarsi di guardarla da lontano, di ricercare nell'odio l'unica ragione per la quale sarebbe stato presente nei suoi pensieri, ora invece poteva avere tutto ciò che aveva sempre desiderato, ma mai sperato davvero: poteva credere in un futuro migliore...

 Hermione era diventata per lui indispensabile come l'aria: era la sua migliore amica, la sua confidente, la sua famiglia... Anche se non le aveva mai confessato la profondità dei suoi sentimenti , tutto ciò che aveva gli bastava per una sola, semplice ragione... Gli bastava perché Hermione Granger era la sua unica ragione per continuare a vivere...

*****

Era stato un mese davvero... beh, particolare. Era davvero l'unico modo per definirlo. La scuola era ricominciata a pieno ritmo e tutto era tornato come doveva essere: i compiti e i lunghi pomeriggi in biblioteca, le incomprensibili conversazioni sul Quiddich a cui cercava di sottrarsi, i rimproveri ad Harry e Ron per le loro mille scuse con la quale cercavano di sottrarsi allo studio. La solita routine... ma sapeva che questa era una bugia, solo una pallida facciata a tutti quegli sconvolgenti cambiamenti che avevano letteralmente messo sottosopra la sua vita, cambiamenti di cui sarebbe stata eternamente grata, cambiamenti che potevano essere riassunti in due semplici sillabe: Draco. 

Ormai, non era più sicura di poter rinunciare a quel dolce calore che provava nel cuore ogni volta che gli era vicino, a quella strana ma meravigliosa sensazione che sempre le attanagliava lo stomaco quando immaginava i suoi occhi di tempesta o i suoi soffici capelli biondi... e questo stava avvenendo relativamente di frequente. Esisteva solo lui, non riusciva a pensare ad altro. Lunghe notti passate ad osservare le stelle, animate discussioni su incantesimi e pozioni, caldi abbracci e teneri baci sulla guancia, segreti... beh, appuntamenti durante i giorni di Hogsmeade, mascherati da impegni da prefetti ma che in realtà erano lunghe visite al Ghirigoro. Draco sembrava non smettere mai di stupirla con la sua innata curiosità per la cultura babbana, sembrava un bambino in un parco giochi. La faceva sentire speciale, speciale come solo un'unica persona aveva fatto prima: un ragazzo dolcissimo che aveva visto solo nei suoi sogni. Era una sensazione bellissima ma, in fondo al cuore, non poteva fare a meno di sentirsi confusa: per sei anni c'era stato solo il suo Ryu a farle provare quelle emozioni così forti ma ora... ora sembrava che il cuore di Hermione Jane Granger stesse iniziando a battere solo per un giovane Serpeverde dai bellissimi occhi grigi...

Non gli aveva mai confidato questi suoi sentimenti, Cielo non sicura nemmeno lei di cosa stesse provando! Ma aveva visto quel suo sguardo ferito quando, inconsapevolmente, aveva smesso di guardarlo negli occhi subito dopo quel loro bacio. Un bacio che l'aveva lasciata totalmente spiazzata e aveva scatenato in lei una tempesta di emozioni incontrollabili. Draco si era immediatamente scusato, quasi implorandola di perdonarlo e non di avercela con lui se l'aveva offesa e quella sua espressione così innocente l'aveva commossa. Non avrebbe mai potuto avercela con lui perché erano stati in due e volerlo quel bacio... e, Merlino era testimone, quanto desiderava poter riassaporare quelle labbra di miele sulle proprie!!!

Naturalmente Harry e Ron erano all'oscuro di tutto. Il-bambino-che-era-sopravvissuto sembrava, in quei giorni, lottare contro se stesso, rimuginando su un qualcosa che l'aveva sconvolto profondamente. Aveva cercato di parlargli ma Harry le aveva sorriso candidamente, affermando che l'avrebbe fatto quando si sarebbe sentito pronto. Nemmeno Ron ne era al corrente. Era come se il suo mondo si fosse capovolto d'improvviso.

Solo Ginny sapeva. Si era rifugiata dalla sua amica in lacrime, schiacciata dal peso dell'oscuro segreto di Draco. La giovane Weasley l'aveva confortata e aveva condiviso le sue lacrime, affermando che nemmeno un Malfoy avrebbe dovuto sopportare tanto. Anche se l'aveva messa in guardia, perché nessuno avrebbe potuto prevedere la vendetta dei Serpeverdi una volta che la notizia dell'amicizia tra i due ragazzi si fosse diffusa, Ginny le aveva dato tutto il suo sostegno. Dopo un "COSA? HAI BACIATO DRACO MALFOY?" e, naturalmente, "SU, 'MIONE, COME è STATO? è VERO CHE BACIA COME UN DIO?" la ragazza più giovane si era offerta di aiutarli a nascondere a tutti il loro segreto, soprattutto se questo riguardava suo fratello. Dopo un pò, aveva preso a frequentare regolarmente la loro sala comune, rimanendo letteralmente affascinata dalla dolcezza e dall'umorismo del biondino. Lo straordinario feeling che si era creato fra quella ragazza che considerava praticamente come sua sorella e il giovane che per anni era stato loro nemico giurato era innegabile. Ogni volta che si trovava in visita avvertiva un qualcosa di speciale nell'aria, come se si trovasse di fronte a un che di sacro. Era difficile da tradurre quella sensazione in parole. E poi... il rossore sul viso del biondino ogni volta che Hermione gli sfiorava una guancia con la mano in una tenera carezza, la sua risata chiara e allegra, la luce che gli illuminava il viso ogni volta che la leonessa entrava nella stanza... Sì, strano e quasi impensabile, ma Draco Malfoy sembrava proprio innamorato della sua amica. Ma questo non infastidiva o preoccupava la giovane Weasley, mai avrebbe potuto immaginarlo, ma le piaceva davvero tanto questo nuovo Malfoy. L'unica che sembrava all'oscuro era proprio 'Mione. Cielo, quella ragazza sarà anche stata la strega più brillante del secolo ma era davvero ottusa quando si trattava di vedere quello che si celava proprio sotto il suo naso. Insomma, si stava parlando del ragazzo più bello di tutta la scuola, a parte Harry naturalmente!!!

"Credendo videns" Venne sussurrato al dipinto, in maniera un pò arrancata. Tristano e Isotta, le due figure sull'immenso quadro,  porsero i loro saluti cercando di trattenere un risolino a quella buffa scena.

La porta della piccola sala comune si aprì lentamente rivelando due pile di libri che sembravano reggersi per pura magia fra delle esili braccia, barcollando ad ogni passo.

"Grazie, 'Mione. Non so come avrei fatto senza di te. Questa ricerca sull'uso medico della radice di biancospino è  per domani e non so proprio da dove cominciare! Harry e Ron sono agli allenamenti e non sarei mai riuscita a finirla"

"Di niente, Gin. Io, comunque, non mi sarei fidata a farmi aiutare da quei due!" Le due ragazze lasciarono cadere i pesanti volumi accanto al tavolo di legno massiccio, massaggiandosi le braccia esauste. "Tu mettiti comoda. Io prendo delle pergamene dalla mia stanza e chiedo a Dobby di portarci un pò di the".

Hermione sparì in una porta laterale mentre Ginny Weasley si accasciava letteralmente sul divano. Agitava la mano ritmicamente tentando di avere un pò di sollievo da quel refolo di vento che ne scaturiva, ma non pareva funzionare molto.

CLICK.

Il rumore di una porta che si apriva. Ah, Hermione doveva essere tornata.

"Ehi, 'Mione che ne dici se..." Si voltò di scattò ma non riuscì più ad emettere alcun suono. Anche il suo sorriso si spense.

Draco Malfoy era appena uscito dalla sua stanza, vestito completamente di nero, un asciugamano tra le mani che veniva passato tra i suoi soffici capelli d'argento. Lui non parlava, si limitava a fissarla, il viso immobile come la pietra... non aveva espressione.

"C-Ciao!". Balbettò lei.

"Ciao". Rispose laconico lui.

"H-Hermione d-deve aiutarmi c-con u-una r-ricerca..." Era una situazione davvero imbarazzante. Lei sapeva di lui, ma lui sapeva che lei sapeva? Che doveva fare?

Il ragazzo Serpeverde si limitò ad annuire restando immobile nel punto in cui si trovava. I suoi occhi erano gelidi e la Grifondoro si trovò a rabbrividire. Non sembrava che fosse cambiato, però...

"Ecco fatto, il the arriverà tra poco". Con la sua solita allegria, Hermione li salvò da una situazione che rischiava di degenerare. "Finalmente sei tornato! Come è andata?" Dimenticate le sue pergamene su una sedia, la ragazza abbracciò il biondo, posandogli un tenero bacio sulla guancia.

Draco restò rigido e questo la costrinse a distanziarsi un pò.

"Che c'è?"

I suoi occhi rimasero fissi in quelli di Hermione, in una muta domanda. Andava bene davanti alla Weasley? La metteva in imbarazzo con la rossina se la ricambiava? Agli occhi del mondo intero, lui era un Malfoy... e un Malfoy non meritava niente...

Ma lei aveva capito lo stesso. Non aveva bisogno di indossare quella maschera impenetrabile quando c'era lei. Sarebbe stata la sua voce, avrebbe parlato per lui quando tutti gli altri avrebbero cercato di ignorarlo. Gli sorrise, semplicemente, tornando a stringersi contro il suo petto. Sì, aveva proprio bisogno di sentirla vicino.

Lui sembrava un pò a disagio sulle prime, forse per la sua presenza Ginny pensò, ma non passò molto prima che le sue braccia forti circondassero la vita della sua amica. Con suo grande stupore, quelle che fino a pochi istanti prima erano stati due scudi d'acciaio opaco ora erano un turbinio di emozioni. Le baciò la fronte con riverenza, nascondendo il volto nei suoi soffici ricci. Draco sospirò.

"Non mi vogliono più in squadra. Ma c'era da aspettarselo". La sua era una calma innaturale.

Una furia sconosciuta s'impossessò di lei, ma Hermione non volle darlo a vedere. Draco era ferito e questo era ciò che contava. Non sapeva spiegarsi come, ma riusciva sempre a percepire i suoi stati d'animo e quando qualcuno gli causava un dispiacere, si dimenticava di tutto il resto pur di stargli accanto. Il mondo, come un vecchio film, si dissolveva in lontananza e restavano solo loro due: Hermione e Draco, Draco e Hermione. Si strinse ancora di più al suo amico, dandogli quel calore di cui aveva tanto bisogno nell'unico modo che conosceva.

"Peggio per loro, eri il più carino in squadra. Ora nessuna ragazza andrà più ad assistere alle partite!"

Questa semplice frase riuscì a strappargli un sorriso e di questo Hermione era molto fiera.

"Che la mia arroganza ti stia contagiando, Granger?". Nuovamente quel suo strano mezzo sorriso che faceva girare la testa ai 3/4 della popolazione femminile di Hogwarts... ma che, Hermione sapeva, era rivolto a lei e lei soltanto.

"Scemo!!!" La ragazza gli fece una linguaccia e che il Serpeverde si limitò a ricambiare. Ma quell'alone di tristezza che continuava a persistere nei suoi occhi non poteva essere negata. Si strinse ancora a quello strano unico ragazzo dagli occhi di tempesta, sperando almeno in parte di lenire il suo dolore.

"Stai bene?" Gli sussurrò.

"Ora sì".

SOB...

Furono entrambi scossi dal loro piccolo mondo da strani singhiozzi provenienti dal divano. Ginny Weasley li osservava con le lacrime agli occhi senza fare alcun tentativo per trattenerle. Aveva afferrato un lembo della camicia e ora tentava di asciugarle.

"Come siete romantici! Mi viene da piangere... fate tanta tenerezza... Draco mi ricorda tanto quel Leonardo di Capra in Romeo e Giulietta!"

"Di Caprio". La corresse Hermione non abbandonando mai quella sua comoda posizione.

"Già". La rossa sospirò, persa completamente nelle sue fantasie di principi azzurri e damigelle in pericolo. "Un bellissimo principe sua una scopa bianca pronto per il bacio finale con la sua bella. è così romantico..." Altro lunghissimo sospiro.

I due ragazzi, ancora abbracciati, si guardarono fissi negli occhi per lasciarsi andare immediatamente. Era divertente come il pallido Draco potesse assumere innumerevoli tonalità di rosso in meno di cinque secondi. Anche Hermione non era da meno. Si obbligarono a fissare il pavimento mentre la Weasley più giovane gongolava dal ridere.

"Non c'è da vergognasi". Fece lei, insistente. "Da quando state insieme?"

"N-Noi non stiamo insieme!" Ribatté Hermione, poco convincente. "Siamo solo amici!"

"Amici... amici..." Draco si limitò a farfugliare e a quel punto Ginny scoppiò in una risata fragorosa.

"Ah, dovreste vedervi! Siete troppo buffi! Ah, ah, ah..." Per il troppo ridere cadde all'indietro sul divano, senza mai fermarsi. Questo riuscì a strappare un risolino alla Grifondoro più grande. Draco continuava imperterrito a borbottare parole incomprensibili, come dannata Weasley o specie di lenticchia al femminile.

"Non è divertente, Weasley!"

"O si che lo è! Dovresti vedere la tua faccia, sembri mio fratello Ron!". Non poteva credere di essere entrata così in confidenza con lui in poco più che un istante. Ma sembrava essere una persona dolce e ciò le faceva tenerezza.

Il viso del ragazzo si trasformò in un'espressione di puro disgusto. "Ma per chi mi hai preso! Io come Lenticchia, blah!"

Nel vederlo le due ragazze risero ancora di più. "Ha ragione, Gin. Nessuno può eguagliare lo Straordinario Furetto Rimbalzante!"

"Mya!" Le mise il broncio, offeso. Si andò a sedere sulla poltrona di fronte alla rossa, le braccia incrociate sul petto, il naso storto. Lo odiava quel ridicolo soprannome e odiava che fossero i due contro uno. Dannate femmine!

"Su dai!" Draco continuava ad ignorarla ed Hermione capì di averlo davvero offeso, stavolta. Andò alle sue spalle e gli passò le braccia intorno al collo. Chinò il capo e lo avvicinò a quello del giovane che si abbandonò al buon profumo della sua migliore amica.

"Mi perdoni?". tentò la carta degli occhioni da cucciolo smarrito.

"Forse". Lui non voleva proprio cedere.

"Ma ti ho chiesto scusa!"

"No!"

"Dai!"

"Perché dovrei farlo?". Ribatté testardo.

"Perché mi vuoi bene?"

Draco si lasciò sfuggire un sospiro. Non poteva dirle di noi se gli parlava con quel tono. "Lo sai che farei qualsiasi cosa per te".

"Anche un aiutino per la ricerca di Ginny?"

"Anche un aiutino per la ricerca di Ginny". Si rassegnò lui.

"Grazie!" Gli baciò delicatamente la guancia, facendolo arrossire ancora di più. Prima che la rossa potesse ribattere qualcosa di pungente lui la fulminò con i suoi occhi di tempesta. Non era una minaccia, però. La ragazza più giovane lo capì da quell'accenno di sorriso che fece capolino sul suo volto pallido. "Non una parola, Weasellette, o dico a Potter che mi trovi più carino di lui".

Stavolta fu il turno di Ginny di arrossire ma doveva ammettere la sconfitta. Uno a zero per il furetto.

 Amici... forse Hermione poteva anche crederci ma non di certo quel ragazzo dai capelli biondi... avrebbe protetto la sua Mya con tutte le sue forze, era così evidente per quei vispi occhi azzurri.

Draco si sarebbe accontentato di tornare in camera sua e fingere di essere invisibile ma 'Mione aveva deciso altrimenti. Una nuova determinazione brillava nei suoi occhi dorati. Gli avrebbe dimostrato che poteva avere degli amici. Dei veri amici. E per tutto quel suo incoraggiamento e quella sua generosità gliene era estremamente grato. Gli dava la sensazione di poter davvero appartenere ad una realtà.

Trascorsero delle ore a discutere su quella ricerca. Gli occhi di Draco s'illuminavano di una luce nuova mentre procedeva con la sua spiegazione e la Weasley più giovane lo ascoltava rapita.

"Grazie" Gli disse infine. "Se Piton spiegasse sempre così magari riuscirei a non perdermi in continuazione!".

Draco fu un pò sorpreso dalla sincerità che la ragazza gli stava dimostrando. Nessuno gli aveva mai mostrato gratitudine o fatto un complimento.

"Prego..." Rispose incerto.

Hermione sorrise soddisfatta e gli prese la mano. Lo sguardo del giovane era quello di una persona così innamorata che la Grifondoro più giovane sentì mancarle il fiato.

E fu proprio da quel giorno che Ginny Weasley prese a rispettare Draco Malfoy.

Un volta, per metterla alla prova, le chiese se le avrebbe causato fastidio se ci avesse provato con lui e, all'immediata e sconcertata reazione di Hermione, rispose ridendo:

"Credimi, 'Mione, per quanto io possa provarci sarebbe tutto inutile. Non c'è spazio per me nel suo cuore! Draco, vede soltanto te!".

La Grifondoro più grande era arrossita vistosamente e non aveva saputo cosa rispondere. Sapeva solo che il cuore aveva preso a batterle con più forza, ogni battito come un rombo di tuono. Sperava con tutta se stessa che nessuno si accorgesse di tutte quelle occhiate imbarazzate che non poteva fare a meno di lanciargli. Per Draco era già una situazione difficile con Lucius ad Azkaban e di certo non aveva bisogno di un manipolo di fedeli Grifondoro pronti a rimetterlo in riga per essersi avvicinato alla leonessa di Hogwarts! Specie se il fedele Grifondoro in questione era il penultimo dei fratelli Weasley! Non avrebbe permesso a nessuno di ferirlo, fosse anche stato uno dei suoi migliori amici!

Già Ron... Ron era divenuto più assillante e cocciuto che mai! Continuava a ripeterle che non trascorrevano più tanto tempo insieme come negli anni passati, che stava trascurando i suoi amici e che doveva sicuramente star male se non le importava di dividere il suo dormitorio con "Lo straordinario furetto rimbalzante"! Quando aveva sentito per la prima volta quell'insulto rivolto a Draco, aveva dovuto trattenersi dal mollargli un bel ceffone per farlo tacere! Sapeva che c'era Ron dietro tutti gli scherzi e i sarcastici commenti che seguivano il Serpeverde ad ogni suo passo e non poter fare nulla per fermarli la infastidivano molto. Il rosso sembrava irriconoscibile in quegli ultimi tempi. Come un verme che corrode tutto, una starna e nuova cattiveria si stava lentamente impossessandosi di lui. Draco, però, sembrava non badarci: più di una volta le aveva detto che, infondo, se li era meritati per il suo comportamento spregevole degli anni passati ma la Grifondoro sapeva che tutta quella situazione lo feriva profondamente. Non erano mai ritornati sul perché del suo cambiamento: ogni volta che se ne accennava anche minimamente, il ragazzo cominciava a tremare visibilmente e si rannicchiava in un angolo come un bambino spaurito. Ogni volta era per lei come un pugno allo stomaco. Tutto ciò che sapeva era che Lucius era in grado di controllare suo figlio ad un livello più profondo di quello che si sarebbe ottenuto con l'Imperius. E, allora, non poteva fare a meno di ricordare le parole di Dobby: Lucius Malfoy era in grado di portargli via il cuore. Ma, Hermione lo aveva giurato, questo non l'avrebbe più permesso...

******

Venerdì pomeriggio. Cosa c'era di meglio per concludere la settimana che due ore di Pozioni con Piton e i Serpeverdi?!

Il giovane Potter non aveva davvero voglia di vedere nessuno ma, infondo, quella sensazione di smarrimento gli attanagliava lo stomaco da oltre un mese. Da quando aveva visto il gramo sulla spalla di Malfoy. Non ne aveva parlato con nessuno e, anzi, aveva finito con l'allontanarsi anche dai suoi più cari amici. Ma non poteva farci nulla: rivelare quella verità sconcertante a qualcuno sarebbe stato come accettare che fosse tutto vero e non era certo di essere pronto a questo grande passo. Si sentiva il cuore gonfio.

Era arrabbiato non sapeva con chi di preciso, ce ne erano troppi anche solo per trovare un punto da cui cominciare, ma sapeva solo di essere arrabbiato: arrabbiato con Remus per averlo messo in quella situazione, arrabbiato con Sirius per non avergli mai detto nulla, arrabbiato con Ron per essere diventato la brutta copia del Serpeverde, arrabbiato con Hermione a cui sembrava piacere il Serpeverde in questione, arrabbiato con Draco per essere all'improvviso diventato una persona decente, ma soprattutto era arrabbiato con se stesso per la propria indecisione!

Merlino, era vero che l'odio rendeva tutto più facile. Non ci si ferma a riflettere sul perché, si odia e basta. Prima lo era stato davvero: Malfoy era il cattivo, il suo nemico, fine del discorso. Non aveva avuto il bisogno di pensarci più di tanto... ma ora: scoprire il suo passato, sapere di Sirius, vedere la schiena del biondo coperta da orribili cicatrici avevano messo tutto in discussione: che doveva fare?

Voleva parlarne con Hermione ma aveva visto gli sguardi che lei e Draco si erano scambiati. C'era una complicità particolare fra di loro, un'affinità che la ragazza non aveva trovato né in lui né in Ron. E la cosa che lo irritava ancora di più era che tutto questo, in qualche strano ordine cosmico, sembrava giusto. Alle volta vedeva la sua amica mentre sfiorava di nascosto la mano del biondo, allora gli occhi di quest'ultimo s'illuminavano e sembrava non importargli di nient'altro se non di quella strana ragazza dai folti capelli castani.

I sogni sul passato del Serpeverde erano continuati e nuove domande avevano scatenato in Harry. Aveva sentito i pensieri di Draco, le sue emozioni, la nascita del suo amore per Hermione eppure c'era qualcos'altro. Qualcosa di freddo e oscuro che stringeva il cuore del biondo e gli lacerava l'anima con artigli affilati. Aveva paura... Harry James Potter aveva paura... forse per la prima volta in vita sua, il-bambino-che-era-sopravvissuto aveva paura della verità...

******

Senza neanche rendersene conto era arrivato nell'aula di pozione e si era seduto accanto a Ron. Il volto del portiere Grifondoro sembrava una torcia accesa: tre file più avanti Hermione si era accomodata vicino a Draco, le loro teste che si sfioravano, fini capelli biondi in ricci castani, gli occhi chini sulla pergamena che Piton aveva dato loro. Sapeva che era stato un ordine di Silente che i prefetti lavorassero in coppia, ma quella vista sembrava far torcere le budella al suo amico.

I Serpeverdi come al solito, commentavano e sghignazzavano, certi di non essere puniti dal loro capo-casa quando una voce gettò tutti nel silenzio più assoluto.

Tuttavia non c'erano solo degli occhi occhi di smeraldo a scrutare il comportamento dell'erede dei Malfoy. Anche degli occhi di ametista erano alla ricerca di risposte. Lui e Potter, però, si erano posti su posizioni molto diverse. Blaise Zabini trovava estremamente divertente vedere Lenticchia che si rodeva il fegato per la bella leonessa di Hogwarts. Aveva un che di poetico. Ma non era di certo lui il suo obiettivo. Oh no... Chi gli interessava davvero era il biondo Malfoy e tutto ciò che quel ragazzo poteva rappresentare. Perché il Serpeverde sapeva bene chi il suo compagno di casa era, o meglio, cosa era. Da tanto che lo teneva d'occhio e solo ora era giunto il momento di entrare in azione. Doveva solo capire quale erano le intenzioni di Draco. Era stato scritte che le loro strade si sarebbero incrociate: se come alleati o avversari questo non lo sapeva ancora.

Con tono freddo e tagliente, il professor Severus Piton annunciò quale sarebbe stato il loro lavoro.

"Quest'oggi vi cimenterete nella Pozione Precognitiva. Vedremo se i famosi veggenti elogiati dalla cara Sibilla Cooman ( e qui posò il suo gelido sguardo proprio su Harry e Ron, che erano davvero i prediletti dell'insegnante di Divinazione) saranno in grado di vedere davvero qualcosa del futuro! E ora muovetevi!"

La classe si era messa subito all'opera ma Piton sapeva bene che solo Draco ed Hermione avrebbero avuto successo.

Pozione Precognitiva: poche gocce permettevano di vedere particolari eventi del proprio futuro. Ma era una pozione davvero pericolosa: molti erano stati i maghi che sbagliato le dosi si erano smarrito nel flusso del tempo.

Harry aveva preso a lavorare alacremente ma più tentava di concentrarsi più il suo sguardo cadeva sul biondo Malfoy: che Draco sapesse di non essere figlio di Lucius?

Accanto a lui, un pensiero alquanto cinico attraversò la mente del rossino. Con voce bassa ma sufficientemente alta affinché il resto dei Grifondoro lo sentissero disse "Hey, Harry. Indovina chi vedrà la prigione di Azkaban nel proprio futuro?"

'Pessima mossa Weasley. Stavolta te la sei proprio cercata!' Pensò Blaise sarcastico non dando però voce a tale osservazione. Il caro Ronald si sarebbe accorto molto presto che era meglio non stuzzicare l'ira di un drago ancora dormiente.

Tutti risero: anche i Serpeverdi. Tutti tranne Harry, Hermione e Draco. Il biondino s'irrigidì a quel commento maligno ma continuò il suo lavoro come se niente fosse mentre la bella leonessa strinse i pugni pronta alla lotta. Vedendo questo, Draco posò una mano su quella della ragazza, facendolo apparire un gesto casuale. Poi, senza voltarsi a guardarla, le mormorò "Non fa nulla. Va tutto bene, Mya, non me la sono presa".

"Ma... Non posso credere che l'abbia fatto. Non è giusto che si comporti così spregevolmente!" Hermione cercò i suoi occhi di tempesta ma li trovò calmi, come se nulla fosse successo. Non lo capiva. Non contava cosa avrebbero pensato gli altri. Lei non gli avrebbe dato torto se si fosse difeso contro quell'orrida battuta fatta da quello che un tempo era stato uno dei sui migliori amici. "Come puoi non difenderti!"

Un sorriso malizioso comparve allora sulle labbra del ragazzo. "Chi ha detto che non mi sarei difeso?"

Sempre senza voltarsi chiuse gli occhi e trasse un profondo sospiro. Poi li spalancò di colpo. "ARANEI RON!" La sua voce era ferma, il tono deciso.

Successe tutto di colpo: un grosso ragno comparve sul banco del giovane Weasley facendolo scattare orripilato in piedi. Con un gomito colpì il braccio di Harry che proprio in quel momento stava versando della radice di Assenzio nel calderone.

BOOOM

Una luce abbagliante investì tutta l'aula mentre tutto divenne silenzio...

******

Quando la luce si dissolse la classe piombò nel caos. Harry Potter era scomparso. Urla, gemiti, pianti riempirono l'aria, offuscando qualsiasi pensiero razionale. La lezione fu immediatamente rimandata mentre a fatica Piton tentò di rimandare i suoi studenti nei rispettivi dormitori. Silente fu immediatamente avvertito.

Harry era sparito... Harry era sparito... il terrore riempì il cuore di Hermione Granger, come una lancia che lo trapassava. Il suo sguardo era fisso sul punto in cui il suo amico era scomparso.

Draco era come congelato accanto a lei. Non volevo... non volevo... continuava a ripetere.

Gli occhi dorati della ragazza incontrarono lentamente i suoi. Ed allora si sentì morire. Il terrore puro albergava in quegli occhi e il giovane sentì la testa vorticargli.

Aveva rovinato tutto... sì aveva rovinato tutto... era diventato un assassino proprio come suo padre...

Hai visto? Era questione di poco prima che la tua vera natura fosse venuta a galla... Ora lei ti teme! Non vorrà più avvicinarsi a te. Sibilò una voce sconosciuta.

Quel suo sguardo di tempesta si riempì di lacrime che non volevano cadere. Era un assassino.

"Io non volevo!" Le urlò prima di fuggire da lei senza che riuscisse a fermarlo.

"Draco, aspetta". Ma niente. Lui era già scomparso lasciandola sola in quei sotterranei bui.

******

Corse lontano. Non riusciva a sopportare quel suo sguardo d'accusa. Corse via, il cuore gonfio ancora una volta. La sua vita non era altro che una maledizione per tutti.

Urtò contro qualcuno ma non si curò di vedere chi fosse. Voleva solo scomparire.

Blaise lo lasciò fare senza tentare di fermarlo. Anche il suo sorriso perenne si spense alla vista di quegli occhi così pieni di sofferenza. Lo aveva sentito. Aveva sentito il richiamo dello spirito del Dark Warrior. Poteva solo rispondere adesso.

"Stavolta l'hai fatta davvero grossa, amico mio. Ma non è nulla di irreparabile. Dovrai imparare a controllarti meglio, però. Devastante come nient'altro è questo tuo potere!". Mormorò dirigendosi verso la sua stanza.

******

Che mal di testa... Era tutto quello a cui poteva pensare. Non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi e il suo corpo sembrava una statua di sale. Era come paralizzato.

Voci indistinte si muovevano intorno a lui mentre sembrava che qualcuno lo stesse sollevando e lo stesse portando di peso in una stanza buia. Non riusciva a ribellarsi. Non poté fare altro che aspettare, mentre veniva fatto sedere delicatamente contro il muro e gli veniva fatto respirare qualcosa che odorava di ammoniaca .

"Accidenti quanto pesava!" Disse una prima voce.

"Se lo zio Harry non me lo avesse assicurato non ci avrei mai creduto!" Aggiunse una seconda.

"Ehi, guardate si sta riprendendo!" Una terza.

A fatica riuscì lentamente ad aprire prima un occhio poi l'altro ma quello che vide doveva per forza essere un'allucinazione! Davanti a lui, davanti al famoso Harry Potter c'era l'esatta copia di se stesso. Sembrava quasi un riflesso.

Un riflesso strano, però... un riflesso privo di occhiali e soprattutto di quella ormai celebre cicatrice... un riflesso che gli sorrise divertito.

"Ciao, papà!" Disse il riflesso...

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Note: ecco il settimo cap. L'ho finito di corsa ma credo che si venuto alquanto interessante. Indovinate un pò chi è il riflesso?

Domani ho un compito in classe quindi non mi dilungherò nelle note. Spero di poter rispondere alle vostre domande nel prossimo cap che si intitolerà "MARAUDERS: THE 3TH GENERATION". Quindi alla prossima!!!

 

 

 

 

 

  
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