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Autore: Marty_199    15/04/2015    2 recensioni
L’amore..dicono sia il sentimento più bello e più sincero che una persona può provare. Ma due ragazzi rimasti soli, senza mai aver avuto una vera dimostrazione d'amore dalle famiglie possono crederci? Riescono a provarlo senza averne paura?.
Eulalia è una ragazza di diciotto anni cresciuta in orfanotrofio, nella vita ha dovuto superare difficoltà che l’hanno portata a chiudere i suoi sentimenti e ad avere paura di provare amore verso qualcuno, perché la sua vita gira intorno alla convinzione che prima o poi tutti se ne vanno.
Duncan è un ragazzo di vent’anni, molto attraente e all'apparenza superficiale. Nessuno sa del suo passato tormentato che torna ogni giorno nel suo presente. La sua vita naviga nella rabbia, mentre vive nella proiezione di una felicità che non sente davvero sua, cercata tra le cose più banali: nelle donne, nella rissa e molte volte nell'alcool.
Ma può davvero l'amore non comparire mai nella vita di una persona? Tra vari incontri e amicizie i due ragazzi all'apparenza diversi si ritroveranno a provare l'uno per l'altra il sentimento tanto temuto, potrebbe essere l'inizio di qualcosa per entrambi..che li porterà su vie del tutto inaspettate.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                           RUBANDOTI UN ALTRO BACIO

Eulalia sedeva sul letto della sua stanza e leggeva l’ennesimo romanzo regalatogli da Catarina, un libro romantico.
Erano passate quasi due settimane dall’ultima volta che era stata a casa di Duncan, lo aveva sentito attraverso il cellulare di Kevin e lo aveva anche incontrato per strada, si erano messi a chiacchierare di varie cose, eppure Eulalia era rimasta abbastanza male, quasi delusa del fatto che Duncan non avesse mai accennato né parlato del loro bacio, o meglio del bacio che infondo era stato lui a darle, sembrava come se non se lo ricordasse nemmeno, forse l’alcool e la febbre avevano offuscato quel piccolo momento, ed a Eulalia dispiaceva, ma non voleva parlargliene lei, non sapeva il perché ma non lo aveva fatto.
Ma all'infuori del bacio, c’era un'altra domanda che le girava per la testa, perché Duncan era corso all’ospedale? Stava male, eppure sembrava essere corso di tutta fretta, mentre aveva parlato con quella che sembrava la madre aveva un leggero fiatone, Eulalia moriva dalla curiosità di chiedergli il perché fosse corso lì, ma temeva di sembrare un'impicciona, o meglio in quel modo era già un'impicciona.
Tra quei pensieri Eulalia aveva perso completamente il filo della storia che stava leggendo, si mise a rileggere la stessa pagina e proprio in quel momento le squillò il telefono.
<< Pronto.>>
<< Ohè bambina.>>

Eulalia sorrise istintivamente sentendo la sua voce.
<< Duncan, ma come fai ad avere il mio numero?>>
<< L’ho preso da Kevin, volevo dirti che anche io ho una scena preferita in Titanic.>>
<< E me lo vieni a dire dopo tutto questo tempo?>> Eulalia non poteva fare a meno di sorridere mentre gli parlava.
<< Sì, perché non me ne sono ricordato prima.>>
<< E allora dimmi, qual’é?>>
<< No che non te lo dico.>>
<< Ma, allora perché mi hai chiamato?>> Eulalia sentì una piccola risatina provenire dall'altra parte del telefono.
<< Non so, per fartelo sapere.>>
<< Ah, b’è grazie allora.>>
<< Prego>> detto questo la chiamata finì, Eulalia ridacchiò poggiando il cellulare e riprendendo a leggere, anche se i suoi pensieri erano di nuovo rivolti altrove.

 


Duncan era a casa, si sentiva distrutto a causa del lavoro, era stato cinque ore a lavorare sulla stessa macchina e non aveva neanche finito di ripararla, si buttò sul divano sbuffando, la testa aveva ripreso a girargli, così si poggiò con la schiena al divano.
<< Zucca vuota bentornato a casa.>>
Duncan alzò la testa e guardò Kevin.
<< Ma tu non dovresti stare a scuola?>>
<< Dovrei>> Duncan fece spallucce stendendosi di nuovo, non era la prima volta che Kevin saltava la scuola e lui non poteva di certo costringerlo.
<< Ti senti male?>>
<< No, mi gira solo la testa.>>
<< Senti questo pomeriggio viene Eulalia a casa, devo studiare con lei>> Duncan ridacchiò.
<< Scusa non vai a scuola, ma studi a casa?>>
<< Certo.>>

Duncan scosse la testa rassegnato e si alzò per andarsi a stendere a letto, appena in stanza si buttò sul letto a pancia in giù, affondando la faccia nel morbido piumone che ricopriva il letto e in poco tempo si addormentò.
Si svegliò di soprassalto, era nella stessa posizione nella quale si era addormentato, se non per il fatto che fosse molto, ma molto più sudato, la testa gli scoppiava più di prima. Si alzò mettendosi seduto e prese a massaggiarsi le tempie, si strofinò la faccia con la mano e si alzò.
Andò dritto in salone, pronto a trovarsi Kevin intento nel mangiare qualcosa seduto sul divano, mentre guardava chissà quale strana serie in televisione, ma appena fu in salone l'immagine fu molto diversa, Kevin sedeva al tavolo e accanto a lui sedeva una ragazza dai capelli rossi, non c’era da chiedere chi fosse, Eulalia teneva in mano una penna e spiegava a Kevin quello che sembrava essere un argomento di scienze, ma questo non faceva che annuire con la fronte corrucciata, come di chi ascolta, annuisce, ma alla fine ha capito solo la metà di ciò che ascolta.
<< Ei>> tutti e due si girarono verso Duncan, Kevin alzò la mano a mode di saluto verso di lui, mentre Eulalia gli sorrise.
<< Ciao.>>
<< Ciao>> Eulalia riportò gli occhi su quello che cercava di spiegare a Kevin, che aveva una faccia come a dire “che qualcuno mi aiuti”, Duncan sorrise e si sedette sul divano, starnutì e si coprì con la coperta.
<< Okay ci sono, più o meno, diciamo che una parte l’ho capita.>>
<< Davvero? Lo dici solo per farmi contenta?>>
<< Tu spieghi benissimo, sono gli argomenti del libro che sembrano fatti per non essere capiti, lo fanno apposta!>>
Duncan sentì Eulalia ridere, e si ritrovò ad alzare la testa per poterla vedere.
<< Oh certo, ora è colpa degli argomenti che non vogliono farsi capire.>>
<< Soprattutto da me.>>
<< Sei senza speranze Kevin.>>

Duncan poteva sentire l’allegria dipinta nella sua voce.
<< Lo so, comunque ora devo andare da una parte, domani è il ventitré Dicembre e devo passare da mia nonna per prendere alcune cose, e poi tornare a casa>> Kevin si alzò andando in camera, tornando subito dopo con in mano le chiavi e il giubbotto.
<< Quando parti?>>
<< Direttamente domani sera, ma passerò questa notte da mia nonna, non chiedetemi il perché devo e basta, ci vediamo dopo le vacanze zucca vuota>> Duncan fece un piccolo sorrisetto, portandosi indietro la frezza bionda.
<< Finalmente avrò casa tutta mia, senza uno scrocchia zeppi come te per casa.>>
<< Ha... ha... ha simpatico.>>
<< Non volevo risultare simpatico.>>
Kevin alzò gli occhi al cielo, si avvicinò al tavolo per prendere la borsa, tornò davanti la porta di casa con accanto Eulalia.
<< B’è ciao Kevin, ci rivediamo a scuola.>>
<< Certo>> Kevin l’abbracciò ed Eulalia pure, Duncan li guardò con un sopracciglio alzato, non era una cosa strana un abbraccio tra due amici, allora perché sentiva come un punta di gelosia al fatto di non essere stato lui?.

Kevin uscì di casa salutandoli un’altra volta, mentre Eulalia era tornata indietro a prendere le suo cose sul tavolo.
<< Allora vado anche io.>>
<< Ma che ore sono?>>
<< Quasi le cinque.>>
Eulalia ora gli era di fronte, Duncan sedeva sul divano guardandola, sembrava esserci parecchio imbarazzo tra loro, nessuno dei due parlava e, pure se passarono solo secondi, ai due sembrarono ore.
Lei fece un piccolo cenno con la testa per fargli capire che se ne sarebbe andata, ma il fatto era che Duncan non voleva che se ne andasse, doveva trovare una scusa per farla rimanere.
<< Potresti farmi un favore?>> lei annuì.
<< Mi prenderesti il termometro?>> Eulalia posò la sua roba sul tavolo e andò in bagno alla ricerca del termometro, Duncan si sarebbe volentieri dato un schiaffo, lui un donnaiolo come pochi! Che aveva così tante ragazze dietro, aveva appena inventato la scusa più idiota del mondo, sarebbe bastato un semplice “resta con me dai” o “resta a farmi compagnia” o altre frasi che diceva senza problemi quando voleva far rimanere una ragazza a casa, ma con lei si era cosa? Bloccato? Ridicolo a dir poco per uno come lui.
<< Trovato.>>
Duncan prese in termometro dalle mani di Eulalia e si misurò la febbre, era certo di averla, ma poco gliene importava.
<< Eulalia ti va di restare e farmi compagnia, giusto per fare due chiacchiere>> lei sorrise, sembrava quasi sollevata dal fatto di non doversene andare, e anche se Duncan pensava che quello fosse solo un parere che appariva ai suoi occhi, gli piaceva pensarla così.
<< Va bene>> Eulalia si sedette di fianco a lui, Duncan cominciò a parlare per primo del più e del meno, le prime cose che gli venivano in mente, e lei sembrava fare lo stesso, una cosa che notava particolare di lei, era che non accennava mai alla famiglia, mai una sola volta gli aveva sentito pronunciare il nome di un famigliare, o un qualsiasi riferimento alla famiglia, certo anche lui non ne faceva, ma aveva i suoi motivi, non c’era ragione di accennare a una famiglia del genere, ma perché Eulalia non doveva farlo? Gli sembrava strano, ma lasciò perdere.

Si era misurato la febbre e risultava che avesse quaranta, era incredibile che fosse di nuovo malato! La testa gli sembrava scoppiare, ma mentre chiacchierava con Eulalia, cercava di non curarsene troppo.
<< La mia scena preferita è quando lei salta dalla barca di salvataggio per tornare sulla nave.>>
Eulalia lo guardò un attimo perplessa, poi sorrise.
<< B'è è una bella scena, simboleggia il loro amore.>>
<< Non tanto per quello, più che altro per il gesto di coraggio suo, io non so se sarei tornato su una nave che sta affondando di mia spontanea volontà, sapendo che stando su quella scialuppa mi sarei salvato>> lei sembrò pensarci su.
<< B'è da tutti nel film è visto come un gesto d'amore di lei per lui, che non lo vuole lasciare, ma non avevo mai pensato al coraggio che ci vuole.>>
<< Insomma prova a pensare che lei tornando si è praticamente condannata a morte, in un film è una bella scena, ma nella realtà credo sia un po' più complicato.>>
<< Forse bisognerebbe provare le stesse emozioni che provava lei.>>

Duncan la guardò, alzando le spalle.
<< Forse>> Duncan starnutì con forza.
<< Ma stai male?>>
<< No.>>
Eulalia lo guardò accigliata.
<< Sei pallidissimo Duncan>> gli si avvicinò mettendogli una mano sulla fronte, Duncan la vedeva così vicina che ebbe l’impeto di baciarla, ma non lo fece.              

<< Scotti, ti sei misurato la febbre? >>
<< Sì, avevo quaranta.>>
<< E me lo dici solo ora?!>>
<< Prima stavamo parlando>> Duncan vide un piccolo sorriso divertito sul viso di lei, che poi si tramutò in preoccupazione. Duncan si ricordò di una cosa, doveva far mangiare Estel, o quel povero cane sarebbe morto di fame, si alzò andando in cucina per prendere il sacco di cibo per Estel. Si sentiva completamente a pezzi, e proprio mentre si chinava per prendere la ciotola per il cibo del cane, sentì un forte capogiro, uno di quelli che ti fanno tremare le gambe.
Duncan posò il sacco per terra, sdraiandosi a sua volta a terra, incapace di stare ancora in piedi.
<< Se me lo dicevi lo facevo io>> sentì Eulalia alzarsi e venire verso di lui, alzando un poco la testa vide anche Estel infilare la testa nel sacco del cibo a terra e mangiare.
<< No non mangiare tanto, che diventi un barile!>> mentre parlava assomigliava a un moribondo, Eulalia tolse il sacco del cibo dal muso di Estel poggiandolo lontano da lei, poi si avvicino a Duncan.
<< Forza torniamo sul divano.>>
Duncan annuì, cercò di alzarsi ma l’unico risultato fu un capogiro più forte, oltre al fatto che doveva riconoscere anche lui che sembrava tanto una tartaruga, incapace di rialzarsi una volta finita a terra e a pancia in su, il che era molto umiliante per lui. Eulalia lo prese per le mani tirandolo leggermente per aiutarlo a mettersi in piedi.
<< Dai su, non ti posso lasciare a terra.>>
Duncan riuscì a mettersi seduto, sempre a terra e lentamente, anche grazie all'aiuto di lei, a mettersi in piedi, anche se appena su, stava di nuovo per ricadere a terra, ma essendoci Eulalia di fronte a lui, gli si appoggiò con tutto il peso, sentì le piccole braccia di Eulalia stringerlo alla vita e tentare di tenerlo su, Duncan poteva quasi sentirla tremare sotto il suo peso.
<< No Duncan tieniti o cadiamo in due.>>
<< Non... mi gira tutto>> Duncan finì con la fronte sulla sua spalla, sembrava essersi completamente lasciato andare addosso a lei, il che non era affatto una buona idea, lei era molto mingherlina in confronto a lui, eppure a quanto pare nel sostenerlo ce la stava mettendo tutta, e a Duncan la cosa piaceva.
<< Me lo sento, facciamo il botto.>>
<< Allora lasciami, faccio il botto da solo>> Duncan sentì la propria voce uscire flebile, aveva retto fino a quel momento e ormai sembrava che i sintomi della febbre si fossero accumulati tutti insieme.
<< Ma va, secondo te ti posso lasciare cadere a terra?>> Duncan sentì Eulalia cercare di fare qualche passo verso il divano e la aiutò, mettendosi a camminare anche lui, ma reggendosi sempre a lei. << Dai ci siamo>> Duncan si sentì buttare letteralmente sul divano, finendo seduto. Mugugnò appena infastidito.
<< Ti ho fatto male?>> lui le fece un gesto della mano a significare “così così” ed Eulalia gli si sedette accanto.
<< Dai mi fai sentire in colpa.>>

Duncan la guardò, le mise una mano sulla fronte facendole poggiare completamente la schiena sul divano, lei non disse niente e lui poggiò la testa sulla sua spalla, col naso le sfiorava il collo e riusciva a sentire il profumo dei capelli e quello che doveva essere profumo sul collo, o forse l’odore della sua pelle, in ogni caso gli piaceva.
Chiuse gli occhi rilassandosi, mentre Eulalia con la guancia gli sfiorava la fronte.
<< Sei bollente, hai un’aspirina?>>
<< Sì>> rispose con voce bassa.
<< Dove la tieni?>>
<< Nel cassetto sotto il lavandino, in bagno.>>
<< La vado a prendere>> Duncan anche non volendo si spostò un po’ per poterla far alzare, Eulalia tornò poco dopo, con in mano un'aspirina, una bacinella e una spugna.
<< Ei per far passare prima la febbre, dovresti passarti la spugna con l'acqua fredda.>> Duncan la guardò interrogativo, poche volte era stato davvero male, e quelle volte che lo era stato da bambino, la madre aveva sempre fatto si che fossero i domestici di casa a occuparsi di lui, e a causa di questo sapeva ben poco di come curarsi in caso di malattia, se non prendendo medicinali.
<< Sai cosa intendo vero?>>
<<….Cosa?>>
<< Oh mio dio, ma che avevi i servi che ti facevano tutto?>> la voce di Eulalia era scherzosa, ma Duncan per un attimo si irrigidì, lei non aveva idea di quanto quello che aveva detto fosse vero.
<< No, solo una madre iperprotettiva e non uscivo molto, di conseguenza non mi ammalavo quasi mai.>>
<< Ah, b’è devi passarti la spugna su tutto il corpo.>>
<< ...E’?>> Eulalia roteo gli occhi.
<< Io non posso farlo.>>
<< E perché?>>
<< Perché dovresti stare in mutande.>>
Duncan la guardò, era quello il problema?
<< E allora?>> lei lo guardò tra lo sconcertato e il sorpreso.
<< Come allora?>>
<< Non vedo il problema, tanto non solo nelle condizioni per fare il maniaco porco tranquilla>> Duncan chiuse gli occhi, stare in mutande davanti a una ragazza per lui non era certo un problema, non era di certo la prima volta.
<< Io mi fido, però metti mutande coprenti, molto coprenti!>>

Duncan sbuffò, si sfilò la maglietta, poi lentamente si sfilò da seduto anche i pantaloni, le mutande che indossava erano dei boxer, quindi coprivano, c’era solo il piccolo fatto che fossero bassi, ma Duncan non se ne preoccupò.


 

Eulalia lo guardò, si era davvero imbambolata, seguì la linea dei suoi addominali cogliendo ogni piccolo dettaglio, arrivò fin alla vu che scompariva nei boxer blu scuro, si sentì il sangue fluire alle guance, chiuse gli occhi e scosse la testa.
<< Ma che stai guardando?>> Duncan aveva un leggero sorrisetto mentre la guardava, sicuramente aveva colto lo sguardo imbarazzato di Eulalia.
<< Ehm, niente>> Eulalia abbassò lo sguardo imbarazzata e sentì Duncan fare una risatina bassa.
<< Ok basta, dove mi devo mettere?>>
<< Resta seduto e stai fermo lì>> Eulalia riempì la bacinella con l’acqua fredda del lavandino, prendendo un paio di cubetti di ghiaccio e mettendoli dentro, per rendere l’acqua più fredda, poi vi immerse la spugna e tornò vicino a Duncan, strizzo la spugna e appena prese a passargliela sulle spalle Duncan iniziò a tremare.
<< Ma è fredda!>>
<< Ma dai genio, deve essere fredda>> Eulalia si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e continuò a passare la spugna, Duncan poggiò il capo all’indietro, ed Eulalia prese a passargliela sul petto, la spugna lasciava goccioline che scivolavano sul suo addome, Eulalia ne seguiva la scia ogni tanto, riportando immediatamente la sua attenzione alla spugna, la passò con lentezza sulla tartaruga, immergendola di nuovo nell’acqua fredda.

 

 

Duncan sedeva su quel divano e stava morendo di freddo, maledetta acqua! Maledetta febbre! Si lasciò andare il capo all’indietro, le goccioline che scendevano gli davano un fastidio tremendo, mentre la spugnetta mossa tra le mani di Eulalia no. Si ritrovò a pensare a come doveva essere baciarla, tenere quel piccolo corpo tra le braccia mentre la baciava stretta a sé, e chissà, con lei che ricambiava in pieno certe attenzioni, non c’era mai stata ragazza a casa di Duncan che non avesse passato almeno una notte con lui, come un flash nella sua mente comparve l'immagine di lui e Eulalia sul letto, i capelli rossi di lei sparsi intono e lui che ne prendeva una ciocca per sentirne il profumo, per poi abbassarsi a baciarle il collo, la clavicola, mentre lei sorrideva.
Duncan riaprì immediatamente gli occhi, si era davvero appena immaginato Eulalia a letto? Di solito non doveva immaginare niente e mai lo aveva fatto, ma questa volta sì, sembrava tanto un idiota! Guardò Eulalia intenta a passare la spugna sulla parte bassa degli addominali, il suo tocco era così delicato che la spugna sembrava accarezzarlo, e se si toglieva quella, erano le mani di Eulalia ad accarezzargli dolcemente gli addominali. Duncan avvertì un calore basso, troppo basso, alzando la testa dallo schienale del divano guardò giù, e notò qualcosa che ad Eulalia era sfuggito, il bozzo che si era creato sulle sue mutande, Duncan impallidì di botto, sgranò gli occhi e in un secondo accavallò le gambe.
<< Devo andare un attimo, ehm>> il ragazzo indicò la stanza di là, ma che cavolo gli era successo? Due e tre pensierini e gli succedeva questo?! Alzandosi si girò subito di schiena, facendo il vago e mettendo le mani in avanti per coprire le parti basse.
<< Ma che fai?>>

Duncan non rispose, si limitò ad allontanarsi sempre di spalle, maledicendosi da solo.
<< Smettila di fare lo scemo e girati!>> Eulalia gli lanciò la spugna sulla schiena e Duncan senza pensarci si girò di scatto, togliendo le mani da davanti per riprendere la spugna al volo, solo quando si accorse del bozzo evidente la guardò, ancora più pallido.                         
<< E' il freddo>>
Eulalia li per li non sembrava aver capito, solo quando Duncan la vide abbassare lo sguardo e notò le sue guance diventare tanto rosse da sembrare andare a fuoco, capì che il problema era venuto fuori, lei abbassò lo sguardo immediatamente.
“Che figura di merda!”
<< Vai di la specie di pervertito!>>
<< Ma! Ohè non è colpa mia! È il freddo!>> la scusa del freddo era davvero pessima, Duncan doveva ammetterlo, si sa bene che il freddo non fa quell’effetto ma quello contrario, ma insomma in una situazione del genere che cosa doveva fare?.
<< Mi gira anche la testa, non dovresti alzare la voce>> Duncan si portò una mano alla fronte mentre Eulalia era sempre a sguardo basso.
<< Vai di là!>>
<< Okay! Ho capito!>> Duncan se ne andò in camera sua alla svelta, andò al bagno socchiudendo la porta, che figura da idiota! Non gli era mai successo! Questa cosa se la sarebbe ricordata a vita!
Si buttò sotto la doccia, ma non la mise bollente, doveva calmare i bollenti spiriti non farli accrescere, mise l’acqua tiepida quel che bastava perché non fosse gelata, la testa gli girava ancora, ma in quel momento non se ne preoccupò, appena fuori la doccia, si rimise i boxer e si coprì con l’accappatoio, proprio in quel momento si sentì la testa girare terribilmente tanto che per un attimo gli sembrò che la stanza stesse girando intorno a lui... e lui con essa, sentì improvvisamente freddo, e come se le gambe non gli reggessero più cadde a terra, non era svenuto, perché era ancora cosciente, si sentiva battere i denti.
Eulalia comparve alla porta, sicuramente aveva sentito il botto di Duncan fatto quando era caduto inerme a terra, gli si avvicinò e lo sollevò di poco, giusto per poterlo abbracciare, Duncan smise di tremare dopo un po’, poggiò la testa sotto il collo di lei e le strinse la vita con le sue braccia, guardandola meglio si accorse che aveva solo la canottiera, doveva essersi tolta la felpa per trasmettergli calore o una cosa del genere, la senti sospirare di sollievo.
<< Stai meglio?>>
<< Sì.>>

Duncan la guardò dischiudendo le labbra, si avvicinò di più al suo viso corrucciando la fronte, il suo naso sfiorò quello di lei, non riusciva a resistere all’impulso di baciarla e non lo fece, in un secondo le sue labbra poggiarono su quelle di lei mentre le teneva stretta la vita, non gli sarebbe scappata. Lei dopo un attimo si allontanò.
<< Duncan aspetta.>>
Ma lui non voleva aspettare niente, gli si riattaccò, tenendola sempre più stretta, approfondendo il bacio e insinuando la lingua, voleva baciarla davvero, far si che quel sfiorarsi di labbra diventasse un bacio profondo. Eulalia sembrava voler ricambiare il bacio in quel momento, ma allo stesso tempo lottava per allontanarsi, mettendo le mani sulle braccia di Duncan per cercare di levarle.
Duncan corrucciò la fronte, fece un piccolo ringhio di protesta e rimprovero e continuò a baciarla, cercando in ogni modo di far approfondire il bacio, e piano la spinse sotto di sé, facendole poggiare la schiena sulla mattonelle mentre le accarezzava delicatamente la vita.
<< Duncan no.>>
<< Perché?>> Duncan scese a baciarle il collo, infilò le mani sotto la sua canottiera facendole salire piano, la sentì sobbalzare sotto di sé e poggiare le mani sulle sue per fermarlo.
<< Perché sì.>>
<< No>> continuò a baciarle il collo, facendo passare le mani dalla vita alla schiena sempre sotto la sua canottiera, Eulalia sembrava tremare, a quei contatti sobbalzava.
<< Duncan dai fermati>> mise le braccia sul suo petto e spinse per allontanarlo, Duncan mugugnò di disappunto sbuffando, ma si fermò, se c’era una cosa che non voleva fare era spaventarla, ne spingerla con la forza a fare qualcosa che non voleva, forse aveva corso troppo, lasciando le mani sotto la sua canottiera poggiò il capo nell’incavo della sua spalla, chiuse gli occhi dandole un piccolo bacio sul collo e facendo un respiro profondo.
<< Resti qui?>>
<< Va bene.>>
Duncan le sfregò il naso sul collo.
<< Non ti lascio solo, però il pavimento è freddo.>>

Duncan non le fece finire la frase, la sollevò da terra, portandosi le sue gambe ai lati della vita sostenendola e tenendosela in braccio attraverso le braccia che le stringevano la presa e le impedivano di cadere, mentre i loro visi erano vicini, entrambi si guardavano negli occhi, senza dire niente.
Arrivati vicino il letto, Duncan ci fece poggiare Eulalia facendola sdraiare e rimettendosi come prima continuando a sfregare il naso sul collo di lei.
<< Non dovevi>> la voce di Eulalia era dolce e non più quasi impaurita come poco prima. Lei prese ad accarezzargli i capelli e Duncan si ritrovò a sperare che quel momento non finisse mai, si sentiva terribilmente e meravigliosamente rilassato.
Duncan dischiuse appena le labbra chiudendo di nuovo gli occhi.
<< Tra poco è la vigilia, che palle>> sussurrò stanco sistemandosi meglio su di lei, non sentì la sua risposta perché senza accorgersene era scivolato nel sonno. Eulalia non fece nulla per levarselo di dosso, capendo che si era addormentato continuò ad accarezzargli i capelli, senza che Duncan se ne accorgesse o potesse godere di quel tocco, lo faceva solo perché voleva.
<< Non ci credo, ti sei di nuovo addormentato su di me>> Eulalia chiuse gli occhi, era così serena quando c'era lui, eppure lo allontanava, lei stessa non si capiva, ma in quel momento non le importava, si lasciò scivolare in un sonno sereno, stringendo a sé Duncan, forse solo per accertarsi che fosse vero, che lui era davvero lì, che le aveva chiesto di rimanere e che non fosse un sogno, perché se lei stava davvero provando qualcosa per lui, doveva accertarsi che fosse vero.

   
 
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