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Autore: Arya_95    16/04/2015    1 recensioni
Ted è da sempre il migliore amico di Victoire e Victoire è da sempre la migliore amica di Ted ma i due ragazzi stanno crescendo e, si sa, l'adolescenza mette in discussione tutte le sicurezze.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Simon se n’era andato dopo appena venti minuti che erano in biblioteca ma Victoire aveva deciso di rimanere di più per finire un compito di pozioni.
Non l’avrebbe mai ammesso ma Teddy aveva ragione: Simon era un idiota.
Oggi, quando le aveva palpato il sedere, si era infuriata a tal punto da minacciarlo seriamente con la bacchetta appena sguainata.
Ma come si permetteva?
E poi, sebbene all’inizio Simon le fosse piaciuto, ora si accorgeva che sapeva parlare solo di Quidditch e, le poche volte in cui riuscivano a parlare d’altro, lui era di una noia mortale.
Ma non voleva darla vinta a Teddy, per cui continuava ad uscirci.
Dopo quasi un ora china sul libro, Victoire decise di smettere, il cervello le stava esplodendo, e si diresse al proprio dormitorio.
Aveva appena svoltato in un corridoio al 4 piano quando udì una risatina e non ci avrebbe nemmeno fatto caso se non avesse udito anche le parole seguenti.
-Allora Aly, con Lupin hai fatto presto! Delusa?- chiese una ragazza che, probabilmente, era Sunshine, la migliore amica di Allyson.
-Un po’ Sun, a dire la verità. Capisco che è inesperto e tutto ma…- a quel punto Victoire stava già correndo via e, sempre correndo, raggiunse la Signora Grassa.
-Intrepido- le disse, scalpitando in attesa del via libera.
Appena il quadro si aprì, Victoire riprese a correre e, poco dopo, spalancò la porta del dormitorio maschile del settimo anno.
-CI SEI ANDATO A LETTO!- urlò lei una volta dentro, senza nemmeno controllare chi fosse presente.
Alex, che era sdraiato sul proprio letto, si alzò e se ne andò avvertendo l’aria burrascosa.
Victoire, comunque, non aveva occhi che per il suo ‘migliore amico’.
-Di cosa stai parlando?- chiese lui confuso.
-Ci sei andato a letto!- ribadì lei –E…o Godric! Quello è un succhiotto!- strillò lei indicandogli il collo.
-Credi davvero che sarei andato a letto con Allyson?! E tu allora? Che ti fai toccare il culo in mezzo al castello? Davanti a tutti? Credevo fossi migliore di così Victoire- disse lui riprendendosi dallo shock.
-L’ho minacciato di morte non appena mi ha sfiorata!- urlò lei con le lacrime agli occhi.
-Davvero?-
-Si, davvero. E tu, sei andato a letto con Allyson o no?- chiese lei tirando su con il naso.
-Non sarei mai potuto andare a letto con Allyson. Non riuscirei a fare nulla con nessuna che non fossi tu- confessò lui avvicinandosi e asciugandole una lacrima con il pollice.
Victoire rimase senza parole per un momento ma, una volta ripresasi, si avventò sulle sue labbra.
Teddy rimase sorpreso ma, dopo poco, rispose al bacio con entusiasmo.
Le labbra di Victoire erano ben diverse da quelle di Allyson.
Erano morbide, calde ed invitanti ma con una sorta di incertezza che gli faceva venire voglia di baciarla all’infinito con estrema dolcezza.
Non era la dolcezza che voleva Victoire però, con una mano sulla nuca lo strinse più forte a se stessa andando ad incontrare con la propria la lingua quella di lui.
Assaporare il gusto dell’altro mandò entrambi in visibilio.
Teddy le cinse i fianchi per annullare la distanza già inesistente, la voleva ancora più vicino.
Victoire lo spinse leggermente verso il letto e ce lo lasciò cadere sopra, raggiungendolo un momento dopo.
-Vic- sospirò lui mentre la ragazza gli baciava il collo.
Poco dopo lei si allontanò contrariata, rimanendo in ginocchio sul letto mentre Teddy era sdraiato.
-Che succede?- chiese lui vedendo la sua faccia.
-Non voglio mettere le labbra dove le ha messe lei.- spiegò Victoire schifata.
-Lei voleva farlo, ma io non me la sono sentita. Volevo te, non lei. Mi dispiace di esserci uscito, volevo solo...non volevo pensare a te e a Donnel per un po'. Non mi frega nulla di lei. Però capisco che ti dia fastidio, farò 200 docce- le propose.
-Ma chissenefrega!- rispose lei tornando a baciarlo, rassicurata dalle sue parole.
Si baciarono con passione finché entrambi non rimasero senza fiato, a quel punto Victoire gli morse delicatamente il labbro inferiore per poi spostare la propria attenzione alla clavicola di Teddy che prese a baciare e mordicchiare mentre le mani, tremanti d’insicurezza ed eccitazione, si occupavano dei bottoni della camicia.
Teddy le accarezzò la schiena per poi afferrarla per i fianchi e sfiorare delicatamente la sottile striscia di pelle lasciata scoperta tra la camicetta e la gonna.
La ragazza, una volta slacciati i bottoni, gli accarezzò il petto nudo, dalle spalle agli addominali.
Si interruppe un momento, giusto il tempo di levarsi maglioncino e camicia, senza neanche sbottonarla, e rimanere il reggiseno sotto lo sguardo innamorato di Teddy.
-Vic, sei bellissima- disse lui deglutendo a vuoto.
La ragazza sorrise dolcemente, felice del complimento, e posò le labbra sulla bocca di lui.
Teddy, con uno scatto di reni, ribaltò la posizione portandosi sopra di lei e cominciando a baciarle ogni lembo di pelle che poteva raggiungere. Gli zigomi, la gola, la clavicola, i seni. Nulla venne escluso da quella dolce attenzione.
-Ti amo- sussurrò lei, più come un pensiero ad alta voce che un effettiva confessione.
Teddy si allontanò di pochi centimetri per guardarla negli occhi, poi sorrise e, ebbro di gioia, le rispose -Ti amo anch’io- prima di impossessarsi delle labbra di Victoire.
-Teddy, ti voglio- mormorò Victoire stringendolo forte a se mentre lui la baciava seguendo una linea immaginaria da dietro l’orecchio alla spalla.
-Vicky- disse lui bloccandosi e scostandosi con gentilezza.
-Non…non vuoi?- chiese lei disorientata e ferita.
-Victoire, non c’è nulla che mi renderebbe più felice che fare l’amore con te, adesso. Ma forse è meglio aspettare, tu sei così piccola e delicata- le disse carezzandole una guancia teneramente –Non voglio che tu rimpianga qualcosa-
-Non rimpiangerò nulla, non sono mai stata così sicura di niente. Voglio fare l’amore e voglio farlo con te. Voglio essere tua per sempre- disse lei arrossendo ma talmente sicura delle proprie parole da incrinare la sicurezza di Teddy.
-Ti prego- lo implorò lei lasciandogli tanti, piccoli, teneri baci sul petto e lungo il collo.
-Victoire mi stai tentando- rispose lui, ormai al limite.
-Lasciati tentare- gli sussurrò lei all’orecchio prima di mordicchiargli il lobo.
-Mi farai impazzire- esclamò lui, sconfitto, ricacciandola sul letto e sdraiandocisi sopra.
Animato da una nuova ondata d’eccitazione, Ted cominciò a baciarle le parti di seno lasciate scoperte dal reggiseno di pizzo mentre con le mani le carezzava le cosce sotto la gonna.
Victoire, con una mano, se lo teneva premuto al petto mentre l’altra, intrepida, si avventurava sempre più in basso, fino a raggiungere territori fino ad allora inesplorati.
Lui gemette quando la ragazza sbottonò i jeans ed intrufolò la sua timida mano all’interno, accarezzandolo gentilmente.
Un momento dopo i jeans sparirono, lanciati in fondo al letto, subito seguiti dalla gonna di lei: entrambi erano consapevoli dei pochi indumenti rimasti a dividerli.
Sentire il corpo seminudo dell’altro a contatto con il proprio era meglio di qualunque afrodisiaco.
Con una mano, e con qualche difficoltà, Teddy le slacciò il reggiseno scoprendo l’ennesimo lembo di pelle, sempre più sensibile, che prese a baciare e accarezzare facendola gemere per la nuova scarica di sensazioni.
Le mani di lei, percorrendo tutti i muscoli della schiena, indugiarono qualche secondo in più sulle natiche, giocando con la stoffa arricciata dei boxer, per poi spostarsi davanti ed accarezzare il suo punto più sensibile.
Ted con estrema lentezza, per darle modo di fermalo qualora cambiasse idea, fece scendere una mano dal seno alla pancia e poi più in giù, fino ad incontrare il bordino degli slip di Victoire e sparirci sotto, toccandola dove nessuno mai l’aveva toccata.
Lei gemette, cominciando a muovere il bacino a ritmo delle sue carezze, e, con l’aiuto di lui, gli tolse i boxer liberando la sua eccitazione.
-Sei sicura Vic? Perché se non sei sicura, siamo ancora in tempo per fermarci- le ricordò lui ma Victoire, in completa balia delle sue carezze, si limitò a ripetergli –Ti voglio, per favore- esortandolo a continuare.
Ted si sporse per afferrare la propria bacchetta e, una volta sigillata la porta, fece l’incantesimo contraccettivo.
-Se ti fa troppo male, se vuoi che ci fermiamo, dimmelo subito. Non voglio farti soffrire- le disse lui, mille volte più spaventato di lei.
Era per entrambi la prima volta ma volevano donarsi l’uno all’altra, senza riserve.
-Mi fido di te- si limitò a dire lei dandogli un veloce bacio sulla bocca.
Non gli chiese di fare piano, sapeva che il ragazzo avrebbe fatto di tutto pur di non farle male e vedeva quanto lui fosse già terrorizzato.
Ted le sfilò gli slip e poi le si posizionò tra le gambe.
Guardandola con dolcezza entrò delicatamente in lei, cercando di farle meno male possibile.
-Dimmi quando ci sei- le sussurrò baciandole teneramente le palpebre, il collo e le labbra nella speranza di alleviarle il dolore.
-Ci sono- disse lei dandogli il via quando ormai l’attesa, per lui, stava diventando dolorosa.
Cominciò a muoversi dapprima lentamente, aumentando progressivamente il ritmo.
Gli ci volle un po’ di tempo per sincronizzarsi ma, alla fine, i loro corpi si abbandonarono ad una danza perfettamente equilibrata.
Volevano solo essere sempre più vicini, come se la loro pelle a contatto non fosse abbastanza.
Le mani sembravano essersi moltiplicate, toccando ed accarezzando mille punti diversi, ma ancora non bastava.
Le labbra cercavano con bramosia quelle dell’altro.
Ogni nervo era teso e fremente.
Continuavano a baciarsi, entrambi consapevoli solo in parte di non dover urlare per non farsi sentire.
-Teddy- sospirò lei aggrappandosi al lenzuolo mentre si sentiva il corpo pervaso da scariche elettriche e da un piacere mai neanche immaginato.
Teddy, d’altro canto, sentendo il piacere della ragazza, venne con un gemito, imponendosi di non urlare.
Una volta ripresasi un po’, Victoire scoppiò a ridere propagando una strana, ma piacevole, sensazione nei loro corpi ancora allacciati.
-Perché ridi?- chiese lui confuso.
-I tuoi capelli, non me n’ero nemmeno accorta, sono rossi. Ma non come quando ti arrabbi, questo rosso è…caldo. Piacevole- spiegò lei spettinandolo leggermente.
-Diciamo che ero vagamente troppo occupato per occuparmi anche dei miei capelli pazzi. Ti è già andata bene che non sia successo altro- rispose lui ridendo e facendola ridacchiare a sua volta.
-Sei bellissima, la cosa più bella che io abbia mai visto- disse lui guardandola.
I capelli erano sparsi sulle lenzuola stropicciate, le guance arrossate e le labbra gonfie dovute a tutti i baci.
-Ti amo- disse lei baciandolo teneramente.
-Ora devi fare una cosa però-
-Cosa?- chiese lei confusa.
-Vai da Donnel e mandalo a quel paese. Digli che sei mia-
-Lo sarò per sempre-
Rimasero abbracciati tra le coperte, testimoni del loro amore, ancora per un po’.
A coccolarsi.
A baciarsi.
O a guardarsi soltanto.
L’unica cosa importante era stare con l’altro.

NOTE:
Buongiorno, o buonasera.
Solo un paio di parole. Le cose, in questo capitolo si sono svolte un po' (un po' tanto!) velocemente ma, nella mia testa, ho giustificato la cosa pensando che Ted e Vic, magari in parte inconsapevolmente, sono anni che provano questa forte sensazione l'uno per l'altro e, una volta usciti allo scoperto, si sono fatti prendere dall'entusiasmo.
E poi si conoscono da così tanto tempo che, citando Alex, gli mancava solo la parte migliore (non sono una ninfomane maniaca, è solo una battuta ahahah)  
E basta, grazie mille a tutti <3
  
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