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Autore: Fireslot    16/04/2015    2 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bang!_%28gioco_di_carte%29]
Bang! E' ricco di personaggi ed elementi ispirati alla tradizione del Western, che accompagna la nostra cultura in modo indelebile: ogni partita diventa un'avvincente avventura a colpi di colt 45. Ma quanto può offrire il fertile mondo del brillante gioco di Sciarra? Ecco il primo tentativo di portare alla luce tutti i fantasiosi personaggi del premiato gioco di carte Made in Italy nelle desertiche e selvagge terre del West e della frontiera americana!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14: Due birre e una sfida.

 
Con due vigorose bracciate, Willy scostò le ante del “Ketchum’s Saloon”: con il volto accigliato, la sua espressione riassunse il lungo viaggio compiuto da Hugo fino a Fort Worth.
Sid si alzò di soprassalto da dietro il bancone: «Per mille diavoli, quanto ci hai messo per sistemare Vulture Sam? Per un attimo ho pensato che fossi stato accoppato.»
«No, ho saldato il mio debito e non sono in vena di fare con te amichevoli chiacchierate. Dammi l’informazione che mi hai promesso, voglio partire adesso.» tagliò corto il cowboy, tutt’altro che amichevole nei modi.
«Ehi, teppista!» rimbeccò il barista, puntando il bastone in direzione del pupillo, «Modera i toni o ti faccio diventare il didietro tanto rosso che potranno scambiarlo per una bistecca.»
«Ringrazia il cielo che non ti abbia ancora crivellato! Hai idea di che guai ho passato per colpa del Winchester su cui hai smanettato?» abbaiò furioso Willy.
«No, però potresti illuminarmi narrandomi la tua storia, senza scaldarti tanto!» rispose Sid, posando sul bancone due grossi boccali pronti per essere riempiti.
Con pesanti passi Kid attraversò il saloon, fino a posare gli speroni sullo sgabello con un sonoro tintinnio. Aspettò che la pinta fosse colma d’oro schiumante e tirò una grossa sorsata, lasciando appena un paio di dita di birra sul fondo.
Sid lo osservò sorpreso: «Diamine, ho visto bere così solo pendagli da forca usciti dal deserto di Chihuahua*. Che diavolo è successo a Denison?»
«Il mio Golden Boy sparava troppo a destra, stesso difetto che aveva il revolver che mi avevi rifilato. È l’ultima volta che ti aiuto a collaudare le armi: per averlo mancato sul ponte al confine, ho dovuto seguire le tracce di Sam per quattro giorni.»
«Non dare la colpa al fucile se non sai tirare.»
«Sid, con quel Winchester ho ucciso un bandito coperto da delle assi di un fortino nel buio pesto, centrando una fessura che sarà stata non più larga di due pollici. Sei tu che come assemblatore sei un disastro, assumi un armaiolo.»
«Smettila di borbottare, teppista! Comunque, possibile che Vulture Sam fosse così in gamba da sfuggirti per così tanto tempo? Non avrai perso colpi?» lo stuzzicò Sid, incurante del limite della pazienza del ragazzo.
«Due parole: Suzy Lafayette.»
Mentre Willy vuotò il boccale con l’ultima sorsata, le grasse risate di Sid Ketchum echeggiarono nel saloon. I suoi baffi s’inzupparono dalle lacrime, tanto si divertì all’idea dei due insieme un’altra volta.
«Ridi, ridi. Spero che la birra ti vada di traverso.» borbottò Kid.
«Scusa, scusa.» singhiozzò Sid, tossendo un po’ prima di asciugarsi il volto. «E racconta, cos’è successo dopo.»
«Hai sentito che Jourdannais è stato ingabbiato?»
Dal gaio fracasso di qualche secondo prima, il locale ripiombò nel più gelido silenzio.
«Mi stai prendendo in giro? Hai messo dietro le sbarre Ombra che Cammina?» chiese Sid, impietrito dallo stupore.
Willy sogghignò, soddisfatto di sapere qualcosa di cui Ketchum non fosse al corrente: «Non da solo, anche Suzy ha fatto la sua parte.»
In poche e concise parole, Willy narrò di come la ragazza gli avesse concesso di entrare ad Ardmore senza essere visto e come avesse intuito lo stratagemma della dinamite. Concluse il riassunto della storia spiegandogli come la Buntline Special di Suzy avesse colpito il cranio pelato di Sam da una distanza impressionante, aiutata dal mirino.
«Corpo di mille diavoli, voi due siete riusciti nell’impossibile! Che ne avete fatto della taglia di Jourdannais?»
«Suzy l’ha donata agli abitanti di Ardmore per risarcire i danni.»
Ancora una volta, il riso tuonò.
«Ti sei proprio portato dietro una palla al piede, ragazzo mio.» commentò Sid tra i singhiozzi.
«Chiudiamola qui.» sbuffò Willy, «Ora che ho saldato il mio debito dammi quell’informazione e ringrazia che ti condono il Winchester rovinato.»
«Va bene. Il nome del tale è Black Jack.»
Willy lo squadrò: «Stai scherzando? Quel Black Jack?»
«Proprio lui, il re della scala reale di quadri, il giocatore professionista di poker all’italiana* più inguaiato del West. Ricercato in sette stati per aver infinocchiato i più ricchi degli USA e cacciato da tutte le sale da gioco di Amarillo. È ancora in Texas, nella speranza di ripulire i casinò di Austin.»
«Come, gioca ancora? Lo sanno tutti che razza di ladrone sia.»
«No, non qui. I giudici del caso di Lucky Duke non sono a conoscenza del legame con Black Jack, o almeno così si dice. Io ricordo bene il processo al governatore: tutte le città in cui è stato segnalato Duke appartenevano agli stessi sette stati in cui Black Jack è tutt’ora ricercato. Era trapelata la notizia secondo la quale Duke si servisse di un complice ma con la fine del processo ogni altra informazione fu messa a tacere. Se due più due fa quattro, ci si arriva subito che Jack e Duke fossero compagni di malefatte.»
«Tu sei certo di questo?»
«Non ho prove schiaccianti ma ci scommetterei il locale che ho ragione.» ribatté il barista, guardandosi attorno per assicurarsi che il suo avido garzone messicano non avesse udito.
«Inoltre,» continuò, «l’ingiunzione da parte delle sale da gioco di Amarillo contro Jack risale a qualche giorno dopo la fine del processo. È facile immaginare perché, considerando che Duke si stava battendo per l’elezione già da prima dell’udienza. Gli ha dato il ben servito prima che potesse piantare grane.»
«Com’è che nessuno sa di questa storia?»
«Sei duro di comprendonio: ogni informazione fu messa a tacere. Nessuno ficcò più il naso negli affari di Duke, perché lui comprò il silenzio di chiunque fosse collegato a quella storia.»
«Quindi tu sei il solo uomo di tutto il Texas a sapere questo fattaccio?» lo stuzzicò Kid, per saggiare l’attendibilità delle sue illazioni.
«Piantala di essere diffidente! Sai bene che queste cose sono la mia specialità. Raggiungi Jack ad Austin e torchialo come si deve, vedrai quante belle canzoni intonerà.»
Per quanto le sue sopracciglia curvassero dalla diffidenza, Willy si costrinse a dare per buona la pista suggerita dal compare. Se, da un lato, quelle di Sid fossero solo congetture, dall’altro Kid era ben conscio del fatto che, nove volte su dieci, le intuizioni di Ketchum valevano come una montagna di prove. Si fece servire un’altra birra, ormai persuaso a seguire l’unico indizio che avesse tra le mani su Lucky Duke.
Sorseggiando la sua pinta, interruppe la sua bevuta con un intervento sprezzante: «Ci ho ripensato per la faccenda del fucile: non voglio concederti dilazioni.»
«Dio, come sei venale.» rimbeccò spazientito Sid, «Era solo un fucile e hai concluso la tua missione.»
«Non m’importa, ho di nuovo bisogno del tuo aiuto e non voglio essere in debito con te.»
Sid sbuffò e inclinò lo sguardo, mostrando di aver riposto incondizionata attenzione al suo cliente.
Willy ingollò una boccata di birra e poi domandò: «Quante persone vendono quel monocolo che mi hai installato sul Golden Boy?»
«Il mirino? Non è un articolo molto diffuso, che io sappia ci sono appena sette empori in Texas in grado di procurarselo. Come mai?»
Un velenoso sorriso si allargò tra gli zigomi di Kid, che domandò: «Saresti in grado di trovare qualcuno che possa averlo acquistato?»
Sid fiutò una sfida degna delle sue doti di detective ma rispose con prudenza: «Mi stai chiedendo di trovare un ago in sette pagliai. Perché dovrei farti questo favore?»
«Primo, come ho già detto, devi rimediare alle tue pessime doti di armaiolo; secondo, perché questo acquirente potrebbe essere l’assassino di Paul Regret.»
Lo sguardo di Sid mutò, spalancandosi dalla meraviglia: se c’era al mondo qualcosa che facesse gola a Ketchum erano le informazioni rare, da vedere a caro prezzo. Willy the Kid stava offrendo al barista il più pregiato liquore del mondo.
«Sei sicuro di quello che affermi o è solo un sospetto?»
«Non ho prove schiaccianti di questo.» gli fece il verso Willy, ricevendo una smorfia come risposta.
«Spirito da quattro soldi! Va bene, dammi altri indizi, qualunque cosa mi può essere d’aiuto.»
«Come ti dissi una settimana fa, non l’ho visto molto bene: aveva quasi un chilometro di distanza e l’immagine era sbiadita dai miraggi. Di sicuro posso dirti due cose: era vestito con un abito scuro e maneggiava un fucile davvero potente.»
«Voglio ben vedere, centrare un bersaglio da quella distanza significa essere un tiratore eccezionale.»
«Su questo non metterei la mano sul fuoco, sono sicuro che avesse un mirino. Un Winchester può raggiungere quella gittata ma centrare il bersaglio a occhio nudo è un’impresa titanica. Ho visto il tuo arnese all’azione: Suzy ha colpito Sam da una distanza improponibile per una revolver.»
«Una Buntline Special ha 12 pollici e mezzo di canna, la gittata è molto elevata rispetto allo standard.»
«Su questo non ci piove ma ti ricordo che il cognome della mano che la stringeva era Lafayette. Sappiamo entrambi che non è una gran tiratrice.»
«Va bene, mi hai convinto. Inizierò la mia ricerca.»
I due brindarono alla buona riuscita delle loro fatiche, vuotando le pinte come fossero bicchieri d’acqua. In prossimità della soglia, gli speroni non oltrepassarono le ante, perché si fermarono a sentire l’ultima richiesta del barman.
«Quando trovi Black Jack spediscimi una missiva: devo far rimpiangere a Pedro di aver puntato contro di me.»
 
 
 
 
 
*Note:
  •  Il deserto di Chiuhuahua è una enorme distesa di sabbia sul confine tra Messico e New Mexico, copre una superficie di quasi 360.000 km quadrati. A conti fatti, è il secondo deserto più grande dell’America del nord dopo il Great Basin.
  • Questa nota è alquanto superflua, ma è sempre meglio essere specifici per chi non lo sapesse. Ci sono molte versioni del Poker: quella citata nel testo è chiamata “Poker Tradizionale” o all’italiana, conosciuta per le famose cinque carte a testa. Sid parla di Black Jack come un giocatore di Poker all’italiana perché… beh, Bang! è stato creato in Italia e io sono italiano XD
 
Ed ecco il quattordicesimo, noioso capitolo di questa lunga epopea western (come prevede la tradizione bonelliana). Ho approfittato di questo capitolo per due ragioni: primo, avrete capito che Sid è il personaggio che mi piace scrivere di più, mi diverto con i dialoghi più che con le descrizioni e lui è un ottimo escamotage per il mio malsano divertimento e la vostra tortura; secondo, mi piacerebbe avere un vostro parere su come continuare la storia.
Mi spiego: la trama è ancora mooooooooooooooooooooooooolto lunga e non facilita i lettori appena arrivati che, vedendo quattordici capitoli, si dicono “Ah, ma io non ho tempo per leggerla, che m’importa”. Perciò vi chiedo: continuo a insaccare questa serie fino a che non esplode o apro una seconda “stagione”? Spero in una vostra risposta imminente.
Ancora un caloroso saluto a Elly Priest che segue e recensisce senza sosta le avventure di Willy. Grazie, sei la gioia di questo scrittore.
 
Howdy  
   
 
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