Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Heart    17/04/2015    2 recensioni
Sono passati 3 anni dalla fine del progetto mew. Tutto sembra ritornato alla normalità. Straw,Mina, Lory, Puddy e Pam frequentano ancora il caffè, dove spesso e volentieri passano il loro tempo libero. Fino a che un giorno la tranquillità viene spezzata da una notizia drammatica.
[""] Un solo attimo e la giornata si era trasformata nell’inferno.
Alla fine del disastro s’iniziò a risentire le voci, i vigili del fuoco erano arrivati e anche la polizia e i vari organi statali. Strawberry che grazie ai suoi poteri aveva creato una barriera intorno a lei era illesa, Ringo ne fu felice.
-Tesoro, tu resterai qui. Tra poco arriveranno i soccorsi, io devo andare ad aiutare le altre persone- disse all’improvviso la rossa. La piccola sgranò gli occhi a quell’affermazione, non voleva lasciarla.
-No, ti prego non mi lasciarmi!- Urlò disperata.
-Starò bene, sono una mew mew è il mio compito aiutare gli altri- spiegò, inginocchiandosi per guardarla sul viso.
-Mah- cercò di dire Ringo.
-Ti voglio bene sorellina- disse rialzandosi, prese la spilla e in poco tempo si trasformo in Mewberry. Ringo la vide allontanarsi sempre più…un’altra scossa si fece sentire e chiuse gli occhi.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2
“Acqua Mew”
{Prima Parte}

 




Erano passati sette giorni dal disastro.
Hokkaido era irraggiungibile a causa del terremoto.
I voli o le piatte forme di comunicazioni erano disconnessi.
Il caos.
I Tg non parlavano di altro, del dramma avvenuti in quei giorni.
La maggior parte delle cose erano distrutte.
Case. Edifici. Strade. Metropolitane.
Hokkaido non esisteva più.
Era sprofondata.
-Le ultime notizie dal nostro inviato.- Lasciò spazio il giornalista, avviando la diretta, anche se, le immagini non si vedevano benissimo.
“Buongiorno. Siamo qui … al centro della città. Ciò che vediamo è solo distruzione e morte, ancora non è stimato il numero, né di quelli feriti. Si nota devastazione e paura. Fin da questa mattina, il terreno non ha smesso di vibrare. Le alte sfere si stanno organizzando e inviando l’esercito, per aiutare questa gente che ha perso tutto.” Comunicò l’inviato, con un microfono in mano, quelli di vecchia data.
“Abbiamo intervistato alcuni abitanti, ma dalla loro bocca non sono uscite né parole, né lacrime. Tutto è avvolto nello shock. La città è sprofondata con i suoi abitanti. Rimando la linea allo studio.” Chiudendo la comunicazione.
La giornalista rimane per un momento in silenzio per poi continuare a parlare, il televisore si spense e il silenzio calò in quelle mura.
-E’ spaventoso. Un’isola stava per precipitare negli abissi, e una fortuna che ancora in piedi?- Chiese una ragazza dai capelli blu, si strinse fra le sue braccia per darsi un contegno. I disastri naturali non possono essere prevenuti, ma si chiese semmai qualcuno se n’era accorto.
-I collegamenti con Hokkaido sono interrotti, posso immaginare la confusione, che c’è lì.- Aggiunse un ragazzo alto e moro, la sua lunga chioma castana, oscillava pensieroso.
-Chissà che fine ha fatto Strawberry, non abbiamo più sue notizie.- Fece notare una bambina dai capelli biondi.
-Già. Spero che stia bene.- Aggiunse un’altra ragazza, mentre si aggiustava  gli occhiali.
-Sicuramente sarà bloccata in qualche aeroporto, i voli sono tutti interrotti al nuovo ordine. –Terminò una voce, appena entrata nel posto in cui lavorava.
-Bentornata Pam.- Salutò il moro.
-Ciao ragazze, Kyle.- Lo apostrofò, per poi voltarsi verso un ragazzo che se ne stava in disparte, guardando la tv oramai spenta.
-Ryan tutto bene?- Domandò Pam, il biondo si risvegliò dai suoi pensieri e fece un gesto veloce con la mano e poi si avviò verso la sua stanza.
Da un poco di tempo percepiva qualcosa di strano, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. L’unica cosa che aveva capito, riguardava  Strawberry. Sperava che stesse bene.
 
 
 
 
͝͝͝͝͝͏
 
 
Due settimane dopo
Una sveglia trillò. Al terzo richiamo, una mano avanzò verso il comodino e la staccò.
Un sospiro uscì fuori dalle coperte. Si fece forza con i gomiti piantati sul materasso per issarsi e uscire dalla coltre di stoffe.
Girò lo sguardo verso la finestra della sua camera e osservò il cielo, che era cupo. Il sole era nascosto da nuvoloni neri e all’orizzonte si travedevano lampi di luce.
Si stropicciò gli occhi e poi si alzò, mise prima un piede e poi l’altro. Oramai era passati quattordici giorni dall’accaduto. Da quel giorno la sua vita si era sgretolata. Tutto si era dipinto di grigio e la luce dei suoi occhi era sparita. Si avvicinò allo specchio e si fissò, ciò che vedeva era solo una ragazza vuota. Si sentiva in colpa, si toccò il petto, dove risiedeva il suo cuore. Lui batteva e lottava ogni momento, per permetterla di vivere la sua lunga vita.
-Non ti dovevo lasciare sola.- Disse, mentre una lacrima scivolava solitaria sulla guancia.
-Devo farmi forza. Devo mantenere la mia promessa.- Si guardò ancora allo specchio, per poi prepararsi per la scuola.
Da ormai sette giorni, aveva ripreso le lezioni.
Ma il vuoto rimaneva ugualmente.
Scese di sotto e si sedette per mangiare la sua colazione.
-Buongiorno Cara- Sorrise la donna, che le presentava come madre.
-Giorno mam…- ingoiò le lacrime e afferrò il toast. Lo imboccò e cercò di mandarlo giù.
La donna si avvicinò e le accarezzò la testa dolcemente- so che è difficile, ma c’è ancora speranza. Lei è forte- sorrise, la lasciò per prepararsi anche lei per il turno di lavoro. Sakura Momoniya era un’anima in pena, tutto si era rovesciato e adesso cercava di raccogliere i cocci di quel domani.
-Buona giornata- urlò, mettendosi le scarpe e dirigendosi verso la sua scuola. Si doveva fare forza, tutto si sarebbe risolto.
 
 
 
La giornata si presentava buia.
La pioggia arrivò come promesso, bagnando i tetti di ogni costruzione.
La rossa, dopo le lezioni si avviò verso casa.
Si cambiò e uscì nuovamente.
Era ora di dare un significato alla sua vita. Voleva darsi una svegliata.
Prenditi cura dei miei amici”le aveva detto una voce in sogno, da quella notte, la sognava di continuo. Con i suoi sorrisi luminosi e pieni di speranza. Le doveva la vita e sicuramente non avrebbe fallito.
-Ci riuscirò!- Disse a se stessa.
Ed eccola. La costruzione tutta rosa. Si trovava vicino al parco e già notava la fila per entrarci.
Si mise in coda, per studiarla meglio. La struttura era molto carina, con le parete rosa e lampone. Le finestre a cuore. Con l’andare del tempo, si avvicinava all’entrata. Notò con un sorriso le cameriere, con la loro uniforme, ognuno di loro aveva un colore personalizzato. Notò con stupore la modella, Pam Fujiwara. La ragazza era alla porta per accogliere i clienti, sembrava piuttosto fredda. Non sorrideva mai.
-Benvenuta al caffè Mew, sei sola?- Chiese Pam.
-Si.- Rispose lei.
-Prego, accomodati. Adesso manderò una mia collega per l’ordinazione.- Affermò Pam, facendola sedere in un piccolo tavolino anch’esso rosa, compresa la sedia.
L’atmosfera era tranquilla. Dentro si sentiva quell’aria di frizzante e di avventura. Non capiva il motivo, ma probabilmente era causato dalla presenza della vecchia squadra Mew Mew.
Una Lory indaffarata e con lo scarso equilibro arrivò, ma per sua sfortuna le cadde un bicchiere con del gelato, e coincidenza volle che fosse la testa della giovane arrivata.
Lory mortificata, iniziò a balbettare più che non posso.
-Zitta!-Disse a un certo punto Ringo.
Lory rimase ferma, spaventata. Ringo si alzò e si avviò verso il bagno che cortesemente Pam le aveva indicato. Non si aspettava che una ragazza dai super poteri, fosse così incapace. Berry aveva ragione. Sorrise a quel pensiero.
Quando uscì dal bagno, si ritrovò di fronte a un ragazzo biondo. Indossava una camicia nera e un pantalone bianco, rammentò le parole di Berry a suo riguardo. Allora era lui il famoso Ryan Shirogane, niente male, un bellissimo ragazzo.
-Mi dispiace per lì convenevole. Offriamo noi- disse.
Ringo lo fissò allungo. I suoi occhi azzurri la penetravano e la studiavano. Non capì il motivo, ma ritirò lo sguardo per fissare qualcos’altro. Adesso tutto le quadrava.
-Grazie.- Disse lei, mettendo via il fazzoletto nella borsa. Quella volta non fu Lory a prendere l’ordinazione ma Mina.
-Che preferisci?-Chiese la ballerina.
-Crostata di fragole- rispose, dandole il menù. Mina la osservò giusto un momento per poi uscire dal suo campo visivo.
Appoggiò il gomito sul tavolo e iniziò a fissare fuori dalla finestra. Ormai si era fatto buio, la pioggia non voleva cessare, chissà se un giorno tutto si sarebbe risolto. Aveva perso tutto.
-La tua crostata. Scusami per prima- annunciò Lory.
-Fa niente- rispose lei, non diede nemmeno tempo alla ragazza di andar via, che le chiese una cosa.
-Scusa.- la richiamò.
La ragazza ritornò ai suoi passi e le fu subito accanto- dimmi.-
-Ho notato il cartello fuori, cercate una cameriera?- Domandò. Girandosi a guardarla.
Lory incontrò i suoi occhi castani per poi rispondere.- Si. Ma dovresti parlare con Ryan. –Rispose, per poi vagare lo sguardo sull’intera sala, ma del biondo nessuna traccia. – Lo potresti trovare dopo la chiusura, te lo presento io.- Terminò per poi lasciarla sola con il suo dolce.
 
 
 
Alla chiusura Ringo si presentò di fronte alle mew, Ryan e Kyle.
Le luci della sala principale erano spente, rimanevano solo quelli della cucina e dell’ingresso.
-Quanti anni hai?-Chiese Ryan.
-Tredici.-Rispose, senza togliere gli occhi d’addosso.
-Ryan quel posto è di Strawberry, non è giusto!- Protestò Paddy, ma il biondo non le diede conto.
-Ti faccio ricordare che la sottoscritta non è ritornata. E poi, -fermandosi – con un sms, non si può scusare che non ci sarà per un tempo limitato.-
Kyle e Pam l’osservarono consapevoli che l’americano soffriva. Sicuramente la rossa si era trasferita dal “suo” Mark e non aveva il coraggio di dirlo.
-Il tuo nome?-Domandò Ryan.
-Ringo! L’ho già detto!- Protestò la piccola. Le sembrava che il ragazzo non le dava attenzione.
-Modera la voce, mocciosa.- La freddò lo scienziato.
-Voleva dire il cognome.- Intervenne Kyle, rimproverando Ryan del suo carattere.
-Ringo Akai- annunciò nervosa, quel tipo le dava sui nervi.
-Domani ti presenterai nel primo pomeriggio e farai una prova, nella serata ti faremo sapere la decisione- terminò Kyle con un sorriso, congedandola.
Ringo fece un inchino e uscì dal caffè, la pioggia non si era fermata. Antipatico!procedette a passo sostenuto fino a giungere a una villetta, le luci erano accese, segno che i suoi zii erano ritornati. Prese le chiavi e l’inserii.
-Bentornata cara, la cena tra poco è pronta- affermò Sakura. Si notava da un miglio suoi occhi umidi e rossi, dovuti al pianto. Tutto questo era colpa sua.
Annuì e si precipitò in camera.
Si chiese quando sarebbe finito quel supplizio.
 
 
 
Il pomeriggio di prova si era riscontrato decisivo e Ryan l’aveva assunta effettivamente. Ringo ogni giorno, tranne la domenica, si recava al caffè. Ormai il tempo passava velocemente e l’inverno faceva capolino.
La temperatura era scesa.
Ringo stava servendo un altro tavolo, cercando di distrarre la mente da quelle grida. Le oche stavano bisbigliando, perché avevano notato Ryan. Il biondo aveva il suo repertorio. Soprattutto quando aiutava le altre, con il servizio e questo succedeva nel fine settimana, ma da un poco di tempo, spariva per lunghe ore o non spuntava proprio. Ringo si chiese se era colpa del progetto, chissà.
-Finalmente è finita! Ho i piedi distrutti-, mormorò Mina sedendosi sulla sedia.
-Già. Oggi c’erano più clienti del solito.- Sbuffò Paddy, scendendo da una delle sue palle.
-Su, ragazze.- Parlò Lory.
-Ma non ti fa male la schiena?- Domandò all’improvviso Ringo, le sue colleghe si girarono per darle attenzione. – Hai fatto più inchini di tutti. Io al tuo posto mi sarei buttata a terra.- Puntualizzò la rossa.
-Ma chi credi di essere mocciosa!- Intervenne Mina.
-Mocciosa a chi? Ho tredici anni e no 10!- S’innervosì Ringo.
-Non cambia tanto. – Mormorò Mina, incrociando le braccia. Quella ragazzina le dava sui nervi, assomigliava a una certa persona.
-Baka- ringhiò Ringo.
-Ti stritolo!- Urlò Mina, iniziando a rincorrere Ringo, le altre rimasero ferme a osservarle e proprio in quel momento un flash apparve nelle loro menti. Quelle vicende assomigliavano tanto ai litigi tra Mina e Strawberry.
Era impossibile.
Le due non si conoscevano, era solo una coincidenza che la ragazza aveva occupato il suo posto, avesse il suo stesso colore dei capelli.
-Per favore non distruggete il caffè -disse, Kyle. Mentre avanzava con un carrello con dei dolci.
Le due riprese si fermarono, ma non si rivolsero la parola per tutta la durata della merenda.
A fine di serata si recarono negli spogliatoi.
Parlavano del più e del meno, tranne Ringo, che si sentiva fuori posto.
All’improvviso sentirono un allarme, le quattro ragazze corsero verso il laboratorio, dove trovarono Ryan davanti al computer. Lo schermo lampeggiava e su un riquadro segnava con rosso la parola “nemico”.
-Che cosa significa?-Chiese Mina.
-Gli alieni sono ritornati.- Aggiunse Kyle.
-E’ vero Ryan? –Domandò Pam. Il ragazzo annuì.
Il biondo si guardò in giro per vedere se la nuova acquistata fosse nei paraggi e porse alle ragazze le spille.
-Correte. Fateci sapere che succede.- Esclamò. Le quattro ragazze si trasformarono, senza accorgersi che due occhi li stava osservando.
Ringo rimase a fissarle fino a che non si allontanarono, ecco il covo segreto delle mew mew.
-Ryan sei sicuro che si tratta degli alieni?-Chiese l’amico, lui annuì convinto. Dai monitor scrutavano le azioni delle loro paladine, fino a che un lampo di luce investì le mew mew, portandole ad atterrare malamente al suolo.
I due ragazzi rimasero a fissare il computer senza proferire parola, fino a che le ragazze ritornarono al loro aspetto originale.
-Che cosa succede? Perché si sono ritrasformate?-Domandò Kyle allarmato.
-Non lo so. Devo intervenire.-Disse sbrigativo uscendo.
 
 
 
 
Intanto  al parco, le mew oramai senza poteri cercavano con sforzi inutili di fronteggiare il nuovo nemico.
-Chi sei? Fatti vedere!- Gridò Pam.
Si sentì solo una risata e poi il silenzio. All’arrivo di Ryan le ragazze erano riunite. I loro ciondoli si erano tramutati in pietre.
-Ragazze state bene?- Domandò l’americano. Le ragazze annuirono, ma mostrarono i ciondoli ormai morti. Non disse nulla e si avviò con loro al caffè, per parlare meglio. Appena giunsero, trovarono Kyle con Ringo.
-E lei che ci fa qui?- Disse arrogante.
-Ha visto tutto, sa chi sono le mew mew- spiegò Kyle. Le quattro ragazze rimasero in silenzio, aspettavano che qualcuno sbloccasse la situazione.
-Vattene!- Urlò Ryan senza controllo.
-No!- Gridò di rimando. Detto questo Ryan, non ci vide più, afferrò Ringo da un braccio e la strattonò. Da quel gesto, successe qualcosa d’inaspettato.
Una luce forte avvolse Ringo che brillò come un diamante, buttando a terra Ryan.
-Chi sei?-Blaterò Pam, sorpresa come le altre.
-Ringo…- iniziò a dire, ma un chiarore la trasformò cambiandola; dopo che il bagliore scomparve, di fronte a loro c’era una ragazzina da un costume rosso.
-No. MewRingo.- Annunciò seria.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Sono tornata.
Non so il motivo, ma c’è qualcosa che non va.
Boh.
Iniziamo a entrare dentro la storia, e già abbiamo un piccolo avviso del nuovo nemico.
Ryan in questo capitolo è insopportabile, scusatemi, ma il poverino sta male.
Per Ringo è tutto da scoprire.
So che poi mi chiederete che fine ha fatto Strawberry, ma tutto al suo tempo. Vi allego l’immagine di Ringo versione Mew.
Alla prossima.
Heart
Perdonatemi per gli errori, se c’è qualcuno che mi può aiutare nel correggerli, si faccia a vanti.
 
 

 

Ringo. MewRingo. Chi volesse far parte del gruppo The Magic Diary
  
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