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Autore: xAcacia    17/04/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 37
Diverso
 
Quando apro gli occhi ci metto alcuni secondi per cercare di capire dove mi trovo, sono a casa dei miei nonni, ma c’è ancora qualcosa che non mi ricordo… E poi tutto mi torna in mente, tutto troppo velocemente e semplicemente troppo. – Nonni – mormoro io, ma non sento nessuna risposta, quindi mi siedo nonostante mi giri la testa. – C’è qualcuno? – chiedo io.
Sento dei passi provenire dalla cucina e subito dopo una testa sbuca dalla porta semiaperta: Ivy. – Oh… porca puttana – sussurra lei. Aggrotto la fronte, confusa, mentre lei apre del tutto la porta. – Sta… sta succedendo davvero?
Non riesco a capire quello che sta dicendo e quindi quello che sta succedendo. Perché sembra così scioccata di vedermi viva? Non riesco a capire e sto iniziando a spaventarmi. – Cosa, esattamente? – chiedo io. Si avvicina a me lentamente e mi accorgo solo adesso che mi sta vicino che sta tremando. – Mi stai spaventando – l’avverto io e sento il panico farsi strada nel mio corpo. Potrei iniziare a correre da un momento all’altro.
Si mette una mano davanti alla bocca, spaventandomi ancora di più. – Cassie, sono passati due mesi! – esclama lei sedendosi sul mio letto con le lacrime agli occhi. – I dottori dicevano che molto probabilmente non ti saresti più svegliata. Eri tipo in coma ma non… non lo eri veramente, calcolando il fatto che c’entrava la magia. – Scuote la testa, incredula. – Ma ti sei svegliata! Devo… devo chiamare l’Istituto – dice prima di correre via. Dopo pochi minuti ritorna e sembra stare per avere un infarto. – Stanno arrivando. Mio padre e i dottori dell’Istituto.
Rimango in silenzio per un po’. – Sono veramente passati due mesi? – chiedo io e la voce non sembra la mia per quanto sono scioccata.
Mi prende la mano e cerca di accennare un sorriso per tranquillizzarmi, ma non ci riesce. – Si – mormora. – Cassie, devi sapere una cosa. Jeremy… è andato completamente fuori di testa – annuncia lei. Il mio cuore sembra più pensate, faccio un sospiro e abbasso lo sguardo perché sento le lacrime. – Non ascolta più mio padre, pretende di andarsene senza dire niente a nessuno, non frequenta più le lezioni perché dice che non ne ha bisogno, ritorna a casa la mattina ogni giorno praticamente ubriaco.
– Ora dov’è? – chiedo io.
– Non lo so. In realtà non lo sa nessuno – risponde lei, sospira. – Abbiamo provato a seguirlo. Ti giuro, ci abbiamo provato. Ma ogni volta che ci proviamo lui cerca di darci fuoco!
Chiudo gli occhi per alcuni secondi cercando di mantenere la calma, ma sembra abbastanza impossibile ora come ora. Gli Anziani mi avevano avvertita ed ecco che tutto diventa reale: Jeremy è diventato veramente matto.
Solo quando qualcuno bussa alla porta d’ingresso entrambe torniamo nel mondo reale. Ivy sussulta e corre ad aprire la porta. Poco dopo entra Louis insieme a dei signori, sicuramente i dottori. – Cassie – esclama Louis entrando nella mia stanza. – È bello vederti sveglia.
Accenno un sorriso, ma è solo per cortesia. – Tu per caso sai dov’è Jeremy? – gli chiedo.
Louis smette subito di sorridere e i suoi occhi si velano di lacrime. – Vedi, Cassie… Jeremy era diventato troppo pericolo e… mi dispiace molto dirtelo così ma.. Gli Anziani l’hanno ucciso – mormora lui.
Spalanco gli occhi e l’ossigeno mi rimane incastrato nei polmoni, il cuore sembra essersi spappolato e lo stomaco mi fa così male che sembra si stia contorcendo. In pochi secondi mi ritrovo a piangere in preda ad un attacco di panico. – Non è possibile – sussurro tenendomi la pancia con una mano, come per paura che si sfasci. Alzo lo sguardo verso Louis, che sembra stare sul punto di piangere e le sue mani continuano a tremare. – No! – sbotto io spingendolo, perché doveva proteggerlo. Non lo voglio vedere. Se ne deve  andare.
– Cassie? – mi chiama Louis, e tutto d’un tratto le mani di Louis sono sulle mie spalle. Lo scaccio e il suo sguardo si fa ancora più preoccupato. – Cassie, che succede? Perché ti sei messa a piangere?
– Perché? – urlo io continuando a piangere. Fa per avvicinarsi un’altra a me ma lo scaccio ancora. – Jeremy è morto! Jer…
Louis guarda Ivy, che sta accanto alla porta, immobile e bianca in faccia. – Cassie, Jeremy non è morto – ribatte Louis con quel tono che ti fa capire che stai andando fuori di testa e per questo il suo tono è calmo, perché se entra nel panico pure lui a quel punto lo potrei uccidere.
– Cosa? – chiedo io a bassa voce. – No… Ma me l’hai appena detto – aggiungo asciugandomi le lacrime. – Non è possibile. Me l’hai appena detto.
Louis aggrotta la fronte. – Io ti ho appena detto che non so dove si sia cacciato, non che è morto – risponde Louis.
Trattengo il respiro. Sto impazzendo veramente. – Cosa… cosa sta succedendo? – chiedo io con il mento tremante e le lacrime agli occhi. – Dove sono? Perché… Dove sono i miei nonni e perché mi trovo nella loro casa e non nella mia? – chiedo. Ora sto entrando nel panico più assoluto. – Dov’è Jeremy? Dove sono i miei genitori? – urlo continuando a piangere. Sento un ago infilarsi nel mio collo, mi lamento sentendo il dolore e il liquido lasciato dall’ago. Chiudo gli occhi sapendo che loro vogliono che io dorma.
 
Ci metto un po’ a ricordarmi che, prima di svegliarmi una seconda volta, ero già stata svegliata una prima volta e che era stata la voce di Harry a svegliarmi. Da quello che gli ha detto Louis ho dei problemi. Che tipo di problemi? Sempre secondo Louis ho ancora un po’ di veleno vicino al cervello e questo mi causa delle crisi e delle allucinazioni. Non si sa quando il veleno s’assorbirà del tutto, fino a quel punto potrei benissimo non ricordarmi nemmeno il mio nome ed entrare nel panico e ferirmi senza volerlo.
Dopo essermi fatta una doccia ed essermi preparata scendo. Ho anche delle nuove regole: non uscire dall’Istituto e niente allenamenti. C’è una domanda però: cosa faccio?
Una volta scesa in salone mi guardo in giro, non c’è nessuno. La porta d’ingresso si apre di scatto, faccio un balzo e guardo verso la direzione di essa. Il mio cuore fa un balzo appena vedo Jeremy con lo sguardo a terra mentre entra. Sembra essere in un altro mondo, ha i capelli molto più corti, le occhiaie molto marcate e dei vestiti neri che sembrano fin troppo stropicciati e usati. Socchiudo la bocca dopo essermi accorta di averla spalancata e proprio in quel momento alza lo sguardo, si ferma di scatto guardandomi.
– Che ci fai tu qua? – chiede e il suo tono è così freddo che non sembra nemmeno la sua voce. Non m’immaginavo una reazione del genere. Va bene, non prova niente, ma fino a questo punto? È così cambiato, anche solo nel suo modo di parlare o di muoversi.
Chiudo le mie mani in pugni cercando di reprimere tutta la rabbia che provo nei suoi confronti. E il bello è che non so nemmeno perché ce l’abbia tanto con lui. So solo che sono arrabbiata con lui, sono furiosa. Forse sono arrabbiata perché non è riuscito ad essere più forte del suo stesso potere, forse perché non sembra affatto contento di vedermi… Non lo so, ma sono veramente troppo arrabbiata. – Non credo siano affari tuoi – rispondo io quindi, sputando acido. Però non doveva uscire in questo modo, stavo cercando di fare l’indifferente.
Ride avvicinandosi a me, mi guarda in un modo così diverso che mi vengono i brividi. Mi sta guardando come guarda ogni ragazza che si vuole solo portare a letto. È così strano guardarlo dritto negli occhi sapendo che quello sguardo sexy che sta facendo è rivolto veramente a me. – Sei nel mio Istituto, ragazzina – dice lui a denti stretti.
Scoppio a ridere e mi metto indietro i capelli. – Il tuo Istituto? – gli faccio eco continuando a ridere. – Te lo sei comprato per caso? – chiedo e sono così concentrata a fare finta di non sentire il mio cuore che batte velocissimo che non riesco a pensare a nient’altro.
– Non ce n’è bisogno – risponde lui accennando un sorrisino malizioso.
– Ma per favore – esclamo io ridendo. – Sei ridicolo! Dovresti essere tu ad andartene visto tutto quello che stai combinando.
Ride. – Mi fa piacere sapere che avete già parlato di me. Sei proprio cotta di me, eh? – mi prende in giro lui sorridendo ancora di più. Forse pensa che sorridendomi in quel modo possa far in modo che io gli cadi ai piedi, e forse è vero, ma non ci riuscirà mai.
Rido mettendomi indietro i capelli, più nervosa di prima. – Preferirei morire che stare con uno del genere! – esclamo io, arrabbiata. E questa volta è vero: odio quando si comporta così, non mi metterei mai insieme a un ragazzo del genere.
Ride di gusto, così tanto che si piega in due. – Non sembrava così quando siamo stati insieme in Scozia – afferma lui e le mie labbra diventano delle fessure. – Quando mi stringevi la vita con le tue gambe per farmi avvicinare… – Gli tiro uno schiaffo senza pensarci due volte. Sento il calore del suo viso sulla mia mano, che adesso brucia. Mi guarda, furioso.
– Me ne pento – ringhio io avvicinandomi a lui, ancora più arrabbiata. – Non puoi capire quanto me ne pento. Solo il pensiero di esserti stata così vicino mi fa venire il voltastomaco. Mi fai schifo. Fai schifo. Sei stato un errore. Sei un errore. – Lo spingo anche se la testa inizia a girarmi.
Ride. – Ti faccio schifo? – chiede avvicinandosi a me. Sbatto più volte le palpebre sentendomi stordita, e non è per colpa sua. – Che ne dici allora di cambiare idea? – propone mettendo le mani sui miei fianchi. – Vieni su con me e vedi come ti faccio cambiare idea.
Prendo le sue mani e glie le tolgo dal mio corpo. – Non ti avvicinare a me, mostro – ringhio io andandomene prima di sentirmi male davanti a lui. Entro dentro l’ascensore praticamente correndo. L’ascensore si ferma e quando si apre vedo Liam. Urlo vedendolo, ma lui mi mette una mano davanti la bocca e mi trascina dentro. Le porte dell’ascensore si chiudono e così lo allontano da me. – Come fai ad essere qua? – chiedo. – Tu sei morto!
Ride. – Come faccio ad essere morto se sono qua, davanti a me? – chiede lui.
Metto una mano sul suo petto, riesco a sentire il suo calore. È veramente vivo? Oddio. Odio ammetterlo, ma un po’ mi è mancato. – Sei… vivo – balbetto io guardando i suoi occhi dorati e per la prima volta sono contenta di sentire quella canzoncina.
Sorride. – Sono qua, tesoro, e sono qua per te – mormora lui mettendomi le mani suoi fianchi e mi fa avvicinare a lui. Gli sorrido e l’accarezzo con le lacrime agli occhi. – Ora che quella stronza è morta possiamo stare insieme. Per sempre. – Il mio cuore fa un balzo.
– Perché ti sei messa ad urlare? – chiede Jeremy e mi rendo conto solo adesso che l’ascensore si è fermato per farlo entrare… e Liam non c’è più.
– Non è possibile – mormoro io guardandomi in giro. – Non… Dov’è Liam? – chiedo io, incredula. Jeremy si gira di scatto, ora sembra arrabbiato ma non m’importa. Devo trovarlo.
– Liam? – chiede Jeremy abbozzando un sorriso.
Annuisco continuando a guardarmi intorno. – Era qua – sussurro io.
Jeremy scoppia a ridere. – Ok, stai messa male – esclama continuando a ridere. Preme il pulsante per il piano dove si trova la sua camera e poi continua. – Quella testa di pesce è morta tanto tempo fa.
– No, era qua! – ribatto io. – Era qua, ne sono sicura!
– Tu sei fuori di testa – continua lui ridendo. L’ascensore si ferma e così Jeremy esce. – Hai intenzione di rimanere là fino alla morte? Oppure fino a quando non tornerà Liam, che equivale a stare qua fino alla morte. – Sorride alla sua “battuta”.
– Vattene – ringhio io, arrabbiata, ma decido di uscire dall’ascensore per andare a cercare Liam. Deve stare qua, da qualche parte, non può essersene semplicemente andato! Qualcuno mi prende il polso per bloccarmi, quando mi giro noto che si tratta di Jeremy.
– Liam è morto – dice seriamente.
– Jeremy – lo chiama Louis. Jeremy alza lo sguardo verso di lui e sorride falsamente. – Lascia Cassie.
Mi lascia andare. – È fuori di testa – esclama lui accennando una risata. – Dice di aver visto Liam.
Louis mi guarda preoccupato, ma io continuo a rivedere l’immagine di me e Liam insieme, dentro l’ascensore, e tutto d’un tratto mi manca davvero tanto. – Cassie – mi chiama Louis avvicinandosi. – Liam è morto. Non ti ricordi? – mi chiede. Rimango in silenzio per un po’ ricordandomi il centro commerciale. – Vai a dormire. Devi dormire.
–  No, Liam…
–  Cassie, è stata una delle tue allucinazioni. Devi andare a dormire – mi ferma subito Louis.
–  Allucinazioni? È diventata matta davvero? – chiede Jeremy ridendo.
–  Non scherzare, Jeremy – lo minaccia Louis. – È viva per miracolo.
–  Per miracolo o perché semplicemente non si decide a morire? – chiede Jeremy, arrabbiato. Oddio, no. La testa inizia a girarmi ancora di più dopo quest’affermazione e ho paura che questa volta c’entri anche lui, se non solo lui.
–  Jeremy! – urla Louis. – Smettila. Ora!
Jeremy ride. – Non mi fai paura – ringhia lui avvicinandosi a Louis, accende una fiamma sulla mano destra e accenna un sorriso soddisfatto. A quanto pare ha fatto molti progressi con il suo potere. No, non è vero, dopotutto non prova più niente.
–  Nemmeno a me fai paura, ragazzino – ribatte Louis, ma il suo tono è calmo e assolutamente professione. Mi ricordo che lui non è un adulto normale, lui è il preside di quest’Istituto enorme.
–  Dovresti – mormora Jeremy con uno sguardo assassino.
Lo spingo e così la fiamma si spegne. – Dovresti essergli grato! Sei solo un ingrato. Fai schifo! Sei un mostro, proprio come dicevano gli Anziani e quel vampiro – sbotto io. Jeremy sbianca facendomi sentire ancora peggio. Il mondo inizia a girarmi intorno, gli occhi celesti di Jeremy, la sua pelle ormai bianca come i fogli di carta, le sue labbra, il suo naso… tutto inizia a girare.
–  Cassie – mormora Louis mettendo una mano sulla mia spalla, mentre io ormai sto già chiudendo gli occhi. Qualcuno mi afferma prima che io cada a terra. Qualcuno con degli occhi celesti e delle sfumature blu.
 
Mi accorgo di tre cose consecutivamente: la prima è l’odore della camera, che non è il mio ma quello di Jeremy, la seconda cosa è che nella stanza ci sta la musica e la terza è che questa non è la mia stanza, ma quella di Jeremy. Il mio stomaco diventa così piccolo che mi sembra di star per svenire un’altra volta.
– Oh, ce l’hai fatta a svegliarti! – esclama Jeremy uscendo dal bagno.
Mi siedo subito, allarmata. – Che ci faccio qua? – chiedo, mi alzo dal letto e mi metto indietro i capelli. – Che è successo? Come ho fatto ad arrivare qua? – Non posso credere di essere qua dentro con lui. Ora come ora lo potrei anche uccidere, a quel punto potrei anche strappargli i denti. Oppure dovrei farlo prima di ucciderlo?
– Ti c’ho portato io – risponde lui sorseggiando un po’ d’acqua. – Ho detto a Louis che ti avrei portato in camera tua, ma poi ho cambiato idea e ti ho portata qua. – Si siede sul letto e mi guarda dal basso mentre io cerco di ucciderlo con lo sguardo. – Louis mi ha detto che hai – aggiunge ridendo. – Veleno al cervello, eh? Ti sta bene.
– Vai all’inferno – ringhio io e quasi mi sembra di sputare acido. Vorrei veramente ucciderlo, eppure una parte di me è felice di tutto questo, perché c’è un motivo se continua ad insultarmi ed è perché prova qualcosa, anche se è rabbia. Per ora mi sta quasi bene, perché significa che può veramente migliorare.
– Già ci sono, tesoro – ribatte lui, trattengo in respiro. Cosa intende con “già ci sono”? Io rendo la sua vita un inferno? Rabbia. Sta provando così tanta rabbia che forse non mi sta più bene. Decido di andarmene prima che sia troppo tardi, prima di dirgli tutto quello che penso su di lui e scoppiare a piangere, ma mi prende e il momento dopo mi ritrovo a baciarlo.
Non lo lascio fare per niente, dopo nemmeno cinque secondi mi distacco da lui e mi pulisco le labbra con il braccio, schifata. – Che schifo! – tuono io, furiosa. – Non provarci mai più!
Ride. – Continua a mentire a te stessa. Si vede lontano un chilometro che mi ami – dice con quel suo tono da strafottente e quella sua faccia da coglione.
– Io non ti amo – ringhio io. – Non amo te – aggiungo, perché è vero: non amo questo Jeremy e voglio che lo sappia, eppure sembra essere diventato ancora più stupido, perché mi guarda incuriosito, quindi non ha capito quello che voglio dire.
– Ah no? E chi è che ami, sentiamo – chiede e il suo tono mi sa tanto di gelosia, quindi sto al gioco. Mi stringe a lui e devo reprimere un conato di vomito. Anche se devo dire che sentirlo così vicino sembra essere di gradimento al mio cuore, che batte all’impazzata.
– Non sono affari tuoi! – sbotto io e spero di essere abbastanza credibile, ma da quello che vedo sembro esserlo abbastanza da farlo… ingelosire? Non lo so, però è più cupo ora, anche se ha ancora quel suo sorrisino da stronzo.
– Sono la tua anima gemella – esclama lui facendomi morire del tutto. – Ho il diritto di saperlo. È quel ragazzo con cui ti sei messa a parlare in discoteca quella sera? Ti ho vista mentre parlavi con lui – ribatte e il mio cuore fa un balzo. Dan? Mi ha notata? L’ha notato? Quindi c’ero riuscita a fargli provare qualcosa? Mi confonde. L’ha sempre fatto e sempre lo farà, e lui ne è fin troppo consapevole. – È lui?
–  Non sono affari tuoi – ribatto il  concetto io allontanandomi da lui una volta per tutte.
– È lui! – esclama  avvicinandosi un’altra volta. Ride. –  Bé, è carino. Certo, io sono molto più bello, ma questo già si sapeva. E poi sei stata con Austin, questo significa che saresti capace di metterti anche con quel Nathaniel. – Sussulto. – Sì, vi ho visti, quand’eravate entrambi ubriachi e cercavate di staccarvi.
– E allora? – chiedo io facendo spallucce, ma so di essere sbiancata. – Posso uscire con chi voglio. Non sono affari tuoi, quante volte te lo devo ripetere? – Ride e si va a mettere una giacca. – Dove vai? – chiedo senza pensarci e me ne pento subito.
–  Esco – mi risponde voltandosi verso di me, mi sorride. – Vuoi venire con me?
–  Non posso uscire – rispondo subito, fredda.
–  Louis non lo verrà a sapere – continua lui, sapendo che in realtà lo seguirei ovunque. Per fortuna riesco a scuotere la testa e, anche se una parte di me spera che continui a chiedermelo, l’altra vorrebbe solo scappare. – Così mi puoi tenere d’occhio.
Punto debole. – Perché dovrei tenerti d’occhio? – chiedo, facendo la finta tonta.
– Perché dicono che sono cattivo – risponde lui accennando un sorriso malizioso. Le mie gambe sembrano diventare gelatina. Può pure essere stronzo, ma per un po’ quel sorriso mi ricorda quello che è veramente. Ogni tanto li faceva anche il vero lui, quei sorrisi.
Scrollo le spalle. – A me non importa, puoi essere quello che vuoi – rispondo dopo un po’, perché ci devo mettere un po’ per riuscire a sbloccarmi. Sento un peso al cuore e molto probabilmente se non smetterà di sorridermi in quel modo lo dovrò obbligare a farlo… dandogli un pugno e spaccandogli i denti.
Ride avvicinandosi veramente troppo. – Stai mentendo – mi sussurra guardandomi dritta negli occhi e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento risucchiata dentro di essi. Questo mi da speranza, perché so benissimo che se riesce a farmi provare quello che sto provando adesso è perché in questo momento anche lui sta provando qualcosa. Si distacca da me e avanza verso la porta.
– Aspetta! – esclamo io e anche se per i primi secondi me ne pento non ha importanza. Si gira verso di me mentre lotto contro me stessa per prendere una decisione. – Va bene. Vengo.
– Bene – mormora lui sorridendo, soddisfatto. Va verso l’armadio e l’apre; aggrotto la fronte. – Ho tenuto questo vestito – dice porgendomi uno straccetto nero. Lo guardo negli occhi senza dire niente e soprattutto senza prendere quel coso. – Non so di chi sia, ma l’ho lavato – aggiunge scrollando le spalle. – Credo ti stia. – Guardo il vestito schifata. È troppo corto! E quello che vedo è pizzo? – Se non ti metti questo non esci – continua lui e sembra serio.
Afferro il vestito e gli lancio un’occhiataccia prima di andare in bagno per cambiarmi. Appena ho finito di mettermi quel coso esco, ancora più schifata perché c’è veramente troppo pizzo e troppa poca stoffa! – Non si può fare. È cortissimo – ringhio io mentre lui è davanti a me che guarda delle scarpe che sembrano vagamente le mie. È andato a prendere le mie scarpe?!
Mi guarda e s’inumidisce le labbra. – Ti sta bene – esclama lui. – Sembri un puttana. – Alzo le sopracciglia, scandalizzata. Dovrebbe essere un complimento? No, perché non riesco a coglierlo allora. – È a questo che servono i vestiti – continua poi come per spiegarmi un qualcosa che non capisco. In realtà è lui che ha una visione molto distorta dei vestiti. Rido scuotendo la testa. – Tieni – dice porgendomi dei tacchi alti. I miei tacchi. – L’ho presi dal tuo armadio, spero non ti dispiaccia – mi spiega. Prendo le scarpe, infastidita. – Oh, e anche i trucchi!
Mi porge anche i trucchi e così prendo anche quelli, ma adesso più che infastidita sono arrabbiata. – Qualcos’altro?!
– Volevo guardare la tua biancheria intima, ma ho fatto il bravo ragazzo – risponde lui dandomi dei colpetti al mento, come per tirarmi su il morale.
Gli tolgo subito la mano da sotto il mio mento e gli do uno schiaffo. – Visto che stavi là potevi prendermi le calze – borbotto mettendomi i tacchi.
Scoppia a ridere. – Siamo a fine giugno – dice. – Non essere ridicola.
 
 Entriamo in una discoteca, ma non è una discoteca normale, non ci sono persone normali: è pieno di vampiri, lupi mannari, sirene, altri mostri e molti Cacciatori. Qualcuno fischia accanto a me così mi giro d’istinto. Delle sirene si mettono a ridere mentre mi guardano e così divento rossa fino ai pied. – È arrivata la ragazza che stavo aspettando da diciannove anni – se ne esce uno di loro.
Guardo Jeremy in cerca di qualche risposta acida, ma lui gli sorride. – È tutta vostra se la volete – esclama lui continuando a sorridergli.
Il mio cuore fa un balzo. Non ci posso credere. Non riesco nemmeno a fulminarlo con lo sguardo per quanto sono scioccata e delusa. – Jeremy – lo chiamo ed è più un avvertimento. Non so che altro dire e non riesco nemmeno a non far vedere quanto mi abbia fatto male un affermazione del genere nei miei confronti.
– Che c’è? Credevi veramente che sarei stato con te tutta la sera? – chiede, ride e se ne va.
Abbasso lo sguardo, voglio solo andarmene e mangiare tanta nutella, ma purtroppo sono bloccata in questo posto con quello stronzo. Una sirena si alza per venirmi incontro ma lo fermo subito. – Avvicinati un altro po’ e giuro che ti castro – ringhio io.
Ride alzando le mani, come in segno di resa. – Sei una di quelle che vuole comandare? – chiede.
Rido e lo ammazzo con lo sguardo allo stesso momento. – Sono una di quelle che se ti avvicini un altro po’ ti ammazzano – rispondo seccamente. Ride e si rimette a sedere, facendomi capire che non ha voglia di perdere tempo con me. Buon idea, bravo. Me ne vado al centro della pista per cercare lo stronzo e dargli tanti di quei cazzotti…
Qualcuno mi gira di scatto, non ho nemmeno il tempo di difendermi che mi ritrovo davanti a un vampiro. – Balla con me – mi dice e in qualche modo riesce a ipnotizzarmi. I vampiri non potrebbero avere questo potere, non sui Cacciatori, eppure lui c’è riuscito. Gli metto le mani attorno al collo e inizio a ballare a tempo di musica. Mi fa avvicinare a lui ancora di più e in quel momento sento lo sguardo di Jeremy addosso e so benissimo che non è solo una sensazione. Poi alzo lo sguardo e lo vedo là, davanti a me mentre balla con una ragazza-sirena. Mi guarda serio, accenno un sorriso ma subito dopo faccio un balzo sentendo i canini del vampiro trapassare la mia pelle. Mi allontano subito da lui e lo spingo con il cuore a mille. – Non pensare al dolore – aggiunge lui avvicinandosi al mio orecchio. E ci riprova. Questa volta sento solo un pizzico, ma questo non significa che mi piaccia sentire un qualcuno che succhia il mio sangue. Lo allontano per fargli capire che non mi sta bene e accentuo la cosa con un’occhiataccia. – Va bene, ho capito – risponde lui sorridendomi. Mi accarezza la guancia e si avvicina a me, pronto a baciarmi.
No. Apro di scatto sentendo la voce di Jeremy nella mi testa. Il vampiro si distacca del tutto da me e mi guarda cercando di capire il mio problema. – Perché sei qua? – chiedo. – Quelli come te dovrebbero essere morti.
– Morto? E perché? Io provo qualcosa – risponde subito facendo il finto offeso.
– Davvero? Non sembra.
– Come vedi non ti ho uccisa. Non ti ha dato così fastidio o sbaglio? – mi chiede e rimango in silenzio, anche se un po’ mi ha dato fastidio. Mi mette indietro una ciocca di capelli e mi guarda negli occhi. – Se vuoi non lo faccio, ma non sei la prima che mordo e tutte le altre mi hanno detto di aver quasi provato piacere.
Faccio per dire qualcosa ma scuoto la testa, per qualche strano motivo non riesco a dirgli di no. Accenna un sorriso e inizia a baciarmi il mento fino ad arrivare al collo. Alzo lo sguardo verso Jeremy e lo vedo divorare la bocca della ragazza. Chiudo gli occhi pensando al fatto che non è lui, che il mio Jeremy è morto due mesi fa. Stringo le sue spalle sentendo un’altra volta i canini entrare nel mio collo e uscire dopo pochissimo tempo. Il vampiro alza lo sguardo verso di me e mi accarezza la guancia un’altra volta, entrambi abbassiamo lo sguardo sulle labbra altrui e pochi secondi dopo mi avvicino per baciarlo. Posa le sue mani sui miei fianchi e mi fa avvicinare ancora di più a lui, se solo possibile. Il mio cuore fa un balzo quando sento che stiamo andando un po’ troppo oltre, quando il bacio si fa troppo passionale.
– Basta così. – Mi allontano di scatto sentendo la voce di Jeremy. Il vampiro mi lascia subito e quasi mi sento meglio, con davanti Jeremy che non mi vuole saltare addosso.
– Che problemi hai? – tuona il vampiro, furioso.
 – Siete in un luogo pubblico e stavate per scopare su una pista. Ecco qual è il mio problema – ringhia Jeremy guardando prima il vampiro e poi me, che abbasso subito lo sguardo con le guance rosse.
– Perché ti da tanto fastidio? – chiede il vampiro.
– Perché è la mia ragazza – risponde subito Jeremy digrignando i denti.
Woh! Aspetta, cosa? Spalanco gli occhi sentendo quella frase. – Come, scusa? – chiedo io guardandolo solo e soltanto Jeremy. Ora come ora quell’altro se ne può andare, non m’interessa.
Mi guarda senza dire niente facendomi capire che mi devo stare zitta se voglio rimanere viva; rabbrividisco. – Evapora prima che ti uccisa, Succhiasangue – ringhia Jeremy fulminandolo con lo sguardo. Il vampiro mi guarda male e se ne va.
– Che problemi hai? – tuono io, arrabbiata. Il vampiro è sparito e anche se stavo iniziando a spaventarmi non pensavo che Jeremy facesse la mossa da stronzo prepotente! Non volevo che lo facesse! Non ho bisogno di protezione, quando lo capirà?
– Che problemi hai tu?! – urla Jeremy prendendomi il braccio. – Cos’era quello? Non ti posso lasciare un secondo che tu già stai per andare a letto con un Succhiasangue?!
– Non volevo farci sesso – borbotto abbassando lo sguardo. – E comunque quello che faccio non ti riguarda! – urlo ricordandomi che devo tenergli testa. Mi faccio lasciare il braccio con una scrollata. – E poi non è quello che fai tu ogni volta? Ah no, è vero: tu vai direttamente in bagno.
Mi guarda senza dire niente e mi sembra quasi di vedere un po’ di pentimento in quello sguardo. Qualcuno si mette dietro di me ed inizia a ballare in un modo un po’ troppo imbarazzante. Guardo Jeremy imbarazzata. – Ehi! – tuona Jeremy dopo aver alzato gli occhi al cielo. Ce l’ha con la persona dietro di me. – È occupata! Con me! – Appena la persona dietro di me se ne va mi prende il braccio e mi trascina fuori dal locale.
– Che problema hai? – urlo io facendomi lasciare un’altra volta il braccio. – Mi hai lasciata sola con tre sirene e adesso urli ad ogni ragazzo che mi si avvicina? – continuo ad urlare. Non so nemmeno io perché ce l’ho così tanto con lui, forse perché è incoerente da far impazzire chiunque, forse perché entrambi sappiamo benissimo che lo sta facendo perché è geloso anche se non lo vuole ammettere; non lo so.
– Sto cercando di proteggerti! – risponde lui urlando. – Non puoi andare a letto con un vampiro! Tu non puoi capire quanto possano essere schizzati quelli a  letto.
Rido mettendomi indietro i capelli, perché è una scusa schifosa e lo sa anche lui. – Mi hai detto che non volevi stare con me, quindi ora mi lasci stare – ribatto io rientrando nel locale.
– Vuoi fare la puttana? – urla lui. Mi giro, furiosa, e lui capisce subito che se aggiunge qualche altra stronzata gli faccio un occhio nero. – Perché è quello che stai facendo.
Devo contare fino a dieci per non andare là e fargli almeno l’occhio nero. – Più o meno quelle che ti porti a letto tu, giusto? – gli chiedo e questa volta rimane in silenzio, così me ne ritorno dentro una volta per tutte, anche se ormai mi è passata la voglia.
Dopo essere entrata Jeremy mi prende il polso e sembra arrabbiato. – Se proprio devi, stai con me – aggiunge digrignando i denti, il ché significa che sta cercando di mantenere il controllo.
Rido togliendogli la mano dal mio polso e tirandogli il mignolo all’esterno per fargli almeno un po’ male. – Oh, adesso vuoi fare il babysitter! Perché invece non ammetti di essere semplicemente geloso?
Scoppia a ridere. – Io geloso? – chiede. – E perché dovrei?
– E allora perché non mi lasci stare? – chiedo io e per alcuni secondi ci fulminiamo con lo sguardo e questa volta vinco io.
– Va bene – risponde freddamente. – Allora vai. Su! – esclama indicandomi la pista. – Vai a letto con qualche vampiro schizzato. Sta tranquilla che non mi faccio problemi.
Chiudo le mani a pugni sentendo la rabbia salire, che bolle dentro di me. Sto andando in pista quando un ragazzo si mette proprio davanti a me. – Vuoi ballare? – mi chiede e capisco subito che è un Cacciatore.
Sorrido guardandolo negli occhi e annuisco prendendo la sua mano. Sento la musica rimbombare nelle mie orecchie, gli sorrido quando gli metto le mani attorno al collo e inizio a ballare insieme a lui. Davanti ho ancora Jeremy, che adesso balla con un’altra ragazza. È assurdo come non si faccia scrupoli a toccare la ragazza in un luogo pubblico. Alzo gli occhi al cielo. Rabbrividisco sentendo le labbra del ragazzo posarsi sul mio collo; chiudo gli occhi e cerco di non pensare a Jeremy. Stranamente ci riesco. Mi mette le mani dietro la schiena per farmi avvicinare ancora di più a lui.
Stai facendo esattamente quello che avresti fatto con me. Apro di scatto gli occhi sentendo la voce di Jeremy. Mi sta fissando e sembra serio questa volta. Non eri venuta per tenermi d’occhio?, mi chiede poi continuando a tenere stretta la ragazza.
No, ti sbagli. Ma i miei pensieri vengono interrotti dalla voce del ragazzo. – C’è qualcosa che non va? – chiede distaccandosi un po’ da, giusto per riuscire a guardarmi negli occhi. – Ti sei irrigidita tutto d’un tratto – risponde lui alla mia domanda silenziosa.
– Scusami – gli dico, mi avvicino a lui e poso un’altra volta le mani attorno al suo collo, le sue invece sono sulla mia schiena. Appoggio la testa sulla sua spalla sentendo una canzone lenta, il ché è strano visto che sono abituata alle discoteche normali, dove vanno solo gli umani. Purtroppo è più forte di me e lancio un’occhiata a Jeremy e sussulto accorgendomi che lui non ha mai smesso di fissarmi dopo avermi parlato nella mente.
Dì la verità: non riesci a stare un secondo senza guardarmi, continua Jeremy capendo che sto iniziando a rilassarmi un po’ troppo. Ovviamente mi deve dare fastidio. Alzo gli occhi al cielo e mi distacco un’altra volta dal ragazzo, arrabbiata.
– Che c’è? – chiede.
– Usciamo da qua – rispondo io. Devo mettere un po’ di spazio tra me e Jeremy, cosicché non mi possa più parlare nella mente. In più gli Anziani mi avevano detto che dovevo fargli provare qualsiasi sentimento, persino gelosia o rabbia, e sembra che ci stia cascando. Devo andare fino in fondo. Il ragazzo accenna un sorriso, mi prende per mano e usciamo dal locale. Giro la testa prima di uscire per vedere Jeremy, che ormai ha messo da parte la ragazza e mi sta fulminando con lo sguardo. Corro fuori insieme al ragazzo.
– Perché stai correndo? – chiede il ragazzo ridendo. Andiamo dietro il locale, continuiamo a ridere fino a quando non mi fa fermare e girare verso di lui. Mette le mani sui miei fianchi facendomi indietreggiare.
Sento il muro freddo del locale sulla mia schiena, chiudo gli occhi sentendo un’altra volta le sue labbra sul mio collo. Sussulto sentendo le sue unghie passare sulle mie cosce fino ad arrivare all’orlo del mio vestito. Prendo il suo viso e lo bacio; gli accarezzo i capelli cercando un conforto, un qualcosa che mi faccia rabbrividire come mi fa rabbrividire Jeremy. Ma in realtà ho solo paura che pensi che io voglia fare sesso con lui qua, adesso. – Fermati – mormoro, lo faccio allontanare mettendogli una mano sul petto.
– Che succede? – chiede lui con il fiatone.
Sento la testa iniziare a girarmi in modo esagerato. – No, ti prego – dico a bassa voce posando la testa sulla sua spalla.
– Che succede? – chiede lui accennando una risata. Mi accarezza i capelli non sapendo cosa fare, sembra un po’ in imbarazzo dalla situazione. – Che c’è? – ripete.
– Forse è meglio se rientri – gli rispondo io, perché non voglio che mi veda svenire, o avere una crisi o avere un’allucinazione. Preferisco rimanere da sola, tanto cosa potrebbe mai accadermi? No, in realtà non è molto consigliato, ma come posso fidarmi davvero di questo tipo? Ok, lo stavo baciando fino a pochi secondi fa, ma una cosa è baciarlo e un’altra è affidargli la mia vita. E poi da quando bacio gli sconosciuti?!
– Va… va bene – mormora lui, incredulo. Se ne va, ogni tanto si gira per guardarmi, come a controllare che stia bene, ma alla fine rientra nel locale.
Poco dopo sento la voce di Jeremy. – Cassie! – urla, ma rimango qua perché so che se faccio un passo svengo e non è proprio una buona idea. – Cassie! – urla ancora ed è sempre più vicino. – Ca… – si ferma, ormai accanto a me. – Che succede? Perché stai qua?
– Vattene – è l’unica cosa che mi viene in mente, spero che capisca che se ne deve andare una volta per tutte e che mi deve lasciare in pace. Non capisco perché ami tanto darmi fastidio. Dovrei proprio iniziare a non dargli soddisfazioni.
– Che è successo? Ti ha fatto o detto qualcosa? – chiede lui come se niente fosse, alimentando la mia voglia di tirargli un calcio dove ai maschi fa più male.
– Ho detto vattene – ringhio io, ma il mio tono non sembra essere molto spaventoso, anzi sembro esattamente quello che sono: una ragazza che sta per sentirsi male. L’ultima cosa che voglio però è dargli un’ultima soddisfazione facendogli vedere quanto sto male.
– Cos’è successo? – ripete lui e adesso sembra arrabbiato. – Ha fatto qualcosa?
– No, non ha fatto niente – rispondo io e spero che adesso se ne vada, dopotutto gli ho risposto. – Per favore, vattene – aggiungo quando vedo che non ha intenzione di muoversi.
– Perché? – chiede. – Cos’è successo? Non sei… Sì, insomma…
– Jeremy! – urlo io, imbarazzata.
– Cosa ho detto? – chiede lui ridendo. Lo guardo e pochi secondi dopo scoppio a ridere. – Dai! – continua avvicinandosi a me. – Che è successo? Ha fatto sesso con te e se n’è andato?
– Jeremy, smettila! – esclamo io, ancora più imbarazzata.
– Sto cercando di capire! Perché ad un certo sono torna… – Si ferma di scatto.
– Tornato? – chiedo. Tornato dal bagno, ovviamente. Tornato dopo aver fatto sesso con una ragazza che a malapena conosce. Annuisco ridendo. – Ok – mormoro ridendo, più per me stessa che per lui, perché devo cercare di rimanere lucida e non iniziare ad urlargli contro. Questa volta potrei benissimo strappargli le palle. Mi alzo e faccio per cadere a terra, ma ovviamente riesce a prendermi. Come sempre. Questa volta avrei preferito cadere a terra però.
– Oh! – esclama lui togliendomi i capelli da davanti il viso facendo mancare al mio cuore un battito. – Stai bene? – chiede e sembra veramente preoccupato, il ché toglie un altro battito ancora. – Che succede? Non ti senti bene? – chiede. Lo guardo dritto negli occhi senza dire niente, gli accarezzo la guancia destra, ma sono costretta a smettere quando lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco.
Mi distacco da lui, imbarazzata e rossa in faccia. – Sto bene – rispondo freddamente mettendo bene il vestito. Jeremy abbassa lo sguardo verso le mie cosce, un po’ troppo in bella vista ora come ora, e questo mi fa imbarazzare ancora di più. – Io me ne vado – annuncio andandomene.
– Cosa? Come fai? – chiede.
Mi giro per guardarlo e per cercare di pensare a qualcosa, perché in realtà ho solo pensato alla frase “io me ne vado” e non all’azione specifica. – Prendo un taxi e vado a dormire dai miei nonni – rispondo io e so che è una cosa praticamente impossibile, ma ci provo lo stesso.
Ride. – Non dici sul serio – ribatte lui, ma io continuo a guardarlo seriamente e questo sembra mandarlo quasi nel panico. Quasi. – Ti ammazzeranno! Ci ammazzeranno!
– Scusatemi. – Mi giro sentendo la voce del vampiro e sussulto quando lo vedo proprio dietro di noi. – Possiamo parlare? – chiede ed è rivolto solo a me, Jeremy nemmeno lo guarda. Trattengo il respiro non sapendo cosa fare. È un vampiro! Se è ancora vivo significa che è veramente dalla parte giusta, ma rimane comunque un vampiro e non i Cacciatori a malapena possono avere relazioni. È come chiedere a un gatto di mettersi con un topo, o no? – So che non state insieme – aggiunge freddamente, il ché significa che è arrabbiato.
Guardo Jeremy e gli faccio segno di entrare, fa una faccia sbalordita e lo indica come per chiedermi “questo?! Sul serio?!” e così annuisco e gli faccio di nuovo segno di entrare dentro la discoteca. Così magari può andare dalla sua amichetta. Alza le mani al cielo e se ne va sbuffando. Mi appoggio al muro visto che mi gira ancora la testa. – Dimmi – dico quindi.
– Ci stavamo divertendo, non credi? – chiede lui e sembra arrabbiato e deluso, ma non ho paura di lui, anche se non ho portato un’arma con me.
– Sì, ma è una storia molto complicata – borbotto io.
– Perché? – chiede avvicinandosi pericolosamente a me. – Non deve esserlo per forza – mormora mettendomi le mani sui fianchi.
Faccio un sospiro. – Non così – dico a bassa voce togliendogli le mani dai miei fianchi e allontanandolo. – Non sono così. Io non faccio sesso con gli sconosciuti. Me ne stavo andando, in realtà. Questa discoteca è strana.
– Posso non essere uno sconosciuto! – esclama lui e il mio respiro si mozza. Cosa? No, non sta dicendo sul serio. Non è affatto consigliato avere una relazione con un vampiro ed io ne so qualcosa. – Potremmo… uscire insieme. – Annuisce, come per auto-convincersi. – Sì.
– Non… Mi dispiace – mormoro io guardandolo dritto negli occhi. – Non… non me la sento. Sono una Cacciatrice. Non posso uscire con voi vampiri, anche se provate qualcosa.
– Bé, potevi pensarci prima – esclama lui e mi sento in colpa. – Mi sembra un po’ troppo tardi, no?
Abbasso lo sguardo e faccio per ribattere quando sento la voce di Jeremy. – Cassie! – urla. – Cassie, dobbiamo andarcene! – esclama lui facendomi segno di correre da lui.
– Perché? – chiedo.
Alza gli occhi al cielo. – Perché sì! – mi risponde, ansioso. – Sbrigati! – urla incitandomi ad andare.
Guardo il vampiro e solo con lo sguardo cerco di fargli capire che sono veramente dispiaciuta. – Scusami – mormoro, gli lascio un bacio sulla guancia e me ne vado senza girarmi una volta. Ad essere sincera non vedevo l’ora di andarmene.
 
Entriamo all’Istituto correndo come matti, facendo pochissimo rumore. Durante il viaggio di ritorno Jeremy mi ha detto che Louis si è accorto che non sto in camera mia. Come fa a saperlo? Questa è una bella domanda. Quando ho cercato di sapere qualcosa mi ha semplicemente risposto che ha i suoi informatori. Secondo me, li ha ricattati con qualcosa.
– Corri! – mormora facendomi entrare in camera sua.
Mi giro verso di lui per fulminarlo ma mi accorgo che si sta togliendo la maglietta. – Ma cosa fai?!  -- esclamo io, quasi in preda al panico. Perché a dire la verità i suoi muscoli mandano veramente al panico. Ogni volta che lo guardo senza maglietta mi viene da nascondermi sotto il letto e rimanerci.
– Gli dobbiamo far credere che hai dormito con me – borbotta lui. Scuoto la testa energicamente. – Senti, non ho intenzione di essere punito per colpa tua – ringhia lui. Alzo gli occhi al cielo. – Mettiti questa – borbotta lanciandomi una sua maglietta lunga. La prendo al volo e faccio per andare in bagno. – Sbrigati! Non abbiamo tempo. Mettitela sopra. Oppure spogliati qua, tanto ho visto più o meno tutto.
Lo guardo imbarazzata e poi faccio una smorfia disgustata. – Viva il romanticismo – brontolo io mettendomi la maglietta sopra il vestito.
– Non parlarmi di romanticismo, stavi per fare sesso con un vampiro – ribatto lui mentre io mi sto togliendo in qualche modo il vestito da sotto la maglietta.
– Potresti non guardarmi? – sbotto io cercando di coprirmi un po’ di più ma senza riuscirci.
– Oh, per favore! – esclama lui girandosi. Riesco così a togliermi il vestito e mettermi bene la maglietta. Sento dei passi, Jeremy si gira e, dopo aver messo il vestito sotto il letto, si butta letteralmente sul letto. – Sbrigati! – ripete per la milionesima volta in una sera. Corro sul letto e mi metto sotto le coperte insieme a lui. Mi mette un braccio sulle spalle e non posso fare a meno di guardarlo male. – Deve sembrare reale – si giustifica buffando. Alzo gli occhi al cielo e appoggio la testa sul suo petto. È più rigido di me, e ce ne vuole.
Qualcuno bussa alla porta e così chiudo gli occhi di scatto. – Mmh… chi è? – chiede Jeremy fingendosi stanco, anche se in realtà è così sveglio da sembrare una pietra per quant’è rigido.
Aprono la porta. – Jeremy, per fortuna che sei qua. Hai visto… – Louis si ferma. – Ti stavo per chiedere se avessi visto Cassie, ma credo di sapere già la risposta.
Faccio per ridere così appoggio la mano sul petto e nascondo ancora di più il mio viso, incrocio la mia gamba con la sua e ovviamente s’irrigidisce ancora di più.  – Emh… sì – risponde, ride. – Non abbiamo fatto niente, eh.
– Quindi conto su di te per… Sì, insomma… controllarla? Gli Anziani dicono che potrebbe peggiorare prima di migliorare – continua Louis, e il mio sorriso scompare, fortunatamente sono nascosta dalle coperte.
– Non lo so… io non… – Jeremy si ferma, in imbarazzo, poi prende un respiro profondo. – Io non provo più niente per lei, quindi non capisco perché dovrei starle così vicino.
– Per favore, Jeremy – lo supplica Louis. – Lei si fida di te. – Sento la mia rabbia e vorrei solo alzarmi e fare del male fisico a tutti e due. Soprattutto a Jeremy. Come può dire una cosa del genere? Come può dirlo dopo tutto quello che è successo sta notte?! Jeremy rimane in silenzio. – Sono sicuro che farai la scelta giusta, Jeremy. Buonanotte – aggiunge Louis sospirando. Se ne va chiudendo la porta.
Faccio per parlare quando Jeremy mi mette la mano davanti la bocca. – Ok – mormora dopo un po’ allontanando la sua mano. Scoppio a ridere, un po’ dal nervoso e un po’ dal sollievo. Appoggio il viso sul suo petto continuando a ridere, sembra ridere anche lui a questa situazione. Sento la mia gamba toccare per sbaglio la sua e così faccio un balzo sentendo una scossa. Da quando mi ero svegliata non mi era più successo, forse a causa dell’apatia di Jeremy. Mi guarda negli occhi, serio, e dopo un po’ abbasso lo sguardo, imbarazzata. Prende un respiro profondo e così mi decido ad alzare lo sguardo. Accade tutto molto velocemente. Lo vedo avvicinarsi a me e dopo pochissimo tempo mi ritrovo a baciarlo. Mi mette le mani sui fianchi dopo avermi tolto le coperte di dosso. Si mette sopra di me cercando di farmi sdraiare. Toglie una mano dal mio fianco e inizia ad accarezzarmi la coscia; distacco le mie labbra dalle sue sentendo una scossa ancora più forte. Trattengo il respiro sentendo le sue labbra posizionarsi sul mio collo. Prendo il suo viso con tutte e due e lo bacio con più passione possibile.
Mi è mancato.
Gli metto le gambe attorno alla vita e lo sento rabbrividire. Inarco la schiena sentendo le sue mani passare lungo la mia schiena. Ma mi fermo ricordandomi quel suo “Io non provo più niente per lei, quindi non capisco perché dovrei starle così vicino”. Gli tolgo le mani da sotto la maglietta e poi slaccio le gambe dalla sua vita.
Mi guarda perplesso. – Che succede? – chiede togliendosi da sopra di me.
– Non voglio farlo, qualsiasi cosa stiamo facendo. Non con te – mormoro io sedendomi e cercando di coprirmi un po’ di più con la coperta. Sembra arrabbiato adesso. – Non mi piaci. Non mi piace quello che sei diventato. Non mi piaci più, Jeremy. – Mi faccio più piccola sotto il suo sguardo arrabbiato. Entrambi sappiamo che è la verità.
Rimane in silenzio per un po’, come per riordinare i pensieri. – Sai che non è vero – ribatte. – Tu provi qualcosa per me come io provo qualcosa per te.
Scuoto la testa ridendo. – Non è vero – borbotto io guardandolo dritto negli occhi. – Tu non provi più niente da un pezzo. Stai solo usando questa scusa per portarmi a letto. – Mi guarda continuando a stare zitto, così ne approfitto e mi alzo dal letto, rossa in viso. – Io me ne vado a dormire. In camera mia.
Continua a stare zitto per molto, troppo tempo, ma quando apro la porta inizia a parlare. – Secondo te perché mi sono preoccupato per te tutta la sera? – chiede. La sua voce sembra quasi pungere il mio cuore per quant’è arrabbiato.
Chiudo gli occhi sapendo che non mi può vedere, visto che gli do ancora di schiena. – Non lo so – rispondo io girandomi e aprendo gli occhi. – Ma lo vedo. Tu non provi più niente per nessuno. Vuoi solo divertirti.
Ride. – Divertirmi? Quello l’ho già fatto e anche tu! – esclama lui in modo così naturale che mi fa venire la pelle d’oca. Trattengo il respiro, mi fa ancora un brutto effetto sapere che ha fatto sesso con una o due ragazze questa sera, proprio davanti a me. – Non fare quella ferita, non farlo. Sai benissimo che sono andato con una ragazza – continua e si avvicina a me. – Come so che tu sei andata con quella sirena – aggiunge e il mio cuore fa un balzo. Vorrei urlargli che non è vero ma quando fa una risata malefica la voce non mi esce più. – Insomma, fai tanto la santerellina, poi però… – Le mie labbra diventano una fessura. – Prima il vampiro e poi con quel Cacciatore. – Ride. – Con il Cacciatore sei pure uscire per andare fino in fondo e se non ti avessi chiamato saresti andata pure con il vampiro. – Sono consapevole del fatto di star piangendo in silenzio. Fin troppo consapevole. Scuoto la testa, ma non so nemmeno io perché, cosa gli vorrei dire con questo gesto. – Cosa c’è? Ti vergogni di te stessa? Sei pentita?
– Basta! – urlo io guardandolo negli occhi nonostante le lacrime. Quello che volevo era stare con lui, ma mi ha lasciata là come una cretina! Gli Anziani mi avevano detto che dovevo fargli provare qualcosa, gelosia o rabbia, ed è quello che ho fatto! C’ho provato e sembrava esser andato tutto bene, ma continua a essere così… così mostruoso. Indietreggio sapendo di star per scoppiare letteralmente a piangere.
– Continua. Devi dirmi qualcosa. Dilla! – esclama lui avvicinandosi un’altra volta a me. Vado a sbattere contro la porta. – Su, dillo – mormora lui ma la sua voce s’incrina e quando lo guardo negli occhi mi sembra quasi di vederli velati. Appoggia il suo corpo sul mio, lo spingo, apro la porta e corro fuori.
  
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