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Autore: xbeellss    18/04/2015    0 recensioni
Ovunque io sia,lui è presente,in ogni posto,in ogni circostanza,in ogni momento,lui è con me.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Scolastico
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Arrivò così l'indomani. Con l'affanno mi svegliai come se avessi fatto un incubo,ma non era così. Non ricordavo con avessi sognato,ma il mio cuore accellerava e sentivo un intreccio nello stomaco. Mi diressi verso il bagno e cominciai a prepararmi. Uscita dal bagno,di fronte a me,c'era il grosso orologio che segnava appena le sette e dieci. Ero sorpresa dal fatto che mi fossi svegliata puntuale per una volta,così avevo il tempo di prepararmi con calma senza timore di arrivare in ritardo. Presi una maglietta blu intenso di cotone e dei jeans. Il miei look non erano ne troppo appariscienti ne troppo stupidi. Usavo spesso magliette e jeans,di vari colori,l'unica cosa un po' più che dava sull'occhio erano le scarpe,stivaletti neri con fibra oro alte quasi 5cm. In ogni mio paglio di scarpe dovevo per forza avere un rialzo per colpa della mia statura,ma questo non mi dispiaceva,anzi adoravo essere bassa. Andai in cucina dove trovai mia madre che faceva colazione con latte e biscotti.Io e lei raramente andavamo d'accordo e la mattina preferivamo non parlarci per evitare discussioni. Presi dallo scaffale delle schifezze,così lo chiamavo,dei Pavesini e cominciai con disgusto a mangiare qualcosa. Dalla libreria bianca sull'angolo presi i libri che mi sarebbero serviti e li portai in camera preparando lo zaino. Presi il cellulare e guardai l'ora,sembrava che il tempo non passasse mai erano appena le sette e ventidue e io di solito alle sette e quarantacinque cominciavo ad avviarmi verso scuola. Così per far passare il tempo mi sedetti e pensai a cosa avrei fatto dopo la scuola,ma niente d'interessante passò per la mia mente. Il tempo non passava e non avevo voglia di girarmi i pollici sul letto così presi il cappotto,mi vestì e misi lo zaino sulle spalle. 'Ciao pa'dissi salutandolo. 'Vai già?E' presto'disse incredulo. 'Si dai così non arrivo in ritardo'cercai di essere convincente e lo salutai. Corsi velocemente i quattro piani e aprì il cancello guardandomi in giro. Era tutto deserto e questo m'inquietava abbastanza. C'erano varie stradine che portavano alla mia scuola e io decisi di fare quella verso la piazza. Nella piazza vedevo i mercanti che cominciavano a preparare le bancarelle per la lunga mattinata. I bar erano già aperti e i negozi fra qualche istante avrebbero alzato le serrande. La strada da casa mia a scuola era breve,circa cinque minuti di camminata. Arrivata vicino a scuola dalla vasta gamma di palazzi uscì da un piccolo cancelletto un ragazzo bassotto che sembrava famigliare. L'osservai per bene e solo quando si girò capì che era un mio ex compagno delle elementari. Aveva lasciato Torino in quarta elementare,ma nessuno sapeva dove fosse andato a vivere e io lo avevo davanti. Sapevo che lui non mi avrebbe riconosciuto così continuai tranquilla,ma appena gli passai accanto rimase come impnotizzato. Da questa sua azione feci finta di niente e camminai a testa alta finchè dall'angolo non sbucò il famoso ragazzo del giorno prima. In quell istante la mia testa cadde in basso guardando il marciapiede e le mie gambe persero il controllo facendomi velocizzare. Sentivo il suo sguardo su di me,visto che era a pochi centrimetri dal mio zaino. Ipotizzavo che mi stava squadrando,mi sembrava ovvio,ma continuavo ad andare avanti senza nessun problema. Incominciai ad avere degli attacchi di nausea,così presi una caramella che tenevo nella tasca destra e masticai. Era lui che mi faceva questo effetto? Scavalcai tutti gli scapoli adolescenti davanti alla scuola e mi misi in un anglino vicino al cancello,per poi,quando sarebbe suonata,entrare senza essere calpestata. Con la coda dell'occhio guardavo Christian e notavo che mi stava osservando con uno sguardo inferocito come quasi arrabbiato. Continuava a squadrarmi e poi arrivò in un grupetto di suoi amici. Amici..bhe diciamo c'erano tre persone con lui e una di quelle era il mio ex compagno. Vederli vicini faceva impressione. Christian aveva un corpo,mentre il nanetto secchione gli arrivava appena alla spalla. Vedendo questo confronto risi sotto i baffi,senza farmi notare e cercai di guardare altrove per non ridergli in faccia,che mi sembrava poco educato. Non sapevo se Christian mi stava ancora guardando,ma conoscendo i suoi atteggiamenti,potevo rispondermi da sola. Stranamente la campanella non suonava e questo mi faceva piacere,perchè stavamo perdendo una parte della prima ora di matematica. Non era per matematica,anzi quest'anno,stranamente,andavo bene,semplicemente non avevo voglia di passare sei ore seduta. Erano le otto e dieci,ma la campana suonò anche se un po' in ritardo. Entrai con i primi e dietro di me vedevo ragazze che ridevano a squarcia gola come galline spellate.I maschi tutti a urlare e io sola soletta in un angolino che speravo non mi buttasse nessuno giù. Insomma una classica entrata di adolescenti. Salì le scale,il giovedì avevo sempre tutte le lezioni al piano di sopra,per mia fortuna. Arrivai in classe e salutai la prof accomodandomi al mio banco in seconda fila. Posai lo zaino alla gamba del banco e tolsi il cappotto avvolgendolo sulla sedia. Dopo un po' tolsi la sciarpa e la misi sotto al banco. Presi il materiale e la prof fece l'appello. Dopo i primi 30 minuti di lezione vidi nel corridoio del piano un ragazzo e solo quando passò davanti alla mia classe riconobbi Christian. Il suo sguardo era puntato su di me. La cosa mi inquietava abbastanza,uno sconosciuto che mi perseguitava. Le ore successive furono un incubo dal punto di vista che non riuscivo a capire se disperarmi o parlargli per chiedergli cosa volesse da me. Così all'ultima ora di letteratura mentre spiegava i Promessi sposi decisi di fare la coraggiosa e di parlargli,anche se sapevo che non lo avrei fatto. Infatti non lo feci e il giorno dopo fu ancora peggio visto che mi osservava con uno sguardo cupo. Non capivo perchè si comportasse così,non sapeva nemmeno come mi chiamavo,ma non mi avrebbe rovinato il week end.
   
 
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