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Autore: The Galway Girl    18/04/2015    2 recensioni
Sono una scrittrice, o meglio ho scritto solo un libro due anni fa, una storia per bambini intitolato “Capitan Coraggio”, che si è venduto piuttosto bene. La casa editrice mi aveva assicurato che per il secondo libro avrebbe organizzato un lancio promozionale senza precedenti, spendendoci un sacco di soldi in modo da assicurarci più lettori possibili, ma la mia migliore amica mi ha comunicato una notizia che mi ha fatta sprofondare nella più profonda delle disperazioni.
I soldi non ci sono più, puf! Andati, spariti.
C'è un solo modo di recuperarli, che io vada di persona alla casa editrice a reclamarli. Unico ostacolo, non metto un piede fuori casa da cinque anni, così ho fatto ricorso ad un life coach che mi aiuterà a sconfiggere le mie paure. Riuscirò a riottenere il mio budget?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.


La sera come sempre infilo le scarpe, prendo le chiavi e scendo giù al piano terra a ritirare la posta, lo faccio sempre a sera tardi così sono sicura di non incontrare nessuno.

Torno in casa, lancio le buste sul tavolino vicino alla porta insieme a una decina di altre, e vado in bagno.

Indosso il pigiama, mi lavo le mani col sapone e l'acqua bollente, mi strucco e mi spalmo il latte detergente con cura, mi pettino e mi rilavo le mani. Mi guardo allo specchio e mi ripeto il mantra “Tu sei bella, hai successo, hai totale padronanza della tua vita”. L'ho letto su internet, ripeterselo ogni sera aiuta ad accrescere l'autostima.

Vado in cucina e metto il bollitore sul fuoco, aspetto che fischi e mi preparo una tisana, la confezione riporta “Effetto rilassante”, Charlotte me l'ha regalata per Natale, inutile dire che su di me non ha nessun effetto.

Mi distendo sul divano, accendo l'abat-jour, mi sistemo il portatile sulle gambe e proseguo nella scrittura.

Capitolo venti.

Sconsolata fisso lo schermo. A cosa serve scrivere? Skyler Jones occupa tutti i miei pensieri, non riesco a pensare ad altro.

Non riesco a credere che mi abbia soffiato il budget così sotto il naso. “Capitan Coraggio” è stata la più grossa vendita della casa editrice, sono stati loro a dirmelo, e ora danno i miei soldi a lei? Forse come me sono convinti che io non abbia bisogno di un grosso lancio, magari i miei lettori mi sono ancora fedeli e attendono con ansia il seguito. O forse, come dice Charlotte, a nessuno importa più di me e di “Capitan Coraggio” e la casa editrice non ha più intenzione di sprecare un altro euro su di me.

Sono tentata di spegnere il portatile e andarmene a letto, ma poi penso “al diavolo!”, ho trascorso due anni a scrivere questo libro, lo terminerò, e se la mia casa editrice non lo pubblicherà vorrà dire che lo farà qualcun altro.

Con rinnovata convinzione comincio a scrivere, la mia antagonista mi da anche lo spunto per un nuovo super cattivo così trascorro gran parte della notte china sul computer.


Come sempre mi addormento sul divano, mi sveglio al suono di un clacson giù in strada.

Non faccio colazione come al solito, passo la mattina a rileggere quello che ho scritto ieri sera, e il pomeriggio ad aggiungere dettagli e cambiare alcune parti.

E' il mio modo di lavorare.

Un giorno scrivo, il giorno dopo correggo. Ho un quaderno dove mi annoto i personaggi, le loro caratteristiche, e tutte le idee che mi vengono in mente, trovo una pagina libera e scrivo il nome del nuovo cattivo, l'ammiraglio Jones, il proprietario di una nave nemica che attacca il galeone di Capitan Coraggio con lo scopo di affondarlo.

Alle sette puntuale arriva Charlotte con la cena e io con un sospiro tiro fuori i piatti.

< < Sarebbe il caso di leggere un po' di posta > > mi dice osservando la pila di buste.

Le rivolgo uno sbuffo annoiato mentre lei va a prendere tutta la mia corrispondenza.

Con un coltello apre una busta alla volta e me la porge. Io dispiego le lettere e le leggo.

Niente di interessante come sempre, estratti conti bancari, che non oso neanche guardare, offerte telefoniche, proposte di finanziamenti, tutte finiscono dritte nel cestino.

Per ultima Charlie mi porge una bustina rossa rivolgendomi uno sguardo interrogativo.

La apro e per poco non cado dalla sedia.

Com'è che si dice? Oltre al danno, la beffa.

La busta contiene un volantino con un primo piano di Skyler Jones e il suo sorriso finto che mi invitano a un incontro di lettura del suo nuovo romanzo “Lei e loro”.

Solo il titolo mi fa inorridire, senza dire niente lo mostro a Charlie e lei esclama

< < Oh my God! Perché ti hanno invitata? > >

Fisso il volantino, la sua espressione convinta mi fa salire una rabbia incredibile.

< < Si può essere così odiosi solo in foto? Chissà com'è dal vivo > > chiedo cupa.

< < Si, bé è inutile che si atteggi, lo sanno tutti che si chiama Giuseppa > > mi risponde lei.

Faccio una risatina ripensando al suo blog in cui propensa consigli come se fosse chissà che guru della moda e del sesso.

Odio questa ragazza con ogni cellula del mio corpo.

< < Lo sai che ha un blog? > > chiedo a Charlie.

Sfottere Skyler con la mia migliore amica è l'unica cosa che potrebbe tirarmi su il morale in questo momento.

< < Si! > > dice lei inorridita.

< < Chi si crede di essere? > > chiedo io.

< < Lo sai cosa sono i suoi “romanzi”? > > dice l'ultima parola facendo il segno delle virgolette con le dita.

< < No! Cosa sono? > > chiedo interessata.

< < Bè, ho fatto una piccola ricerca > > mi dice Charlotte con sguardo complice

< < Volevo leggere qualcosa di suo, nel suo profilo dice che ha scritto un sacco di libri, invece sono fanfiction erotiche con protagonisti i personaggi di Hanna Montana! > >

< < Cosa? > > chiedo allibita

< < Si! She's a fraud! E' un'impostora! > > mi dice lei.

Non riesco a credere alle mie orecchie. Non ho niente contro quelli che scrivono fanfiction, anzi trascorro serate intere a leggerle, ma ci vuole un bel coraggio per spacciarle per romanzi. Che imbrogliona, se possibile ora la odio ancora più di prima.

< < Charlie, dobbiamo annientarla! > > dico convinta.

Lei si anima e per ridere infila il coltello tra i denti dicendo < < I'm ready! > >

< < Ci riprenderemo il budget! > > annuncio.





  
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