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Autore: Eles818    18/04/2015    3 recensioni
Una figura si avvicinava a lui. Era un uomo alto e molto bello, della sua età. Appena lo riconobbe, cercò la sua bacchetta.
“Tranquillo, non voglio farti del male. E poi, ormai sono morto.” Tom Riddle parlò, non con una voce sibilante, guardandolo attentamente con occhi gentili. Harry si chiese se non stesse impazzendo.
-
“È una specie di patto con il Diavolo?”
“No. – Tom rise, di una risata calorosa e non malvagia. – è una specie di patto con un Angelo"
-
“Sarebbe possibile riportare in vita tutte le persone buone che sono morte a causa di questa guerra?”
“Sì, è possibile.”
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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OTTAVO CAPITOLO

 

 

L'Hogwarts Express era fumante come sempre e aspettava di accogliere la fiumana di maghi che si era riversata nella stazione di Kings Cross quella mattina. C'era chi approfittava degli ultimi cinque minuti a disposizione per salutare i propri parenti, chi arrivava con il fiatone, sospirando sollevato per essere arrivato in tempo, chi cercava il proprio animaletto scomparso e chi si era già posizionato bellamente in uno scompartimento.

Gli sguardi di tutti, però, erano puntati su due famigliole poco lontane. La gente cercava di non farsi notare e di vedere con i propri occhi i maggiori esponenti della Guerra. La famiglia Potter e i Maladrini erano distaccati dalla famiglia Weasley e scherzavano bonariamente, fino all'ultimo rintocco.

Ginny, a qualche passo di distanza, aveva notato le spalle afflosciate di Harry, e capiva perfettamente la sua poca voglia di allontanarsi per mesi da casa. Anche lei, nonostante fosse eccitata per il suo ultimo anno, avrebbe voluto passare più tempo assieme alla sua famiglia. Quelle vacanze estive erano state prive della solita allegria e fin troppo brevi. Nonostante Molly Weasley avesse riempito ogni singolo giorno di festicciole e manicaretti, avrebbe voluto stendersi un attimo e respirare l'aria nuova che li circondava. Per Harry, poi, quella sensazione era accentuata ancora mille volte. Come ci si poteva allontanare dai propri genitori dopo diciotto anni senza di loro? Era un controsenso.

D'altra parte era felice di poter passare quell'anno insieme a lui, una delle poche consolazioni al ritorno a scuola, seconda solo alla presenza di Fred. Il fratello era poco lontano da lei e, come sempre, faceva battutine idiote, seguito prontamente da George. Sospirò sonoramente, attirando gli sguardi dei due.
"Cosa c'è sorellina?" Disse George, quasi premuroso.
"Niente, mi chiedevo da dove abbiate preso la stupidità."
I due ghignarono in modo preoccupante, ma che non intimidì Ginny.
"Dici adesso così. Quest'anno non sai cosa ti aspetta!"
Fred e il suo ottimismo. Oh caro mio, vedrai invece cosa aspetta te! Ghignò lei a sua volta.
"Voi due non farete proprio niente, a meno che non vogliate che venga a scuola a tirarvi ogni capello uno per uno!" Per loro sfortuna, Molly aveva sentito quello scambio di battute e li osservava con un cipiglio severo e spaventoso. Questo bastò a zittire i gemelli e a far ridere tutti i presenti.
Al momento dei saluti, però, l'atmosfera allegra scomparve come fumo, lasciando il posto a una più tesa e malinconica. Dopo che Arthur si fece promettere di ricevere almeno una lettera a settimana ("soprattutto tu, Ron!"), tra lacrime e abbracci si separarono tutti, e i sei salirono sul treno, alla volta di Hogwarts.

Con un cenno del capo si misero tutti alla ricerca di uno scompartimento libero. Sembrò quasi che tutti gli occhi dei presenti fossero incollati al finestrino, mentre aspettavano il loro passaggio. Questo fece innervosire non poco Ginny, che non mancava mai di mandare qualche occhiata omicida qua e là, facendo ritirare quei visi curiosi al loro posto. Trovato uno scompartimento tranquillo per tutti, si sedettero già sfiniti.
"Spero non sia così tutto l'anno." Sospirò malamente Hermione.
"Fidati Hermione, si stancheranno presto." Harry, di malavoglia, cominciò a guardare fuori dal finestrino, ormai indifferente alla gente ficcanaso.
Le sue parole furono seguite dal solo silenzio. Ognuno di loro era perso nei suoi pensieri, pieni della solita trepidazione che contraddistingue un nuovo anno ad Hogwarts.
I gemelli si guardavano ogni tanto, forse confermando l'uno le considerazioni silenziose dell'altro. Entrambi non credevano di poter provare di nuovo quella sensazione.
Hermione si arrotolava distratta una cioccia dei suoi capelli, riflettendo sul posto in cui stavano tornando, teatro di battaglie, bugie, amori e amicizie.
Harry pensava agli ultimi saluti, Ron a quelli che sarebbero venuti.
E Ginny si guardava intorno, carpendo ogni pensiero e facendolo suo.
Quel silenzio, innaturale fra di loro, fu interrotto dalla porta che sbatteva. Tutti trasalirono, e le loro mani andarono alle bacchette. Harry credette per un solo secondo che fosse la solita visita d'inizio anno di Draco Malfoy e dei suoi compari.
Non poteva che essere più in errore. Romilda Vane, felice della sua entrata a effetto, aveva posato il suo sguardo su Harry immediatamente, si era schiarita la voce e aveva cominciato a parlare con un tono estremamente fastidioso.

"Volevo avvisare Hermione Granger e Ginny Weasley che sono attese nello scompartimento dei Prefetti fra mezz'ora. Immagino sappiate di essere diventate Capiscuola."
Le due si guardarono stranite, ma fecero finta di nulla. Annuirono e la ragazza bruna se ne andò.
"Capiscuola? Parlava sul serio?" Fred era quasi inorridito.
"Ginny, ma cosa ti prende? Prima Ron, poi tu. Dovreste seriamente vergognarvi!" Lo incoraggiò George.
"Silente forse è diventato suonato. Si è dimenticato di dirci questo piccolo particolare." Ginny aveva un'espressione contrita, quasi a voler scacciare un brutto pensiero.
Hermione, invece, era il volto della gioia. "Ci speravo così tanto! Pensavo avessero scelto qualcun altro!"
Harry e Ron scoppiarono a ridere, aspettandosi la sua reazione.
"La solita Hermione." Ron scosse la testa.
"Oh, Ron sta' zitto! Non puoi capire." Harry imitò la voce altera di Hermione, e tutti risero, finalmente alleggeriti dalle preoccupazioni e pronti a cominciare un nuovo anno.

 

Si sentì scuotere un attimo, e i suoi sogni su Thestral e fiori parlanti furono interrotti. Aprì piano gli occhi e vide Ron sorriderle gentilmente.
"Dovresti cambiarti, Herm. Siamo quasi arrivati."
Lei sorrise. "Grazie, Ron. Ora lo faccio."
Qualcosa dentro di lei si mosse e si alzò in fretta per prepararsi. Mentre si dirigeva verso il bagno per cambiarsi, la prese una strana agitazione. Gli occhi azzurri e vispi di Ron l'avevano per un momento spiazzata e il cuore le era tremato per lo spazio di un secondo. Abbassò lo sguardo tristemente, apparentemente senza nessuna ragione al mondo.
"Devi cambiarti anche tu?" Una voce sognante la richiamò alla realtà. Luna, con degli strani ferretti in alluminio fra i capelli, la stava sicuramente fissando da un po' e stava facendo qualche congettura sui Gorgosprizzi che le popolavano i riccioli ribelli.
Hermione, abituata a queste sue dolci stranezze, decise di ritornare in se stessa. "Sì, ma il bagno è occupato. Dov'eri? Pensavo saresti venuta a trovarci con Neville."
Lei guardò in aria, trovandoci qualcosa di estremamente interessante, che Hermione non seppe cogliere. "Sono passata, in realtà. Tu dormivi come un ghiro."
"Capisco." Si diede mentalmente della stupida.
La porta si aprì e ne uscì una ragazzina con i capelli scurissimi, neri quasi come la pece, che alla vista delle due sobbalzò. Guardò prima una e poi l'altra con gli occhi sgranati in modo deferenziale. A Hermione quello sguardo non piacque per niente, ma decise di esserselo solo immaginato.
La ragazzina arrossì pian piano e, prima che una delle due potesse dirle qualcosa, borbottò qualcosa e scappò via. Luna osservò il tutto come se fosse solo un piccolo dettaglio di qualcosa di insignificante e fece spazio all'amica per farla passare. Hermione le rispose con un cenno ed entrò.

 

Hagrid agitava la manona, felice come non mai, salutandoli allegramente, curandosi poco di tutti i ragazzini del primo anno che lo aspettavano in gruppo. I ragazzi risero e andarono verso le carrozze. I Thestral, imponenti come sempre, si stagliavano nella scura notte come se fossero ombre oscure. Cavalieri nella notte aspettavano qualcun altro da trainare. Harry sorrise, memore della loro gentilezza e dolcezza, e ripensando per un solo attimo all'esperienza al Ministero, tre anni prima.
Scosse la testa, scacciando via i brutti pensieri, e sorrise tra sé. Si girò verso Ginny e le sfiorò la mano, a ricordarle la sua presenza. Lei dapprima lo fulminò con lo sguardo, poi gli sorrise furbescamente e salì sulla carrozza. Il suo cuore ballò la macarena nel petto, come sempre quando c'era lei, e la seguì in fretta. Si rese conto che era l'ultimo a salire e fece un cenno di scuse.
"Il principino si fa attendere sempre." Lo sfotté George.
"Oh, ma sta' zitto." Rispose seriamente, ma scoppiò a ridere subito dopo.

Entrare di nuovo dal Portone della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts fu un'emozione enorme per tutti coloro che avevano partecipato alla Guerra e per chi aveva dovuto affrontare le angherie dei Carrow l'anno precedente. I quadri risuonavano di vita e non facevano che urlare saluti agli studenti e a gesticolare come matti. Harry rimase incantato quasi come la prima volta e non faceva a meno di sorridere. Ron scoppiava a ridere per qualsiasi cosa, soprattutto alla vista di Sir Cadogan che faceva delle avances a delle ragazzine del terzo anno. S'incamminarono in fretta nella Sala Grande, trepidando per il gustoso banchetto che li aspettava.
La Sala, dal canto suo, sembrava risplendere cento volte di più di quanto avesse mai fatto, e la stessa luce era presente negli occhi del Preside Silente, finalmente tornato al posto che gli spettava, mentre osservava uno per uno ogni alunno che si sedeva al proprio tavolo.
I sei si sedettero subito al loro posto, ammirando il cielo stellato sopra di loro. Quella era una di quelle magie che più era mancata a tutti loro. Stavolta non c'era nessuna battaglia a incrinare quella tranquillità.
Sembrava che ogni Grifondoro non vedesse l'ora che arrivassero i Weasley, Harry e Hermione. Seamus, Dean e Neville smisero di ridere tra di loro alla loro vista e si gettarono subito su Harry e Ron, stritolandoli. Calì e Lavanda, invece, si avvicinarono timidamente e abbracciarono Hermione, che fece una faccia buffa, a metà fra il sorpreso e il compiaciuto.
La Guerra cambiava le persone ed era capace di far nascere amicizie improbabili, come quella.
Ginny si avvicinò alle sue compagne e le abbracciò una per una allegramente, per poi allontanarsi e sedersi vicina a Fred.
Terminati i saluti e raccontate le ultime novità, il Portone si aprì, lasciando passare i primini, impauriti ed estasiati, pronti al proprio Smistamento.
Il Cappello, ancora in vita nonostante le fiamme appiccate da Voldemort, sembrava lo stesso di sempre. Si schiarì la voce e cominciò la sua allegra filastrocca:

Benvenuti a voi, primini,
siete ancora dolci bambini.
Con le vostre guance paffutelle
e gli occhi pieni di stelle,
aspettate trepidanti
che la smetta con i miei canti.
Tranquilli, adesso vi smisterò
e nelle vostre rispettive Case vi manderò.
Grifondoro, con le sue fauci aperte e il suo coraggio
vi aspetta, affinchè diventiate del sole un raggio?
O Serpeverde, astuzia e spavalderia
fan di questa Casa una badia!
O Tassorosso, dove la bontà regna sovrana
e la tristezza è lontana?
Oppure andrete a Corvonero, dove si sa tutto,
i voti innanzitutto!
Adesso, state calmi, mi silenzierò
e qui sopra vi aspetterò!

Un applauso fragoroso partì dai quattro diversi tavoli, e il Cappello rispose inchinandosi verso ognuno di loro.
Dopo circa mezz'ora e la fine dello Smistamento, finalmente, il Preside diede il via al banchetto e le tavolate si riempirono il doppio del solito, e tra un pasticcio di carne e una torta di melassa, si riempirono anche le pance di ognuno di loro.
Quando tutti furono così sazi e assonnati a tal punto da addormentarsi sulle sedie, Silente si alzò e si schiarì la voce, imprimendo immediatamente il silenzio in tutta la Sala.
"Bentornati ai vecchi e benvenuti ai nuovi! Spero davvero che la cenetta che hanno preparato gli elfi sia stata di vostro gradimento. Di sicuro ci hanno messo tutta l'anima per prepararla, dopo l'anno passato. Sono felice di essere di nuovo qui a intorpidirvi ancora di più con i miei discorsi da vecchio sconclusionato, soprattutto sapendo che nessuno di voi deve tener duro contro una perdita o una sconfitta. Le novità le lasceremo a domani mattina, quando sarete abbastanza svegli da carpirle. Per ora, voglio solo dare il benvenuto a due nuovi professori che, insieme, insegneranno Difesa Contro le Arti Oscure, Gideon e Fabian Prewett!" Un applauso fragoroso scoppiò dai quattro tavoli, seppur in minoranza da Serpeverde. Harry notò che le loro facce erano molto meste e spaventate, invece che superbe come le ricordava. La maggior parte dei familiari dei Verdeargento erano ad Azkaban da almeno un mese e forse questo aveva fatto abbassare loro la cresta. La testa biondo platino di Draco Malfoy era rivolta verso il basso, quasi indifferente al mondo circostante.
Intanto, tutti intorno a lui sembravano a un metro da terra e commentavano l'assunzione di quei due scalmanati come professori di Difesa.
"Non ci posso credere. Ho sempre pensato che Silente fosse pazzo, ma dare un incarico a quei due è veramente da matti da legare!" Disse Ginny, con un sorriso accennato.
"Sarà meraviglioso!" Puntualizzò Ron.
"Sarà divertente. Gli ultimi insegnanti non lo erano poi così tanto." Rise Neville.
Al che, Ginny capì perfettamente le ragioni di Silente e la sua espressione divenne forte e sicura. "Hai proprio ragione."
La voce di Silente e il suo sorriso benevolo riscossero poi la Sala. "Bene, siamo tutti contenti di avervi con noi! Vi auguro una buonanotte e vi ricordo che la felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce. E così è successo, alla fine. Fate dei dolci sogni, Op Op!"
Si allontanò dal suo scragno e tutti applaudirono, guardandosi l'uno con l'altro con un nuovo vigore nelle membra.

 

Il mattino dopo sembrò a Ron il giorno di Natale. Svegliarsi nel letto a baldacchino del suo dormitorio fu una carezza dolce sul viso, e ciò lo fece sentire carico e pronto ad un nuovo (e ultimo) anno. Si alzò piano, mormorò un "Sonorus" e si schiarì la voce.

"SVEGLIAAAAA!!! BRUTTI GRIFONDORO USCITE IL VOSTRO CORAGGIO E AFFRONTATEMI!"

All'unisono, gli altri sei (compresi Fred e George ovviamente!) si alzarono spaventati e cruciarono con lo sguardo l'idiota che li aveva svegliati. Si lanciarono un'occhiata fra di loro e si avvicinarono piano a Ron, brandendo i loro cuscini come se fossero armi letali.
Questo bastò a spaventarlo, e subito prese i suoi vestiti e corse in bagno, inciampando nei suoi stessi piedi.
Dopo svariate minacce, poste a turno da tutti i Grifondoro del settimo anno, scesero a fare colazione. Hermione e Ginny erano già lì che confabulavano, osservando i posti vuoti dei loro compagni con disapprovazione.
"Che avete tanto da borbottare?" Disse Harry con l'affanno, lasciando un veloce bacio sulle labbra di Ginny.
"Niente, ci chiedevamo che fine aveste fatto." Rispose Hermione, inarcando le sopracciglia.
"Sono sempre nei tuoi pensieri, eh Hermione?" Non sapeva da dove fosse sbucata la voce di Fred in quell'ammasso di corpi, e questo la disiorentò.
"Certo, come no." Lo sentì ridere e poi si rese conto che era proprio dietro di lei. Arrossì imbarazzata e deviò il suo sguardo.
Ron, alla loro vista, aggrottò sospettoso le sopracciglia, ma non disse nulla. Preferì rimanere imbronciato per i minuti restanti, fino a quando la McGranitt non decise di prendere la parola.

"Bene, ragazzi. Il Professor Silente è dovuto andare al Ministero della Magia per una questione urgente, perciò sarò io a darvi le comunicazioni per questo nuovo anno. Come credo abbiate notato, le stanze sono più grandi. Visto che molti di voi non hanno concluso il loro ultimo anno, abbiamo deciso di formare classi più numerose, invece che tante di poche persone. A breve vi distribuirò i vostri orari. Se ci sono cambiamenti in merito alle lezioni che volete seguire, se possibile, verranno modificati. Buon primo giorno a tutti." Sbrigativa scese gli scalini e si avviò verso il tavolo di Grifondoro mentre, Harry notò con la coda dell'occhio, gli altri professori si avvicinarono a quelli delle altre classi. Ci volle un po' ma, quando la McGranitt arrivò al settimo anno, scoccò uno sguardo severo a tutti loro.
"Quest'anno avrete i M.A.G.O., perciò non tollero errori di nessun genere, nè futili distrazioni. - guardò attentamente i gemelli - Ora, appena vi chiamerò prendete i vostri orari e controllateli. Potter volevo avvisarti che sei di nuovo il Capitano di Grifondoro. Mi aspetto di vincere la Coppa del Quidditch quest'anno."
Harry, sorpreso, si aprì in un sorriso di gioia. "Ci può contare professoressa! Fisserò le selezioni in questi giorni."
Lei, dal canto suo, gli sorrise benevola e con una punta di orgoglio nella luce del suo sguardo.
“Bene! Volevo farti notare che, se tu fossi ancora dell’idea di diventare un Auror, puoi frequentare tutti i corsi. Sono stati tenuti in conto i voti dei G.U.F.O. per tutti, visto che al sesto anno, con il funerale…” Si bloccò un attimo, respirò profondamente e riprese il suo discorso. “Bè, se c’è qualche problema fatemelo sapere. Buona giornata a tutti voi. Ci vediamo nel pomeriggio.” Sbrigativa si allontanò e uscì dalla Sala Grande.
Harry la seguì con lo sguardo un po’ tristemente. Le ferite erano ancora aperte anche per lei.
Abbassò lo sguardo e lo fissò sul suo nuovo orario. Quel giorno aveva Incantesimi, Pozioni e Trasfigurazione.
Un po’ pesante come primo giorno, ma poteva andare. Rimase un po’ deluso vedendo di dover aspettare il giorno successivo per frequentare la lezione di Difesa.
“Andiamo?” Ron tossicchiò al suo fianco, e annuì. Tutti insieme si avviarono verso l’Aula del Professor Vitious, che li aspettava con impazienza e batteva le mani dalla sua sedia ingigantita.
“Forza forza! Non voglio ritardi! Quest’anno avete i M.A.G.O. e dovete darvi da fare!” Squittì in modo imponente l’ultima frase, cosa che non si crederebbe possibile osservando la sua stazza.
Si prospettava per tutti loro una giornata piena di raccomandazioni e ansie per i nuovi esami, ma nessuno, stranamente, si scoraggiò.


Subito dopo la cena, tutti si riunirono in Sala Comune, nella loro postazione preferita: vicino al camino. Ron notò i vari studenti fissarli insistentemente, come se si aspettassero un crollo nervoso o qualche magia fuori dal comune.
“Hermione, perché non togli qualche punto a tutti quelli che guardano? Ne ho piene le scatole.” Si rivolse brusco verso di lei, immersa quasi interamente nella lettura di un tomo enorme.
“Non posso togliere punti per queste stupidaggini, Ron.” Rispose lei sbrigativa.
“Allora lo faccio io. – Ginny s’intromise con una luce folle negli occhi e si rivolse a coloro che, nonostante tutto, continuavano a guardarli. – Ehi voi, 10 punti in meno a ognuno di voi, e farete meglio a smetterla di fissarci, altrimenti vi do una punizione che neanche immaginate. Non me ne frega niente di togliere punti alla mia stessa Casa, chiaro?”
Quelli annuirono spaventati e rimpicciolirono sotto il suo sguardo.
Harry e Ron ridacchiarono soddisfatti, mentre Hermione accennò un sorriso, senza alzare lo sguardo né rimproverarla come suo solito.
Fu allora che sentirono un picchiettare insistente sulla finestra lì vicino.
“Edvige!” Harry si alzò in fretta e la fece entrare. Lei, dal canto suo, si posò elegantemente sulla poltrona e allungò due lettere verso di lui.
Harry le prese, ringraziandola con un buffetto, e notò che una era da parte di sua madre. L’altra, invece, era di Cho. Ginny, che si era accorta del suo cambio di espressione, assottigliò lo sguardo.
Harry, però, aprì immediatamente la lettera della madre, evitando il suo sguardo.

Caro Harry,
Come vanno le cose a scuola? Il primo giorno è stato pesante?
Qui tuo padre mi sta facendo impazzire! Come al solito, dirai. Ma ti assicuro che è peggiorato di gran lunga da quando te ne sei andato ieri. Lo credevo impossibile, eppure è così!

L’addestramento sta andando bene, a sentire lui. Anche se con l’ottimismo che si ritrova è difficile che qualcosa possa andare storto. Sembra che viva nel Paese dei Balocchi.

Ciao Harry, come stai? Tua madre esagera sempre! Io e Sirius abbiamo fatto scintille oggi. Siamo i migliori combattenti in circolazione, parola mia! (E la parola di un Potter è sacra, lo sai!)

Ben detto Ramoso! Lils non capisce un accidente di niente! Sono a casa Potter stasera. Credo di aver rovinato una serata romantica, ma poco male. In cambio ho mangiato tutti i manicaretti di tua madre. Remus ti saluta, anche se non è qui! Lo vedrai presto, ti sorprenderà!
Felpato non anticipare nulla! Non fare il guastafeste! Harry, non credere a nulla di ciò che ti dice. Comunque tua madre sta cercando di riprendersi questa lettera ed è alquanto spaventosa, perciò ti saluto! Ci sentiamo presto figliolo! Ti saluta anche quel cagnaccio di Sirius!

Tesoro scusali. Sono iperattivi e io non li sopporto più! Fammi avere presto tue notizie, ci conto!

Voglio sapere tutto sulle tue giornate ad Hogwarts, sia chiaro!
Un abbraccio da tutti noi,

ti vogliamo bene.

 

La tua mamma

 

 

Harry sorrise dolcemente e ripose con cura la lettera nel mantello. Poi si decise a prendere l’altra, decisamente più breve.

 

Ciao Harry,

Come stai? Mi ha fatto tanto piacere vederti a Diagon Alley, qualche giorno fa…

Speravo di rivederti a Hogsmeade, appena avrai tempo e se vorrai.

Mi manca esserti amica. Fammi sapere presto, ok?
Cho

 

 

“Chi è?” Disse allora Ginny, quasi indifferente.

Le passò allora la lettera, un po’ spaventato dal tono di voce che aveva usato.

La lesse senza alcuna espressione sul volto e gliela ridiede con un sorrisetto. “Bene. Vediti con lei se ci tieni. Io vado a letto, buonanotte.”
Si alzò in fretta e se ne andò.

Harry rimase interdetto, non sapendo cosa fare.

“Ma…” Balbettò, cercando risposta negli altri due. Ron sembrava stranito quanto lui, mentre Hermione lo guardava quasi con compassione.

Sospirò. “Vado da lei. Buonanotte!”

Rimasti soli, Harry si voltò verso l’amico. “Ma che succede? Che ho fatto?”

“Non lo so, amico. Credo sia più facile rintracciare gli Horcrux che capire cosa passa nella mente delle ragazze!”
Ed Harry capì che non si riferiva solo a ciò che era appena successo.

 

 

NdA:

 

Salve a tutti!
Vi ricordate di me e della mia storiella?
spero di sì! Se così fosse, sarei la persona più felice sulla faccia della Terra!
Comunque, per quanto riguarda il capitolo, ecco le mie considerazioni:

·         Remus non è diventato professore di Difesa. Ho pensato che fosse decisamente troppo scontato, perciò gli darò un altro compito!

·         Si affacciano le prime gelosie e le prime insicurezze fra Harry e Ginny, ma non solo fra di loro. Ricordate che vi avevo detto che fra Ron e Hermione la situazione non fosse del tutto chiara? Ecco!
Non so ancora chi Hermione sceglierà, ma situazione dopo situazione scioglierò questo grattacapo!

·         Questo terzo punto, invece, è una richiesta da scrittrice a lettore. Credete che la tranquillità di questa nuova vita sia noiosa? Perché potrei rivoluzionare la storia e scriverla differentemente. Non so ancora come, ma accetto ogni suggerimento!

Detto questo, aspetto i vostri commenti/critiche con ansia! So di avervi fatto attendere, ma vi avevo avvertito… purtroppo ho gli esami di Stato quest’anno e studiare è la mia priorità!
Bene, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto…

Vi mando un abbraccio forte e gli auguri per Pasqua in ritardo!
A presto,

Eles

  
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