OTTAVO CAPITOLO
L'Hogwarts Express era fumante come sempre e
aspettava di accogliere la
fiumana di maghi che si era riversata nella stazione di Kings Cross
quella
mattina. C'era chi approfittava degli ultimi cinque minuti a
disposizione per
salutare i propri parenti, chi arrivava con il fiatone, sospirando
sollevato
per essere arrivato in tempo, chi cercava il proprio animaletto
scomparso e chi
si era già posizionato bellamente in uno scompartimento.
Gli sguardi di tutti, però, erano
puntati su due famigliole poco
lontane. La gente cercava di non farsi notare e di vedere con i propri
occhi i
maggiori esponenti della Guerra. La famiglia Potter e i Maladrini erano
distaccati dalla famiglia Weasley e scherzavano bonariamente, fino
all'ultimo
rintocco.
Ginny, a qualche passo di distanza, aveva notato
le spalle afflosciate
di Harry, e capiva perfettamente la sua poca voglia di allontanarsi per
mesi da
casa. Anche lei, nonostante fosse eccitata per il suo ultimo anno,
avrebbe
voluto passare più tempo assieme alla sua famiglia. Quelle
vacanze estive erano
state prive della solita allegria e fin troppo brevi. Nonostante Molly
Weasley
avesse riempito ogni singolo giorno di festicciole e manicaretti,
avrebbe
voluto stendersi un attimo e respirare l'aria nuova che li circondava.
Per
Harry, poi, quella sensazione era accentuata ancora mille volte. Come
ci si
poteva allontanare dai propri genitori dopo diciotto anni senza di
loro? Era un
controsenso.
D'altra parte era felice di poter passare
quell'anno insieme a lui, una
delle poche consolazioni al ritorno a scuola, seconda solo alla
presenza di
Fred. Il fratello era poco lontano da lei e, come sempre, faceva
battutine
idiote, seguito prontamente da George. Sospirò sonoramente,
attirando gli
sguardi dei due.
"Cosa c'è sorellina?" Disse George, quasi premuroso.
"Niente, mi chiedevo da dove abbiate preso la stupidità."
I due ghignarono in modo preoccupante, ma che non intimidì
Ginny.
"Dici adesso così. Quest'anno non sai cosa ti aspetta!"
Fred e il suo ottimismo. Oh caro mio, vedrai invece cosa
aspetta te! Ghignò
lei a sua volta.
"Voi due non farete proprio niente, a meno che non vogliate che venga a
scuola a tirarvi ogni capello uno per uno!" Per loro sfortuna, Molly
aveva
sentito quello scambio di battute e li osservava con un cipiglio severo
e spaventoso.
Questo bastò a zittire i gemelli e a far ridere tutti i
presenti.
Al momento dei saluti, però, l'atmosfera allegra scomparve
come fumo, lasciando
il posto a una più tesa e malinconica. Dopo che Arthur si
fece promettere di
ricevere almeno una lettera a settimana ("soprattutto tu, Ron!"),
tra lacrime e abbracci si separarono tutti, e i sei salirono sul treno,
alla
volta di Hogwarts.
Con un cenno del capo si misero tutti alla ricerca
di uno scompartimento
libero. Sembrò quasi che tutti gli occhi dei presenti
fossero incollati al
finestrino, mentre aspettavano il loro passaggio. Questo fece
innervosire non
poco Ginny, che non mancava mai di mandare qualche occhiata omicida qua
e là,
facendo ritirare quei visi curiosi al loro posto. Trovato uno
scompartimento
tranquillo per tutti, si sedettero già sfiniti.
"Spero non sia così tutto l'anno." Sospirò
malamente Hermione.
"Fidati Hermione, si stancheranno presto." Harry, di malavoglia,
cominciò a guardare fuori dal finestrino, ormai indifferente
alla gente
ficcanaso.
Le sue parole furono seguite dal solo silenzio. Ognuno di loro era
perso nei
suoi pensieri, pieni della solita trepidazione che contraddistingue un
nuovo
anno ad Hogwarts.
I gemelli si guardavano ogni tanto, forse confermando l'uno le
considerazioni
silenziose dell'altro. Entrambi non credevano di poter provare di nuovo
quella
sensazione.
Hermione si arrotolava distratta una cioccia dei suoi capelli,
riflettendo sul
posto in cui stavano tornando, teatro di battaglie, bugie, amori e
amicizie.
Harry pensava agli ultimi saluti, Ron a quelli che sarebbero venuti.
E Ginny si guardava intorno, carpendo ogni pensiero e facendolo suo.
Quel silenzio, innaturale fra di loro, fu interrotto dalla porta che
sbatteva.
Tutti trasalirono, e le loro mani andarono alle bacchette. Harry
credette per
un solo secondo che fosse la solita visita d'inizio anno di Draco
Malfoy e dei
suoi compari.
Non poteva che essere più in errore. Romilda Vane, felice
della sua entrata a
effetto, aveva posato il suo sguardo su Harry immediatamente, si era
schiarita
la voce e aveva cominciato a parlare con un tono estremamente fastidioso.
"Volevo avvisare Hermione Granger e Ginny Weasley
che sono attese
nello scompartimento dei Prefetti fra mezz'ora. Immagino sappiate di
essere
diventate Capiscuola."
Le due si guardarono stranite, ma fecero finta di nulla. Annuirono e la
ragazza
bruna se ne andò.
"Capiscuola? Parlava sul serio?" Fred era quasi inorridito.
"Ginny, ma cosa ti prende? Prima Ron, poi tu. Dovreste seriamente
vergognarvi!" Lo incoraggiò George.
"Silente forse è diventato suonato. Si è
dimenticato di dirci questo
piccolo particolare." Ginny aveva un'espressione contrita, quasi a
voler
scacciare un brutto pensiero.
Hermione, invece, era il volto della gioia. "Ci speravo così
tanto!
Pensavo avessero scelto qualcun altro!"
Harry e Ron scoppiarono a ridere, aspettandosi la sua reazione.
"La solita Hermione." Ron scosse la testa.
"Oh, Ron sta' zitto! Non puoi capire." Harry imitò la voce
altera di
Hermione, e tutti risero, finalmente alleggeriti dalle preoccupazioni e
pronti
a cominciare un nuovo anno.
Si sentì scuotere un attimo, e i suoi
sogni su Thestral e fiori parlanti
furono interrotti. Aprì piano gli occhi e vide Ron
sorriderle gentilmente.
"Dovresti cambiarti, Herm. Siamo quasi arrivati."
Lei sorrise. "Grazie, Ron. Ora lo faccio."
Qualcosa dentro di lei si mosse e si alzò in fretta per
prepararsi. Mentre si
dirigeva verso il bagno per cambiarsi, la prese una strana agitazione.
Gli
occhi azzurri e vispi di Ron l'avevano per un momento spiazzata e il
cuore le
era tremato per lo spazio di un secondo. Abbassò lo sguardo
tristemente,
apparentemente senza nessuna ragione al mondo.
"Devi cambiarti anche tu?" Una voce sognante la richiamò
alla realtà.
Luna, con degli strani ferretti in alluminio fra i capelli, la stava
sicuramente fissando da un po' e stava facendo qualche congettura sui
Gorgosprizzi che le popolavano i riccioli ribelli.
Hermione, abituata a queste sue dolci stranezze, decise di ritornare in
se
stessa. "Sì, ma il bagno è occupato. Dov'eri?
Pensavo saresti venuta a trovarci
con Neville."
Lei guardò in aria, trovandoci qualcosa di estremamente
interessante, che
Hermione non seppe cogliere. "Sono passata, in realtà. Tu
dormivi come un
ghiro."
"Capisco." Si diede mentalmente della stupida.
La porta si aprì e ne uscì una ragazzina con i
capelli scurissimi, neri quasi
come la pece, che alla vista delle due sobbalzò.
Guardò prima una e poi l'altra
con gli occhi sgranati in modo deferenziale. A Hermione quello sguardo
non
piacque per niente, ma decise di esserselo solo immaginato.
La ragazzina arrossì pian piano e, prima che una delle due
potesse dirle
qualcosa, borbottò qualcosa e scappò via. Luna
osservò il tutto come se fosse
solo un piccolo dettaglio di qualcosa di insignificante e fece spazio
all'amica
per farla passare. Hermione le rispose con un cenno ed
entrò.
Hagrid agitava la manona, felice come non mai,
salutandoli allegramente,
curandosi poco di tutti i ragazzini del primo anno che lo aspettavano
in
gruppo. I ragazzi risero e andarono verso le carrozze. I Thestral,
imponenti
come sempre, si stagliavano nella scura notte come se fossero ombre
oscure.
Cavalieri nella notte aspettavano qualcun altro da trainare. Harry
sorrise,
memore della loro gentilezza e dolcezza, e ripensando per un solo
attimo
all'esperienza al Ministero, tre anni prima.
Scosse la testa, scacciando via i brutti pensieri, e sorrise tra
sé. Si girò
verso Ginny e le sfiorò la mano, a ricordarle la sua
presenza. Lei dapprima lo
fulminò con lo sguardo, poi gli sorrise furbescamente e
salì sulla carrozza. Il
suo cuore ballò la macarena nel petto, come sempre quando
c'era lei, e la seguì
in fretta. Si rese conto che era l'ultimo a salire e fece un cenno di
scuse.
"Il principino si fa attendere sempre." Lo sfotté George.
"Oh, ma sta' zitto." Rispose seriamente, ma scoppiò a ridere
subito
dopo.
Entrare di nuovo dal Portone della Scuola di Magia
e Stregoneria di
Hogwarts fu un'emozione enorme per tutti coloro che avevano partecipato
alla
Guerra e per chi aveva dovuto affrontare le angherie dei Carrow l'anno
precedente. I quadri risuonavano di vita e non facevano che urlare
saluti agli
studenti e a gesticolare come matti. Harry rimase incantato quasi come
la prima
volta e non faceva a meno di sorridere. Ron scoppiava a ridere per
qualsiasi
cosa, soprattutto alla vista di Sir Cadogan che faceva delle avances a
delle
ragazzine del terzo anno. S'incamminarono in fretta nella Sala Grande,
trepidando per il gustoso banchetto che li aspettava.
La Sala, dal canto suo, sembrava risplendere cento volte di
più di quanto
avesse mai fatto, e la stessa luce era presente negli occhi del Preside
Silente, finalmente tornato al posto che gli spettava, mentre osservava
uno per
uno ogni alunno che si sedeva al proprio tavolo.
I sei si sedettero subito al loro posto, ammirando il cielo stellato
sopra di
loro. Quella era una di quelle magie che più era mancata a
tutti loro. Stavolta
non c'era nessuna battaglia a incrinare quella tranquillità.
Sembrava che ogni Grifondoro non vedesse l'ora che arrivassero i
Weasley, Harry
e Hermione. Seamus, Dean e Neville smisero di ridere tra di loro alla
loro
vista e si gettarono subito su Harry e Ron, stritolandoli.
Calì e Lavanda,
invece, si avvicinarono timidamente e abbracciarono Hermione, che fece
una
faccia buffa, a metà fra il sorpreso e il compiaciuto.
La Guerra cambiava le persone ed era capace di far nascere amicizie
improbabili, come quella.
Ginny si avvicinò alle sue compagne e le
abbracciò una per una allegramente,
per poi allontanarsi e sedersi vicina a Fred.
Terminati i saluti e raccontate le ultime novità, il Portone
si aprì, lasciando
passare i primini, impauriti ed estasiati, pronti al proprio
Smistamento.
Il Cappello, ancora in vita nonostante le fiamme appiccate da
Voldemort,
sembrava lo stesso di sempre. Si schiarì la voce e
cominciò la sua allegra
filastrocca:
Benvenuti a voi, primini,
siete ancora dolci bambini.
Con le vostre guance paffutelle
e gli occhi pieni di stelle,
aspettate trepidanti
che la smetta con i miei canti.
Tranquilli, adesso vi smisterò
e nelle vostre rispettive Case vi manderò.
Grifondoro, con le sue fauci aperte e il suo coraggio
vi aspetta, affinchè diventiate del sole un raggio?
O Serpeverde, astuzia e spavalderia
fan di questa Casa una badia!
O Tassorosso, dove la bontà regna sovrana
e la tristezza è lontana?
Oppure andrete a Corvonero, dove si sa tutto,
i voti innanzitutto!
Adesso, state calmi, mi silenzierò
e qui sopra vi aspetterò!
Un applauso fragoroso partì dai quattro diversi tavoli, e il
Cappello rispose
inchinandosi verso ognuno di loro.
Dopo circa mezz'ora e la fine dello Smistamento, finalmente, il Preside
diede
il via al banchetto e le tavolate si riempirono il doppio del solito, e
tra un
pasticcio di carne e una torta di melassa, si riempirono anche le pance
di
ognuno di loro.
Quando tutti furono così sazi e assonnati a tal punto da
addormentarsi sulle
sedie, Silente si alzò e si schiarì la voce,
imprimendo immediatamente il
silenzio in tutta la Sala.
"Bentornati ai vecchi e benvenuti ai nuovi! Spero davvero che la
cenetta
che hanno preparato gli elfi sia stata di vostro gradimento. Di sicuro
ci hanno
messo tutta l'anima per prepararla, dopo l'anno passato. Sono felice di
essere
di nuovo qui a intorpidirvi ancora di più con i miei
discorsi da vecchio
sconclusionato, soprattutto sapendo che nessuno di voi deve tener duro
contro
una perdita o una sconfitta. Le novità le lasceremo a domani
mattina, quando
sarete abbastanza svegli da carpirle. Per ora, voglio solo dare il
benvenuto a
due nuovi professori che, insieme, insegneranno Difesa Contro le Arti
Oscure,
Gideon e Fabian Prewett!" Un applauso fragoroso scoppiò dai
quattro
tavoli, seppur in minoranza da Serpeverde. Harry notò che le
loro facce erano
molto meste e spaventate, invece che superbe come le ricordava. La
maggior
parte dei familiari dei Verdeargento erano ad Azkaban da almeno un mese
e forse
questo aveva fatto abbassare loro la cresta. La testa biondo platino di
Draco
Malfoy era rivolta verso il basso, quasi indifferente al mondo
circostante.
Intanto, tutti intorno a lui sembravano a un metro da terra e
commentavano
l'assunzione di quei due scalmanati come professori di Difesa.
"Non ci posso credere. Ho sempre pensato che Silente fosse pazzo, ma
dare
un incarico a quei due è veramente da matti da legare!"
Disse Ginny, con
un sorriso accennato.
"Sarà meraviglioso!" Puntualizzò Ron.
"Sarà divertente. Gli ultimi insegnanti non lo erano poi
così tanto."
Rise Neville.
Al che, Ginny capì perfettamente le ragioni di Silente e la
sua espressione
divenne forte e sicura. "Hai proprio ragione."
La voce di Silente e il suo sorriso benevolo riscossero poi la Sala.
"Bene, siamo tutti contenti di avervi con noi! Vi auguro una buonanotte
e
vi ricordo che la felicità la si può
trovare anche negli attimi più
tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce. E
così è successo,
alla fine. Fate dei dolci sogni, Op Op!"
Si allontanò dal suo scragno e tutti applaudirono,
guardandosi l'uno con
l'altro con un nuovo vigore nelle membra.
Il mattino dopo sembrò a Ron il giorno
di Natale. Svegliarsi nel letto a
baldacchino del suo dormitorio fu una carezza dolce sul viso, e
ciò lo fece
sentire carico e pronto ad un nuovo (e ultimo) anno. Si alzò
piano, mormorò un
"Sonorus" e si schiarì la voce.
"SVEGLIAAAAA!!! BRUTTI GRIFONDORO USCITE IL VOSTRO
CORAGGIO E
AFFRONTATEMI!"
All'unisono, gli altri sei (compresi Fred e George
ovviamente!) si
alzarono spaventati e cruciarono con lo sguardo l'idiota che li aveva
svegliati. Si lanciarono un'occhiata fra di loro e si avvicinarono
piano a Ron,
brandendo i loro cuscini come se fossero armi letali.
Questo bastò a spaventarlo, e subito prese i suoi vestiti e
corse in bagno,
inciampando nei suoi stessi piedi.
Dopo svariate minacce, poste a turno da tutti i Grifondoro del settimo
anno,
scesero a fare colazione. Hermione e Ginny erano già
lì che confabulavano,
osservando i posti vuoti dei loro compagni con disapprovazione.
"Che avete tanto da borbottare?" Disse Harry con l'affanno, lasciando
un veloce bacio sulle labbra di Ginny.
"Niente, ci chiedevamo che fine aveste fatto." Rispose Hermione,
inarcando le sopracciglia.
"Sono sempre nei tuoi pensieri, eh Hermione?" Non sapeva da dove
fosse sbucata la voce di Fred in quell'ammasso di corpi, e questo la
disiorentò.
"Certo, come no." Lo sentì ridere e poi si rese conto che
era proprio
dietro di lei. Arrossì imbarazzata e deviò il suo
sguardo.
Ron, alla loro vista, aggrottò sospettoso le sopracciglia,
ma non disse nulla.
Preferì rimanere imbronciato per i minuti restanti, fino a
quando la McGranitt
non decise di prendere la parola.
"Bene,
ragazzi. Il Professor Silente è dovuto andare al Ministero
della Magia per una
questione urgente, perciò sarò io a darvi le
comunicazioni per questo nuovo
anno. Come credo abbiate notato, le stanze sono più grandi.
Visto che molti di
voi non hanno concluso il loro ultimo anno, abbiamo deciso di formare
classi
più numerose, invece che tante di poche persone. A breve vi
distribuirò i
vostri orari. Se ci sono cambiamenti in merito alle lezioni che volete
seguire,
se possibile, verranno modificati. Buon primo giorno a tutti."
Sbrigativa
scese gli scalini e si avviò verso il tavolo di Grifondoro
mentre, Harry notò
con la coda dell'occhio, gli altri professori si avvicinarono a quelli
delle
altre classi. Ci volle un po' ma, quando la McGranitt arrivò
al settimo anno,
scoccò uno sguardo severo a tutti loro.
"Quest'anno avrete i M.A.G.O., perciò non tollero errori di
nessun genere,
nè futili distrazioni. - guardò attentamente i
gemelli - Ora, appena vi
chiamerò prendete i vostri orari e controllateli. Potter
volevo avvisarti che
sei di nuovo il Capitano di Grifondoro. Mi aspetto di vincere la Coppa
del
Quidditch quest'anno."
Harry, sorpreso, si aprì in un sorriso di gioia. "Ci
può contare
professoressa! Fisserò le selezioni in questi giorni."
Lei, dal canto suo, gli sorrise benevola e con una punta di orgoglio
nella luce
del suo sguardo.
“Bene! Volevo farti notare che,
se tu
fossi ancora dell’idea di diventare un Auror, puoi
frequentare tutti i corsi.
Sono stati tenuti in conto i voti dei G.U.F.O. per tutti, visto che al
sesto
anno, con il funerale…” Si bloccò un
attimo, respirò profondamente e riprese il
suo discorso. “Bè, se c’è
qualche problema fatemelo sapere. Buona giornata a
tutti voi. Ci vediamo nel pomeriggio.” Sbrigativa si
allontanò e uscì dalla
Sala Grande.
Harry la seguì con lo sguardo un po’ tristemente.
Le ferite erano ancora aperte
anche per lei.
Abbassò lo sguardo e lo fissò sul suo nuovo
orario. Quel giorno aveva
Incantesimi, Pozioni e Trasfigurazione.
Un po’ pesante come primo giorno, ma poteva andare. Rimase un
po’ deluso
vedendo di dover aspettare il giorno successivo per frequentare la
lezione di
Difesa.
“Andiamo?” Ron tossicchiò al suo fianco,
e annuì. Tutti insieme si avviarono
verso l’Aula del Professor Vitious, che li aspettava con
impazienza e batteva
le mani dalla sua sedia ingigantita.
“Forza forza! Non voglio ritardi! Quest’anno avete
i M.A.G.O. e dovete darvi da
fare!” Squittì in modo imponente
l’ultima frase, cosa che non si crederebbe
possibile osservando la sua stazza.
Si prospettava per tutti loro una giornata piena di raccomandazioni e
ansie per
i nuovi esami, ma nessuno, stranamente, si scoraggiò.
Subito dopo la cena, tutti si riunirono in Sala Comune, nella loro
postazione
preferita: vicino al camino. Ron notò i vari studenti
fissarli insistentemente,
come se si aspettassero un crollo nervoso o qualche magia fuori dal
comune.
“Hermione, perché non togli qualche punto a tutti
quelli che guardano? Ne ho
piene le scatole.” Si rivolse brusco verso di lei, immersa
quasi interamente
nella lettura di un tomo enorme.
“Non posso togliere punti per queste stupidaggini,
Ron.” Rispose lei
sbrigativa.
“Allora lo faccio io. – Ginny s’intromise
con una luce folle negli occhi e si
rivolse a coloro che, nonostante tutto, continuavano a guardarli.
– Ehi voi, 10
punti in meno a ognuno di voi, e farete meglio a smetterla di fissarci,
altrimenti vi do una punizione che neanche immaginate. Non me ne frega
niente
di togliere punti alla mia stessa Casa, chiaro?”
Quelli annuirono spaventati e rimpicciolirono sotto il suo sguardo.
Harry e Ron ridacchiarono soddisfatti, mentre Hermione
accennò un sorriso,
senza alzare lo sguardo né rimproverarla come suo solito.
Fu allora che sentirono un picchiettare insistente sulla finestra
lì vicino.
“Edvige!” Harry si alzò in fretta e la
fece entrare. Lei, dal canto suo, si
posò elegantemente sulla poltrona e allungò due
lettere verso di lui.
Harry le prese, ringraziandola con un buffetto, e notò che
una era da parte di
sua madre. L’altra, invece, era di Cho. Ginny, che si era
accorta del suo
cambio di espressione, assottigliò lo sguardo.
Harry, però, aprì immediatamente la lettera della
madre, evitando il suo
sguardo.
Caro Harry,
Come vanno le cose a scuola? Il primo giorno è stato pesante?
Qui tuo padre mi sta facendo impazzire! Come al solito, dirai. Ma ti
assicuro
che è peggiorato di gran lunga da quando te ne sei andato
ieri. Lo credevo
impossibile, eppure è così!
L’addestramento
sta andando bene, a sentire lui. Anche se con l’ottimismo che
si ritrova è
difficile che qualcosa possa andare storto. Sembra che viva nel Paese
dei
Balocchi.
Ciao Harry, come stai? Tua madre esagera sempre!
Io e
Sirius abbiamo fatto scintille oggi. Siamo i migliori combattenti in
circolazione, parola mia! (E la parola di un Potter è sacra,
lo sai!)
Ben
detto Ramoso! Lils non capisce un accidente di
niente! Sono a casa Potter stasera. Credo di aver rovinato una serata
romantica, ma poco male. In cambio ho mangiato tutti i manicaretti di
tua
madre. Remus ti saluta, anche se non è qui! Lo vedrai
presto, ti sorprenderà!
Felpato non anticipare nulla! Non fare il
guastafeste!
Harry, non credere a nulla di ciò che ti dice. Comunque tua
madre sta cercando
di riprendersi questa lettera ed è alquanto spaventosa,
perciò ti saluto! Ci
sentiamo presto figliolo! Ti saluta anche quel cagnaccio di Sirius!
Tesoro
scusali. Sono iperattivi e io non li sopporto più! Fammi
avere presto tue
notizie, ci conto!
Voglio
sapere tutto sulle tue giornate ad Hogwarts, sia chiaro!
Un abbraccio da tutti noi,
ti
vogliamo bene.
La tua
mamma
Harry
sorrise dolcemente e ripose con cura la lettera nel mantello. Poi
si decise a prendere l’altra, decisamente più
breve.
Ciao
Harry,
Come
stai? Mi ha fatto
tanto piacere vederti a Diagon Alley, qualche giorno fa…
Speravo
di rivederti a
Hogsmeade, appena avrai tempo e se vorrai.
Mi
manca esserti amica.
Fammi sapere presto, ok?
Cho
“Chi
è?” Disse allora Ginny, quasi indifferente.
Le
passò allora la lettera, un po’ spaventato dal
tono di voce che
aveva usato.
La
lesse senza alcuna espressione sul volto e gliela ridiede con un
sorrisetto. “Bene. Vediti con lei se ci tieni. Io vado a
letto, buonanotte.”
Si alzò in fretta e se ne andò.
Harry
rimase interdetto, non sapendo cosa fare.
“Ma…”
Balbettò, cercando risposta negli altri due. Ron sembrava
stranito quanto lui, mentre Hermione lo guardava quasi con compassione.
Sospirò.
“Vado da lei. Buonanotte!”
Rimasti
soli, Harry si voltò verso l’amico. “Ma
che succede? Che ho
fatto?”
“Non
lo so, amico. Credo sia più facile rintracciare gli Horcrux
che
capire cosa passa nella mente delle ragazze!”
Ed Harry capì che non si riferiva solo a ciò che
era appena successo.
NdA:
Salve
a tutti!
Vi ricordate di me e della mia storiella?
spero di sì! Se così fosse, sarei la persona
più felice sulla faccia della
Terra!
Comunque, per quanto riguarda il capitolo, ecco le mie considerazioni:
·
Remus non è diventato
professore di Difesa. Ho pensato
che fosse decisamente troppo scontato, perciò gli
darò un altro compito!
·
Si affacciano le prime gelosie e
le prime
insicurezze fra Harry e Ginny, ma non solo fra di loro. Ricordate che
vi avevo
detto che fra Ron e Hermione la situazione non fosse del tutto chiara?
Ecco!
Non so ancora chi Hermione sceglierà, ma situazione dopo
situazione scioglierò
questo grattacapo!
·
Questo terzo punto, invece,
è una richiesta da
scrittrice a lettore. Credete che la tranquillità di questa
nuova vita sia
noiosa? Perché potrei rivoluzionare la storia e scriverla
differentemente. Non
so ancora come, ma accetto ogni suggerimento!
Detto
questo, aspetto i vostri commenti/critiche con ansia! So di
avervi fatto attendere, ma vi avevo avvertito… purtroppo ho
gli esami di Stato
quest’anno e studiare è la mia
priorità!
Bene, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto…
Vi
mando un abbraccio forte e gli auguri per Pasqua in ritardo!
A presto,
Eles