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Autore: kidfrost    18/04/2015    1 recensioni
Grainne, sorella di Sylphid di Basilisk ed allieva di Radamanthys di Wyvern commette l'errore di distrarsi durante una missione, viene sconfitta e portata nel Tempio di Athena.
"Sollevò lo sguardo sul ragazzo che la stava portando in braccio, il suo viso era giovanissimo ma nei suoi occhi c'era la luce più limpida e ruggente che Grainne avesse mai visto. Senza che potesse fare nulla il suo viso si rigò di lacrime che si mischiarono al sangue e per qualche istante riuscì a percepirle, erano calde."
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Parto con una one-shot ma vorrei poterla continuare :')
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo Regulus, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A lungo aveva giaciuto, abbracciata alle tenebre. Chiudendo gli occhi le sembrava di percepire ancora il mondo come lo ricordava, i venti gelidi della Valle della Bufera Nera, l'olezzo di morte che spirava in ogni angolo degli Inferi ed il peso delle centotto Stelle Infernali sopra di lei. A lungo le aveva osservate, quei mali liberati dalla Nobile Pandora incarnati a luce demoniaca, quella luce che aveva bramato di possedere. Per molto tempo lei e suo fratello Sylphid le avevano osservate, domandandosi quali avrebbero ghermito un giorno, se fossero stati degni di vestire un'armatura nera.

-E' di là.-

Percepì la voce di una delle infermiere che si erano occupate delle sue ferite un po' troppo vicina, e fu certa che stesse parlando di lei. Tre albe aveva visto da quando Regulus l'aveva portata su quel letto e da allora non aveva più riaperto gli occhi. Li aveva chiusi nel momento in cui l'aveva salutata, scostandole una ciocca dalle guance appiccicose di lacrime e sangue e dandole un buffetto con l'indice sulla fronte. Poteva ancora percepire caldo su quel punto.

-Come sta?-

Trattenne in fiato per un istante, quella voce giovane le era parsa appartenere a Regulus, ma dal modo in cui poi il suo respiro tornò a fluire tranquillamente fu certa che non si trattasse di lui. Aveva imparato che il suo corpo reagiva diversamente anche solo al suo ricordo. Il respiro cambiava ritmo e le sembrava di percepire tepore sorgerle dal petto.

-Non mangia da tre giorni, nobile Doko.-

Allora aveva contato giusto, erano realmente tre le volte in cui la notte era scesa su di lei ed in quelle ore aveva dormito e si era risvegliata almeno il doppio delle volte. Doko, conosceva quel nome come tutti agli Inferi, era un altro dei cavalieri dorati. Ma come mai un Gold si interessava di lei? Lei che dopo tutto non era che una semplice allieva, neppure una Specter vera e propria. A differenza di suo fratello, non era ancora riuscita a dimostrarsi degna di una delle centotto.

-Dovete nutrirla, è solo una ragazzina.-

Perchè, perchè, perchè avevano tutti quella premura verso di lei? Si rigirò nel letto, sprofondando il viso nel cuscino. Cosa diamine importava loro della sua vita? Strinse in guanciale con quel poco di forza che le era rimasto e poi lo strizzò ed allargo, sfogando la sua frustrazione. Avrebbe preferito mille e mille volte essere presa a calci, pugni o torturata, era stata addestrata a sopportare ogni tipo di supplizio, ma non quella gentilezza.

-Guarda che devi mangiare.-

Dal nulla quella voce, quella che ormai popolava l'eco di ogni suo pensiero, ora più calma e forte che mai, accanto a lei. Sgranò le palpebre per la prima volta da troppo tempo e la accolse la luce pura e radiosa di Regulus di Leo. Quando le si era avvicinato? D'improvviso le tenebre non furono che un ricordo ed i suoi occhi si riempirono del sorriso luminoso di quel giovane leone. Nella foga di volgersi verso di lui aveva tirato il cuscino con troppa forza, la stoffa esplose tra le sue mani ed ora attorno a loro, nell'aria fluttuavano candide piume bianche. Ma per le sue iridi erano solo una cornice alla figura di Regulus che svettava accanto al suo letto, allungò un braccio e con l'indice le diede un buffetto sulla fronte, nel medesimo punto di tre giorni prima.

-Dai, vieni con me.-

Tese ora la mano che aveva allungato, con il palmo verso l'alto, come un invito ad afferrarla ed il corpo di Grainne reagì prima ancora dei suoi pensieri. Si ritrovò a sua insaputa a poggiare la propria mano sulla sua ed a scostare le coperte, per scendere dal letto. Vestiva con una tunica bianca, come ogni cosa accanto a lei, le lunghe tende che riparavano dal sole, tese tra una colonna e l'altra, le lenzuola e perfino il pavimento. Mise a fuoco l'infermiera che si occupava di lei, il suo sguardo perplesso ed accanto a lei Doko di Libra con il suo sorriso sornione.

-Nobile Doko, chiedo il permesso di portare... questa ragazza a nutrirsi.-

Doveva aver esitato perchè non conosceva il suo nome e Grainne si domandò come potesse voler chiamarla per nome. Ma in realtà, dal momento in cui le era apparso accanto ed aveva riaperto gli occhi su di lui, tutte le sue domande erano state spazzate via dalla sua luce e non esisteva nulla se non il suo viso. Ci mise parecchi minuti, infatti, a rendersi conto che non vestiva la sua armatura, ma una semplice tunica, un paio di braghe rattoppate sul ginocchio ed una buffa mantellina.

-Permesso accordato. Mi aspetto che siate di ritorno prima del tramonto.-

Regulus annuì ed iniziò a camminare, trascinando delicatamente con se Grainne che mosse i suoi passi leggeri dietro di lui mentre le piume ormai erano tutte a terra, attorno a loro. Rimasero in silenzio per un po' di strada e Grainne ebbe modo di ammirare il luogo in cui aveva dimorato ma mai scorto per tutto quel tempo. Era un tempietto su una collina timidamente illuminata dal sole e mentre scendevano la lunga scalinata di marmo ebbe modo di ammirare sotto la luce del mezzogiorno la valle dove sorgeva un piccolo villaggio.

-Quei capelli bianchi, deve essere lei...-

Un mormorio alle sue spalle la pietrificò. Le voci dovevano essere girate ed ora chiunque sapeva di quelle ciocche per le quali fin da piccola era stata derisa e che la caratterizzavano quasi unicamente. D'istinto si bloccò e si portò le mani al capo, come per nasconderli. Sfuggì alla presa delicata di Regulus ed affondò le dita tra le ciocche lunghe e lisce, stringendole come volesse nasconderle. Per alcuni istanti tutto ritornò scuro e lei era ancora solo l'allieva di Wyvern, progenie infernale, uno Spettro, un Demone e non apparteneva a quella terra. Anche il giovane leone si era fermato accanto a lei i suoi occhi cerulei e limpidi osservarono la scena.

-Hey voi due, non dovreste essere ad allenarvi?-

Percepì la sua voce calda avvolgerla allo stesso modo in cui la circondò con la sua mantella e le sue braccia. Le poggiò la stoffa sulle spalle e le alzò il cappuccio sul capo, fino a nascondere i suoi capelli; con la mano che era rimasta sulla nuca le carezzò delicatamente la testa. Avvicinò il suo viso fino a sfiorarsi reciprocamente la fronte in un contatto puro e candido, che avvicinò i loro occhi ancora di più. Se Grainne sapeva di essersi persa nelle sue iridi la prima volta che le aveva scorte, ora era certa di non voler mai più ritrovare la strada di casa. Ed il buio e tutto ciò che era stata ebbero lo stesso peso dei ricordi lontani. Meritava davvero di essere guardata così?.

-Non ti preoccupare, andrà tutto bene.-

E Grainne di nuovo gli credette, gli credette mentre le loro mani tornavano a stringersi e le sue dita robuste, reste forti e rovinate dagli allenamenti stringevano quelle di lei, così sottili e deboli. Avrebbe dovuto farsi molte altre domande ed avere mille dubbi, ma l'unica verità che conosceva ora era quella luminosa e ruggente degli occhi di Regulus di Leo.

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Alla fine non ho resistito ed ho scritto altro di loro due. L'ho fatto un po' perchè sentivo di dover ancora qualcosa a Grainne ed anche molto grazie alla recensione di innominetuo, che mi ha spronata a continuare e ringrazio ancora. :) Una volta una persona mi ha detto che le storie si devono scrivere solo quando c'è qualcosa da raccontare, solo quando ne vale la pena. Spero che questa storia valga di esser letta, che racconti davvero qualcosa. Mi son resa conto di quanto questo capitolo somigli un po' in effetti al primo, non aggiunge nulla di così nuovo, ripetizioni volute a parte, rileggendolo non lo riesco a trovare entuasiasmante. A mia discolpa posso dire che avevo previsto succedesse di più, la storia sarebbe dovuta andare un po' più avanti di così, ma per mia volontà di fare capitoli non troppo lunghi, mi sono fermata. Se anche voi scribacchiate nelle ore vuote saprete meglio di me che alla fine sono le storie a decidere come uscire e noi possiamo solo obbedire, ticchettando sulla tastiera.
Confermo quindi la mia volontà di andare avanti, penso di riuscire a concludere questo Mito Dimenticato in cinque capitoli e spero che la storia sia clemente e non si voglia allungare più del previsto. :)
Grazie ancora per aver letto/recensito o comunque dato una chance alla mia storia.
A presto,
Kid

 

   
 
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