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Autore: Ismene_    18/04/2015    4 recensioni
Chiudete gli occhi e immaginate.
Siamo alla fine del quinto anno. James Potter ha un piano. Sbagliare volutamente una pozione, spingere Lumacorno a compassione e ritrovarsi un pomeriggio intero con Lily Evans, la più brava della classe nonchè ragazza dei suoi sogni, per rifarla. I classici battibecchi tra i due maa ... qualcosa va storto e si ritrovano nel futuro.
La storia è ambientata nel 1993, quanto Harry era al suo terzo anno.
Non è un caso.
Io amo i Malandrini. Questo è il presupposto dal quale partire per capire tutte le mie scelte.
Quando Harry è la suo terzo anno tre dei Malandrini si ritrovano ad Hogwarts.
Remus è il professore di Difesa Contro le Arti Oscure.
Peter è Crosta (non mi dilungo xD).
Sirius cerca Harry.
Ne mancava soltanto uno.
Ebbene, eccolo qua!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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XVII

Rivelazioni inaspettate e amici ritrovati

 

 

Forse per la prima volta in quelle settimane, James non era triste al pensiero di separarsi dalla sua bella.

Il giovane Weasley gli piaceva, rivedeva molto di sé in quel ragazzo. Non era tuttavia soltanto questo, ma il pensiero che finalmente stesse per scoprire qualcosa. In realtà non ne era esattamente certo. L'alta probabilità che anche i gemelli fossero a conoscenza del grande segreto che nessuno si degnava di svelargli gli faceva pensare che si trattasse soltanto di uno stratagemma per tenerlo impegnato. Che non vi fosse, insomma, nessuno con cui parlare e niente da vedere.

Erano questi i pensieri che si affollavano nella mente di James mentre seguiva la sua momentanea guida fuori dal castello. Era una tiepida giornata di fine ottobre, quando il freddo invernale sembra ancora lontano, e una brezza leggera che guida le prime foglie gialle nella loro caduta rende gli ultimi giorni di sole l'equilibrio perfetto fra ciò che è stato e ciò che sarà.

Camminavano fianco a fianco in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Poi James iniziò ad intuire quale fosse la loro meta.
Mille volte aveva percorso quella strada, e l'ultima volta non risaliva ad un tempo molto lontano. Ogni volta con un umore diverso, ogni volta con la stessa grinta e determinazione che soltanto una forte passione può darti.

Stavano andando verso il campo di Quidditch.

-Giochi a Quidditch, George?- gli chiese incuriosito e sorpreso da quella meta inaspettata.

-Io e George siamo i Battitori- rispose orgoglioso, ma con una non celata ansia nella voce.

-Hai paura che Cercatore venuto dal passato ti batta?- gli chiese lui sogghignando.

-Manca un portiere, Reius, possiamo solo scaldarci se ti va.

Si diressero verso gli spogliatoi e giocarono per un po'. Mai James si era sentito così in quei giorni. Era stato bene alcune volte, come solo la presenza di Lily riusciva a farlo stare. Ora però era diverso... il Quidditch era qualcosa di diverso. Ora si sentiva libero. Quel campo fu finalmente una ventata di aria fresca, un ritorno a casa, al James Potter di sempre.

-Come facevi a sapere che gioco a Quidditch?- la domanda fu spontanea, era davvero sorpreso da quella trovata del suo accompagnatore.

-So diverse cose su di te...- iniziò lui, immaginando dove sarebbe andata a finire la conversazione.

-Sai anche che ho un figlio?

La domanda di James fu secca e decisa. Sapeva che i gemelli avevano intuito qualcosa parlando con lui e Lily. Sapeva che la ragazza lo stava aiutando a cercare qualcuno, o almeno a sapere qualcosa in più su questo qualcuno. Aveva visto quanto i due gemelli fossero svegli, anche se non lo davano a vedere, e quanto sinceramente presi dalla loro causa.

George non gli aveva fatto incontrare nessuno, né aveva parlato di nulla. Era ovvio che fosse sul punto di confessargli qualcosa. E James, ormai abbandonata ogni paura e con una rinfrescata determinazione non stava semplicemente ponendo una domanda, esigeva una risposta e sapeva che il suo interlocutore poteva dargliela.

-Vedi James- cominciò -Io voglio che tu ti fidi di me. So che per quanto io e mio fratello possiamo piacere a te e a Lily siamo pur sempre degli sconosciuti. Quindi voglio cercare di darvi dei motivi per fidarvi di me. Soprattutto perché tu ti fidi di me.

-Va avanti.

-Prima devo farti delle domande. La Mappa del Malandrino che abbiamo io e Fred è ancora l'unica in circolazione?

-No.

C'era una certa ammirazione nel tono del giovane Potter, mista a tanta curiosità di conoscere dove volesse andare a parare.

-Quindi sai chi sono alcuni degli studenti di Hogwarts.

-Certo.

-E ti basi soltanto su un nome visto su una mappa per chiedermi di tuo figlio?

-Sai come me che non è soltanto una mappa, George.- disse con lo sguardo fiero, preoccupato e serio -Dovrei risponderti di no. Dirti che so di più. Che conosco il nome di sua madre, i suoi gusti, il suo carattere. Approfittare della situazione, cercare di farti dire tutto senza peli sulla lingua. Ma non sarebbe leale. Mi hai detto che vuoi che io mi fidi di te; beh io mi fido. Quindi ti dirò tutta la verità, a patto che tu faccia lo stesso. Non so nulla di mio figlio. So che si chiama Harry, ma non so perchè abbia scelto questo nome. So che mi somiglia molto perché un fantasma esaurito ha flirtato con me pensando che fossi lui. So che ha gli occhi verdi, che è un Grifondoro e che è al terzo anno. E che metà di queste cose le conosco soltanto grazie alla mappa. Quindi, ora più di prima, è forse la cosa in cui confido di più al mondo. È l'unica ad avermi detto qualcosa. Quindi, George, unisciti a lei e dimmi tutto quello che devo sapere.

C'era qualcosa nel modo in cui lo guardava. Aveva parlato con trasporto, alzando la voce a tratti, ma senza mai perdere la forza che c'era nel suo sguardo. In quel discorso era concentrata l'essenza di James Potter.

La determinazione.

Il coraggio.

La lealtà.

Il tutto accompagnato da un velo di ironia che non lo abbandonava nemmeno nei momenti peggiori.

Poi c'era George Weasley. Un George Weasley che mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione del genere, di avere così tante responsabilità. Non ci era abituato, lui e Fred erano quelli simpatici.

Prima del discorso di James non aveva idea di cosa gli avrebbe detto. Lo aveva portato al campo da Quidditch per tenerlo impegnato mentre Lily parlava con Remus. Pensava che giocare per un po' gli averebbe fatto bene, ma non aveva idea che si sarebbe cacciato in quel guaio.

-Io non ho la più pallida idea di come ti senta tu in questo momento. Davvero. Mi rivedo in te per diverse cose, ma non riesco ad immedesimarmi. È una cosa più grande di te e di me, e non posso rischiare di fare stronzate. Non so come funzionano i viaggi nel tempo, ma non sono così stupido da pensare che due persone che vengono dal passato possano passeggiare allegramente per Hogwarts senza che ci siano delle conseguenze. Non sai quanto mi ci è voluto per avere il campo soltanto per noi oggi! Però so anche che ormai siete qui, che tu hai letto con i tuoi occhi il nome di tuo figlio e che ormai gran parte del danno è già stato fatto. Quindi non ti dirò tutto perché non so tutto, ma qualcosa di Harry posso dirtelo. Capisci?

-Capisco, George, capisco.

-Bene. Harry Potter è un ragazzino del terzo anno, il migliore amico di mio fratello Ron. È stato diverse volte a casa nostra e mia madre lo adora. Mia sorella, Ginny, credo sia innamorata di lui dalla prima volta che, piccolina, lo vide a King's Cross. Ha fatto perdere diversi punti a Grifondoro, ma molti glieli ha fatti anche guadagnare. Quando lui era al primo anno abbiamo anche vinto la Coppa delle Case! È un bravo ragazzo, James. E, cosa forse più interessante di tutte le chiacchiere che ho detto fino ad ora, è il più giovane cercatore della squadra di Quidditch degli ultimi cento anni!

-Più giovane di me?- fu l'unica cosa che riuscì a dire il povero James, bombardato da tutte quelle notizie e, stranamente, felice. Quel ragazzino, quello che fino a quel momento aveva visto come un qualcosa di molto lontano, stava iniziando ad acquistare dei caratteri concreti. Stava diventando suo figlio. Suo figlio, il più giovane giocatore di Quidditch degli ultimi cento anni!

-Già, più giovane di te!- ridacchiò George, che iniziava a pensare di non aver fatto il danno enorme che pensava.

 

 

***

 

 

-Non volete proprio dirmi dov'è Potter?

 

C'era una vena di isteria nella sua voce. Non che non si fidasse di loro o non potesse fare a meno di stare con Potter. Assolutamente no. Si sentiva soltanto molto protettiva nei suoi confronti. E, se all'inizio la cosa le era sembrata strana, ora si rendeva conto che non lo era affatto. James a modo suo si era aperto con lei, aveva visto delle parti del suo carattere che mai aveva pensato potessero esistere. In fondo non si era comportata molto bene con lui, aveva passato cinque anni a giudicarlo e odiarlo, senza mai guardarlo davvero. Logicamente in una situazione come quella che stavano vivendo vengono fuori parti del carattere che non si pensava di avere. Forse non era stata lei a giudicarlo male, ma Potter ma maturare in quei giorni. O almeno, questa era la versione dei fatti che preferiva raccontare a se stessa per non lasciare spazio ai sensi di colpa. Cosa certa era che lui, almeno, riusciva a parlarne.

 

-Lily, parlami della vostra vita insieme!- scherzò Remus, che per un attimo, soltanto un attimo, sentiva il bisogno di mettere da parte la stranezza della situazione e tutti i problemi ad essa collegati e godersi quei momenti con una vecchia amica. Vecchia amica che mai avrebbe sperato di rivedere.

-Tesoro hai idea di quanto possa essere frustrante per me avere Potter come unica compagnia? Anzi, di più, come unico interlocutore! Ho dovuto parlare con lui, capisci?- disse lei, ma nel suo tono di voce non c'era nessuna cattiveria.

-Avevo dimenticato tutti i vostri battibecchi, sai?

-Non mi dirai che un giorno smetterà finalmente di darmi il tormento?- rise lei. In realtà voleva capire dalle risposte di Remus se per qualche strano scherzo del destino davvero il ragazzo potesse essere figlio suo.

-Mi dispiace deluderti, ma continuerà almeno per un altro po' di tempo- rispose lui, cercando di arginare i danni.

-Dovranno farmi santa suppongo!- ribatté lei con un sorriso. -Sai una cosa mi ha sorpreso in questi giorni. O meglio, non la cosa in sé, ma il modo.

-Vedo che continui ad essere enigmatica, Lils!- la canzonò lui.

-Vedo che hai perso la tua pazienza, Rem!- gli fece il verso lei. -Quello che volevo dire che ho avresti dovuto vedere la sua reazione quando ha scoperto che sei diventato insegnante. Non so descriverti la sua felicità! Non c'era nessuna sorpresa nel suo sguardo, ma solo tanto tanto orgoglio. Davvero ho desiderato essere hai tuo posto! Mai ho visto una persona così fiera di un'altra. E sai, non me lo aspettavo, per questo mi ha sorpreso. Non che dubitassi della vostra amicizia, ma, lo sai, ti ho sempre visto molto diverso da loro. Non riuscivo a capire cosa vi legasse. Invece il suo sguardo quel giorno me lo ha fatto capire...- disse assorta nei suoi pensieri. Forse un po' più del dovuto considerando la sua reputazione. Infatti, non appena se ne rese conto, aggiunse -Mi ha fatto capire che anche Potter è capace di provare dei sentimenti!

 

-Ne è capace eccome Lily... ne è capace eccome. Soltanto tu non te ne sei ancora accorta.

Guardava quella ragazza, Lily prima del suo cambiamento, prima che si rendesse conto di tante cose. Fu in quel momento che si rese conto una volta in più di quanto fosse profondo l'amore fra lei e James; di quanto quel sentimento, proprio perché impiegò tantissimo tempo a sbocciare in lei, fosse autentico e consapevole. Non voleva affrettare le cose con delle parole sbagliate, non poteva forzare un processo che sapeva sarebbe arrivato a compimento nel più naturale dei modi. Quel piccolo seme che era in lei da sempre e che poco alla volta cresceva.

Si rendeva conto ora più che mai di quanto gli fossero mancati Lily e James; di quanto di loro rivedesse in Harry. Questo viaggio nel tempo era, ai suoi occhi, un miracolo. E per quanto sapesse con tutto se stesso che cercare di cambiare il passato sarebbe stato un grandissimo e pericolosissimo errore, non poteva fare a meno di nascondere a se stesso quanto desiderasse farlo. Il solo pensiero di quanto sarebbero state diverse le vite di tutti loro e di Harry in particolare...

 

-Remus, stai bene?- lo risvegliò dai suoi pensieri la ragazza.

-Mai stato meglio, Lily, mai stato meglio. Ora però sarà meglio che tu vada, ho una lezione nel pomeriggio. Fred mi ha detto che siete nelle cucine. Vorrei darvi un posto più... come dire pratico in cui stare, non so se la Stanza delle Necessità o...

-Stiamo bene nelle cucine per il momento Rem, grazie. Non sappiamo nemmeno se si tratti di una cosa temporanea o meno. Ti ricordo che la pozione l'ho fatta insieme a Potter, quindi non garantisco sulla sua efficacia. Poi non me la sento di stare completamente sola in una stanza con il tuo amico- rispose lei facendogli una linguaccia.

-Sai che non farebbe niente- sorrise Remus.

-Ancora non lo conosco bene, Rem!

-Ancora no...

  
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