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Autore: LadyVaderFrancy    18/04/2015    13 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~Capitolo 23 Un passo avanti a tutti
 

 Piton fece dei respiri profondi, alzò i suoi scudi di occlumanzia e il dolore al braccio diminuì leggermente. Poi guardò Harry: stavolta la visione sembrava più aggressiva del solito, così corse fulmineo al fianco del ragazzo e lo stese a terra tenendogli la testa.

 Il biondo fissava la scena sconvolto: aveva sentito delle presunte visioni o incubi da parte del Grifondoro, ma pensava fossero solo dicerie inventate per darsi importanza, e di sicuro non immaginava che potessero essere dolorose “Zio Sev, che succede?”

 “Ha una visione” rispose senza togliere gli occhi dal Grifondoro “Potter, chiudi la mente”

Il ragazzo urlò ansimando vistosamente “Non pos-so. E’ troppo ar-rab-biato…”

 “Lo so, ma devi tentare” rispose l’uomo facendo una smorfia guardandosi il braccio sinistro che continuava a bruciare come l’Inferno ((Non ce la farà ad Occludere in questo stato))

“Draco, prendi una pozione 'sonno senza sogni' dalle mie scorte private, una di quelle con la P; sono sul lato sinistro nel terzo ripiano”.

Il Biondo corse nel laboratorio del pozionista e prese la fiala, al suo ritorno la porse al suo padrino. L’uomo afferrò gentilmente il volto del moro e prima di dargliela disse: "Potter, puoi dirmi cosa vedi?”

 “Sembra come im- pazzito” urlò raggomitolandosi su se stesso. Poi, dopo alcuni profondi respiri aggiunse con fatica “c’è- c’è sangue ovun-que”.

Severus guardò il ragazzo: era pallido e madido di sudore, non poteva aspettare oltre, così gli sollevò la testa, appoggiò la fiala alle sue labbra e lo aiutò ad ingerirne il contenuto. Un attimo dopo vide il suo giovane volto rilassarsi e poi scivolò in un sonno profondo. ((La formula che ho preparato appositamente per lui è perfetta, ha un effetto istantaneo e durerà solo un paio d’ore, in modo che non resti incosciente troppo a lungo. E’ così simile a suo padre nell’aspetto da essere quasi disgustoso, eppure nel profondo posso vedere quanto assomiglia a Lily)). Poi si voltò verso il suo figlioccio “Draco, resta con lui, voglio che lo aiuti. Per ora portalo nella mia stanza”.

Il giovane Serpeverde annuì, poi lo guardò in quegli occhi scuri come una notte senza stelle “Zio Sev, stai andando da Lui, vero?” ((Non puoi, hai tardato troppo… Lui, Lui… non sarà felice))

 Il pozionista si alzò in piedi e annuì a sua volta, il braccio lo stava praticamente torturando: doveva andare.

“Ma – ma… aspetta… hai sentito che ha detto Potter? Se è vero … non puoi…” disse allarmato Draco, sperando di fermarlo.

“Ho fatto la mia scelta Draco. Conosco i rischi del mio ruolo” poi si voltò pronto a smaterializzarsi, a quel punto il giovane Serpeverde fece un passo verso l’uomo e con aria seria e con un tono solenne disse “Voglio stare dalla parte delle Luce, al tuo fianco… non ho bisogno di altro tempo”. ((Non voglio essere uno schiavo, non voglio essere come mio padre… Io-io non sono come lui. Voglio essere come Severus: lui farà di tutto per sconfiggere l’Oscuro, so che è costretto a fare cose orribili, cose che detesta: corre un grande rischio e io voglio aiutarlo, e poi… voglio che sia fiero di me! Non voglio vedere mai più la delusione nei suoi occhi a causa mia)).

“Ho piena fiducia in te, Draco. Prenditi cura di Potter in mia assenza, ne riparleremo al mio ritorno”. Per un solo attimo i loro sguardi si incrociarono, e Draco riuscì a vedere un bagliore negli occhi dell’uomo: non riuscì a capire cosa fosse, sperava soltanto fosse orgoglio per lui.
 

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Alzò il braccio sinistro per superare gli incantesimi che proteggevano il Manor, e con passo spedito entrò nell’atrio. Salì quasi correndo le scale che portavano nel Salone Centrale: era in ritardo, un forte ritardo che avrebbe sicuramente pagato a caro prezzo.
 Fece due respiri lenti e controllati, permettendo ai suoi scudi mentali di rafforzarsi ulteriormente spingendo nella parte più profonda e protetta della sua testa le immagini, i pensieri, i ricordi che dovevano essere celati al Signore Oscuro; dunque aprì la porta: l’atmosfera era lugubre, nella stanza regnava un silenzio surreale. Osservò il tavolo dove si svolgevano le riunioni: c’erano solo Narcissa e Lucius, Bellatrix e Yaxley con le teste chine. Poi, con la visione periferica dell’occhio, vide dalla parte opposta qualcuno steso al suolo. ((Cosa diavolo è successo qui? Perché ci sono solo loro quattro? Non ho mai visto Yaxley con quello sguardo terrorizzato prima d’ora, la paura è palpabile... E dove si trova il Signore Oscuro?))

“SEVERUSSSSSS”

IL pozionista rabbrividì profondamente al suono di quel sibilo sinistro:
“Mio Signore, vi chiedo perdono per il mio ritardo” disse chinando la testa e cercando di sembrare più rispettoso possibile. Sentì dei passi lenti e molto controllati dirigersi verso di lui, c’era uno starno odore che aleggiava nell’aria: era un odore di morte, odore di sangue fresco. Non alzò mai lo sguardo, non mosse un muscolo, finchè non sentì la presenza del suo padrone di fronte a lui; si inginocchiò senza indugi, gli baciò la veste e rimase in attesa: non poteva permettersi nessun errore; prima, quando era la presunta spia di Silente poteva essere scusato per un ritardo di oltre mezz’ora, ma adesso non aveva giustificazioni che potessero placare l’ira del suo padrone. Il signore Oscuro gli fece cenno di alzarsi e iniziò a camminare lentamente nella direzione dalla quale proveniva l’odore pungente che aveva sentito entrando. Dopo aver fatto solo pochi passi, una volta superata la metà dell’enorme tavolo di legno scuro, vide una scena raccapricciante: molti dei seguaci dell’Oscuro erano stesi a terra, brutalmente massacrati.
Severus osservò i corpi: erano quasi tutti membri del cerchio esterno, alcuni di loro erano molto giovani, anzi, fin troppo giovani; poi notò che c’erano anche due Mangiamorte del cerchio interno che erano stati entrambi assegnati alla ricerca della Bacchetta di Sambuco. ((Merlino! Sembra un campo di battaglia, molti dei cadaveri hanno delle ustioni e sono morti dissanguati, non ho mai visto una tale brutalità rivolta ai suoi seguaci prima d’ora, questo è il trattamento che in genere riserva a coloro che ritieni indegni: ai Babbani, ai Mezzosangue o ai traditori del proprio sangue)).
Il suo viso rimase inespressivo, ma dentro la paura lo invase come una potente onda di un mare in tempesta. ((Non posso morire proprio adesso! è troppo presto! Non ho portato a termine tutti i miei compiti… Non ho scelta. Speravo di poter aspettare ancora, ma data la situazione, non ho modo di poterne uscire illeso. Spero solo che l’informazione sia sufficiente a compiacerlo, e che il piano che ho architettato non vada a mio sfavore… devo state attento, molto attento ad ogni singola parola)).

“Perché non hai risposto immediatamente alla mia chiamata, Severus?” chiese con tono glaciale Voldemort.

“Mio Signore, poco prima di rispondere alla chiamata, ho trovato in uno dei libri del vecchio pazzo degli appunti: riguardano l’ubicazione della cosa che mi avete chiesto di cercare."

“Puoi parlare apertamente davanti a loro, Severus, dimmi cosa hai scoperto” sibilò, mentre prendeva posto a capotavola e con la mano indicava al suo 'presunto favorito' di accomodarsi alla sua destra.

Il pozionista prese posto al suo fianco. Appoggiò aggraziatamente le mani sul tavolo e poi, con tono deciso e senza emozione, riprese il suo resoconto “Sono solo poche pagine di appunti di quella che doveva essere una ricerca che il vecchio ha fatto molti anni fa, immagino che risalga al periodo dopo la morte di Grindelwald. Probabilmente la stava cercando anche lui a quel tempo proprio come voi mio Signore. Sembra che ci sia un motivo ben preciso per la quale è estremamente difficile trovare l’ubicazione della stecca dopo la morte del suo ultimo proprietario. Le ricerche pongono particolare enfasi su un’antica leggenda: il perno centrale di essa azzarda l’ipotesi che se tra il mago e la bacchetta di Sambuco si creava un legame e un affinità di straordinaria potenza, essa sarebbe rimasta celata agli occhi del mondo per un certo lasso di tempo, come una sorta di lutto. Le indicazioni dicevano che questo periodo oscilla da pochi giorni fino al termine massimo di un anno, mio Signore”.

“Ne sei sicuro, Severus? Ho letto molto sull’argomento, eppure non ho mai trovato nessun accenno ad un informazione simile” ringhiò furioso l’Oscuro: la sua irritazione era palese, sentiva la magia del suo padrone farsi sempre più densa e opprimente.

 ((Devo convincerlo che è la realtà… Mi serve altro tempo)). “Vi riferisco unicamente ciò che ho letto mio Signore, se siete in possesso di informazioni che ritenete contrastanti con questa versione, vi porgo le mie scuse, ma non ho avuto il tempo di approfondire l’argomento. In caso contrario però posso affermare con certezza assoluta che nonostante il vecchio pazzo fosse uno sciocco sentimentale, non avrebbe mai tenuto delle informazioni simili senza averle prima verificate.”

 “Se è vero Severus… Non posso aspettare tanto, la bacchetta mi serve ora. I membri dell’Ordine continuano ad ostacolare la mia ascesa, molti maghi si stanno unendo alle loro fila e non ci sono notizie di Harry Potter” la sua voce era solo un sussurrò, ma l’odio che trasudava era palpabile.

“Mio Signore, sugli appunti c’era anche un accenno ad un ipotetico modo per localizzarla, è una combinazione tra una pozione e un incantesimo di rivelazione. Sono molto vaghi, ma se mi concedete del tempo, potrei...”

 “Hai quindici giorni Severus” sentenziò Vondemort

“Mio Signore… “ (( Dovrei accettare, è molto rischioso spingerlo ulteriormente… ma sono troppo pochi)) “La pozione è solo accennata, e alcuni ingredienti che la compongono sono molto rari e difficili da reperire, avrò bisogno di più tempo”

Vondemort lo fissò i suoi occhi cremisi “Tempo, Severus? E sentiamo, di quanto tempo pensi di aver bisogno?”

Il pozionista deglutì: sapeva che qualsiasi risposta non avrebbe soddisfatto il Suo Signore, così misurò ogni singola parola, enfatizzando con il tono di voce che avrebbe fatto di tutto per accontentarlo “Tutto quello che potete concedermi mio Signore: farò del mio meglio come sempre, ve lo assicuro”.

“Hai un mese a partire da questo momento, non un giorno di più”. Poi si alzò e si voltò indugiando sui corpi senza vita che erano alle loro spalle, lasciando intendere con quel gesto che non avrebbe accettato nessun ulteriore fallimento.

 Piton seguì con lo sguardo l’uomo di cui era schiavo, sapeva che ormai era al limite della sua pazienza e che aveva osato fin troppo, in quel prezioso mese che era riuscito a guadagnare sarebbe riuscito a concludere tutte le cose che aveva in sospeso per aiutare Potter, ma ora doveva fare l’ultimo passo per assicurare anche la salvezza di Draco. Sapeva di avere gli occhi dei pochi rimasti puntati addosso, e che la richiesta che stava per fare avrebbe portato ulteriore agitazione e scompiglio a Malfoy Manor “Mio Signore, sono sicuro che il tempo che generosamente mi avete concesso sarà sufficiente. Al fine di avere una maggiore possibilità di riuscita avrei una richiesta”.

L’uomo si voltò a guardare il suo servo più fedele, quello che non lo aveva mai deluso: aveva nutrito dei seri dubbi sulla sua lealtà in passato, che si erano dissipati totalmente il giorno in cui aveva ucciso Silente, il suo più acerrimo nemico, l’unico vero ostacolo alla sua grande ascesa. “Un’altra richiesta, Severus?”

Piton strinse i pugni sotto il tavolo, avrebbe pagato per questo ne era certo “Mio Signore, so che avete accordato il trasferimento del giovane Malfoy. Vi prego di riconsideraste la vostra decisione. Draco ha ancora molto da imparare sulle arti Oscure. Non è pronto per un confronto diretto sul campo e sarebbe di scarsa utilità . Ma potrebbe essere una grande risorsa in questa situazione, è molto dotato nel campo delle Pozioni: sarebbe un valido assistente per aiutarmi a svolgere il mio compito”

A quel punto Lucius, totalmente indignato ringhiò “Mio Signore, non potete. Draco è mio figlio, dovrebbe combattere al fianco della sua famiglia, e non restare al castello!”

 “Lucius, Draco avrà tempo di dimostrare il suo valore in battaglia in futuro” disse Narcissa mettendo una mano sul braccio del marito, sperando di placarlo. ((Oh Severus, spero con tutto il mio cuore che tu riesca a tenere il mio Draco lontano da tutto questo… se oggi fosse stato qui, forse… ))

“Dà retta a tua moglie, Lucius” rispose freddamente Severus dandogli uno sguardo cupo.

“Non intrometterti Severus! Non spetta a te decidere!” ringhiò l’uomo.
 Voldemort allora alzò la bacchetta e lanciò un Crucio su tutti i presenti: come osavano discutere tra di loro in Sua presenza?

 Dopo un breve lasso di tempo rilasciò la maledizione e sibilò “D’accordo Severus, se ritieni che il giovane Malfoy possa esserti d’aiuto rimarrà sotto il tuo controllo, ma se fallirete… pagherete entrambi”.

Il pozionista lo ringraziò e poi fu congedato dall’incontro. Mentre si allontanava da Villa Malfoy, sapeva che presumibilmente quella sarebbe stata l’ultima volta che lasciava il Manor in tutta tranquillità. Presto il signore Oscuro avrebbe scatenato le sue armate, da lì a un mese la guerra sarebbe iniziata apertamente e lui probabilmente sarebbe morto, ma per ora tutto era andato più o meno come aveva previsto, era riuscito ad ottenere quello che voleva, forse per l’ultima volta.
 

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 Aprì gli occhi. La testa ancora gli doleva leggermente; si guardò intorno in quella penombra. Non era alla torre Grifondoro, ma allora dove si trovava? Poi, come se venisse dal nulla, sentì l’inconfondibile voce di Draco Malfoy. “Potter”

Il rosso si voltò di scatto e intravide il ragazzo seduto nell’angolo opposto con un libro in mano: “Dove siamo?”

 “Nella stanza del Preside, dovevo restare a controllarti. Ordini di Piton” disse con freddezza.

 Harry era turbato, per quanto tempo era rimasto da solo in quella stanza con Malfoy? Poteva il ragazzo averlo avvelenato mentre dormiva? No, non lo avrebbe fatto; e poi perché Piton gli aveva ordinato di sorvegliarlo? Non ricordava nulla dopo che i due Serpeverde erano tornati nella stanza degli allenamenti.

“Dov’è Piton?” sputò nervosamente

 Draco alzò un sopracciglio “E’ stato convocato dal Signore Oscuro. Non ricordi? È andato poco dopo che hai avuto una visione… Almeno così ha detto”

Harry s’irrigidì: ora ricordava… quelle immagini orribili; c’erano degli uomini … non erano uomini qualsiasi ma i suoi stessi servi! Tra di loro alcuni che potevano avere solo qualche anno più di lui; li aveva visti urlare mentre Voldemort li uccideva brutalmente. Ricordava l’immagine del pavimento di legno scuro ricoperto da tutto quel sangue, e poi poteva sentire la furia e la voglia di distruggere tutto e tutti. Aveva goduto nell’ ucciderli, e poi come un fulmine a ciel sereno un pensiero… ((La bacchetta… lui voleva la bacchetta! Piton doveva portargliela…è andato lì... NO!)).

“Perché è andato? Non doveva!" disse allarmato

“Tornerà presto”

Harry allora si alzò in piedi e si passò nervosamente una mano tra i capelli, poi iniziò a camminare su e giù vicino al letto del pozionista, mormorando a bassa voce cose incomprensibili. Il giovane Serpeverde lo osservò sorpreso e incuriosito ((Merlino! È preoccupato per Severus almeno quanto me, non pensavo che in vita mia avrei mai visto una cosa simile)).

“Potter, mi stai facendo innervosire! Siediti o prenditi una pozione calmante!” ringhiò Draco

“Ah, sta zitto! Perché non lo hai fermato? Lui non doveva andare … Voldemort ha...” sbottò Harry stringendo i pugni.

 Draco rabbrividì a sentirlo pronunciare il nome del Signore Oscuro “Cosa? Sei ammattito? Pensi davvero che sarei riuscito a fermarlo?”

((Ha ragione, non ci sarebbe riuscito. Forse potrei provare ad entrare nella mente di Voldemort per vedere se è tutto a posto… )) pensò mentre continuava a camminare avanti e indietro, sempre più irrequieto.
 Draco provò a scoprire per cosa il suo rivale era così preoccupato “Potter? Potter allora, vuoi rispondermi?”

Harry si voltò, e vide il biondo fissarlo con impazienza “Allora?”

 “Allora cosa, Malfoy, lasciami in pace! Devo pensare”

 “Tu pensare?!… Non farmi ridere”

Il Grifondoro allora con passo sicuro si avvicinò alla porta della stanza e mentre stava per uscire, si sentì afferrare per una spalla “Non puoi andartene, Severus ha detto che dovevi restare qui!”

Il moro si liberò dalla presa con uno strattone e poi sputò con rabbia “Lui non è qui, e quindi ora me ne vado... non ho tempo da perdere… devo sapere”

Draco allora gli puntò la bacchetta contro e sibilò “Siediti: farai quello che ha detto. Neanche a me piace l’idea di stare qui a farti da balia… ma resterai finchè non sarà tornato”

Harry allora si voltò furioso e stringendo i pugni ringhiò “Se tornerà… ”

 “Cosa intendi dire con se tornerà? Certo che tornerà!”

 “Il tuo padrone era furioso, sta cercando una cosa… e ha chiesto a Piton di trovarla e lui è andato lì a mani vuote per l’ennesima volta… ha ucciso molte persone stanotte… ”

 “Lui non è il mio padrone!!” urlò il ragazzo “E Severus tornerà, ha detto che lo avrebbe fatto… e lo farà. Smettila di dire sciocchezze… Io ho visto come sa raggirare il Signore Oscuro”

Harry sospirò preoccupato, sapeva che il Serpeverde aveva detto la verità: in molte delle sue visioni lo aveva visto cavarsela alla grande, ma stavolta… Voldemort era diverso, non era solo furioso, sembrava come turbato nel profondo da qualcosa.

 Poi si sentì un rumore provenire dalla stanza a fianco, allora entrambi i ragazzi si affrettarono ad aprire la porta: di fronte a loro c’era Piton che sfoggiava la sua solita espressione vuota “Ahhh, noto con piacere che siete illesi entrambi, almeno per una volta siete riusciti a seguire le mie istruzioni” disse ghignando.

“Zio Sev, stai-stai bene?”
L’uomo li osservò: sembravano sollevati “Questo mi sembra più che ovvio”
Draco allora lanciò un occhiataccia al ragazzo d’oro e sibilò “Hai visto, razza di idiota? Non ti azzardare a fare più scherzi del genere o te ne pentirai”.

“Risparmiati pure le tue minacce fasulle, Malfoy, altrimenti ti sistemo per le feste”

 “Provaci sfregiato” ed estrasse la bacchetta dalla veste

“Fatti sotto, vigliacco!” rispose Harry sfoderando la sua stecca

“Expelliamus!”sibilò il pozionista e immediatamente le bacchette di entrambi i ragazzi finirono nelle sua mani: “Razza di idioti! Sedetevi immediatamente alla scrivania e non osate fiatare o sarete due teste di legno molto dispiaciute, e questa, NON è una minaccia a vuoto” urlò l’uomo.

 I due ragazzi sbuffando ma presero posto velocemente, vedendo la vena dell’uomo pulsare vistosamente.

“Allora? Draco, hai sentito almeno una parola di quello che ho detto prima di uscire?”

 “Sì, ma è stata tutta colpa sua…” sputò puntando un dito verso Harry.
“Non è vero!” sbottò di rimando il ragazzo d’oro.

“Basta!” urlò Severus sbattendo la mano sulla scrivania di Silente. Poi si avvicinò ai due ragazzi e velenosamente disse: “Parlerete uno alla volta, e in maniera civile. Non vi consiglio di spingere la mia pazienza ulteriormente. Sono appena tornato da un incontro con il Signore Oscuro e cosa trovo? Due marmocchi che si comportano come due bambini viziati di cinque anni!
 Non ho tempo per queste sciocchezze!”

Poi fece comparire due pergamene e due piume “Scrivete: "Per vincere una guerra servono degli alleati, e che essi mi piacciano e meno mi comporterò in modo maturo e non lascerò che la mia testa di legno o il mio comportamento irresponsabile danneggi delle possibili alleanze, né tantomeno gli sforzi di chi cerca di salvarmi la vita". Per cinquecento volte.

“Cinquecento volte?! Ma…” chiese incredulo Draco.

“Cominciate subito! Se sento una sola parola uscire da uno di voi due finché non vi dirò il contrario, diventeranno il doppio: sono stato chiaro?”

 “Si” risposero in coro i due ragazzi afflitti.

“SI cosa?” Sibilò freddamente Piton ((Per Salazar questi due mi faranno uscire di senno))

“Si, signore”

 “Bene”. Poi Severus si alzò e andò alla finestra, pensando a come riorganizzare i suoi piani; con la coda dell’occhio vide i due ragazzi seduti gomito a gomito ((Quando saranno sufficientemente stanchi e annoiati, li metterò al corrente, in fondo è andata meglio del previsto: nessuno dei due è rimasto ferito in mia assenza. Dovrò parlare anche con Minerva e con il Lupo…Tutti avremo molte cose da organizzare… prevedo dei grandi mal di testa in arrivo… Ahhh Albus, dannazione! Questo doveva essere un compito tuo, non mio… odio dover discutere e dover mettere d’accordo le persone… Se fosse per me, lancerei loro volentieri un Imperio … Che Merlino mi aiuti!)).
Infine sospirò tristemente mentre guardava la lapide bianca del suo mentore: gli mancava il suo fastidioso buonismo, la sua insopportabile insistenza nel vedere il lato positivo di ogni situazione, il suo sostegno. Improvvisamente sentì un battito d’ali e subito dopo udì il canto melodioso di Fanny. Nessuno l’aveva più vista dalla notte in cui Albus era morto, eppure inspiegabilmente adesso era lì, spuntata praticamente dal nulla. Dopo aver effettuato un paio di volteggi nello studio l’uccello si poggiò delicatamente sulla sua spalla. Severus alzò un sopracciglio e sibilò ghignando “Sono sicuro che ti ha mandato il vecchio, vero uccellaccio fastidioso?” Fanny fece un trillo felice vicino al suo orecchio, come a voler confermare la sua affermazione “Immagino che sarebbe inutile provare a cacciarti”. La fenice fece un trillo più acuto, in segno di protesta e strinse la presa sotto le zampe confermando che sarebbe rimasta appollaiata esattamente dove si trovava “Ovviamente… Sei proprio testarda e invadente come Albus”. Infine accennò un leggero sorriso alla leggendaria creatura.


Ciao a tutti,
se ve lo state chiedendo, questa è la calma prima della tempesta e spero sia una grande tempesta!!
Ringrazio la mia beta Charlotte, che è sempre velocissima a dare un occhiata ai testi.
Ringrazio tutte le persone nuove che hanno recensito, e le fedelissime, l'ho apprezzato davvero moltissimo. Avevo dei seri dubbi su questi capitoli, ma con il vostro incoraggiamento ho continuato comunque a scrivere, invece di farmi  5.000 domande  e piagnucolare come una tassorosso davanti ad un dolcetto. (non me ne vogliano i tassorosso li adoro).
Non avete idea di quanto tengo a questa parte della storia e sapere che sta arrivando alla fine... mi fa sentire più indecisa, insicura.
Merlino Basta!!! Se mi sentisse SEV direbbe una cosa tipo:
"Miss Vader, pensa sia una cosa intelligente da fare? Ovviamente NO. Se non la smete immediatamente di sospirare e farfugliare che non riuscirà mai a finire questa FF, le darò io un motivo valido per lagnarsi!! SI rimetta subito a quell'aggeggio infernale che chiama tablet a scrivere! E quando torno voglio almeno l'equivalente di un rotolo di pergamena sulla mia scrivania, sono stato sufficientemente chiaro?"
Io avrei risposto balbettando un si signore, perché lo conosco bene e so quanto ci tiene ai titoli...
Ahhhh quasi dimenticavo recensite è !!!! Altrimenti lo dico a Sev... ahahahahah

Buona lettura
Lady V
 

PS: CARI LETTORI, MANCA UNA SOLA RECENSIONE PER ARRIVARE A 100!!! ME LO FATE QUESTO REGALONE!!! GRAZIE A TUTTI SIETE DAVVERO MERAVIGLIOSI!!!

 

   
 
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