Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lullaby1992    19/04/2015    1 recensioni
Una misteriosa donna, vestita con gli abiti della gendarmeria, arriva nell'ufficio di Erwin, citando una vecchio patto che ci sarebbe stato tra i due, e incitandolo a mantenere la parola data, pena, la sua vendetta.
Inoltre, tra lei, una bellissima e affascinante donna, di nome Astrid e il Capitano Levi sembra esserci una certa conoscenza, nonchè forse, vecchi rancori. è forse un amore andato a male, o solo incomprensioni dovute alla separazione delle scelte di vita?
I membri del corpo ricognitivo non conoscono per niente questo nuovo personaggio, eppure il capitano sembra conoscerla piuttosto bene. E il suo improvviso trasferimento dalla gendarmeria al corpo ricognitivo solleva alcuni sospetti, eppure il comandante sembra fidarsi di lei...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irvin Smith, Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quindi era questo il piano...” ansimò Astrid, ancora affannata dalla corsa assieme agli altri.

Raggiungiamo il carro dei rifornimenti” ordinò Petra, mentre Levi raggiungeva Erwin su un ramo.

...la volevano catturare viva...” commentò qualcuno. Forse Gunther.

Astrid rilasciò la tensione con una risatina. “Ora ricordo perché mi piace quel fenomeno di Erwin. Come si dice... chi non risica non rosica... e lui si che lo sa fare!”

Risica..? rosica?” Eren mi fissava come se la donna capitano avesse appena tirato fuori un qualche cosa di strano e pericoloso.

è un modo di dire. È come dire... chi non osa non ottiene. Per avere qualcosa, devi rischiare qualcos'altro” gli spiegò con un mezzo sorriso.

Come diamine fai a ridere in questa situazione! Sono morte un sacco di persone!” disse Gunther.

Siamo soldati. Sono cose che succedono. Quando ho firmato per il trasferimento a questa legione, sapevo bene che potevo restarci secca anche appena messo il naso fuori dalle mura. Quello che ora bisogna sperare, è che riescano a prendere quella figlia di buona donna che sta nella collottola di quella maledetta. Questo darà un senso alla fine di quegli uomini. Ci sono cose peggiori della morte. Ma il morire invano... fa arrabbiare” disse Astrid, rimanendo calma.

Aveva un senso.

I soldati strinsero i denti, capendo che in fin dei conti aveva ragione lei, o quanto meno, il suo ragionamento aveva una propria logica.

Qualcuno di voi lo sapeva?” chiese Eren per cambiare argomento, mentre controllavano i livelli di gas nelle loro bombole.

Non guardare me” rispose Astrid, controllando le fibbie e abbeverando il cavallo.

Nemmeno noi” rispose poi Petra per il gruppo.

Co-come mai?” domandò Eren.

Ci fu un attimo di silenzio, seguito dal consultarsi tra loro dei soldati della squadra Levi.

Erwin è una volpe. Avrà sospettato sin dall'inizio, quando sono stati uccisi i due titani del Trost che ci fosse una spia. A me non l'avrà detto per prudenza. Sono un capitano, ma se si tratta di sospetti infiltrati, sarò probabilmente in cima alla lista o poco sotto.

Per quanto riguarda gli altri... avrà fatto sapere il piano a quelli che sono i più anziani nei ranghi e a chi era strettamente indispensabile per l'operazione. Scaltro e saggio”

Dunque a te non infastidisce?” domandò Petra.

È naturale che si sospetti di me. Fossi al suo posto farei altrettanto” rispose semplicemente lei.

Già... e noi dobbiamo fidarci dei nostri superiori” asserì Erd infine.


Ritrovato lo spirito di gruppo, si mossero per mettersi in attesa.

Le cose capitano sempre troppo in fretta. I momenti di staticità, quasi noiosi, si alternano bruscamente ad brevi momenti intensi, come violente scariche d'adrenalina che paiono durare a volte ore, ma sono appena manciate di secondi.

Il titano femmina prese ad urlare come una forsennata, e i titani risposero alle sue grida piombandole addosso in massa distruggendo il suo corpo.

Erwin ordinò la ritirata al corpo di ricognizione, ma mandò Levi al carro per fare rifornimento di gas e lame.

Il gruppo dell'unità del capitano, però, vedendo il fumogeno, credettero che fosse stato Levi a mandare il segnale come di consueto e si misero in marcia in quella direzione.

Non sospettarono di nulla sino a quando trovarono Erd con la testa separata dal collo, e in brave tutto andò allo sfacelo.

Gunther la prima cosa che fece fu puntare su di me, sospettando delle mie intenzioni, ma la comparsa, o per meglio dire ri-comparsa del titano femmina lo fece desistere.

Auruo, con Petra e Astrid tentarono di bloccare la Titano.

La accecarono e iniziarono a tempestarla di colpi sulle spalle e nella zona ascellare per farle cadere le braccia e raggiungere la nuca, ma la femmina di titano fece una mossa inattesa: riuscì a rigenerarsi l'occhio destro. A quanto sembrava, era in grado di concentrarsi su un unico punto da rigenerare per accelerarne il processo.

Petraaa!” Astrid si tuffò per tentare di fermare la titano, tranciandole un polpaccio, e salvare la dolce ragazza. Non fece in tempo.

Fu spiaccicata come una mosca contro il tronco d'albero, rimanendo contro di esso con la schiena piegata in un angolo innaturale. Aveva certamente la spina dorsale spezzata.

Eren! Scappa! Subito! È te che vuole! Corri!” gli ordinò Astrid.

Lui però non sentiva, e Astrid dovette fuggire verso l'alto per evitare la fine di Petra.

La titano alzò il sinistro per tenare di prendere Astrid. Questa sganciò la fune e piantò l'altro grappino nella sua stessa mano, usandola come un'altalena per deviare il percorso ed evitare la destra.

Non tentò neppure di colpirla alla collottola. Aveva visto come aveva agito con gli altri. Si sarebbe protetta e avrei finito per farmi ammazzare in due secondi.

Auruo però era fuori di sé per la rabbia, tentò di approcciarla, finendo preso, sbattuto in terra e poi schiacciato.

La trasformazione di Eren fu repentina, e mentre sotto forma di titano si slanciava contro la femmina, Astrid balzò verso l'alto degli alberi.

Eren stava gridando la sua rabbia forsennata, e forse fu proprio questa ad attirare l'attenzione di Mikasa.

Astrid però le ordinò di rimanere in disparte. Provare a intromettersi in quel violento scontro di esseri di quindici metri d'altezza, era una morte assicurata: si poteva con il finire per essere in mezzo mentre i due corpi collidevano, o peggio ancora, essere pure d'intralcio a Eren.

Avrebbero fatto la fine di un moscerino preso tra il comodino e il giornale, se presi nella morsa dei due titani.

Astrid in quanto a titani non era molto più esperta di quello che lo erano le reclute: aveva operato per lo più nelle terre centrali, occupandosi di casi di 'polizia'.

Ma i titani erano sempre stati presi per esseri privi di volontà e intelligenza. Mere forme di vita che sembravano esistere al solo scopo di uccidere la razza umana.

Vedere due 'soldati-titano' che si scontravano come fosse un incontro di lotta libera... dava un certo brivido di terrore.

La titano però ebbe la meglio, strappando Eren dalla collottola con un morso. Sembrava avere la capacità d'indurire alcune zone del corpo per evitare danni. Fu grazie a questo stratagemma che riuscì ad avere la meglio sul furioso Eren.

Andiamo!” spronai Mikasa a seguirlo assieme a me.

Nessuna azione avventata, cadetto. Quella troia sa il fatto suo. Attaccassimo direttamente ci ridurrebbe a marmellata prima ancora di avere il tempo di rendercene conto. È veloce, per le sue dimensioni” le raccomandai.

Provammo alcune azioni diversive, recidendogli i muscoli della coscia e del polpaccio, ma ottenemmo solo di rallentarla.

Dov'è la mia squadra?” chiese Levi comparendo da appeso ad un albero, mentre le due donne inseguivamo la titano.

Li ha fatti fuori lei!” gli gridai in risposta, mentre mi muovevo.

Eren?”

Indicai la gigante “Lo tiene in bocca!” gli rispose per me Mikasa.

Si riunirono per organizzarsi in una mossa.

Astrid, io e te creiamo un diversivo. Mikasa, tu al primo momento buono recupera Eren. Non provare ad ammazzarla. Prendi il moccioso e filiamocela!” gli ordinò Levi.

Annuirono tutte e due.

Astrid e Levi attaccarono da due punti differenti per crearle un imbarazzo della scelta, ma sapeva rispondere colpo su colpo, costringendoli a zompettare su e giù intorno a lei come mosche impazzite.

'Al diavolo!' ringhiò tra i denti Astrid.

La donna si buttò in una coraggiosa mossa, puntando verso il suo collo.

Schivò la prima mano, volando a lato, la seconda però era in coda alla prima a distanza più breve di quella che si fosse aspettata.

Fu presa di striscio dal pollice, mentre tentava di alzarsi a tutta birra puntando in alto, che andò ad urtare sul costato.

Con un grido soffocato, riuscì a scansarsi, ma andò a sbattere contro un tronco.

La titano la seguì, forse nella speranza di finirla ed avere un avversario in meno di cui occuparsi. Specie perché quelli che aveva introno erano soldati sopra la media standard. Era difficile vedersela con tutti e tre insieme.

Ma Astrid non aveva alcuna intenzione di morire lì. “Ho no” si disse “Con sto cavolo!” Aveva ancora troppe cose da fare per morire per mano di quella zoccola gigante!

Mollò le corde dell'attrezzatura per il movimento tridimensionale, riavvolgendole e lasciandosi cadere più in basso, e di nuovo la titano la seguì, Astrid però afferrò un ramo, e si tirò di lato con uno sforzo, evitando il suo colpo.

L'adrenalina era tale in quell'istante che Astrid quasi non sentì i dolorosi urti tra la dura corteccia e il costato leso.

Levi, approfittando del diversivo che stava offendo, gli si parò di colpo davanti con una manovra ardita, piantandogli tutte e due le lame nelle pupille, sfagliandole gli occhi per togliergli la vista.

Questa sorpresa, barcollò indietro, finendo seduta contro un tronco e portandosi nuovamente le mani a ripararsi la collottola.

Mikasa esitò solo un istante. La titano era così vulnerabile... poteva ammazzarla. Poteva farcela!

Quell'istante le costò quasi la vita, e quasi ce la rimise Levi al posto suo.

Aveva a quanto pareva nuovamente focalizzato la rigenerazione solo su un occhio per poterne accelerare il processo, coperta dal fumo che producevano le ferite dei titani, approfittando della loro guardia abbassata per attaccare.

Non osare!!” fu il ruggito di rabbia di Astrid.

Le sue due lame si conficcarono di traverso, messe in diagonale nel braccio della titano. Recidendo i nervi, la mano penzolò inerte sul fondo del braccio, salvando la vita a Levi che stava per esserne stritolato, e invece fu solo colpito leggermente su un braccio, dato che si era scansato.

Mikasa si riscosse, tranciando la guancia della titano e tirando fuori Eren, che prese a spalle per poi allontanarsi velocemente.

Lo scrollone che fece prendere ad Astrid il movimento del braccio della gigante, dato che era ancora appesa alle spade, la fece gridare di dolore. Le costole probabilmente fratturate, o quanto meno incrinate che urlavano la loro agonia a ogni suo respiro.

Lasciò la presa, abbandonando le due lame dentro il braccio della femmina di titano, e cadendo a piombo verso terra, semisvenuta.

Levi riuscì a prenderla al volo, facendola strillare di nuovo per il dolore, e seguendo Mikasa verso i cavalli e i carri, buttandola poi sul carro assieme al corpo di Petra, che qualcuno aveva trovato e caricato. Astrid era ormai svenuta.


Dobbiamo andare più veloce!”

I cavalli sono al limite Signore!”

Alleggerite i carri” il perentorio ordine fece risvegliare Astrid dal sonno torbido che stava vivendo.

Sbatté le palpebre per mettere a fuoco, mettendo al contempo in moto il cervello per capire dove si trovava e perché.

Il cielo sopra di lei era straordinariamente azzurro.

Ma certo! Era fuori dalle mura, rammentò. Un rapido flash gli fece rivivere gli ultimi violenti e rapidi istanti prima di perdere conoscenza.

Girò il capo da una parte, trovando solo la sponda di legno del carretto dove si trovava.

Si sentiva la bocca asciutta e la lingua spessa. Sentiva il suo cuore battere nelle orecchie, misto ai rumori degli zoccoli dei cavalli e il sobbalzare delle ruote del carro che penetrava nelle ossa attraverso la coperta stesa a mo' di giaciglio sotto la sua schiena sulle rigide assi di legno.

Girandosi dall'altra vide Levi intento a scucire la toppa con il simbolo delle ali della libertà dal giubbotto di Petra, che dal pallore e l'immobilità, era indubbiamente morta.

Quando...” gracchiò la donna, per poi schiarirsi la gola e riprendere “Mi dispiace. Fossi stata più veloce, forse sarei riuscita a fermarla”

Levi finalmente mi guardò negli occhi. Uno sguardo in tralice. Incerto.

Credo tu abbia fatto il possibile. Quella titano ci ha fregato tutti, su tutta la linea” fu la piatta risposta prima di buttare il corpo di Petra fuori dal carro.

La sua mano ancora stingeva la toppa, che s'infilò in una tasca.

Il suo viso non mostrava niente, ma Astrid vide nel suo sguardo una cupa rabbia, mista a tristezza e dolore. Odiava perdere le persone che gli stavano vicino. Era per questo che tante volte si comportava così bruscamente.

Teneva lontane le persone, poiché per quelle che gli erano vicine se ne sentiva responsabile.

Astrid tentò di alzarsi a sedere. “Posso cavalcare. Ci saranno altri feriti e... ahi!”

Una mano li aveva presa per la fronte e ributtata coricata senza troppa finezza.

Smettila di fare la cretina. Ci siamo lasciati dietro un mucchio di cadaveri, non diventare uno in più. E comunque ormai, quelli che dovevano morire sono già morti... e gli altri sono già piazzati su altri carri” disse piattamente Levi.

La donna non riuscì a non storcere la bocca in un mezzo sorriso. “LT... non sei cambiato per niente”

Si sentiva la mente torbida. Forse le avevano iniettato un qualche antidolorifico, pensò, che però la faceva sentire come se stesse nuotando dentro un barattolo di miele con i pensieri. Erano densi e lenti.

Oggi mi hai salvato. Ti ringrazio” fu tutto quello che riuscì a sbilanciarsi lui. Lo disse in modo brusco, come se volesse togliersi l'onere di sentirsi in debito.

Ci ho messo dieci anni per tornare da te. Non potevo lasciarti morire oggi no?” fu la risposta un po' incerta di Astrid, con la lingua che le si attorcigliava in bocca.

Levi la guardò stupito per rendersi conto che aveva di nuovo perso i sensi.

Che diamine voleva dire?!?

  
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