previously on certified: Damon ed Elena vengono puniti da Alaric per il macello nella caffetteria e il disastro con gli Omega Chi, perciò devono pulire dei reparti alla Brown per quattro fine settimana, uno dei quali è ormai volato, uno dei quali Elena vorrebbe dimenticare perchè si da il caso che Damon si sia comportato un po' male, ingiustamente e duramente, con lei. tuttavia lei è una Gilbert e non demorde, e va avanti con la sua vita da sorella, copresidentessa delle Omega Psi Delta e amica di Bonnie e... Katherine. Yep. Proprio lei.
In più, Enzo cerca un codice per poter annunciare agli alunni della Brown che sta per aver inizio il giro del mondo in sette giorni!
A Certified Mind Blower
3. Aroun’
the worl’
“Alumni
della Brown che ci seguono dalle stanze più
polverose – sembra proprio che Damon Salvatore non sia
arrivato sino lì a
pulire, eh? Ouch, sto zitto, d’accordo!
Dicevo – dalle stanze più polverose,
dalle mense più belle del mondo,
dai dormitori internazionali… studenti europei, asiatici,
oceanici! Benvenuti
al programma radiofonico della Brown, nonché
l’unico del Campus! Qui ci sono
solo io, il vostro Enzo-”
“-e
Damon”
“-sì,
anche Damon Salvatore, presidente degli Omega Chi,
una delle più note confraternite del college!”
Parte un
applauso pre registrato, Damon scocca un’occhiata
di odio a Enzo che ride e basta, assottigliando gli occhi e smettendo
di
premere il pulsante.
Si riprende
poco dopo, ma il presidente degli OC ne è
certo: ridendo, ha convinto un terzo della popolazione femminile ad
andare a
letto con lui. Cazzone.
“Prima
di partire con un’ottima selezione di musica,
curata dal sottoscritto-”
“-dai, dai, dai
sottoscritti”
“-ricordiamo
a tutti alcune buone regole da rispettare”
Adesso ride
Damon, è il turno di Enzo di scoccargli
un’occhiata che non si definirebbe esattamente gentile ma
subito torna a
parlare con il suo accento britannico.
“Voi
minorenni non potete assolutamente far uso di
alcolici, d’accordo? Tanto meno di droghe! Non bevete o
fumate erba se volete
vivere felici!”
Damon si sta
trattenendo dallo scoppiare a ridere di
fronte al microfono: sarebbe inappropriato, non è
così? Eppure è
inappropriato far dire questo ad Enzo
(che ha abbandonato il foglietto barra promemoria nel cestino dietro di
loro),
soprattutto perché stanno per proporre un gioco alcolico a
tutto il campus e
perché, davvero, Lorenzo
ha fumato
così tanta roba che non si può nemmeno finire di
dare una reale motivazione.
“Il
Glee Club della Brown vi invita tutti a partecipare
alle selezioni del loro club super fico, fissate per dopodomani alle
tre del
pomeriggio…
“E
parliamo, prima di alcune buone, buonissime canzoni da
me-”
“Noi”
“-scelte,
della partita di football dello scorso weekend!
Abbiamo schifosamente vinto – si può dire o il
rettore Cowell farà cessare il
mio programma? – e tutto grazie al nostro quarterback! Il
nostro magnifico,
meraviglioso, splendido…”
“Adesso
siamo tutti dubbiosi sulla tua sessualità, amico.
Non c’è niente di male nell’essere gay,
lo sai?”
Enzo sta al
gioco, ridendo appena: “…sessualmente
soddisfacente, Mikaelson! Kol Mikaelson! La cui sorella
è… ripeto, posso
dirlo?... schifosamente fantastica. Rebekah, se stai ascoltando questo
programma, sappi che il mio invito è ancora valido”
“Vita
privata a parte” -
inizia Damon scostando Enzo dal suo microfono –
“è stata davvero una
bella partita…”
“Ma
tu nemmeno c’eri!”
“Bellissima
partita”
“Argon,
Ossigeno, Uranio, Azoto”
“Le
tattiche di gioco hanno ammaliato tifosi e non”
“The”
“Ma
anche la squadra avversaria non è stata da meno”
“Tungsteno,
Ossigeno, Laurenzio reverse”
“Sì,
quindi eccovi No Church in the wild di Kanye West, Jay Z e
Argon,
Ossigeno, Uranio, Azoto.
The.
Tungsteno,
Ossigeno, Laurenzio
reverse.
Elena
vorrebbe averci pensato prima – adesso non si
troverebbe nel bel mezzo della sua camera addobbata con i colori giallo
e
rosso, Bailando in sottofondo e Katherine schiacciata fra altri corpi
che si
stanno apparentemente divertendo. Sì, lo ha fatto davvero:
ha seriamente
firmato un foglio scrivendo, oltre che il suo nome con una calligrafia
fin
troppo adulta per lei, il numero della loro camera. Per partecipare al
Giro del
mondo in sette giorni. Dannata. Ragazza.
Argon,
Ossigeno, Uranio, Azoto.
The.
Tungsteno,
Ossigeno, Laurenzio
reverse.
Erano scritti
dappertutto, soprattutto subito dopo il
programma radiofonico che aveva divertito un po’ tutti:
chiunque, dopo di che,
aveva iniziato a passarsi note e sussurrare poche parole per paura di
essere
ascoltati da un qualsiasi professore, o, peggio ancora, dal rettore
Cowell.
“Io
l’ammazzo” borbotta Bonnie alla sua destra,
entrambe
ai lati di quella che prima era la loro stanza. Adesso è uno
stato – rettifica,
un porcile pieno di oggetti pseudo spagnoli. Per i prossimi sette
giorni il campus
sarà pieno di stanze del genere, e che schifo.
“In
America l’omicidio è illegale”
“Sì,
beh, lo farò sembrare un incidente. E, comunque,
siamo in Spagna, non hai visto?” – agita le braccia
e alza di almeno un ottava
il tono di voce, cercando di farsi ascoltare da Elena al suo fianco
– “E non
dirmi che è illegale anche lì, lo so
già”
“Non
avrebbe dovuto” – annuisce Elena, scrollando le
spalle e spostando la massa di capelli color cioccolato sulla schiena
– “Le
parleremo”
“Con
un coltello alla gola”
“Bonnie”
“Non
può mentirci!”
“Tecnicamente
ha solo evitato di avvisarci”
“Odio
quella ragazza” – strofina le mani una contro
l’altra e poi si guarda attorno, assumendo
un’espressione distratta e persino
un tantino preoccupata – “Ci sono troppe
persone”
Elena
annuisce e incrocia le braccia sotto il seno: “Spero
che se ne vadano al più presto… dici che se non
cambio la carta igienica e non
faccio un salto da Tesco per comprare il ketchup piccante si
scocceranno e
andranno via?”
Bonnie
scoppia a ridere di gusto, un qualcosa che parte
dallo stomaco e la rende felice – nonché
contagiosa – per i successivi due
minuti e mezzo: Elena la segue a ruota e può solo prendere
un respiro profondo
quando replica dicendo che sì, forse succederà
proprio quello, ma ora non può pensarci
perché deve studiare con Liv del corso di Biologia
avanzata… un’amica in meno
anche oggi. Ieri era stato un progetto, due giorni fa il dormire,
sabato
tutt’altro… Sbatte le ciglia e ritorna alla
realtà, in particolar modo su
Katherine che si struscia su due ragazzi del terzo anno. Devono
parlarle.
Peccato che ci siano altri problemi prima di una Pierce particolarmente
festiva.
“Ehi,
voi, fuori
dal mio letto, ora”
Di Rebekah
Mikaelson si può dire tutto: che sia
meravigliosa, splendida, capace, ammaliatrice, un modello da seguire,
che abbia
un fisico perfetto e che i ragazzi non le manchino… ma non
che abbia una
famiglia esemplare.
La stanza del
dormitorio maschile in cui si trova è
pregna, innanzitutto, di un odore mascolino—di sicuro
rintraccia colonia,
bagnoschiuma al muschio e l’immancabile sudore dovuto agli
allenamenti del
fratello, Quarterback della Brown per una ragione ben
precisa—non il suo
cognome, benché giri voce che lui incarni una figura
così importante al college
solo grazie a quello, ma il tuo talento. Alla fine, pensa Rebekah, sono
Mikaelson. Sono eccezionali in qualcosa per forza.
“Idiota?”
lo chiama e lo scuote senza pietà, per poi
arrabbiarsi perché non da segni di vita—non
può davvero condividere dei geni
con tipi del genere, giusto? Perché lei è stronza
ma quasi perfetta, però il
resto della sua famiglia può solo definirsi disfunzionale ma
accademicamente
infallibile—“Dai, Kol, devi muoverti”
Il ragazzo
apre gli occhi, sfoderando la migliore
espressione da “non rompere il cazzo, sorella” che
abbia, il che fa solo
infuriare la sua gemella e le sue palpebre, apparentemente non abituate
all’intensità della luce solare.
Grugnisce,
cerca il lenzuolo che lo copriva tastando le
mani invano, dal momento che lei ha già provveduto a
toglierlo del tutto dal
letto.
“Ma
cosa—“
“Non
mi interessa se tu abbia un post sbronza o se sei
così stronzo anche nel primo pomeriggio senza una reale
spiegazione—sono venuta
qui per una sola ragione, e non mi sembra nemmeno il caso di
spiegartela”
Detto questo,
lei ha esattamente la reazione che si
aspetta: sgrana gli occhi, si tasta il petto nudo come alla ricerca di
qualcosa
con cui coprirsi o prepararsi, e mormora parole sconnesse, imprecazioni
più che
altro nemmeno tanto gentili che fanno però intendere a
Rebekah una sola cosa: è
sveglio. Ha capito la gravità della situazione.
Prende un
respiro profondo e si mette senza troppi giri di
parole a riordinare la camera
del
gemello—beh, provare a dare un ordine a quello che ha di
fronte e attorno è un
po’ un eufemismo, ma tenta di dare un aspetto più
o meno presentabile alla
camera abitata da così poco (quanto è trascorso
dal loro arrivo? Un mese, poco
più? e fa già tutto schifo, lì dentro).
Alla fine,
però, mentre entrambi stanno cercando di
raggiungere un obiettivo, lo stesso obiettivo, i gemelli si rendono
conto che
non sono così tanto diversi. Nonostante tutto e tutti, sono
una famiglia, c’è
qualcosa che li lega per quanto si ostinino a non vederla.
Nella sua
stanza c’è
l’inferno—rettifica, c’è solo
l’Olanda,
ecco perché il fumo e le persone quasi del tutto svestite,
nonché le finestre
chiuse così da respirare soltanto erba, ammesso che sia
possibile. Non sta
respirando normalmente, chiaramente, e potrebbe avere
un’emicrania ed è nella
sua stanza da solo tre minuti
perché
sapeva che sarebbe successo e non ha potuto far nulla per evitarlo.
Giustamente, è questo quello che accade con un certo Lorenzo e un certo
altro Damon nel suo mini appartamento, nella
loro grande camera, grande abbastanza per contenere almeno
una ventina di
persone che respirano davvero l’una sul collo
dell’altra. E non è eccitante,
dannazione. E’. Solo. Schifosamente. Schifoso.
Ha
vent’anni, d’accordo—è uno
studente grandioso, non
eccelle, certo, ma in quello che fa ci mette passione. Ed ha anche
qualcuno,
una… ragazza. Okay, non
sanno
esattamente quello che c’è fra loro ma non ha
nulla che gli manchi, qui a
scuola. D’altra parte lo stesso non si potrebbe dire a
casa… ma dettagli. Ha
tutto, tutto, conduce una vita
grandiosa e fa anche del sano sesso con una più grande di
lui di pochi mesi.
(Non
è infantile riflettere su questo, si dice mentalmente
Stefan, accetta di buon grado quello che la vita gli offre e va bene
così)
E’
sicuro che un tipo gli stia passando una canna quando
la rifiuta gentilmente e si dilegua un attimo dopo, sbattendo la porta
nella
vana speranza che qualcuno – Cowell, ad esempio –
faccia un giro da quelle
parti, capisca e punisca.
La
caffetteria è il suo posto preferito da quando
l’ha
scoperto e ha notato che la biblioteca viene usata da confraternite
(cosa a lui
esterna) e da persone con tutte le intenzioni meno quella di
studiare—tipo suo
fratello che cerca un codice astuto assieme ad uno di quelli che
più lo odiano
alla Brown (c’è lui e poi Damon, fino ad ora
ritiene infatti che la classifica
si limiti a due posizioni).
Si passa una
mano fra i capelli quando constata che ci
sono solo altre due persone oltre lui, lì, e questo lo rende
estremamente
felice—decide di appropriarsi del tavolo che più
gli piace, quello situato all’angolo
del locale, in un punto appartato e che concilia lo studio, soprattutto
per uno
che vuole essere avvocato come lui… eppure,
quando gli sembra che sia passata una
buona mezz’ora, il flusso di parole che scorre nella testa
man mano che legge
il manuale, è interrotto da una presenza femminile.
Alza lo
sguardo, sbatte le ciglia, sorride perché è
lì—“Ehi”
“Ehi”
“Vuoi
sederti?”
Lei annuisce,
curvando gli angoli delle labbra all’insù e
incrociando le gambe sulla poltroncina della caffetteria, subito calata
nella lettura
di quella che è una persona più vicina a lei di
quanto lei stessa voglia
ammettere.
“Dobbiamo
parlare”
Damon sbuffa
sonoramente, spegnendo la sigaretta sul
muretto dell’esteso giardino interno, abbastanza desolato ma
non del tutto, dal
momento che c’è chi lo raggiunge a passo svelto
persino quando è nascosto
e sono solo le quattro del
pomeriggio.
“Lo
so”
“Hai—hai saputo?”
Alaric tenta di mantenere un’espressione fredda e distaccata,
ma il suo tono di
voce lo tradisce e, nel frattempo, a Damon accade quello che accade
sempre in
presenza del suo professore. Allora
stringe
i denti e da un’ultima occhiata alla sua sigaretta, gettata
per terra, cercando
di affievolire e annegare quel tepore di sicurezza che solo Ric
può dargli in un
momento qualsiasi. E che cazzo.
Annuisce,
incrociando le braccia per poi fermarsi ad
osservarlo, un po’ titubante.
“Stefan
sa qualcosa?”
Damon
continua con il suo linguaggio non verbale, negando
con il capo e incrociando persino le gambe, assumendo una posizione che
urla
terribilmente non-voglio-avere-questa-conversazione… ma
d’altra parte Ric deve
conoscerlo bene, perché non degna nemmeno di uno sguardo il
suo corpo, essendo
la sua vista fissa nei suoi occhi chiari, eppure non va a fondo nella
questione, dando i propri spazi al quasi ventiduenne con
un’ottima fedina
penale.
“Sai
cosa significa questo?” è quello che pronuncia,
però,
qualche minuto dopo, quando si è seduto accanto a lui e
fissano entrambi il
cielo ancora troppo chiaro per ospitare il sole tramontante e sfumature
più
calde e prettamente serali.
L’inverno
è quasi alle porte ma la sua tacita presenza si
fa percepire comunque: non avrebbero entrambi la pelle d’oca,
ad esempio, o non
ci sarebbe questo venticello inopportuno a spettinare i loro capelli.
“Credo
di sì”
Alaric focalizza la sua attenzione su Damon, accennando un sorriso sghembo e annuendo, allora, per poi ritornare a guardare ciò che entrambi hanno davanti, in un silenzio confortante.
Bonsoir! Ebbene sì, non mi sono dimenticata di questa storia ahhaha al massimo è il contrario, dubito che ci sia qualcuno dall'altro lato a leggerla... uhm, comunque spero che vi ricordiate di certified e di me, soprattutto ahaha come ho già detto a qualcuno, è passato un lunghissimo e bruttissimo periodo, facilmente definibile come "no"... e chiedo scusa per non aver dedicato alla scrittura il tempo dovuto, soprattutto perchè ultimamente credo di aver ritrovato il piacere di scrivere e questo è diventato non solo un hobby, ma anche un calmante!
capitolo breve e di passaggio, in cui sono presentati/approfonditi altri importantissimi personaggi: Kol, Rebekah, Enzo, Liv, Stefan, Alaric... ci sarà del sano e bellissimo rapporto Kolbekah e questo mi rende felicissima hahaha qui sono gemelli, hanno la stessa età e dunque frequentano il penultimo anno... poooi: il rapporto fra Damon e Alaric è nato in passato, Katherine ha sì dei segreti, così come Stefan... si accettano scommesse su chi sia la sua pseudo ragazza ahah piccola curiosità, avete capito il codice?:))
vi avevo poi parlato di alcune novità ad inizio capitolo, ossia che (n.1) riflettendo sulla trama, mi sono resa conto di cosa avevo capito mesi addietro, vale a dire che Certified non può essere una minilong! e quindi è ufficialmente trasformata in long:)
proprio per questo (novità n.2) il rating potrà cambiare e scurirsi, non so ancora di quanto ma accadrà... forse presto #smutallert
che ve ne pare del banner? pur essendo arrugginita questo mi piace un sacco! a voi?:)
non credo di aver altro da dire!! fatemi sapere cosa ne pensiate, anche poche parole sarebbero gradevoli e di aiuto, nonché incoraggiamento! a volte il silenzio parla più di mille parole e questo mi terrorizza hahah
vi lascio con il primo capitolo di una mia nuova long > It was always you
spero a presto, un bacio!