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Autore: KeiraGreen    21/04/2015    0 recensioni
La guerra è finita, e ha lasciato dietro se persone che tentano di dare un senso ai cocci di ciò che è rimasto della loro esistenza. Non ci sono vinti o vincitori, in un modo o nell'altro hanno perso tutti. Finalmente è arrivato il momento in cui si può ricostruire tutto dall'inizio, vivere una nuova vita. Ed è quello che vuole fare Hermione. Lei che dopo tutto riesce ancora a sorridere ed essere felice. Vecchie amicizie si mescolano con nuove conoscenze, passato si scontra con il futuro. Ma la cosa più importante è che le seconde opportunità non guardano in faccia nessuno, e infondo anche lei capirà che tutti i duri, lei compresa, hanno due cuori.
Dal primo capitolo: "In fin dei conti era felice. Si, lei la ragazza dei libri, quella che arrivava a fine giornata con una storia diversa per la mente. Quella sera, mentre dava la buonanotte al suo Mr. Darcy, pensava che la vita, la sua vita, non era per niente male. Non le mancava nulla. Certo, era un po cambiata, ma infondo la guerra aveva cambiato tutti. Non riusciva a non essere felice."
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Capitolo 3

"Dopo ogni serata da leoni, c'è sempre una mattina da caffeinomani"





 
“Pansy, ciao! Molto carino questo posto. E il barista, se avesse tenuto la bocca chiusa. Buona sera, Zabini.” Salutò educatamente.
Pansy le mandò un bacio da lontano e nel frattempo liberò la sedia che teneva occupata per lei.
“Ciao Herm! Sono contenta sia venuta. Hai visto che figo? Il barista, non il posto ovviamente. Cioè anche il posto, ma non capisco come tu possa dire che quella divinità che serve al bancone non sia degna di una gran bella scopata.” Hermione scoppiò a ridere alla sfrontatezza della sua amica. Di certo non si faceva problemi a dire quello che pensava.
Zabini osservò la scena sorridendo, dopo di che sospirò e cercò subito di mettere le mani avanti. Lo aveva promesso alla sua amica bruna.
“Buona sera,Granger. E ti prego, chiamami Blaise. Ho sentito tanto parlare di te da Pansy. A quanto pare siete diventate amiche. O migliori amiche, non so come definirvi. Ma sono contento per voi, a Pansy serviva passare finalmente del tempo con gente sana. Era troppo buona per essere marcia come noi. E io me ne sono accorto troppo tardi di essere marcio dentro..Ma non sono venuto qua per convincerti di essere una brava persona..” disse Blaise vedendo la sua ex compagna di scuola abbassare lo sguardo sconsolata, rivangare il passato per lei non era mai una buona idea.”..anzi, sono venuto qua per bere ad essere sincero. Bisogna festeggiare. Io sto per aprire un nuovo negozio della mia catena di abbigliamento di lusso qua a Londra..” schioccò le dita e comparvero sul tavolo degli shottini per quel trio improvvisato. “..perciò sono sempre più ricco. Salute!” e mandarono giu i primi sorsi.
Una Pansy eccitata alzò in alto un altro bicchierino.
“ Io sono in un nuovo locale con uno dei miei più cari amici che non vedevo da tantissimo tempo e la mia migliore amica, nonché socia, e con un barista che se Merlino me la manda buona, la prossima volta che verrò sarà con lui e non da lui. E non sto parlando per metafore!” tutto questo fu accompagnato da uno scrosciare di risate da parte dei suoi amici, e dopo fu il secondo giro.
Fu poi il turno di Hermione. “Io mi accontenterei di fare un bel brindisi alle nuove conoscenze. Non mi interessa chi eri Zabini. Come vedi, una delle mie più care amiche era dalla parte sbagliata al momento sbagliato, eppure ora come ora senza di lei non sarei la stessa. Perciò, ai nuovi amici. E al barista, che se Merlino me la manda buona, riesco a farmelo prima che ci passi Pansy!”. Hermione sorrise prima di ingoiare il terzo giro.
Zabini rimase interdetto, ma poi le sorrise grato. Pansy la abbracciò. Avevano tutti perso qualcosa, ma l’unica cosa che non volevano perdere assolutamente era la loro vita e la loro libertà. Quella sera, allo stesso tavolo bevevano spensierati due ex serpi, e una ex grifondoro. Liberi da quelle etichette che ai tempi della scuola li teneva separati e legati a degli stereotipi, oppressi da dei copioni che non si potevano sottrarre dal recitare. Liberi da quelle stesse etichette che durante la guerra li aveva uccisi. Loro solo mentalmente, ma altri non erano stati altrettanto fortunati. Loro quella sera erano solo Hermione, Pansy e Blaise. Non erano stati niente prima. Sarebbero stati qualcosa dopo. Forse amici.
La mattina dopo fu uno strazio doversi alzare così presto. Le chiacchiere e la buona compagnia, unite ad un’alta dose di alcolici, aveva fatto si che la strana compagnia si salutasse quasi all’alba. Zabini fece ritorno al Paiolo magico, dove si sarebbe fermato qualche notte, giusto il tempo di trovare un nuovo appartamento dove stabilirsi.
Tornare al suo Manor era fuori discussione. Troppi ricordi. Lo aveva ceduto lui stesso al ministero quando sua madre morì, non voleva averne niente a che fare. E per di più non avrebbe nemmeno avuto senso, il suo nome non valeva più niente. Il suo sangue non valeva più niente. I suoi avi non valevano più niente.
La Parkinson, troppo ubriaca per smaterializzarsi a casa sua, si fermò a dormire a casa della amica, presso cui ormai aveva occupato già un cassetto con qualche paio di calze, dell’intimo e un pigiama. Il suo spazzolino e un suo mascara facevano bella mostra nel bagno dell’altra. Praticamente, per un motivo o per un altro, che poteva benissimo essere  la visita di qualche bel mago, era sempre a casa Granger.
Hermione aprì gli occhi quando sentì l’insistente rumore della sveglia. Quando l’aveva scelta sembrava molto promettente. Si chiamava “Rumori della foresta”. Era un connubio di ruscelli, foglie mosse dal venticello mattutino, e piccoli uccellini che salutavano il mattino con il loro cinguettio. Quella mattina li avrebbe volentieri strangolati con le sue stesse mani uno ad uno.
“Paaaaaaaansy! Maledetta Morgana, svegliati! Dobbiamo andare a lavoro!”, sbuffò. La ragazza si era alzata, aveva fatto una doccia salutare, si era vestita e truccata. E ora sorseggiava un agognatissimo caffè. In tutto questo, Pansy aveva sentito la sveglia e si era semplicemente voltata dall’altra parte, continuando a bearsi tra le braccia di Morfeo. Peccato che erano le 9, e lo studio sarebbe dovuto aprire alle 9.30.
Mugugnando qualcosa l’altra si alzò. Si diresse direttamente verso la fonte della sua salvezza, il caffè di Hermione, e solo dopo una lunga sorsata sbarrò gli occhi ancora impiastricciati di trucco.
“Cazzo, cazzo, cazzo!”. La finezza, quella mattina, non era di casa.
Finalmente raggiunsero lo studio. Pansy era il volto della disperazione. Hermione della noia.
La mattinata trascorse tranquillamente. Le ragazze avevano un bel caso sottomano. Alla prima occhiata sembrava semplicemente un divorzio “misto”. Lui un mezzosangue ma proveniente da una famiglia abbastanza facoltosa, di quelli che partiti da zero arrivano a costruire una fortuna. Lei una bella mogliettina purosangue, con un pedigrèe non indifferente alle spalle. Un caso come un altro. Lei tradisce lui, lui vuole il divorzio e vuole spennarla per vendicarsi. Si rivolge al loro studio. Dopo poco scoprono che la famiglia di lei era piena di debiti, non avrebbero nemmeno potuto permettersi uno zuccotto di zucca.
“Hermione, hai voglia di andare a prendere due caffè? Stamattina offro io, prendi pure i galeoni nella mia borsa.” .
Hermione rise e dopo aver preso i galeoni uscì. Fece appena due passi e si scontrò praticamente contro qualcuno, e quel qualcuno si rivelò essere Zabini.
“Però, non ci vediamo per anni e ora due volte nell’arco di 24 ore. Buon giorno Zabini. Cosa ti porta da queste parti?”.
“Buongiorno anche a te. Scusa, non mi ero accorto stessi uscendo. Comunque una bella dose di caffè mi ha spinto da queste parti. Ho pensato che, vedendo lo stato in cui siete tornate ieri sera, questa mattina ne avreste avuto bisogno in quantità industriali. Soprattutto Pansy.”
Solo in quel momento Hermione notò i tre tazzoni di caffè che lievitavano vicino alla sua bacchetta. Quel ragazzo prometteva davvero bene. Altro che Harry Potter, era lui il vero salvatore del Mondo magico.
“Stavo giusto per andare a prenderne due per noi. E ti ringrazio davvero tanto. Vuoi sposarmi?”. Gli aprì la porta per rientrare nello studio. Pansy nel frattempo si era alzata dalla scrivania ed era andata a salutare l’amico.
Quella mattina Blaise sarebbe stato amato come mai in vita sua.
Fecero colazione chiacchierando del più e del meno. Il ragazzo fu avvisato delle novità che riguardavano Londra e i loro amici o nemici in comune. Chi aveva fatto cosa. Fu anche sorpreso di scoprire che la Granger non stava con Ron. Tutti si aspettavano che prima o poi il rosso si sarebbe dichiarato e che si sarebbero sposati alla Tana e avrebbero continuato la stirpe. Non fu molto sopreso invece di constatare che la sorella più piccola si era messa con Potter.
“..quindi mi stai dicendo che Paciock è diventato professore ad Hogwarts? Per quanto possa cercare di non essere maligno, sul serio non riesco ad immaginarmelo dietro una cattedra. Parliamoci chiaro, avete presente le aule quando avevamo lezione insieme? Ecco, ora dimmi quanto potrebbe reggere lui in una situazione del genere. Stiamo parlando di ragazzini isterici..”
Hermione sbuffò. “E appunto perché si tratta di ragazzini isterici che sono convinta che ce la farà. Anzi, la McGranitt mi da sempre ottime notizie su di lui. E poi voglio ben sperare che come le cose sono cambiate per noi, nonostante sia finita la scuola e la guerra, possano essere cambiate anche per coloro che la frequentano adesso. Ah e per la cronaca, nessuno dei due ha notato che comunque si parla dell’ennesimo professore di Hogwarts ad essere un Grifone! Ci pensate?” sorrise sorniona agli sguardi allibiti dei due ex rivali.
Blaise si passò una mano tra i suoi capelli corvini. “Per Merlino, ci credo che poi si parla di crisi nel mondo magico. Stanno Grifondorizzando Howarts! Salazar pensaci tu! Sto per svenire. Presto Pansy, i sali!” e nel dicendo questo, con fare melodrammatico finse uno svenimento, provocando l’ilarità delle sue amiche.
Nel frattempo passarono le settimane. Ci si avvicinava sempre di più all’estate. Blaise ormai aveva preso l’abitudine, quando non era con fornitori o in giro per faccende riguardanti l’imminente apertura del nuovo negozio, di portare la colazione allo studio di Hermione e Pansy.
Dopo che Ron, Ginny ed Harry avevano annunciato che si sarebbero dovuti trasferire in Germania aveva avuto un sacco di tempo libero. Una delle solite domeniche alla Tana avevano sganciato la bomba. Ovviamente tutta la famiglia ne era già al corrente, ma preferivano non avvertirla con un misero gufo perciò avevano organizzato un pranzo.
“..e quindi ci hanno affidato il compito di formare le nuove reclute di auror in Germania. A quanto pare i loro sistemi di insegnamenti sono ancora antiquati e quindi il ministro ha deciso di mandare noi tre, cioè me e Ron ad essere sincero, a Berlino. Staremo via un anno, ed è per questo che verrà con me anche Ginny. Per me è un’ottima opportunità, sarebbe un po’ come ricreare un nuovo Esercito di Silente non trovi?”. Quando iniziò a raccontare erano fuori, vicino al laghetto.
Gli occhi di Harry erano lucidi dietro le lenti. Ginny era fuggita in cucina con la scusa di dover aiutare sua mamma, ma la sua voce mentre lo diceva tradiva la sua tristezza e le lacrime in agguato. Le orecchie di Ron invece avevano raggiunto un colorito quasi fosforescente,e tirava su con il naso in maniera indecente. Non si erano mai separati per così tanto tempo. Da quando si erano conosciuti il primo anno di scuola avevano sempre passato ogni ora della loro vita insieme. Anche durante le vacanze estive facevano comunque in modo di vedersi sempre alla Tana, che era diventata un po’ la casa di tutti.
Hermione si ripromise di non piangere e si avvicino ai due ragazzi che erano seduti poco distante da lei. Si abbracciarono.
“Lo sai che potresti comunque sempre venire. Vuoi che non abbiano bisogno del miglior avvocato dell’Inghilterra laggiù? Troveresti lavoro ovunque. O potresti proprio non lavorare. Pensaci, potesti davvero venire a vivere lì con noi. È solo un anno e..”.
“No Harry” lo interruppe la ragazza, “lo sai benissimo che non posso lasciare lo studio ora che va così bene. Lo hai detto anche te. In fin dei conti è solo un anno. E poi potrei sempre venire a trovarvi qualche volta, e ci manderemo i gufi, ci chiameremo sempre. Sarà come se foste ancora qui e io li con voi. È un’opportunità troppo importante perché non la cogliate, come ho fatto io con il mio lavoro. Posso solo dirvi che non potrei essere più orgogliosa di voi. Siete la mia famiglia. Vi voglio bene. Davvero!”. Incrociò gli occhi di Harry e scoppiò a piangere. Quella serata fu davvero triste. Sapevano che si sarebbero tenuti in contatto. Si sarebbero anche visti, magari una volta al mese. Per loro tre comunque, quella giornata aveva fin troppo il sapore di un addio.
Per evitare di rimuginare sull'allontanamento dei suoi amici, si buttò a capofitto nel lavoro.
In più c’era Blaise, che all’inizio la interpellò nella scelta della sua nuova casa solo per farla distrarre, ma poi si rivelò un’ottima consigliera e il suo aiuto si estese anche nelle pratiche del negozio.
Dopo qualche settimana, Hermione riuscì,non senza qualche difficoltà, a far si che Blaise riuscisse a mettere le mani su una villa della sua famiglia, e della quale non ne era nemmeno a conoscenza.
Era una villetta molto carina, poco fuori Londra, nascosta dalla nonna alla figlia, nonché madre del ragazzo, per paura che potesse venderlà e sperperare il denaro che era destinato al nipote.
Era un ottimo compromesso tra il suo vecchio manor e un appartamento a Londra. Una cosa molto “borghese” come amava definirla lui. Il restauro della villa richiese molto tempo, ma diede fin da subito buoni frutti.
Quel pomeriggio, dopo aver chiuso il negozio, Pansy ed Hermione si fermarono in un bar, a godersi un buon caffè prima di raggiungere le proprie dimore.
“Allora, alla fine come mai hai lasciato quel povero Edgar? Dai sentiamo.” La stuzzicò la riccia.
Pansy si accese una sigaretta e dopo averne offerta una alla amica alzò gli occhi al cielo.
“Parliamoci chiaro. Non puoi prendere per il culo un avvocato. O perlomeno non uno che ha a che fare con bugiardi cronici tutti i giorni. La villa in Scozia si è rivelata una catapecchia in cui nemmeno Hagrid sarebbe riuscito ad entrare. I coinquilini del piano di sotto non sono anziani a cui lui offre gentilmente il suo seminterrato ma sono i suoi genitori. Le foto magiche sul suo comodino non sono di suo nipote ma di suo figlio, avuto 6 anni fa con una che ora credo sia tipo in Francia, o in Belgio, giù di là. E credeva che io avrei potuto accettare tutto questo. Pff!” fece un gesto con la mano come a voler scacciare una mosca invisibile ma fastidiosa. Hermione scoppiò a ridere.
“Credo che tu veramente abbia un radar incorporato. Se non solo ex galeotti, padri, baristi, o bugiardi, non li guardi nemmeno. Sei un caso disperato.”
L’altra ordinò un thè e le guardò con sufficienza.
“Intanto io, anche se sono ex galeotti, padri, baristi o bugiardi, esco con qualcuno e mi diverto. Tu da quanto tempo è che non esci per un vero appuntamento con un uomo? Avevamo già iniziato l’università o eravamo ancora a scuola? Io almeno faccio sesso!” disse facendo sussultare il povero cameriere che le aveva portato in quel momento il suo the. Il ragazzo aveva tutta la compassione di Hermione, che lo ringraziò congedandolo.
“Hai ragione, dovrei cercare di ampliare un po i miei orizzanti” sbuffò.
Dopo il thè e l’ennesima sigaretta, le due amiche si salutarono per andare ognuna a casa propria.
Arrivò l’estate, e con quella anche l’inaugurazione del negozio del loro amico. A quell’evento ci sarebbe stata la crème dell’alta società magica londinese. Avere l’invito significava matematicamente essere qualcuno che contava davvero.
Quindi, la mattina del giorno prima, Hermione si recò a casa del suo amico per avere un vero e proprio aiuto.
“Blaise non so cosa mettermi. È da due settimane che giro come una dannata perché quell’arpia di Pansy mi ha ordinato di non mettermi un semplice ed elegante tubino nero perché a suo dire sembrerei sciatta.”detto questo si sdraiò sul suo divano. Il ragazzo si sedette di fianco a lei porgendole un bicchiere d’acqua.
“Intanto, calmati che mi stai facendo venire l’ansia. E poi davvero, pensavo ci mettessi molto meno tempo a venire a chiedermi un aiuto. Sono quasi offeso. Ebbene, ho tenuto da parte per te un mio abito che non è ancora uscito, e lo metterai tu quella sera, così nel frattempo mentre sculetti in giro per il mio negozio puoi farmi pubblicità. Anche se in realtà non servirebbe. Sono famoso, non ho bisogno di farmi conoscere.” Hermione fece finta di strozzarsi mentre lui parlava, ma in fin dei conti gli era grato e per questo stesse zitta.
“Su alzati, devo vedere se ti sta bene. A occhio direi di si ma sai, quando l’ho messo da parte eri leggermente più magra. Magari è da allargare un poc..” non fu in grado di terminare la frase, perché un cuscino gli venne scagliato malamente in faccia.








Ehilà,
ed eccoci al terzo capitolo di questa storia. Ta-daaaan! Il misterioso amico era proprio Blaise. So che può sembrare un pochino assurdo che Zabini, dopo anni che non vede Hermione e considerati i rapporti in cui erano, si mette a fare una specie di scuse alla ragazza. Posso capire che alcuni di voi possano pensare che ho voluto a tutti i costi far si che i personaggi andassero d'amore e d'accordo, facendo dire loro cose che normalmente non direbbero. Ebbene, ho voluto fargli dire quelle cose perchè ho immaginato che dopo la giornata passata assieme, Pansy gli potesse aver chiesto di essere gentile con la sua migliore amica e di fare delle premesse per far si che l'altra non pensasse subito male. Lui in fin dei conti non conosce Hermione, non può sapere che la ragazza ha perso tutti i pregiudizi, quindi mette le mani avanti nei saluti come per dire "Ehi, io non ho nulla contro di te, mi dispiace per quello che è successo". Non so se ho reso l'idea.
Comunque, passando ad altro, questo week end sono andata a Torino Comics ed è stato magnifico. Tra le tante cose che ho preso, oltre la katana di Zaraki, il capitano dell'11° brigata (se non sapete chi sia, è un personaggio del manga Bleach), sono riuscita finalmente a comprare la collana con il giratempo! Non me la sono ancora tolta, per la cronaca! 
Detto questo, non mi dilungo ulteriormente, altrimenti il commento diventa più lungo del capitolo stesso.
Prima di salutarvi vorrei ringraziare tantissimo coloro che mi hanno messo tra le preferite e chi le seguite. Grazieeeeeeeeee!
E un super grazie a sirius_0088 e CloveRavenclaw39, non sapete quanto mi rendano fiera e felice le vostre recensioni!
i vediamo la prossima settimana!
Stay tuned! 


 
  
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