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Autore: Halfblood_princess    22/04/2015    3 recensioni
La Seconda Guerra Magica si è conclusa e Voldemort è stato sconfitto, ma il prezzo da pagare è stato decisamente troppo alto. Quasi tutti sono morti durante la battaglia di Hogwarts e gli unici sopravvissuti sono Harry Potter e sua sorella gemella April. Entrambi sono distrutti dal dolore e dal rimorso e non riescono a trovare la pace.
I gemelli decidono di compiere un gesto disperato, ma niente li avrebbe mai preparati alle conseguenze che ciò avrebbe comportato.
[TIMETRAVEL]
Daltesto:
"Paura, di te? Ma andiamo! Sei la persona più tranquilla e buona del mondo!" esclamai.
Remus arrossì, ma si vedeva che era più rilassato dopo aver constatato che non avevo timore di lui per la sua condizione.
"Come fai a saperlo?"
Sapevo che non avrei dovuto dirglielo, sapevo che avrei solo che peggiorato la situazione, ma Remus non era solo il mio padrino, era stata l'unica mia figura paterna e faceva male il fatto che non mi riconoscesse.
"Me l'hai detto tu."
"Io? Non è possibile, non avrei mai... Non ti conosco neanche!" esclamò confuso.
"Adesso non mi conosci."
"Cosa vuoi dire con ades...." Remus si bloccò, sgranando gli occhi e guardandomi come se fossi un alieno appena disceso sulla terra.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo primo: What if

Attenzione: da questo momento la narrazione sarà dal punto di vista di April 

 

"E voi chi siete?" chiese una voce famigliare facendoci sobbalzare.

Io ed Harry aprimmo gli occhi di scatto scoprendo di essere finiti in un grande studio circolare sommerso dagli oggetti più strani e da caramelle di svariati tipi, al centro della stanza c'era una grande scrivania e, lì seduto, un vecchietto con una lunga barba argentea e penetranti occhi azzurri.

"Professor Silente?" domandai con voce strozzata. Ok: il preside era morto e noi eravamo morti quindi era 'logico' incontrarlo, ma come mai ci trovavamo nel suo studio di Hogwarts? E perchè non ci riconosceva?

"Si, sono io. - iniziò sorridendo il vecchio, che evidentemente trovava la situazione in qualche modo divertente – Tuttavia non avete ancora detto chi siete e soprattutto perchè siete comparsi nel mio studio."

"Dov'è che siamo?" chiese Harry boccheggiando.

"Siete nel mio studio ad Hogwarts, e visto che mi sembrate particolarmente spaesati, aggiungo che sono le 2 di pomeriggio del primo settembre 1977" rispose pazientemente Silente.

"Come è possibile?! Noi dovremmo essere morti! Abbiamo attraversato il velo nell'ufficio misteri!" continuò Harry guardandomi, evidentemente arrabbiato: anche la morte sembrava farsi beffe di noi.

"Il velo?" domandò l'uomo rabbuiandosi.

"Si, noi pensavamo che una volta oltrepassato avremmo trovato la pace, invece ci siamo ritrovati qui. Io non capisco." spiegai.

"Il velo è sempre stato un mistero. Nessuno che l'abbia oltrepassato è mai tornato indietro, quindi un tempo si presumeva che le persone morissero nel farlo, ma evidentemente non è così. L'ufficio misteri non ci chiama così per caso, ed ha al suo interno oggetti che nemmeno la mente più fantasiosa riuscirebbe a immaginare. Non mi sorprende affatto che al suo interno si nasconda una specie di portale. Tuttavia, mi sorge spontanea una domanda: perchè avete voluto rischiare la vostra vita così?" disse l'anziano preside.

Harry ed io ci guardammo, l'essere finiti veramente nel 1977 significava aver la possibilità di sconfiggere Voldemort prima che uccida così tanti innocenti, ma soprattutto ci saremmo potuti riscattare, pagando il nostro debito con le vittime della nostra epoca. Forse ci sarebbe stata una speranza.

"So che le può sembrare incredibile, ma noi veniamo dal 1998. Lì qualche tempo fa la guerra è terminata e Voldemort è stato finalmente sconfitto. Il prezzo da pagare, però, è stato troppo alto: sono morte centinaia di persone, compresi quasi tutti coloro che conoscevamo e amavamo. Non avendo più nulla per cui vivere abbiamo deciso di dar fine al nostro dolore una volta per tutte e così abbiamo oltrepassato il velo." iniziai cercando di non guardare negli occhi il vecchio preside.

"E' stato sconfitto solamente dopo tutti quegli anni?" sussurrò il preside.

"Si, e penso di parlare anche a nome di mia sorella nel dire che adesso faremo di tutto per sconfiggerlo in questo tempo. Nessuno dovrà mai più provare un dolore pari al nostro." continò Harry.

C'era stata data una seconda possibilità, non dovevamo sprecarla in alcun modo.

Silente si limitò a fissarci intensamente negli occhi, come per accertarsi della veridicità delle nostre parole. Come fargliene una colpa? Se fossimo finiti da qualsiasi altra parte ci avrebbero rinchiuso al San Mungo.

"Ve ne sono grato, - disse poi l'anziano, stupendoci. Evidentemente aveva capito che nons tavamo mentendo - ma concedete due domande a questo povero vecchio: come faranno due ragazzi a sconfiggere l'oscuro signore? E poi: siete i figli di James Potter e Lily Evans vero?".

Mi stupii: non avevo riflettuto sul fatto che essere nel 1977 avrebbe comportato il conoscere finalmente i nostri genitori e, dalla faccia che stava facendo mio fratello, anche lui, come me, non ci aveva pensato.

"Si, noi siamo Harry ed April Potter, signore, e per quanto riguarda la sua prima domanda le sembrerà strano, ma ce la siamo posti un milione di volte durante questi anni: come faranno due ragazzini a sconfiggere Tom Riddle, uno dei maghi più forti mai esistiti? Lei, il lei nel nostro tempo intendo, ci ha sempre dato fiducia e alla fine, beh ci siamo riusciti." spiegò mio fratello.

"Bene, da quel che vedo dovreste avere 17/18 anni, che ne direste di frequentare il settimo anno qui ad Hogwarts? Mi stareste vicino e magari riuscirò pure a darvi un aiuto per sconfiggere Voldemort." disse con un sorriso paterno in viso.

"Sarebbe fantastico, signore, visto che nel nostro mondo non abbiamo avuto la possibilità di terminare i nostri studi, ma c'è un problema: io e mia sorella abbiamo solamente le nostre bacchette e nessun soldo..." spiegò Harry che sembrava eccitato dalla prospettiva di poter tornare a scuola.

"Di questo non dovete preoccuparvi perchè la scuola ha un fondo per gli studenti che non hanno disponibilità monetarie, provvederò a farvi spedire tutto il necessario entro l'arrivo degli studenti questa sera e poi, durante il primo fine settimana ad Hogsmeade, potrete acquistare ciò che vi manca. Per quanto riguarda lo smistamento penso che vorrete alloggiare nella vostra vecchia casa, scommetto che eravate in Grifondoro, giusto? - ci chiese mentre noi annuivamo – Perfetto! Allora lei signor Potter sarà in stanza con Potter, Black, Minus e Lupin, mentre lei signorina starà con Evans e Prewett. Suppongo che un cambio di cognome sia fondamentale, quindi se per voi va bene sarete i gemelli Smith."

"E' perfetto professore, la ringraziamo tanto." dissI.

"Ora andate in dormitorio a riposarvi, mi sembra proprio che ne abbiate bisogno. La parola d'ordine è 'Godric'. Ah la cena è alle 7, ma questo dovreste saperlo." ci congedò Silente mentre ci accompagnava verso la porta del suo studio: aveva capito che avevamo un assoluto bisogno di stare da soli a riflettere dopo tutto ciò che ci era successo.

"Grazie di tutto" sussurrammo.

 

Raggiungemmo la sala comune circa mezzoretta dopo, accomodandoci subito sulle poltroncine di fronte al fuoco. Subito i ricordi di tutti i brutti e bei momenti passati in quella stanza mi riaffiorarono in mente, ma furono presto interrotti dalla voce di mio fratello

"E così siamo ancora qui." disse con voce atona continuando a fissare le fiamme. Avere una seconda possibilità aveva dei lati positivi, ma ciò significava dover riaffrontare tutto dall'inizio: Horclux, mangiamorte e Voldemort.

"Così sembrerebbe." risposi.

"Non lascerò che ti accada più nulla di brutto April, lo giuro. Farò di tutto perchè tu possa essere di nuovo felice!" esclamò Harry, guardandomi intensamente negli occhi. Improvvisamente si alzò e senza darmi il tempo di rispondergli, si diresse verso i dormitori maschili.

"Andiamo a riposarci: quella di stasera sarà una lunga cena." continuò voltandosi per un attimo e sorridendomi tristemente, prima di continuare a salire le scale scomparendo dalla mia vista. Sospirai, decidendo di seguire il consiglio di mio fratello, dirigendomi verso la mia nuova camera. Vidi con piacere che il mio letto era già stato inserito e, senza aspettare un solo secondo mi buttai su di esso sprofondando subito nell'incoscenza.

 

Mi svegliai alle cinque, per la prima volta da molto tempo fresca e riposata. Certo, le occhiaie c'erano sempre, ma almeno non sembravo più un mostro. Una volta alzata notai che ai piedi del mio letto c'era un grosso baule con all'interno tutto il necessario per la vita nella scuola, compreso un sacchetto con dentro 20 galeoni. Presa la divisa e la biancheria decisi di andare a fare una doccia e, in poco più di mezzora, ero già uscita da bagno e mi stavo specchiando per cercare di riuscire a dare un senso ai miei lunghi capelli neri, troppo simili a quelli del mio gemello. Una volta finito scesi in sala comune dove trovai Harry già seduto sul divano ad osservare le fiamme. Arrivata giù si alzò e mi prese subito per mano.

"Andiamo?" mi chiese.

"Andiamo."

 

Arrivati in Sala Grande notammo che tutti i tavoli erano ancora vuoti, eccetto quello dei professori in cui gli unici posti mancanti erano quelli della professoressa McGranitt e di Hagrid, segno che gli studenti stavano per arrivare. In silenzio ci sedemmo all'estremità esterna del tavolo riservato ai Grifondoro, proprio mentre un piacevole brusio di voci annunciava l'arrivo degli altri studenti.

"Ehi Evans esci con me?" urlò un ragazzo con capelli corvini MOLTO spettinati, occhi nocciola e occhiali rotondi.

"Nei tuoi sogni Potter." rispose non troppo convinta la ragazza rossa con grandi e luminosi occhi verdi.

Il sangue mi si gelò nelle vene ed il tempo sembrò fermarsi: mamma e papà! Non riuscivo a crederci, eravamo davvero nella stessa stanza di Lily e James Potter? Mi girai verso Harry e notai che aveva gli occhi lucidi. Gli strinsi la mano, dovevamo essere forti.

Nemmeno a farlo apposta, si sedettero tutti quanti di fianco a noi: mamma, papà, la mamma di Neville, Remus, Minus ed infine Sirius. Le lacrime mi salirono prepotenti agli occhi, ma lottai per non farle scendere, mentre Harry mi lasciò la mano per circondarmi le spalle con un braccio. La morte del padrino di mio fratello mi aveva sconvolta ed anche a distanza di anni facevo fatica a parlarne senza scoppiare a piangere: non riuscivo a superarla.

"Ehi voi, siete nuovi?" ci chiese Sirius.

"Black! Ti pare questo il modo di presentarti? Scusatelo, ha solo un neurone." disse Lily scoccando un'occhiata truce a Sirius.

"Tranquilla, non importa. Comunque si, siamo nuovi. - rispose Harry - Io sono Harry Smith mentre lei è mia sorella April, molto piacere."

"Piacere nostro – iniziò Remus, seduto di fronte a me, porgendoci la mano – io sono Remus Lupin e loro sono James Potter, Sirius Black, Peter Minus, Lily Evans ed Alice Prewett." continuò mentre ad uno a uno ci salutavano.

"Come mai siete entrati solo ora ad Hogwarts?" ci domandò James.

Merlino! Non avevamo pensato ad uno straccio di copertura, e di certo non potevamo mica raccontargli la verità.

"Fino all'anno scorso ci insegnavano a casa i nostri genitori, ma quest'estate sono stati uccisi dai mangiamorte. Non avendo più nessuno siamo venuti a frequentare l'ultimo anno qui." spiegò Harry salvandomi.

"Oh, mi dispiace – disse James perdendo il suo sorriso – vedrete che qui a Grifondoro vi sentirete come a casa, ed in più saremo in classe insieme!".

Non sapeva quanto aveva ragione: Hogwarts era da sempre stata la nostra unica e vera casa. Io ed Harry ci limitammo a sorridere tristemente per poi concentrarci sulle solite parole di benvenuto di Silente.

 

Il cibo, come al solito, non tardò a comparire, ma questa sera, come le precedenti, non avevo fame.

"Ti prego mangia qualcosa April, sono settimane che non fai un pasto decente, fallo per me." mi supplicò Harry con sguardo preoccupato. Odiavo farlo stare così, ma dalla fine della guerra, avevo lo stomaco chiuso.

"Non ho fame fratellino, ma mangerò domani. Prometto."

"April, ti prego, rischi di sentirti male." continuò imperterrito.

Gli altri, che intanto avevano sentito la nostra piccola discussione, si girarono verso di me ed iniziarono a fissarmi.

"Io... scusate se mi intrometto, però è vero April: sembri parecchio sciupata e sei molto pallida." disse Alice, mentre Lily annuiva convinta.

"Se vuoi posso imboccarti, tesoro." propose Sirius ammiccando e guadagnandosi sguardi furiosi da parte di tutti, Harry compreso.

"Uff..." sospirai addentando una coscia di pollo svogliatamente, scoprendo che in realtà la fame non mi mancava per niente. Non dissi nulla però, testarda com'ero non volevo darglela vinta.

"Non avevi fame eh?" mi sussurrò Harry strappandomi un piccolo sorriso.

Appena terminato di cenare io ed Harry ci alzammo intenzionati a tornare al più presto in sala comune, ma i malandrini, che evidentemente avevano come obiettivo il non lasciarci in pace nemmeno per un secondo, ci fermarono e ci obbligarono ad andare insieme a loro. Io e mio fratello, però, non fummo troppo di compagnia ed una volta oltrepassato il ritratto della Signora Grassa ci scusammo e salimmo ognuno al proprio dormitorio per metterci a dormire: domani sarebbe stata una lunga giornata.

   
 
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