Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    22/04/2015    4 recensioni
Euron "Occhio di Corvo" Greyjoy tona a Pyke dopo anni di esilio; al suo fianco c'è una giovane donna, poco più che una ragazza, con il cuore coraggioso della più prode delle spadaccine e la lingue affilata come la sciabola di cui porta il nome.
*****
Dal testo:
- Sembra che la storia sia destinata a ripetersi. -
- Cosa intendi dire? -
- Solo che è incredibile quanto la tua Erin assomigli alla mia Kitty. -
Euron agguantò il fratello per il bavero della cappa, traendolo a sé con violenza.
- Ti avverto, Victarion, tocca anche solo per sbaglio quella ragazza e la prossima volta che farò un bagno sarà in una vasca colma del tuo sangue. -
[Euron Greyjoy; Victarion Greyjoy; Erin Waves]
[Triangolo! Violenza! Lime! Lemon!]
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Euron Greyjoy, Nuovo personaggio, Victarion Greyjoy, Yara Greyjoy
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap 10

 

 

 

 

 

 

Si riempì il calice, osservando la figura nuda rannicchiata sotto le coperte del grande talamo di Lord Hewitt. Con l’unica protezione della cappa adagiata sulle spalle, osservava il mare e lasciava che il vento trasportasse fino alle narici l’odore della salsedine e gli accarezzasse il corpo pallido e nudo.

La porta si aprì con un lieve scricchiolio, mostrando un Victarion piuttosto provato dagli eventi della giornata che lo fissava con un sopracciglio inarcato e l’espressione decisamente seccata.

- Mi hai fatto chiamare, no? –

Annuì, buttando giù il vino tutto d’un fiato.

- Ho un compito per te – iniziò, rovistando alla ricerca della sua boccetta di Ombra della Sera, - Dovrai arrivare a Meereen, dove dicono si trovi Daenerys Targaryen e condurla da me. Con la madre dei draghi al nostro fianco, conquistare Westeros sarà un gioco da ragazzi. –

- Vuoi che vada fino a Meereen? Siamo nel bel mezzo di una guerra e tu perdi tempo dietro a queste sciocche voci sui draghi? – esclamò, incredulo.

Tipico del suo ottuso fratellino.

- I draghi ci faranno vincere; potrai domarli suonando il corno che ho portato all’Acclamazione di Re. Balon ti ha affidato incarichi importanti facendo affidamento sulla tua lealtà; hai intenzione di servirmi allo stesso modo, fratello? –

Victarion sbuffò un’ultima volta, ma annuì silenziosamente.

- Partirai domani mattina – lo congedò, salvo poi richiamarlo poco prima che si chiudesse la porta alle spalle, - E, fratello, sentiti pure libero di portare con te il comandante Nymeros e gli uomini della Compagnia che ritenete necessari. –

Se non altro si sarebbe sbarazzato in un colpo solo di due spine nel fianco. Che Erin protestasse e pestasse i piedi quanto voleva, le cose non sarebbero andate in modo diverso, non finchè il Re era lui.

Rimasto solo, svegliò la ragazza bastarda con uno scrollone. Davanti al suo sguardo cupido, le intimò di recuperare i suoi abiti e sparire dalla sua vista. Non aveva alcuna intenzione di prenderla come moglie di sale né, a maggior ragione, di dividere il letto con lei per il resto della notte.

Prese ancora un paio di gocce di Ombra della Sera, cominciando a  sentirne gli effetti nel momento stesso in cui il sapore amarognolo ebbe abbandonato la sua bocca. Quanta ne aveva presa quel giorno?

Non lo ricordava con precisione, ma la boccetta mezza vuota diceva che aveva raggiunto la massima dose che il suo corpo potesse sopportare. Da quando quella ragazzina aveva cominciato a esasperarlo, due giorni prima, il suo umore si era definitivamente stabilizzato sul pessimo. Forse, se si fosse deciso a ucciderla, tutte le sue preoccupazioni sarebbero sparite nel nulla. Oppure, cosa molto più probabile, gli incubi sarebbero peggiorati e avrebbe finito con il cadere in mare e annegare per la troppa mancanza di riposo.

Scoppiò a ridere amaramente.

Sarebbe stata proprio una gran bella fine per un uomo che aspirava ad avere il mondo ai suoi piedi.

- Si può sapere perché hai deciso di mandarli a caccia di draghi?!? –

L’esclamazione indignata di Erin lo raggiunse nel momento stesso in cui la porta veniva spalancata e la braavosiana si riversava nella stanza come una piccola furia.

- Perché ho deciso di mandarci Victarion o perché ho deciso di mandare Nymeros e i suoi uomini? -  ribattè, sornione.

L’Ombra della Sera aveva fatto il suo effetto e si sentiva innaturalmente calmo e molto poco predisposto alla collera.

- Entrambi. Anche ammesso che li trovino, pensi davvero che non finiranno semplicemente carbonizzati? –

- Lo escludo. Il corno li domerà. –

- E se non accadesse? – insistè.

Scrollò le spalle, recuperando un altro calice, - Allora suppongo che moriranno carbonizzati. Vino? –

Erin spazzò via calici e brocca dal tavolo con un colpo secco, rabbioso, e il rumore dell’argenteria che rotolava sul freddo pavimento in muratura riecheggiò nella stanza per una manciata di secondi.

- Che spreco, era un’ottima annata – borbottò, lanciandole uno di quegli sguardi severi che un padre avrebbe rivolto a una figlia disubbidiente.

- Sai quando dicono che hai un cuore nero? Beh, si sbagliano, il nero é troppo colorato per te. –

Rise piano, divertito.

A chiunque altro avrebbe fatto tagliare la lingua già da tempo, ma per qualche strana ragione tutta quella rabbia e quell’aggressiva impulsività lo divertivano.

Erin sembrò registrare solo in quel momento l’aspetto del suo interlocutore. La vide sbiancare per  poi avvampare con una tale violenza da creare l’illusione che il suo bel volto stesse prendendo fuoco.

- E, per tutti gli Dei, mettiti qualcosa addosso! –

Distolse lo sguardo ostentatamente, coprendo gli occhi con una mano come avrebbe fatto una bambina pudica.

Strinse la cappa con una cinta, tenendola chiusa quanto bastava a celare i suoi attributi.

- Va’ meglio così, bambina? –

Erin tolse le dita una alla volta, lentamente, quasi si aspettasse di trovarlo ancora completamente nudo.

- Un po’, anche se potresti semplicemente infilarti un paio di pantaloni – borbottò.

- E perché dovrei? Sei tu quella che ha problemi con la nudità, non é un mio problema. –

- Per pura cortesia e perché da un Re ci si aspetterebbe una conoscenza delle buone maniere che … ah, ma che te lo dico a fare. –

Le labbra si stirarono in un pigro ghigno divertito. – Le buone maniere sono sopravvalutate. –

Mosse un passo verso di lei, barcollando. Guardò le sue gambe, stupito. Possibile che il suo fisico fosse più provato di quanto avesse immaginato? Tentò nuovamente, ma la stanza cominciò a girare intorno a lui.

Afferrò il bordo dello scranno in mogano, battendo rapidamente le palpebre per cercare di mettere a fuoco i contorni degli oggetti attorno a lui. Registrò vagamente i contorni sfocati del volto di Erin mentre lo guardava con un misto di preoccupazione e stupore negli occhioni da cerbiatta.

- Sei sicuro di reggerti in piedi? –

- Certo che mi reggo in piedi. –

Insomma, per chi l’aveva preso? Era ubriaco e stordito dall’Ombra della sera, ma non era un moccioso in preda alla prima sbronza.

Lasciò la presa e si mosse lentamente verso il grande talamo nuziale del Lord. O almeno quella era la sua intenzione perché incespicò lievemente e il contatto di una pelle profumata e delicata gli annunciò che era solo merito della braavosiana se era rimasto in piedi.

- Certo che mi reggo in piedi – gli fece il verso, passando un braccio intorno alla cappa e sorreggendolo fino a che non si fu accomodato sul morbido materasso. – Si può sapere quanta Ombra della Sera hai bevuto? –

Era divertente vederla tenere le mani sui fianchi e fulminarlo con sguardi d’esasperato rimprovero. Di solito i bronci non gli piacevano, gli ricordavano le espressioni delle bambine capricciose, ma quando si trovava davanti il suo non riusciva a fare a meno di provare il desiderio di mordere quelle labbra fino a farle sanguinare.

L’immagine fu così vivida che dovette serrare gli occhi per impedirsi di metterla in pratica.

- Perché non sorridi un po’? Sei sempre arrabbiata – replicò per tutta risposta.

Fallo oppure neanche la catalessi da Ombra della Sera potrà impedirmi di farti mia, bambina.

- Io non sono sempre arrabbiata. Sei tu che trovi sempre un modo per farmi perdere la pazienza; sei esasperante, Occhio di Corvo. –

- E poi sarei io quello che non conosce le buone maniere. –

Erin sorrise lievemente, scuotendo la testa.

- Cos’é quello, un sorriso? Incredibile, sei persino bella quando lo fai. –

- Perché di solito non lo sono? – lo provocò, inarcando un sopracciglio.

Non farlo, ragazzina, non giocare con me.

Prese tempo, sforzandosi d’ignorare quegli occhi azzurri che lo fissavano in attesa di una risposta. Non c’era la malizia che avrebbe usato una puttana qualunque, ma un lieve barlume di sincero interesse. Sembrava che conoscere la risposta le interessasse davvero per qualche suo strano fine.

Allungò una mano verso di lei, accarezzandole il volto con una gentilezza che non riconobbe come sua.

- Hai bisogno che ti dica l’ovvio? –

- Dipende da cosa intendi con “ovvio”. –

- Sei bella e desiderabile. Tremendamente desiderabile – concluse, mentre la mano abbandonava il volto per scendere lungo il collo da cigno e l’osso lievemente esposto della clavicola.

La vide trattenere il respiro.

Avvicinò il volto al suo, inspirando l’odore di vaniglia che irradiavano le sue onde castane e pregustando il momento in cui le loro labbra si sarebbero incontrate.

Erin si tirò indietro all’ultimo momento e le labbra dell’uomo si infransero su una delle sue guance alabastrine.

- Non bacio uomini ubriachi su letti che hanno appena diviso con altre donne. –

Si lasciò ricadere sul materasso, passandosi una mano tra le ciocche corvine scompigliate, ed emise un gemito di frustrazione.

- Sei la donna più impossibile che conosca. –

Erin affondò le dita tra le ciocche ribelli, sorridendo, in una lenta e dolce tortura che lo spinse a chiudere gli occhi e a rilassarsi sotto i suoi tocchi.

Mormorava una dolce melodia condita dal lieve accento di Braavos che ne impreziosiva le parole e che lo cullò così come la voce di sua madre aveva fatto trent’anni prima, quando si svegliava per colpa degli incubi.

 

C’é un audace marinaio che attendo dentro al cuore.

Non conosco il suo nome, ma ho bisogno del suo amore.

Oh fanciulle innamorate venite tutte qua, l’allegro marinaio un giorno arriverà.

Solo lui può consolare questo cuore spezzato a metà,

il mio audace marinaio prima o poi arriverà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con l’aggiornamento, mie/miei care/i. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt