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Autore: Wearewhoweare    22/04/2015    3 recensioni
"Harold, si può sapere dove abbiamo sbagliato con te? Non c'è stato giorno in cui non ti impartissimo la giusta educazione o i giusti insegnamenti. Già era sconvolgente che uscivi con donne più grandi di te, ma ora? Ora anche gli uomini? Ma dico sei impazzito per caso? C'è forse qualche strana larva nel tuo cervello?" sbraitò la donna.
Harry capì di aver proprio esagerato quella volta.
Forse uscire con un uomo non è stata la sua migliore idea.
Rettifico: forse farsi beccare a leccare panna dal corpo di un uomo non era stata la sua migliore idea.
Prince!Harry | Uni!Louis
Larry| Ziam| Nosh| Accenni Ashton/Gemma
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quest'ultimo capitolo lo dedico alle due persone che mi hanno portato qui.

A Harry, che ci grazia del suo "Frozen" e delle sue fossette.
A Louis, la cui voce per me è vita.
A Harry e a Louis, che il vostro amore sia eterno.
Grazie.





 







Le giornate per Louis, da quando era tornato, sembravano tutte uguali. 
Passava le ore tra le lezioni, la biblioteca e il Red. Non sapeva neanche se si ricordava cosa volesse dire fare una partita a FIFA  o un’uscita con i ragazzi. Erano tre settimane che l'unico contatto fisico che aveva avuto era stato con il suo cuscino. Non si faceva avvicinare da nessuno. Aveva lasciato Harry per poter seguire il suo sogno e forse non lo aveva ancora realizzato visto che, la mattina, la prima cosa che faceva era toccare il lato destro del letto per toccare i ricci di Harry. Cosa che ovviamente non succedeva, e quando si accorgeva che in verità stava toccando il vuoto, sospirava e si strofinava la faccia con le mani facendo finta che non era successo niente e che lui era sempre lo stesso. Quella parentesi della sua vita era finita e sul fondo della pagina c'era un enorme scritta in corsivo che diceva "The End". Fine, Kaputt, chiuso, concluso, messo in un cassetto nei meandri della mente. Basta.
Non aveva avuto più notizie di Josh da quando si erano salutati sulla porta della stanza del più grande, ma se lo aspettava. Probabilmente anche il suo amico stava male quanto lui. 
Quel giorno non sembrava essere diverso da uno come un altro, quindi come al solito provò a toccare il lato opposto al suo sperando di trovare una massa di capelli, aprì gli occhi e si alzò sbuffando e dando inizio a quella giornata che lui ancora non lo sapeva ma sarebbe stata decisamente diversa.



Louis in tutti gli anni che aveva passato dentro quel campus si era sempre chiesto come mai tutte quelle persone avessero una così forte voglia di fare una fila di un'ora per prendere un muffin dal bar della scuola. Quindi alla faccia delle abitudini aveva avuto l'idea di mettersi in fila e aspettare il suo turno per assaggiare quella che sapeva chiamassero "Delizia di paradiso caduta dal cielo per salvarci", solo il nome era tutto un programma. Aveva quasi paura ad assaggiarla. Conoscendo le stranezze del mondo e la sua totale incapacità nell'intuire le cose, quel dolce sarebbe potuto essere tranquillamente una cheesecake con olive e cioccolato. Non pensando alle conseguenze decise comunque di prenderla.
Morale della favola?
Non aveva potuto mangiarla, perché era finita spiaccicata sul marciapiede dopo che "quattro coglioni che vogliono intromettersi nella mia vita", come li aveva definiti Louis, avevano deciso di prelevarlo per andare chissà dove. 

"Si può sapere dove stiamo andando di grazia?" chiese stizzito Louis.
"Te lo diremmo se smettessi di insultarci ogni volta che proviamo a dirtelo" rispose ghignando Zayn.
"Smettila di fare quel sorriso idiota, Zayn Malik! Odio te e questi altri quattro cretini!" 
"Ehi!" sbottò Josh. "Anche io sono una vittima!"
Anche Josh, come Louis, era stato preso con la forza e sbattuto in macchina con ancora la paperella, che gli avrebbe fatto compagnia nella  vasca se qualcuno non lo avesse interrotto, in mano.
"Allora rettifico: con tre cretini!" 
"Louis smettila di starnazzare, ormai siamo in macchina e non scenderai di qua finché non saremo arrivati. Arrenditi." disse Liam dal posto a fianco di Zayn.
"Smettila di difendere il tuo ragazzo! Lo so che è stata una sua idea! Voi siete solo complici, ma la mente qui è lui!" disse Louis, indicando il ragazzo che stava guidando.
"Suvvia che tragico, non ti stiamo mica torturando..." parlò Stan che fino a quel momento stava messaggiando al telefono.
"Non ancora almeno" disse sottovoce Liam.
"Cos'hai detto?!" 
"Chi, io? Niente, figurati" rispose Liam sogghignando.

Il viaggio continuò così per un po’ finché alla fine Stan decise di parlare, dopo due mesi che si teneva quel segreto doveva rivelarlo.
Prese un bel respiro per poi iniziare: "Ragazzi, dovrei dire una cosa..." 
"Se vuoi dire che ti sei pentito di aver complottato contro di me, fallo ora. Sto giusto programmando adesso come vendicarmi" disse Louis.
Stan rise piano prima di negare con un cenno e continuare a parlare, "Sapete che nelle vacanze di Natale sono rimasto qui no? Beh ho fatto una cosa non molto lodevole"
"Hai messo incinta una ragazza?!" chiese Louis.
"In verità..." provò a continuare Stan, ma fu nuovamente interrotto da Josh che disse: "Hai dato fuoco alla mascotte della scuola? Perché se sei stato tu, sei un grande! Anche se avresti dovuto aspettarmi"
"Secondo me, ha ucciso qualcuno" disse Liam.
"Per me, ha ballato nudo in discoteca e ora è ricercato per atti osceni in luogo pubblico" disse Josh.
"Mi sono sposato!" sbottò alla fine stanco di quelle scemenze.
"COSA?" gridò Zayn inchiodando di colpo.
"Sei impazzito, Zayn?!" esclamò Liam. "Potevi farci ammazzare!"
"Quello si è sposato e tu ti preoccupi perché ho inchiodato?!" 
Mentre Zayn e Liam continuavamo a discutere, Louis aveva preso la mano sinistra di Stan e aveva iniziato a ispezionargli la fede. 
"Ma come cavolo è successo?" chiese infine.
"A capodanno mi sono ubriacato, e, non so come, ma il giorno dopo avevo una fede al dito e un marito avvinghiato al mio fianco" disse Stan guardandosi i piedi.
"Chi è? Lo conosciamo?" chiese Josh sporgendosi verso il suo amico.
Stan annuì prima di rispodere. "Sam".
"Sam?" esclamarono sbalorditi i quattro.
"O mio dio" disse Louis, accasciandosi sul sedile e passandosi una mano fra i capelli.
"Sono senza parole" continuò poi.
"E ora state insieme, o, non so, state divorziando?" chiese Zayn ancora un po' scioccato dalla notizia.
"All'inizio lui voleva divorziare, perché, che lo crediate o no, era veramente innamorato di Louis, dopo l'ultimo rifiuto però si è arreso e a iniziato ad aprirsi con me. Così ora ci stiamo provando, è un po' strana come cosa visto che siamo sposati, ma stiamo bene insieme" rispose Stan diventando un po' rosso. Si stava affezionando a quel barista tutto pepe. In fondo era un tenerone, ma mai nessuno se ne era accorto prima di lui. Quella sfaccettatura del suo carattere se la sarebbe tenuta per sé. Era un po' geloso di Sam, un po' tanto.
"Wow, beh che dire... se sei felice, ti appoggio, amico!" disse Josh, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
"Siete assurdi, sul serio. Mi fate paura" parlò Louis.
Nella macchina scoppiò una risata e l'arrabbiatura di Louis fu dimenticata.


#


L'erba ormai aveva presa la sua forma sotto il salice "Happy" e Harry era molto fiero di questo. Non sa se fosse un motivo abbastanza nobile per essere fiero, ma non gli importava più di tanto, Louis lo aveva lasciato. Questa consapevolezza lo stava uccidendo, non era stato abbastanza. Non era riuscito a non farlo scappare. Forse però doveva aspettarselo, non ci sarebbe stato futuro per loro, aveva ragione sua madre.
Sua madre che stranamente non si era pronunciata quando aveva saputo che Louis sarebbe tornato a casa sua, per non fare più ritorno. Nessun commento saccente, nessun "Avevo ragione io" , niente di niente. Questa cosa lo insospettiva, ma non aveva tempo di pensarci. Era troppo occupato a cercare di non dimenticarsi i lineamenti di Louis per cercare di capire sua madre. Troppo complicate, le donne, per questo preferiva gli uomini. Le donne erano tutte troppo piene di pensieri per poter essere capite, tranne una, pensava Harry. Sua sorella. Sua sorella che ora lo stava raggiungendo in sella ad un triciclo. 
Ok, forse era un po' complicata anche lei.

"Posso sapere cosa ci fai sopra un triciclo?"
"Posso sapere cosa ci fai qua a deprimerti?" 
"Louis mi ha lasciato."
"Bo-uh che tristezza, piangi un po', fratellino" disse Gemma, facendo finta di piangere.
"Ripeto: perché sei sopra un triciclo?"
"Ripeto: cosa ci fai qua a deprimerti?" 
"Louis mi ha lasciato, che dovrei fare? Saltare dalla gioia?"
"Sei un idiota, quel ragazzo ti ama, che ci fai qui? Perché non sei con lui?"
"Forse perché tra qualche giorno mi dovranno incoronare re?" chiese Harry con tono sarcastico.
"Tutte scuse, avresti potuto convincerlo a rimanere, o fare qualcosa per farlo restare comunque con te!" 
"No, Gemma. Non funziona così. Dovevo lasciarlo andare, se fosse rimasto qui o con me, non avrebbe realizzato il suo sogno. Non potevo tenerlo legato a me sapendo che non era ciò che voleva"
"Non ci hai nemmeno provato..."
"Non era giusto, Gem"
"Forse non lo amavi quanto mi dicevi" disse Gemma, un po' arrabbiata.
"Ti sbagli. Lo amo! Dio solo lo sa quanto! Ed è per questo che l'ho lasciato. Eravamo diventati un tutt'uno, ma lui qua non era felice! E come contraddirlo? Io stesso odio questo posto..." disse Harry, iniziando a piangere silenziosamente. Era consapevole di star piangendo, eppure non riusciva a sentire le lacrime che compievano il loro percorso. Era una sensazione orribile, sapere di avere qualcosa ma non sentirla. Era come amare Louis, sapeva di amarlo, ma non lo sentiva. Non più.
Gemma abbracciò suo fratello, ma non disse niente. Si era appena accorta che forse suo fratello sarebbe stato un grande re nonostante tutto. Aveva torto. Aveva sbagliato a pensare che non ne sarebbe stato in grado.

 
"Sarai stanco amore, perché è tutto il giorno che cammini nella mia testa."




#









 
"Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio."



 
 
Louis amava dormire e questo tutti lo sapevano. Si sapeva anche che svegliarlo era pericoloso per la propria incolumità. Louis appena sveglio faceva un po' paura, soprattutto se quando si svegliava non beveva il suo thè. Il che era veramente strambo visto che il thè di solito si prende quando si sta per andare a dormire. Il problema però sorge quando nessuno dei suoi amici ha il coraggio di svegliarlo e allora si mettono a fare sasso, carta e forbice.
"Pronti?" chiese Liam.
Aspettò che tutti annuissero per poi recitare le parole famose: "Sasso, carta, forbice"
Chiusero tutti gli occhi per un attimo e quando li riaprirono uno di loro gelò sul posto. 
Tre carte e un sasso.
"Liam hai perso! Tocca a te!" urlò Zayn, saltellando felice.
"Ma non ha un po' di pietà per il tuo ragazzo?" chiese Liam, sconsolato.
"No, per niente" gli rispose Zayn, facendogli la linguaccia.
"Bene!" disse Josh, prima di battere le mani per richiamare l'attenzione. "Ora che è tutto deciso, Liam è stato un piacere conoscerti. Noi iniziamo ad andare così ci assicuriamo che non sia un imbroglio" 
Zayn salutò Liam con un veloce bacio e con un "Ti amo" sussurrato e poi si avviò insieme agli altri due.
Liam sbuffò e poi raggiunse la macchina, sperando di non morire prima del suo tempo.
Si avvicinò al corpo schiacciato alla portiera e iniziò a scuoterlo il più dolcemente possibile.
"Lou" disse, così piano che probabilmente neanche si sarebbe sentito.
Nessuna risposta in cambio dal bell’addormentato.
"Louis, svegliati" disse, questa volta con un tono di voce più alto.
Nessun movimento.
"Louis!" disse questa volta più forte di come normalmente si parla.
Nessun cenno di vita.
"Louis William Tomlinson! Alza il culo!" urlò.
Il corpo iniziò a muoversi e a mugugnare versi senza senso.
"Che-" sbadigliò "vuoi, Lee?" chiese, cercando di aprire gli occhi. Peccato che la luce era troppo forte e quindi li richiuse.
"Louis, alzati. Siamo arrivati" parlò Liam, il suo tono era un po' severo. Ma sapeva che tra poco sarebbe scoppiato e non sarebbe stato un bello spettacolo.
"Ok..."
"Dov'è il mio thè?" chiese Louis, subito dopo essere uscito dalla macchina.
Liam iniziò a incamminarsi per andare il  più lontano possibile, cercando di salvaguardare la sua persona.
"Non c'è." 
"Liam."
"Si, Lou?"
"Inizia a correre."


***


"Non mi aspettavo fosse così bello" disse Stan, guardando l'ampia finestra del salotto.
"Pensavo ci avessero fregato, invece è proprio bello, sarebbe perfetto" commentò Josh.
"È perfetto, gli piacerà" sorride Zayn.
I tre continuarono a girare in quel posto convinti che non ci sarebbe stato posto più adatto di quello per Louis. Quel posto sapeva tanto di libertà e Dio solo sa di quanto ne avesse bisogno.

"Zayn!" urlò Liam. "Aiutami!" 
Zayn vide entrare Liam dentro l'appartamento completamente ricoperto di pittura gialla.
"Lee, ma che cavolo ti è successo?" chiese.
"Lou-is" rispose sedendosi per terra e prendendo un bel respiro. "Mi ha rincorso perché non avevo il suo thè. Poi quando si è accorto di dov'era si è messo a urlare. A quel punto, per mia sfortuna, ha preso la pittura con cui stavano dipingendo l'entrata e me l'ha versata tutta addosso" continuò, cercando di togliersi tutto quel colore dai capelli.
"Ma che fai? Così rovini il parquet!" lo rimproverò Stan.
"Non me ne frega niente! È il suo appartamento, non il mio!" disse puntando il dito su Louis, che era dietro di lui.
"Cos'è che sarebbe mio?" chiese Louis, che era appoggiato alla porta d'ingresso, anche lui col fiatone.
"Questo" disse Zayn, spostandosi di lato e mostrandogli con il braccio il suo appartamento.
"Mio? Ma che state dicendo?" disse andando panico, Louis.
"Benvenuto a casa, Louis" disse Josh, abbracciandolo.

#


Harry alle due e un quarto, com'era solito fare, raggiunse il salice piangente e aspettò che Niall lo raggiungesse. Neanche si domandò dove fosse, perché il suo amico lo stava raggiungendo con in mano due gelati grandi quanto sue mani.
"Credi che riusciremo a finirli?" chiese.
"Ovviamente, Haz! Per chi mi hai preso?"
"Prima, per una persona normale. Ora, per un obeso" disse Harry, fingendo di essere serio.
"Mi offendi così, principino" rispose l'altro, sedendosi al fianco del reale.
Mangiarono per un po' senza parlare, in fondo il cibo si gusta senza parlare, no? 
Finito il gelato, Harry decise di porre fine a quel silenzio per togliersi un peso dal cuore.
"Mi dispiace" disse allora. Niall lo guardò con uno sguardo interrogativo e allora Harry decise di spiegare. "Cioè, mi dispiace che Josh ti abbia lasciato. È stata colpa mia"
Niall prese un bel respiro prima di parlare. "Ti sbagli, H. Non è stata colpa tua. Lui doveva scegliere. E ha scelto Louis, ma non sono arrabbiato. Sono deluso e triste."
"Ti capisco, ma mi sento comunque in colpa."
"Non devi. Siamo stati abbandonati. Non è di nessuno dei due la colpa questa volta."
"E allora perché mi sento così male?" chiese Harry.
"Perché non stiamo facendo niente per riprenderceli" gli rispose Niall, guardando il suo gelato che ormai si stava sciogliendo sulla sua mano.
"Ma non sarebbe giusto. Loro non vogliono questo" disse Harry, girandosi verso l'amico.
"Una volta ogni tanto bisognerebbe essere egoisti. Non credi?"
"Forse hai ragione"
"Forse."




#









La combriccola era stesa sul pavimento dell'appartamento ormai da qualche ora, ma di certo non si stavano annoiando. Louis aveva scoperto che con l'aiuto dei suoi familiari, i ragazzi erano riusciti a prendere in affitto quel posto. E che posto.
ll locale era un open space ricoperto di parquet scuro e le pareti erano rivestiti di mattoni scuri. Certo non era molto grande, ma era perfetto. Perfetto per lui che aveva bisogno di vedere cosa succedesse nel mondo e quella finestra che dava su un parco giochi sembrava essere fatta su misura per lui.
Quel posto sarebbe stata la sua nuova casa. Casa. Quella parola che per lui in quei mesi era diventata sinonimo di Harry. Ora però si accorgeva che casa, non era dov'era Harry o dov'era la sua famiglia. Casa, era dove stava bene. Dove si sentiva se stesso. E in quel posto così nuovo e così diverso dalla sua vecchia vita e dal suo vecchio dormitorio, per la prima si sentì finalmente nel posto giusto. E in quel momento non rimpianse di aver scelto il suo sogno.
Sarebbe sempre stato innamorato di Harry, ma l'aver scelto se stesso lo faceva sentire fiero. Harry era il suo piccolo sole personale, ma non poteva permettere di vivere in condizione di quello doveva rendersi conto che forse c'era molto di più di quello che vedeva. Forse in un altra vita lo avrebbe rincontrato e sarebbero stati insieme, magari si sarebbero incontrati in una panetteria, o magari si sarebbero semplicemente innamorati. In fondo non importa come, l'importante e che sarebbe accaduto. E di questo Louis era più che sicuro, quasi quanto era convinto che "It is what it is" era la sua canzone preferita.
"Grazie" mormorò.
Zayn sorrise al sussurro del suo amico, Liam strinse le mano del suo ragazzo. Stan chiuse gli occhi godendosi il momento. E Josh. Josh pensò che Louis era riuscito solo con uno stupido appartamento a riprendersi, mentre lui? A lui quanto tempo e soprattutto cosa lo avrebbe fatto tornare se stesso?


***

"Alla fine cuciniamo sempre noi" disse Liam.
"Dovresti sapere che le cose non cambiano mai tra noi" disse Zayn, sorridendo.
Zayn sentì Liam circondargli i fianchi, per poi gemere quando incominciò a baciare una porzione di collo.
"E noi, Zayn? Noi cambieremo? Mai?" chiese Liam.
Zayn, capendo forse i pensieri di Liam, si girò verso il suo ragazzo e lo guardò. Poi gli poggiò le mani sulle guance ,rese ruvide dalla barba, dell'altro e lo costrinse a guardarlo. 
"Non importa che strade prenderemo o cosa faremo, io ti amo, Liam James Payne. E potrò anche viaggiare per il mondo, come vorrei fare. Ma tornerei sempre qui. Tornerei da te. Ok?"
"E se non ti bastassi più?" 
"Se lo pensi allora sei proprio idiota. Perché non c'è nessun essere al mondo che potrebbe competere con te. E poi finirò sicuramente in qualche casino, mi servirà un avvocato."
"Ah, allora è solo per questo che stai con me?" chiese Liam, ridendo.
"No, è molto di più"
Dopo quelle parole si sentì confortato nel sapere che ovunque sarebbero stati, uno sarebbe stato  sempre parte dell'altro.

"Piccioncini, abbiamo fame qua!" gridò Josh.
"Non scopate nella mia, e sottolineao mia, nuova cucina!" gridò a sua volta Louis.



***

"E così è finita" disse Stan passando la bottiglia di vodka a Josh.
"Dopo domani ci laureiamo, ma ci credete?" chiese Zayn.
"È l'ultima sbronza tutti insieme" disse Louis, abbassando lo sguardo.
"Stai per caso pensando di liberarti di noi così in fretta, Tomlinson?" chiese Zayn, alzando un sopracciglio.
"Andremo in paesi diversi, che cosa ti aspetti?"
"Mi aspetto che ci ritroveremo una volta al mese, nello stesso posto. Saremo insieme. E puoi giurarci che questa non sarà l'ultima sbronza tutti insieme"
"È una promessa?" chiese Liam.
"Nah, è un obbligo" disse Zayn, alzandosi e indicando ognuno di loro. "Vi obbligo a vederci per tutta la vita, e a invitarmi ai vostri matrimoni!"
Continuarono tutta la notte, finché all'alba non si addormentarono. Tutti tranne Louis. Guardò i suoi amici per un po' e poi sorrise. Ogni mese. Beh si poteva fare. Decisamente.



E che sarebbe importato se Zayn fosse andato in giro per il mondo per trovare la sua ispirazione e poi magari si fosse innamorato di molti e fosse entrato in crisi. Ma alla fine di tutto sarebbe tornato sempre da quell'avvocato che nel frattempo sarebbe riuscito a diventare socio di qualche studio legale importante. E molto probabilmente Stan sarebbe rimasto lì al campus per stare con Sam e insegnerà perché era bravo in quello, avrebbe adottato un bambino e sarabbe stato felice. Josh avrebbe girato per un po' il mondo, poi si sarebbe insediato nell'appartamento di Louis e avrebbe vissuto a scrocco di quest'ultimo finché alla fine l'appartamento non sarebbe diventato suo, perché Louis gliel'avrebbe lasciato. Louis l'avrebbe lasciato perché finita la specializzazione si sarebbe unito ai dottori senza frontiere e sarebbe partito,  avrebbe aiutato un sacco di persone e poi magari stanco, sarebbe tornato a casa, nella sua vera casa. Ovunque essa fosse. Ma che importava, alla fine, sarebbero rimasti sempre la combriccola dell'arcobaleno.






#




Due giorni dopo, quattro dei cinque ragazzi erano seduti su delle sedie scomode, ad ascoltare uno dei loro migliori amici, recitare uno dei discorsi che avrebbero ricordato per tutta la vita.




"In questi anni di permanenza al campus, ho visto cose belle e cose brutte. Ho conosciuto persone fantastiche, vissuto esperienze a di poco pazzesche e studiato cose che non mi serviranno mai. Sono Louis Tomlinson, e metà di voi sicuramente non mi conoscerà, o forse è meglio dire che non conoscerà il mio nome. Sono il ragazzo che studiava medicina, quello che faceva sempre quattro chiacchiere con la signora della biblioteca. Sono quello che al primo anno indossava pantaloni rossi e bretelle. Sono quelle che oggi indossa principalmente il nero. Sono il cameriere del Red, che qualche volta vi passava dei drink gratis. Sono qui oggi a parlarvi di me perché dopo oggi ricorderete le mie parole. Bene o male i bei momenti si ricordano sempre quindi, di conseguenza mi ricorderete. Sì, lo so, sono un bel momento.
Ora in teoria dovreste ridere. "
E delle risate si alzarono sul serio. Si alzarono mentre qualcuno vestito di tutto punto scendeva dalla macchina e si avvicinava al palco.
"Oggi devo stare qua davanti a tutti voi e dovrei fare un discorso perché Julian, rappresentate degli studenti, l'altro giorno mi ha bloccato mentre stavo mangiando una pizza dicendomi "Ehi! Sì, tu! Tu sei quello che ha dato di matto all'esame su Shakespeare! Tu farai il discorso!"
Così mi sono ritrovato qua e, molto probabilmente, dovrebbe farlo qualcun altro questo discorso. Qualcuno che voleva farlo davvero. Scusami, Taylor, so che ci tenevi a farlo. 
Ma sapete una cosa? Io me lo merito, ma come lo merito io, lo meritate anche voi! Uno a uno, nessuno escluso! Perché ce l'abbiamo fatta. Abbiamo soppresso le voci nella nostra testa che ci dicevano che non ci saremo mai riusciti, abbiamo contradetto chi ci riteneva degli sfigati perché rimanevamo a casa al posto di andare a festeggiare. Noi, abbiamo vinto. E abbiamo vinto questa laurea che adesso ho in mano. E sono pronto, sono pronto per il mio futuro. 
Sapete, ho fatto l'esame su Shakespeare, e sapete cosa diceva quel drammaturgo? "Il sole non si vede finché il cielo non si rischiara", è una bella frase ad effetto, ma è una grandissima cazzata. Perché io ho visto i miei migliori amici innamorarsi, ho visto voi innamorarvi e poi lasciarvi per poi riprendervi. Ma non vi siete mai abbattuti! Perché voi il sole lo vedete tutti i giorni anche se ci sono le nuvole, lo vedete negli occhi dei vostri amanti, nei sorrisi dei vostri amici. Voi stessi siete il sole. Quindi, caro Shakespeare, ti sbagliavi! Il sole, io, lo vedo lo stesso! Quindi complimenti, laureandi del 2014, voi siete il sole! "
Louis scese i gradini di quel palco con la consapevolezza di esserci riuscito. Aveva vinto, e non per qualcuno, ma per se stesso. Con un urlo di felicità pose fine alla cerimonia e i cappelli volarono in aria, verso il sole che quel giorno era più splendente del solito.

Louis si voltò a guardare quella scuola e quel prato che per anni lo avevano ospitato, li ringraziò mentalmente e poi si diresse verso la sua famiglia che era venuta al completo solo per lui.

"Louis, caro!" gridò Johanna.
"Mamma, ciao!" rispose Louis, abbracciandola forte. "Sono così fiera di te, amore" 
"Grazie, mamma. Ora però lasciami che saluto anche gli altri" disse Louis ridendo. 
"Oh, certo! Scusami!" disse la donna, un po’ imbarazzata.
Louis si staccò dalla madre e le asciugò le lacrime che scendevano copiose sul suo viso.
"Come mai non sento nessuna delle mie sorelle attaccate alle gambe?" 
"Forse perché stiamo diventando più alte di te?" disse Lottie sogghignando.
"Ah ah ah, divertente, sorellina" disse Louis, prima di tirarla in un abbraccio rompi costole, come quelli di Josh.
"Congratulazioni, Boo" si congratulò Fizzie, abbracciando il fratello.
"Grazie, Fiz. La prossima sarai tu. Su Lottie non ci metterei la mano sul fuoco" 
"Ehi!" disse lei. "Guarda che ti sento benissimo!"
"Era questo il mio intento!"

Louis stette ancora un po' con la sua famiglia a ridere e a scherzare, finché Zayn non lo chiamò per una foto tutti insieme. 
"Lou, spostati mi schiacci un piede così!" sbottò Josh.
"Non è colpa mia! Hai solo da levarti dalle palle!"
"Le parole, Boo!" lo sgridò la madre che teneva in mano la macchina fotografica.
"Forza, non abbiamo tutto il giorno!" continuò Johanna.
"Al mio tre, dite "Siamo gay!" ok"? chiese la donna.
"Uno, due e tre!" 
"Siamo gay!" gridarono in coro.
La foto venne bene alla fine: Louis sopra le spalle di Josh, mentre Zayn e Liam si scambiavano un dolce bacio, Stan invece guardava dall'altro lato. Dall'altro lato c'era Sam, ovviamente.
Finite le foto di rito, ognuno prese la sua strada e un vuoto si insediò nel cuore di ognuno di loro. 
"Sto andando, Sam mi aspetta in macchina. Raggiungiamo i miei oggi" disse Stan, prima di abbracciarli tutti.
"Ciao Stanny, vedi di rigare dritto" disse l'ormai dottore in giurisprudenza. Liam. 
"Stai tranquillo e tu vedi di non risolvere troppi casi, senza di me" disse, poi fece un occhiolino.
"Ti voglio bene, Stan, fatti sentire" disse Louis, al suo amico di bevute.
"Non bere troppo, sei un medico ora. Ti voglio bene anche io, Tommo"
Salutò di nuovo tutti raccomandandosi di rincontrarsi tra trenta giorni giusti.
"Beh, è ora che vada anche io, ho un volo alle sei da prendere" disse Josh.
"Ciao Joshy" disse Zayn abbracciandolo. "Non arrivare in ritardo ok? Trenta giorni da oggi. Non un giorno in più non un giorno in meno."
"Prometto" rispose, anche se in verità stava incrociando le dita dietro la schiena.
Liam li si avvicinò lentamente e poi lo abbracciò come Josh aveva fatto anni prima con lui.
"Abbraccio rompi costole?" chiese Josh.
"No, abbraccio da ‘Vedi di non sparire che ti uccido’" gli rispose.
Liam e Zayn si allontanarono un attimo per lasciare un minuto a Louis e a Josh.
"Proverai a stare meglio, Josh? Cercherai di trovare te stesso?" gli chiese Louis.
"Lo farò, ma tu promettimi che andrai avanti. Non rimanere fermo, ora che stai bene affronta tutto di petto. Non avere paura di provare qualcosa."
"Non lo farò."
Louis abbracciò Josh, e forse al secondo scappò una lacrima, ma questo non bisogna dirlo per forza. Lo guardò andare via, e il peso nel suo cuore si fece sempre più pesante. Gli sarebbero mancati come l'aria.

"È arrivato il momento anche per noi, Lou" disse Zayn.
Louis annuì , poi abbracciò Liam e gli sussurrò : "Vedi di tenertelo al guinzaglio e se scopro che fai cagate, ti giuro che non mi importa se mi puoi sbattere in prigione tutta la vita. Sai che posso farti del male"
"Mi mancherai anche tu, Tommo" disse Liam, abbracciandolo forte.
"Prenditi cura di te."
Louis gli sorrise, e poi anche Liam se ne andò verso la sua macchina.

"Che farete ora?" chiese Louis, distogliendo lo sguardo dal corpo di Liam e riportandolo su Zayn.
"Andremo dalla sua famiglia per un po'. Poi partirò verso chissà dove" rispose l'amico.
"Beh, almeno d'ora in poi, non avrai nessuno che ti rovinerà i dipinti"
"E tu nessuno che ti romperà perché sei la persona più disordinata del mondo. Il tuo appartamento sarà un fottuto disastro" 
"A proposito di questo" disse Louis, mettendosi una mano in tasca e estraendo una chiave dalla tasca. "Questa è per te. Se ti viene voglia di pulire la mia stanza"
Zayn prese la chiave dell'appartamento e dopo essersela messa in tasca, prese Louis per un braccio e se lo trascinò addosso. 
"Mi mancherai, Louis. Non immagini neanche quanto" disse, stritolandolo.
"Se mi stringi ancora così forte per molto, ti mancherò per tutta la vita mi sa"
"Stai zitto, stronzo, e abbracciami."
Restarono abbracciati per molto tempo, o almeno a tutti sembrò un'eternità. Eppure per loro quello era troppo poco.
"Il mio numero ce l'hai. Quindi chiama quando vuoi, ok? Per te ci sarà sempre tempo" disse Zayn, staccandosi. Il momento stava per arrivare. Louis annuì e si staccarono definitivamente.
"Ciao, Zayn" disse, alzando una mano.
"Ciao, Lou"
Zayn si incamminò verso Liam con le lacrime agli occhi, sapendo però che non era finita lì. Una vibrazione nei pantaloni però lo fece distogliere dai suoi pensieri. Rispose senza guardare perché sapeva.

"Pronto?"
"Mi manchi già."
"Anche tu" disse, girandosi verso l'amico che ora lo stava guardando con gli occhi lucidi in mezzo a un cortile pieno di gente. Louis era veramente cambiato e ora era anche meglio di prima. Chiuse la telefonata e con un sorriso sulle labbra si diresse verso chissà dove.



#


Josh stava per entrare in macchina quando qualcosa gli leccò la caviglia scoperta. Abbassò lo sguardo stranito e poi vide un piccolo labrador beige.
"Ciao" disse, consapevole di star parlando con un cane.
Si abbassò sulle ginocchia e lo accarezzò piano, quasi avendo paura di fargli del male. Il cane gli fece le feste e Josh ne fu contento finché non penso che il suo volo stava per partire e non poteva rimanere ancora a lungo. 
"Ehi, cucciolo, non posso rimanere. Ce l'hai un padrone?" gli chiese.
Vide solo dopo che aveva una targhetta al collo.
La lesse.
Plettro.
"Plettro" sussurrò. Il cane sentendosi chiamare, abbaiò felice e riiniziò a leccarlo. Josh alzò lo sguardo e in quel momento capì che forse non aveva bisogno di trovare se stesso.
Si alzò e lo raggiunse.
"Ciao"
"Ciao, Josh" disse lui.
Un silenzio imbarazzante si impossessò del momento. 
"Congratulazioni. Per la laurea, intendo" disse.
"Cosa ci fai qui, Niall?" chiese Josh a quel punto.
"Ho lasciato le guardie reali, o per lo meno non ce più bisogno del mio aiuto lì"
"È una cosa che si può fare?" chiese avvicinandosi.
"Direi di sì. Sono qua, ora" rispose Niall afferrandogli i fianchi.
"Mi dispiace" mormorò Josh.
"Non farlo, non è colpa di nessuno. E poi l'importante è che ora siamo insieme, noi due"
"No, Niall"
"Perché?" chiese Niall, preoccupato che fosse troppo tardi. Eppure gli era sembrato che stesse andando tutto bene.
"Perché ora siamo in tre" disse, prima di attaccare le sue labbra a quelle di Niall.
Dopo un po' si staccarono e Josh disse: "Basta scappare"
"Basta" rispose Niall.




#


Louis salutò la sua famiglia con la promessa che a cena sarebbero stati insieme, ma che ora aveva bisogno di un momento tutto per lui. Aveva appena salutato Zayn ed era particolarmente emotivo. Doveva andare nell'unico posto in cui in quegli anni era stato bene. Il Washing up with Love. Come al solito la lavanderia era vuota e la panchina era ancora nello stesso posto.
Dio, da quanto non vengo?, pensò Louis entrando.
Si sdraiò sulla panchina e si mise un braccio sopra gli occhi per poter riposare.
Peccato non avere la musica dietro, sarebbe stato per-
"Scusi, avrei bisogno di una mano" disse una voce.
-fetto,  pensò Louis

Louis aprì gli occhi perché non ci poteva credere.
Harry era lì, davanti a lui, e indossava il suo sorriso migliore.
"Harry? Ma che ci fai qui?"
"Bel discorso, un po' troppe offese su Shakespeare, ma andava bene e poi-"
"Harry" disse Louis, con un tono di rimprovero.
Quest'ultimo sospirò e riiniziò a parlare. "Ho bisogno di te, Louis. E non per essere re, ma in generale. Non sono più io senza te. E io li accetto i tuoi sogni, e sono disposto ad aspettarti anche tutta la vita, ma non dirmi che non possiamo stare insieme per i tuoi sogni. Perché una volta mi hai detto che uno di questi ero io. E non penso tu stessi mentendo"
"Harry, io non so se questo è giusto"
"Perché? Perché sto per diventare il Re di Danimarca?" 
"No, non è quello"
"E allora cosa?"
"La Danimarca non è pronta per un re come me" disse Louis, sull'orlo di una crisi. Troppe emozioni per un solo giorno.
Harry prese le sue guance con le mani e appoggiò la sua fronte contro quella del più grande prima di dirgli:
"Io però lo sono"








The End













Buonasera! Come state? Lo so sono in ritardo, ma capitemi ho voluto ritardare il più possibile la fine di questa storia a cui sono molto affezionata. Ho fatto finire con un happy ending, non con i fiocchi ma è pur sempre un finale felice. Sto qui, sotto il piumino a scrivere la mia ultima nota d'autore per questa fanfiction e solo ora mi accorgo di quanto in verità le mie note facciano schifo perchè sono così inpersonali. Mi prenderei a calci da sola giuro. Di solito sono così spigliata e logorroica. Comunque. Sono qui per salutarvi e ringraziarvi. 
Quindi, ringrazio la mia beta, che dicendomi di essere migliorata molto mi ha reso molto felice, ringrazio Prim (che ho incontrato, ti adoro honey sappilo), ringrazio Sabrina che ancora non ha letto le mie storie (povera crista), ringrazio Marta (che oggi fa 17 anni, auguriii capooo) e Federica, a Giada (grazie per esserci).
Ma un ringraziamento speciale va a tutte voi. Grazie per aver seguito la mia storia e per avermi sopportata e supportata.
Molto probabilmente ci sarà un seguito, ma niente è sicuro ahahha. 
Tornerò tra un po' con una one shot e poi non sentirete parlare di me per molto tempo (fino a settembre cioè hahah)
Vi lascio i link delle mie storie e naturalemente ricordatevi di leggere "10 punti in meno a grifondoro"! ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3098532&i=1 )
le mie storie: People fall in love in mystirious ways. ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2902044&i=1 ) e Book ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3009738&i=1 )
Niente, sto cercando di non scrivere l'ultima frase ma mi sa che mi tocca.
Se volete recensire fatelo, se no niente vi mando amore col pensiero.
Su twitter mi trovate come @angelidupla98
A presto, per l'ultima volta 
Wearewhoweare.



 
   
 
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