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Autore: lafilledeEris    22/04/2015    2 recensioni
Ci sono quelle piccole cose di cui nessuno di noi può fare a meno. Abbiamo tutti quelle persone che, in un modo o in un altro, segnano la loro strada insieme a noi. Esistono quei piccoli riti di cui nessuno al mondo può privarci.
Huntbastia!AU Sebastian!Chef/ HUnter!Lawyer NYC AfterDalton
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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V

[Demons at the door- Sleeping Wolf]

 

 

 

 

Un anno dopo.

 

Hunter quando lo vide si sentì cadere. E forse lo fece anche fisicamente. Lui a pochi metri di distanza, che sorrideva.

Portava i capelli più lunghi dall'ultima volta che si erano visti. Se li sistemava dietro l'orecchio, quegli adorabili ciuffi ribelli che gli incorniciavano il viso. Era bello, da straziare il cuore, come fosse un dolore fisico.

 

Sebastian:Ci vediamo domani?

[nessuna risposta]

 

 

Era lì, dopo un anno, a un centinaio di metri di distanza. Quando quella tremenda giornata era iniziata non pensava veramente che sarebbe andata così male, dopo aver rovesciato il caffè bollente sulla camicia nuova, aver dimenticato l'ombrello a casa in una giornata di pioggia, aver scordato parte dei documenti che gli sarebbero dovuti servire quella mattina a lavoro.

Invece, eccolo lì, il suo “cosa può andare sorto?”, dall'altra parte della strada, davanti al suo ufficio.

Bello coi suoi occhi verdi, così veri e profondi.

 

Sebastian: Hunter, sono preoccupato. Fatti sentire

[nessuna risposta]

 

Dopo quella sera, l'ultima che avevano passato insieme, tutto era crollato. Ad Hunter era mancato il coraggio, di andare avanti, di immischiarsi coi sentimenti, di coinvolgere qualcosa che non fosse il cervello.

La distanza, i silenzi, il dolore, è come qualcosa che si impossessa di te, ma tu nemmeno te ne rendi conto. Diventi mano a mano, come di pezza, ti lasci morire. All'inizio, ti sembra così giusto.

Hunter, lo vede come allontanarsi nella sua mente.

 

Sebastian: Hunter...

[nessuna risposta]

 

Sa che non ricorda più il suo profumo, o la sua voce dopo il sesso – l'amore, dannazione, l'amore-, o di come si comportasse quando cucinava.

Eppure gli piaceva così tanto guardarlo, impegnato fra i fornelli, per nulla impettito.

Ma in fondo, non poteva biasimarlo. Era stato lui stesso a sparire, nel nulla, come un prestigiatore. Non ci sono applausi per chi spezza un cuore, solo le mani sporche di sangue.

 

Sebastian: Vaffanculo.

 

Sa che la sua anima è macchiata, peggio del caffè su quella dannata camicia, del peccato di superbia di poter scegliere per entrambi. Erano in due, ogni volta in quella cucina, lo erano anche la prima volta che erano stati insieme, ma lui aveva deciso per entrambi.

Era stato giudice e giustiziato.

E si odiava, si guardava allo specchio e si odiava. Forse tanto quanto amava Sebastian.

No, quello mai.

L'amore, quello vero, lo aveva visto nei suoi occhi, nei suoi nei, nelle sue labbra, nei suoi sorrisi, nelle sue mani, nei suoi gemiti.

Si rende conto di essere sul quel marciapiede da troppo tempo.

“Hunter?”

Avrebbe fatto meno danni una bomba esplosa in centro città in pieno giorno nell'ora di punta.

Hunter solleva la mano, in cenno di un vago saluto, ormai Sebastian è vicinissimo a lui . Lo sguardo di Sebastian è severo e Hunter nota che Smythe tiene salda la presa alla mano di un ragazzo che è con lui. Vorrebbe fargli tante domanda, ma sa anche che non può arrogarsi questo diritto. Forse non l'ha mai avuto.

“Sei sparito”. E' una constatazione.

“Non...” cerca di dire Hunter.

“Questo è Eddie”.

Che nome idiota, pensa Hunter mentre il ragazzo biondo accanto a Sebastian gli porge la mano. È distinto nel suo completo grigio antracite, col nodo della cravatta talmente stretto che deve fare un male cane e Hunter si chiede come faccia a respirare.

Sembra stridere accanto a Sebastian, nella sua maglietta di Superman, i jeans scoloriti e le converse consunte e vissute.

“Sebastian non mi ha mai parlato di te”, dice mentre passa un braccio attorno alla vita del suddetto ragazzo e lo guarda.

Dio solo sa quanto Hunter vorrebbe vedere scorrere fiumi di sangue su quel viso d'angelo.

Che tu sia dannato, tu e la tua mano.

“Perché non ne ho mai sentito il bisogno”. È veleno, puro veleno, ma Hunter incassa e tace.

“Sentite, adesso devo tornare in ufficio...” dice Clarington. Mentre inizia la frase sta già voltando le spalle ai due ragazzi.

Non si volta, mentre sale le scale. Lo fa, sapendo quanto è difficile voltare le spalle al passato.

Hunter Clarington non si guarda indietro. Nemmeno quando volta le spalle all'amore.

 

 

N.d.a

L'ultimo aggiornamento di questa storia risale al 6 aprile 2014, praticamente è passato un anno. Non lo so, è stato un anno strano. Avevo davvero voglia di scrivere, qualcosa è stata anche pubblicata per altri fandom, ma se riprendevo in mano le cose già iniziate, boh mi veniva l'angoscia. Mi sentivo colpevole, scrivevo e cancellavo e così di seguito.

Oggi mi sono decisa, però. Dovevo dare un finale a questa storia.

Nella versione originale, tecnicamente sarebbe dovuto esserci l'happy ending, ma ahimè e ahivoi (???), come già detto è passato un anno, forse nemmeno vi ricorderete di questa storia, nel frattempo sono cambiate tante cose.

Così, eccomi qua a dire addio a loro due, come avrei dovuto fare tempo fa.

 

N.

 

   
 
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