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Autore: AleStellaIncantevole    22/04/2015    1 recensioni
Due vecchietti, camminando per le stradine di Londra mano nella mano, iniziano a parlarsi.
Il vecchietto dice alla sua amata:>
Si scambiarono un sorriso e un piccolissimo bacio e ricominciarono a ricordare quel momento in cui i loro sguardi si incontrarono senza staccarsi mai.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Ma come si chiamava? E che cosa voleva da me?
‘’Scusami , non so se ti ricordi di me. Eravamo amici da piccoli, -feci una smorfia interrogativa- giocavamo insieme con i puzzle, le macchinine, le moto, i giochi di società..’’
‘’Mi dispiace ma non mi ricordo di te ‘’ dissi, quasi per potermela squagliare.
‘’Sono Dylan o’Brian, davvero non ti ricordi di me? ‘’
‘’Oh mio dio. DYLAN. Non ti avevo riconosciuto.. come sei.. emh.. diverso.. – lo abbracciai- quanto mi sei mancato..’’ adesso avevo trovato un vero vecchio amico.
Da piccolo era un po’ bruttino, adesso è un FIGO DELLA MADONNA. Aveva i capelli tutti fuori posto, come se si fosse svegliato cinque minuti prima. Lo sguardo era sempre lo stesso. Mi guardava con degli occhi pieni di gioia, di felicità e di sincerità. Il suo fisico era asciutto quasi come se si fosse allenato. Il suo sorriso andava da un orecchio ad un altro e il mio altrettanto.
 Era il mio migliore amico sin dalla nascita. Le nostre madri erano ‘colleghe’ di lavoro, anche se quello non poteva definirsi lavoro. Facevano le spogliarelliste. Prima erano delle artiste, si erano conosciute quando frequentavano entrambe il liceo artistico di Palermo. Avevano condiviso tantissime esperienze quando erano più giovani. Poi mia madre aveva scelto una strada un po’ diversa. Era entrata nel teatro massimo di Palermo come prima ballerina di danza classica, invece sua madre aveva conosciuto un uomo ricco e si erano sposati. Qualche periodo più tardi avevano avuto Dylan (suo padre era di origini americane). Mia madre, mentre frequentava quella scuola aveva conosciuto mio padre, al contrario del padre di Dylan, era un uomo cattivo, geloso e prepotente (ancora non riesco a capire come abbia fatto ad innamorarsi di lui, ma vabbeh ); prima ancora di sposarlo hanno avuto me e lei ha dovuto abbandonare il suo sogno. Lui ancora non aveva un lavoro stabile,era uno spacciatore,quindi per guadagnarsi da vivere mia madre doveva lavorare. Mentre lei si spogliava per uomini assetati di carne e di piacere, la mamma di Dylan faceva la cassiera/proprietaria/barista ed era brava a fare tutto. Mia madre mi disse che quando si incontrarono si misero a piangere per la gioia. La mamma di Dylan, Carla, aveva voluto aprire quel locale per passare il tempo, dato che suo marito lavorava praticamente sempre e poi per dare un riparo a quelle ragazze che anziché prostituirsi, si spogliavano (che erano cose diverse).
Dopo che io nacqui, stavo sempre a casa loro e quindi stavo sempre con Dylan. Era molto simpatico, divertente, intelligente e contemporaneamente dolce e affettuoso. Eravamo troppo piccoli per sposarci ma io gli avevo promesso che un giorno lo avrei fatto. In questo momento non ne ero così sicura.
Dopo che a mia nonna (la professoressa di teatro per intenderci) venne la brillante idea di andare a Firenze per una specie di fiera del teatro e della danza, incontrò un altro uomo e si innamorò per la prima volta dopo la morte di mio nonno. Scapparono in una fuga d’amore e non dissero niente fino a quando, al momento che doveva ritornare a Palermo disse la verità a mia madre e ai miei zii Giovanni e Giacomo, che erano gemelli, già sposati rispettivamente con Daniela, con una figlia che si chiama Regina, e l’altro sposato con Katy, con due figli, gemelli anche loro, Stephan e Greg.
I miei zii facevano già parte del mondo dello spettacolo, facevano i comici. Dopo la notizia di mia nonna, mia madre e i suoi fratelli fecero strade diverse e non si incontrarono mai più, perché dopo qualche settimana mio padre andò a prendere mia madre dal ‘lavoro’ e stavano per ritornare a casa tranne che per un piccolo particolare: mio padre si era drogato. Io dormivo a casa di Dylan, la mia seconda casa, quando ci fu l’incidente. La mattina dopo vidi Carla in lacrime e  mi raccontò l’accaduto.
Dylan era l’unica persona con cui avrei voluta passare la mia vita ed era l’unico di cui avevo bisogno in quel momento. Lui era l’unico punto fermo della mia vita. Ma mi tolsero anche quello.
Sarei dovuta stare con una specie di cugina di mia madre, che non conoscevo affatto, a Catania. Lei si prese il mio affidamento. Non era mai a casa, stava più tempo con degli uomini rispetto a quello che passava da sola. Quella donna mi disgustava. Mi faceva ribrezzo. Lei era quella persona che fece conoscere i miei genitori e non la perdonerò mai per questo, perché era come se avesse messo una bomba nelle mani di mia madre e di cui lei non si poteva liberare.
Rimasi da lei per un periodo di tempo che sembrò infinito, fino a quando incontrò per caso Robin, ai tempi migliore amico di mio padre. Non riesco a capire tutt’oggi il perché di quell’amicizia. Sono completamente diversi l’uno dall’altro. Lui mi prese in custodia, e io gli sarò sempre grata per questo, e poi il resto della storia lo sapete.
‘Anche tu sei cambiata, anche tu mi sei mancata così tanto.. non sai quante volte avevo bisogno di te, e ho così tante cose da raccontarti.. ma prima ti faccio fare un giro della scuola. In questo momento parlano tutti di te, sei la novità del momento. Per forza, sei una cugina delle persone più famose della scuola! Va beh, lasciando stare questo..’’
Cominciammo a parlare ti tutto quello che era successo in quegli anni; era passato così tanto tempo dall’ultima volta che lo avevamo fatto e non mi ero mai accorta di quanto mi fosse mancato.
Mi fece fare tutte le lezioni che faceva lui, comprese quelle che non mi piacevano. Diceva ‘non puoi sapere che non ti piacciono se prima non le conosci’; aveva maledettamente ragione. Il pomeriggio lo passammo nella mia nuova casetta a parlare delle cose che avevamo fatto dopo esserci lasciati ognuno alle proprie vite. Improvvisamente mi chiese:’ quali corsi vuoi frequentare? Io farò sicuramente recitazione e letteratura inglese. Sai perfettamente che quelli sono i miei punti deboli.’ Sorrisi. Era come se non ci fossimo visti da ieri.
‘sinceramente non ne sono molto sicura, ho ancora il timore di incontrare mia nonna e tutti i miei cugini. E dato che sai che tutte le materie che fanno qui sono TUTTE i miei punti deboli, non so quali fare..’
Lui mi rispose molto eccitato ‘allora fai audizioni per tutte le materie, semplice no?’
‘nooo, ma che sei scemo? Io, normale ragazza di periferia, al primo anno,nipote di una delle insegnati di una materia principale, mi faccio tutte le audizioni e le prove di ogni singolo corso? Sicuramente ci saranno delle ragazze più brave di me e se entrassi per una raccomandazione non me lo perdonerei mai. Sai quanto sono attaccata alla giustizia.’
Lui annuì, sapeva perfettamente di cosa stavo parlando, ma anche io sapevo perfettamente che lui non mollava mai, soprattutto quando si metteva una cosa in testa.
‘Va bene, se vuoi non insisto più’ – bugiardo – pensai.
Era quasi cena e l’indomani sarebbe stato il primo giorno delle selezioni. Optammo per una pizza, come ai vecchi tempi, ed essendo sfiniti ci addormentammo sul divano come due bambini.
La mattina seguente ci svegliammo tardi, erano quasi le otto e le lezioni sarebbero cominciate a breve e dovevamo ancora prendere gli orari in segreteria.
‘DYLAN.. DYLAN SVEGLIATIII. DYLANNN. SIAMO IN RITARDO. MUOVITI’
‘Ancora cinque minuti mamma…’ sbuffai. Lo avrei lasciato lì se ce ne fosse stato bisogno. Avrei fatto così ma lui si svegliò dopo cinque minuti, ci vestimmo velocemente, preparammo i vestiti e le cose che ci sarebbero servite e andammo. Passammo dalla segreteria e prendemmo gli orari di quella settimana. Fortunatamente per i corridoi non c’era nessuno e noi avevamo la stessa lezione. RECITAZIONE. Sapevo benissimo che lui era bravo in questa materia e sicuramente io sarei stata pessima. Entrammo in teatro e la prima persona che vidi fu….
  
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