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Autore: mila96    23/04/2015    2 recensioni
Zayn bacia Ade e per lui le cose si mettono male, perchè le sue numerose e brevi relazioni gli stanno facendo una brutta reputazione. Perchiò chiede alla scontrosa Ade di fingere di essere la sua ragazza ma quello che non sa è che lei sta fuggendo da un passato fin troppo doloroso.
*Ed eccomi lì, alla tele, con le mie punte rosse, la spessa matita nera sugli occhi e le unghie laccate che bacio il più grande idiota di tutta la Gran Bretagna.
- Mamma – strilla Loch – Ade ha baciato Zayn Malik!*
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* - sii la mia ragazza per favore - mi supplica - solo per un mese.
Mi tende la mano.
- Solo per un mese - accetto. E so già che me ne pentirò.*
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*- Non so più distinguere la realtà dalla finzione! Non so se ti amo o è solo una stupida recita! - urlo spingendolo forte.
Lui mi guarda smarrito.
- Lei è incinta - sussurra - e non è una recita*
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’auditorium è finalmente vuoto, tutti sono andati a casa dopo una lunga giornata di prove. Mi tolgo le scarpe con un calcio e mi godo la sensazione del palco freddo e liscio sotto i piedi. 
Seduta a gambe incrociate, cerco di abituare gli occhi alla penombra in cui la sala è calata. 
Mi sento tremendamente sola, non mi manca solo Zayn, mi manca tutto il caos che era la mia vita fino a qualche settimana fa. 

È martedì, il giorno della pizza a casa di Louis. Mi immagino la band riunita nella piccola cucina, Niall che farcisce con schifezze la sua, Liam che lo rimprovera, i ragazzi che ridono. Senza di me. 
Scaccio il pensiero come ho fatto molte volte in queste ultime settimane. Le prove hanno assorbito ogni briciolo della mia attenzione, ma niente ha impedito alla mia mente di vagare e di mettermi in bella mostra l’immagine di Zayn in ginocchio davanti a Perrie. Deglutisco, una familiare fitta allo stomaco mi colpisce come ogni volta. 

Ero rimasta immobile, gli occhi spalancati, incapace di distogliere lo sguardo da Zayn. Niall mi aveva scossa con forza, facendomi quasi cadere di mano il bicchiere che stringevo. Non potevo andarmene, avrei attirato l’attenzione di tutti ed era l’ultima cosa che volevo. Così ero rimasta, avevo persino applaudito, e quando tutti si erano accalcati addosso ai novelli fidanzati per congratularsi io me ne ero andata, tagliando di netto tutti i legami con la mia vecchia vita. 
Riporto l’attenzione sullo spartito ai miei piedi. ‘Love of my life’, forse una delle mie canzoni preferite, ho cercato di rimandare fino all’ultimo di provarla, ma ora che sono da sola non ho più scuse. 
Le note iniziali prendono forma nella mia mente e lentamente inizio a cantare, sentendo bruciare sulla mia pelle ogni singola parola. 
Love of my life, you've hurt me,
You've broken my heart and now you leave me.
Love of my life can't you see,
Bring it back, bring it back,
Don't take it away from me because you don't know what it means to me.

Quando la canzone finisce sto singhiozzando. Mi stringo le ginocchia al petto e mi dondolo un po’ avanti ed indietro, rimango sul palco a lungo anche dopo essermi calmata, riguardando le scalette e gli spartiti sparpagliati a terra accanto a te.
-    La fama ha preso anche te alla fine – la voce familiare mi fa sobbalzare. Mi volto di scatto cercando di togliermi il mascara colato dagli occhi.
Sono consapevole del misero spettacolo che Liam ha davanti agli occhi, ma lui non fa una piega. 
-    Nessuna intervista, nessuna partecipazione ad eventi importanti, solo una denuncia di aggressione ad un giornalista. 

Mi stringo nelle spalle. Una settimana fa un giornalista mi ha rincorso per chiedermi cosa pensassi della gravidanza di Perrie e come unica risposta gli ho tirato un pugno per poi lasciarlo con il naso rotto in mezzo ad una trafficata strada di Londra. 
Da quel giorno sono uscita dal mio appartamento solo per andare alle prove, rifiutandomi di partecipare agli eventi sociali. 
Liam non mi sta rimproverando, sembra solo profondamente dispiaciuto. 
-    Temo che non si tratti di fama – la mia voce è gracchiante. 
-    Lo credo anche io.

Tiene le mani nelle tasche, come se si sentisse a disagio. Osserva i miei piedi nudi, i fogli sparpagliati ai miei piedi. 
-    Questa sera c’è una festa a casa di Harry – mi fissa – tutti noi vorremmo vederti, prima che tu parta. 
Vorrei rifiutare, tornare a casa e addormentarmi di colpo a causa della stanchezza, come ogni sera nelle ultime settimane, ma qualcosa nello sguardo di Liam mi fa cedere.
Domani lascerò l’Inghilterra per nove mesi, le valige sono già pronte nel mio salotto quasi vuoto.
Devo dire addio. 

-    Va bene – dico con la voce che trema un po’. 
Liam sorride come avesse già saputo che avrei accettato prima ancora di sentire la mia risposta. 

*** 

La casa di Harry è enorme, invasa da VIP ubriachi e bicchieri vuoti sparpagliati per tutto il vialetto. La musica mi assorda ancora prima di varcare l’ingresso principale. Il padrone di casa mi accoglie con un abbraccio, indossa un cappello a forma di scimmia e nient’altro se non la biancheria intima. Mi mette in mano un bicchiere pieno di liquido chiaro e mi spinge nel salone fumoso. 
Mando giù la bevanda in un sorso solo sentendo un calore improvviso alla bocca dello stomaco. 
Mi addentro tra la giungla di braccia e di gambe che si agita a ritmo di musica. Se c’è una cosa peggiore delle celebrità sono le celebrità ubriache.
Inciampo un paio di volte in persone semicoscienti sul pavimento prima di raggiungere un Niall piuttosto alticcio. In piedi su una poltrona, con una coperta sulle spalle e una bottiglia in mano, sta narrando le sue gesta di eroico cavaliere. Scoppio in una risatina isterica, segno che l’alcool sta facendo effetto anche su di me. 
Quando il mio amico mi riconosce scoppia in un gridolino gioioso e salta giù dalla poltrona. 
-    Ti nomino mia regina! – proclama praticamente sbattendomi in testa la sua bottiglia-spada. 
Mi afferra e mi fa piroettare per la stanza ridendo, anche io rido e mi lascio trascinare avvolta da quello che a quanto pare è il mio regale vestito. 

Niall perde la presa su di me e io inciampo fino ad andare a sbattere contro qualcuno che sta entrando nella sala in quel momento. 
Tutto l’effetto alcolico sparisce non appena mi volto a guardare la persona che ho urtato. Mi sento come se mi avessero gettato addosso una brocca d’acqua gelata. 

Gli occhi di Zayn lampeggiano di rabbia e io indietreggio inciampando nella coperta in cui mi ero arrotolata. 
Riesco appena a notare Perrie che si tiene la pancia come se stesse per partorire da un momento all’altro e non incinta solo di pochi mesi. Un lampo di gelosia mi assale mentre indietreggio strisciando sul pavimento, cercando di liberarmi dalla coperta ora troppo calda. 

Zayn troneggia sopra di me, lo sguardo infuocato. Mi afferra per le spalle e mi scuote, tirandomi in piedi di colpo. Lancia un’occhiata a Perrie e mi trascina in una stanza vuota, rimasta miracolosamente intatta, senza segni di distruzione.
-    Non dovresti essere qui – sbotta. 
Non l’ho mai visto così arrabbiato, istintivamente indietreggio. 
-    Sono stata invitata – rispondo – ho lo stesso diritto che hai tu ad essere qui. 
Chiude gli occhi e scuote la testa. 
-    È pericoloso Ade! Potresti star male da un momento all’altro.
Gelo. Cazzo, Niall gli ha detto della mia malattia. Mi lecco le labbra secche e mi passo una mano tra i capelli. 
-    Non è più affar tuo Zayn. 

***

Zayn’s POV

Il grande salone della casa di Harry è così buio che quasi non riesco a riconoscere Perrie al mio fianco, anche se trovo che sia decisamente meglio così. Mi ha trascinato per negozi tutto il giorno, costringendomi a fare shopping per il bambino. 
Avanzo lentamente tra la massa di corpi ondeggianti e quasi mi si spezza il cuore quando la vedo. Bellissima, con i capelli sparsi davanti al viso, la bocca aperta in una risata. Non ricordo l’ultima volta che l’ho vista ridere.
Poi all’improvviso l’immagine di Niall che mi comunica la notizia della sua malattia mi colpisce. La rabbia mi assale.
Si spaventa quando mi vede e cade a terra. La tiro su con la maggior delicatezza possibile anche se vorrei solo stringerla alle mie braccia e tenerla al sicuro. 
La spingo in una stanza lontana da tutto quel baccano. È spaventata, da me. Mi si stringe il cuore. Devo continuamente ricordarmi le parole di Cal per trattenermi dal baciarla e rassicurarla. 
- Non dovresti essere qui – le dico. Dovresti essere al sicuro, con me. 
-    Sono stata invitata – mi risponde leccandosi le labbra secche. Non baciarla, non baciarla.– ho lo stesso diritto che hai tu ad essere qui. 
Mi fa impazzire. Chiudo gli occhi e scuoto la testa. 
-    È pericoloso Ade! Potresti star male da un momento all’altro – sbotto. 
- Non è più affar tuo Zayn – mi spezza il cuore. Ha ragione, l’ho lasciata e non ho più nessun diritto su di lei. 
Sembra aver ripreso il controllo di sé, e sembra anche arrabbiata. 
-    Domani partirò – dice dandomi le spalle – starò via per nove mesi, vedrò il mondo.
-    Lo so, è quello che hai sempre voluto.
Si volta di scatto verso di me, gli occhi lucidi. 

-    No non lo è. 

Una parola in più e non riuscirei a trattenermi dal confessarle tutta la verità, che la amo e voglio lei, solo lei. Ma devo lasciarla libera. 
-    Sei arrabbiata come me? – devo sapere. 
Mi fissa, gli enormi occhi grigi che luccicano di emozione. 
-    No Zayn, hai fatto la tua scelta. Spero che tu ami Perrie come… 
Continua, ti prego. ‘Come io amo te’, dillo e lascerò tutto quello che ho per te. 
Ma Ade rimane in silenzio. 
-    Scusami, devo andare. Starò bene – sgattaiola oltre la porta, sparendo nel caos della festa.

*** 

Vago per l’enorme villa, lontano dal chiasso e soprattutto lontano da Perrie. Non ho voglia di vedere nessuno. Mai una scelta mi è pesata così tanto. 
Decido di andare al fiumiciattolo che attraversa il giardino di Harry, ma quando ci arrivo lo trovo occupato. Mi nascondo dietro un cespuglio prima di essere visto. 
-    Non ne avevi il diritto Niall! – sbotta Ade. 
-    Scusami, davvero ma era così preoccupato per te, non volevano dirgli niente. 
Lei tace per un istante. 
-    Non fa niente ormai – il suo tono è rassegnato. La sento sedersi sulla riva erbosa. 
-    Ti è mai capitato di amare qualcuno così tanto da voler essere una cosa sola con lui? Da voler scomparire tra le sue braccia? Quello è per me l’amore – dice. 
Niall non risponde, mi alzo e sgattaiolo via con il cuore pesante. 

*** 

Ade’s POV 

Niall mi strattona per un braccio, correndo per l’aeroporto affollato. 
-    Sbrigati Ade! Sei in ritardo!
Lo seguo per inerzia, stanchissima per la nottata passata in bianco. In mano stringo la gabbietta con il mio nuovo amico, un gatto di nome Freddy che Louis mi ha regalato. ‘Così non ti sentirai sola’ ha detto. Sperando che il mio nuovo amico non si senta troppo sballottato affretto il passo fino a che non vedo la scritta ‘imbarchi’, sotto la quale Louis, Harry e Liam mi stanno aspettando. Noto tristemente che non c’è traccia di Zayn da nessuna parte ma non mi sorprendo. 
Harry indossa degli occhiali da sole e si appoggia a Louis, probabilmente non si è ancora ripreso dalla sbornia. Tutti mi sorridono e mi abbracciano, augurandomi buon viaggio e buon tour. 
Niall mi stampa un bacio sulla fronte.
-    Fai la brava – mi dice. 

Sorrido. Si è accorto che continuo a guardare indietro nella speranza di veder comparire qualcuno. 
Non posso più temporeggiare. Saluto tutti un’ultima volta, consegno la mia carta d’imbarco alla hostess e sento le porte automatiche chiudersi dietro di me. Non mi volto. 

***

Zayn’s POV

Non ho chiuso occhio tutta la notte. Perrie mi ha fatto una scenata per non essere stato con lei alla festa e per aver parlato con Ade. 
Ma soprattutto non sono riuscito a dormire perché le ultime parole di Ade mi hanno perseguitato ora dopo ora. 

Ti è mai capitato di amare qualcuno così tanto da voler essere una cosa sola con lui? Da voler scomparire tra le sue braccia?

L’unica persona con cui io mi sia mai sentito così è… 
Fanculo. Mi alzo di scatto e afferro le chiavi della macchina. Devo assolutamente fare in tempo. 
Sfreccio per le strade di Londra ignorando i limiti di velocità e gli impropri che gli altri guidatori mi rivolgono suonando il clacson. 
Abbandono l’auto all’ingresso dell’aeroporto e mi precipito dentro. 
Devo raggiungere Ade, devo dirle che la amo, che è lei quella con cui voglio stare. Devo dirglielo prima che parta. 
La vedo, prima ancora di vedere i miei amici. Strige la gabbietta del gatto che ho chiesto a Louis di regalarle. 
Ci sono quasi. 
Le porte di chiudono dietro di lei. È andata. Non si volta a guardare indietro. 
  
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