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Autore: BeWeird_El    23/04/2015    6 recensioni
Text è una storia basata unicamente su dei messaggi, inviati fra i due protagonisti.
Cosa nascerà da un'amicizia nata da un social, quasi per scherzo?
Buona lettura.
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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19.
 


Oggetto: I tre moschettieri.
 
Liam è stato aggiunto al gruppo.
Niall è stato aggiunto al gruppo.

 
Da: Liam
Ancora?
 
 
Da: Niall
Amico, sei ossessionato da questi dannati gruppi.
 
 
A: I tre moschettieri.
State zitti, idioti.
 
 
Da: Niall
Ha parlato.
 
 
A: I tre moschettieri
Sta zitto, Niall.
 
Da: Niall
Io parlo quando voglio.
 
 
A: I tre moschettieri.
Comando io.
 
 
Da: Niall
Non è vero.
 
 
A: I tre moschettieri.
Sì, lo è.
 
 
Da: Niall
No.
 
 
A: I tre moschettieri.
Sì.
 
 
Liam ha abbandonato il gruppo.
 

A: I tre moschettieri
Stronzo di un Payno.
 
 
Da: Niall
Aggiungilo.
 
 
Liam è stato aggiunto al gruppo.
 
 
Da: Liam
Si può sapere cosa volete?
 
 
A: I tre moschettieri
E’ arrivata Annabelle.
 
 
Da: Niall
Chi è Annabelle?
 
 
Da: Liam
La ragazza con cui si sente Harry, irlandese.
 

Da: Niall
Aaah sì.
 
 
A: I tre moschettieri
Esatto lei.
 
 
Da: Liam
E quindi?
 
 
A: I tre moschettieri.
Tra mezz’ora tutti pronti, vi passo a prendere.
 
 
Da: Niall
Dove si va?
 
 
Da: Liam
Suppongo a infastidire Styles.
 
 
A: I tre moschettieri
Sei perspicace, Liam.
 
 
Da: Liam
Vado a vestirmi, e se Harry chiede di chi è stata l’idea, incolpate Louis. x
 
 
A: I tre moschettieri
Non provateci, siamo tutti d’accordo.
 
NON METTETEMI IN MEZZO.
 
RAGAZZI.
 
Dico sul serio.
 
Mi ucciderà.
 
Niall almeno tu.
 
 
Da: Niall
Tranquillo Lou, sono dalla tua parte. ;)
 
 
A: I tre moschettieri
Grazie, fratello.
 
ORA VA A PREPARARTI.
 
 
Da: Niall
Corro.
 
 
 
Ore: 08:30am
 
Da: Liam
Darai la colpa a Louis, vero?
 
 
A: Liam
Avevi dubbi?
 
 
Da: Liam
No, ti adoro gnomo irlandese.
 
 
A: Liam
A dopo, fratello. ;)
 
 
Da: Liam
:)
 
 
 
Ore: 09:00am
 
Oggetto: I tre moschettieri

 
A: I tre moschettieri
Niall Horan se non muovi quel culo ti lascio a piedi.
 
 
Da: Niall
Sto scendendo.
 
 
A: I tre moschettieri
E’ da dieci minuti che aspetto.
 
 
Da: Liam
*Due minuti.
 
 
A: I tre moschettieri
Tu fa silenzio, prima che ti butti fuori dall’auto.
 
 
Da: Liam
Tremo dalla paura.
 
 
Da: Niall
Arrivo.
 
 
A: I tre moschettieri
Non mi sfidare, Payne.
 
VELOCE, HORAN.
 
Cinque minuti di ritardo, stupido irlandese.
 
 
Da: Niall
Testa di cazzo.
 
 
Da: Liam
Concordo.
 
 
 
Ore: 09:20am
 

Il rumore rilassante delle uova che scoppiettavano nella pentola venne interrotto dal suono stridulo del campanello, tanto fastidioso da far innervosire il riccio, che abbandonando la forchetta, corse ad aprire la porta a quelli che presumevano fossero i suoi rumorosi amici.
“Harreeh.” La voce acuta di Louis arrivò così rudemente alle sue orecchie, da costringerlo a socchiudere gli occhi per il fastidio, non prima che una delle sue grandi mani si piazzasse velocemente sulla sua bocca per zittirlo.
“Fa silenzio, idiota, sta ancora dormendo.” Lo ammonì, facendosi da parte per permettere al resto degli amici di entrare in casa in modo alquanto furtivo, tanto da strappargli un sorriso di gratitudine.
Indicò loro con un cenno la cucina, camminando velocemente e chiudendo la porta alle loro spalle, in modo che i rumori e le voci non arrivassero bruscamente al primo piano, tanto da svegliarla.
I tre presero posto sugli sgabelli posizionati intorno all’isola della cucina, incominciando a ridere e scherzare come loro solito, in attesa della colazione che il riccio gli aveva promesso qualche attimo prima.
“E’ pronto, Harry?” Chiese brontolante Niall, puntando i gomiti sul ripiano e poggiando le faccia sui palmi aperti, borbottando silenziosamente quanto il suo stomaco necessitasse di cibo.
“Ecco.” Rispose sbuffando quello, voltandosi e posizionando davanti a loro un piatto di frittelle e un piatto di uova e bacon a volontà, una delizia per gli occhi dei tre ragazzi affamati.
E tutti allungarono le proprie forchette velocemente, afferrando quanto più cibo potessero, finendo persino per discutere infantilmente sul fatto che il piatto di Louis fosse molto più pieno di quello di Liam.
Harry ruotò gli occhi al cielo, aprendo il frigo e tirando fuori una bottiglia di latte e del succo d’arancia, per poi posizionarli al centro del tavolo e accomodarsi anche lui per mangiare, chiacchierando spensieratamente con il giovane irlandese su una partita di calcio che si era tenuta qualche giorno prima.
“H-Harry?” Sul volto del riccio si aprì un dolce sorriso, quando i suoi grandi occhi incontrarono quelli stanchi e socchiusi di Annabelle, ferma sullo stipite della porta, con l’aria talmente stanca da far sentire in colpa i presenti che probabilmente l’avevano svegliata con le loro voci.
Il padrone di casa si tirò velocemente in piedi, andandole incontro e chiudendola in un caldo abbraccio rassicurante, in cui lei non fece altro che accoccolarsi al suo petto e nasconder in viso nell’incavo del suo collo; probabilmente, in parte, lo fece per nascondersi dagli occhi curiosi dei ragazzi presenti che non le toglievano lo sguardo di dosso.
“Buongiorno, piccola.” Sussurrò lui, baciandole il capo e accarezzandole piano la schiena, per farla sentire a suo agio sotto quegli sguardi perforanti dei suoi amici.
Leggermente più calma e meno infastidita si allontanò dal riccio, allungandosi sulle punte dei piedi e stampandogli un bacio sulla guancia, per poi voltarsi verso quei ragazzi che non aveva mai avuto il piacere di conoscere di persona.
Il primo che le si piazzò davanti fu Louis, che con il suo solito entusiasmo da bambino la racchiuse in un accogliente abbraccio, facendola imbarazzare e non poco.
“Sei Louis, vero?” Chiese impacciata e solo quando vide il ragazzo annuire, si tranquillizzò e lo strinse leggermente a sé, concedendogli un sorriso gentile una volta che si separarono.
“Già le piaccio.” Esclamò quello contento, battendo le mani e facendo roteare gli occhi al cielo a Harry, mentre lei rise divertita da quell’affermazione decisa.
Si voltò verso gli altri e due ragazzi, avvicinandosi quasi cautamente ad entrambi, ma rivolgendo la sua attenzione al castano dagli occhi del medesimo colore, che la guardava dolcemente.
“Io sono Liam.” Si presentò lui.
“Ci conosciamo già.” Parlò lei fiera, stringendo ugualmente la mano del ragazzo in modo gentile, prima che i suoi occhi sguizzassero verso il collo di lui sul quale si intravedeva una voglia color cioccolato. Allungò curiosa una mano, sfiorandola leggermente con i polpastrelli delle dita, facendo ridacchiare il ragazzo davanti a lei.
“Sembra che sia di cioccolato.” Esultò Annabelle felice, sentendo il ragazzo ridere ancor di più e annuire in senso di d’accordo verso di lei.
Si sentiva bene, nessuno le stava facendo pressioni e nessuno sembrava troppo attento ai suoi movimenti goffi e alle sue espressioni infantili. Probabilmente se si fosse trovata in un’altra situazione avrebbe già avvertito il bisogno di scappar fuori in cerca di aria; perché lei aveva questa strana timidezza che le impediva di aprirsi fin in fondo, a meno che non avesse ingurgitato bicchieri d’alcol che le facevano davvero un brutto effetto, rendendola così socievole che si ritrovava sempre in mezzo la strada a urlare a squarciagola i suoi più assurdi segreti.
Prima regola: Non ubriacarsi troppo.
Voltò lo sguardo verso la sua destra e incontrò le iridi azzurro mare di Niall, che subito attirarono la sua attenzione, tanto da farla allontanare dal ragazzo e rivolgersi a lui con un sorrisone.
“Ha detto Harry che sei irlandese anche tu, vero?” Domandò retoricamente lei, porgendogli la mano che lui si affrettò ad accettare e stringere cordialmente, annuendo freneticamente alla sua domanda.
Annabelle giurò di aver visto una scintilla di tristezza mista a fierezza attraversare il suo sguardo; è penso che magari l’Irlanda gli mancava, che aveva rimasto lì qualcuno che lui amava o che quel paese l’avesse segnato -un po’ come fanno tutte le esperienze, dove i luoghi in cui hai vissuto ti rimangono così impressi da non poterli dimenticare, neanche se lo si vuole - così tanto da renderlo nostalgico. E inconsapevolmente lei aveva maledettamente ragione, Niall in quel paese ci aveva lasciato il cuore, aveva lasciato una parte di sé.
“Ora chi vincerà il cuore della giovane fanciulla? Il ragazzo riccio, il tipo con la voglia color cioccolato o l’irlandese fallito?” Rise divertito Louis, battendo le mani come se fosse il presentatore di uno show televisivo, per poi ingurgitare la strisciolina di bacon che aveva usato come microfono.
Harry scattò sul posto, voltandosi minaccioso contro il suo migliore amico, stringendo le mani in due pugni ferrei e indurendo i tratti del viso così tanto da attirare l’attenzione della ragazza, che gli rivolse un’occhiata confusa.
“Io mi tiro fuori, sono fedele alla mia ragazza.” Alzò le mani in segno di resa Liam, sorridendo in direzione della castana che ricambiò, sedendosi finalmente al fianco di Harry, poggiando stancamente la testa contro la sua spalla.
“Sei noioso.” Sbuffò Louis, lanciando un pezzo di uovo strapazzato sul viso dell’amico, facendo ridere il biondo a crepapelle. “Quindi rimane l’irlandese fallito e il riccio?” Domandò stancamente, come se fosse estremamente in disaccordo sull’abbandono di uno dei suoi “concorrenti”.
Ma Annabelle decise di intervenire al posto di Harry, che già aveva gonfiato il petto orgoglioso e l’aveva stretta più a sé come a voler marcare il territorio, così si schiarì la gola attirando l’attenzione di tutti e parlò.
“Chi vi dice che lascerò il mio cuore a qualcuno?” Chiese con una punta di sarcasmo, vista la strana frase che aveva pronunciato, ma in un batter d’occhio la stanza calò in un silenzio improvviso. “Voglio dire, tra qualche giorno me ne andrò, secondo voi potrò mai fare una cosa simile?” Continuò, portando un bicchiere di succo alla bocca e distogliendo lo sguardo, in modo tale che non si sentisse giudicata dai presenti.
Il riccio al suo fianco fece cadere il braccio che la teneva stretta contro di sé, mentre sentì una sensazione di vuoto farsi spazio in lui; lo stomaco gli si attorcigliò in una morsa nervosa, tanto che fu costretto ad allontanare il piatto dalla sua vista.
Dopo ciò nessuno osò più aprire bocca, rimasero in silenzio e con quella strana sensazione di disagio che era calata su di loro. Continuarono a mangiare e in fine decisero di allontanarsi nel soggiorno, in modo tale da lasciare i due ragazzi da soli, come se cercassero in qualche modo di fargli ricostruire qualcosa che si era rotto senza che neanche se ne accorgessero.
 Non puoi riparare ciò che è rotto.
 

 
Annabelle era seduta sulla struttura in marmo della cucina, osservando distrattamente il riccio al suo fianco lavare i piatti e asciugarli, il tutto in completo silenzio, senza distogliere mai lo sguardo dalle stoviglie davanti a lui.
La mente di Harry era sommersa di pensieri, forse anche troppo, si sentiva un completo idiota, si era innamorato di una ragazza con cui aveva solo messaggiato senza prima chiedersi se ne valesse davvero la pena. Era stanco di soffrire, ma era come se l’amore per lui non esistesse, ogni volta che credeva di aver trovato la ragazza giusta, quella lo rispingeva.
“Sei troppo te, Harry.” Gli aveva detto una delle sue ex ragazze e ogni tanto quella frase gli tornava in mente, facendogli domandare cosa intendesse, il perché lo avesse detto e cosa c’era di sbagliato nell’essere troppo se stessi.
Una risposta non l’aveva mai trovata e ora quella frase risuonava di nuovo nella sua mente, rendendola un caos terribile, ma lui aveva bisogno di risposte e non si sarebbe arreso, non ancora; sta volta era deciso a lottare, per lui e per Annabelle. Le avrebbe fatto capire che ogni paura che lei avrebbe potuto avere, insieme sarebbero state più facili da sconfiggere. Perché le cose in due sono meno spaventose.
“Tutto bene, riccio?” Chiese premurosamente la castana, facendolo voltare verso di sé e ricevendo in risposta un silenzioso sorriso tirato, che la fece innervosire e non poco. “Ma andiamo, ti decidi a parlare?” Sbuffò, incrociando le braccia al petto e facendo spuntare sul suo viso un adorabile broncio.
Harry si morse il labbro, la trovava così bella e innocente, che non resistette e le sporcò la punta del naso con la schiuma dei piatti, ridendo poi sonoramente quando vide la sua bocca spalancarsi per la sorpresa.
“Harreeh!” Squittì, passandosi una mano sul naso per rimuovere il leggero batuffolo di schiuma, ridendo leggermente anche lei sotto i baffi. Il riccio sorrise ancora, avvicinandosi a lei e scostandole via una ciocca di capelli dal viso, accarezzandole il labbro inferiore con il pollice.
Il suo sguardo era incatenato a quello di lei, i loro visi erano così vicini da far apparire i loro respiri un tutt’uno e i loro nasi si sfioravano tra di loro.
“Perdonami, ma non posso resistere.” Sussurrò lui e prima che potesse ribattere, le sue labbra furono premute dolcemente su quelle di lei.
Annabelle rimase senza fiato, non spettandosi un gesto simile, ma lasciandosi andare al momento, legò le bracci introno al suo collo e ricambiò il bacio con enfasi, schiudendo le labbra e lasciando che le loro lingue si incontrassero.
Harry la strinse forte a sé, accarezzandole con una mano il viso e rendendo il bacio più passionale, più bisognoso; Un bacio saliva e lingue, labbra che si sfiorano e che fanno quasi fatica a toccarsi veramente e due cuori che sembrano battere all’unisono.
I due si allontanarono lentamente bisognosi d’aria, riprendendo a guardarsi attentamente, quasi con la paura di rovinare il momento che si era creato, con la paura di spezzare quella strana magia che li avvolgeva e li faceva stare bene.
Perdonami. Perdonami. Perdonami.” Ripeté più volte lui, baciandola nuovamente, con lentezza e dolcezza, cercando di fargli capire cosa provasse per lei in realtà. Annabelle confusa ricambiava, mentre sentiva qualcosa in lei agitarsi, urlarle quanto fosse stupida a non accorgersi che anche lei lo amava, ma in quel momento l’unica cosa che importava erano loro e due.
E inconsapevolmente in quel bacio si amarono a vicenda, rivelandosi le parole che nessuno aveva mai avuto il coraggio di pronunciare e accarezzandosi amorevolmente a vicenda, come a volersi prendere cura l’uno dell’altro.
Ama finché puoi.
 

 
HI!
Mi dispiace tantissimo essermi assentata per così tanto tempo, ma la scuola mi sta uccidendo e essendo l’ultimo periodo non posso far nient’altro che mettermi a studiare, eliminando il tempo che prima dedicavo alla scrittura.
Spero che il capitolo vi piccia, non è lunghissimo ma è tutto quello che ho potuto fare.
Ve se ama.
Baci.
-El
  
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