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Autore: Lele_91    27/12/2008    1 recensioni
Una raccolta di shot riguardanti diversi pairing. Sono dettate dall'ispirazione del momento e spaziano dalle AU agli What If, un gran minestrone insomma. Spero semplicemente che vi piacciano.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Dumb in the Office

Le 20.36.
Ino Yamanaka storse il naso guardando il quadrante dell’orologio a cristalli liquidi.
Era un orario assurdo per essere ancora lì, chiusa in ufficio…
Ma aveva ancora una pila di documenti da archiviare e un pacco urgente da chiudere e spedire.
Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli lunghi e dorati. Si sentì mancare alla vista di tutti quei fogli da sistemare: la tentazione di iniziare a fumare solo per avere un accendino a portata di mano era alquanto allettante in quel momento.
Abbandonò le braccia lungo i fianchi, buttò in alto la testa e fingendosi una bambina iniziò a frignare. “Whaaa!!! Ma perché, perché? Cosa ti ho fatto di male??”
Se Dio esiste sul serio, evidentemente in quel momento aveva altro di meglio fa fare, concluse la ragazza.
Armatasi di una grande forza di volontà, prese la pila di carte dalla scrivania e iniziò a incamminarsi lungo il corridoio per raggiungere l’archivio. In fondo, a sinistra.
Ad ogni passo la lunga coda di cavallo ondeggiava sinuosamente e il rumore dei tacchi risuonava per gli uffici deserti. Perfino quello stacanovista di Neji era già andato via. Sospirò, pensando che una volta a casa un bel bagno caldo l’avrebbe risanata da tutto lo stress di quell’odioso mercoledì.
Ma proprio mentre stava per raggiungere la stanza dell’archivio sentì una mano afferrarle fermamente il braccio per trascinarla all’interno dell’ufficio sul lato destro del corridoio.
Allora non c’era solo lei…
I fogli caddero a terra, in ordine sparso, ma la figura che la stava trascinando dentro non ci fece caso; anzi, i loro piedi iniziarono a pestarli, producendo un fastidioso scalpiccio di carta spiegazzata.
Alla vista quello spettacolo raccapricciante Ino normalmente avrebbe lanciato un grido di esasperazione.
Ma quella non era una situazione normale, a meno che non si ritenga normale trovarsi tra le braccia di un uomo che tenta di spogliarti all’interno di un ufficio deserto.
Sentiva le mani forti di lui premerle sui fianchi, facendo scontrare i propri bacini; sentiva la pelle ardere laddove la sua lingua l’andava a stuzzicare: sul collo, sulla morbida linea della mascella, sul seno…
Si issò, facendo forza sulle braccia, aggrappandosi a lui.
Quando le sottili dita dell’uomo le sollevarono la minigonna e si intrufolarono avide sotto i lembi delle mutandine, Ino sembrava quasi essere in trance o vittima di chissà quale stregoneria.
Il suo battito cardiaco era accelerato, sentiva il sangue pompare all’impazzata, sentiva caldo… una libidine crescente in lei le aveva offuscato i sensi. Doveva essere complice anche la stanchezza o quella sottile vena infantile che talvolta si ripresenta anche negli adulti: la voglia di potersi permettere di non fare il proprio dovere.
Ino non aveva voglia di lavorare quella sera… voleva fare altro… e lo stava facendo.
Il profumo di lui le pizzicava le narici, buono, fresco, di dopobarba… quel dopobarba…
Un bagliore di razionalità la riportò per qualche attimo alla realtà: che diamine stava facendo?
Aveva a malapena visto in faccia l’uomo che l’aveva tirata dentro, non aveva quasi opposto resistenza. E lui se ne stava approfittando. E lei si sentiva una puttana. Cazzo!
Non solo, quell’odore… era il suo.
La patina che le offuscava la mente cadde e s’infranse.
Sasuke Uchiha.
Consulente delle pubbliche amministrazioni. Grande figo. Grande stronzo.
Tutte le donne perdevano la testa di fronte quegli occhi neri, freddi, austeri ma così dannatamente provocanti e sexy.
Anche Ino ci era cascata, come una stupida, più e più volte.
Da brava ingenua credeva di essere l’unica… e invece l’aveva visto flirtare con altre donne, con i suoi modi freddi e distaccati, ma sempre di flirt si trattava. L’aveva visto allontanarsi alcuni –troppi- pomeriggi con una donnina attaccata come una sanguisuga attorno al suo braccio… ogni giorno diversa.
Ma se pensava di prenderla in giro come le altre si sbagliava di grosso.
Non voleva essere l’ennesima sveltina di un puttaniere.
Ino corrucciò le sopracciglia e raccogliendo le forze si scosse, spinse via l’uomo, si staccò da quella presa così calda… così allettante… in fondo, fece fatica, molta fatica ad allontanarsi da lui.
Lei lo voleva… stupida.
Stupida stupida stupida.
La sua testa non elaborava altro, se non il pensiero di quanto si sentisse sciocca.
Anche mentre sparava addosso a Sasuke tutta la sua rabbia, mentre gli diceva chiaro e tondo ciò che pensava di lui, un’infinita ripetizione di ‘stupida’ le teneva compagnia.
“Cosa credi di fare, Uchiha?? Se pensi che io sia una bambolina che TU puoi usare per i tuoi porci comodi ogni volta che vuoi con la stessa semplicità con cui ti lavi i denti, allora ti sbagli di grosso!”
Affanculo i convenevoli, chissenefrega se è un tuo superiore bella mia, non può trattarti così! Non renderti più stupida di quel che già non sei!
“Pensi che non sappia di tutte quelle ragazze che frequenti?! Pensi che io sia così idiota da starci dopo averti visto andare a zonzo con un corteo di donne indossanti minigonne che coprono ancor meno di una cintura??!”
Sasuke Uchiha sembrava farsi bellamente i cavoli suoi mentre la collega continuava con il suo sproloquio.
Ino, nel vederlo risistemarsi i pantaloni come se nulla fosse, pensò che sbattere la testa contro un muro poteva dare il doppio delle soddisfazioni.
“Vedo che te ne importa tanto quanto te ne importa di me… e delle altre donne, non è così, signorino Uchiha?”
Disse freddamente, assottigliando gli occhi scuri contornati da un sottile filo di matita nera.
Sasuke non disse nulla, abbassò la testa e voltò le spalle alla bionda.
A lei venne un’incontenibile voglia di picchiarlo.
“Pensi che noi tutte siamo solo una valvola erotica si sfogo?! Pensi che io non abbia dei sentimenti??! Pensi che io non ci sia rimasta male nello scoprire che a te è solo del sesso che importa?”
'Ti amo, stronzo.'
Sasuke si girò di scatto e la fissò con i suoi penetranti occhi neri.
Ino si sentì sconcertata, ma non abbassò lo sguardo, non poteva perdere per l’ennesima volta quella sfida.
“Se una donna mi si accolla al braccio e mi trascina dove lei vuole, non significa che io la frequenti o ci vada a letto.”
Assertì lui con la sua voce profonda, sembrava seccato. Lei l’osservò stupita, con un’espressione interrogativa. Si sentiva triplamente stupida. Voleva aggiungere qualcosa, ma Sasuke la zittì parlando nuovamente, senza staccare gli occhi scuri da quelli chiari e cristallini di lei.
“Inoltre, signorina Yamanaka, sei sempre stata tu l’unica a pensare che tra noi due ci fosse solo sesso.”

[I don’t feel stupid…
I’m really stupid.
But I don’t care
now that I know I’m not just anyone
for you]

  
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