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Autore: Ottachan    25/04/2015    1 recensioni
Raccolta dei miei fill della quinta Notte Bianca organizzata dalla pagina 'No ma Free lo guardo per la trama, eh!'.
Il rating è vario, così come il genere (andrò più nel dettaglio per ogni one shot) e, salvo imprevisti, ogni capitolo uscirà ogni sabato.
Questa raccolta comprenderà:
1) Scherzi di lontra (arancione, divertente, lime, SouMomo);
2) Il sorriso di quando erano bambini (giallo scuro-arancione pallido, angst, missing moment, SouGou + implicit SouRin);
3) La dura vita di un terzo incomodo (verde, divertente, MakoHaru con pov di Rin);
4) I campioni dell'Italia semo noi! (verde, divertente, Roma!au, Rin romanistra e Sousuke laziale);
5) Insicurezza (verde-giallo, leggermente angst, slice of life, shounen-ai SouRin).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per la serie 'Mai 'na ggioia', ecco il mio secondo fill della Quinta Notte Bianca organizzata dalla pagina  No ma Free lo guardo per la trama, eh con prompt di dietrich_didi: [SouGou angst, implicit SouRin] Scuole medie, Sousuke e Gou stanno insieme. Tuttavia, sebbene le voglia un bene dell'anima, Sousuke è innamorato in realtà di un'altra persona, ovvero del fratello della sua ragazza. Gou lo capisce, o meglio, l'ha sempre sospettato, ma essendo innamorata di Sousuke ha sempre guardato dall'altra parte, almeno fino a quando non capisce che Rin, anche se non lo dice, ricambia i sentimenti di Sousuke.ANGST A PALATE, preferibilmente introspettivo dai PV di Sousuke o Gou.
La sofferenza nello scrivere questa fic ç.ç! Ma ero troppo ispirata (di fatti è venuto fuori un papiro di 7 pagine, spero che non sia troppo pesante da leggere D: )
Detto ciò, ringrazio in anticipo chi leggerà :3
Alla prossima settimana con il terzo fill xp

 
Il sorriso di quando erano bambini

RATING: giallo scuro - arancione pallido (è una via di mezzo o.o );
GENERE: angst, lime, introspettivo, missing moment;
PERSONAGGI: Gou Matsuoka e Sousuke Yamazaki;
COPPIE: SouGou + implicit SouRin;
AVVERTIMENTI: nessuno

 

Quando Gou si accorse di provare qualcosa per Sousuke, la neve aveva inziato a sciogliersi sulla montagna di Iwatobi e il suo ingresso alle medie era oramai prossimo.
'Tra meno di un mese sarai di nuovo una mia kohai' aveva detto, quel giorno, il ragazzino, incontrato per caso al combini, dopo aver scoperto in che scuola fosse andata ad iscriversi la sua amica d'infanzia. 'Sono contento' aveva poi aggiunto accennando un lieve sorriso.
'Anche io...' si era limitata ad rispondere lei, rapidamente e a bassa voce. Le sue guance erano diventate rossissime, e il suo cuore aveva improvvisamente accelerato con i battiti.
Sousuke l'aveva accompagnata, molto galantemente, fino a casa, e i due, durante tutto il tragitto, non avevano più proferito alcuna parola. O meglio, Gou avrebbe voluto parlare tantissimo: avrebbe voluto raccontare all'amico di come non vedesse l'ora di indossare una divisa scolastica, che già si stava informando sui vari club del doposcuola, che le sarebbe piaciuto pranzare con lui di tanto in tanto. Ma nulla.
Il ragazzo, dopo la partenza di Rin, si era fatto più taciturno e silenzioso; non che prima fosse un concentrato di esuberanza e iperattività, ma ovviamente mostrava molta più energia. Di sicuro sentiva la mancanza del rossino.
Forse fu proprio questo lato leggermente fragile, unito alla sua gentilezza quasi iperprotettiva nei suoi confronti, a colpire Gou nel profondo del proprio cuore.

Il primo anno delle medie trascorse rapidamente e senza alcun progresso.
Sousuke si comportava come fratello maggiore nei confronti della ragazzina e quest'ultima approfittava di ogni occasione per poter trascorrere la maggior parte del tempo con lui. Mese dopo mese il sorriso di Yamazaki aveva iniziato, di nuovo, ad accendersi: purtroppo non splendeva ancora come ai tempi delle elementari, ma quella piccola fiamma aveva, pian piano, ripreso ad attecchire. Gou iniziò a desiderare di avvicinarsi ancora un po' di più a lui.
Il quattordici febbraio, Sousuke ricevette dalla sorella del suo migliore amico del cioccolato Honmei.
'Non è di quelli di cortesia...' specificò la ragazzina, con le guance dello stesso colore dei capelli, il viso rivolto verso un punto lontano che non coincideva con lo sguardo di Yamazaki, ma con gli occhi che, nonostante l'imbarazzo, ogni tanto si posavano sul volto dell'amico, per cercare di capire la sua espressione e, di conseguenza, decifrare una possibile risposta positiva o negativa.
Sousuke accettò il regalo senza dire nulla.
Il mese successivo, per il White Day, Gou ricevette un elastico per capelli azzurro, con due pesciolini in legno dipinti di turchese.
'Scusa, forse è una cosetta troppo semplice... É che non avevo idea di cosa ti piacesse. E visto che hai i capelli molto lunghi...'
Il ragazzino sembrava leggermente imbarazzato: di sicuro la piccola Matsuoka non era la prima fanciulla che aveva deciso di mettersi in gioco rivelandogli i propri sentimenti; ma si trattava di una sua cara amica, della sorella del suo migliore amico il quale, in quel periodo, si trovava in Australia per nuotare nelle migliori scuole. Cosa avrebbe pensato nel vedere la sua cara e dolce sorellina tra le sue braccia?
Gou iniziò a temere che Yamazaki avesse semplicemente ricambiato il regalo, non i suoi sentimenti; nonostante i propri pensieri poco positivi, la ragazzina strinse a sé, felicissima, il dono appena ricevuto.
Ma durante la cerimonia di inizio anno scolastico, Sousuke, anticipando la tradizione seguita quasi sempre dai diplomandi, le regalò il secondo bottone della sua divisa insieme al suo primo bacio.

Il secondo anno alle scuole medie era incominciato, per Gou, nel modo migliore possibile. La mattina i due si incontravano alla stazione e facevano la strada insieme, durante la pausa pranzo mangiavano sempre insieme, e spesso saltavano le lezioni più noiose per rifugiarsi sul tetto permettendo, così, alle loro labbra di rincontrarsi e di riassaporarsi.
Per le attività pomeridiane, Sousuke aveva scelto il club di nuoto. Gou si era iscritta, invece, a quello di calligrafia. La fanciulla aspettava sempre il proprio ragazzo al cancello della scuola e rimaneva ogni volta incantata nello scorgere, in lontananza, la sua sagoma alta e robusta stagliarsi contro il crepuscolo. Quando prendeva la sua mano per camminare con Yamazaki verso la stazione, si ritrovava spesso ad inspirare l'odore di cloro che la pelle del castano emanava nonostante lo shampoo e il bagnoschiuma: anche suo fratello profumava in quel modo, che nostalgia!
Quando Gou aveva scritto a Rin del suo rapporto con Sousuke, il piccolo Matsuoka aveva impiegato più tempo del solito per risponderle. Alla fine si era limitato ad un 'Congratulazioni ad entrambi' prima di cambiare discorso incentrandolo su quanti ordini conoscesse l'intelligentissimo cane della famiglia australiana che lo stava ospitando.

'Gou, dopo essermi diplomato mi trasferirò a Tokyo...' disse Sousuke, improvvisamente, un tardo pomeriggio di dicembre, mentre i due si stavano avviando alla stazione dei treni per rientrare nelle proprie case.
La ragazza si bloccò sul posto e rimase immobile per alcuni secondi. Persino la condensa che, a ritmi regolari, veniva emessa dal suo respiro, smise di mostrarsi in quegli istanti di gelo totale.
'...Andrai in un liceo rinomato per la sua squadra di nuoto?'
'Già' anche Sousuke si era fermato, continuando a stringere forte la mano della propria ragazza, e il suo sguardo fermo e deciso era fisso su quello di lei.
'Quindi... Mi stai lasciando?'
'No, assolutamente no!' gridò quasi Yamazaki mentre abbracciava stretto il corpo minuto di lei. Le braccia della fanciulla, però, rimasero stese, inermi, lungo i propri fianchi.
'Solo che... non ci vedremo più così tanto come adesso! Con lo Shinkansen sono meno di tre ore di viaggio! Prometto che tornerò a trovarti almeno una volta al mese Gou!'
La ragazza avrebbe voluto piangere e gridare, ma le sue lacrime non vollero uscire dai propri occhi. Evidentemente il suo destino era quello di vedere andare via e lontano le persone alle quali teneva di più. Prima suo fratello, poi Sousuke.
'Credevo che Tokyo fosse la meta di chi volesse entrare nelle migliori università' si limitò a dire con voce quasi impercettibile. In tutta risposta il suo ragazzo la abbracciò ancora più forte.
La Matsuoka si sentiva piccola e immatura: nonostante mancasse solo un anno all'ottenimento della licenza media, non aveva ancora deciso per il suo futuro. Sousuke non aveva avuto alcun dubbio: il nuoto sarebbe stato la sua vita. E lei invece? Cosa avrebbe voluto fare? Non eccelleva in nessuna materia, non aveva nessun interesse in particolare, viveva alla giornata. Seguire nella capitale il suo ragazzo? No, troppo complicato. La madre lavorava già tantissimo per pagare il sogno del fratello; non era giusto chiederle di sacrificarsi ancora di più anche per lei. Gou non vedeva l'ora di crescere, di essere indipendente, di avere il totale potere sulla propria vita.
'Sousuke... Diventiamo adulti insieme?'

La chiave di casa ruotò nella serratura emettendo un piccolo rumore metallico. La porta, di contro, si aprì in maniera molto silenziosa; i due ragazzini entrarono in casa Matsuoka senza parlare, senza guardarsi negli occhi, con le mani stretta l'una nell'altra in un unico caldo contatto. Dopo aver lasciato scarpe e zaini nell'ingresso, Gou condusse Sousuke al piano superiore.
'Vai pure in camera mia, arrivo subito' disse la fanciulla indicando una porta a pochi passi dalle scale. La ragazzina si chiuse in bagno e aprì l'acqua della doccia. Si lavò velocemente sfregando, con forza, la spugna contro il suo corpicino tremante per la tensione, cercando, nel contempo, di non bagnarsi i capelli. Si rivestì con della biancheria pulita ('Che cosa inutile... Tanto me la dovrò togliere fra poco' si ritrovò a pensare subito dopo) e degli abiti da casa semplici ma non sciatti. Prese inoltre un asciugamano scuro da stendere sopra il lenzuolo per evitare che si sporcasse.
Quando rientrò in camera, trovò Sousuke seduto sul suo letto, la giacca della sua divisa piegata sulla sedia, il viso rivolto verso la finestra, il suo sguardo perso che sembrava osservare un qualcosa situato a miglia e miglia di distanza. La sua figura in controluce, così grande e robusta, non sembrava appartenere ad un ragazzino di quasi sedici anni. Gou si sentì quasi intimidita. Ma oramai non poteva, e non voleva, più tirarsi indietro.
'Sono tornata' si limitò a dire sorridendo nella speranza che il suo ragazzo non si fosse annoiato durante quel non troppo breve lasso di tempo in solitudine.
La fanciulla stese l'asciugamano scuro sul letto e si sedette, con le ginocchia, su di esso. I due ragazzini si ritrovarono, così, l'uno di fronte all'altra, in silenzio, immobili, a cercare di pensare cosa fare, come fare, con quale tempismo. Gou chiuse gli occhi e socchiuse le labbra; Sousuke le accarezzò la guancia e la baciò con dolcezza. Le sue dita presero a sfiorarle il collo, il braccio, i fianchi ed, infine una gamba. Poi risalirono fino alla nuca per scioglierle i capelli. L'elastico che Yamazaki le aveva regalato il giorno del White Day, che la rossina portava sempre con sé, venne adagiato sul comodino; i due presero a spogliarsi lentamente, come se avessero a disposizione tutto il tempo del mondo, e le loro mani iniziarono ad esplorare, per la prima volta, la pelle dell'altro. Gou provava quasi vergogna per il proprio corpo: così bianco, minuto, ancora adolescenziale e privo di curve. Sousuke, invece, possedeva spalle larghe e robuste a causa del nuoto, una schiena così grande da perdercisi, la carnagione leggermente abbronzata per via degli allenamenti all'aperto, le braccia lunghe e toniche, il torace e gli addominali appena appena scolpiti, le mani calde e forti, da adulto. Eppure lui sembrava non notare quelli che la fanciulla aveva considerato come propri difetti: Sousuke fu dolce, Sousuke fu premuroso, Sousuke fu gentile, Sousuke, Sousuke, Sousuke.
Nonostante un piccolo intoppo iniziale (Yamazaki aveva eiaculato improvvisamente quando la ragazza aveva toccato con più decisione la sua erezione per mettergli il preservativo), la prima volta di Gou non fu così terribile come aveva letto in giro. Certo, la penetrazione era stata inzialmente difficile e dolorosa, ma gli occhi del suo ragazzo, così belli, limpidi, e totalmente concentrati su di lei, l'avevano catturata nel loro vortice turchese e la Matsuoka aveva inziato, presto, a lasciarsi andare al piacere.
Si risvegliò, mezz'ora dopo, sola nel proprio letto. Sousuke aveva lasciato la stanza, ma prima le aveva messo sul corpo una coperta in modo che non prendesse troppo freddo. Gou si vestì in fretta e furia ed uscì dalla camera.
Yamazaki si trovava nella stanza di Rin, seduto sul suo letto, e i suoi occhi, rivolti verso la finestra, sembravano cercare un qualcosa di molto importante perduto a miglia e miglia di distanza, oltre l'oceano.
'Sousuke?' sussurrò Gou.
Il ragazzo si voltò verso di lei e, dopo un paio di secondi di silenzio, la chiamò a sé sorridendo.
'La stanza è rimasta tale e quale a quando c'era ancora Rin... Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, quando noi tre eravamo alle elementari'
La fanciulla, in piedi vicino al letto, abbracciò le spalle del nuotatore e avvicinò la sua testa castana al petto.
'Già. Io e la mamma abbiamo deciso di non toccare nulla senza il suo permesso'
Yamazaki sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi di Gou.
'Rin ti ha più scritto?'
'Si, anche se oramai le sue lettere mi arrivano molto di rado...'
'A me non è arrivato più nulla'

La Matsuoka correva il più velocemente possibile verso casa. Un sms della madre l'aveva portata a saltare le lezioni pomeridiane del suo secondo giorno di liceo: Rin era tornato a casa! E non vedeva l'ora di riabbracciarlo!
Quando aprì la porta dell'abitazione, si ritrovò davanti il volto scocciato del fratello, il braccio destro che reggeva uno scatolone pieno di cianfrusaglie personali, la mano sinistra aperta vicino al pomello dell'uscio.
'Onii-chan!!!!'
'Spostati Gou...' il timbro di Rin era acido e, decisamente, non cordiale. La ragazza rimase interdetta soprattutto quando il rosso usò la mano libera per spostarla via da davanti alla porta.
'Onii-chan, dove stai andando?'
'A portare le mie cose al dormitorio della Samezuka'
'Frequenterai la Samezuka? Complimenti!!! Ma quindi non tornerai a casa con noi?'
Matsuoka non rispose; si limitò a darle le spalle e a proseguire per la sua strada.

'Sousuke, lo sai che Rin è tornato a casa? A quanto pare finirà il liceo alla Samezuka, l'accademia con una delle più forti squadre di nuoto della città! Non è fantastico?'
Quella sera Gou chiamò il proprio ragazzo per raccontargli della sua giornata come al solito. Ma questa volta Yamazaki emise a stento solo qualche parola.
Da quando il nuotatore aveva iniziato, l'anno precedente, a frequentare un liceo di Tokyo, la Matsuoka aveva avuto come la sensazione che il loro rapporto si fosse leggermente raffreddato.
'Sarà quasi sicuramente la distanza' aveva pensato la ragazza. Dopotutto, quando Sousuke la andava a trovare, quasi ogni mese, si dimostrava sempre premuroso e passionale. Sicuramente era solo il telefono a darle quella sensazione piuttosto negativa. Eppure, quella sera, dopo aver annunciato al ragazzo il ritorno di Rin, Yamazaki si era ammutolito improvvisamente e non sembrava più in vena di parlare.

Per il mese successivo, le chiamate fra Gou e Sousuke, divennero sempre più telegrafiche, fino a quando, a fine maggio, non smisero quasi del tutto di sentirsi. E il ragazzo non era nemmeno passato a trovarla a Iwatobi.
La Matsuoka, così, decise di usare tutti i propri risparmi per comprare un biglietto dello Shinkansen in direzione Tokyo.
Dopo non poche difficoltà, la fanciulla riuscì a trovare la scuola del proprio ragazzo e attese al cancello che la pausa pranzo cominciasse. Dopo poco meno di un'ora, una figura alta, robusta e molto familiare, prese ad avvicinarsi a lei correndo. Gou la riconobbe dal suono dei suoi passi.
Sousuke abbracciò forte la fanciulla e quest'ultima si sentì scomparire tra le sue spalle forti.
'Ho sentito dei ragazzi dire che al cancello c'era una tizia carina, con indosso una divisa sconosciuta, che portava una coda alta di lunghi capelli rossi...'
'Eheh, sorpresa!'
E poi era successo tutto velocemente: Yamazaki era rientrato, per un istante, in classe per prendere la cartella e si era allontanato altrettanto rapidamente dalla scuola, tenendo stretta la mano della propria ragazza.
I due si erano rifugiati in un piccolo albergo ad ore poco distante dal liceo del ragazzo e durante il tragitto non avevano proferito parola.
Quando Gou iniziò a sbottonare la camicia della divisa di Sousuke, quest'ultimo le bloccò le mani, scese dal letto e si rifugiò in bagno per qualche istante.
'Sousuke?'
Il nuotatore rientrò nella camera da letto con la camicia totalmente sbottonata. 'Scusa, volevo solo controllare di essere a posto'
La Matsuoka non fece in tempo a replicare o anche solo a chiedersi il perchè di quel comportamento: il ragazzo le aveva scostato gonna e slip per accarezzarle il pube umido di eccitazione.
Ma durante il coito, un movimento leggermente più brusco di Sousuke fece emergere sul suo viso un'espressione dolorante e sofferente: il castano perse l'equilibrio e schiacciò la ragazza con il proprio peso.
'Sousuke, tutto bene?' chiese Gou decisamente preoccupata. Il suo ragazzo, ora, sembrava quasi spaventato; tutto ciò non fece altro che aumentare l'ansia della fanciulla.
'Tutto ok, tranquilla' il nuotatore sorrise e scostò una ciocca di capelli ribelli dalla fronte della Mastuoka. 'Che ne dici, cambiamo posizione?'

Yamazaki dormiva profondamente. Il suo viso era tranquillo e disteso ma Gou non riusciva a dimenticare la sua espressione di dolore. Avevano continuato con lui sdraiato per tutto il tempo, non passivo, ma comunque meno partecipe rispetto a come era solito fare.
La ragazza si alzò dal letto e, nuda, si diresse in bagno per farsi una doccia, non prima di aver lasciato un piccolo bacio sulla fronte della persona che più amava al mondo.
Non fece in tempo ad aprire l'acqua che i suoi occhi caddero su di una sorta di grande manica, all'apparenza di stoffa scura, seminascosta dietro il water.
'Un tutore?'

Il sole aveva iniziato la propria discesa verso ovest quando Gou e Sousuke si salutarono alla stazione dello Shinkansen con un lungo bacio. Il ragazzo rimase in piedi ad ammirare la fanciulla che si trovava di fronte a lui, gli occhi leggermente tristi, le labbra strette in un silenzio pesante.
'Sousuke...'
'Dimmi'
'Lo sai che ti amo, vero?'
'Ovvio. Ti amo anche io'
'Ma io ti amo veramente!!! Veramente veramente tanto!' la ragazza aveva gli occhi lucidi.
'Ti amo anche io'
'Giuro che troverò un lavoro part time e ti verrò a trovare più spesso! Devi dirmelo se ti senti solo, o perso, o anche se vuoi solo una presenza vicino a te che stia in silenzio! Promettimelo!'
'...Non serve! Non ti stressare con un lavoro che ti occuperà tutti i pomeriggi e che ti sfinirà e basta!'
'Voglio stare con te il più spesso possibile!' Gou non voleva sentire obiezioni.
Yamazaki le sorrise e le sussurrò un 'Ti amo' mentre le porte del treno in partenza si chiusero con un sibilo potente.

'Esci di casa!'
'Eh? Perchè?' rispose Gou interdetta. Era rimasta sorpresa quando sul cellulare era apparsa la chiamata di Sousuke con ben due ore di anticipo rispetto al solito.
'Sei uscita?'
'Sto sulla porta... Aspetta che prendo le chiavi!'
'Bene, ora vai verso il combini e poi svolta a destra'
'Perchè, dove devo andare di preci...' per poco non le cadde il cellulare a terra. Yamazaki si trovava davanti a lei, il proprio telefonino ancora accostato all'orecchio, e un tenero sorriso in volto.
Dopo una manciata di minuti riempiti di effusioni, abbracci, carezze e lunghi baci, finalmente il ragazzo spiegò il motivo della sua visita a sorpresa.
'Sai, frequenterò il terzo anno alla Samezuka! Visto che sono stato reclutato da una buona università con una forte squadra di nuoto, e ho accettato il loro invito, ho deciso di tornare nella mia città natale per nuotare come uno studente normale, non come un quasi professionista!'
Nuotare come uno studente normale... Perchè, allora, scegliere la Samezuka e non l'Iwatobi? Il liceo di Gou, dopotutto, aveva un club giovane e composto da soli pochi elementi. La Samezuka era pur sempre un'accademia rinomata...
'Quindi andrai a scuola con Onii-chan...'
'Lui ancora non sa nulla. Chissà se capiterò in classe con lui! Lo scoprirò domani' gli occhi del ragazzo si illuminarono leggermente alla luce del non ancora caldo sole primaverile, e Gou ritrovò in essi lo sguardo del suo amico d'infanzia alle elementari, di quando nuotava insieme a Rin nella piscina della scuola.
'Starai quindi a casa?'
'No, ho fatto domanda per entrare nel dormitorio'

L'anno nuovo era appena incominciato e la Matsuoka aveva invitato il suo ragazzo alla consueta visita al tempio. Lei si era agghindata con il kimono più bello e costoso che aveva trovato in circolazione, e non vedeva l'ora di mostrarsi così sistemata agli occhi di Sousuke. Peccato che il suo ragazzo, quel giorno, fosse parecchio distratto: la sua testa era altrove, così come i suoi occhi. Per poco non inciampò sui gradini delle scale che conducevano al tempio.
'Tutto bene Sousuke? Hai per caso visto un tuo conoscente qui al tempio?'
'No, scusami! Oggi sono un disastro'
Ma quando Yamazaki ricevette un messaggio sul cellulare, i suoi occhi si illuminarono per un istante lungo quanto un battito di ciglia. Gou, però, aveva notato quella lieve scintilla.
'Gou, è l'allenatore della Samezuka... Dice che dopo pranzo dovremo trovarci tutti in piscina per via di un allenamento straordinario'
'Così all'improvviso?'
'Pare che Momo ne abbia combinata una delle sue in piscina e che, per punizione, tutto il team verrà massacrato fino a sera...'
'Oh...' Sousuke non sapeva proprio mentire. 'Bhé, allora fatti forza! E salutami Onii-chan quando lo vedi'
Le spalle di Yamazaki ebbero un tremito quasi impercettibile per la sorpresa; nonostante il volto del ragazzo non avesse cambiato espressione, la sua ragazza si era accorta di quella millimetrica contrazione involontaria.
Quel pomeriggio Gou decise di andare a trovare la squadra della Samezuka con la scusa di parlare con il loro manager, per organizzare un allenamento congiunto con la squadra dell'Iwatobi.
L'accademia si era quasi totalmente svuotata a causa delle vacanze invernali, e nel cortile regnava il silenzio. La fanciulla non ci fece caso più di troppo e si diresse, spedita, verso la piscina coperta. Passando davanti ad una finestra della struttura sportiva, Gou percepì un forte tonfo seguito da un rumore di schizzi.
'Dopotutto si stanno allenando...' pensò sospirando di sollievo. Peccato che la solita confusione, causata da bracciate, fischi di partenza, chiacchiericcio e sgridate varie, che era solita accoglierla ogni volta che la Matsuoka andava a trovare il fratello per motivi legati al club dell'Iwatobi, sembrava, ingiustificatamente, assente.
I suoi occhi si spostarono verso la finestra che dava sulla piscina: Rin nuotava rapidamente a delfino mentre Sousuke era seduto su uno dei blocchetti di partenza in attesa dell'amico. I due erano da soli. Quando il rosso uscì dall'acqua, usando solo la spinta dei muscoli delle braccia per risalire, e si mise in piedi di fronte al ragazzo della sorella, gli regalò uno dei sorrisi più caldi che Gou avesse mai visto durante tutta la propria vita. E Yamazaki fece lo stesso.
Per un istante la fanciulla rivide il volto dei due amici alle elementari, quando erano ancora insieme e nuotavano nella stessa squadra. Sousuke non aveva mai avuto, con lei, quell'espressione così calda e, soprattutto, serena.
I due ragazzi erano molto vicini, le loro dita sfioravano appena la loro pelle bagnata di acqua e cloro per poi tornare indietro rapidamente, come se volessero fuggire via ma solo per farsi inseguire.
Gou si sentì lo stomaco sottosopra e la lingua secca.
Avrebbe voluto piangere ma i suoi occhi erano asciutti.
Solo quando i due ragazzi uscirono dalla sua visuale per rientrare negli spogliatoi, la fanciulla si voltò di scatto per tornare a casa; le sue orecchie percepivano suoni ovattati come se si trovasse dentro l'acqua, le sue gambe andavano avanti solo per inerzia, la sua testa stava tornando indietro nel tempo facendole rivivere tutti i momenti passati insieme a Sousuke, mettendo in evidenzia anche quei piccoli e strani segnali che la Matsuoka non era riuscita ad interpretare fin da quando aveva iniziato a frequentare il suo ragazzo.
Fortunatamente rincasò senza causare nessun incidente; e la prima cosa che fece, una volta tolte scarpe e giacca, fu mandare un messaggio a Yamazaki.
'Ehi, se non sei stanco dopo l'allenamento, che ne dici di prendere una cioccolata calda insieme?'

'Sousuke?' chiamò Gou facendo mischiare la condensa del suo respiro con il fumo della cioccolata calda da asporto che teneva con entrambe le mani per riscaldarle.
'Dimmi'
'Lo sai che ti amo, vero?'
'Ovvio. Ti amo anche io'
'Ma io ti amo veramente!!! Veramente veramente tanto!' la ragazza, questa volta, non aveva gli occhi lucidi.
'Ti amo anche io'
'Ma ami anche Rin, vero?'
Il nuotatore si bloccò di colpo e per poco non fece cadere a terra il suo bicchiere vuoto già a metà.
La Matsuoka abbassò lo sguardo e sorrise tristemente.
'Sai, inconsapevolmente lo sapevo già. Lo sapevo da sempre. Ma ho fatto finta di essermi sbagliata: dopotutto tu sei diventato mio e questo mi bastava'
Yamazaki rimase immobile e incapace di guardare la ragazza negli occhi.
'E credo che anche Rin ti ami. Fin da quando eravate piccoli'
Sousuke strinse il pugno libero fino a farsi male.
'Gou. Non sono stato con te solo perchè somigli a lui, lo giuro!' nonostante tutto, il ragazzo non riusciva a trovare il coraggio di guardare la rossina negli occhi. E lei se ne accorse ma, di nuovo, fece finta di nulla.
'Ti credo'
'Ti amo ancora'
'Ma adesso Rin è tornato. E tu ami lui di più'
Silenzio.
Sousuke aveva iniziato a mordersi il labbro e sembrava soffrire come un cane.
Gou, invece, aveva il viso appena appena velato da un sottile strato di tristezza, come una seta traslucida.
'Sousuke...'
'...'
'Ci lasciamo?'
Nessuna risposta.
'Si, credo sia meglio lasciarsi' aggiunse la Matsuoka come per svegliare se stessa da un sogno diventato oramai troppo lungo e strano. 'Comunque sono stata molto felice con te in questi quattro anni. Anche quando sei stato via a Tokyo. Grazie e buona fortuna con mio fratello'
Questa volta la fanciulla non attese alcuna risposta da parte dell'oramai ex ragazzo: gli diede subito le spalle e proseguì per la salita che conduceva verso casa sua. A metà strada, una singola lacrima prese a scivolare lungo la sua guancia e andò ad immergersi nella cioccolata calda che Gou aveva continuato a tenere, con entrambe le mani, poco sotto al mento. Ne bevve un sorso chiudendo gli occhi.
'É amara. Molto amara'  

   
 
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