C
A P I T O L O
diciannove
La tavola imbandita e apparecchiata
padroneggiava nel soggiorno, occupando letteralmente tutto lo spazio.
Avevano dovuto spostare il divano
contro una delle pareti, arrotolare il tappeto, e trasferire il tavolo della cucina
da un appartamento all’altro, così da poterli unire per ottenere un’immensa
tavolata che avrebbe ospitato tutti quanti.
Il trasloco del mobile attraverso il
pianerottolo non era stato semplice: Kiba aveva
accidentalmente urtato il grosso vaso di bambù che la
vecchia vicina aveva riposto a metà del corridoio, riducendolo praticamente in
pezzi e sradicando la pianta che vi era all’interno, e poi erano anche riusciti
a rigare la porta dell’ingresso.
Shikamaru sospirò, steso sul divano
con il cellulare sulla pancia, «Sono in ritardo» brontolò, coprendosi poi gli
occhi con il braccio.
Kiba si strinse nelle spalle,
accarezzando Akamaru, steso a pancia in su, intento a
farsi coccolare, «Sono donne, sono sempre in ritardo» gli rispose, mentre Choji
incominciava già a rubare del cibo dal tavolo.
«Scommetto che è colpa di Ino»
commentò poi infilandosi del pollo in bocca, e Neji lo fulminò con lo sguardo.
«Se non arrivano fra cinque minuti, le
chiamiamo» disse Lee, e una manciata di secondi dopo il citofono suonò.
Naruto si precipitò ad aprire,
scivolando sul parquet del corridoio, gridando un «Vado io!» abbastanza
inutile, dato che era stato l’unico a fiondarsi verso l’entrata.
Le accolse sul pianerottolo, dove
avevano tentato di ricomporre la pianta che avrebbero poi abilmente sostituito,
prima che la vicina se ne potesse accorgere, e poi si lanciò letteralmente su
Hinata, facendole quasi cadere il vassoio che stringeva fra le mani.
«Hina-chan!»
strillò stringendola per la vita, facendola arrossire, «Buon Natale!» e poi le
stampò un bacio sulla guancia, aiutandola a portare in casa la torta.
Neji lo fulminò con lo sguardo mentre
andava a salutare Tenten, i suoi occhi seguivano Naruto e sembravano dire
“attento a quello che fai e a dove metti le mani sul corpo di mia cugina”, ma
nonostante tutto lo ignorò, salutò Hinata con un abbraccio piuttosto formale e
chiuse la porta, lasciando che le ragazze si sfilassero i cappotti.
Ino abbandonò un grosso sacchetto di carta vicino
all’entrata, abbracciando poi Sai con il sorriso stampato sulle labbra, mentre
Sasuke aiutava Sakura con il vassoio che teneva poggiato sulle braccia.
«Grazie…» gli sussurrò,
mordicchiandosi poi il labbro inferiore in attesa di una qualche risposta da
parte di Sasuke. Anche se ora tutti sapevano di loro, il ragazzo sembrava
restio a trattarla come faceva quando era da sola. «Ti accompagno!» gli disse,
prendendo il vassoio di Hinata dalle braccia poco affidabili di Naruto,
camminando dietro Sasuke per andare in cucina.
Appoggiarono entrambi i vassoi sullo
spicchio del piano cottura ancora libero, Sakura continuò a sorridere mentre
aspettava che Sasuke togliesse alcune bottiglie di birra, acqua e bibite
gassate dal davanzale, «Tanto stanno al fresco comunque» borbottava come per
giustificarsi, «Così abbiamo fatto spazio in frigorifero». Appoggiò le bevande
nel lavandino vuoto, avvicinandosi a lei mentre si guardava intorno,
sospettoso. Aveva paura entrasse qualcuno? Sakura sorrise nel vedere che
indossava la collana che lei gli aveva regalato e, sempre con le labbra
incurvate verso l’alto, strinse la piccola pietra nera tra le dita.
«Mi piace il tuo vestito» confessò
Sasuke, appoggiando le mani sui fianchi di lei mentre si chinava a lasciarle un
bacio sulla guancia.Alla faccia tua Ino! E nel preciso
istante in cui l’Uchiha aveva girato appena il viso
per allungarsi e incastrare le proprie labbra in quelle di Sakura, la porta
della cucina si spalancò e la voce di Naruto fece tremare i vetri, facendo
vacillare anche la già precaria pazienza di Sasuke.
«SAS’KE!» lo chiamò, incurante dei
corpi dei due migliori amici avvinghiati sul piano cottura, «Hina-chan e Tenten sono andate a prendere i nostri regali,
vieni di là!» e scomparve così come era arrivato.
Al sospiro di lui, Sakura sorrise
sfiorandogli la spalla, «Dai, andiamo…» lo incitò, allungandosi a lasciargli un
bacio sulle labbra. Lo prese per mano e lo condusse verso la sala da pranzo già
invasa dalla musica e da un Akamaru particolarmente
felice, che era già saltato in braccio ad Hinata, atterrandola sul divano.
― ♦
―
Quando Tenten ed Hinata ritornarono
con i regali (meravigliosamente incastrati in due borsoni di plastica) erano
già tutti seduti sui divani o sulle sedie in attesa del proprio pacchetto. Non era
l’oggetto contenente in quel intreccio ben fatto di carta colorata o fiocchi –
tutti immaginavano fossero stati impacchettati da Hinata – a creare così tanta
attesa, piuttosto l’idea di condividere quel momento assieme: sicuramente ci
sarebbe stata qualche sorpresa di cattivo gusto per uno dei ragazzi e di certo
tutti gli altri avrebbero riso di gusto.
Insomma, era necessario un capro
espiatorio, possibilmente non irritabile e vendicativo come Sasuke. A Choji,
Ino regalò dei buoni pasto comprati su un sito di offerte per dei ristoranti
italiani e spagnoli di Konoha, Rock Lee ricevette
un’altra tuta, ma stavolta da parte di Tenten – in qualsiasi caso non gli
dispiaceva. Nemmeno Shino e il libro che Hinata le
aveva regalato (qualcosa che spiegava il perché gli scarafaggi sarebbero
sopravvissuti alla fine del mondo o qualcosa del genere) aveva fatto scalpore.
«Ma lo hai letto?» aveva chiesto
incuriosito Kiba, sporgendosi verso la ragazza incastrata tra lui e Naruto, tra
i quali scorreva ancora cattivo sangue per l’accaduto della discoteca. Si
ignoravano cercando terreno da guerra in qualsiasi cosa, anche nella povera
Hinata.
«No… no…» rispose lei, stringendo un
altro pacchetto sulle gambe, puntando gli occhi sul fiocco verde, «Me lo ha
consigliato Sas’ke-kun quando
sono andata in libreria a prenderlo, quindi…» e
sorrise all’Uchiha che, quasi avesse sentito il grido
muto di aiuto della Hyuuga, annuì.
«Le persone che lo avevano letto
sembravano molto contente» rispose.
Ino fece scoccare la lingua contro il
palato, «Come fa una persona a trovare divertente un saggio sugli scarafaggi?!»
domandò, estraendo il cellulare dalla propria borsetta, «Non importa! Passiamo
al regalo di Shikamaru!» e compose la
password del telefono, iniziando a trafficare con questo.
Nessuno parlò, curiosi del risultato.
Finalmente Ino diede segni di vita, alzandosi in piedi mentre si aggiustava il
vestito nero e, con la delicatezza di un maialino sostituì
il telefono che aveva in mano Shikamaru con il proprio.
Tenten – seduta sulle gambe di Neji,
accomodatosi vicino a Shikamaru – si allungò curiosa su Nara per sbirciare,
tappandosi poi la bocca per soffocare una risata. Indicò Ino con l’indice
fresco di manicure e di smalto rosso scuro, «Lo hai fatto davvero?!» le
domandò, «Pensavo tu stessi scherzando!».
Ino fece una giravolta al centro della
stanza, evidentemente fiera del proprio lavoro, «Certo!» esclamò, facendo un
occhiolino alla coinquilina mentre strappava dalle mani di Shikamaru il
telefono, prima che potesse mandare all’aria il suo regalo, «Se dico che regalo
un profilo su un sito di meetingsignifica che regalo davvero
un profilo su un sito di meeting!» e rise, accompagnata da
Kiba e Rock Lee che, evidentemente, trovavano la situazione imbarazzante e
divertente.
Insomma, quell’anno era toccata a
Shikamaru la figura del deficiente con
il regalo stupido.
«Non ho intenzione di usarlo» esordì
il ragazzo, incrociando le braccia, sicuro di sé. Sospirò come se avesse a che
fare con persone intellettualmente inferiori e si appoggiò allo schienale del
divano, fingendo insofferenza nei confronti della situazione.
«Davvero? Che peccato…» finse Ino, con
la stessa sicurezza di un’attrice hollywoodiana su un grande schermo, «E io che
già immaginavo una perfetta love story tra te e SouariTem
che vi rincontravate su un sito del genere e…» Ino sospirò, sbattendo le ciglia
folte mentre le sue iridi sembravano prendere la forma di un cuore.
«Ino, ritirati» le suggerì l’amico,
ridacchiando, «E poi io e SouariTem
non siamo interessati l’uno all’altro».
«Passiamo oltre?» la voce di Sasuke
arrivò quasi seccata, anche se alle orecchie di Shikamaru sembrò quasi una
benedizione. Ino borbottò qualcosa, sedendosi al suo posto mentre iniziava a
far scorrere le dita sul telefono. Fu Sakura ad alzarsi, sorridente, mentre
raccoglieva il pacco di Naruto e quello di Sai, più sottile e dalla forma
allungata. Il biondo, con la stessa impazienza di un bambino, se ne stava
seduto mentre la ragazza gli porgeva il pacchetto più grande. Afferrandolo tra
le mani, notò che le pareti erano ornate di minuscoli buchini e al suo interno
qualcosa si muoveva e grattava contro il cartone.
«Si muove!» esultò, appoggiando con
cura il regalo sulle gambe, iniziando con più delicatezza possibile a togliervi
il fiocco. Aprì la scatola di cartone e al suo interno vide un piccolo criceto
correre per tutto il perimetro del
contenitore, fino a schiantarsi e cadere a pancia in su, muovendo le zampine in
aria.
Naruto rise di gusto, allungando tre
dita per afferrare il piccolo batuffolo grigio e chiuderselo tra le mani, «È
bellissimo, Sakura-chan!» e si alzò per stringere la
ragazza con il braccio libero, ridacchiando nel sentire le unghie del piccolo
topo graffiargli la mano, «Lo chiamerò… Ramen II!» e se lo sfregò piano contro la guancia».
Hinata, seduta vicino a lui, ridacchiò
con la mano a nasconderle le labbra, osservando come Naruto stritolava quel
piccolo roditore senza prestare attenzione a Sai che scartava il suo regalo e
ringraziava Sakura per la tavolozza di pastelli acquerellati.
«Hinata, manca solo quello di Kiba» le
fece notare Tenten, mentre l’Inuzuka cercava di
sembrare carino ed impaziente mentre si stampava un surrogato di occhioni dolci
sul viso, assumendo un’espressione ridicola che fece scoppiare tutti in una
risata – ovviamente escludendo Shikamaru, Neji e Sasuke che, come loro solito,
si limitarono a sospirare dissociandosi da quel teatrino.
Un po’ in imbarazzo, forse per gli
occhi di Naruto che seguivano ogni suo movimento, fissando il pacco regalo come
se volesse fargli i raggi X e scoprire il suo contenuto prima che Kiba lo
scoprisse, porse gentilmente il pacco al ragazzo che, ancora prima di aprirlo,
si allungò verso l’amica e la stritolò in un abbraccio, stampandole un – a
parere di Naruto – indecente e bavoso bacio sulla guancia.
Naruto rimise Ramen
II nella sua scatola, posandola su uno scaffale in alto per tenerla lontano
dalle grinfie del gatto di Sasuke.
«Lo prenderà comunque…» gli disse Ino
che, vicino a Sai, già programmava il funerale del criceto come quello del
pesce di cui le aveva parlato il fidanzato.
«Assolutamente no» commentò il biondo,
annuendo vigorosamente, osservando sempre con la coda dell’occhio Kiba e
ridendo dell’incapacità di quell’inetto a scartare un regalo senza distruggerlo
come un cane farebbe con una ciabatta, «Quel Demonio di un gatto non salirà mai
su quelle mensole. Pesa un sacco, tipo sui trentacinque chili, si porterebbe
giù tutto il muro!» e rise, convinto.
«Non credo che pesi così tanto, Naruto…» ribatté Sai, ricordando che, quando Sasuke non era
a casa, Naruto lo coinvolgeva in dubbie “cacce al gatto” con lo scopo di
catturare quella palla di pelo e metterlo sulla bilancia per vedere quanto
effettivamente pesava.
«Certo che pesa così tanto! Sai quanto
mangia? Quanto una gatta incinta... e sai quanto mangia una gatta incinta,
Ino?» aveva un’espressione davvero convinta, il che rendeva la situazione tanto
seria quanto demenziale.
«No, non credo almeno, Tempura è castrata e Hinata non ha mai parlato di quantità per
gatte gravide e―» fu bloccata da Naruto che, puntandole il dito contro,
esordì come un console farebbe in una piazza.
«Cibo a volontà!» disse, a voce un po’
troppo alta, «Nelle bustine del cibo per gatti c’è scritto che le gatte incinte
possono mangiarne a volontà, ed è quello che Gatto fa!».
«Mi stai dicendo che Gatto aspetta dei
cuccioli?» domandò sarcastica la bionda, anche se non troppo entusiasta della
conversazione.
«Per tutti i Kami,
no!» ribatté l’altro, «Non vorrei assolutamente avere tanti
piccoli Gatto in giro per casa! Se immagino che in mezzo a tutta quella ciccia
ci siano dei gattini mi…» e gonfiò le guance, fingendo un conato di vomito che
fece sorridere Sai.
«I gatti maschi non rimangono incinta»
lo rassicurò l’amico.
«Lo so, stupido» borbottò Naruto in
risposta, sentendo di fianco a sé Kiba alzarsi con addosso una nuova felpa con
il collo di pelo, si pavoneggiava davanti ad Hinata che sorrideva beata e
tranquilla, facendogli i complimenti su come gli stesse bene.
«Beh, direi che è ora di mangiare!»
esordì Naruto, alzandosi e battendosi le mani sulla pancia. Quel gesto catturò
subito l’attenzione di Choji che si tirò in piedi e si propose per andare in
cucina a prendere il pollo fritto e le altre pietanze. Neji lo afferrò per la maglia,
intimandolo di stare fermo perché in cucina avrebbe rotto tutto e, chiedendo
aiuto a Sasuke e Shikamaru, andò a prendere la cena.
«Il trio delle vergini frigide…» scherzò Kiba a bassa voce mentre li osservava
allontanarsi, togliendosi la felpa con cura e riposandola nella carta
stracciata.
Sakura lo fulminò con lo sguardo,
appoggiata da Tenten che, sbuffando, incrociò le braccia e decise di ribattere,
«Almeno loro hanno una fidanzata» commentò, inviperita, mentre Hinata guardava
la scena seduta vicino ad Ino, la quale ignorava la situazione e si divertiva ad invitare in chat persone a
caso con il profilo di Shikamaru su quel famoso sito d’incontri.
«Shikamaru non ha la fidanzata»
ribatté lui velocissimo.
«SouariTem
è quasi il suo fidanzato» rispose Sakura. Di solito non si metteva in
battibecchi del genere e di certo avrebbe preferito seguire il trio
delle vergini frigide in cucina per stare un po’ con Sasuke, ma ora
come ora dare manforte a Tenten le sembrava la cosa migliore da fare.
«Figurati!» rise l’Inuzuka,
«Vuoi farmi credere che Shikamaru si fa le seghe davanti al com―».
«Non lo fai anche tu, Kiba?» domandò
Naruto, intromettendosi nella conversazione. Ormai tra i due era guerra aperta,
e il fatto che Hinata stesse guardando la scena era un motivo in più per
difendere la reputazione di Sasuke – suo migliore amico, Neji – cugino della
ragazza su cui stava disperatamente cercando di fare colpo e Shikamaru che, per
quanto odiasse ammetterlo, gli aveva dato buoni consigli e lo aveva anche
aiutato a superare gli esami alle superiori.
Sì, lui doveva essere l’eroe della
situazione.
«Ha parlato la più vergine delle
vergini» rise di gusto, facendo una “V” con il medio e l’indice mentre tirava
fuori la sua linguaccia orribile e la incastrava tra le dita, guardando Naruto
con segno di sfida che, indignato ed imbarazzato, arrossì di rabbia.
Prima che il biondo potesse lanciargli
lo scatolo con Ramen II dentro, Kiba saltellò via con
al felpa in mano dicendo che sarebbe andata a metterla a posto e avrebbe dato
da mangiare ad Akamaru. Tenten lo inseguì, evitando
che la porta dell’appartamento si chiudesse e, per essere sicura che Kiba la
sentisse, si assicurò di scandire bene le parole e di alzare la voce, «E
comunque Neji non è vergine da un bel po’! E ha una vita sessuale soddisfacente
e stabile!» e provvide a sbattere la porta, chiudendola a chiave mentre Neji,
appena rientrato in soggiorno, dovette appoggiarsi al muro per il colpo
preso.
Mentre Tenten si avvicinava al
fidanzato, facendogli le carezze alla guancia mentre gli diceva che tanto lo
sapevano tutti, in sottofondo Ino rassicurava lo Hyuuga
dicendo che le era appena re-iniziato il ciclo, ma che forse era una buona
notizia, dato che dopo Capodanno sarebbero andati in vacanza assieme.
C’era un’allegria sottesa, che rendeva
tutto divertente come se stesso guardando una fotografia di quel Natale dopo
parecchi anni.
Naruto sospirò, passandosi le dita
sugli occhi, sentendosi a tutti gli effetti un cretino mentre ripensava alla
figuraccia che aveva fatto: scena muta davanti a quella provocazione da parte
di Kiba – come aveva fatto a non rispondergli? Hinata penserà che sono
sicuramente una verginella pappamolle… pensò, iniziando a nutrire
seri dubbi sulla sua virilità e sulla sua capacità di fare colpo sulle ragazze.
Forse stava sbagliando tutto, forse doveva essere più sé stesso e basta.
Riaprì gli occhi quando quel dolce
profumo di lavanda gli impregnò le narici, facendogli dimenticare tutto. Hinata
era appoggiata allo schienale, di fianco a lui, con quel sorriso che lui
avrebbe voluto mangiare a forza di baci, «Vieni a tavola, Naruto-kun?»
gli chiese dolcissima, come se non fosse importato nulla di quello che era
successo, come se lui le piacesse davvero.
― ♦
―
Naruto sorrise mentre Hinata
canticchiava una canzone che davano alla radio, sfiorandogli la mano quasi di
nascosto, mentre Neji guidava seduto accanto a Tenten, intenta a tamburellare
le dita sul cruscotto, tenendo il ritmo.
Poteva sentire lo sguardo di Neji su
di lui, lo guardava ogni tanto, distogliendo lo sguardo dalla strada per
controllare lo specchietto retrovisore. Se si comportava così, adesso che lui e
Hinata non stavano ancora assieme, che cosa gli avrebbe fatto quando si
sarebbero fidanzati?
Sospirò scivolando un po’ più in
basso, accarezzando con il pollice le dita di Hinata, «Tenten, tu non vai a
casa?» le chiese, notando che erano passati davanti al suo quartiere, ma che
Neji non si era fermato per lasciarla scendere.
La ragazza sorrise sbucando dal sedile
anteriore, «No, ceno con la famiglia di Neji e Hinata» gli rispose, tornando
poi composta «I miei sono in crociera, quindi sarei rimasta a casa da sola»
spiegò prima di incominciare a canticchiare anche lei.
Naruto non avrebbe voluto essere nei
suoi panni, ricordava il padre di Hinata come un uomo dallo sguardo severo,
l’ultima volta che lo aveva visto era stato quando avevano fatto una ricerca
assieme alle medie, lui era entrato nella stanza salutando sua figlia in
maniera fredda e distaccata, e poi aveva squadrato lui e Shino,
intimando a tutti e tre di studiare.
Ma forse era stata solo una sua
impressione, era ancora un ragazzino, e ai suoi occhi Hiashi
gli era sembrato un gigante arrabbiato.
«Siamo arrivati» la voce di Neji lo
riscosse dai suoi pensieri mentre accostava davanti all’entrata della villetta
bifamiliare dove era cresciuto.
Naruto sorrise stringendo un po’ più
forte la mando di Hinata, «Allora ci sentiamo» le disse, allungandosi poi a
stamparle un bacio sulla guancia che la fece arrossire appena.
La ragazza annuì, «Ti mando un
messaggio, Naruto-kun» ma ancora non gli lasciava la
mano, «Buona cena con la tua famiglia» aggiunse, e poi fece lentamente
scivolare la presa mentre lui scendeva dall’auto, salutandola prima di chiudere
la portiera.
Neji ripartì subito mentre lui se ne
restava lì, imbambolato davanti al cancelletto, guardandoli andare via.
N O T E ♦ D ‘ A U T R I C I ; siamo in missione per
conto del Signore.
Buon pomeriggio, cupcakes.
~
Non c’è nulla di particolare da dire,
riguardo a questo capitolo, solo che c’è uscita una Tenten un po’… acidella, forse. X’’ Ma fate conto che abbia il ciclo, e
abbiamo risolto tutto quanto. Per il resto vi diamo alcune informazioni di
servizio: ci dispiace di non aver risposto alle recensioni, ma fra esami
universitari ed esami di stato si sta avvicinando un periodo da incubo, e
quindi non riusciamo a tenere il passo con tutto. Concluso questo inferno
provvederemo a rispondere, per ora risponderemo solo alle recensioni in cui ci
sono domande di fondamentale importanza.
Speriamo che possiate perdonarci, ma
non abbiamo tempo di fare nulla, nemmeno di andare a bagno, fra un po’.
Detto questo vi salutiamo e vi
auguriamo un buon fine settimana.
Grazie mille per tutte le bellissime
recensioni. Grazie. ~
Il prossimo aggiornamento (dato che
settimana scorsa ci siamo dimenticate…) è previsto
per il 2 maggio! Ma insomma… ormai lo sapete che esce ogni sabato :°D
papavero
radioattivo