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Autore: gliocchipienidite    25/04/2015    1 recensioni
"Cosa succederebbe se in un lugubre posto come un campo di concentramento,fosse nato l’amore?
E se lei fosse un’ebrea?
E se lui fosse un generale tedesco?
Riuscirebbero a salvarsi?"
Una storia senza pretese,che forse insegna qualcosa in più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Storico
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Riprendo finalmente il controllo di me stessa e mi accorgo che sono rimasta sola e che le mie compagne sono già passate al prossimo settore da pulire.
Sospiro,questa giornata sta andando di male in peggio,così mi affretto a raggiungere le altre prima che sia troppo tardi.
Mi guardo attorno camminando e noto che una guardia tedesca sta mettendo in fila dei bambini e vista l’ora,credo si stiano dirigendo alle cucine per servire il pranzo ai bastardi,quando ad un tratto vedo che un bambino resta leggermente indietro rispetto agli altri,assorto nel guardare i fiocchi di neve che lenti, si posano sulla punta del suo nasino.
Assottiglio lo sguardo e il mio cuore perde un battito.
E’ Lukas.
Il mio fratellino,sempre sorridente e coraggioso,non ha perso la sua innocenza da bambino di otto anni,continuando a vedere del buono in ogni cosa,anche quando non c’è.
Lui alza lo sguardo e incontra i miei occhi,che lo guardano con tutto l’amore del mondo.
I suoi occhi invece,così simili a quelli di nostro padre,di un bel castano dorato,brillano di contentezza.
Sorride e fa per raggiungermi,ma la guardia lo spinge in avanti,accorgendosi che non era ancora entrato nelle cucine come tutti gli altri,e gli ordina di muoversi.
Il piccolo mi fa ‘ciao,ciao’ con la manina e se ne va,con uno sguardo triste e abbattuto e devo trattenermi dal correre da lui e stringerlo a me.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e le trattengo a malapena,tornando a camminare e,consapevole che ormai le altre abbiano finito anche il secondo settore,mi avvio verso il lato dei ‘dormitori’.
Mentre penso a Lukas,mi vengono in mente tutti i ricordi felici trascorsi con la mamma,di cui lui non ricorda nulla,visto che era nato da poco.

Flashback.
Mi trovo nel giardino di casa,ho quattro anni e sono alla ricerca delle farfalle,quando ad un tratto vedo qualcosa che attira la mia attenzione,molto più della farfalla che stavo cercando di catturare.
La mamma sta passeggiando accanto a me e fra le mani ha un mazzo di fiori,mi sembra si chiamino Tulipani. Sono di un bel rosso acceso e il rosso è il mio colore preferito.
Lei mette il mazzo in un vaso sul tavolino e si siede sulla sedia a dondolo lì accanto,facendomi segno di accomodarmi in braccio a lei.
Io la raggiungo e alzo le braccia,in attesa che mi prenda e,lei poco dopo,così fa.
Mi accoccolo sul suo seno e attendo che inizi a parlare,mentre lei incomincia ad accarezzarmi i capelli rossi.
‘Vedi,mia piccola leonessa,questi tulipani? Li ha portati papà per te,tornando da lavoro.
Non sono bellissimi?’
Annuisco,mentre lei ridacchia piano.
‘Dovresti andare in casa a ringraziarlo,non credi?’
Annuisco di nuovo,mentre sento le palpebre socchiudersi.
‘Ah,la mia piccola e fragile Rebecca..’
Ma mi addormento,prima di sentire il continuo della frase,avvolta completamente nel suo profumo di fiori freschi e vaniglia.

Mi riscuoto,sentendo qualcosa di umido bagnarmi le guancie.
Mi asciugo le lacrime e entro nella baracca,stendendomi sul letto e attendendo pazientemente il ritorno delle altre donne.

                                                                      *
Pov.Sophie.
Ma dove si sarà cacciata quell’incosciente?
L’ho persa di vista mentre ero con le altre,credendo però che fosse solamente in ritardo.
La cerco con lo sguardo dopo aver pulito anche quest’altro settore,ma non riesco nuovamente a trovarla.
Continuo a pensare a lei mentre mi dirigo verso le cucine,visto che oggi è il mio turno per servire le pietanze,insieme ai bambini e a qualcun altro.
Arrivo passando per il retro,e mi imbatto nei bambini che preparano le varie stoviglie,correndo avanti e indietro.
Sorrido,adoro i bambini,specialmente se piccoli.
Incomincio a cucinare,ma sento qualcuno tirarmi la casacca e così abbasso di poco lo sguardo.
Un bambino che non avrà più di sette o otto anni,con una zazzera di capelli castano chiaro e due occhioni speranzosi,mi sorride leggermente.
Mi adatto alla sua altezza e gli sorrido di ricambio,invitandolo a parlare.
‘Non è che avresti qualcosa da mangiare? Ho tanta fame ma gli uomini cattivi non ci fanno mangiare quasi nulla’ e qui si mette una mano sullo stomaco.
Mi guardo intorno e constatato che nessuno ci stia spiando,prendo una mela dal cestino lì vicino e la avvolgo in un po’ di carta,nascondendogliela poi in una tasca dei pantaloni.
‘Come ti chiami,piccolo?’ mormoro.
‘Lukas, e grazie tante…?’
‘Sophie’dico.
Lui batte le mani e ripete il mio nome,correndo subito via.
Io,con un sorriso stampato in volto,continuo a cucinare.

                                                                      *
Pov.Mark.
E’ ora di pranzo e la sala è gremita,generali,guardie e comandanti con a seguito le loro famiglie,in attesa che venga servito il cibo.
Sto intrattenendo una conversazione con un mio collega,Stephan,ma non sono molto concentrato a causa di una ragazzina con un turbine di capelli rossi e due occhi verdi magnetici.
Non è possibile che una sporca ebrea possa essere tanto bella,è una razza inferiore,è contro natura che sia così!
Ma quello sguardo combattivo che mi ha rivolto sempre,nonostante sappia che sia in netto svantaggio,mi ha acceso un fuoco dentro,che sono intenzionato a spegnere.
Rebecca..cosa mi hai fatto?

 
Spazio Autrice.
Eccoci qui con il quinto capitolo,che personalmente ho adorato scrivere!
Ringrazio come sempre le persone che stanno seguendo/recensendo questa storia,siete importantissime per me!
Tornando a noi,che ne pensate dell’entrata in scena di Lukas?
Ho finalmente poi trovato un volto alla nostra Rebecca..chi meglio di Anna Lutoskin potrebbe rappresentarla? O almeno così e come la vedo io:3
Baci e a presto,
Mx
  
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