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Autore: speranza_illusione    25/04/2015    0 recensioni
DAL TESTO DEL SESTO CAPITOLO: Le truppe di Utritin avevano attraversato le linee distruggendo tutto ciò che le capitava, compresa Zazco, la città natale di Handerson, dove tutta la sua famiglia, padre, madre, moglie, figli, cugini, zii, viveano. Morirono tutti. Quando vi tornò non c'erano altro che macerie e l'odore nauseante di sangue. Riuscì a trovare la zona dove abitava, e trovò il corpo della moglie, martoriato e ferito. La strise a lungo tra urla di dolore e lacrime. Un dolore che creava un vuoto che, con ogni probabilità, non sarebbe stato riempito mai più. Passarono giorni prima che rivolgesse la parola a qualcuno. Nel frattempo le truppe nemiche erano quasi giunte alla capitale: il Re decise allora di mandare il battaglione di difesa stanziato nelle mura. Il battaglione che in ogni guerra non viene allontanato dalla città perché troppo prezioso. La carta vincente del regno. Quel ultimo scontro vide vittoriose le truppe di Tuforu, ma la morte di centinaia di valorosi soldati, tra cui l'ultimo rimasto ad Handerson della sua famiglia, il fratello James.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già sera quando la Guardia Scelta del principe tornò al campo. Si formarono dei piccoli gruppi di soldati intorno ai focolai. Regnava l'assoluto silenzio e abbattimento. Jansen non reggeva più -e adesso?- - e adesso cosa?- rispose Brian, senza togliere gli occhi dal focolare -che facciamo?- - domattina partiremo per il confine, qualcuno tornerà alla capitale, Pomet, per avvertire il re dell'accaduto.- -e se avessero attaccato altre città?- - domattina manderemo diverse squadre a controllare le città più vicine. Dobbiamo evitare altre perdite di questo tipo.- -e della ragazza che ce ne facciamo? - - andrà con i messaggeri a Pomet, lavorerà a palazzo per me- - va bene-. Handerson non toglieva gli occhi dal fuoco, perso tra i ricordi di battaglie passate, e il timore di perdere ancora ciò a cui tiene. Pensava di aver già sofferto abbastanza per un solo uomo, ma, evidentemente, il fato aveva deciso diversamente per lui. *** -ci sono notizie da parte di mio fratello?- chiese la donna, lo sguardo fuori dalla finestra - sì, sua maestà: è giunto questa mattina un messaggiero, la città di Vitenev è stata distrutta.- rispose l'uomo con il volto abbassato -Ci sono dei sopravvissuti?- li chiese lei, senza mostrare emozioni nella voce, indifferente -solo una donna, è arrivata questa mattina con il messaggero- -dov'è?- -sta parlando con il Re in questo momento- -va bene, quando avranno finito mandamela qui, puoi andare Alexander- - sì, sua maestà-. "Mi manchi, io ti manco, Albert?" Una lacrima le scivolò lentamente sulle guance. Il bussare sulla porta la riscosse dai suoi pensieri -avanti!- Celaena entrò nella stanza della principessa, preceduta da Alexander - la sopravvissuta, sua maestà- -grazie, vai pure. Ora passiamo a te: come ti chiami?- - mi chiamo Celaena, sua maestà- - bene Celaena, io sono la principessa Alaska, dimmi, chi ha distrutto la tua città?- -il soldato Jansen ha detto che sono state le truppe scelte del regno di Utritin a farlo, le loro armature erano nere - Alaska quasi perse l'equilibrio pensando alle conseguenze di un'altra guerra, un altro scontro con le truppe scelte, magari proprio contro l'unica persona che lei abbia amato -sta bene sua maestà?- - sì sì, Alexander dovrebbe averti preparato una stanza, da ora in poi lavorerai a palazzo, puoi andare- una volta uscita la ragazza, la principessa si buttò sul letto e pianse. NOTA DELL'AUTORE: allora miei cari lettori, che ne pensate dell'andamento della storia?
   
 
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