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Autore: Ranocchia_Chan    26/04/2015    3 recensioni
NUOVA EDIZIONEEEEEE OWO!!!!!
DAN DAN DAAAAAAN! rieccomi tornata con la mia vecchia storia U.U ditelo, vi sono mancata u.u vero??
no, eh? ;w; vabbuò questa è la nuova Rooksville, che però non ha niente di nuovo perchè è rimasta uguale alla precedente versione ;w; spero che comunque vi piaccia u.u
***
La vita del killer è molto più complicata di quel che si pensa.
Oltre il piacere del sangue, oltre la cruda follia, oltre la dura corazza che ci si è costruiti addosso magari si possono avere anche delle emozioni, sepolte nell'angolo più nascosto del proprio essere, magari emozioni che si credono svanite.
I nostri amati Creeper si sono trasferiti in una nuova città.
I giovani ragazzi, su consiglio dello Slender, proveranno ad adattarsi alla vita sociale, a "ricominciare" ma di certo non avranno una facile e soprattutto noiosa permanenza a Rooksville.
Misteri, uccisioni, magie, segreti che vanno tenuti al sicuro ed enigmi da svelare attendono i nostri eroi.
Vi ho incuriosito? lo spero vivamente. ;3
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Lo trascino in una piccola piazza con un giardino alberato sul lato destro, dove dei bambini stanno costruendo un piccolo palco facendosi aiutare da alcuni adulti.

Annuso l'aria e guardo verso sinistra. Avanti a me c'è la pizzeria. Lascio andare Ben e mi fiondo al suo interno affamato come se non avessi mai mangiato. Mi avvicino ai tavoli notando che alla cassa non c'è nessuno.

Ben mi segue tastandosi il fondoschiena per la botta che gli ho fatto dare.

Mi siedo al bancone e suono il campanello.

-"Arrivo!"- Una voce dalla cucina.

La porta bianca si apre, facendo apparire un ragazzo.

Avrà più o meno diciotto anni, capelli lunghi biondo platino, acconciati in ordinate ciocche rasta, a loro volta legate in una coda sulla nuca.

Gli occhi a mandorla verdi e luminosi, sull' orecchio destro indossa un pendente con una pietra azzurra, mentre all'orecchio sinistro porta un auricolare, tipo quelli per i cellulari.

Si avvicina al bancone guardandoci con un sorriso cordiale.

-"Buon giorno! Cosa desiderate?"-

Faccio per aprire bocca ma Ben mi precede.

-"Allora, io vorrei- guarda il menù pensieroso poggiandosi un dito sulle labbra e gonfiando le guance- patatine grandi, una pepsi grande, e una capricciosa!"-

Sorride guardando il ragazzo che intanto prende le ordinazioni, e poi inizia a guardarmi.

-"Tu invece?"-

Guardo il menù indeciso mordendomi l'interno della guancia.

-"Io prendo una pizza margherita semplice ed una sprite media. Grazie."- lo guardo accennando un sorriso.

Lui ricambia il sorriso porgendoci due vassoi.

-"Cinque minuti e le pizze sono pronte!"- Ci poggia davanti le bibite e da a Ben le patatine.

-"Grazie mille"- borbotta iniziando a divorarle.

Faccio un cenno con la testa per ringraziarlo ed infilo le mani in tasca.

Sento la copertina ruvida del taqquino. Me ne ero quasi scordato!

Lo prendo e lo apro ghignando leggermente.

Ben sorseggia la coca guardandomi.

-"Osha è uello?"-

Biascica a mezza bocca protendendo il viso sul libretto.

Scanso il diario impedendogli di vedere.

-"Roba mia."- Lo guardo in cagnesco, lo vedo sbuffare e sedersi di nuovo bene.

Mi siedo di tre quarti per essere sicuro che il nano non legga. Sfoglio la seconda pagina riprendendo a leggere.

 

"Fuochi fatui.
Qui a rooksville i fuochi fatui sono molto comuni. Si possono avvistare facilmente nel bosco, al cimitero, a volte anche in spiaggia se c'è un po di nebbia.
Ho deciso di studiare i loro movimenti per circa un anno, e sono giunta a conclusioni alquanto interessanti.
Nel periodo che va dalla nostra festa d'autunno a più o meno Halloween i Fuochi fatui aumentano notevolmente, e se avvistati il loro colore è variabile da un viola chiaro, ad un azzurro ghiaccio.
Durante i mesi di Novembre e Dicembre, fino ad arrivare a metà Febbraio i fuochi fatui.."
 

Il ragazzo mi poggia davanti il piatto con la pizza destandomi dalla mia lettura.

Alzo lo sguardo e bofonchio un grazie addentando uno spicchio di pizza e riniziando a leggere.

"...i fuochi fauti sono in grado di emettere dei suoni, e durante il loro girovagare apparentemente senza senso , possono condurre dove l'animo della persona che li avvista si ritiene al sicuro, o addirittura dove è realmente al sicuro da un pericolo imminente. Per il resto del periodo dell'anno i fuochi fatui hanno comportamenti normali, fatta eccezione per cinque giorni di marzo nei quali i fuochi fatui si incentrano soprattutto intorno al Castello del Corvo. Io durante la mia vita ho avuto occasione di vederne parecchi.
E mi è capitata una cosa che non ho mai notato durante gli appostamenti.
Il fuoco fatuo era a pochi centimetri da me, sentivo la sua aura, pian piano vedo il suo colore cambiare, diventare da blu cielo, ad un rosso, acceso con qualcosa di familiare al suo interno, non so spiegare bene.
Provando a toccarlo ho avvertito una sensazione strana nel petto, come se il mio cuore fosse stato pompato di colpo di aria.
Dopo quell'avvenimento non mi è più capitata una cosa simile."


Faccio per prendere l'ultimo spicchio di pizza, possibile che sono stato cosi veloce a finirla? Ne avrò mangiate si e no cinque fette.

Alzo lo sguardo sul piatto e noto che tutta la pizza che in teoria doveva essere rimasta è misteriosamente sparita.

Chiudo il libretto guardando Ben con gli occhi inniettati di sangue.

Sorride leccandosi le dita soddisfatto mentre sorseggia la pepsi.

-"spero ti vada di traverso brutto ladro."-

Ringhio fra i denti prendendo il portafoglio.

Il ragazzo fa il conto ed io pago torturandomi il labbro con i denti per la rabbia.

Ben si alza mordicchiando uno stuzzicadenti e salutando esce dalla pizzeria.

Il ragazzo mi porge un volantino.

-"Se ti interessa questo weekend c'è la Festa d'Autunno. C'è la fiera, il palio. È divertente! Invita chi vuoi!"- mi sorride inclinando la testa.

Guardo il volantino e poi dirigo il mio sguardo verso di lui.

-"Cosa sarebbe questa Festa? È da stamattina che ne sento parlare ma non ci ho capito un tubo."-

-"È la festa per commemorare la fondazione della città e questa tradizione si rifà ai riti propiziatori per il raccolto che si facevano nell'antichità. È molto interessante come manifestazione."-

Mi gratto il mento per poi guardarlo.

-"Ci farò un pensierino."-

-"Comunque piacere- tende la mano verso di me- io sono Simon"-

Stringo la mano diffidente, rilasciandola subito.

-"Piacere. Jeff."-

-"Siete in vacanza ?"-

Prende i vassoi e li pulisce mettendoli a posto.

-"Veramente ci siamo trasferiti qui da poco. Viviamo in un quartiere vicino al centro.>>

-"Oh! Bene! Quindi verrete al mio college con molta probabilità. Se hai bisogno di aiuto chiedi pure!"-

Sorride grattandosi la guancia.

Ma in questa città sono tutti così gentili e smielosi?? Mi viene da vomitare.

Annuisco lievemente guardando un contenitore di leccalecca accanto alla cassa.

Avvicino la mano prendendone uno rosa e bianco.

-"Quanto costano questi?"-

Lo guardo frugando nelle tasche.

Lui pone la mano avanti come a fermarmi.

Lo guardo interrogativo.

-"Considerando quanto hai pagato grazie al tuo amico direi che quello è un omaggio della casa.."-

Ride guardando verso la porta.

Metto il leccalecca in tasca mugugnando un grazie a mezza bocca.

-"Ci si vede allora."-

Vado verso la porta accennando un saluto con la mano.

-"Ci si vede!"-

Non mi giro a guardarlo, filo dritto fin fuori il locale.

Ben mi aspetta giocando con il nintendo, ha le guance gonfie come uno scoiattolo con la bocca piena di ghiande.

Diciamo che "quella" è la sua espressione da gamer.

Gli do una pacca sulla testa camminando avanti.

-"Dai muoviti elfo. Voglio andare a casa, sono stufo di stare in giro."-

Accendo una sigaretta mettendo una mano in tasca, e giocando con il passante dei pantaloni col pollice.

Ben mi segue ignorandomi, tutto per seguire quel dannato giochetto che ha fra le mani.

Indietreggio e lo guardo ricordandomene.

-"Poi non mi hai fatto vedere il tatuaggio!"-

Alza lo sguardo dallo schermo verso di me ricordandosene a sua volta.

-"Con l'incazzatura che mi hai fatto prendere me ne sono scordato."-

Mi guarda con severità e si scopre la spalla sinistra.

C'è un piccolo tatuaggio nero con lo stemma di zelda con una piccola scritta sotto.

"Forever a part of me"

-"Carino..non ti facevo così passionale"-

Poggio una mano sul petto alzando il viso e socchiudendo gli occhi per prenderlo in giro.

Lui sbuffa ricoprendosi la spalla.

-"Tsk. Tsk, tu non capisci un cazzo tanto lo so! Quindi non me la prendo!"-

Sorride soddisfatto camminando allegramente davanti a me.

Il resto del tragitto è un continuo botta e risposta di battutine da parte mia verso i suoi confronti (a volte alcune di queste sono anche deprimenti ma non riesco proprio a trattenermi)

Appena arrivati a casa veniamo letteralmente investiti da una tempesta con cilindro e giacca a pois.

Mi massaggio il fondo schiena dolorante schiacciato totalmente da quell'essere mostruosamente troppo colorato, decisamente TROPPO colorato.

Ben è totalmente schiacciato quando veniamo stretti e scossi di qua e di la come fossimo due pupazzetti.

-"Ragazziiiii!! Buona sera!! Da quanto tempo!!! Sono così felice di vedervi!!!!!"-

Giuro che se mi squote ancora un po gli vomito addosso.

-"SPLENDOR PER L'AMOR DEL CIELO FALLA FINITA!!!!"-

Sbraito dando un pizzico sul braccio del bambino troppo cresciuto in questione.

Ci lascia andare.

Muove i viticci che gli spuntano dalla schiena come una moltitudine innumerabile di code, agitandole a destra e a manca come fosse un cane che scodinzola nel vedere i propri padroni.

Ben si trascina in salotto con la schiuma alla bocca, mezzo soffocato da quella stretta troppo "affettuosa"

Guardo Splendor alzandomi da terra.

-"Come stai Jeffy? Tutto bene? Ti diverti qui? Hai trovato quanche amico??"-

lo fulmino con lo sguardo andando in cucina e prendendomi un bicchiere d'acqua.

Da quando una volta lo ho aiutato a salvare un gattino da sopra un albero mi tratta come se fossimo amici per la pelle. È ossessionato da qualunque cosa io faccia.

Mi mette a disagio, è imbarazzante e soprattutto se inizia a fare gli occhioni da cucciolo ferito ed indifeso non riesco proprio a dirgli di no.

Mi siedo su uno sgabello facendo roteare l'acqua nel bicchiere.

Lo squadro da capo a piedi scrutando la sua forma "umana".

Ha i capelli lunghi, lisci color cioccolato, e due grandi occhi blu che mi fissano incorniciati da due guance rosse e lucide, ed un sorriso infantile.

-"Come è andato il viaggio?"-

Lo guardo mordicchiandomi il labbro disinteressato.

Si siede sulla penisola dondolando i piedi come un bambino.

-"Benissimo!! Trender mi ha anche portato a comprare dei vestiti nuovi, però non mi piacciono molto, sono troppo seri e stretti."-

Gira i pollici gonfiando le guance.-"Modificali no?"- lo guardo posando il bicchiere.

Gli si illuminano gli occhi e annuisce tando forte che penso che la testa gli si stia per staccare.

Lo saluto con la mano, mi alzo e vado verso il salotto.

Percorro il corridoio e salgo le scale andando in camera mia.

Che stupido moccioso che è. Dovrebbe avere più di qualche secolo ma non mi pare che li dimostri più di tanto.

Entro in camera e mi butto sul letto con pesantezza.

Sono sfinito, morto di caldo e con un malditesta non indifferente.

Mi sdraio a pancia in su guardando il soffitto, prendo il piccolo quaderno beige dalla tasca dei pantaloni ed inizio a sfogliarlo.

Le descrizioni che vi sono all'interno sono mostruosamente realistiche ed interessanti, c'è una così varia gamma di mostri e creature sui quali leggere che sono indeciso.

Decido di chiudere il libretto e mettermi a disegnare.

Meglio che mi rilasso un po così.

Metto le cuffie e prendo il blocco da disegno iniziando a imbrattare il foglio.

Il carboncino scorre veloce e fluido sul foglio.

Non so cosa sto disegnando. Non mi piace progettare. Mi piace iniziare un lavoro ed avere la sopresa per cosa verrà fuori una volta terminato.

La musica mi entra in testa, facendo come calmare quella follia cieca che mi chiudo dentro, come se fosse una dolce ninna nanna in grado di calmare il mostro che sono realmente.

Mi viene da riflettere su molte cose che ho fatto in passato, e alle quali non posso sfuggire, ne tanto meno posso cancellarle come fossero inutili scarabocchi.

Non è stata colpa mia se sono diventato così.

È stata colpa di quegli inutili e disgustosi umani.

Stringo il blocco fra le mani spiegazzando lievemente il foglio.

Non ho rimorsi di averlo ammazzato. Era un insignificante schifoso essere, indegno di continuare vedere, ridere, scherzare, amare, vivere.

Doveva morire.

Lo meritava dopo tutto quello che mi aveva fatto.

 

"Allora anche la tua famiglia? Anche loro meritavano di morire?"

 

Sbarro gli occhi.

Loro. Loro...non mi hanno aiutato, sono stati solo buoni a mandarmi dallo psicologo per farmi curare i primi attacchi, ad allontanarsi quando iniziavo a mostrare segni di follia.

Anche loro meritavano di morire.

Tutti meritano di morire. Tutti coloro con i quali condivido la mia aria meritano di morire.

Sbuffo pesantemente mettendomi una mano sulla faccia.

Sto sudando freddo, il cuore sembra mi stia esplodendo nelle orecchie, lo sento pulsare attraverso il petto che si agita ad ogni battito. Respiro lentamente sperando di calmarmi.

Con mia sorpresa ci riesco facilmente.

Porto il mio sguardo dal palmo della mano poggiata sugli occhi al foglio sulle mie gambe.

Ho finito il disegno e lo ammiro con curiosità.

Ho disegnato un cervo, più bianco della luna stessa, con le corna adornate da centinaia di teschi. Sulla schiena del cervo nascono due grandi ali nere, gocciolanti di sangue in alcuni punti.

Sono soddisfatto devo dire. Sono anche migliorato a dirla tutta quindi posso solo che essere contento.

Lo stacco dal blocco e con due piccoli pezzi di scotch lo attacco al muro grigio della mia stanza.

Questa casa sarà anche "adatta" allo stile di Slender ma è decisamente troppo morta.

Bisognerebbe fare qualcosa per renderla migliore.

Ah ma mi sono sentito? Sembro Trender quando inizio a fare il minuzioso in fatto di arredamento.

Mi siedo sul letto accarezzandomi il mento.

I capelli mi scendono lunghi e morbidi sulle spalle.

Sfioro una ciocca prendendola fra due dita.

Magari dovrei tagliarli, dopo mi faccio una doccia e li accorcio ora voglio rilassarmi un po.

Chiudo gli occhi poggiando la schiena al muro ed iniziando a dondolare la testa a tempo di musica.

 

 

*Intanto in un altro edificio della città*

 

Cerco di colpirla con una delle provette che gli sto lanciando, ma quella dannata codarda si è nascosta dietro il divano.

-"Carol esci fuori da li e affrontami da donna!!!"-

Sbraito dando un calcio al tavolo e facendo agitare le fiale ed i contenitori di vetro che vi sono sopra.

Mi guarda mortificata e tremante come un coniglietto di fronte ad un lupo famelico.

Ringhio fra i denti uno "tsk"

-"Giuro che ti ammazzo Carol."-

Mi poggio una mano sul viso passandola poi fra i capelli.

Ho il viso accaldato, probabilmente sarò rossa come un pomodoro a causa di tutta questa rabbia.

-"Io non ho fatto a posta, non so come sia potuto succedere! Il diario c'era prima di pranzo!! mi sono accorta solo dopo di averlo perso.."-

Parla a mezzavoce uscendo con cautela dal suo nascondiglio e spingendosi verso il muro sperando magari di diventare un tutt'uno con esso.

Mi avvicino minacciosamente sbattendo il palmo della mano sul muro a pochi centimetri dal suo viso.

La guardo con una rabbia cieca e decisamente omicida che mi scorre dentro, vorrei staccarle la testa per la mastodontica cazzata che ha fatto.

-"Questo non cambia la tua situazione. Anzi. La peggiora notevolmente.- ringhio mostrando i denti- dovevi fare attenzione! Brutta stupida! Dentro quel diario ci sono formule che come tu ben sai sono pericolose, se dovesse cadere in mani sbagliate.. grrr ma cosa mi trattiene dal farti fuori?? Io non lo so parto in vacanza per due misere settimane affidandoti il diario, e quando torno a casa, quello stesso giorno, tu lo perdi. Sei incredibile davvero.-"

la vedo stringersi nelle spalle ed avvicinare le mani al viso.

-" Oggi ho dovuto fare il triplo turno di guida turistica Gwen!! Non ci pensavo sinceramente!!!"-

Mi blocco sbarrando gli occhi.

Trattengo una risatina.

-"Non ci pensavi..? era la prima cosa a cui dovevi pensare piccola cretina!!"-

-"Come sei esagerata Gwen dai calmati."-

Carol si rifugia dietro la sua schiena con i lacrimoni mentre lui mi scruta con quel suo solito sguardo indifferente e inespressivo.

-"Nathan io non sono esagerata. Dentro quel diario avevo scritto tutto quello che è successo negli ultimi tre anni. Se lo perdo veramente non saprò più come fare mi capisci??"-

lo guardo con il cuore che batte forte nella cassa toracica, i polmoni mi bruciano, ho la gola secca.

Prendo l'inalatore dalla tasca degli short e faccio un lungo respiro calmandomi pian piano.

Mi siedo sulla poltrona incrociando le gambe.

-"Cosa dovrei fare allora secondo te? Far finta di nulla e aspettare che qualcuno sfrutti qualche incantesimo a suo favore? Non ci tengo grazie."-

Nathan sospira sedendosi su uno sgabello e bevendo un frullato alla frutta.

-"Non ti sto dicendo di far finta di nulla scema. E poi non essere così pessimista, non è detto che sia finito in mani sbagliate. E comunque ascoltami bene, adesso con Carol ricapitoliamo ben bene il percorso che ha fatto, chi ha incontrato e gli orari, in modo che capiremo per quello che possiamo il perscorso che ha fatto il diario. Ma lo facciamo con calma e con il chakra in pace okay? Altrimenti l'elettronegatività che hai accumulato ti farà solo venire un gran mal di testa. Sono stato chiaro?"-

lo guardai socchiudendo gli occhi facendo roteare in aria una cordicella.

-"Cristallino."-

sussurro alzandomi ed avvicinandomi al bancone.

Carol sorseggia un succo di frutta guardandomi con rammarico.

Le do una pacca sulla testa sospirando. Forse ho un po esagerato in effetti, ma quel diario è troppo importante per me.

Iniziamo a fare una lista, su dettato di Carol, dei vari luoghi e delle varie persone che ha incontrato durante il giorno.

-"Alle otto e mezza ho iniziato il giro della città con un gruppo di greci... bla bla bla bla... poi verso le dieci ho fatto una pausa e sono andata a prendere un frullato da Flo, alle dieci e mezza ho rifatto il giro con degli americani e... bla bla bla.. tenevo il libretto in mano così potevo leggere la leggenda del lago delle streghe da li, una volta concluso con il gruppo mi siedo sulla fontana, un ragazzo mi stava fissando e poi si è avvicinato vedendo che stavo piangendo, stavo ripensando alla nonna tanto per chiarirci, e ha detto che la lezione era interessante allora lo ho indirizzato all'archivio cittadino, si è avvicinato ulteriormente e poi me ne sono andata snobbandolo totalmente, poi sono andata a casa a mangiare e la borsa è sempre rimasta accanto a me alle due sono tornata in centro e quando sono andata a prenderlo dalla borsa il diario non c'era più"-

Nathan ha scritto tutto per filo e per segno, io mi sono limitata ad immaginare le varie scene per farmi un idea.

-"L'unico che potrebbe averlo preso volutamente è stato quello stalker."-

Guardo Carol giocherellando con un ombrellino di carta.

-"Beh teoricamente potrebbe anche essere stato quel giovanotto."-

Nahtan si sposta i capelli dal viso con la matita riprendendo poi a mordicchiandola guardandoci entrambe.

Carol si limita ad annuire guardando il piano color bottiglia del tavolo.

-"Mi descrivi il ragazzo Carol? È uno di qui?"-

-"Se fosse stato di qui lo conoscerei e lo avrei detto no?- guarda Nathan sorpresa dalla troppa ovvietà della domanda- comunque, è alto più o meno un metro e settanta, avrà sui diciotto diciannove anni non di più, capelli lunghi neri, leggermente mossi, porta un ciuffo voluminoso verso destra, ed ha i capelli legati in una coda sulla nuca. Sull'orecchio sinistro ha due orecchini circolari, gli occhi sono blu scuri e sottili, ha la pelle praticamente quasi bianca ed indossava una collana con un ciodnolo a forma di lametta, dei jeans neri ed una canotta bianca semplice. Credo fosse americano data la sua parlata.. penso di aver detto tutto!"-

Trasalìì. In città non c'era nessuno così, iniziai a pensare al peggio.

E se fosse stato solo un turista di passaggio? Magari adesso il mio diario è dall'altra parte del paese e non potrò più recuperarlo. E se stesse gia utilizzando qualche formula? Non voglio minimamente pensarci.

Nathan gira un bloc-notes verso me e Carol mostrandoci un identikit del ragazzo.

Direi che fare tirocinio alla polizia gli fa comodo, è migliorato molto nei ritratti, soprattutto basandosi su delle semplici indicazioni.

Carol spalanca gli occhi e indica il disegno agitando la mano.

-"è lui è lui!!"-

Mi guarda sperando che così la mia rabbia si plachi, ma in realtà quest'ultima sta solo lasciando spazio ad angoscia e panico.

Cerco di mantenere la calma e dico con voce tremolante.

-"Ed ora...? come facciamo a sapere se è ancora in città oppure se la è gia svignata?"-

Nathan mi guarda accennando un sorriso.

-"Semplicissimo carissima Stuart. Ora usciamo e chiediamo in giro se qualcuno lo ha visto e se sa qualcosa di lui!"-

Sbuffo irritata. Ed io che pensavo di pottermi roposare dopo una vacanza impegnativa. Prevedo una lunghissima ricerca ahimè.

Annuisco col capo e mi alzo dalla sedia.

Mi sciolgo la cipolla che avevo legata sulla nuca e pettino i capelli con le dita districandoli. Prendo la giacca da sopra il divano e vado verso le piccole scalette con passo sicuro.

Apro la porta dello scantinato e mi giro guardando i due.

-"Allora andiamo?"-

Metto una mano in tasca prendendo le chiavi.

Loro si avvicinano ed escono dal seminterrato.

Chiudo a chiave la porta e salgo in giardino.

Guardo la finestra della mia camera alzando il viso.

Dovrei disfare le valige ma il diario è di gran lunga più importante.

Saliamo sulla Camaro color ambra di Nahtan e andiamo velocemente verso il centro.

Mi squilla il telefono.

Lo prendo dalla tasca dei pantaloni e sorrido rispondendo.

-"Yoo Bon!!"-

Mi appoggio al finestrino con la schiena mettendo i piedi sul sedile.

-"Yooo Gwennyyy!!"-

La sua vocetta squillante, l'unica cosa che non mi è mancata stando in vacanza.

Allontano leggermente il telefono sturandomi l'orecchia per l'urlo emesso dalla mia amica.

Rido somessamente riavvicinando il telefono.

-"Quando ci vediamo brutta megera?? neanche passi a salutarci ora che sei tornata??"-

la sento ridacchiare ed in sottofondo sento la voce di Joshua che ride e che urla di salutarmi.

Rido accostando la mano alla bocca ed accarezzandomi le labbra.

Guardo Nathan e Carol seduti sui sedili davanti.

-"Tranquilla Bonnie stiamo arrivando, tra cunque minuti siamo li"-

Sorrido scostando una ciocca di capelli dal viso.

-"Ookaaay! Ti saluta il mostro della laguna, ci vediamo al Pub mi raccomando! A dopo!!"-

Neanche faccio in tempo ad salutarla a mia volta che ha gia attaccato.

Reprimo una risata ma sulla mia bocca e sul mio volto non può fare a meno di formarsi un sorriso divertito.

-"Al Pub, giusto Gwen?"-

Nathan mi guarda negli occhi tramite lo specchietto retrovisore.

Annuisco sopstandomi sul sedile centrale e guardando la strada avanti a noi.

Stringo il ciodolo a forma di corvo che ho al collo nella mano con tutta la forza che ho in corpo, facendomi anche leggermente male con le ali appuntite della piccola sagoma nera.

Ritroverò il mio diario. Ad ogni costo. Te lo prometto mamma.

   
 
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