Libri > Trilogia di Bartimeus
Segui la storia  |       
Autore: Fauna96    26/04/2015    3 recensioni
¡ModernAU! della serie "Altri Luoghi"
Queezle ha dodici anni ed è paralizzata dalla paura. Nascosto in tasca ha un coltello a serramanico e vorrebbe avere abbastanza coraggio da usarlo; ma Bart le ha ordinato di scappare e l’ha fatto con un tono serio serio a cui è riuscita solo ad obbedire, stringendo al petto il sacchetto di plastica.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bartimeus
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Altri Luoghi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

II Parte



Non è che avessi paura: ero semplicemente realistico. Quante probabilità c’erano che due ragazzini soli (per quanto uno dei due dotato di brillante intelligenza, e anche l’altra non era male) riuscissero ad andarsene da Praga e dirigersi verso una località ancora sconosciuta? Pochissime, a voler essere ottimisti.
Per essere sincero, io ero un esperto di viaggi illegali, anche se all’epoca ero stato più che altro spedito su una nave e infilato in una stiva insieme a un gruppo di ragazzini piagnucolanti.1 Tutto era stato organizzato da loschi figuri che si erano limitati a prelevarmi, incassare i soldi da mia madre e infine consegnarmi ad altri loschi figuri in un Paese dove parlavano una lingua assurda.
Naturalmente, questa era una situazione molto diversa. Tanto per cominciare, qui si trattava anche di Queezle, non solo del sottoscritto. Certo, se non fosse stato per lei, non mi sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello di scappare. Non è che mi divertissi, eh, a venire picchiato un giorno sì e l’altro pure e rischiare il riformatorio un paio di volte al mese, ma tant’è. Non avevo niente e nessuno a questo mondo, prendevo quel che mi veniva offerto.
Be’, ora avevo Queezle, anche se qualcuno potrebbe obiettare che una dodicenne sfacciata non era poi un gran vantaggio. Ero stato io a prenderla sotto la mia ala, lo ammetto, ma cos’altro avrei dovuto fare? Nemmeno io sono così cinico da lasciare una bambina da sola in una situazione del genere. E sì, quindi stavamo scappando essenzialmente per lei.2
All’inizio, tentai di farla ragionare: come potevamo andarcene così, senza soldi, senza niente? Era una pazzia.
Dall’altra parte, però, non mi garbava lasciare Queezle al suo destino. Era mia amica, dopotutto, e per quanto egoista fossi, tenevo a lei. Per farla breve, mi convinsi. Non mi ci volle molto: il richiamo della libertà è sempre stato irresistibile per me, se riesce a soppiantare l’istinto di autoconservazione. Non sarei morto per la libertà (la vita mi piace parecchio, tante grazie) ma non sono mai stato uno che si adatta al giogo, per quanto ogni tanto mi fossi sentito un po’ rassegnato.
Il nostro problema maggiore era come lasciare Praga, anzi la Repubblica Ceca, se volevamo fare le cose per bene. Non avevo paura che ci seguissero o altro: in fin dei conti eravamo solo due mocciosetti e più che qualche spicciolo non ci saremmo portati via. Era la nostra liquidazione, ecco.
Una sera, durante uno dei nostri giri, semplicemente non tornammo più indietro. Ero riuscito a grattare un paio di portafogli dai nostri (ex) datori di lavoro, i più ottusi che ci fossero in circolazione3, avevamo i nostri serramanico e i vestiti che indossavamo. Fine.
 
Il piano era saltare su un treno, ovviamente senza biglietto, scegliendo a caso tra le partenze. Se avessi potuto, sarei tornato volentieri a casa, in Iraq, o comunque da quelle parti. Le città non mi sono mai piaciute, per quanto Praga sia un’eccezione: ha una sua bellezza malinconica che me la fa apprezzare. Molto meglio del buco londinese, non c’è dubbio. Comunque, oltre che per la distanza, quella parte di mondo ci era preclusa per il solito problemino umano della guerra, per cui ci dirigemmo verso ovest.
Se aveste qualche dubbio sul fatto che due minorenni riescano a viaggiare per mesi (anzi, anni) per l’Europa senza venire arrestati o altro, be’, eccomi qua. Non dico che fu facile: la maggior parte delle volte dormivamo sui treni e saltavamo giù appena sentivamo odore di controllori, rubacchiavamo qua e là e cercavamo di non attirare assolutamente l’attenzione. Per quanto riguarda le lingue, sono sempre stato un tipo molto versatile e per di più la parola è decisamente il mio campo.
Io e Queezle girammo in lungo e in largo, ed è incredibile quanto poco a volte le persone facciano caso a due ragazzini nelle grandi città, se sono vestiti decentemente e si atteggiano come se fossero molto sicuri di sé.
Una volta, dovevamo essere in Italia, la povera Queezle era veramente esausta. Erano secoli che non dormivamo su una superficie vagamente comoda, per non parlare di una doccia. Insomma, non ce la facevamo più e a quel punto mi venne un’idea, modesta ma geniale: infilarci di soppiatto in un hotel, fregare una chiave e usufruire di un letto e di acqua calda.
Inutile che facciate quell’espressione scettica: funzionò alla perfezione. Il trucco era scegliere qualcosa di non troppo lussuoso, per non avere facchini e concierges in giro a ficcanasare, ma un alberghetto familiare, con poca gente in giro. In breve: sgattaiolammo in una stanza e finalmente riuscimmo a rivedere un vero bagno con un vero water. Fu un sollievo, davvero.
Mentre Queezle canticchiava qualcosa in ceco sotto la doccia, feci una breve ispezione dei bagagli e decisi che i nostri inconsapevoli ospiti (una coppia, probabilmente) non si sarebbero offesi se avessimo tratto vantaggio anche del loro guardaroba.
Mi stravaccai sul letto con la mia nuova maglietta dei Led Zeppelin e ammetto che mi addormentai come un sasso.
Venni svegliato da uno scrollone poco gentile; era Queezle, i capelli sciolti e vaporosi e il segno del cuscino su una guancia. Prima che potessi chiederle che diavolo stesse succedendo, fuori dalla porta si sentirono voci confuse e passi concitati.
- Sono tornati – bisbigliò Queezle, che indossava un felpone a mo’ di vestito.
Sibilai un’imprecazione e balzai fuori dal letto, in realtà senza sapere bene cosa fare. Be’, non potevamo certo saltare dalla finestra, no? Ma nemmeno aspettare tranquillamente in mezzo alla stanza che i nostri ospiti entrassero, dessero di matto e chiamassero polizia e assistenti sociali. Queezle mi fissava; io fissai lei e la porta si spalancò.
Tre o quattro adulti ci squadrarono impietriti.
- Corri! –
Queezle mi sfrecciò davanti infilandosi tra due pance prominenti ed io la seguii, sferrando qualche gomitata come bonus. Ci precipitammo in strada e fu solo dopo parecchi isolati che ci fermammo. Avevamo sviluppato una bella resistenza, niente da dire.
 
Questa era la nostra vita. Sregolata, sconclusionata, da ragazzini di strada. Ma divertente, questo sì, persino quando ci trovavamo con lo stomaco vuoto e i piedi doloranti. Eravamo come sospesi in una dimensione alternativa, io e Queezle, e basta; e per molto tempo fu così.



1Certo, all’epoca ero anch’io un ragazzino, ma non piagnucolante. Ovviamente. Ho sempre detestato le lacrime inutili, specie se prodotte da femmine. Mi fanno sentire a disagio, come se le avessi fatte piangere io.
 
2Non solo per lei, è chiaro. Dico solo che, fosse stato per me, avrei aspettato ancora qualche anno, almeno fino a quando non fossi diventato alto abbastanza da passare per un ventenne. Cosa che, curiosamente, sarebbe avvenuta nei tre mesi successivi.
 
3Erano un paio, non di più. Dopotutto, non eravamo in un film della Disney: per ogni idiota, ce n’erano almeno due con cervello perfettamente funzionante e un paio di mani come badili.




Ed ecco la seconda e ultima parte. Ovviamente l'epopea (che bella parola, epopea) di Bart e Queezle non finisce qui, ci sono ancora un sacco di cose da raccontare e non solo riguardo a loro due... Spero che Bartimeus sia IC; mi sto rileggendo la Trilogia in questo periodo, speriamo sia stato utile u.u Tanti tanti grazie e baci a Alsha che non manca mai di recensire... e SO che ci sono altri lettori: recensite e vi regalerò una bambolina :3

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Trilogia di Bartimeus / Vai alla pagina dell'autore: Fauna96