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Autore: airolgrraw    27/04/2015    7 recensioni
Pochi mesi sono passati dalla fine della Guerra Magica e dalla scomparsa di Voldemort. Hermione si trova da sola a Hogwarts per finire i suoi studi. Harry e Ron non ci sono, hanno preso decisioni diverse, soprattutto Ron, dal quale la giovane strega è rimasta parecchio delusa.
Nonostante la loro assenza per Hermione sarà un anno pieno di sorprese, nuovi segreti verranno a galla e nuove relazioni si verranno a creare, relazioni che all'occhio possono sembrare improbabili.
Ma i fremiti dell'animo non si possono controllare, cosa succederà?
Dal testo :
"Beveva con calma quel distillato dal sapore intenso che aveva pervaso l'aria del suo profumo pungente, quasi volesse assaporare ogni singola goccia. Poi si leccò le labbra come dulcis in fundo. Erano rosse fuoco a causa dell'effetto dell'alcool su quella pelle così delicata e risaltavano ancora di più sul suo colorito diafano.
Lei aveva disteso il volto e guardava ammaliata la creatura che aveva di fronte, un brividino le percorse la spina dorsale."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Carissime mie lettrici,
potrete mai perdonarmi per questa lunghissima
attesa?
Sono estremamente affranta. Spero possiate perdonarmi. Sono stata due settimane a Londra
e purtroppo la connessione mancava, in più si è aggiunto il blocco dello scrittore e le mie idee sono sfumate
nel cielo grigio londinese. Spero che questo capitolo vi piaccia. Non è consistente dal punto di vista degli eventi, a parte
la scoperta della casa di Thalestris. Grazie a quelle persone dolcissime, che mi hanno scritto
chiedendomi che fine avessi fatto. Vi ringrazio, perché ho sentito voi lettrici più vicine.
Vorrei fare un appello anche alle scrittrici delle storie che seguo: Non mi sono dimenticata di voi.
L'inizio è sempre oggi, come diceva Mary Shelley, è il momento di recuperare il tempo perso!
Un grande bacio a voi tutte. :3

"L'inizio è oggi"
Mary Shelley

-Grifondoro!-
 Il Cappello Parlante aveva decretato la Casa di Thalestris. Un boato si levò dal tavolo dei rosso-oro, che cominciarono ad applaudire all’unisono.
La piccola si alzò con aria gioiosa, dirigendosi  verso la sua nuova famiglia. Nessuno si preoccupò del fatto che fosse una Malfoy, in fondo, il Cappello  non aveva mai sbagliato uno smistamento.
Hermione sorrideva raggiante. Le fece cenno di prendere posto accanto a lei e la strinse in un affettuoso abbraccio.
-Ti troverai bene tra i Grifoni- le carezzò la treccia biondissima –Be’, ora che è passata l’agitazione, mangia, sarai affamata!-
La ragazzina sgranò gli occhi appena notò che ,sulla lunga tavola, era apparsa ogni genere di prelibatezza.
Non se lo fece ripetere due volte, e agguantò una coscia di pollo.
 
Dal tavolo delle serpi, due occhi color metallo fuso studiavano quella scena.
-Draco, è una disgrazia questa! Tua sorella è tra la feccia! Sai cosa significa?- Nott , che era seduto a fianco al biondo, aveva un’espressione a metà tra il disgusto e l’orrore.
Pansy  fece  finta di vomitare nel proprio piatto, e scoppiò a ridere, troppo sguaiatamente secondo i gusti di Draco, con Theo.
La Parkinson era così grezza, così poco femminile ed educata per essere cresciuta nell’ambiente Purosangue.  Troppo frequentemente utilizzava dei termini volgari e offensivi, neanche fosse un ghermidore.
 
-Siete solo degli imbecilli!- il biondo scosse la testa , privo di speranza, non sarebbe mai riuscito a far capire a quelle due zucche vuote ciò che lui aveva compreso solo dopo  diciotto  anni.
Mentre  i  suoi  “amici” avevano cominciato a fare battutine abbastanza pesanti sui Grifondoro, Draco fissava sua sorella con la sua Hermione, dalla  quale  si  scopriva ogni giorno più attratto.
Non solo  fisicamente, ma per il modo con cui si approcciava a Thalestris. Era riuscita ad acquistare subito la sua fiducia, i suoi sguardi e i suoi sorrisi. Come il fratello, era una ragazzina molto diffidente e tendeva a non dare confidenza a nessuno così su due piedi.
Invece con Hermione era espansiva, rideva sempre e parlava senza sosta.
Quella scena gli fece pensare che forse era lei la donna della sua vita.
 
“Non essere avventato, fai le cose con calma, come hai fatto  fino ad ora”
 
La riccia si voltò verso di lui e gli sorrise, inarcando il sopracciglio destro in quel modo che lo faceva impazzire e lui ricambiò con uno sguardo ammiccante.
Hermione abbassò la testa imbarazzata e scostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Herm, placa gli ormoni. Se non vuoi che si sappia in giro di te e il furetto non è il caso che vi guardiate così!- le parole di Ginny, che si era alzata dal suo posto per fare scorta di dolci, la fecero sussultare e arrossire violentemente. La rossa ridacchiò. Era proprio sorella di Fred e George. Maliziosa e, a volte, persino impertinente.
-Così…come?- la ragazza fece finta di niente riprendendo a mangiare e cercò di cambiare discorso, perché sapeva che se avesse dato corda alla rossa , la faccenda avrebbe preso una piega poco piacevole.
-Thalestris, qui ho il tuo orario- Hermione tirò fuori dalla tasca del mantello un cartoncino bianco con una tabella settimanale di tutte le lezioni.
La bambina la scrutò con attenzione, passando una gamma di espressioni indecifrabili, fino a che non esordì –Ma la prima lezione è alle otto di mattina! All’alba praticamente!!-
-Benvenuta ad Hogwarts piccola  Malfoy-
 
  ****
                                                                                              
Un fiume di studenti si riversò nell’ingresso, disperdendosi per le scale e i sotterranei, non appena la cena terminò.
Hermione, nonostante non fosse Prefetto, decise di accompagnare personalmente Thalestris nel dormitorio femminile e farle conoscere le sue compagne.
Cinse le spalle della ragazzina e la condusse alla prima rampa in granito.
-Oh! Draco mi ha raccontato delle scale. Si spostano quando vogliono! Vero?-
-Esatto. Guarda là- le indicò un’altra rampa, che giusto in quel momento si stava muovendo con sopra alcuni studenti del primo anno che lanciarono dei gridolini impauriti.
-Ecco, aggrappati bene quando sali, mi raccomando!- la grifoncina sorrise e si attaccò al corrimano di pietra.
-Non so se Draco te l’ha detto, ma ogni Casa, per entrare nella propria Sala Comune, possiede una parola d’ordine che varia ogni due settimane, per impedire agli altri studenti di accedervi.-  la bimba negò con il capo –i Prefetti l’hanno cambiata ieri.- si abbassò verso di lei e le sussurrò  –mandragola-
Thalestris si mise a ridere. –Ma che accidenti di parola è? Merlino è così assurda!-
-Avrai modo di scoprire molte altre parole assurde, soprattutto durante le lezioni di Erbologia con la professoressa Sprite.-
Le due giunsero dinanzi al ritratto della Signora Grassa e la strega incitò la giovane, con una lieve gomitata, a farsi avanti e parlare con la donnona, che beatamente stava fissando la sua immagine in uno specchio.
Quest’ultima guardò di sottecchi la neo arrivata –Oh! Per Godric! Scusate, non vi ho notate… non trovate anche voi che questa nuova pettinatura mi doni particolarmente?- si aggiustò i capelli con la sua solita aria altezzosa.
-Ehm, sì, però noi vorremmo entrare- uno sguardo alla piccola, che si fece coraggio e pronunciò
 –mandragola-
Il quadrò si spostò, mentre la Signora Grassa continuava a parlottare della sua capigliatura.
-È leggermente petulante quella donna, ma non farci caso. Basta assecondarla- sgusciarono dentro velocemente.
 
Hermione le mostrò il cuore della Torre Grifondoro: la saletta circolare era arredata con stupendi mobili in noce, che rendevano l’ambiente familiare e accogliente. Il caminetto era acceso e disperdeva nell’aria un tiepido e confortante calore. Due studenti stavano giocando a scacchi magici e le salutarono in modo gioviale. Si respirava profumo di casa, nessuno si sarebbe mai potuto sentire inadeguato o escluso.
Mentre la riccia raccontava a Thalestris come era organizzata la giornata lì ad Hogwarts, qualcosa, o meglio qualcuno, la urtò. Si girò, trovandosi a pochi centimetri da una nuvola di lentiggini.
-Ginny! Cosa succede?-
-Herm! Ho una riunione con la squadra di Quidditch… e ovviamente me ne ero dimenticata, perciò sono in ritardo…- la rossa si accorse della presenza della piccola bionda.
-Oh ciao! Tu sei Thalestris? La giovane Malfoy- le pizzicò una guancia –sono contenta che tu sia tra di noi, però scusate, ora devo scappare o Jimmy mi affattura- Ginny si fiondò verso la porta, facendo cadere nel tragitto la sua piuma e il quadernino degli schemi di gioco, per poi scomparire sotto lo sguardo divertito delle due.
-Lei è Ginevra Weasley, per noi solo Ginny. È una molto dinamica e vivace. Può sembrare invadente talvolta, ma  ti piacerà.-
 
Arrivarono ai dormitori del primo anno. La Caposcuola bussò per annunciare il suo arrivo  e subito dopo infilò la testa nel  piccolo spiraglio.
-Si può? Sono in compagnia-
Le ragazzine si illuminarono alla vista di Hermione.
La adoravano. D’altronde era inevitabile. Lei era sempre così gentile, disponibile e materna con loro, tanto che lei stessa ogni tanto si stupiva di tutto l’affetto che dispensava per le sue piccole adepte.
 
-Certo!- una bimbetta dai capelli pece  rispose prima delle altre.
La coppia avanzò nella camera.  Thalestris  era leggermente titubante, ma si riprese non appena la streghetta mora si alzò porgendole la mano.
-Ciao, io sono Ludmilla Feror.-
-Io sono Thalestris Malfoy-
La Granger  guardò quello scambio di battute con nostalgia, ripensando al suo primo incontro con Harry e Ron sull’Espresso. Il momento più magico che avesse mai passato. Il momento che aveva sancito l’inizio della loro amicizia e di tutte le avventure passate insieme durante quegli anni.
 
“Il ragazzo che aveva perso il rospo era tornato, ma questa volta con lui c'era una ragazzina che indossava la sua uniforme di Hogwarts nuova fiammante.  
‘Qualcuno ha visto un rospo? Neville ha perso il suo’ disse. Aveva un tono autoritario, folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi.  
‘Gli abbiamo già detto che non lo abbiamo visto’ disse Ron, ma la ragazza non ascoltava; stava guardando la bacchetta che lui teneva in mano.
‘State facendo una magia? Vediamo!’
Si sedette. Ron stava lì, tra il sorpreso e il confuso. ‘Ehm... va bene’.
 
Si schiarì la gola.
‘Per il sole splendente, per il fior di corallo stupido topo, diventa giallo!’
Agitò la bacchetta ma non accadde nulla. Crosta era sempre grigio e continuava imperterrito a dormire.
 
‘Sei sicuro che sia un incantesimo, vero?’ chiese la ragazza. ‘Comunque, non funziona molto bene, o sbaglio? Io ho provato a fare alcuni incantesimi semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nella mia famiglia, nessuno ha poteri magici; è stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto un tale piacere, naturalmente, voglio dire, è la migliore scuola di magia che esista, ho sentito dire... Ho imparato a memoria tutti i libri di testo, naturalmente, spero proprio che basti... E... a proposito, io mi chiamo Hermione Granger, e voi?’”*
 
 
Hermione si ridestò dai ricordi. Sapeva che era il caso  di andare, lasciando i propri spazi alle ragazze e il tempo per conoscersi meglio.
-Credo di aver fatto abbastanza qui, buona notte, e mi raccomando… candele spente tra dieci minuti!- uscendo azzardò un occhiolino; non riusciva mai ad essere troppo seria e severa con le sue piccole.
 
Richiuse la porta, lasciandosi scivolare via tutta la tensione accumulata durante il pomeriggio. Era stato un vero e proprio stress psicologico dover rimanere al Manor, nello stesso salone in cui si era trovata sotto la bacchetta di Bellatrix. Per non parlare dell’incontro ufficiale con Thalestris e lo sfogo di Draco riguardante la sorella. Poteva finalmente coronare quella faticosa giornata piena di impegni tra le braccia confortatrici di Malfoy e il suo profumo pungente.
Hermione entrò nella propria stanza, giusto per darsi una rinfrescata, e trovò sul cuscino un piccolo bigliettino, sul quale campeggiavano delle scritte verdi. Calligrafia elegante, ordinata e impeccabile. In una parola: Draco.
Si sarebbero trovati di fronte all’entrata della Sala Comune delle serpi, subito dopo lo scoccare del coprifuoco.
La Grifona riempì rapidamente la vasca e si fiondò in un batter d’occhio nell’acqua fumante, senza preoccuparsi del bruciore che percepiva sulla pelle.
 
Aveva ancora i capelli umidi quando fu nei corridoi bui del castello. Asciugarseli significava perdere tempo prezioso da poter trascorrere con Draco.
Hermione si ritrovò a riflettere su quanto, nell’ultimo periodo, pensasse spesso al biondo, ai suoi baci, alle sue carezze e a quanto si sentisse attratta da lui, come se fosse una calamita. Era come se avesse risvegliato una leonessa assopita dentro di lei, e che, dopo quei giochi di seduzione, era più affamata che mai.
La ragazza si sorprese dei propri pensieri poco casti su Malfoy, ma ci si arrivava spontaneamente.
In più, la bimba con i grandi incisivi e della ferraglia poco attraente in bocca, si era trasformata giorno dopo giorno, diventando slanciata, aggraziata nei movimenti, se pur questi fossero celati sotto strati e strati di stoffa. Aveva scoperto che non solo i libri sono un’ottima fonte di apprendimento, ma anche le amiche. Ginny le aveva insegnato a rendere i propri capelli meno cespugliosi con delle pettinature semplici ma graziose.
Proprio per quella serata aveva realizzato una treccia a spina di pesce, che le ricadeva sulla spalla, arrivandole sotto la clavicola.
Niente divisa scura, nessun blasone rosso-oro. Indossava un vestito verde a maniche lunghe. Era un regalo di Natale dell’anno precedente, fattole da sua nonna, ma non aveva mai osato metterlo. Un po’ perché, provandoselo, aveva ritenuto che non le donasse molto, e un po’ perché si trattava del colore dei Serpeverde.
Quella sera, invece, rovistando nell’armadio, l’aveva trovato spiegazzato in un angolino e, guardandosi allo specchio, constatò che invece aveva ragione sua nonna quando le diceva che era perfetto per lei.
 
Quando si trovò nell’atrio del castello, il cuore cominciò a pulsare frenetico nel petto.
Non era di certo la prima volta che vedeva Draco, ma vestita in quel modo, anche se molto semplice, si sentiva nuda, scoperta, a disagio.
Deglutì un paio di volte e poi raggiunse la scalinata che portava ai sotterranei.
 
***
 Ero appoggiato, come al solito, al muro dei sotterranei, ma non riuscivo a stare tranquillo.
 Ero inquieto come non mai, solo  Salazar poteva sapere il perché.
Lei era in ritardo, Hermione Granger in ritardo! Già un secondo dopo dello scatto del coprifuoco, io mi trovavo al nostro punto di incontro e invece della Granger nemmeno l’ombra.
Pensai a mille cose assurde sul perché non si fosse fatta ancora viva.
Si era stufata di me? Si era fatta male mentre mi raggiungeva? Aveva incontrato qualche professore per le scale che l’aveva rimandata indietro? Pensava ancora a Lenticchia?
Tutte cose veramente prive di capo e di coda, se solo ci avessi pensato bene in quel momento.
Ma l’agitazione mi aveva mandato in panne il cervello e continuavo a camminare avanti e indietro senza sosta, immerso in stupide congetture sulla mia Granger con Weasel. Immagini che cercavo di scacciare insistentemente dalla mia testa, ma che seguitavano a punzecchiarmi e tormentarmi.
 
D’un tratto sentii dei passi in lontananza, probabilmente all’inizio della scalinata.
Mi bloccai, rimanendo in ascolto.
Alcuni passi veloci. Quella persona si stava avvicinando a me, perché il suono si faceva più nitido.
Poi cessarono per qualche istante, che mi parve infinito e ripresero, però allontanandosi.
E se fosse stata la Granger? Dovevo andare a controllare.
Quando fui all’inizio della scalinata, ebbi la conferma che si trattava di lei.
Se ne stava ferma immobile, braccia conserte sotto il petto, e viso corrucciato.
La conoscevo abbastanza per dire che era pensierosa.
 
-Che ci fai li?- si voltò di scatto, quasi impaurita, portandosi le mani sul volto.
-Draco! Mi hai fatto prendere un colpo! Perché sei lì?-
- Ti ho sentita mentre andavi su e giù per le scale, e sono venuto a controllare. Perché?-
Nonostante fossi piuttosto distante da lei, riuscì a notare il rossore che si faceva largo sul suo viso.
-Ecco… io… volevo tornare al dormitorio per cambiarmi- non mi guardò nemmeno, chiaro segno che era imbarazzata.
Con le altre ragazze, molto probabilmente, sarei scoppiato a ridere per questa tipica insicurezza riguardo l’apparenza, ma lei non era un’altra. Lei era la mia Granger, e mi scoprii lusingato e intenerito dal fatto che si preoccupasse tanto di come si presentava a miei occhi.
Anche perché non era da lei.
Salii e mi fermai un paio di gradini più in basso, e la guardai attentamente, o meglio, la stavo contemplando.
Solo in quella posizione, illuminata dal bagliore delle fiaccole vicine, riuscii a notare il colore del vestito che portava. Era verde, abbastanza attillato sui fianchi e sul petto, con uno scollo a barca, che lasciava leggermente scoperte le spalle chiare.
Pur essendo estremamente semplice, quel vestito la rendeva seducente a tal punto che la salivazione mi si era bloccata e lo stesso le mie gambe, che parevano aver messo le radici per terra.
-Granger, fosse per me, potresti rimanere con questo abito per tutta la vita-
Avrei potuto dirle mille altre cose più romantiche di quelle parole, farle centinaia di complimenti, che solo ad una persona come lei potevano essere rivolti, ma in quel momento, con i neuroni sconnessi e Merlino che non accennava a venirmi in aiuto, pronunciai quella semplice frase.
 
Fu lei ad azzerare quella piccola distanza che ci separava.
La presi per i fianchi e la attirai maggiormente a me, baciandola delicatamente, ma con passione, seguendo la sua spina dorsale dal collo fino ad arrivare in basso, dove mi fermai.
La sentivo fremere, ma volevo tenerla sulle spine, almeno fino a che non fossimo tranquilli, in un luogo appartato, così mi balenò una pazza idea.
Mi staccai dalle sue labbra, le sorrisi e le afferrai saldamente la mano.
-Vieni con me signorina Granger- invece di raggiungere la Sala Comune, arrivai in cima alle scale.
-Bene, ora chiudi gli occhi- lei mi guardava confusa, ma fece comunque ciò che le avevo detto.
Per realizzare  il mio “piano” non avevo altra scelta al di fuori della materializzazione congiunta.
Usare un camino a quell’ora e con Gazza, che girovagava per le ale del castello, non era cosa saggia, perciò dovevamo dirigerci fuori dai confini di Hogwarts.
-Granger, preparati, sentirai un po’ di freddo…- Mi tolsi la giacca e gliela feci indossare. 
Le strinsi la mano più forte e la condussi  velocemente fino al punto in cui ci eravamo smaterializzati insieme per la prima volta.
 
-Ok, non posso ancora rivelarti dove stiamo andando, ma devo avvertirti che utilizzeremo la materializzazione-
Lei sembrava calma, addirittura divertita da quella situazione.
-Pronta?- Annuì, rimanendo sempre ad occhi chiusi.
Mi concentrai sulla destinazione, facendo un profondo respiro.
 
In meno di qualche secondo ci ritrovammo al Manor. Entrambi spettinati, ma ancora perfettamente integri.
La Granger aveva aperto gli occhi e si guardava intorno sbalordita.
-Questa è… camera tua?- si aggirava per la stanza fissando con attenzione ogni piccolo particolare, come se stesse studiando uno dei suoi libri preziosi.
-Oltre ad essere immensa, è veramente bella. Anche se un po’ austera per i miei gusti… forse avrei messo un bel tappeto morbido davanti al camino- si avvicinò al focolare spento e fece un ampio gesto con le braccia per indicarmi il punto esatto.
-Poi… avrei attaccato qualche foto sulle pareti e messo qualche candela profumata sul comò…-  si guardò intorno –ehi, ma tu non hai un mobile dove riporre le tue cose? Nemmeno un armadio?-
Risi sotto i baffi vedendola così confusa.
-Granger, apri quella porta- le indicai un uscio bianco accanto al bagno.
-Oh Merlino, avrei dovuto immaginarlo che un Purosangue come te avesse una stanza dove riporre i vestiti… io non avrei nemmeno abbastanza capi da metterci dentro!-
-In realtà, è piuttosto scomodo avere i vestiti lì dentro… ad ogni modo, stavi rimodernando la mia camera, dove eri rimasta?- mi portai una mano al mento, assumendo una finta aria aria attenta.
-Mmmm… be’, accenderei il camino, senza dubbio!-
-Per questo non c’è nessun problema- agitai la bacchetta verso il caminetto –Incendio- e una fiamma rossa prese vita.
-Facciamo che le candele profumate le lasciamo a voi ragazze- mi diede una piccola spinta.
-Sei sempre il solito Malfoy-
Si sedette imbronciata sul letto a baldacchino. Anche con la fronte corrugata rimaneva bellissima.
Rimasi lì in piedi, a qualche passo da lei, mettendo il muso per prenderla in giro. Quando se ne accorse mi fece una linguaccia poco convincente e io iniziai a fare facce buffe per farla ridere.
Eravamo entrambi due teste calde, qualcuno l'avrebbe spuntata a breve.
Infatti dopo qualche minuto di silenzio ,ed espressioni che avevo visto solo sui fratelli Weasley, lei scoppiò a ridere, regalandomi il più bel sorriso che avessi visto in vita mia.

 
*"Harry Potter e la Pietra Filosofale"- Capitolo 6 "Il binario nove e tre quarti".
Ragazze, come vi è sembrato il capitolo?
Come avete notato è un capitolo di passaggio.
Ho introdotto un nuovo personaggio, una coetanea di Thalestris, Ludmilla.
Credo avrà un ruolo importante nella storia.
Posso accennarvi che nel prossimo aggiornamento ci saranno novità e sorprese.
Un bacio e a presto. (questa volta sul serio!!)

P.S.: Se ci sono "orrori" grammaticali fatemelo notare. Ho riservato poco tempo alla rilettura perché ero ansiosa di pubblicare.

 
   
 
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