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Autore: Love_in_London_night    27/04/2015    4 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3


Terza puntata


 
Vicki si coprì la bocca con la mano. Una volta che lo shock diminuì guardò il marito e gli disse: «È lei».
Tomo la fissò spaesato, non sapeva di cosa la moglie stesse parlando, in più era concentrato ancora sui titoli di coda di quella seconda puntata. Insomma, vedere Jared da un punto di vista così umano e scisso dal suo lato artistico lo sconvolgeva ogni volta, quasi riuscisse a renderlo meno sicuro di sé e più… vulnerabile.
«Lei chi?»
«È Jade» insistette lei.
«Cosa?» l’uomo alzò un sopracciglio con fare confuso: non riusciva ancora a capire il succo del discorso. Di cosa stavano parlando esattamente?
«L’anima gemella di Jared». Sentenziò sicura, alzando solo un angolo delle proprie labbra, come se quello che aveva appena detto fosse stato ovvio.
«Scusa?» forse mise troppa enfasi in quella domanda, ma era tipico delle donne – e nemmeno Vicki ne era esente – costruire castelli in aria basati su sfumature che percepivano solo loro.
«Oh andiamo… guardala» e indicò lo schermo. «È perfetta! Tutto quello che lui non cercherebbe».
Era esagitata, come se avesse appena scoperto un segreto o la formula per ottenere qualcosa di mai conosciuto prima.
«Non credo che questo faccia di lei il match perfetto di Jared. Certo, ha del potenziale… come tutte tranne Mia, del resto». Tomo, al contrario della moglie, in certi discorsi era più equilibrato e meno razionale.
Erano sì diversi, ma era la convergenza il punto forte del loro rapporto: riuscivano a completarsi senza dover scendere a compromessi.
Vicki alzò gli occhi al cielo.
«Non capisci?!» continuò quasi esasperata. «Con questo accordo Jared ha decretato la sua rovina!»
«Dici? A me sembra una mossa furba invece: si è trovato un’alleata in casa, dato che i ragazzi spesso mostrano insofferenza nei suoi confronti. Inoltre ha messo in chiaro le cose: echelon uguale famiglia».
Non guardava il programma soltanto per prenderlo in giro una volta tornato da quell’esperienza, ma per pura curiosità: credeva difficile che fosse uno show televisivo a risolvere il problema di Jared riguardo una relazione, ma gli piaceva osservare come non l’avesse cambiato. Era sempre il Jared che lui aveva conosciuto anni prima e imparato a stimare, però sembrava che quell’ambiente così ostico per lui da mandare giù gli avesse ricordato di essere umano, quindi passibile di errore.
«No, ok, allora non capisci davvero» Vicki era spazientita e parlava con fare concitato, quasi fosse stata sicura di avere le verità in tasca. «Amore, io e te cosa siamo?»
Aveva deciso di partire dalla genesi per fargli apprendere la verità su quella faccenda, peccato che per far capire le cose agli uomini ci si dovesse rivolgere come a dei bambini a cui si stava insegnando a dire la parola “mamma”. E Tomo non era un’eccezione.
«Marito e moglie?!» decise di assecondarla. Gli era venuto il dubbio che fosse in fase premestruale, contraddirla avrebbe solo decretato la sua prematura morte e non era intenzionato a finire sottoterra prima del tempo; così la assecondò, anche se era convinto di non aver azzeccato la risposta, per quanto fosse fiero di quella che era riuscito a darle. Sapeva che a rigor di logica non faceva una piega.
«Prima di questo? Cosa siamo stati?»
La guardò sempre più preoccupato. Forse doveva trattare con del gelato, funzionava in casi come quello, no? Magari l’avrebbe distratta. Più che un discorso sembrava l’inquisizione spagnola.
«Single? Uomo e donna?» insomma, stava risalendo alla fonte del problema, doveva pur avvicinarsi alla soluzione!
«Che tu sia uomo è palese, dato che non ci arrivi» disse lei arresa mentre incrociava le braccia al petto.
Tomo si perse sul broncio della moglie e, per quanto le labbra lo tentassero, voleva arrivare al punto prima che lei lo facesse diventare pazzo.
«Oh Vic, sei tu che parli il linguaggio sibillino tipicamente femminile! Sii chiara e spiega al tuo povero vecchio marito quello che intendi». Sorrise divertito e indifeso, aveva capito che la resa era l’unica via per uscire indenne da quella conversazione.
«Non sei povero!» Vicki spalancò gli occhi, di colpo divertita.
«Vorresti dire che sono vecchio?» si atteggiò per fingere un’offesa che in realtà non provava.
«L’hai detto tu!» continuò lei tra una risata che le illuminava lo sguardo e l’altra. Sembrava un’eterna bambina.
«Dammi l’occasione di dimostrarti il contrario». Tomo aveva alzato un sopracciglio e aveva iniziato ad accarezzarle la spalla scoperta con le dita lunghe. Sapeva come farla cedere, e adorava vedere l’effetto che aveva ancora su di lei.
«Sì, ok» lo liquidò. «Ma prima fammi spiegare».
L’uomo la guardò senza aggiungere nulla, e il silenzio la spinse a continuare. «Noi prima di innamorarci siamo stati amici, ricordi? Anzi, penso di aver iniziato ad amarti quando ho capito di conoscerti bene e che il tuo essermi amico non mi bastava più. e ti conosco abbastanza per dire che per te è stato lo stesso».
La voce si era abbassata e addolcita. Si dimostravano spesso l’amore che legava l’uno all’altra, ma non ne parlavano mai apertamente, non ce n’era bisogno.
«L’amicizia è stata la base di tutto, è vero. Io però in realtà volevo solo portarti a letto» si divertì a prenderla in giro prima di riprendere: «Però non so, stiamo parlando di Jared, per lui le convenzioni non esistono… funziona al contrario dei normali essere umani».
E, Dio, lui era una delle poche persone a poterlo affermare con certezza.
«Sono sicura Tomo, è lei» rispose convinta con la testa sulla sua spalla mentre gli accarezzava il petto.
«Staremo a vedere» chiuse il discorso riprendendo ad accarezzarle la pelle scoperta su cui erano passati dei brividi.
«Bene, ora dimostrami che non sei vecchio». Lo provocò prima di rubargli ogni risposta dalle labbra.


 
*


Shannon se lo sentiva, era arrivato il momento di mettere nella stessa stanza quelle forze che si respingevano come due elettroni che venivano spinti l’uno verso l’altro: Kirstina e sua madre.
In fondo sapeva che Constance non la odiava davvero, probabilmente pensava che fosse come tutte le ragazze che il figlio aveva avuto fino a quel momento, ovvero una relazione a tempo determinato. Non che si sbagliasse poi di molto, ma il tempo di Kirstina non era ancora finito.
Constance doveva solo mostrare il suo vero io, quello composto dalla dolcezza di una mamma perdutamente innamorata della propria progenie, e tutto sarebbe andato bene.
Shannon estrasse il cellulare, che diventava sempre più grande, dalla tasca dei pantaloni e – lingua tra i denti – digitò un messaggio da inviare a Constance.

Shannon:
Cosa ne dici se Kirstina si unisce a noi per vedere la prossima puntata del programma?

Semplice, senza fronzoli e diretto. Sarebbe stato un successo.

Constance:
Perché? Non ce l’ha una casa?

Aveva parlato di dolcezza?
Le avrebbe risposto e una volta sollecitata la parte materna che era in lei tutto sarebbe andato al posto giusto, ne era convinto.

Shannon:
Mamma…

Constance:
Guardalo pure con lei, io troverò qualche amica con cui commentare la puntata.

Il famoso amore materno, giusto?
Mise in tasca il cellulare, sapeva di avere a disposizione altri giorni per convincerla del contrario.
In fondo non era andata male, avrebbe potuto dirgli semplicemente di no.


 
*


Dopo la seconda puntata la casa era in fermento: le dinamiche si stavano delineando così come le strategie, la gente si buttava a capofitto sulla persona interessata mentre i più indecisi cercavano modi per prendere tempo.
Fu così che Jade si trovò divisa tra due fuochi: da una parte c’era Jared che, per la prima volta, aveva cercato il suo supporto e si era confidato con lei, dall’altra c’era Mark e le sue attenzioni impacciate che riuscivano a metterle ansia e un sorriso dolce sulle labbra.
«Cos’è questa cosa con Mark?» Jared lo indicò in lontananza, incurante del fatto che non fosse buona educazione. Lui e Jade erano seduti su dei divanetti in tek e Mark li guardava da lontano con l’aria di un cane pronto a saltare alla gola di chi si fosse messo tra lui e il suo obiettivo che, in quel caso, era Jade.
Lei divenne rossa, era decisamente strano parlare di quelle cose con Jared, soprattutto prima di rivolgersi a Haylee e Leigh, le ragazze in casa con cui si confidava alcune cose.
Era davvero singolare che, nonostante l’imbarazzo, riuscisse ad aprirsi con una certa naturalezza con lui. Forse le aveva fatto soltanto piacere che Jared l’avesse cercata per parlare sul serio e avesse così reso vero la sottospecie di accordo a cui avevano preso parte.
Dopo una ventina di minuti in cui avevano parlato della casa, delle dinamiche e delle personalità che vi abitavano erano passati a qualcosa di più concreto e delicato. Almeno per Jade, dato che la riguardava in prima persona.
«Boh». Era la risposta più sincera che fosse riuscita a dargli. «Prima l’incidente, poi la scelta durante la cerimonia. Penso che tutti vedano in me e Mark del potenziale anche a causa di ciò che è successo: sarebbe bizzarro se fossimo anime gemelle».
Jared apprezzò l’uso che Jade sapeva fare delle parole: soprattutto del fatto che avesse scelto la forma più neutra “me e Mark” piuttosto che un noi. Non che fosse geloso, non aveva elementi né voleva avanzare certe pretese su di lei, ma gli piaceva avere un rapporto esclusivo con Jade. Si stava aprendo con la casa e con lui, mostrando di avere carattere e cervello. Doti interessanti per una donna, caratteristiche che lui non poteva scopare – l’unica cosa che gli era sempre importata dopo le poche relazioni stabili che aveva avuto – e quell’aspetto lo faceva stare tranquillo: con Jade aveva preso la scelta più saggia.
«Io ti ho chiesto cosa è questa cosa con Mark, non cosa pensa la casa a riguardo». La punzecchiò lui, divertito davanti alla sua alzata d’occhi al cielo.
«Beh, ci stavo arrivando» rispose Jade con una smorfia spazientita e allegra, a dimostrazione che il suo modo di fare non l’aveva offesa. «Penso che Mark si sia convinto che la cosa possa funzionare: forse il tuo discorso sul racconto per i figli, forse il senso di colpa o forse la convinzione degli altri l’hanno indotto a… riservarmi particolari attenzioni».
Dio, era liberatorio e difficile. Avere l’attenzione di Jared addosso era una sensazione intensa. Occhi all’apparenza gelidi che sapevano bruciare dentro quasi fossero in grado di toccare i segreti che una persona tentava di nascondere, labbra sottili che umettava e usava con più criterio di quanto si fosse aspettata, la totale considerazione che le rivolgeva. Erano cose per cui non sarebbe mai stata pronta.
C’era un qualcosa di tutto quel magnetismo naturale che le rendeva difficoltoso respirare.
Il cantante si stava rivelando molto di più di quello che lei stessa era riuscita a immaginarsi.
Jared, dal canto suo, si sentiva in colpa. Era sì una ragazza interessante, ma l’attenzione che le stava rivolgendo era viziata dai propri scopi egoistici. Non si era avvicinato a lei solo per mettere dei paletti tra lui e una echelon, la verità era che aveva bisogno di un appiglio perché non si sentiva accettato.
Se con le donne non c’erano problemi, sapeva che c’erano alcuni ragazzi che non gradivano la sua presenza in casa perché pensavano che la cosa rovinasse loro la piazza rendendo nulla la concorrenza. Aveva cercato di volare basso, ma il fatto che le ragazze facessero a gara per sceglierlo per le fughe d’amore – quando ne avevano il potere – e poi per le cerimonie settimanali non andava certo a suo favore. I ragazzi che l’avevano preso di mira cercavano di portare dalla propria parte gli altri maschi della casa, cosa che non faceva altro che spingerlo a cercare conforto tra le donne che, crocerossine in cerca dello stronzo da redimere, vedendolo spesso solo correvano a coccolarlo.
«E tu come prendi la cosa?» per lui non era difficile interagire con il genere femminile, non quando affrontava simili discorsi da anni con Chloe, Annabelle e altre ragazze con cui vantava un bel rapporto che non era passato dal suo letto.
Jade sgranò gli occhi. Com’era possibile che in tutto quello fosse stato l’unico a pensare alla sua opinione? La maggior parte degli altri concorrenti li spingeva l’uno verso l’altra in modo da mandarli nella cabina della verità e scoprire così se la prima coppia perfetta fosse nata.
La verità era che Jared era bravo ad ascoltare e a manipolare la gente, questo perché la cosa sviava l’attenzione da lui e dal motivo che l’aveva spinto a cercare in lei un’amica. Inoltre era bello che Jade, nonostante fosse una echelon, non facesse nulla per subissarlo di domande come le altre ragazze della casa. Non gli piaceva dare agli altri elementi che poi avrebbero potuto essere usati contro di lui.
Jade boccheggiò un attimo prima di rispondere, Jared riusciva a intimidirla. «Non lo so. È carino, ma non lo conosco. E se fosse la mia anima gemella? Uscirei da questa casa subito e passerei tutto il mio tempo con lui. Se poi scoprissi che non è la persona che, nonostante tutto, fa per me? La cosa un po’ mi terrorizza».
Non voleva trattenersi, Jared era riuscito a metterla a proprio agio nonostante tutto. Era il discorso che le metteva una certa ansia, tanto da farle passare le dita attorno al contorno del labbro inferiore, cosa che faceva spesso quando era preoccupata per qualcosa.
«Stesso discorso che è avvenuto con Mia» ammise, rinfrancato di poterlo dire a qualcuno. «E avevo ragione, si è poi rivelato un fuoco di paglia. Mi sono basato sull’attrazione immediata e non è stata una decisione saggia».
Ne parlava con semplicità, come se il fatto non l’avesse toccato. E forse era proprio così, cosa che sbalordì Jade. Lei non riusciva a buttarsi a capofitto in una situazione simile senza essere coinvolta, ecco perché cercava di frenare l’entusiasmo di Mark, per quanto coinvolgente potesse essere.
«Non penso che la sua sia attrazione, ma penso che si sia fatto influenzare dai sensi di colpa e dal gruppo». Jade lo ammise senza paura di dare un giudizio negativo. Non credeva che Mark fosse stupido, affatto, ma sapeva quanto la partecipazione al programma amplificasse e distorcesse le sensazioni di ognuno, lo provava anche lei.
«E se dopo questi ascendenti scoprissimo di essere anime gemelle? L’idea di arrivarci per caso non mi consola né mi tranquillizza. Vorrei affrontare un percorso, una crescita. In fondo sono qui per questo».
Jared rimase colpito. Jade, la piccola e timida Jade dagli occhi tondeggianti, aveva le idee più chiare di lui, che di anni ne aveva quasi il doppio probabilmente. Lei non sapeva come affrontare quel programma, ma sapeva il perché e, forse, quella era la chiave di tutto.
Avrebbe voluto continuare a scoprire cosa aveva da offrirgli, avido di conoscere ogni dettaglio che si nascondeva dietro alle lentiggini che si acuivano con il suo imbarazzo, ma furono richiamati dagli altri.
«Jade, Jared!» urlarono Mark, Dylan e Haylee dalla piscina. «Smettetela di filosofeggiare e unitevi a noi!»
Jared non se lo fece ripetere due volte, in acqua c’erano un sacco di corpi femminili mezzi nudi e lui non era nessuno per rifiutare la propria presenza a chi così ardentemente la richiedeva. «Su, andiamo!»
«Non posso ancora bagnare i punti» aggiunse Jade sconsolata nel vedere la facilità con cui Jared riusciva a distogliere l’attenzione dai loro discorsi.
I punti. Li stava odiando. Ancora un paio di giorni e avrebbe potuto tornare a bagnarsi senza problemi, salvo poi asciugare la ferita con cura.
«Ma puoi sempre sederti sul bordo per rinfrescarti e allietare gli altri della tua compagnia, non vorrei che se la prendessero con me per averti tenuta lontana da loro». E non avrebbe voluto che pensassero che tra loro ci fosse qualcosa di più. Forse era il caso di rendere nota la loro amicizia.
Jade seguì prima il suo consiglio e poi lui: si sedette sul bordo e, mentre Jared si immergeva con lentezza in acqua, lei girò attorno alla piscina per decidere il da farsi.
Scott la accolse con un sorriso smagliante corredato da una strizzata d’occhio. 
Le si attorcigliò lo stomaco, Scott era quello che più l’attraeva oltre Jared. Lo riteneva proprio il suo tipo, ma era più gentile rispetto ai ragazzi che lui le ricordava e di cui si era sempre interessata. Il fattore “bastardaggine”, che tanto richiamava alla memoria i suoi ex, non sembrava appartenergli, ed era sicuramente un punto a suo favore. Gli rispose con un sorriso radioso, improvvisato come la sua rinnovata allegria.
«Vieni» le disse Jared ormai da dentro l’acqua, capendo quanto stesse tentennando a causa degli sguardi che aveva puntati addosso. Nonostante non parlasse spesso, meno che mai a sproposito, era facile per lui leggere ciò che si nascondeva dietro i suoi movimenti e i suoi occhi.
«Davanti a tutti? Subito?» rispose divertita per alleggerire il silenzio carico di aspettativa che le gravava attorno.
Fece ridere tutti e approfittò del momento per sedersi sul bordo. Iniziò a bagnare i piedi provando un istantaneo senso di ristoro, non credeva di aver così bisogno di rinfrescarsi. Era sicura che fosse l’effetto “Jared”.
«Quindi cos’è questa cosa?» CJ si rivolse a lei, catalizzando l’attenzione dell’intero gruppo radunato nei paraggi della piscina, l’unica attività che potevano concedersi durante le giornate, questo perché la villa in cui alloggiavano distava un paio di chilometri dal mare ed era rialzata sopra a esso, cosa che non permetteva di raggiungerlo con facilità. La spiaggia che scorgevano appena dall’abitazione era la stessa su cui, la maggior parte delle volte, si svolgevano le prove. Era come se fossero in cattività. Di lusso, certo, ma pur sempre di prigionia si trattava.
Continuò solo dopo essere sicuro di aver catturato ogni sguardo lì attorno. «Stai provando a lavorarti Jared nel caso in cui con il tuo fido Mark non dovesse funzionare?! E dire che sembravi una delle più indifese».
Le guance di Jade si tinsero di rosso, ma questa volta dalla rabbia. Preparò i polmoni per rispondergli a tono, ma Jared fu più veloce di lei a prendere parola.
Usò un tono pacato che, però, non ammetteva repliche, specialmente se lo si guardava negli occhi: armi così potenti che nessuno stupido avrebbe voluto controbattere poi.
«In realtà siamo amici» sentenziò con una calma letale. 
«Abbiamo messo in chiaro la questione del tatuaggio e, dopo aver capito che Jade è una fan dei Mars, siamo giunti alla conclusione che possiamo avere un bel rapporto. Senza nulla togliere a voi» aggiunse guardando CJ. «Ma lei e io partiamo avvantaggiati per costruire un legame amichevole. Niente di scabroso come molti stanno già fantasticando, purtroppo, ma siamo sicuri di viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda».
Gran parte delle ragazze esalò un silenzioso sospiro di sollievo, mentre i ragazzi lo fissarono come se fosse pazzo. Non erano lì per stringere amicizia, specialmente con il sesso opposto, ma se a lui andava bene così loro erano più tranquilli.
Tutti tranne Cj.
«Dunque, fatemi capire…» insistette il ragazzo con fare scontroso, quasi la risposta di Jared non fosse stata affatto gradita e dovesse trovare un modo per smascherare il bluff che secondo lui Jade stava creando. «Per piacere a te dobbiamo prima superare l’esame del tuo miglior amico
Tutti detestarono il tono con cui pronunciò le ultime parole.
Jade, dal canto suo, decise di sfoderare tutto il proprio controllo per irritarlo ancora di più, anche se in realtà avrebbe voluto prenderlo a schiaffi per fargli capire quanto potesse essere idiota e fuori strada.
«Non so che tipo di ragazze tu sia solito frequentare, ma io un cervello ce l’ho e lo so usare a meraviglia. Chi mi piace e chi NO» lo fissò in modo diretto, nella speranza che il messaggio arrivasse chiaro e tondo. «Lo decido senza il permesso altrui. Fattene una ragione».
Sapeva che non avrebbe dovuto comunicargli apertamente il suo sdegno, perché avrebbe potuto essere la sua anima gemella, ma non le era mai piaciuto particolarmente CJ come persona, e ora che aveva un motivo per detestarlo apertamente era più che contenta di cogliere l’occasione per mettere un muro tra lui e se stessa.
CJ fece per rispondere, ma fu Taylor a intervenire prima che la situazione degenerasse: «Fai un favore a te stesso: sta’ zitto ed evita di umiliarti ulteriormente».
Senza aggiungere altro CJ uscì dall’acqua e si diresse in casa, aveva bisogno di schiarirsi le idee e metabolizzare la figuraccia appena fatta.
«Beh» si inserì Mia. «Ricordami di non farti mai arrabbiare!»
Fece ridere il gruppo e le furono grati.
«Non giudichiamolo» disse poi Leighton, non le sembrava giusto che la maggioranza si coalizzasse contro una sola persona. «Avrà avuto l’impressione sbagliata e, magari, era una giornata no»
«Nessuno lo accusa, però è stato veramente fuori luogo. Per i toni più che altro». Scott si strinse nelle spalle.
«Bene, non vi sembra giunta l’ora di fare una partita a qualsiasi cosa? Maschi contro femmine». Giusto per invogliare il contatto.
Simon, se non ci fosse stato l’avrebbero dovuto inventare.


Jade, dopo la prova del fuoco di CJ, che si era scusato con entrambi per la pessima accusa, aveva deciso di poter continuare sulla strada intrapresa, perché se quel litigio non le aveva rovinato la permanenza nella casa probabilmente non l’avrebbe fatto niente e nessuno, così si lascio andare ancora di più.
Il rapporto con gli altri inquilini iniziava a essere assiduo e naturale, Mark le rivolgeva attenzioni meno morbose e riusciva a gestire meglio la situazione, tanto da renderle naturale ricambiare qualche carineria.
Ma il vero cambiamento era avvenuto con Jared: il loro rapporto si intensificava di giorno in giorno. Era bello vedere come si cercassero con lo sguardo quando qualcuno confermava con i propri gesti le parole che si erano scambiati tempo prima; ed era ancora più bello capirsi con un solo sopracciglio alzato, piuttosto che un sorriso nascosto alla vista degli altri quando Daisy si era allontanata da Drew per darsi davvero una seconda opportunità. 
Anche gli altri avevano accettato il loro rapporto: avevano notato la complicità tra i due, ma si erano anche accorti che non c’era alcuna scintilla dovuta all’attrazione fisica.
Nessuno però si accorse mai della scia di rimpianto che si trascinava nello sguardo di Jade dopo che i suoi occhi avevano incontrato quelli di Jared. Un istante che non coglievano nemmeno le persone che la osservavano con attenzione in lontananza, troppo concentrati a pensare di ritagliarsi la loro possibilità prima che fosse troppo tardi.
Ma le ragazze, constatato il fatto che Jade non fosse una minaccia, avevano accettato il loro rapporto, cosa che costrinse la controparte maschile a darsi da fare per mettersi in luce rispetto a Jared e guadagnare punti per accorciare la distanza su di lui. 
La settimana trascorreva nella routine creata durante la prima: il mercoledì la prova, il venerdì la fuga d’amore, il sabato sera la cabina della verità e la domenica la serata della cerimonia di accoppiamento. Era tutto calcolato affinché la crew del programma riuscisse a creare un montaggio da mandare in onda il lunedì sera, una scaletta serrata fatta di materiali raccolti di giorno in giorno per essere completati con la parte della domenica in pochissimo tempo.
Fu così che arrivarono alla terza prova.
Ryan, dopo averli accolti sulla spiaggia e salutati, aveva detto loro che si sarebbero dovuti trasformare in pittori. Ma, c’era sempre un ma per le sfide, lui avrebbe suggerito loro una parola e i diretti interessati avrebbero dipinto con la propria lingua; con una ruota avrebbero deciso su quale tela disegnare, e gli ingredienti contemplavano cipolla, pasta d’acciughe, aglio, burro d’arachidi, chewing gum alla fragola e altre sostanze poco gradevoli.
«Prima toccherà ai ragazzi, poi alle ragazze. Le tre coppie che indovinano le rispettive parole nel minor tempo possibile vincono la fuga d’amore. Ora avete un minuto per scegliere il vostro partner».
Le coppie ci misero anche meno a scegliersi, soprattutto perché molti andarono sul sicuro. Mark si precipitò da Jade per metterle un braccio attorno alle spalle, Dylan abbracciò Haylee, Mia si avvicinò a Nick e gli altri si mossero di conseguenza, tanto che Jared, concentrato a guardare gli altri mentre sceglievano la propria metà, rimase senza partner e si abbinò ad Annah, l’ultima a restare senza partner.
«Finalmente si fa andare la lingua!» commentò Scott appena prima che a una coppia fosse dato il via per iniziare la sfida.
«Almeno riusciamo a farci un’idea a riguardo» commentò maliziosa Annah continuando a far ridere gli altri.
La prova fu esilarante. Alcuni ci misero più di tre minuti per indovinare, altri una manciata di secondi e la persona a cui capitò la pasta d’acciughe rischiò seriamente di rivedere il pranzo.
Alla fine della gara le coppie vincenti furono tre: Mark e Jade, Liam e Taylor e infine Spencer e Larissa.
«Bene, ecco cosa vi aspetta come fuga d’amore: una giornata in un parco acquatico naturale situato nel meraviglio paesaggio della riserva del Blue Mountains National park. Buon divertimento ragazzi! Agli altri ricordo che dovranno compiere una scelta in vostra assenza, quella più accurata possibile. Noi ci rivediamo sabato sera per la cabina della verità».
Ma i concorrenti della casa avevano pochi dubbi riguardo la coppia da mandare nella cabina, e i diretti interessati ne erano a conoscenza.
Solo allora Jade si accorse che la propria competitività le aveva giocato un brutto scherzo.


Jade, nel tempo prima della loro gita, perché non riusciva proprio a chiamarla fuga d’amore, si era accorta di altre cose: Mark la cercava spesso e lei non sapeva come reagire alle sue attenzioni; era un ragazzo carinissimo, ma non lo conosceva abbastanza per poter ricambiare i suoi atteggiamenti né tantomeno la metteva a suo agio in quel modo, e senza imbarazzo non riusciva a lasciarsi andare. 
Ma la cosa più strana che aveva notato era che sembrava proprio che nella casa di fossero due persone che dopo la sfida facessero di tutto per non rivolgerle la parola: Jared e Scott.
Scott sembrava fosse impegnato a far finta che lei non esistesse, come se la cosa fosse una punizione per aver vinto la prova con Mark. Jade non lo capiva e ne era contrariata: con lui parlava spesso e volentieri, se solo si fosse preso la briga di rivolgerle qualche domanda forse avrebbe saputo come si sentiva riguardo quell’escursione.
Jared, invece, sembrava la tenesse a distanza. C’erano sguardi di intesa, smorfie e battute, ma i dialoghi profondi che avevano caratterizzato gli ultimi giorni si erano volatilizzati. Spariti come se non fossero mai realmente esistiti. E dire che Jared sembrava un animale in gabbia: sguardo affilato, atteggiamento diffidente se si andava oltre la sua cordialità, passi sofferenti che macinavano il contorno della casa. Sembrava sul punto di esplodere, proprio come quando si era presentato da Jade la prima volta per sfogarsi.
Jade, a tal proposito, era così concentrata sul perché di questi atteggiamenti di entrambi – e a condividerli in parte con Leigh e Haylee, almeno quelli su Scott – da non notare che gli sguardi di Jared si protraevano più del dovuto su una ragazza e che abbandonavano la loro insofferenza per lasciare posto a una scintilla di desiderio.
La ragazza in questione rispondeva con un sorriso lusingato e malizioso, segno che le attenzioni erano gradite e ricambiate. Un gesto alla volta, perché entrambi sapevano che le cose nascevano con una certa lentezza, che dovevano andare oltre l’aspetto fisico. Eppure era difficile, quando le persone coinvolte erano considerate le più sensuali della casa.
Olivia si divertiva a giocare con Jared tanto quanto lui adorava stuzzicarla ancora a una distanza di sicurezza. Era l’antipasto di quello che avrebbero potuto avere se si fossero lasciati andare, e quello che vedevano piaceva a entrambi.
Un percorso da gustarsi con lentezza anche per capire se si stavano addentrando sulla giusta via, fatto stava che l’inizio sembrava promettente.
Jade, Mark, Liam, Taylor, Spencer e Larissa partirono la mattina seguente nel silenzio generale, erano usciti di casa presto a causa del viaggio in auto di due ore che li aspettava. Jade lasciò i compagni nella camera da letto e le sembrò che Scott si girò per dar loro le spalle, mentre Jared alzò solo un braccio in segno di saluto prima di rimettersi a dormire, come fecero anche altri.
Arrivarono al parco acquatico situato nella riserva naturale e rimasero senza parole: c’erano piscine che si aprivano in spazi nascosti, piccole cascate da cui potevano tuffarsi e percorsi che assomigliavano ai più classici scivoli. I ragazzi fecero subito gruppo e si buttarono in acqua per provare ogni cosa.
Jade si sentiva bene: era preoccupata per i punti, ma poteva tornare a bagnarli. Quelli della produzione le avevano inoltre garantito che a fine giornata le avrebbero mandato qualcuno dello staff per curarle al meglio la ferita affinché non si infettasse.
Era riuscita a godersi la giornata nonostante avesse vissuto dei momenti d’insicurezza. La verità era che aveva il terrore di rimanere sola con Mark e cercava sempre l’appoggio del gruppo o, perlomeno, quello di Taylor. Aveva paura a ricambiare le attenzioni della sua metà di quell’appuntamento perché non voleva illuderlo, ma si era detta che, se avesse scoperto di essere un match perfetto, avrebbe dovuto imparare a conoscerlo. Voleva davvero amare la sua anima gemella, ma non era facile accettare di averla trovata senza nemmeno conoscerla, quando c’erano tanti altri pensieri per la testa e le indecisioni erano all’ordine del giorno.
Voleva provare la certezza dentro di sé di sapere di avere accanto la persona giusta, e se dopo quell’appuntamento avesse scoperto che Mark era l’altra metà di una coppia perfetta una simile sicurezza non avrebbe mai potuto averla, e l’idea la atterriva.
Inoltre si ritrovava a pensare alle questioni in casa: c’era Jared e non era pronta a lasciarsi sfuggire l’occasione di conoscerlo davvero, andando oltre le sue aspettative e quel poco che era riuscita a vedere durante le interviste o i documentari, era la sua unica occasione di vivere Jared, e non voleva rinunciarci tanto presto. Poi c’era Scott con lo strano comportamento nei suoi confronti, un modo di fare che aveva stuzzicato la sua curiosità. Era un bel ragazzo e le piaceva quel qualcosa di strano che stava accadendo tra loro, era come se fossero connessi ed erano normale, dunque, che iniziassero a gravitarsi attorno.
Doveva ammettere che ormai era entrata a far parte del gruppo e in casa si divertiva: aveva legato con Haylee e anche con Leighton, e le sarebbe mancato giocare a ping-pong con Spencer, farsi preparare i cocktail da Dylan e guardare con sospetto e ammirazione Olivia e Mia e rubare loro qualche trucco di bellezza a lei sconosciuto.
Erano parte di un gruppo molto assortito, ed era bello per Jade buttarsi nel mezzo per conoscerli e farsi conoscere. Se avesse scoperto di essere la metà perfetta di Mark tutto quello sarebbe venuto meno perché avrebbero passato il resto del tempo in Luna di miele: sarebbe stati spostati in un resort super lusso dove avrebbero avuto tutto il tempo per conoscersi. E, siccome sarebbero stati la prima coppia scoperta, sarebbero stati solo loro due, e Jade non era abituata a condividere così tanto con qualcuno: nelle sue relazioni aveva sempre avuto l’abitudine di non essere asfissiante e avere i propri spazi. Era convinta fosse il modo giusto per vivere una relazione senza che soffocasse le due persone, sapeva che erano i ragazzi che aveva avuto a non essere quelli giusti per lei.
Jared, invece, in casa se la cavava benissimo anche senza di lei. 
Senza una spalla con cui interagire si era ritrovato in presenza della maggior parte delle signore e aveva iniziato a imbastire con loro una lunga conversazione che, alla fine, aveva coinvolto anche i ragazzi. Era stato un modo per conoscere aspetti dei coinquilini che non avevano mai visto. E durante la giornata ognuno aveva votato per la coppia da mandare nella cabina della verità.


Nel viaggio di ritorno si addormentò con la faccia appoggiata alla spalla di Mark, stremata dalla giornata, con somma soddisfazione del ragazzo, felice di quell’intimità a cui la stanchezza l’aveva portata.
Rientrarono in casa e sia Scott sia Jared sembravano così presi dalle loro attività che rivolsero a malapena dei saluti generali al gruppo appena rientrato. Jade, stufa di preoccuparsi per loro e non ricevere un briciolo dello stesso affetto in cambio, si risentì e decise di correre da Haylee e Leighton per raccontare le cose che avevano fatto e visto.
La cosa inaspettata è che anche Mark volle fare la stessa cosa, e trovò in Nick un ottimo ascoltatore.
«È andata bene, ma non come mi aspettavo» Mark confidò all’altro, non sapendo che Jared era sul terrazzino accanto e Annah sul ballatoio fuori dalla camera in compagnia di Scott.
«Jade sembrava spaventata a lasciarsi andare anche se, devo ammetterlo, abbiamo passato una bellissima giornata. Però dopo una simile esperienza non so se possa essere la persona giusta per me». Lo ammise in tono neutro, forse perché aveva capito che era troppo presto per affezionarsi a una persona o per non fare la figura del debole.
Nick, dopo averlo ascoltato, cercò di farlo ragionare. «Jade è piacevole ma strana, ci ha messo di più ad aprirsi e penso sia un lato del suo carattere, quindi era logico che la cosa si riflettesse anche sul vostro appuntamento. Non è esuberante come le altre ragazze, dunque è normale che non sia stata così estroversa durante la fuga»
«Forse ha bisogno di più tempo per conoscermi. In effetti al momento nemmeno io saprei dare un parere  preciso su di lei. È sfuggente, e penso che sia una cosa di lei che mi attrae molto» ammise Mark infine.
«Hai ragione amico, ma penso che di tempo non ce ne sia molto, per voi». Nick aspettò che le sue parole facessero presa sull’altro, poi continuò: «Dopo il vostro incidente di settimana scorsa e il modo in cui avete legato penso che tutti abbiano votato per mandarvi in cabina domani sera».
Mark alzò le spalle, se avessero scoperto di essere compatibili avrebbe avuto tempo per conoscerla e capire se poteva piacerle, altrimenti avrebbe continuato a divertirsi in casa.


«Ciao».
Jade si spaventò per quella presenza improvvisa, ma non aprì gli occhi: conosceva da troppi anni quella voce per non riconoscerne il proprietario.
Era seduta su uno dei divanetti sparsi nel grande prato attorno alla casa, le gambe appoggiate sul pouf davanti a sé e gli occhi chiusi. Le piaceva godersi l’atmosfera intima e rilassata che le torce da giardino conferivano alla notte appena iniziata.
Adorava la sera, rilassava i muscoli e la mente dopo una lunga giornata. Poteva riposarsi e godere delle coccole di un divano e un libro, oppure un film e le coperte quando fuori non faceva caldo. Era una persona semplice, le bastavano quelle poche cose per sentirsi bene.
«Ciao» rispose neutra continuando a non aprire gli occhi.
Le piaceva che i riverberi delle fiamme giocassero dentro le sue palpebre, facendole immaginare di essere in un altro posto, sola con un’altra persona ad accarezzare i rispettivi corpi. La felicità era quello per lei, e poter anche solo assaporare il gusto di quell’idea era una gioia e un dolore. Un pensiero che non sarebbe mai diventato realtà.
Girò il viso verso Jared per dimostrargli che era pronta ad ascoltarlo nonostante non lo stesse guardando. Era stupita che lui si fosse presentato lì come se nulla fosse, ma non poteva negare che non le facesse piacere, ora era curiosa di sapere cosa voleva da lei.
«Ti sei divertita oggi?»
Come se quel silenzio tra loro non fosse mai esistito, come se l’essere sfuggente di Jared fosse stato solo una proiezione della mente di Jade.
Annuì, non aveva voglia di parlare per argomentare un sì senza avere delle basi per farlo.
«Sei pronta per la cabina della verità di domani?» schietto e senza fronzoli, quando voleva sapeva essere diretto come un’arma nella carne.
Jade aprì gli occhi e lo fissò. Era calmo, ma sembrava davvero interessato a sentire la risposta che voleva da lei, cosa che le fece dire addio alla calma e alla serenità che tanto aveva agognato prima di ributtarsi nella mischia.
Jared studiava gli occhi chiari di Jade in cui si riflettevano i bagliori delle fiamme attorno a loro. Per la prima volta sembravano tormentati e fragili, avevano perso la dolcezza che li caratterizzava. Aveva toccato un tasto dolente e glielo poteva leggere in faccia.
«Non è detto che ci finiamo Mark e…»
«Mi dispiace deluderti zucchero» la interruppe Jared mentre si divertiva a giocare con la barba folta. «Ma la maggior parte della casa penso proprio abbia votato per voi»
«Zucchero?!»
Jared rise divertito e spontaneo, un suono a cui non era abituata che le strinse lo stomaco e la fece arrossire.
«Di tutto quello che ti ho detto te la prendi per un soprannome?» anche se ora che ci pensava sarebbe stato più indicato chiamarla cerbiatta con gli occhi che si ritrovava, solo che l’espressione impaurita che ora li caratterizzava sembrava suggerirgli che stesse fissando il cacciatore da cui scappava. «Preferisci biscottino?»
Jade inorridì. 
«Il mio nome è così brutto?» sospirò, sapendo che non poteva sfuggire in eterno alla vera questione tra loro. «E comunque se hanno votato per me e Mark non posso farci molto. Entrerò nella cabina e spererò che vada come io preferisco»
«E cosa ti augurerai?» era quello che più gli premeva sapere. Non voleva rimanere solo di nuovo.
Dopo una settimana in cui aveva deciso di aprirsi con Jade non voleva rinunciarci, avrebbe voluto scoprire di non essere il solo a pensarla a quel modo.
«Non lo so. È come quando scegli tra testa o croce ma non sei sicuro di voler puntare su una parte sola: nel momento in cui la moneta gira in aria sai in cosa stai sperando di più. Così farò io: quando il computer ci farà aspettare per dare un verdetto io saprò cosa sperare per me».
Non era la verità, ma non poteva ammettere con Jared che proprio lui, in quella decisione, avrebbe influito più di altri fattori.
«Per essere una giovane donna sei saggia, potrei ricorrere a te più di quanto io creda». Sorrise con un solo angolo della bocca mentre si scostava i capelli dietro le spalle. Jade era davvero più matura delle altre ragazze nella casa, non aveva paura a dimostrarlo e la cosa gli piaceva.
Senza contare che quella frase gli aveva fatto capire che non era convinta di Mark, perché altrimenti non avrebbe avuto problemi a sperare in un match perfetto nella cabina, e la cosa gli bastava.
Poteva ritenersi soddisfatto ed egoista come solo lui sapeva essere, quindi decise di mettere fine a quel discorso.
«Ora è meglio se la smettiamo di fare gli asociali e raggiungiamo gli altri prima che pensino che siamo scappati» le diede un bacio sulla fronte prima di alzarsi e porgerle una mano come aiuto. «Biscottino».
Jade alzò gli occhi al cielo nella speranza di distrarlo dal rossore che avrebbe accentuato le sue lentiggini dovuto a quel bacio casto e intimo allo stesso tempo, gli prese la mano e infine gli rispose, ma solo dopo aver avuto la certezza che il cuore non le impedisse di parlare a dovere.
«Hai ragione, meglio che non pensino che Tarzan sia tornato a vivere allo stato brado nella foresta». Gli sorrise divertita. «Jay».
Lui la guardò male, ma accompagnò il gesto da una smorfia allegra, contento che non si fosse fatta intimidire da lui.
«Non amo i soprannomi»
«Nemmeno io» rispose Jade.
«Ma a me biscottino piace»
«E a me piace Jay» continuò imperterrita a sottolineare il soprannome mentre si dirigevano verso casa.
«E a qualcuno invece piace Jade» sorrise furbo Jared prima di allontanarsi da lei.
Ad attenderla nei pressi della piscina c’era Scott con le proprie scuse marchiate a fuoco nello sguardo.
«Comunque ho votato per Liam e Taylor». Un sussurro appena udibile che alle orecchie di Jade suonò come un modo per dirle che, in fondo, Jared non la voleva lasciare andare tanto quanto lei voleva essere trattenuta.


«E la coppia che andrà nella cabina della verità è formata da…» Ryan, dopo aver posto alle coppie della fuga domande riguardo il loro appuntamento, era passato alla parte interessante della faccenda, quella che premeva a tutti. «Mark e Jade».
Lo sapeva. Non gliel’aveva detto solo Jared, ma anche Haylee e Leighton, eppure era stato lo stesso un colpo al cuore. Forse perché ora era ufficiale, o forse perché tutto di lì a poco sarebbe potuto cambiare, ma Jade sentiva su di sé una pressione che non le piaceva affatto.
Mark la prese per mano e la condusse con una certa fretta verso la piccola stanza in cui avrebbero scoperto la verità, cosa che la gettò nel panico.
Erano davanti a uno schermo con dei laser verdi che sembrava li stessero scannerizzando, anche se sapevano entrambi che il verdetto era già scritto e la suspense serviva solo per loro e il pubblico.
Jade aveva scelto in cosa credere. Quel momento era paragonabile ai giri in aria della famosa monetina, e lei era lì a sperare ardentemente con Mark, ma le era chiaro che uno dei due sarebbe rimasto deluso dal risultato, perché sembrava che fossero presenti con due pensieri opposti.
Non voleva rinunciare a Jared, non voleva abbandonare Haylee, non voleva lasciare la casa prima di aver potuto conoscere Scott o qualche altro ragazzo.
La mano di Mark al posto che darle conforto la faceva sentire imprigionata in un qualcosa che non voleva. I secondi passavano e lei sperava che la sua forza di volontà avesse la meglio su quella del computer nel caso fosse stata diversa dalla sua.
E poi avvenne.
NO MATCH.
Mark sciolse le dita che si intrecciavano alle sue e Jade, una volta appresa la notizia, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo che cercò di camuffare con un rantolo dispiaciuto, tanto che il ragazzo le accarezzò la schiena e le mormorò un “mi dispiace” all’orecchio prima di baciarle la tempia.
Uscirono da lì con il sudore freddo lungo la schiena e una spossatezza mai avvertita prima. Mark rientrò in casa ma Jade si concesse un secondo fuori da essa.
Appoggiò la fronte al muro e allargò le braccia su esso per trovare refrigerio dalla superficie fresca, anche se sembrava che volesse abbracciare la casa in cui più che mai, in quegli ultimi giorni, si era sentita sicura.
Rientrò sconvolta e confusa e, oltre a vedere la delusione della maggior parte delle persone che avevano votato per loro e speravano di vedere il primo match perfetto, notò tre o quattro sorrisi soddisfatti. All’inizio rispose timida e poi sempre più sollevata, forse non era l’unica a desiderare di continuare a restare in gioco.


Ryan, durante la cerimonia di accoppiamento, non aveva perso tempo e, dopo averli salutati, aveva dato il via al rituale, questa volta erano gli uomini a scegliere le ragazze e a iniziare fu CJ che, inaspettatamente, scelse Larissa. 
Poi fu il turno di Spencer che scelse Daisy prima che Drew la volesse accanto a sé nonostante non fossero un match perfetto. Una mossa saggia che nascondeva un barlume di interesse nato dopo la fuga d’amore di lui e la scelta che fece lei la settimana prima durante la puntata.
Dopo toccò a Scott che sorprese tutti nominando Jade. I ragazzi avevano notato che di solito la persona che aveva fatto parte di un no match era una delle ultime a essere scelta, invece Scott aveva invertito quella tendenza.
Alle domande di Ryan aveva risposto che aveva capito che poteva esserci del potenziale tra loro e anche Jade convenne, con un sorriso rilassato che in una settimana nessuno aveva mai visto grazie a Mark.
Mentre Jared sceglieva Olivia il dialogo tra Scott e Jade sui divanetti si fece interessante, anche se dovevano sussurrare per non interrompere il programma.
«Perché hai vinto la prova se non volevi stare con lui?»
Jade lo guardò con gli occhi sgranati e un’espressione allibita prima di arrossire. Come poteva sapere che non voleva stare con Mark quando nemmeno lei sapeva cosa pensare a riguardo?
Non ebbe il coraggio di contraddirlo o arrabbiarsi con lui, dividere uno spazio così ridotto in due l’aveva destabilizzata. Scott aveva gli occhi nocciola di una sfumatura così chiara che catturava ogni sua attenzione rendendo vano il tentativo di concentrarsi su altro, così Jade lo fissò con aria interrogativa, tanto che lui continuò: «Ti ho guardata, e per quanto Mark non ti dispiacesse lo allontanavi. Il tuo corpo parla più chiaramente di te».
Intanto davanti a Ryan si era presentato Drew che aveva chiamato Taylor.
Ti ho guardata
Lui l’aveva osservata per una settimana. Lei era riuscita a far interessare Scott almeno quanto lei aveva notato lui. Pensava che le scuse di lui fossero dovute a un errore di valutazione, non a una reale attrazione nei suoi confronti.
Sorrise in modo dolce e sicuro, quasi avesse voluto giustificarsi.
«Sono una persona competitiva, non volevo perdere». Essere sincera con lui era molto più facile di ogni avvicinamento a Mark di quella settimana.
«Hai perso nel momento in cui hai vinto».
Dylan e Haylee, nemmeno a dirlo.
«Vado a tentativi».
Un’altra verità che descriveva la sua permanenza in quel programma. E poi le piaceva stare così vicina a lui, non aveva mai pensato a una cosa simile. Era una presenza diversa da quella di Jared, così prossimo alla perfezione per lei, ma era forte allo stesso modo. Si sentiva travolta.
«Anche io lo sono?»
Le piaceva quella smorfia sfrontata che cercava di assumere Scott per mostrare una sicurezza che probabilmente non aveva, ma adorava ancora di più il fatto che stessero flirtando per la prima volta con una naturalezza sconvolgente senza farlo di fronte agli altri, in modo aperto.
«Se mai io potrei essere il tuo tentativo, dato che tu hai scelto me».
Nick e Mia.
Scott fece per stiracchiarsi e con la scusa posò il proprio braccio dietro le spalle di lei, appoggiandolo lungo il bordo del piccolo divano in tek.
Simon e Dakota.
«Speriamo di far parte di quelli ben riusciti e non degli errori».
Bisbigliò a voce così bassa che Jade quasi fece fatica a sentirlo, tanto che dovette avvicinarsi ancora di più a lui e le guance divennero accese, cosa che suscitò curiosità nelle coppie attorno a loro.
Quella situazione le piaceva parecchio.
Liam e Leighton.
«Lo si può sempre scoprire». Sorrise con una punta di malizia, stando al gioco di Scott. Era bello come riuscissero a capirsi, perché sembrava che negli occhi di lui ci fosse la comprensione di gustarsi il momento con calma, non come aveva fatto Mark in quella settimana.
Mark scelse Annah per forza di cose, dato che erano gli ultimi rimasti.
«Ora è arrivato il momento di scoprire quante accoppiate perfette avete indovinato stasera». Ryan attirò l’attenzione di tutti, era arrivato il momento di scoprire se erano diventati più ricchi o meno. «Spero per voi che sia andato meglio delle altre volte. Guardiamo».
Nel dirlo diede loro le spalle per fissare le luci che avrebbero dovuto accendersi e le luci si spensero lì attorno, creando suspense e atmosfera. Un’oscurità che costrinse Jade a cercare la mano di Scott come supporto, delle dita che al posto di farla sentire in difetto – come quelle di Mark – riuscivano a tenerla ancorata alla realtà e a calmarla. Un’ottima cosa.
Un fascio fece esplodere le grida di soddisfazione dei ragazzi.
Due.
Tre.
Arrivarono a quattro, poi le luci in studio si riaccesero.
«Bene ragazzi, il doppio delle puntate precedenti. State migliorando, ma ne avete ancora di strada da fare. Mi raccomando, impegnatevi. Ci vediamo durante la settimana, buona serata».


 
*


«Mh» mormorò Constance con disappunto.
«Cosa c’è?» Shannon si girò verso di lei, la puntata non gli era dispiaciuta. Era curioso di sapere quando Dylan e Haylee fossero riusciti a vincere una prova per vedere se erano un match perfetto o meno. Scoprirlo sarebbe stato importante per tutto il gruppo. 
«Non mi piacciono le coppie di questa serata». Sottolineò il concetto con una smorfia che le fece arricciare la bocca.
«Non ti piacciono solo perché Jared ha scelto la ragazza che ha puntato fin dall’inizio, il suo solito prototipo. Quello che a te non piace, se vogliamo dirla tutta». Le sorrise soddisfatto sapendo di aver fatto centro.
Constance alzò le sopracciglia e incassò il colpo solo per prendere tempo e tornare all’attacco.
«Se vogliamo dirla tutta» gli fece il verso. «Come mai sei qua e non in compagnia di Kirstina?»
Shannon alzò gli occhi al cielo mentre appoggiava la testa allo schienale del divano. Sapeva che l’argomento sarebbe saltato fuori prima o poi, soprattutto se durante la settimana aveva provato a invitare Kirstina a un loro ritrovo.
«Si era dimenticata di avere un impegno». Decise di rimanere sul vago nella speranza che sua madre decidesse di non approfondire l’argomento, per quanto sapesse essere vana quell’aspettativa.
«Davvero?» finse sorpresa prima di esprimersi con sempre maggiore divertimento. «Cos’è questa volta? Deve provare a “coltivare” cristalli, inventare la posizione yoga della vongola sventrata, a trovare l’angolazione migliore e nuova da cui riprendere il suo apprezzabilissimo tatuaggio sulla natica o  a trovare un modo per diventare famosa senza avere un reale talento?»
Odiava essere la madre ipercritica nei confronti della ragazza del figlio, ma da quel che aveva visto e sentito su Kirstina c’erano delle cose che non riusciva proprio a digerire di lei, non quando cercava di sfruttare Shannon per i propri scopi personali.
«Sei ingiusta» le disse in tono incolore cercando di non darle corda. «Comunque è uscita a bere qualcosa con le amiche».
«Ok, quindi affina la soave arte dell’alcoolismo. Ora capisco come mai ti piaccia tanto». Di solito il richiamo all’arresto di giugno era un motivo di ilarità tra loro, un modo per esorcizzare ciò che era successo, invece Constance l’aveva usato quasi come un’accusa quella volta, e si morse il labbro non appena si accorse della sciocchezza che aveva detto.
Ecco perché non le piaceva Kirstina: che fosse presente o meno metteva discordia tra loro due e li faceva viaggiare in due direzioni opposte, e odiava sentirsi lontana da Shannon che l’aveva protetta con tutte le sue forze non appena aveva potuto.
«Stai esagerando». Iniziava a innervosirsi della cosa, ormai stanco di quello scherzo che era durato pure troppo. Non era lì per essere giudicato in base alle proprie scelte e i propri errori, ma voleva trascorrere del tempo con la madre per svagarsi un po’, non c’era bisogno di rinfacciargli quanto il rapporto con Kirstina facesse acqua da tutte le parti.
«Hai ragione» convenne Constance prima di prendergli una mano e accarezzarne il dorso, cosa che lo calmava fin dall’infanzia. «Ma vedo come sta agendo questa ragazza, e non mi piace. Sembra che stia cercando di ingraziarsi la gente che ti circonda più che piacere a te, e pare lo faccia quasi volesse incastrarti. Mi preoccupo per te».
Gli accarezzò una guancia prima di vederlo rilassare le spalle al suo tocco. «Perché ti voglio bene».
«Non la devo sposare. È una frequentazione stabile, non lo nego, ma al momento non è nulla di più».
“Per fortuna”, avrebbe voluto dire la donna, ma decise di mordersi la lingua e limitarsi a pensare una simile cosa, non voleva ferire il figlio più di quanto avesse già fatto.
Si limitò ad abbracciarlo e coccolarlo un po’, cosa che Shannon le permise con gioia, era il modo in cui preferiva riappacificarsi con la madre.


 
*


Tomo era soddisfatto. 
Alla faccia di Jade e dell’anima gemella.
«Cos’hai?» gli chiese una scocciata Vicki davanti a quel ghigno contento.
«Tu lo sai, vero, che Jared ha scelto la ragazza che ha sempre puntato e che farà di tutto per portare la cosa fino alla fine?» sapeva di aver avuto ragione la settimana prima, e la cosa lo appagava.
«Questo non vuol dire che sia la sua anima gemella» rispose la moglie piccata, non le piaceva aver torto, anche se molto lontanamente.
«Come non vuol dire che per forza lo sia Jade». Le fece notare con naturalezza. «Devo scrivere a Shannon, subito».
E così fece.
«E perché?» non capiva dove volesse andare a parare.
«Gli ho lanciato una scommessa»
«Sentiamo, spara». Lo invitò Vicki.
«Beh, gli ho fatto notare la questione “Olivia” e gli ho detto che per me non arriva fino in fondo. Insomma… ci sono le telecamere. Va bene Hurricane, ma non penso gli farebbe piacere diventare il protagonista di un film porno. Tu non hai idea di quanto sia in grado di far urlare le donne…»
Sì, si stava divertendo a sbalordirla.
«A dire il vero una mezza idea ce l’ho. È capitato di assistere, purtroppo, a qualche suo rendez-vous durante i tour. Ma non voglio credere che arrivi a tanto».
Tomo fissò lo schermo del cellulare.
«Beh, a quanto pare Shannon non è del nostro stesso avviso». Evitò di metterla al corrente della pesante battutaccia che aveva aggiunto per sottolineare il concetto.
«Anche io voglio scommettere» insistette Vicki.
«Le scommesse sulle migliori amiche non valgono, noi vogliamo carne al fuoco».
La donna alzò gli occhi al cielo, contrariata. «Uomini».


 


Eccomi qui, puntuale come la puntata di Game of Thrones. Lo so che non è vero dato che sono uscite le prime quattro in blocco, ma mi piaceva associare le due cose: adoro il lunedì perché posso aggiornare e per vedere GOT.
Detto questo, come vedete anche Jade si butta nel gioco e... beh, vive la stessa esperienza di Jared della prima settimana, salvo poi aggiustare subito il tiro.
Cosa ne pensate? Spero di avervi stupite, anche perché il bello arriva dal prossimo capitolo in poi *si frega le mani e sorride in modo psicopatico come il Joker*
Volevo solo dirvi che per me la storia è ambientata a ottobre 2014, quindi si conclude a metà dicembre, sarà l'epilogo a coprire un salto temporale che devo ancora decidere... ma ci troveremo sicuramente nel 2015.
Questa volta le note sono corte, non ho nient'altro da dirvi se non che spero che la storia vi piaccia!
Ci troviamo qui come al solito settimana prossima.
Vorrei dirvi una cosa ma... WHOOPSIE!, forse non dovrei proprio! Beh, stay tuned on EFP ;)
Se volete mi trovate qui: Love Doses.
A lunedì prossimo, XO, Cris.
   
 
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