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Autore: AlessiaOUAT96    27/04/2015    0 recensioni
“Chi sono io?” pensava tra se e sé.
Era l’unica domanda che gli veniva in mente mentre barcollava e camminava a fatica nell’erba. Doveva scappare, lo stavano inseguendo ma non capiva il perché, non se lo ricordava, non ricordava nemmeno chi fosse.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Chi sono io?” pensava tra se e sé.
Era l’unica domanda che gli veniva in mente mentre barcollava e camminava a fatica nell’erba. Doveva scappare, lo stavano inseguendo ma non capiva il perché, non se lo ricordava, non ricordava nemmeno chi fosse.
Gli girava la testa e non sentiva nemmeno le sue gambe, gli sembrava di essersi risvegliato in un posto a lui apparentemente sconosciuto, anche se dentro di sé percepiva qualcosa di familiare.
-Ehi tu, fermati, è un ordine!- urlò qualcuno alle sue spalle.
Lui si girò e vide un gruppo di persone in divisa correre nella sua direzione con torce e pistole, pronte a sparare se necessario.
-Alt! Fermati o sparo!- urlò qualcun altro.
-Chi sono io? Perché mi state minacciando, cosa ho fatto?-
-Non fare finta di non sapere nulla, assassino!-
-Assassino io?- provò a fare un altro passo ma a causa della stanchezza, cadde a terra, permettendo agli uomini di catturarlo. Sentiva la fredda terra e l’erba bagnata di rugiada, attaccarsi ai suoi pantaloni.
***
Il 23 novembre di quest’anno, qualcuno ha ucciso una bambina di 10 anni e ferito gravemente la madre. La bimba è morta a causa di un trauma cranico dovuto ad una martellata in testa che le ha frantumato il cranio; la madre è stata ripetutamente colpita con un coltello da cucina nel petto e in prossimità della gola.
Luogo del delitto: stanza da letto della bambina.
Indiziato principale: padre della vittima: la mattina stessa i coniugi avevano avuto un pesante litigio a causa della decisione del giudice di lasciare l’affidamento della bambina alla madre, dato che il padre era un alcolista e non era la prima volta che picchiava la moglie e scaricava la rabbia sulla figlia, anche perché il suo datore di lavoro lo minacciava spesso di licenziarlo. I coniugi avevano deciso di divorziare.
***
Si trovava in una stanzetta, con le manette ai polsi legati dietro la schiena, aveva i pantaloni sporchi, gli occhi gonfi segnati dalle occhiaie, i capelli bagnati a causa del sudore. Aveva caldo sebbene fosse vestito solamente con una maglietta a maniche lunghe di cotone color verde smeraldo e dei pantaloni di jeans ormai sporchi e strappati; le sue scarpe erano infangate ed i piedi bagnati.
Occhi verdi, capelli biondi ramati, poca barba. In quel momento sembrava reduce da una guerra persa. Si sentiva come un prigioniero; in effetti, si trovava in una cella per gli interrogatori. Non sapeva perché si trovava lì, ma immaginava fosse per qualcosa di grave.
Entrarono due poliziotti e, dopo aver chiuso la porta, lo squadrarono da capo a piedi per poi cominciare l’interrogatorio.
-Glielo chiederò una volta soltanto. Perché è fuggito signor Luca Esposito?-
Aveva appena scoperto la sua identità, ma la memoria non tornava, nulla tornava.
-Io..io non lo so..credetemi, io non so niente!- provò a dire guardando l’uomo di fronte a sé. Gli occhi del suo interlocutore trasparivano disprezzo; Luca abbassò lo sguardo.
-Non mentire,assassino-
-Assassino io?! E chi avrei ucciso?-
-Fai finta di nulla eh? Va bene, allora ti rinfrescherai la memoria con queste immagini-
Gli mostrò delle foto scattate dalla scientifica: le immagini mostravano una bambina per terra in posizione prona, ricoperta di sangue che scorreva dalla sua testa. I capelli biondi erano sporchi del liquido rosso. Gli occhi terrorizzati, la bocca aperta. Le mani erano vicino alla testa come se prima di cadere, avesse cercato di attutire la caduta. Aveva un vestitino rosa, ormai sporco del suo sangue.
Poi ci furono le immagini di una donna dai capelli scuri, con tagli e ferite vicino alla gola e, a giudicare dalla maglia bianca sporca, doveva essere stata ferita anche sul petto.
Al solo vedere quelle immagini, Luca si sentì male. Stava per vomitare e per piangere, non sopportava l’idea che qualcuno avesse fatto del male ad una creatura innocente, ma si trattenne. Perché dovevano mostrarle proprio a lui? Cominciava a capirne il motivo, ma non ricordava nulla.
-Chi sono quelle persone? Non crederete mica le abbia uccise o ferite io?-
-La bambina è, o meglio era sua figlia Linda; mentre la donna è tua moglie Esmeralda-
-Ho una moglie ed avevo una figlia..- sussurrò Luca. Aveva cominciato ad ansimare, era agitato, tremava, era sconvolto. Lo stavano accusando di omicidio volontario nei confronti di un minore e di tentato omicidio nei confronti della moglie. Non ci credeva. Non voleva crederci.
-E perché lo avrei fatto? Perché avrei fatto una cosa tanto orribile?-
-Questo dovrebbe dircelo lei, ma sospettiamo che sia stato a causa di un litigio sull’affidamento della bambina-
L’uomo si avvicinò al collega che stava prendendo nota. Si scambiarono qualche parola, poi Luca fu condotto in una cella con un lettino ed un tavolino con un bicchiere e dell’acqua. Per tutto il tragitto tenne lo sguardo fisso sul pavimento, pensieroso, sconvolto. Gli tolsero le manette e poi fu solo.
***
L’agente che interrogò l’indiziato stava riferendo tutto al suo superiore.
-Temo che abbia perso la memoria a causa dello shock. Non sapeva nemmeno chi fossero.-
-Il fatto che non ricorda, ci facilita il tutto. È l’unico indiziato: precedenti penali per alcool e percosse. Non mi sorprenderei se arrivasse ad uccidere.
***
AULA DI TRIBUNALE. GIORNO SUCCESSIVO.
-Gli indizi sono tutti contro l’imputato Luca Esposito. Quel giorno, preso da un attacco di rabbia, dovuto anche all’alcolismo, il signor Esposito si avventa sulla moglie brandendo un coltello da cucina e cerca di ucciderla ma fallisce perché la bambina, per difendere la madre, si frappone tra i due. L’ira del padre aumenta e dato che doveva appendere una mensola nella stanza da letto della bimba, l’assassino prende il martello da lavoro e colpisce la bambina sulla testa. Poi si dà alla fuga. La morte non fu istantanea, infatti, la piccola morì un quarto d’ora dopo l’accaduto. La madre è salva per miracolo. Parola alla difesa-
-L’accusa ha semplicemente ricostruito una probabile scena del crimine. Non ha prove che si tratti del mio cliente! Infatti, sulle due armi non sono state rilevate impronte!-
-E dove vuole andare a parare? Testimoni hanno affermato che quel giorno l’ultima persona che hanno visto entrare è stata proprio il signor Esposito! Non ci sono altri indiziati! Ma se non fosse stato lui, perché sarebbe fuggito?-
- Sul registro è vero, non ci sono altri indiziati, il caso sembra semplice ma.. tutti siamo a conoscenza della relazione che Esmeralda Mariani ebbe prima di incontrare il signor Esposito. Quello che voglio dire è che è probabile che il suo ex si sia ingelosito e che abbia deciso di vendicarsi-
-Non ha senso! Perché mai un uomo sposato avrebbe dovuto cercare di uccidere la sua ex compagna?-
-Se trova che sia assurdo, allora non le dispiacerà ciò che sto per fare. Chiamo a deporre il signor Fernando Brentani-
-Dichiari nome e professione-
-Fernando Brentani, insegnante all’università di psicologia-
***
(Nel frattempo)
Luca non aveva dormito. Durante il sonno rivedeva le immagini di Linda per terra, morta con uno sguardo agghiacciante, il sangue ed il resto non gli permettevano di dormire.
Il suo cuore batteva forte ogni volte che si svegliava, poi prese una decisione definitiva. Prese un foglietto ed una penna e scrisse: “A voi che leggerete, sappiate che questa è stata una mia decisione. Io Luca Esposito, dopo quello che mi è stato mostrato, ho deciso di togliermi la vita. Gli agenti credono che io sia sotto shock, ma nonostante non ricordi nulla, dopo quello che è successo, me ne sto convincendo sempre più. Lo so che non mi credete ed io farei lo stesso se mi trovassi nei vostri panni.
Non riuscirei a vivere un giorno di più sapendo che ho ucciso sangue del mio sangue e cercato di fare lo stesso con la donna a cui avevo giurato fedeltà ed amore fino alla morte davanti a Dio. Come ho potuto uccidere un’innocente? Che senso ha vivere adesso? Non ho nulla, nemmeno i miei ricordi. La vita è un filo fragile, siamo come delle foglie secche che con una folata di vento cadono dall’albero. Purtroppo una foglia più piccola di me è caduta per mano mia. È un’ingiustizia ma fortunatamente io non sono diverso dalle altre foglie, ho deciso di lasciarmi cadere, sono fragile quanto gli altri.
Occhio per occhio, dente per dente. Il carcere non basterebbe a togliermi i sensi di colpa e l’angoscia. Devo pagare per ciò che ho fatto.
Se tu, piccola mia, riesci a vedermi da lassù, allora sappi che mi dispiace veramente tanto. Spero che la mia anima vada all’inferno così che non possa guardare la tua essenza angelica. E a te, moglie il cui nome somiglia ad una delle pietre più belle e preziose del mondo; la mia morte non dovrà portare sofferenze e, ammesso che io possieda ancora qualcosa, la lascio a te. Vivi la tua vita come non hai potuto farlo con il mostro che ero. Addio.”
Scrisse la lettera piangendo. Prese il lenzuolo del letto e lo modellò come un cappio che appese al lampadario. Infilò la testa e strinse, spinse la sedia e quando percepì che stava per morire, il lenzuolo si ruppe. Non aveva cambiato idea, voleva morire per pagare il suo debito con la figlia.
Ruppe il bicchiere e prese due pezzi, uno per mano; si tagliò contemporaneamente le vene di entrambi i polsi e, mentre il sangue scorreva copioso, prima di morire e di esalare il suo ultimo respiro; Luca chiuse gli occhi e pensò alla bellezza angelica di sua figlia.
***
“Va bene, confesso! Sono stato io! Fernando Brentani, ho ucciso Linda Esposito e cercato di uccidere Esmeralda Mariani. Il motivo? Mia moglie mi aveva lasciato a causa del mio carattere, diceva che ero troppo geloso, decisi allora di tornare dalla mia ex, ma lei, nonostante i litigi con il marito, affermò di amarlo ancora. Volli vendicarmi. Il giorno dei morti mi sembrava perfetto per uccidere e accusare il marito ubriacone. Quel giorno mi recai a casa di Esmeralda. Lei mi fece entrare, che ingenua! Pensava che ci saremmo chiariti una volta per tutte, mi minacciò di denunciarmi per ricatto e lettere minatorie. Sì avete capito bene, la minacciavo, conoscevo i suoi segreti, il suo passato.
Mi fece vedere sua figlia per dimostrarmi che era felice e che si sarebbe occupata del marito in un centro di disintossicazione. A quel punto cercai di ucciderla ma la mocciosa si mise in mezzo e la colpii con un martello. Ripulii tutto per non lasciare prove che mi incastrassero, bruciai anche le lettere intimidatorie, per non lasciare sospetti.
Arrivò il marito, ubriaco come al solito. Non resse la scena di sua figlia morta e di sua moglie gravemente ferita, era sotto shock e così ne approfittai per “ipnotizzarlo”, in quel periodo stavo seguendo un corso specializzato in ipnosi; gli feci credere che avesse perso la memoria e gli dissi di scappare. Sappiamo poi com’è andata a finire, la mia ipnosi è stata formidabile tanto che non si è svegliato.
Quando se ne andò, chiusi la porta dall’interno ed uscii dalla finestra, facendo attenzione che nessuno mi vedesse, ovviamente senza lasciare impronte, utilizzando dei guanti che poi bruciai e gettai via il giorno dopo. Avvertii i vicini che avevo sentito delle urla e dato che dissi di non avere la chiave, sfondarono la porta e si precipitarono al piano di sopra. Chiamarono i soccorsi, io nel frattempo mi ero dileguato”.
Il poliziotto si trovava nella stanza d’ospedale di Esmeralda.
-Signora, lei non ricordava nulla fino a che non le ho letto la confessione del suo ex compagno. Il corpo di suo marito è stato trovato morto nella sua cella accanto ad una lettera dove spiegava le ragioni del suo gesto. Gliela faremo avere, dato che lei è menzionata. Suo marito era innocente…-
 
 


PS. Il titolo l’ho modificato da un testo di Mary Shelley, Frankenstein; intitolato “What was I?” dove la creatura apprende di più della società in cui vive e si chiede perché lui non sa nulla su se stesso.
“And what was I? Of my creation and creator i was absolutely ignorant, i was besides, endued with a figure hideously deformed and loathsome. I was not even of the same nature as man. {…} Was I a blot, upon the earth, from which all men fled and whom all man disowned?”
( E cosa ero io? Della mia nascita e del mio creatore ero assolutamente ignorante, ero inoltre, incarnato in una figura orribile e deformata. Non ero nemmeno della stessa natura dell’uomo. {…} Ero io una macchia deturpante sulla Terra, dalla quale scappano tutti gli uomini e che tutti gli uomini rinnegano?)
Ok forse non c’entra molto ma era solo per cercare di dare un minimo di senso alla storia ed al titolo.. comunque a parte Frankenstein, avete capito la “morale” della storia barra significato nascosto?
Se avete qualche idea, potete tranquillamente scriverla, non mordo..
Comunque la parte sulla fragilità delle foglie è un interpretazione della poesia ungarettiana intitolata "Soldati". Grazie per la lettura!
Alessia
   
 
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